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Autore: MaryElizabethVictoria    21/06/2021    1 recensioni
Morgan Stark e Sarah Rogers sono partite ormai da un anno, di nascosto dalle rispettive famiglie, in una disperata missione alla ricerca del fratello di Sarah, Philip. Il ragazzo, creduto morto, di recente è ricomparso misteriosamente per aiutarle a fuggire da un laboratorio dell'Hydra dove hanno tentato strani esperimenti sui ragazzi, per poi scomparire di nuovo. 
Le due non si daranno pace finché non capiranno cosa c'è dietro.
Intanto la diciottenne Ellie Smith, una ragazza apparentemente priva di poteri dal passato incerto, si è iscritta all'Accademia SHIELD per diventare un'agente proprio come il suo fidanzato Michael Coulson. Anche Blake Foster, Cali Erikssen, Sebastian Strange e i gemelli William e Tommy Maximoff si sono gettati a capofitto nel loro primo anno di college, dove tra esami incombenti, poteri fuori controllo e drammi familiari in agguato i guai non mancheranno di seguirli...
I fatti narrati si volgono circa un anno dopo quanto accaduto in 'The Young Avengers' di cui è consigliata la visione per contestualizzare meglio i personaggi e il loro percorso. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Kaya, affascinante come sempre- il dio dell’inganno si esibì in una riverenza esagerata-Mi hanno detto che sei sul punto di divorziare...se posso permettermi, una scelta saggia e comprensibile. Baldur ne sarà oltremodo lieto- disse facendo riferimento alla loro comune conoscenza.

Lei invece non si scompose minimamente.

-E' sempre così pieno di sé da ignorare il fatto che un no resta un no, anche alla fine del mondo?

-Sempre follemente innamorato di te e ad un uomo innamorato si perdona tutto.

-Folle e basta - commentò lei, che della corte del dio asgardiano non aveva mai saputo che farsene.

-Sei stato male informato- precisò il dottor Strange a scanso di equivoci- ma visto che ami tanto parlare a sproposito, per favore, illuminaci pure sulla tua improbabile presenza qui.

Loki sorrise amabilmente al suo piccolo pubblico, che non sembrava particolarmente felice di vederlo in giro a piede libero dopo tanto tempo.
I suoi trascorsi con gli Avengers non erano stati dei migliori, questo andava detto. Si, avevano anche  collaborato per qualche tempo, ma alla fine si era sempre trattato di alleanze momentanee e circostanziate. E tutte si erano inevitabilmente concluse con Loki che li pugnalava alle spalle e fuggiva chissà dove.

Ora la situazione non era molto diversa, ma stavolta erano stati coinvolti anche i ragazzi, tra cui c'era sua figlia. Una figlia di cui di fatto si era occupato ancora una volta più Steve Rogers che Loki, che non l'aveva mai neanche voluta conoscere a quanto ne sapevano. Forse sarebbe stato un incentivo a farlo ravvedere...o forse no. Per il momento sembrava decisamente predisposto al dialogo, il che non era una novità.

Il dio trasse un lungo respiro prima di fare il suo esordio trionfale.

-Miei cari amici, stavolta si può dire che sia davvero stato il destino a farci incontrare.

-Non siamo amici tuoi- mise in chiaro duramente Steve Rogers- dì, è per caso opera tua questa storia del risveglio delle divinità del destino e della fine del mondo?

Loki di rimando gli sorrise in maniera ambigua.

-Steve, capisco che ti piaccia vivere nel passato…ma sono passati vent’anni e sei ancora attaccato ai soliti pregiudizi. Che gran peccato.

-Rispondi alla sua domanda- si intromise Philip Rogers con un atteggiamento diffidente che rispecchiava esattamente quello del genitore.

-Non ti fai vedere da vent’anni- precisò Bucky- Cominciavamo a coltivare effettivamente la speranza che avessi preso atto della sconfitta e che non saresti tornato.

-Ragazzi, ragazzi …calma- intervenne Alexis- sentiamo almeno prima cosa ha da dire…se si trattasse di un suo piano non credo sarebbe qui a parlarcene amabilmente…almeno lo spero! Abbiamo già collaborato in passato e dovete ammettere che ci è stato di grande aiuto.

Insomma che di Loki non ci fosse da fidarsi a occhi chiusi era abbastanza noto, ma era anche vero che se lui aveva un piano che poteva fermare la fine del mondo dovevano almeno dargli un'opportunità di spiegarsi.

