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Autore: Flami151    16/06/2021    3 recensioni
Nessuno è fatto di sola luce o oscurità. In ognuno di noi alberga lo Spleen, un senso di noia, di disperazione, di male di vivere; e l’Ideale, la forza che ci spinge a sognare, lottare e amare.
Lo scopriranno insieme Hermione e Draco quando si troveranno a stringere un’inattesa alleanza, per svelare il mistero dietro la sparizione di Narcissa Malfoy.
Ancora una volta, sarà l'Amore a tenere le fila: amore per la vita, amore per la famiglia e amore di sé, spesso sottovalutato.
Dal testo:
«Narcissa, hai paura?» Le sussurrò Lord Voldemort.
Si era ripromessa che non si sarebbe lasciata piegare, che non avrebbe mai abbassato la testa se avesse dovuto difendere la sua famiglia. Ma il Signore Oscuro aveva ragione: lei aveva paura, talmente paura da non riuscire più a parlare.
«Eppure, non mi sembrava che avessi paura il giorno in cui mi hai pregato di risparmiare Draco dal Marchio Nero. Sapevi quali sarebbero state le conseguenze e ti sei fatta avanti comunque. Non dirmi che te ne sei pentita».
Lei scosse la testa. Non avrebbe mai rinnegato la sua scelta.
«Bene».
Genere: Avventura, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Spleen e Ideale ~

 

 

CAPITOLO XXI


6 Giugno 1997:
 
Mi ritrovo di nuovo sola.
Dopo la mia ritrovata amicizia con Harry e Ron credevo che le cose non sarebbero potute che migliorare, invece da un giorno all’altro mi ritrovo di nuovo a vagare per la scuola senza un amico a mio fianco.
La notizia del duello tra Harry e Malfoy, ed il conseguente ricovero del Serpeverde, era giunta alle orecchie di tutta la scuola in poco tempo. Ma niente a confronto del pettegolezzo che ne è seguito, che è passato di bocca in bocca come un Bolide passa dalla mazza di un Battitore alla testa dell’avversario: è girata voce infatti che i due stessero combattendo beh… per me!
 
E in men che non si dica, sono diventata la fidanzata fedifraga del famoso Harry Potter. Tradito per giunta con il suo nemico giurato: Draco Malfoy.
Mi sembra di essere tornata ai tempi del Torneo Tremaghi e degli irritanti articoli di Rita Skeeter.
 
A dirla tutta le voci (che sospetto siano state messe in giro da Lavanda) sono circolate per poco tempo, poi i fedelissimi di Malfoy hanno minacciato di ridurre a brandelli chiunque continuasse ad insinuare che il loro amico potesse anche solo prendere in considerazione una sporca Nata Babbana come me.
Ormai però era troppo tardi e il seme del dubbio si era impiantato nella mente di tutti gli studenti di Hogwarts, attirando verso di me le ire di tutti i Grifondoro ed i Tassorosso, acerrimi nemici dei Serpeverde.
 
Anche Harry, Ron e Ginny non mi rivolgono più la parola.
Questa volta non si sforzano nemmeno di ignorarmi, mi lanciano occhiate in cagnesco ad ogni occasione. O forse sono solo io ad immaginarmele, per via dei sensi di colpa.
In fondo noi siamo sempre stati una squadra. Tutte le avventure che abbiamo vissuto insieme, tutti i pericoli che abbiamo affrontato, ci hanno resi una famiglia. Non saremmo mai riusciti ad arrivare dove siamo ora se non fosse stato per la nostra unione e fiducia reciproca.
Io invece gli ho nascosto questa parte della mia vita, ho coltivato in segreto il rapporto con Malfoy senza fidarmi abbastanza di loro da potergliene parlare ed il risultato è che ora sono loro a non fidarsi di me. E come dargli torto?
 
Ciò che mi ha fatto più male, però, è stato scoprire da voci di corridoio che Harry e Ginny si sono messi insieme.
Ricordo quando alla Tana Ginny mi aveva confidato con imbarazzo della sua cotta per lui e mi aveva chiesto consigli per conquistarlo. Vorrei davvero poter condividere con loro questo momento e invece tutto ciò che posso fare è guardarli da lontano ridere, abbracciarsi e prendere affettuosamente in giro Ron.
 
