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Autore: Justice Gundam    10/07/2021    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Cinque anni dopo un tragico incendio e una serie di brutali omicidi, gli abitanti di Sandpoint attendono con ansia il Festival della Coda di Rondine per commemorare la consacrazione del nuovo tempio della città. Al culmine della cerimonia, il disastro colpisce! Nei giorni seguenti, un'ombra sinistra si posa su Sandpoint. Voci di eserciti di goblin e di altri mostri hanno messo in allarme la popolazione. Cinque giovani e promettenti avventurieri dovranno affrontare la crescente minaccia di un impero dimenticato, i cui crudeli e dispotici governanti potrebbero non essere morti come tutti pensano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 1 - La luce della Costa Perduta

 

Anno 4707 del calendario di Golarion. Diecimila anni dopo la caduta di Thassilon.

"Aaaah, certo che fa un certo effetto tornare qui dopo tanto tempo! Quanto è passato... cinque anni?" affermò un giovane sulla prima ventina d'anni, il volto sorprendentemente pulito nonostante un paio di cicatrici - una sulla guancia destra e una sul mento - mentre si incamminava con una certa baldanza su uno dei due ponti di legno che attraversavano il grande fiume che separava Sandpoint dal resto della terraferma. Poco dopo il punto in cui il ponte raggiungeva le strade della cittadina, iniziava una colorata processione di bancarelle, saltimbanchi, festoni ed attrazioni che non lasciavano dubbi circa la gioiosa occasione che si stava celebrando. Già da fuori si sentivano le grida di giubilo di coloro che partecipavano ai festeggiamenti, centinaia di voci che si mescolavano in una confortante confusione.

Yan si sgranchì una spalla, un po' affaticato per il viaggio che lo aveva ricondotto alla sua città natale. Chissà quanto era cambiato, in quei cinque anni? Il suo ultimo ricordo di Sandpoint era stato il clima di tristezza e rabbia che si respirava per le strade - la piccola città sulla costa ovest di Varisia era stata colpita duramente da quel brutto periodo che era adesso conosciuto tra gli abitanti come "Lo Spiacevole Ritardo". Diversi eventi nefasti si erano susseguiti nel giro di pochi giorni, a partire dalla morte ancora poco chiara di una donna di etnia Tian precipitata sugli scogli vicino a casa Kaijitsu. A partire da quella notte, Sandpoint era stata sconvolta da una serie di terribili omicidi, culminati nell'incendio della chiesa locale dedicata a Desna. L'anziano sacerdote era perito tra le fiamme, immergendo la piccola città di poco più di mille anime in un clima di paura e sospetto.

Certo, riflettè Yan con un po' di tristezza, il clima che si respirava adesso era molto più disteso. Le notizie erano circolate. La chiesa di Desna era stata ricostruita a tempo di record, e anche se certo non sarebbe stata la stessa cosa, se non altro si trattava di un simbolo importante per la comunità, un luogo che per la gente di Sandpoint rappresentava qualcosa di più che un luogo di culto. Era una presenza comfortante, come se Desna stessa fosse venuta a proteggere la cittadina dagli orrori del mondo che la circondava.

Non che nei dintorni di Sandpoint, in quegli ultimi tempi, ci fossero chissà quali cose terrificanti. A parte qualche incursione di goblin, di tanto in tanto, la cittadina non aveva avuto grossi problemi, dopo che si era esaurito lo shock per l'incendio della vecchia cattedrale.

"Yan? Ti sei perso con la testa tra le nuvole?" chiese la sua accompagnatrice, una ragazza che doveva avere due o tre anni meno di lui, di chiara etnia Tian - la carnagione pallida, i capelli neri e gli occhi a mandorla la identificavano chiaramente per quello che era. Il giovane fece un salto per lo stupore, poi si voltò verso la sua compagna, che sorrise con fare complice. "Dì la verità, ti sei messo a fantasticare. Beh, non posso darti torto... immagino che per te, tornare nella tua città natale dopo così tanto tempo sia un'esperienza... nostalgica."

Yan alzò le spalle divertito, pur con una punta di malinconia. Il suo equipaggiamento, che consisteva di un pettorale d'acciaio sopra una veste blu scuro, con pantaloni dello stesso colore e stivali da viaggio, era ulteriormente corredato da un paio di schinieri e due manicotti di bronzo che gli proteggevano gli avambracci, e portava al fianco una spada, non troppo ben forgiata ma comunque efficace, ben riposta in un ampio fodero. Per contrasto, la sua compagna era vestita in un modo che favoriva la libertà di movimento, con delle vesti chiare, calzoni neri aderenti e un paio di stivali rinforzati. I suoi lunghi capelli neri erano legati in un'elegante coda di cavallo dietro la schiena, e anche se i suoi vestiti non lasciavano intravedere molto il suo corpo, era evidente che la giovane donna era ben allenata. Un bastone da combattimento era legato alla sua schiena.