-Grazie, mia cara.

Loki le fece un rapido occhiolino, godendosi appieno l’espressione indignata del sergente Barnes.
Nonostante tanti anni di un felice matrimonio con Alexis non aveva mai del tutto superato la loro antica antipatia e tutt’ora maltollerava certe confidenze tra di loro.

-Abbiamo collaborato, certo, ma mai senza che questo individuo si aspettasse un preciso tornaconto…- riconobbe Strange, assottigliando lo sguardo come per scandagliare quello criptico della divinità- …che in questo caso fatico a vedere. Se queste dee sono così potenti da ricostruire una civiltà distrutta avresti potuto negoziare direttamente con loro qualsiasi ricompensa, anziché osteggiarle in campo aperto.

Kaya, che invece aveva capito tutto alla luce vecchi tempi passati a compiere insieme ogni genere di disastro in giro per l’universo, rise appena di fronte al fatto che nessuno avesse preso in considerazione che la seconda delle norne si trovava attualmente ad occupare il corpo di Ingvild Erikssen. Quella Ingvild per cui lo aveva visto andare in crisi nera quasi vent’anni prima, quando quello che doveva essere un flirt da un paio di settimane con la bellissima Ingvild si era trasformato in una casa in cui ritornare a intervalli regolari... tanto che alla fine, tra una visita e l'altra, ci aveva pure fatto una figlia. E se c’era qualcosa che caratterizzava il dio dell’inganno era che non facesse mai niente per caso, senza una quasi spasmodica conta dei pro e dei contro.

Come sempre la spiegazione più ovvia al suo coinvolgimento era quella che nessuno si dava mai per prima. Non era un mistero, almeno per lei, che fossero più i sentimenti che altro a muovere il mondo intero, ma spesso gli esseri umani erano così indaffarati a ricercare spiegazioni logiche che si ritrovavano prigionieri delle loro stesse costruzioni mentali e si affannavano a guardare dappertutto meno che in loro stessi.

-Quante storie... - affermò candidamente la dea del caos - mi pare evidente che sei in…

-Interessato a una rapida risoluzione del conflitto- la interruppe Loki prima che Kaya con la sua solita caotica franchezza spiattellasse tranquillamente i fatti suoi.

Lei sbuffò, proprio non lo capiva: essere innamorati era un’emozione bellissima, forse quella più bella che l’umanità poteva sperimentare, di cosa si vergognava?!

-Commetti un grave errore se ci credi talmente ingenui da fidarci di te- insistette però Steve Rogers, ancora poco convinto della sua buona fede e a ragione visti i loro trascorsi.

-Già, chi ci dice che alla fine non sia tutta opera tua in combutta con queste Norne che hanno preso di mira i ragazzi?- gli diede corda anche Bucky.

-Felice di poter affermare il contrario, per vostra fortuna- precisò Loki- Quasi mi rincresce…ma non posso pretendere alcun merito se non quello…bè, in pratica di aver ritardato l’inevitabile fine di questo mondo, nascondendo alla loro vista quello che mancava al completamento del loro disegno: i vostri figli. Non ci sarà bisogno che mi ringraziate tutti insieme.

Nessuno ne aveva l’intenzione, meravigliati com’erano dall’assurdità di tutto questo.
Quanto al dio dell’inganno si stava veramente divertendo un mondo.
Ora come ora era l’unico tra loro ad avere chiara la situazione e i suoi antichi avversari pendevano letteralmente dalle sue labbra.

-Sette bambini con capacità particolari nati lo stesso anno. Coincidenza insolita, ne converrete. Naturalmente mi ha da subito insospettito la gravidanza di Jane Foster in concomitanza perfetta con quella di…un’altra persona a me legata. Dovevo sapere di più. Così mi sono messo alla ricerca del mio caro fratello per verificare la mia teoria e l’ho trovato… in un posto che non avrebbe più dovuto esistere, a processo per tradimento. L’ironia si spreca naturalmente .

Il dio fece una pausa ad effetto a beneficio del suo pubblico.

Nonostante la palese diffidenza nessuno di loro aveva osato trarre un fiato, esattamente come si aspettava lui... Era ormai una necessità troppo impellente raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sul nemico contro cui si apprestavano a combattere e pareva che Loki avesse un’idea molto precisa di cosa andasse fatto per fermare le tre dee.