Le persone che ancora mi rivolgono la parola si contano sulle dita di una mano. Fatta eccezione per gli insegnanti, i pochi a parlarmi ancora sono Luna, Anthony Goldstein e Justin Finch-Fletchley, che è ancora convinto che Harry sia l’erede di Serpeverde e che ha colto l’occasione al volo per infamarlo un po’ gratuitamente.
 
Persino Pix mi evita per i corridoi! Ma questo credo dipenda dalla sua paura che io possa sguinzagliargli contro il Barone Sanguinario.
 
Quello che però di tutto questo mi fa davvero infuriare è che l’unica persona che vorrei vedere, l’unica con la quale vorrei sfogarmi, l’unica in grado di farmi dimenticare tutto questo, è proprio Malfoy.
Maledetto. Il suo ricordo non ha lasciato la mia mente nemmeno per un secondo. Per questo sono andata a trovarlo ogni giorno mentre era in convalescenza. Era come se una forza misteriosa mi attirasse a lui, facendomi sgattaiolare in infermeria ogni volta che potevo. Lo guardavo dormire chiedendomi quando si sarebbe svegliato, temendo che potesse scoprirmi lì seduta accanto al suo letto ma, per certi versi, sperando che accadesse.
 
È stato un sollievo scoprire che aveva ripreso conoscenza, dopo una settimana iniziavo a temere il peggio ed il volto preoccupato di Madama Chips non mi aveva rassicurata.
Da quel giorno però non abbiamo più avuto alcun contatto. E che senso avrebbe avuto? Volendo anche credere nella sua buona fede, di cui ormai non sono nemmeno più convinta, lui ha fatto la sua scelta: al momento decisivo, si schiererà dalla parte dei Mangiamorte. Questa è l’unica cosa che conta.
 
Durante questi giorni, mi sono chiesta spesso cosa avrei fatto io al suo posto: se i miei genitori fossero tra le schiere del Signore Oscuro o peggio, se fossero tenuti in ostaggio… Logica vuole che il destino del mondo magico dovrebbe essere la mia priorità assoluta, come è stata quella di Harry da quando è entrato nell’Ordine della Fenice… Però la mia famiglia…
 
Forse è vero che le persone non sono fatte di sola luce o di sola oscurità… la vita è ben più complicata di così.
 
Ieri è stato il suo compleanno… I Serpeverde gli hanno fatto trovare una torta la mattina a colazione. Di solito non è permesso, altrimenti gli elfi starebbero a cucinare torte tutti i giorni, ma credo che i professori abbiano concesso uno strappo alla regola per via delle gravi ferite che ha riportato Malfoy dopo lo scontro.
 
Mi chiedo come stia adesso, se stia pensando di mettere in atto il piano oppure no.
Spero non faccia nulla di stupido.
 
 
10 Giugno 1997:
 
Venti giorni, tra soli venti giorni potrò riprendere l’espresso per Hogwarts e tornare a casa.
 
Lo scontro con Potter mi ha lasciato delle cicatrici indelebili praticamente su ogni centimetro del mio corpo di cui, la più evidente, in pieno volto. Ci ho messo un po’ ad abituarmi al mio nuovo aspetto, ma a quanto pare arrivare ad un passo dalla morte e portarne in segni fa presa sulle ragazze. Ora capisco perché lo Sfregiato abbia così tanto successo. Dannazione, devo ricordarmi di trovare un nuovo soprannome, questo non va più bene.
 
Volendo vedere il lato positivo delle cose, tutti quei giorni in coma hanno praticamente fatto volare l’ultimo mese e adesso siamo ad un passo dalla fine dell’anno scolastico. Forse non sarà nemmeno più necessario inventarsi chissà quale rocambolesco piano per fuggire da qui, mi basterà portare pazienza per solo una ventina di giorni.
 
In teoria sembra facile, in pratica l’attesa si sta rivelando più dura del previsto.
Ogni giorno che passa inizio a temere sempre di più ciò che scoprirò una volta fatto ritorno a casa. Di giorno in giorno lo scenario che si forma nella mia mente si fa sempre più tetro e spaventoso.
 
Pochi giorni fa ho sognato mia madre incatenata dentro le segrete del Malfoy Manor, prima torturata dai fratelli Carrow e poi trasformata in lupo mannaro da Greyback. Mi sono svegliato in un bagno di sudore, terrorizzato.
Ma quello non è stato il sogno peggiore. No. Il peggiore è stato quello che ho avuto durante il coma.
 
Ti ho amato più di ogni altra cosa al mondo.
 
