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Autore: LadyNorin    21/06/2021    1 recensioni
John Watson si era allontanato quanto più possibile da Baker Street. La decisione che lo aveva spinto a fare le valigie era molto semplice: Sherlock Holmes.
Dopo la morte di sua moglie Mary, John decide di allontanarsi da coloro che lo hanno fatto soffrire e iniziare una nuova vita. Ma forse il destino prende le sue decisioni, e nemmeno un uomo razionale come John può contrastarle.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 32:


***



Dopo aver tirato a lucido la bambina e vestita con un pigiamino intero pulito, la portò a letto. Gli ci volle un po’ prima di riuscire a farla addormentare. Quando uscì dalla stanza della bambina, tutte le luci del piano inferiore erano spente, ed era rimasta accesa solo quella del corridoio. Andò a vedere nella camera in fondo, che era la sua camera, e che ora divideva con Sherlock. La porta era socchiusa, quindi la aprì, la luce era spenta.

Ehi Sherlock?”
Sono qui.” una voce sommessa arrivò da poca distanza.
Oh scusa, non volevo svegliarti.”
Non mi hai svegliato. Non stavo dormendo.” da quelle parole aveva lasciato intendere che lo stesse aspettando.
John accese la luce, poi andò a prendere il pigiama per cambiarsi e si infilò a letto. Sherlock era girato sul fianco sinistro, rannicchiato su se stesso.
Stai bene?” domandò John, che non riusciva a scacciare del tutto quella sensazione di apprensione.
Sherlock annuì. John si mise disteso, tirandosi le lenzuola fino al petto, e si girò in modo da essere di fronte al detective. Trovandosi immerso nei suoi occhi, che erano molto lontani dall’essere addormentati.
Ora era John a sentirsi arrossire. Sherlock gli si avvicinò.
Posso stare qui?” chiese quasi intimorito, anche John si avvicinò.
Direi di sì.”
Sherlock sorrise.
John aveva una voglia terribile di toccarlo, ma aveva paura. Nonostante tutto quello che avevano fatto in quella lunga giornata, ancora non sapeva come comportarsi, come reagire, e tanto meno quello che avrebbe dovuto provare.
Che c’è?” chiese Sherlock.
No niente, niente.”
Mi sembri pensieroso.” allungò una mano, e con le dita lo toccò tra le sopracciglia. John chiuse gli occhi.
No, è che vorrei…- Deglutì. -Toccarti.”
Allora fallo.” il tono della voce di Sherlock era basso e morbido come una carezza e John credeva di impazzire, deglutì ancora, il cuore aveva avuto un impennata.
Lentamente fece strisciare la mano, fino al fianco di Sherlock. Ma non aveva idea di cosa fare. O meglio, le aveva ma aveva paura di metterle in atto.
Dimmi… Dimmi se non vuoi che ti tocchi più o… Ti da fastidio in alcuni punti.”
Te l’ho detto, puoi fare quello che vuoi con me.”
Sherlock… Così non mi aiuti. E poi io voglio essere sicuro di non crearti altri problemi.”
Prima ancora che potesse finire il discorso, si ritrovò la bocca occupata da quella di Sherlock.