"Effettivamente è vero, Reji... Lacrime di Desna, sono passati cinque anni ormai da quel giorno... e ancora mi ricordo questa città come se fosse ieri. Molte cose sono cambiate... ma l'atmosfera è proprio quella che ricordo." affermò, cominciando finalmente ad addentrarsi nelle vie di Sandpoint, la ciitadina conosciuta a Varisia come "la luce della Costa Perduta". Da dove si trovavano lui e la sua compagna, riusciva a vedere la piazza principale di Sandpoint, dove la celebrazione della fine dei lavori stava avendo luogo - il Festival della Coda di Rondine, lo avevano chiamato, un'intera giornata di giochi, festeggiamenti, buon cibo e spensieratezza.

Yan sospirò. C'era una persona in particolare con la quale gli sarebbe piaciuto partecipare ai festeggiamenti. Purtroppo, a volte la vita dispone diversamente. Ormai lei se n'era andata, e tutto quello che Yan poteva fare era guardare avanti e avere fiducia.

"Hm? Va tutto bene, Yan? All'improvviso, mi sei sembrato così triste..." affermò Reji, notando l'espressione del suo compagno di viaggio. Il giovane dai capelli castani fece un sobbalzo, poi si passò la mano sul viso per cercare di nascondere le sue emozioni. Non riteneva il caso di gravare la sua amica con i suoi problemi.

"Oh... no, non è niente... stavo semplicemente pensando a quello che è successo cinque anni fa, quando la chiesa di Desna è bruciata in quel maledetto incendio." affermò. "Ma... ormai è tutto nel passato. Adesso... Sandpoint è una città nuova, e siamo qui per goderci il Festival della Coda di Rondine, giusto?"

La ragazza mora sorrise e volteggiò agilmente su sè stessa. Anche con un gesto così sbarazzino, riusciva a dare sfoggio dell'agilità e della coordinazione che le erano proprie. "Proprio così! E io, per quanto mi riguarda, non vedo l'ora di provare le specialità di Sandpoint! Ho sentito dire che la Taverna del Drago Arrugginito prepara dei piatti deliziosi!"

"Hahahaa! E' sempre stato così! Spero solo che la figlia dei Kaijitsu sia anche lei una brava cuoca!" affermò il giovane, per poi seguire di corsa la sua compagna di viaggio mentre si dirigeva verso il centro della città.

 

oooooooooo

 

"E come sindaco di Sandpoint, voglio dare a tutti il benvenuto nella nostra città, ed augurare a tutti di godersi quanto più possibile il Festival della Coda di Rondine!" La voce gioviale di una donna di mezz'età vestita di verde, con corti capelli ramati, risuonò chiara e decisa nella piazza principale della cittadina. Il sindaco Kendra Deverin aveva aperto i festeggiamenti con un breve ma sentito discorso, e il suo comportamento amichevole si era dimostrato contagioso. "Sarà sicuramente una giornata di festa e di allegria. Mi basti dire che anche il buon vecchio Larz è arrivato a staccarsi una volta tanto dal suo lavoro alla conceria per partecipare!"

Il pubblico rise della battuta del sindaco... e un po' in disparte, una giovane donna mezzelfa dai lunghi capelli rossi scuri sospirò mentre si appoggiava con la schiena l muro della costruzione più vicina. Questi discorsi di apertura erano sempre la parte più irritante di qualsiasi festeggiamento ufficiale. Se non fosse stato per il fatto che doveva accompagnare la sua amica, non si sarebbe certo disturbata di mescolarsi a tutta questa gente, in un luogo così caotico e rumoroso.

"Per quanto mi riguarda, sarei rimasta volentieri a continuare i miei studi a Magnimar..." disse tra sè, aggiustandosi gli occhiali sul naso e mettendosi a posto il cappello a larghe falde che portava sulla testa, e che la identificava subito come una maga. Sotto la sua mantellina verde scuro, indossava delle vesti scure, e i suoi stivali da viaggio avevano un po' di tacco, mentre in una mano reggeva un esile bastone ferrato che terminava con un pomello a forma di falce di luna. "Bah, visto che ormai siamo qui, cerchiamo almeno di trovare qualcosa di interessante. Anche se non so esattamente cosa ci possa essere in una cittadina di campagna come questa..."

Il sindaco di Sandpoint aveva terminato il suo breve discorso e, ritirandosi tra gli applausi dei suoi concittadini, stava lasciando il posto a qualcun altro sul palcoscenico: un uomo alto e dalla carnagione scura, con un'espressione acuta e completamente calvo - tutti segni distintivi di una persona di etnia Shoanti.

"Il nostro stimato sindaco... ha parlato con molta eloquenza. E vi auguro anch'io di passare una buona giornata." disse l'uomo dalla pelle scura. Sfortunatamente, per quanto cercasse di mostrarsi partecipe, il suo tono severo non stava esattamente mettendo il pubblico a loro agio. "Tuttavia, come vostro sceriffo, è mio dovere ricordarvi che anche durante i festeggiamenti vanno osservate delle norme di sicurezza. Se le osserverete scrupolosamente, questa occasione sarà lieta per tutti. Innanzitutto, non avvicinatevi troppo al falò che si terrà questa sera, e prestate la massima attenzione ad oggetti taglienti e a punte di ogni tipo. Inoltre..."

"Aaaah, fa sempre così lo sceriffo Belor... non lasciarti intimorire troppo." disse un'acuta voce maschile, appartenente a qualcuno che era saltato fuori all'improvviso accanto alla mezzelfa. Stupita, la giovane maga si guardò attorno senza vedere nessuno...