Questo aveva detto mia madre durante quel sogno che a tratti sembrava quasi una visione. Queste parole così dolci mi trafiggono proprio come l’incantesimo che mi ha scagliato addosso Potter e portano con sé l’irrazionale consapevolezza che mia madre ormai non c’è più.
 
Se lo dicessi alla Granger sono certo che mi direbbe di non abbandonare le speranze solo per una sensazione, che non c’è nessuna logica dietro questa mia certezza.
Eppure io ne sono certo, mia madre si è messa in contatto con me per dirmi addio.
 
Ti auguro di provare anche tu un amore così, un giorno.
 
Continuo a pensare alla Granger e al suo viso deluso quando ha creduto che io fossi un Mangiamorte.
Avrei voluto sementirla, cazzo se avrei voluto. E avrei anche potuto, ma a quale scopo?
Se è vero che mamma è stata punita per non aver permesso al Signore Oscuro di rendermi un Mangiamorte, allora cosa accadrà a me una volta rientrato al Manor? Il Signore Oscuro mi marchierà e mi costringerà ad unirmi ai suoi seguaci? O ucciderà anche me?
 
L’unico modo per uscirne illeso sarebbe dare ascolto alla Granger e implorare Silente di nascondermi ad Hogwarts. Ma se esistesse la più remota speranza che mia madre sia ancora viva, allora dovrei assolutamente tornare da lei. Non posso abbandonarla.
 
E poi diciamoci la verità, se adesso il mio braccio è ancora immacolato, il merito non è certo il mio. Se solo penso a quanto desiderassi diventare un Mangiamorte, a quanta rabbia ho provato verso mia madre per avermi impedito di seguire le orme di papà…
Solo adesso capisco a quale grande sacrificio si sia sottoposta per il mio bene, per impedirmi di diventare un assassino, il tirapiedi asservito di un padrone sadico e senza scrupoli.
 
Ripenso al sorriso gentile della Granger. La verità è che non ho mai meritato quel sorriso.
 
«Malfoy è qui?» Gazza entra in biblioteca, attirando l’attenzione mia e di tutti gli altri studenti che come me si erano imbambolati sui libri.
 
«Sì, sono qui». Sussurro io sperando di non attirare le ire di Madama Pince, che nel frattempo si è affacciata per individuare la fonte dell’improvviso baccano.
 
«Vieni con me, sei atteso nell’ufficio del preside».
 
Silente vuole vedermi? C’entrerà forse il duello con Potter? Forse finalmente hanno deciso di punirlo come si deve.
 
Seguo Gazza che si trascina silenziosamente lungo i corridoi della scuola. «Di che si tratta?» Gli chiedo aspettandomi la solita risposta burbera.
 
«È meglio che te ne parli direttamente Silente». Risponde invece lui.
 
Un brutto presentimento inizia a farsi strada dentro di me: non sarà mica che…
 
Arriviamo di fronte al gargoyle in pietra che blocca la strada per l’ufficio del preside e Gazza dice ad alta voce la parola d’ordine. «Zuccotti di zucca!» Il gargoyle prende vita e fa un balzo all’indietro, rivelando una scala a chiocciola che si muove lentamente verso l’alto.
 
Il custode mi fa cenno di proseguire, così salgo sulle scale e lascio che l’ingresso si richiuda alle mie spalle. In cima alla scalinata si presenta di fronte a me una porta di quercia lucente con un batacchio di rame a forma di grifone. Busso un paio di volte ed entro senza attendere una risposta.
 
Mi ritrovo all’interno di una stanza circolare, grande e bella, decorata dai quadri degli ex presidi di Hogwarts, garbatamente appisolati nelle loro cornici. Al centro della stanza, Piton e Silente mi osservano con un’espressione indecifrabile.
 
«Ben arrivato, Draco». Mi saluta bonariamente il preside. «Siediti». Mi dice con gentilezza indicandomi la sedia più vicina a loro.
 
Io eseguo senza smettere di osservarlo: credo sia la prima volta che lo vedo così da vicino quest’anno e mi sembra… invecchiato, come se negli ultimi mesi avesse perso dieci anni di vita. La sua pelle è grigia, i suoi occhi sono scavati e tinti di rosso e la sua mano… che diavolo è successo alla sua mano?
 
«Voleva vedermi?» Chiedo io.
 