O almeno se si prendeva la briga di venire a spiegarlo proprio a loro poteva significare solo una cosa: aveva già un piano, ma aveva bisogno di aiuto per realizzarlo.

-Pare non avesse preso bene il fatto che Padre Tutto smaniasse di sacrificare il suo prezioso figlio alle Norne, per ripagare il suo debito. Asgard gli è stata restituita dalle Signore del Destino, insieme alla sua gente…e alla sua sposa. Tutto questo a prezzo della lealtà di Odino nella battaglia finale. Nel momento preciso in cui i mondi sono destinati a finire, secondo quanto il Fato ha stabilito.

-Intendi...tipo una resa dei conti mistica?- domandò Alexis.

-Precisamente. Alcuni lo chiamano il crepuscolo degli dei. La fine dei mondi. Una nuova gestione cosmica, se preferite...questa volta con quelle tre megere a capo di tutto. E questo avverrà a momenti, se non ci diamo una mossa.

Il Fato così aveva deciso e le divinità che ne custodivano i voleri intendevano approfittare di quella precisa ricorrenza per sostituirsi ad esso.

-Se è stato il Fato a stabilirlo non c’è molto da fare- obbiettò Kaya, riportando quello che sempre le era stato inculcato come una fede inesorabile- Non vi è modo di opporsi al Fato, nemmeno per gli dei.

-Oh, ne convengo- rispose Loki, mentre i suoi occhi sfavillavano nella penombra del corridoio-Ma forse ci potrebbe essere un modo per ingannarlo…se deciderete di collaborare.

Tra tutti si scambiarono rapide occhiate colme di indecisione.

Certamente non avevano tempo da perdere, però era dura fidarsi proprio di Loki che, per quanto effettivamente avesse degli interessi in prima persona nella faccenda, avevano imparato a non sottovalutare mai. Se ci fosse stato un modo per trarne vantaggio a loro spese potevano star certi che lo avrebbe trovato e loro ne sapevano troppo poco di dei e destino per potersi adeguatamente preparare.

-Cosa dovremmo fare?- domandò infine Philip, con una certa impazienza di venirne a capo.

-Seguire il maestro...- rispose prontamente Loki, quasi innocentemente, riferendosi niente meno che a s stesso- L’ascensione delle Norne non è completa finché non sia celebrato un sacrificio ad opera di una consacrata… e l’unica della sua generazione in possesso di questa capacità si trova negli Inferi, sotto la custodia di mia figlia Hel. Illesa. Non la troveranno mai.

A quelle parole Philip trasse un impercettibile sospiro di sollievo.
Dunque erano riusciti veramente a trovare una soluzione per impedire che si impossessassero della chiave per completare il rito e non c'era stato bisogno di eliminarla. E se nemmeno Loki, che in genere non si faceva troppi problemi a passare alle vie di fatto, era arrivato alla conclusione di tagliare la gola voleva dire che era decisamente il momento di rivedere le sue conclusioni su sé stesso e su cosa fosse diventato.

-Il che significa che sono vulnerabili- commentò il ragazzo- finché Ellie Smith non le vincola al corpo prescelto possiamo ancora scacciarle e impedire che si impadroniscano del destino.

-Parlano di Ellie- sospirò Wanda con la sua consueta aria trasognata- Ellie è una ragazzina deliziosa. Proprio a modo. Piace anche a Daisy. Sarà per questo che l'ha designata come suo successore alla carica di direttrice dello SHIELD...o forse ancora non lo ha fatto? Tesoro, mi ricordi gentilmente in che anno siamo?- concluse rivolta a Visione, che con molta dolcezza e infinita pazienza ragguagliò la moglie su dove si trovassero e cosa stessero facendo.

Non era infrequente che Wanda si smarrisse, incominciando a parlare come se si trovasse nel futuro o nel passato, a seconda dei momenti. Era sicuramente un rischio portarla con loro, ma viste le circostanze sarebbe stato un rischio maggiore non avere dalla loro parte il suo potere.

-Precisamente- annuì Loki- e, sempre secondo la mia teoria che non è priva di una certa affidabilità, se impediamo alle Norne in qualsiasi modo di ascendere tutto il Fato dovrebbe resettarsi in automatico...e ricominciare da capo. Non ci saranno conseguenze sul piano fisico. I mondi finiscono  e ricominciano nello stesso istate, non risentiranno minimamente del cambiamento. Tutto tonerà a scorrere esattamente come prima... allora affare fatto?