"No, no, guarda in basso!" continuò la voce con una breve risata. Abbassando di colpo lo sguardo, la mezzelfa con gli occhiali vide che a parlare era stato un giovane halfling dai corti capelli neri, dal fisico atletico ma relativamente longilineo per gli standard della sua razza, che indossava una camicia bianca impolverata e un paio di pantaloni marroni tenuti fermi con un paio di bretelle. Al contrario della maggior parte degli halfling, questo indossava delle calzature - un paio di stivali neri alti fino al ginocchio, che per qualche motivo sembravano più nuovi rispetto al resto del suo abbigliamento. "Buongiorno, signorina! Il mio nome è Jolan, e sono una guida! Che gliene pare dell'accoglienza che Sandpoint riserva ai suoi ospiti?"

La mezzelfa sbattè gli occhi meravigliata davanti a quell'halfling che le si presentava davanti con tanta naturalezza... poi, si aggiustò gli occhiali e rispose. "Piacere di conoscerla, signor Jolan. Sono Eli Clays... apprendista maga di Magnimar. Sono qui per... accompagnare una mia amica che voleva a tutti i costi vedere le festività."

"Non mi sembra che lei sia troppo entusiasta, signorina Clays." affermò l'halfling, facendo soltanto un po' più serio mentre studiava le reazioni della maga mezzelfa. Eli cercava di mantenere il suo sguardo sul palcoscenico, dove lo sceriffo continuava a fare le sue raccomandazioni sui comportamenti da tenere durante la festa. "Non le piace la festa che abbiamo preparato?"

"Non è che non mi piaccia. Avrei preferito restare a Magnimar per continuare le mie ricerche." affermò Eli, senza prestare troppa attenzione a Jolan. Si chiuse nel mutismo un attimo dopo, sperando che la vivace guida comprendesse e lasciasse perdere.

Sfortunatamente per lei, Jolan non sembrava tipo da farsi scoraggiare tanto facilmente. "Beh... immagino che per adesso i festeggiamenti non siano ancora entrati nel vivo. Abbia pazienza, tra non molto... quando il signor Belor avrà finito di raccomandarsi come se fossimo tanti bambini... sarà la volta del signor Kaijitsu, e poi inizieranno le competizioni. Credo che potrà trovare qualcosa di interessante! Oppure potrà trovare qualcosa di appetitoso tra gli stand, o qualche cianfrusaglia da comprare!"

Eli sospirò. "Se non si tratta di qualche manoscritto sull'antica Thassilon, allora non mi interessa." affermò. "Ma grazie per l'interessamento."

Questa volta, Jolan sembrò comprendere che era di troppo, da quelle parti. "Oookay, come non detto. Va bene, la lascio alle sue... riflessioni. Però... se lei volesse partecipare a qualche gara, fa sempre in tempo." rispose. "Se vuole, ci si vede in giro."

"Va bene..." rispose la mezzelfa con scarsa partecipazione. Jolan fece un saluto con la mano e si affrettò a scomparire tra la folla, grazie anche alla sua statura ridotta che gli consentì di confondersi tra gli abitanti di Sandpoint, per la maggior parte umani.

"Detto questo, credo di non avere altre raccomandazioni da farvi." lo sceriffo era arrivato alla fine del suo discorso, cosa per cui molti abitanti di Sandpoint erano grati. Sembrava che non dovesse mai finire... "Ricordatevi di tenere conto della vostra sicurezza, e che sia una giornata fausta per tutti. Grazie. Ora passo la parola al nostro stimato concittadino, Lonjinku Kaijitsu."

I cittadini di Sandpoint applaudirono allo sceriffo mentre quest'ultimo faceva un cenno con la testa e scendeva dal palco. Anche Eli, malgrado il suo scarso entusiasmo, si trovò a fare un breve applauso, per poi rimettersi a guardare in giro nella speranza di veder tornare la sua amica. La popolazione di Sandpoint stava riprendendo a rumoreggiare, in attesa che Lonjinku salisse sul palco per fare il suo discorso... ma l'attesa si stava prolungando più di quanto previsto.

"Hm? Allora, questo tipo arriva o non arriva?" si chiese Eli. Un piccolo movimento accanto a lei attirò la sua attenzione, e la mezzelfa volse lo sguardo in quella direzione. Vicino a lei, era apparsa proprio la persona che stava aspettando - una graziosa femmina di gnomo avvolta in eleganti vesti bianche bordate di azzurro, con un buffo copricapo sui suoi lunghi capelli biondi e un paio di stivaletti blu alti fino alle caviglie. Camminava con vivacità, ma al tempo stesso con una certa circospezione, come se avesse paura di far cadere qualcosa... e non appena raggiunse Eli, alzò lo sguardo per rivelare un paio di occhi di un blu incredibilmente intenso, che sembrava cambiare sfumatura ogni momento, passando dall'azzurro chiaro di un giorno di sole fino al blu scuro dell'acqua profonda. "Misia? Sei tornata presto, vedo! Hai trovato quello che cercavi?"