«Sì Draco, ci è appena arrivata una triste notizia». Dice Silente lanciando una rapida occhiata a Piton e puntando poi il suo sguardo su di me. «Pochi giorni fa tua madre, Narcissa, ha contratto una grave forma di Vaiolo di Drago. La tua famiglia si è messa in contatto con i migliori specialisti per fornirle tutte le cure di cui avesse bisogno ma purtroppo non ce l’ha fatta. Ci ha lasciato poche ore fa. Mi dispiace davvero molto».
 
Guardo il volto emaciato del preside ed i suoi occhi blu, dolci e gentili, incrociano i miei, in attesa di una reazione.
Ma che reazione dovrei avere?
Mia madre è morta. Il presentimento che albergava nella mia mente da settimane è appena diventato realtà e tutto ciò a cui riesco a penare è… Vaiolo di Drago?
 
No, non è possibile. Io lo so che è successo. È stato Lui ad ucciderla. Mia madre è morta, questo lo so, ma non è stato il Vaiolo di Drago a portarmela via.
 
Quello che mi chiedo però è… anche Silente e Piton lo sanno? Sanno cosa è accaduto e fanno finta di niente? Fingono di credere alla cazzata del Vaiolo di Drago? A quale scopo? Piton sta facendo il doppio gioco per conto del Signore Oscuro, e fino a qui non ci piove, ma Silente?
Forse vuole solo evitare di indagare più a fondo. Avrebbe senso: perché mai lui dovrebbe preoccuparsi del mio destino o di quello della mia famiglia? Qualche Mangiamorte in meno non può che tornargli comodo al vecchio, non è forse vero?
 
«Ma… come…?» È però tutto ciò che riesco a dire.
 
«Tuo zio Morpheus si è messo in contatto con noi tramite la Metropolvere. Ti sta aspettando al Paiolo Magico per portarti a casa».
 
«Zio Morpheus…?» Il fratello di papà di cui non abbiamo notizie da più di dieci anni…
 
Inizio ad inquadrare la situazione: uno dei Mangiamorte, presumibilmente zia Bellatrix, deve aver usato la Pozione Polisucco per trasfigurarsi in zio Morpheus, così da contattare Silente e permettermi di fare ritorno a casa. Ma perché proprio ora?
 
«Abbiamo predisposto per te una Passaporta fuori dai confini di Hogwarts». Continua il preside. «Avendo compiuto la maggiore età, Draco, potrai spostarti in autonomia».
 
«Ma se lo desideri posso scorarti io». Interviene il Professor Piton, che solo ora mi accorgo essere visibilmente preoccupato.
 
Ora capisco… Hanno aspettato che compissi diciassette anni per permettermi di rientrare da solo, senza la scorta. Gran bel regalo di compleanno. Questo però non risponde alla mia domanda… Perché proprio adesso? Perché non aspettare la fine della scuola, quando sarei rientrato comunque al Manor senza destare alcun sospetto? E perché Piton sembra così deciso ad accompagnarmi a casa?
 
«Io… No, grazie. Andrò da solo».
 
«Non fare lo sciocco, Draco». Mi risponde secco Piton, sempre più alterato. «Lascia che io ti…»
 
«Draco ha già espresso il suo desiderio di rientrare da solo, Severus». Lo interrompe Silente. «Lascialo andare a preparare il suo bagaglio». Poi torna a rivolgersi a me. «Ti aspetteremo al cancello».
 
Senza sapere che altro dire, imbocco l’uscita dell’ufficio e mi incammino verso il dormitorio. I pensieri si affollano confusi nella mia testa. Avrò fatto bene a declinare l’offerta di Piton? Anche Silente sembrava volesse che lui restasse ad Hogwarts, per quale motivo?
Ma non riesco a trovare le risposte alle mie domande. Le parole del preside fanno eco nelle mie orecchie, impedendomi di ragionare con lucidità. Ci ha lasciato poche ore fa.
 
Arrivo in dormitorio e inizio ad infilare alla rinfusa i vestiti nel mio bagaglio. Il micio mi guarda con aria interrogativa. Che diavolo faccio con lui adesso? Lo porto con me o lo lascio qui? Non c’è tempo per ragionare, devo muovermi. Tutto ciò che desidero è arrivare alla Passaporta il più velocemente possibile. Non mi importa cosa mi aspetta dall’altra parte.
Ho bisogno di riposte.
 