-Mi sembra oltremodo una semplificazione- obbiettò Strange, per nulla convinto, cercando conferma anche in Alexis, che proprio a causa della sua profonda conoscenza degli equilibri tra diverse realtà condivideva le sue stesse riserve sull'argomento- e nelle semplificazioni ci si può nascondere di tutto- concluse in quella che sembrava quasi un'accusa palese.

Durante tutta l'esposizione di Loki Alexis Moore non aveva fatto altro che tormentarsi il labbro inferiore nervosamente. La donna parva assorta, stava riflettendo a sua volta su cosa fosse meglio fare, valutando il tutto alla luce delle esperienze passate in campo mistico ma anche del loro effettivo stato di bisogno.

-Hai ragione Stephen... ma che altra opzione concreta abbiamo? - si pronunciò infine- Possiamo riempirci un manuale, anzi dieci,  con tutti i nostri dubbi ma ciò non cambia che Sarah è in pericolo adesso e ogni istante perso ci allontana dall'obbiettivo di riportarla a casa. Perchè non cominciamo ad andare e poi da lì si vede il da farsi...facciamo come abbiamo sempre fatto, no? Un'apocalisse alla volta.

Bucky non pareva particolarmente entusiasta all'idea di seguire Loki in un piano da questi ideato, ma ancora una volta scelse di fidarsi dell'istinto di sua moglie, che non lo aveva mai deluso, e finì quindi con l'annuire tramite un impercettibile cenno del capo che non sfuggì a Steve Rogers.

Steve al solo sentire nominare sua figlia aveva già deciso in cuor suo.

-Va bene. Ti seguiamo...per ora- stabilì alla fine il capitano- ma sappi che non ti perderemo di vista un'istante.

Loki alzò le mani in un gesto teatrale.

-Come sempre la vostra fiducia incondizionata mi commuove.

Alle sue spalle comparve un vortice magico di un verde saettante, che presumibilmente li avrebbe condotti tutti direttamente al luogo prescelto per dare battaglia.

-Bene. Cosa stiamo aspettando?- Philip Rogers si fece avanti per primo, ma suo padre lo fermò mettendogli una mano sulla spalla, gentilmente ma con fermezza.

Di nuovo il ragazzo trasalì a quel contatto, ma stavolta non si ritrasse.

Per la verità, sfogata la rabbia repressa dopo anni e anni, non aveva nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia suo padre.
Certo adesso doveva considerarlo un mostro e ne avrebbe avuto tutte le ragioni.

-Philip, non devi venire con noi...se non ti senti pronto- provò a dire Steve con il tono più calmo e misurato che gli riuscì di tirar fuori- davvero, hai già fatto abbastanza per proteggere tua sorella e tutti noi.

-Cosa? No! Io voglio venire...posso farcela!

Steve scosse la testa perchè quella frase l'aveva sentita troppe volte e non le aveva mai dato il giusto peso. Philip era ovviamente contrario a quella prospettiva, ci mancherebbe, dopo aver passato la vita a risolvere i problemi di tutti ormai si dava per scontato, ma suo padre questa volta fu irremovibile.

Troppe volete aveva dato per scontato di poter contare su di lui come su un adulto, un suo pari, quasi un compagno d'armi e lo aveva fatto a discapito del suo diritto ad essere invece un ragazzo normale. Ad essere semplicemente suo figlio.

-Lo so che puoi, ma in questo caso non devi.

-Ma papà...

-Non questa volta Phil. Devi restare con i tuoi amici, anche loro hanno bisogno di te...come ne ha tua madre. Se anche non ci uccidono le Norne lo farà lei appena scoprirà dove siamo andati senza avvisarla, ma non c'è stato tempo di coinvolgerla. Tu chiamala e spiegale l'accaduto... e dille pure di star tranquilla: io e Sarah vi raggiungiamo per cena- aggiunse alla fine come si trattasse di una serata qualsiasi in cui gli capitava di far tardi al lavoro.

Bucky Barnes sorrise appena di fronte allo smaccato ottimismo che era tornato a caratterizzare il suo migliore amico. Anche Alexis annuì incoraggiante.

-Ascoltalo tesoro. E' la soluzione migliore in questo momento.

Alla fine Philip dovette per forza cedere.