La femmina di gnomo annuì energicamente e mostrò alla sua amica una graziosa scultura in vetro che rappresentava una farfalla dai colori sgargianti. "Certamente! Guarda qui che bella, Eli! Questa scultura di vetro non sfigurerebbe certo nella mia collezione!" esclamò quasi festosamente. Eli non riuscì a trattenere una breve risata - doveva immaginare che Misia avrebbe scelto una cosa simile, essendo una devota di Desna (la dea dei sogni, tradizionalmente rappresentata da una farfalla), e considerando che una delle specialità di Sandpoint era la soffiatura del vetro.

"Mi fa piacere che tu abbia trovato qualcosa che ti piace." rispose Eli, per poi riportare la sua attenzione al palco davanti a lei. "Adesso... dovrebbe arrivare il signor Kaijitsu per dire la sua su questa festa, ma vedo che se la sta prendendo comoda."

"Ah, già... a questo proposito, ho sentito dire che il signor Kaijitsu è indisposto, quindi non parteciperà ai festeggiamenti." rispose Misia, facendosi un po' più seria. Ripose accuratamente la sua sculturina in vetro nella bisaccia, in modo che non corresse il rischio di rompersi, e si mise a posto il copricapo. "Non conosco i dettagli, ma... sinceramente, ho l'impressione che sia una scusa da parte sua. Lonjiku è sempre stato un tipo piuttosto... asociale. Avrà addotto qualche scusa perchè non gli piacciono queste occasioni rumorose."

"Sinceramente, non posso biasimarlo..." affermò ironicamente Eli. "Ma... visto che siamo qui, sarebbe davvero un peccato non approfittarne. Hai per caso visto se c'è qualcuno che venda qualche cianfrusaglia magica, da queste parti?"

"Hmm... credo di avere visto delle bancarelle interessanti. Se vuoi ti accompagno, visto che ormai credo che qui non ci sia più nessuno da ascoltare..." rispose la biondina, mentre con una rapida occhiata controllava che non fosse per caso arrivato qualcuno. Il palco era ancora desolatamente vuoto, a parte il sindaco di Sandpoint che stava in piedi vicino al centro della piattaforma sopraelevata, con un'espressione imbarazzata e vagamente infastidita.

"Ehm..." Kendra sospirò e si guardò attorno, sperando di vedere il vecchio Kaijitsu da qualche parte. Niente da fare. A quanto pareva, il vecchio orso si era dileguato. Peccato... aveva sperato di vederlo partecipare ai festeggiamenti, una volta tanto. Lonjiku non era mai stato un tipo molto cordiale, ma da quando sua moglie era morta misteriosamente tanto tempo prima, si era fatto ancora più chiuso ed ombroso. Forse anche per quelle voci maligne che lo accusavano di essere stato lui stesso ad uccidere sua moglie...

"Il signor Lonjiku Kaijitsu... non vuole salire sul palco e parlare?" chiese Kendra. La folla si era fatta di nuovo silenziosa per rispetto a chi stava per parlare, ma adesso aveva ripreso a bisbigliare con un misto di confusione e fastidio. Alcuni si erano aspettati che il vecchio Longinku non si sarebbe presentato... altri, invece, esprimevano chiaramente il loro disappunto, dando al vecchio del misantropo e dell'asociale. Finalmente, Kendra si arrese e scosse la testa in un gesto di frustrazione. "E va bene... signore e signori, mi dispiace dovervi annunciare che il nostro stimato concittadino Longinku Kaijitsu ha deciso di non presenziare alla cerimonia di apertura del Festival della Coda di Rondine. Peccato... speravo che il clima di festa facesse bene al suo pessimo umore. Ma non possiamo costringere a divertirsi chi non vuole."

"Alla fine, chi ci perde è lui... vecchio testardo." si sentì qualcuno mormorare tra la folla. Una voce femminile, che le orecchie acute di Eli colsero appena in mezzo al vociare. La mezzelfa guardò in quella direzione, appena in tempo per vedere una giovane donna sulla prima ventina d'anni, con tratti del viso chiaramente di etnia Tian e vestita di abiti da cucina pieni di macchie, che si allontanava in mezzo alla gente. Eli notò un particolare che la colpì dell'aspetto della giovane donna - un paio di ciuffi di capelli bianchi, in contrasto con il resto della sua chioma nera, che scendevano sulla fronte in due eleganti frangette.

"Già... sembra proprio che a qualcuno non piaccia questo festival. Oltre che a me." pensò tra sè Eli. "Peccato però... se non altro, quel Lonjiku poteva approfittarne per cercare di distrarsi. Mah, affari suoi."

"Eli? Hey, Eli, sei con la testa tra le nuvole?" chiese Misia. La femmina di gnomo controllò i suoi vestiti e la sua bisaccia una volta di più, per essere sicura che fosse tutto a posto... e la sua amica riuscì a sorridere, sinceramente contenta che almeno la sua migliore amica si stesse godendo la giornata. Tanto valeva che anche lei la sfruttasse al meglio, a quel punto.

La mezzelfa si mise a posto il cappello e si guardò attorno, mentre i cittadini di Sandpoint cominciavano a disperdersi per le strade della città e dare inizio ai festeggiamenti. "Tranquilla, Misia, stavo solo riflettendo." affermò. "Sai come sono fatta io... Detto questo, penso che sarebbe il caso di avviarci. Mi fai vedere dove hai trovato quelle bancarelle di cui dicevi?"