Gli portò le mani dietro la schiena e lo strinse a se.
Andarono avanti così per un po’, lo baciava, poi baciava qualunque punto riuscisse a raggiungere. Sentiva il suo corpo contro il proprio. Nonostante gli effetti della convalescenza era come abbracciare una statua. Liscia, dura e perfetta.
Portò una mano più in basso, sollevò la stoffa della camicia e la infilò sotto, la pelle calda gli fece andare il sangue al cervello. Sherlock a quel contatto sobbalzò.
Scusa. Io… Ora la tolgo.”
No! No, lasciala.”
Sei a disagio.” lo sentiva chiaramente, il suo corpo era teso e stava lievemente tremando.
Non sono a disagio. Solo non… Mi ha mai toccato nessuno.”
John con l’altra mano lo accarezzò sul viso.
Non voglio che tu ti senta come l’altra volta.”
Lo so ma io voglio che tu mi tocchi. Voglio solo te, e le tue mani…”
Lo baciò delicatamente sulle labbra. Tolse la mano da sotto la camicia del pigiama, e iniziò a sbottonarla, bottone per bottone. Ad ogni lembo di pelle che veniva scoperto, lo baciava, partendo dalla gola.
Ormai era arrivato al centro del petto e stava scendendo. Sherlock gemette.
Andò ancora più giù.
Poi decise di usare solo la punta della lingua e tornare indietro lasciando una scia di baci.
Sherlock emise un lungo suono con la gola, ricadendo steso con la schiena sul materasso. John succhiò la pelle sul collo.
As-petta.”
Rotolò a sua volta sulla schiena, respirando con il fiato corto, voltò la testa per poter guardare Sherlock. Stava tremando.
Ehi.”
Allungò una mano per poterlo accarezzare sul viso.
Dimmi che stai bene.”
Sherlock prese la mano di John e iniziò a baciarla.
Sto bene. Almeno credo. Non… Non so bene come devo sentirmi.”
Non c’è un modo giusto o sbagliato.”
Lo so. Una parte di me lo vuole tantissimo, ma l’altra parte… Sono… E’ terrorizzata.”
John si sistemò sul fianco destro in modo da poterlo guardare meglio. Aveva ancora la mano nella sua.
So che non posso capire tutto quello che ti è successo, quanto sia stato orribile, e quanto sia difficile per te lasciarti andare. Credimi lo è anche per me. E’ una cosa totalmente nuova. Però voglio che tu capisca che puoi fidarti di me e che voglio solo fare qualunque cosa per farti stare meglio.”
E tu?”
Come?”
Tu cosa vuoi.”
Credo di non capire.”
Non hai mai avuto un altro uomo, perché ora dovrebbe essere diverso?”
Ah stiamo parlando di questo.”
Sì, direi di si.”
Non è che non abbia mai… Cioè, non in senso, diciamo, ‘Biblico’. Però all’università è capitato… Sai le feste, l’alcool.”
In realtà no, non lo so. Non ho mai partecipato a festini universitari.”
Ovviamente.”
Ma non risponde comunque alla mia domanda.”
Oh Sherlock, perché tu sei tu.”
Che risposta dovrebbe essere?”
John prese un grosso respiro.
Non ho mai avuto con nessuno quello che ho con te. Mai.