-Papà, mi dispiace...se ti ho deluso- cominciò a dire, ma suo padre soffocò quelle scuse in uno sguardo colmo di comprensione e amore che non necessitava di parole.

Aveva creduto di averlo perso già una volta, non avrebbe rischiato di nuovo.

-Se c'è qualcuno che deve scusarsi sono io. Tu sei stato bravissimo, hai fatto tutto quello che potevi per aiutare- disse suo padre, regalandogli uno sguardo in cui non lesse lamina traccia di rancore o rimprovero- ma da qui in poi ci pensiamo noi. Per favore.

Philip strinse i pugni fino a sbiancare completamente le nocche.

-E se Sarah...- si interruppe come se non riuscisse a dar voce a quel pensiero troppo orribile.

-La riporterò a casa- rispose Steve con fermezza- te lo prometto.

-Io però vengo- dichiarò a sorpresa Michael Coulson, con una voce che pareva venire direttamente dall'oltretomba, tanto da far voltare tutti verso di lui, preoccupati.

Anche Michael infatti aveva ascoltato le spiegazioni di Loki e aveva esultato dentro quando aveva sentito che Ellie ormai era fuori pericolo, ma la battaglia più importante non era ancora stata vinta e se c'era da combattere non si sarebbe tirato certo indietro.

-Michael, forse è meglio se ti riprendi un attimo...

-Non mi sono mai sentito meglio- ribattè lui, che faticava persino a stare in piedi.

Infatti prima che rovinasse a terra nella fretta di avanzare venne  prontamente sorretto da un mortificato Philip Rogers.

-Immagino di doverti delle scuse- ammise questi.

-Nessun rancore amico, capita tutti una giornata storta, non parliamone più- offrì Michael, che era probabilmente l'unica persona al mondo capace di stringere amicizia con colui che pochi istanti prima lo aveva appena pestato a sangue.

Erano una strana coppia Philip Rogers e Michael Coulson.

-Sentite, è tutto molto toccante, ma non abbiamo tempo per le opere di carità...magari un'altra volta, ok?

-Sta zitto Loki!- si levò un coro unanime di protesta.

-Michael Coulson, che bello che ci sia anche tu!- lo salutò Wanda dal profondo della sua trance- ci tenevo a dirtelo, è stata una cerimonia molto toccante...- si bloccò quasi di scatto come se stesse vedendo un'altra immagine sovrapporsi al viso pesto del ragazzo, per poi voltarsi un po' confusa verso il suo compagno con grandi occhi persi- Michael è il marito di Ellie, no?

-Non ancora tesoro...ma probabilmente succederà presto, viste le tue parole- le rispose Visione, mentre la accompagnava al portale.

Tutti gli altri si apprestarono a seguirli, passarono nell'ordine Visione e Wanda, Steve Rogers, Bucky Barnes, infine Alexis Moore. Stephen e Kaya invece rimasero indietro ancora un momento, rivolgendosi ai ragazzi.

-Voi due- ordinò il dottore a Philip e Michael-  raggiungerete i figli di Wanda che ho mandato al santuario...ammesso che Sebastian non abbia già provveduto a demolirlo pietra per pietra. Lì resterete finché non vi manderemo notizie.

-Sicuramente Sebastian sa quello che fa- disse Philip, che aveva scelto proprio quel momento per riprendere la vecchia abitudine di difendere gli amici a priori.

'E' esattamente questo che mi preoccupa' pensò suo padre, ma non aggiunse altro limitandosi ad aprir loro la via direttamene al Sanctum.
Kaya invece si avvicinò a Michael Coulson.

-Permetti caro?- chiese la dea prima di passargli delicatamente una mano sulla fronte- Ecco fatto!

Quando la ritrasse non solo il taglio in corrispondenza della tempia ma tutte le sue ferite erano sparite e il ragazzo si sentiva più in forze che mai, senza più necessità che fosse Philip a sorreggerlo ad ogni passo.

-Wow...grazie!

Certo che a saperlo prima, si disse Stephen, ben guardandosi dal condividere ad alta voce quel pensiero, si sarebbe risparmiato anni di torture malcelate da cure da parte della moglie. Infatti, se gli capitava di tornare a casa un po' malconcio dopo uno scontro, Kaya aveva sempre insistito per assisterlo amorevolmente di persona, rivelandosi purtroppo la peggiore infermiera della storia, incapace di seguire anche la più semplice istruzione perchè troppo agitata dal vederlo sofferente.