"Con piacere!" rispose scherzosamente la biondina. "Prego, Eli... seguimi! Ti faccio da guida!"              

 

oooooooooo

 

"Prego, signori! Venite numerosi! Qui per voi, una prova di tiro alla fune con il nostro campione!" Un uomo in abiti colorati e buffoneschi stava incitando gli spettatori a misurarsi in una prova di forza... accompagnato da un muscoloso mezzorco dalla mascella squadrata che in quel momento si stava pavoneggiando, mostrando i suoi possenti bicipiti e pettorali. "Non c'è trucco e non c'è inganno! Non costa nulla! Chi vuole tentare?"

"Cavolo, avete visto quel colosso?" si stava chiedendo uno spettatore. "Chi è che riuscirebbe a batterlo in una gara di tiro alla fune?"

"E non c'è neanche un premio... anche se in effetti è anche gratuito..." commentò una ragazza.

"Hmm... beh, sembra un passatempo divertente." commentò con aria sbarazzina il giovanotto che, assieme ad una ragazza mora più giovane di lui, stava rivolgendo lo sguardo allo stand di legno duro sul quale il mezzorco attendeva i suoi sfidanti. "Reji, puoi aspettare qui un attimo? Vorrei vedere come me la cavo!"

"Vai e fagli mangiare la polvere, Yan!" esclamò la ragazza Tian, facendo il segno dell'okay al suo compagno di viaggio. Yan annuì con sicurezza e si fece avanti alzando una mano, mentre il mezzorco già si preparava alla competizione e si sgranchiva le nocche delle mani.

"Bene, bene! Abbiamo un concorrente, signore e signori!" esclamò l'uomo, gettando una fune al suo campione. Con un ghigno, il mezzorco lanciò un capo della fune a Yan non appena quest'ultimo fu salito sul palco, e il giovane lo prese al volo e si piazzò dal lato opposto del quadrato. "Vedo che sono pronti! Sono caldi, sono decisi, e quindi... i concorrenti prendano posizione! Pronti... partenza... VIA!"

"Forza, Yan! Dai che ce la fai!" esclamò Reji, alzandosi sulle punte dei piedi per fare il tifo per il suo compagno.

Entrambi i contendenti iniziarono immediatamente a tirare, fissandosi negli occhi a vicenda con fare di sfida. Yan si trovò immediatamente a dover puntare i piedi a terra per non farsi tirare, e strinse i denti mentre cercava di opporsi alla forza del mezzorco. La forza del suo avversario era notevole... se voleva uscire vincitore da questo confronto, avrebbe dovuto fare ricorso a tutta la sua abilità.

Yan diede un breve strattone, mettendoci tutta la sua forza e impedendo all'avversario di trascinarlo ancora. Sorpreso, il mezzorco sembrò mollare per un beve istante la presa sulla fune, ma la riprese subito dopo e cercò di trascinare nuovamente Yan dall'altra parte. Il giovane non si fece cogliere impreparato e riuscì a trattenere la fune quando il suo avversario tirò ancora una volta verso di sè... poi, con una serie di colpi brevi ma intensi, cercò di far stancare il mezzorco.

"Incredibile, signore e signori!" commentò il proprietario dello stand, mentre la folla cominciava a tifare ad alta voce chi per l'uno, chi per l'altro. "Il nostro campione ha trovato qualcuno in grado di dargli del filo da torcere! Ma non si farà battere tanto facilmente! Vediamo come fa a togliersi dall'impiccio!"

Il mezzorco, dopo un istante di stupore, ghignò con aria sicura e riprese a tirare con tutte le sue forze, in modo da far perdere l'equilibrio a Yan. Il ragazzo strinse i denti e cercò ancora una volta di ancorarsi a terra, poi tirò verso di sè e riuscì a rallentare man mano... fino a fermarsi, poco prima che l'avversario riuscisse a trascinarlo dalla sua parte. Sentendo che il mezzorco iniziava a stancarsi, Yan aumentò gli sforzi e riuscì a recuperare terreno.

"Vai così che ce la fai, Yan!" esclamò Reji con partecipazione.

Entrambi i contendenti erano ormai completamente immersi nella loro competizione e non davano retta alle esclamazioni del pubblico. L'unica cosa a cui pensavano era il tiro alla fune... e finalmente dopo diversi secondi di stallo, Yan riuscì a trascinare il suo avversario qualche centimetro verso di sè! Il mezzorco sgranò gli occhi incredulo e cercò di recuperare il vantaggio... ma il contrasto prolungato lo aveva stancato, e dopo aver opposto resistenza per diversi secondi, venne infine portato sulla metà del palco dove Yan si trovava, decretando la vittoria del ragazzo!

"Stupendo! Una gara davvero combattuta!" esclamò il responsabile. "Incredibile, non succede spesso che il mio pupillo venga messo alle corde in questo modo! Un bell'applauso al nostro sfidante! Come ti chiami, ragazzo?"

Yan sbattè gli occhi stupito quando l'uomo dai vestiti colorati gli si avvicinò di colpo, ma rispose alla sua domanda senza esitazioni. "Ah... ehm... il mio nome è Yan. Yan Gudril. Sono... nato qui a Sandpoint, ma sono stato via un po' di anni..."