Tu sei… Speciale per me. Provo cose per te che non ho mai sentito con nessun altro. Non so nemmeno come spiegarlo, ma è così. E per me è importante che tu ti senta completamente sicuro di questo. So che dopo tutto quello che è successo in questo ultimo anno, probabilmente non mi merito nemmeno a pieno la tua fiducia-” John si ritrovò nuovamente con le labbra di Sherlock sulle proprie.
Sherlock aveva ancora la camicia del pigiama sbottonata, quindi sentiva tutto il suo petto nudo addosso, diviso solo dalla maglietta che stava usando come pigiama.
Gli spostò un lato della camicia, lasciandogli esposta una spalla. Si staccò da lui per baciargli la spalla, scese lungo il braccio.
Sherlock gemette.
Vuoi che mi fermi?”
Sherlock tornò a baciarlo, e scese con la mano. John sobbalzò per quel movimento. Scese ancora più giù, fino ad appoggiargli la mano tra le gambe.
Questo è per me?” Sherlock sussurrò all’orecchio di John, che spalancò gli occhi, sentendosi stringere con la mano.
Ti faccio questo effetto?” continuò Sherlock sempre al suo orecchio.
Ah… Si. S-si.”
Quindi ti piaccio.”
Certo che mi piaci. Perché non dovresti piacermi? Mi piaci sì.” ormai John sentiva il cervello che iniziava a liquefarsi, le risposte incoerenti.
Sherlock gli sorrise, e John aveva solo voglia di toccarlo. Lo toccò sul viso.
Ti piace?”
Come?”
Se ti tocco, ti piace?”
John riuscì solo ad annuire. Così Sherlock cominciò con brevi movimenti dall’altro verso il basso.
Buon Dio. Sherlock…” gli si aggrappò alla schiena.
Che c’è non lo sto facendo bene?”
Questa volta fu il turno di John di tappargli la bocca con un bacio.
Forse non era così male come metodo, ogni volta che avessero discusso l’avrebbe usata come tecnica di distrazione.
Una sensazione di calore iniziò a diffondersi dal basso, e saliva a spirale, diventando sempre più intensa, la sentiva fino alla stomaco. Si sentiva sul punto di esplodere.
Gli afferrò la mano.
No fermo.”
Sherlock lo guardò con espressione confusa.
Cosa, perché. Non… Non ti piace?”
E’ proprio questo il problema.”
Non capisco. Ho sbagliato qualcosa?”
No tu non centri nulla. Io… Non credo di poter riuscire a trattenermi, dopo… Capisci?- lo accarezzò lungo la guancia. -Sei fantastico e non voglio esagerare.”
Perché non me lo hai detto, non ti avrei provocato.” dal modo in cui lo aveva detto sembrava disperato.
Ehi, sta tranquillo, va tutto bene. E’ stato bellissimo. E… Mi piace se mi provochi.”
Ti piace?- ora sembrava sorpreso. -Cioè ti piace se ti provoco senza arrivare a nulla? Sei un po' masochista.”
John scoppiò a ridere.
E lo scopri ora?”
No in effetti no.”
John lo baciò lievemente sulle labbra e lasciò che si appoggiasse con la testa sulla sua spalla.
Quindi ti è piaciuto?”
Ti posso assicurare che te ne saresti accorto a breve.”
Oh.”
Adorava tenere le dita infilate nei suoi ricci e passarle con una lenta carezza. Poco dopo sentì il respiro lieve e regolare di Sherlock, segno che doveva essersi addormentato. Lo baciò tra i ricci, e cercò di trovare il modo di prendere sonno, per quanto potesse riuscirci.