Senza poterle frenare, le lacrime iniziano a rigarmi il volto, mentre premo dentro il baule i pantaloni non piegati, le scarpe ed il mantello. Mi asciugo la guancia con l’avambraccio e continuo a guardarmi intorno per assicurarmi di non aver dimenticato nulla.
 
«Draco che succede?» La voce di Theodore Nott mi fa girare di soprassalto.
 
«Me ne sto andando». Rispondo io abbassando la testa per nascondere le lacrime.
 
«Te ne stai andando? Dove? Come?» Chiede lui avvicinandosi.
 
«A casa. Mia madre è morta».
 
Mi fermo. Le parole mi sono uscite di getto, involontarie. E nonostante pensassi di essere pronto a questa eventualità ormai da mesi, solo adesso mi sembra di accorgermi davvero di ciò che sta accadendo.
Le gambe non mi reggono più ed io sono costretto a sedermi sul letto, incurante dello sguardo scioccato di Nott, che osserva ogni mio movimento con attenzione. Guardo per terra, in attesa di qualche commento di circostanza, rassegnato al pensiero che, da adesso in poi, dovrò ricevere le condoglianze da ogni singolo studente di questa maledetta scuola.
 
«Non andare». Dice invece Nott.
 
«Cosa?»
 
«È una trappola Draco, non andare».
 
Alzo il viso e mi rivolgo verso Theodore. Solo ora mi accorgo che è diventato improvvisamente pallido. Mi sta osservando con gli occhi sbarrati e la mascella contratta, come se stesse combattendo contro sé stesso.
 
«Di che cosa stai parlando?» Gli chiedo, alzandomi e avvicinandomi a lui.
 
«Non posso dirti altro». Risponde lui serrando ancora di più la mascella.
 
«No, Theodore, tu adesso devi dirmi tutto quello che sai». Insisto io cercando di mantenere il controllo.
 
«Non posso…»
 
«Parla!» Urlo io puntandogli la bacchetta alla gola.
 
Lui trema leggermente, ma rimane immobile. «Tu non mi ucciderai Draco, loro invece sì…»
 
I Mangiamorte… Ero certo che Nott sapesse più di quanto non volesse ammettere… Mi ha detto di non essere diventato uno di loro, ma sarà vero? E tutti quei discorsi su Tracey Davis e di come non gliene fregasse nulla della purezza del sangue? Erano tutte cazzate?
 
«Sei uno di loro?» Gli chiedo puntandogli con forza la bacchetta contro la pelle.
 
«Io… No, diciamo di no».
 
«Che cazzo significa?» Urlo di nuovo io. Poi un’idea mi balena nella mente. «Li stai aiutando… non è così? Non hai il Marchio Nero ma gli stai comunque dando una mano». Le vedo deglutire e ho la conferma di essere sulla strada giusta. «Il giorno dell’attentato ad Hogsmeade, sei stato tu ad avvelenarmi?» Un attimo di pausa, poi annuisce. «Perché?»
 
«Tua zia non ti voleva tra i piedi. Pensava che avresti cercato di metterti in mostra e che le avresti soffiato il titolo di favorita… ed il suo incarico».
 
«Quale incarico?»
 
«Non lo so».
 
Ora mi sono davvero stufato. Gli lancio un Incantesimo delle Pastoie e lo spingo con forza contro una parete. Nott, immobilizzato, mi guarda con un misto di paura e compassione. Uno sguardo che mi fa perdere definitivamente le staffe. «QUALE INCARICO?»
 
«NON LO SO! DAVVERO!» La voce di Nott adesso trema, è davvero terrorizzato, però non a causa mia: probabilmente teme di aver parlato troppo. Ma la sua mascella è ancora contratta, come se si stesse trattenendo dal dirmi di più.
 
«So tutto di mia madre. So che non è morta per uno stupido Vaiolo di Drago. So che Alecto Carrow ha preso il suo posto mesi fa, spacciandosi per lei tramite stupidissime lettere contraffatte». Gli dico io nel tentativo di suscitare una reazione, ma invano. «Ma tu questo già lo sai vero? Sai che indago sulle lettere da tempo. Per questo mi hai mostrato la busta che ti ha spedito Carrow, non è così? Volevi che la prendessi e che scoprissi la verità senza che dovessi essere tu a rivelarmela».
 
Tutto diventa improvvisamente chiaro: le bizzarre conversazioni con Nott in tarda notte, le sue allusioni riguardo alle mie uscite notturne, alla sua cotta per una Nata Babbana… Mi ha seguito per tutto questo tempo, spiandomi per conto dei Mangiamorte. Ha provato a dirmelo, ma io non l’ho mai capito.
 