"E allora, un applauso al figlio ritrovato di Sandpoint! Hahahaaa!" esclamò il mezzorco, tirando una pacca amichevole sulla schiena di Yan, abbastanza forte da farlo quasi cadere in avanti! Per fortuna, il massiccio individuo dalla pelle verde era un tipo sportivo... "A proposito, sei un tipo tosto! Il mio nome è Kodon! Piacere di conoscerti!"    

"Ah... ehm... piacere mio!" affermò Yan con un pizzico di imbarazzo. Reji ridacchiò tra sè, prima di rivolgere la sua attenzione ad una bancarella dove erano esposte alcune delle specialità alimentari di Sandpoint...

 

oooooooooo

 

Misia si riavviò i capelli mentre ascoltava rapita il discorso che il capo spirituale di Sandpoint - un simpatico vecchietto dalla barba bianca e dall'espressione mite di nome Padre Zantus - raccontava una delle sue parabole preferite: quella secondo cui Desna, la dea dei sogni, era un giorno precipitata sulla terra sotto forma di una donna mortale, e fosse stata aiutata da un bambino...

"Dovete sapere che quel bambino, fin dalla nascita, aveva avuto la sfortuna di non possedere la vista, che molti di noi immaginano giustamente essere il più utile dei nostri sensi. Eppure... quel trovatello fu il primo a rendersi conto di chi aveva di fronte. E' dunque vero che a volte la vista, il più utile dei nostri sensi, rappresenta non più uno strumento utile, quanto un ostacolo alla conoscenza." stava spiegando Padre Zantus, curvo sotto il peso degli anni, ma ancora agile di mente e pieno di entusiasmo.

Misia annuì rapidamente, mentre accanto a lei, Eli sospirò e alzò le spalle. La mezzelfa non poteva certo dire di essere molto religiosa, a parte qualche invocazione che di tanto in tanto rivolgeva a Nethys, il dio della magia. E se doveva essere sincera, questa parabole le vanivano un po' a noia. Tuttavia, se si trattava di accontentare la sua amica, poteva anche fare uno sforzo e ascoltarle. L'unica cosa che contava era che nessuno cercasse di coinvolgerla in una discussione sulla religione.

"E poi... cosa accadde, Padre Zantus?" chiese con entusiasmo un bambino.

L'anziano sacerdote ridacchiò gentilmente. "Pazienza, pecorelle. Pazienza. Adesso ve lo racconto. Questo bambino, senza aspettarsi nulla in cambio, aiutò la nostra protettrice a riprendere le forze e a fare sì che l'essenza divina scorresse ancora in lei... e quando, acuni giorni dopo, la divina Desna riprese le sue sembianze, ella premiò questo piccolo eroe trasformandolo nel suo araldo - una meravigliosa farfalla colorata che per sempre avrebbe vegliato assieme a Desna su noi mortali, affinchè le crudeli orde dell'Abisso e le spietate legioni degli inferi non possano farci loro schiavi."

"Che bella storia, padre!" esclamò ammirata una bambina. Per Misia, doveva essere la ventesima volta che la ascoltava, in effetti, ma essendo anche lei una devota di Desna, non si stancava mai di risentirla. In particolare, le piaceva sentire come i vari devoti la reinterpetavano o aggiungevano particolari, abbellimenti o episodi. Era una cosa che la affascinava...

"Vero, piccola? Rispecchia perfettamente la misericordia e la compassione della divina Desna." rispose Zantus, mentre alcuni chierichetti vestiti di abiti di seta bianca portavano un carretto sul quale veniva trasportato un carico coperto da un elegante telo ricamato in modo da ricordare un cielo notturno. "Ed ora, miei piccoli amici... per celebrare la nostra protettrice... prego, miei giovani allievi, sollevate il telo!"

"Certamente, padre!" esclamò uno dei chierichetti, sollevando il telo con un gesto deciso. Immediatamente si sentì un frullo d'ali... e il carico si rivelò essere una gabbia di legno piena di colorate farfalle code di rondine, alcune delle quali grandi come la mano di un uomo, che presero il volo verso il cielo in un trionfo di colori sgargianti! I bambini emisero una serie di grida di gioia e meraviglia e cominciarono ad applaudire, subito imitati dai loro genitori... e da Misia, che scattò in piedi con un entusiasmo quasi palpabile. Persino Eli, che non era certo un'entusiasta di questi festeggiamenti, si scoprì essersi alzata in piedi e aver cominciato ad applaudire!

"Hey, compagna! Vedo che anche tu apprezzi queste cose!" disse Misia, rivolta alla sua amica.

Eli chiuse gli occhi e girò la testa dall'altra parte, imbarazzata. "Beh... quando qualcosa è fatto bene, non posso fare a meno di apprezzarlo!" rispose, cercando di non dare troppo a vedere la sua emozione. "E ho sentito dire che questa notte ci saranno anche dei fuochi d'artificio fatti venire direttamente da Tian Xia!"

"Hehehee... già, la tradizione di Tian Xia è molto sentita da queste parti!" fu il commento della femmina di gnomo. "Quindi cerca di tenerti sveglia per stasera! Non vorresti mai perderti lo spettacolo!"