Quando si svegliò la mattina, Sherlock era ancora addormentato addosso a lui. La testa sul suo petto. Rimase a contemplarlo per dei lunghi minuti, finché non sentì dei rumori. Si voltò verso la porta.
Rosie! Che ci fai qui.” cercò di uscire dal letto senza svegliare Sherlock, che mugolò qualcosa mentre lo spostava da se. Si assicurò di averlo coperto per bene.
Rosie intanto cercava di arrampicarsi sul letto.
No, no. Ferma tu.” recuperò la vestaglia dall’armadio e la figlia prima che riuscisse nella scalata.
Lei biascicò qualche parola confusa.
Vedi che sta facendo la nanna? Quella che dovresti fare anche tu.” le posò un dito sul petto.
Sherlock sollevò una palpebra.
Ehi.”
Non ti volevo svegliare.”
No, va bene. Che combinate?”
Qualcuno qui si è svegliato un po’ presto.”
Sherlock rotolò sulla schiena e si stiracchiò. Allora John andò a sedersi sul letto, Rosie sgusciò dalle braccia del per gattonare sul materasso, andò a sedersi accanto a Sherlock.
Buongiorno. Che programmi hai per questa mattina?- Rosie agitò le manine emettendo dei versi. -Tutto chiaro.”
John non poté fare a meno di sorridere.
Senti, posso lasciartela un attimo? Mentre vado a farmi una doccia.”
Sì certo.”
Sicuro?”
Lo hai sentito? Tutto quel dubbio?” Sherlock lo disse rivolto a Rosie.
Non sono dubbioso!”
Sì che lo sei, sei dubbioso perché credi che non riuscirei a badare a tua figlia per dieci minuti mentre ti fai la doccia a due passi di distanza.” però non sembrava offeso o altro mentre lo diceva, anzi, pareva piuttosto divertito.
Ma no, è solo che non lo hai mai fatto…”
Sherlock tirò le labbra in un mezzo sorriso.
Hai ragione. Non sono bravo con i bambini.”
No! Non era quello che intendevo! Tu piaci a Rosie, lei ti adora.”
Sherlock questa volta curvò leggermente le labbra all’insù.
E poi da qualche parte dovrai cominciare no?”
Sherlock fissò John aggrottando le sopracciglia.
Devo cominciare?”
Certo. Se vuoi ovviamente. Non è tua figlia non posso costringerti ad occupartene.”
Non dire sciocchezze John, lei è tua certo che voglio occuparmi di lei.”
Okay… Allora, direi che possiamo cominciare da qui. Dopo la verrà a prendere Kristy, in più, l’ho iscritta all’asilo. Comincerà a inizio del mese.”
L’hai iscritta all’asilo?- Sherlock sembrava sorpreso. -Non me lo hai detto. Cioè non che siano affari miei quello che decidi di fare con tua figlia.”
John sospirò. Per quanto stesse tentando di farlo sentire apprezzato e desiderato, c’era sempre quella parte di lui che si sentiva fuori posto o non all’altezza.
Sì, c’è ne uno solo in città. La signora McKennell mi ha assicurato che è molto valido e le maestre sono ottime anche con i bambini più piccoli. E poi farà bene a Rosie stare con altri bambini.”
Ma sì certo. Hai ragione. Deve interagire con gli altri.”
John era sicuro che Sherlock non capisse a pieno la storia di interagire con gli alti. Da quello che sapeva, Sherlock aveva passato gran parte della sua infanzia a casa, con l’unica compagnia della madre e di Mycroft. Il padre spesso era fuori per lavoro.
Quando fu più cresciuto gli presero un insegnante e poi un collegio privato. Gli dispiaceva per lui. Doveva essersi sentito molto solo.
Allora io vado.”
Sherlock annuì. John gli lanciò un ultima occhiata e uscì.
Si dovette fare una lunga doccia fredda. Ancora era rimasto eccitato dagli eventi della sera precedente. Doveva sfogarsi. Quindi appoggiò la fronte contro le piastrelle fredde della vasca/doccia, e lasciò andare la fantasia, ovviamente il suo pensiero principale era Sherlock, solo che ora non si sentiva poi così tanto in colpa, come invece era sempre stato da quando lo conosceva.