«Sai anche di…?» Gli chiedo senza osare portare a termine la frase. Lui annuisce. «E glielo hai già detto?» Insisto io stringendo la presa su di lui.
 
Scuote la testa: i Mangiamorte non sanno niente della Granger.
Tiro un sospiro di sollievo. Per il momento lei è al sicuro.
 
Adesso però devo fargli la domanda più importante… «Lei è viva? Mia madre è ancora viva?»
 
Theodore abbassa lo sguardo. «Non lo so Draco, mi dispiace».
 
«Come cazzo fai a non saperlo?»
 
«Sono loro a spedirmi le informazioni e a chiedere aggiornamenti periodici. Io non chiedo mai nulla. Volevano solo sapere se stessi nutrendo dei sospetti su di loro».
 
«E tu che gli hai detto?»
 
«Di sì, ovviamente. Dopo quella scenata che hai fatto davanti a tutti la sera della festa di Natale, non ho potuto fare altrimenti: temevo che Piton potesse parlare e raccontargli la verità. A quel punto non si sarebbero più fidati di me. Forse mi avrebbero anche…»
 
«Cazzo…» Quindi i Mangiamorte sanno che sospettavo di loro. Dovrò ricordarmene una volta rientrato al Manor. A questo proposito… «Se non sai cosa è successo a mia madre, perché credi che i Mangiamorte mi stiano tendendo una trappola?»
 
«È solo una supposizione». Prima di continuare prende un profondo respiro. «Si sono molto esposti annunciando a Silente la morte di Narcissa e tutto questo solo per poterti riavere a casa. Se davvero Bellatrix teme che tu possa interferire con la sua missione forse vuole… toglierti di torno».
 
Ha ragione Theodore? È forse possibile che dietro a tutto questo non ci sia il Signore Oscuro ma zia Bellatrix? Davvero può aver fatto sparire mia madre solo per attirarmi da lei con l’inganno e uccidermi? E se anche fosse vero, perché non aspettare la fine dell’anno?
 
Non so rispondere a queste domande, ma di una cosa sono certo: Theodore è sincero.
 
«Perché mi stai aiutando?» Gli chiedo.
 
«Perché io e te siamo uguali». Mi risponde lui. «Nessuno di noi ha mai voluto tutto questo, non abbiamo mai avuto alcuna scelta, ed entrami pagheremo per gli errori commessi dai nostri genitori. E perché… non voglio che tu muoia».
 
Lascio la presa su Nott, che cade a terra trascinato dal peso delle sue gambe. Solo dopo averlo liberato dall’Incantesimo delle Pastoie riesce a rimettersi in piedi.
 
Chiudo il baule che avevo lasciato sul letto e afferro il micio. «Grazie per il pensiero Nott, ma devo andare… Ho bisogno di conoscere la verità».
 
Faccio per uscire, ma Nott mi blocca afferrandomi una spalla. «Prima di andare… Ti prego… Obliviami». Dice lui con un filo di voce. «Se scoprono quello che ti ho detto… mi uccideranno di sicuro. Quindi ti prego, Obliviami».
 
Guardo il suo volto supplicante. È questo che si prova a temere la morte? Dovrei sentirmi anche io come lui? Perché tutto ciò che provo io è solo rabbia e disprezzo? Forse a furia di passare il tempo con la Granger sono diventato stupido ed incosciente come un Grifondoro.
 
«E va bene». Sospiro, puntando di nuovo la bacchetta verso di lui. Esito solo un istante. «Grazie, Theodore. Oblivion». Una nuova di fumo argenteo si libera dalla bocca e dalle orecchie di Nott che si guarda intorno confuso. Ne approfitto per uscire da dormitorio.
 
Al cancello di Hogwarts, come promesso, trovo Silente e Piton ad attendermi.
 
Il preside mi porge un piccolo calderone in terracotta, un semplice pezzo di arredamento. «Quando oltrepasserai il confine della scuola, ti porterà al Paiolo Magico. Troverai un’altra Passaporta ad attenderti lì per quando vorrai ritornare ad Hogwarts». Mi scruta per un istante, poi si avvicina a me di un passo e mi sussurra, senza che Piton riesca e sentirlo. «Spero che deciderai di tornare per la fine dell’anno. Hogwarts non sarebbe la stessa, senza di te».
 