 

oooooooooo

 

"Hmmm! Fantastico! Avevo sentito parlare bene del salmone al curry di Sandpoint, ma assaggiarlo così... è una favola!" Reji stava parlando con la bocca mezza piena, mentre lei e Yan si stavano godendo le specialità al banco allestito dalla famosa taverna al Drago Arrugginito - un noto ritrovo di amici ed avventurieri. La ragazza dai capelli neri gettò un paio di monete alla proprietaria del bancone, che li accolse con gratitudine.

"Ben gentile. E devo dire, che mi fa molto piacere vedere qualche compagna Tian da queste parti!" rispose allegramente la donna dietro il bancone. Ameiko Kajitsu, la ben nota proprietaria del Drago Arrugginito (nonchè figlia del famigerato Lonjiku), aveva gli stessi lineamenti della sua giovane cliente, resi in qualche modo ancora più esotici dal fatto di avere i capelli di due colori: per gran parte neri, schiarivano fino a diventare praticamente bianchi sulla fronte. "Da quando i lavori per la costruzione del nuovo santuario dedicato a Desna si sono diffusi in tutta Varisia, i visitatori sono aumentati... il che ovviamente significa anche che gli affari della mia locanda vanno a gonfie vele... ma sinceramente, di Tian come noi due non se ne sono visti così tanti."

"Pensare che Varisia ha la fama di essere un luogo dove si incontrano rappresentanti di varie culture..." disse Yan, distraendo per un attimo la sua attenzione dai crostini all'aragosta disposti sul banco davanti a lui. "Beh, l'importante è che i festeggiamenti stiano andando bene. E soprattutto, che il nuovo santuario di Desna abbia miglior fortuna del precedente."

Il giovane guardò nella direzione dove si trovava il nuovo santuario, e sospirò con una nota di malinconia mai del tutto sopita. Ancora ricordava i pomeriggi passati vicino al santuario, quando lui era ancora bambino, passati a parlare e a scherzare con quella malinconia bambina dai capelli bianchi come la neve. Era incredibile pensare che fosse passato così tanto tempo da quella volta. Ancora gli sembrava di sentire la voce severa di Padre Ezakien che redarguiva i ragazzi e ingiungeva loro di essere virtuosi e seguire il cammino dell'abnegazione e dell'obbedienza...

Non era la prima volta che Yan pensava quanto Padre Ezakien potesse essere rigido, almeno per gli standard della dea dei sogni...

Lo spadaccino si riportò alla realtà e gettò uno sguardo verso Reji, che dimostrava di apprezzare le specialità del Drago Arrugginito. "Davvero squisito, tutto quanto!" esclamò la ragazzina mora, quasi in visibilio. "Siete davvero una cuoca fantastica, signorina Kajitsu!"

Ameiko sghignazzò divertita. "Ah, per favore, chiamami soltanto Ameiko!" si schernì. "Non è che mi faccia troppo piacere ricordarmi che... alla fine, sono pur sempre la figlia di uno degli uomini più in vista di Sandpoint. Per quello che può valere..." Il suo tono scherzoso si fece più duro verso la fine. Evidentemente, tra Ameiko e suo padre, i rapporti non erano il massimo. "Ma non pensiamo a queste cose adesso. C'è una festa, ed è l'occasione migliore per tutti per essere contenti e divertirsi! E anch'io voglio fare la mia parte per assicurarmi che sia una giornata favolosa!"

"Ottimo! Grazie, Ameiko! Se è così... allora io non faccio complimenti!" affermò Yan, per poi puntare dritto su un pezzo di salmone al curry che aveva adocchiato un attimo prima...

 

oooooooooo

 

Tra festeggiamenti, esibizioni, parate di uomini in costume, divertimenti e bancarelle di ogni genere, il pomeriggio era passato in un lampo per gli abitanti di Sandpoint, e ora che la sera cominciava a scendere sulla tranquilla cittadina, molti di loro si erano riuniti nella piazza centrale, non molto lontano dal santuario da poco completato. Anche se molti erano stanchi per la festa di cui avevano fatto parte, si leggeva sui volti di quasi tutti la gioia e la speranza che per la loro città fosse finalmente finito il periodo delle sventure, e che il Festival della Coda di Rondine volesse dire un nuovo inizio per tutti.

Jolan sospirò, un po' esausto ma soddisfatto. Tra le attrazioni a cui aveva partecipato, e tutti quei turisti a cui aveva offerto una gita guidata di Sandpoint (per la modica cifra di un pezzo d'argento a persona - hey, un halfling deve pur guadagnarsi la pagnotta!) poteva tranquillamente dire di aver fatto un lavoro che lo soddisfaceva ampiamente... e adesso, mentre si sdraiava tranquillamente su un covone di paglia ammassato ad un angolo della piazza, lo spigliato halfling si rilassò, attendendo fiducioso il momento in cui Padre Zantus avrebbe preso il suo posto sul palco e avrebbe recitato la preghiera di rito - La Preghiera del Primo Sogno, la formula con la quale la cattedrale sarebbe stata consacrata alla divinità che più di ogni altra proteggeva Sandpoint.