Quando tornò in camera, di Sherlock e Rosie non c’era traccia. Si affacciò sul corridoio.
Sherlock?”
Poi sentì dei rumori provenienti dal piano inferiore. Si affrettò a cambiarsi, e con l’asciugamano che stava usando per frizionare i capelli ancora bagnati, scese di sotto.
Sherlock stava preparando la colazione. Aveva sistemato Rosie, già vestita e pronta per la giornata, nel suo seggiolone.
Ci ho messo così tanto?”
Sherlock era intento ai fornelli e si voltò a guardare John, gli sorrise.
Ero quasi tentato di venire a chiederti se non avessi bisogno di una mano.”
John quasi si strozzò con la propria salvia. Sherlock sorrise maggiormente, doveva essere un sorriso innocente ma i suoi occhi tradivano le reali intenzioni. Era un'espressione furba, come quella di una volpe acquattata nell’erba che ha puntato un pollaio, e sta cercando il modo migliore di entrarvi.
Come ti salta in mente?” John era ancora sconvolto da quelle parole, ma Sherlock si limitò a stringersi nelle spalle. Credeva di riuscire a passare per innocente ma era tutto fuor che quello.
Abbiamo lasciato un discorso a metà mi pare.”
Si… Dobbiamo parlare di quello a proposito.”
Del fatto che non hai voluto che continuassi?” Sherlock prese i piatti già riempiti e ne mise uno sotto il naso di John, che si era andato a sedere a tavola.
Si. Insomma forse stiamo correndo un po’ troppo.”
Perché?”
Ecco, era tornato con quei ‘perché’.
Perché te l’ho detto, poi non credo che sarei riuscito a trattenermi. Avrei voluto di più, ma non è il momento. Non posso farlo. Tu non sei pronto.”
E tu?”
John alzò la testa per guardarlo negli occhi, ma come puntualmente accadeva, ne rimase abbagliato.
Che vuol dire?”
John tu non sei mai stato con un…”
Uomo?” concluse John al posto di Sherlock. Sherlock annuì.
Nemmeno tu.”
Stiamo parlando di te non di me. E non ho mai avuto nessuno perché non mi interessava.”
Senti non so che vuoi sentirti dire. Sì è vero ma tu sei tu.”
Continui a dirlo ma non ha senso.”
Che nessuno mi ha mai fatto l’effetto che mi fai tu. Nemmeno una donna. Tu mi annebbi.”
Ti annebbio?”
Sì. Non riesco ad essere razionale quando si tratta di te. Ed è sempre stato così, non solo ora. Anzi, credo che da dopo… ‘l’incidente’, nel parcheggio, la cosa sia andata peggiorando.”
Che cosa vuol dire?” Sherlock sembrava sinceramente confuso.
Vuol dire che provo cose contrastanti quando sono con te. Che non riesco a capire. Non sei l’unico che non è capace con certi sentimenti. Anche io faccio fatica a provare affetto verso gli altri. Solo che quello che provo per te non è solo affetto.” si teneva dentro quelle cose da così tanti anni, che ormai si era convinto se le sarebbe portate nella tomba. Invece ora, in meno di due giorni, era arrivato ad avere rapporti molto intimi con Sherlock. E aveva l’intenzione di andare oltre. Lo voleva. Lo desiderava. Lo sognava di notte e di giorno. Non c’è la faceva più.
Quindi io ti attiro… Intendo a livello… Fisico.”
La prova di ieri sera non ti è bastata?”
Da quanto?”
Ora era il turno di John di essere confuso, più di quanto non lo fosse già, ovviamente.
Da quanto cosa?”
Da quanto ti attiro a livello fisico.”
John sentì le guance in fiamme, e pregò con tutto se stesso di un darlo a vedere anche fuori, ma Sherlock lo stava fissando in modo strano.
Ma non lo so.”
Non lo sai?”
No!”
Sicuro?”
E tu da quanto?”
Come?”
John pensò un ‘fregato’, era riuscito a prendere il detective in contropiede.
Da quanto tempo ti attiro fisicamente eh?”
Che c’entra.”
Centra.”
No…”
Sherlock.”
No! E’ diverso.”
Sembrava nel panico, non era quella la reazione che voleva scatenare.
Come è diverso?”
Si! Tu lo sai! Io non provo… Certe cose.”
Che sciocchezze, sei un uomo anche tu, come tutti. Avrai delle preferenze.”
No! Non ne ho!” ora aveva iniziato a respirare con affanno.
Ehi, va tutto bene.- Anche Rosie aveva iniziato ad agitarsi. -Stiamo solo parlando.”
No…”
John aveva allungato una mano per toccarlo, ma Sherlock si era allontanato con uno scatto.
Non c’è niente che devo dire.” prese le scale a passo spedito.
Ehi! Sherlock!”
John era rimasto sconvolto da quella reazione ma Rosie aveva iniziato a piangere e ora doveva preoccuparsi di lei, non poteva correre dietro a Sherlock.