Io non rispondo. Prendo il piccolo paiolo di ceramica e supero il cancello, sparendo.
 
 
Silente osservò Draco smaterializzarsi poi, senza troppi convenevoli, si rivolse al professore di Pozioni. «Trova Harry, digli che lo aspetto nel mio ufficio».
 
«Perché non mi ha permesso di andare con Draco?» Chiese Piton senza rispondere al preside.
 
«Ho bisogno di te qui, Severus. Sto per lasciare la scuola e mi serve che tu la protegga ad ogni costo».
 
«Sta lasciando la scuola? Con Potter?» Chiese incredulo lui. «Perché adesso?»
 
«Perché c’è una cosa che devo fare prima che arrivi la mia ora e se Bellatrix ha deciso di entrare in azione, questa potrebbe sopraggiungere prima del previsto».
 
«E cosa c’entra Potter in tutto questo?» Insistete Severus Piton. «Che cosa fate tu e lui tutte quelle sere che vi rinchiudete insieme?»
 
Il preside sospirò. «Ho dovuto trascorrere del tempo con Harry perché avevo delle informazioni da passargli prima che fosse troppo tardi».
 
«Informazioni». Ripeté Piton. «Ti fidi di lui… e non di me».
 
«Non è questione di fiducia. Era fondamentale trasmettere al ragazzo abbastanza indicazioni perché possa fare quello che deve. E preferisco non affidare tutti i miei segreti ad una sola persona, soprattutto non a una che di recente ha iniziato ad agire di testa propria ignorando i miei ordini».
 
«Non volevo disubbidire agli ordine, ma non potevo lasciare che Narcissa…»
 
Ma Silente lo interruppe con un gesto della mano. «Severus, non ho tempo per discutere ancora. Devo solo sapere se posso contare su di te oppure no».
 
Severus Piton esitò, ma solo per un istante. Poi guardò negli occhi l’anziano mago dalla lunga barba bianca. «Certo».
 
 
Atterro bruscamente e riesco a restare in piedi per un soffio.
Mi ritrovo in un locale buio e dimesso. Intorno a me maghi e streghe di ogni età sorseggiano drink e fumano lunghe pipe: sono al Paiolo Magico.
 
«Sei arrivato, finalmente». Dice la voce di un uomo facendomi voltare. «Temevo non saresti venuto».
 
È un uomo alto, dai capelli biondo platino tagliati corti e con una lunga barba ben curata. I suoi vestiti sono talmente eleganti da stridere con l’aspetto trascurato dell’ambiente. Al dito porta un anello col blasone della famiglia Malfoy.
 
«Zio Morpheus?» Chiedo io incerto. L’uomo di fronte a me ricorda in tutto e per tutto mio zio, ma sono assolutamente certo che deve trattarsi di qualcun altro. Sarà forse Bellatrix? Alecto?
 
L’uomo mi poggia una mano sul collo. «È bello rivederti, figliolo».
 
Papà.
 


 

 
Note dell’autore:

Ciao a tutti Potterheads!
Perdonate il ritardo nella pubblicazione di questo capitolo! La verità è che in origine erano molto più lungo di così, poi ho deciso di tagliarlo e di dividerlo in due parti. Per questo motivo questo capitolo è un pochino meno ricco d’azione.

 
Per chi tra voi aveva pensato che Nott fosse in buona fede beh… diciamo che in parte avevate ragione! Theodore si è rivelato essere un personaggio un po’ controverso. Pavido e attaccato alla vita da buon Serpeverde, ma comunque a modo suo affezionato a Draco. In fondo credo sia difficile dopo 6 anni di convivenza a scuola non affezionarsi ai propri compagni, soprattutto perché loro due condividono una storia familiare simile.
 
Draco inizia finalmente a capire come stanno le cose, anche se le domande sono ancora molte… Nel prossimo capitolo troverà molte risposte e noi scopriremo finalmente il piano di Bellatrix.
 
Anche Silente e Piton hanno il loro piano, anche se questo è ancora difficile da intuire viste le scarse informazioni che vi ho dato finora eheh.
 
Ed infine… il ritorno di Lucius! Ma avremo modo di parlare di lui nel prossimo capitolo (che credo che verrà fuori abbastanza lunghetto!).
 
Ci avviciniamo alla fine ragazziiii, che emozione! Fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitolo e se vi ho un po’ incuriositi!
 
Flami151
  
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