"Beh, una cosa è certa. Padre Zantus mi dà l'impressione che sarà molto più popolare di Padre Ezakien, che Desna abbia pietà della sua anima." riflettè tra sè Jolan. Si guardò attorno, immaginando che molti dei cittadini di Sandpoint la pensassero come loro. Non che Padre Ezakien, il sacerdote perito nell'incendio del vecchio santuario, fosse esattamente impopolare... ma non si era nemmeno guadagnato le simpatie di molti di loro, a causa del suo carattere rigido ed inflessibile. Jolan lo aveva conosciuto personalmente, quando era vivo... era il classico bacchettone che badava più alla lettera degli insegnamenti di Desna che non al loro intento. Sempre a criticare qualcuno perchè aveva bevuto un po' di birra, mangiato un po' più del dovuto o andato a letto con qualcun altro. A sentire lui, sembrava quasi che la dea dei sogni se la dovesse prendere con il primo disgraziato che alzava un po' il gomito o voleva godersi la vita.

L'halfling si fece un po' più cupo, ripensando a quella figlia adottiva che Padre Ezakien aveva, e di cui si erano perse le tracce. Probabilmente era perita assieme a suo "padre" nell'incendio del santuario, anche se il suo corpo non era mai stato ritrovato. Davvero una storia triste... quella ragazza dai capelli bianchi... Nualia, se la memoria non lo tradiva... era sempre statacosì sola e triste. L'idea che la figlia adottiva potesse decidere da sola cosa fare della sua vita doveva essere stata aberrante per Padre Ezakien, che voleva a tutti i costi fare di lei una sacerdotessa di Desna...

"Ah, ma che mi metto a pensare..." disse tra sè lo svelto halfling. "Cavolo, certo che più mi fermo a pensare, più mi rendo conto che Padre Ezakien non era certo il sant'uomo che credeva di essere. Beh, speriamo almeno che il suo successore faccia un lavoro migliore. Senza dubbio, mi sembra un tipo molto più alla mano."

Jolan si mise le mani dietro la testa e guardò distrattamente un cane randagio che divorava avidamente alcuni pezzi di carne lasciati per terra accanto ad un carretto pieno di paglia. Finalmente, Padre Zantus aveva concluso la Preghiera del Primo Sogno, e stava richiamando l'attenzione su di sè, tenendo in una mano un sassolino che luccicava lievemente, emanando una debole aura magica.

"Ringrazio tutti coloro che hanno voluto essere presenti a questo importante evento, e faccio le mie preghiere a Desna affinchè ella permetta alla nostra città di superare tutte le avversità che indubbiamente dovrà ancora affrontare." disse l'anziano sacerdote. "Ora, cittadini di Sandpoint... dichiaro che il nuovo santuario è ufficialmente aperto ed usufruibile dal pubblico."

Con un movimento deciso del braccio, Padre Zantus gettò il sasso sul palco, dove si sgretolò ed emise un suono violento e rimbombante, come un tuono lontano. Ufficialmente, quello era il segnale che i festeggiamenti potevano riprendere...

L'urlo che si levò un attimo dopo, però, non aveva niente di festoso.

Tutto accadde in una frazione di secondo.

Si sentì uno strillo di terrore proveniente da una donna vicina a Jolan, e l'halfling scattò in piedi con un verso strozzato, non rendendosi conto di cosa stesse accadendo! Un secondo dopo, si sentì un altro urlo di spavento... poi un altro, e un altro ancora, mentre la folla si disperdeva in preda al panico, e numerose figure verdi altre poco più di un metro sbucavano dai posti più impensati e si lanciavano all'attacco con folli grida di gioia e risate demenziali! Da sotto i banchi, dalla paglia raccolta ai lati delle strade, dalle grondaie, da alcuni sacchi... come un fiume in piena, quegli esseri si riversarono sulla cittadina, precipitando tutto nel caos!

Agghiacciato, Jolan sgranò gli occhi, finalmente concentrandosi sulle creature: piccoli umanoidi sgraziati dalla pelle verde, con la testa esageratamente grande, vestiti di stracci e armati di coltelli arrugginiti e strane armi improvvisate, che si lanciavano a capofitto sulla folla, sulle bancarelle, su tutto ciò che capitava loro a tiro! Le loro urla di gioia maligna erano assordanti, e mentre si scagliavano all'attacco, molti di loro intonavano delle stridenti cantilene!

Jolan vide il cane randagio di un attimo prima crollare a terra in un lago di sangue, la gola tagliata da un orecchio all'altro... e da dietro la bestia emerse una di quelle creature, tenendo in mano un coltello ricurvo e arrugginito, gocciolante di sangue! La creatura stridette e scoppiò in una risata folle, mentre altre due si avvicinavano a Jolan, continuando a ridere come pazzi e a brandire le loro rudimentali ma letali armi!

"Oh, merda..." sussurrò l'halfling. Con movimenti incerti, raggiunse un piccolo fodero appeso al fianco e ne estrasse una piccola spada con un leggero suono metallico. Si mise in guardia, puntando la sua arma contro gli avversari che, per nulla intimoriti, continuavano ad avvicinarsi sghignazzando "I goblin..."

Nel giro di pochi secondi, l'atmosfera di gioia e serenità era svanita... e gli abitanti di Sandpoint si ritrovarono a dover combattere per salvarsi la vita da un'orda di goblin assassini!   

 

oooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

  
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