Finalmente dopo averci messo quasi mezz'ora solo per calmare la bambina, era riuscita a darla a Kirsty. Per fortuna la ragazza sapeva come distrarla.
Sherlock era sparito, probabilmente si era andato a chiudere in camera, e non si era più visto.
John allora salì di sopra e andò a bussare alla porta della camera che ora condividevano.
Sherlock?”
Ma da dentro nessuna risposta. Così bussò nuovamente.
Sherlock?”
Niente. Abbassò la maniglia e aprì piano la porta. Dentro c’era silenzio assoluto, sbirciò nella camera.
Trovò Sherlock tutto rannicchiato su se stesso, era girato verso l’armadio, e stava sul bordo del lato dove di solito dormiva John.
John entrò e andò a sederglisi vicino.
Che ti è successo? Di cosa hai paura.” lo accarezzò lungo il fianco, ma da Sherlock nessuna risposta.
Dai dimmelo, non tenerti tutto dentro.”
Per me è diverso…” il tono di Sherlock era basso e lieve.
Che cosa è diverso?”
Non provo attrazione come gli altri. E’ più una cosa mentale.”
Ne sono consapevole, ma dovrai avere… Degli istinti. Magari non dico sempre, ma ogni tanto.”
Non con le donne…” era stato talmente flebile che John quasi pensava di esserselo immaginato di aver sentito quelle parole.
Non con- Ma credevo che con Irene… Insomma mi parevi molto preso.”
Te l’ho detto io provo attrazione mentale.”
Giusto, scusa. Quindi era solo quello.”
Si. E tu eri geloso.”
Affatto.”
Sherlock voltò appena la testa, e fissò John con un occhio solo, poi tornò con metà del volto premuto sul cuscino.
Se ti fa sentire meglio esserne convinto.”
John si schiarì la gola.
Ero preoccupato.”
Per cosa eri preoccupato?”
Per te.”
Questa volta Sherlock si voltò totalmente a guardarlo.
Per me?”
Sì. Cercava di abbindolarti. Insomma, era palese che ti volesse attirare.”
E a te dava fastidio.”
No, mi dava fastidio che si approfittasse della tua voglia di aiutarla. Non hai risposto alla mia domanda.” riprese John piccato.
Ti ho risposto.”
Oh Sherlock sei impossibile. Quello lo avevo già capito da anni.”
Cosa? Che le donne non fossero di mio interesse?”
Già!”
Però credevi che con Irene…”
Perché non ero proprio convinto fosse totalmente… In un senso. Non so se mi spiego.”
E non ti da fastidio?”
Perché dovrebbe darmi fastidio?”
Perché tu mi piaci. E non intendo solo che provo attrazione a livello intellettuale.”
Quel discorso era stato come il lancio di una bomba atomica.
Non perché lo avesse sconvolto l’idea di piacere a Sherlock, anzi di quello ne era estremamente felice. Ma mai nella vita avrebbe creduto di sentire uscire parole del genere dalla sua bocca. Probabilmente anche Sherlock si sarebbe portato quelle verità nella tomba, se non fosse mai successo nulla di quello che era accaduto loro nell’ultimo anno. La cosa fece particolarmente male a John.
Non avrei mai dovuto dirtelo.”
Il dottore si risvegliò da quella specie di catatonia.
No, io sono felice che tu me lo abbia detto!”
Sei sconvolto.”
Certo che sono sconvolto è una cosa grossa! Cosa aspettavi che facessi, che ti rispondessi: ‘ah si grazie’? Da quanto. E voglio una risposta.”
Sherlock rimase in silenzio per un momento interminabile.
Dal momento in cui ti ho conosciuto. Insomma non da subito. Te l’ho detto, prima provo attrazione a livello mentale. Però non ci è voluto troppo prima che capissi che… C’era qualcosa di strano. Ed è stato orribile. Avrei preferito non sentire nulla.”
A John era andato il cuore in mille pezzi. Pensare a tutti quegli anni e dopo tutto quello che era successo loro, si fosse tenuto tutto dentro, e lo avesse spinto in fondo, sempre più infondo, era orribile. Si sentiva orribile per non essersene mai accorto prima. Ora capiva tutto. Il bacio che gli aveva dato sulla spiaggia, dopo il terribile racconto di quello che gli era accaduto, aveva scoperchiato il vaso e non poteva più richiuderlo.
Praticamente si buttò sulle sue labbra, in preda alla disperazione totale. Non lo avrebbe abbandonato mai. Mai più. Sarebbe morto con lui se fosse stato necessario. Doveva fargli capire quanto fosse importante.


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Note d’autrice:

Eccoci qui. Questo è l’ultimo capitolo prima delle “vacanze”, come avevo già scritto nel capitolo 31. Ovviamente non è già tutto finito e la storia riprenderà regolarmente più avanti. Anzi, potrà capitare che aggiorni anche nel corso dell’estate, ma dal momento che non so quali giorni o quanti aggiornamenti ci saranno, visto che sarò appunto in vacanza e non posso fare previsioni a lungo termine per questi due mesi. Continuo a sottolineare che questo non è assolutamente un abbandono e che la storia ha la sua conclusione.

P.s. sto anche cercando una beta a cui possa interessare aiutarmi con la grammatica (ormai immagino lo abbiate capito da tempo che non è esattamente il mio forte). Se qualcuno fosse interessato mi contatti pure.

Un abbraccio a tutti i miei amati lettori, ci sentiamo presto <3

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Aggiornamenti:

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Capitolo 33 Coming Soon

   
 
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