Kaya, che comunque aveva intuito cosa stesse pensando, gli regalò un enorme sorriso.

-Vai pure avanti amore, ti raggiungo subito.

Stephen, a sua volta conscio delle sue intenzioni annuì, precedendola.

-Non metterci troppo- disse per poi passare a sua volta dall'altra parte.

Kaya annuì di rimando, prima di spostare la sua attenzione sul dio dell'inganno, che si era defilato quasi in un angolo in attesa che tutti fossero passati dal portale che aveva cerato con la sua magia. Ora che erano soli poteva parlare con franchezza.

-Senti Loki, io ti adoro, ci frequentiamo ormai da secoli...ti conosco abbastanza bene da sapere che non ci hai detto proprio tutto, ma mi va bene anche così, non voglio interferire nei tuoi affari- gli disse senza troppi giri di parole con un tono estremamente amabile, che mal si accordava con le scintille gialle dei suoi occhi, tipico di quando minacciava qualcuno - mi permetto solo di ricordarti che la nostra priorità in questo momento è di tenere al sicuro i ragazzi... quindi ti avverto che se mai dovesse succedere qualcosa a mio figlio o agli altri a causa dei tuoi giochetti, te lo assicuro, non ci sarà un angolo abbastanza remoto dell'universo in cui non ti verrò a cercare per farti a pezzi. Ci siamo capiti?

-Te lo hanno mai detto che quando entri in modalità assassina sei ancora più incantevole?- rispose lui per niente intimorito e convinto di cavarsela coi soliti complimenti.

Ma Kaya, che coerentemente con il caos che rappresentava passava in una frazione di secondo dall'essere  per niente rigorosa alla totale intransigenza, era diventata estremamente seria.

-Molte volte in verità e non è mai finita bene. Ma seriamente, che cosa vuoi questa volta che non sei già riuscito ad ottenere con i tuoi imbrogli?

Non dovette nemmeno pensarci: la risposta era ovvia, lo era sempre stata.

-Voglio tutto- ammise Loki con una scintilla di bramosia nella voce che ben gli si addiceva.

La dea del caos valutò quella risposta e in un certo senso si ritene quasi soddisfatta.
Non si aspettava certo che confessasse su due piedi, ma era comunque evidente che oltre a fermare le Norne e salvare Ingvild c'era dell'altro in gioco.

-Bene, spero che in quel tutto rientri anche tua figlia- disse alla fine- A un uomo innamorato si perdona tutto, dicevamo, mentre ad un genitore no.

Loki alzò gli occhi, scocciato.
Non c'era certo bisogno che gli ricordasse lei che certi rapporti avevano una data di scadenza e se non si era ancora mai fatto vivo con Cali aveva le sue ragioni. Ragioni molto valide a suo dire, tra la fine del mondo e i suoi impegni privati, che però, stranamente, avrebbe avuto più di qualche difficoltà ad argomentare.
La verità di fondo era che, tra tutti i figli che aveva generato, quella di Ingvild gli dava più pensieri di tutti gli altri messi insieme, perchè esattamente come sua madre era imprevedibile e purtroppo era sempre stato così.

-Eri più divertente quando distruggevi mondi per passare il tempo, lo sapevi?- commentò acido, mentre Kaya senza neanche voltarsi gli alzò il dito medio prima di scomparire nel portale.

Loki si rassegnò a seguire quelle che ormai considerava le sue truppe, mettendo da parte le sue questioni private, almeno per il momento, e convinto che sarebbe stato l'ultimo a passare dall'altra parte prima che il portale si richiudesse.
Ancora una volta si sbagliava.

Infatti qualcun altro era nascosto dietro al corridoio a osservarli: Morgan Stark che era rimasta in disparte, aspettando solo l'occasione giusta. Non si sarebbe lasciata mettere da parte un'altra volta. A dispetto di qualsiasi prudenza o di piano, che comunque non aveva, preferiva di gran lunga trovarsi nel vivo dell'azione che confinata nel Sanctum con gli altri bambini.

Sarebbe riuscita dove gli altri, perfino Philip, avevano fallito, si disse prima di saltare.

 

...

 

Intanto nel regno di Hel, Blake, Cali ed Ellie si stavano ancora dando da fare per trovare una via di fuga. Perfino lo spettro di Emily era inquieto e vorticava nervosamente attorno a loro in rapidi cerchi, ansiosa di poter fare qualsiasi cosa per aiutare la figlia che aveva appena ritrovato. Il problema era in sostanza che nelle terre dei morti c'era un gran afflusso di anime in entrata per le più svariate ragioni, ma l'uscita da quel luogo non era proprio contemplata.

Pertanto non c'erano porte nel palazzo sotterraneo, non vi erano cancelli o serrature che potessero essere forzate oppure mura da scavalcare.
Tutto ciò che li circondava era cieco e opprimente, come le loro attuali prospettive.

-Tutte le vie di accesso degli antichi sono state eliminate da Hel stessa- spiegò Cali- e lei è l'unica che si può muovere in entrambe le direzioni- concluse come se si trattasse di una partita di scacchi.

In effetti era un'immagine pittoresca, una partita contro la morte,  ma ora come ora non li aiutava nemmeno un po'.

-Credi che ci lascerebbe andare se glielo chiedessi tu?- domandò Blake- In fondo siete sorelle.

Ma Cali scosse la testa, senza lasciargli alcuna speranza.

-Solo se glielo chiedesse nostro padre: Hel è un'ingenua e fa tutto quello che le dice lui senza fiatare. Se le ha ordinato di tenerci qui arriverebbe ad ammazzarci sul serio pur di non farci uscire.

-Magari un'altra divinità ci poterebbe venire in soccorso...- propose il ragazzo, passando al vaglio minuziosamente ogni ipotesi praticabile.

-Ne conosci molte? Qualche divinità in particolare disposta a da aiutarci?- sbottò Cali, esternando con chiarezza quanto la cosa scocciasse anche lei- Io no...Blake, ammettiamolo, siamo bloccati qui sotto fino nuovo ordine.

Il ragazzo non rispose subito, piuttosto parve concentrarsi a trattenere un'idea che gli era appena venuta.

-Bè...non è poi così male qui- si ritrovò invece ad ammettere Ellie, quasi timidamente- tanto presto o tardi ci saremmo finiti comunque.

Certo, anche lei voleva andare a salvare la sua amica, pur tuttavia non voleva lasciare lo spettro sua madre così presto. Non se quella era l'unica occasione che avrebbe mai avuto per stare un po' con lei. Emily era come un sogno che si realizzava. Ci sarebbero state ancora tante cose che voleva chiederle e altrettante gliele voleva raccontare...non le sarebbe bastato tutto il tempo del modo per recuperare tutto quello che voleva con lei.

-Ma guarda cosa mi tocca sentire! Ci mancava questa che adesso si è fissata con le idee di morte...

-Dicevo così per dire, Cali, scusa- si giustificò subito Ellie, vergognandosi un pochino del suo momento di egoismo.

-Comunque tu resti qui in ogni caso, ti sei dimenticata che le Norne non aspettano che te per completare l'opera? Se metti il naso fuori da qui ti obbligheranno a qualche rito strano per rendere il loro legame definitivo.

-Già...oppure per spezzarlo- osservò Blake giusto in quel momento- provate a pensarci ragazze: se funziona in un senso può funzionare anche in quello opposto.

Il ragazzo aveva ereditato dalla madre la sua stessa mente brillante e la stava mettendo a buon uso per elaborare una strategia, qualsiasi cosa lo potesse aiutare a salvare Sarah e anche suo padre. Blake si tormentava al pensiero di cosa stesse passando e si era ripromesso che sarebbe tornato per liberarlo o perito nel tentativo. Ormai nessuno di loro era più disposto a lasciarsi trascinare da eventi fuori dal loro controllo: era arrivato il momento di passare all'attacco.

Ellie però scosse il capo sconsolata.

-Ragazzi, sinceramente non avrei idea di come fare.

-Lo hai già fatto- osservò Cali -Al compleanno dei gemelli ...quando hai fermato Sarah.

-Io non ho la minima idea di che cosa ho fatto al compleanno dei gemelli! E non ho spezzato alcun legame visto come è andata.

-Però lo hai allentato- insistette Blake- forse ci potrebbe bastare...dobbiamo pur fare un tentativo!

-Blake, ti dico che non sono capace!

-Provaci almeno- insistette a sua volta anche Cali- magari abbiamo fortuna...

-O magari rischio di peggiorare la situazione- Ellie si era ormai trincerata dietro l'assoluta certezza che sarebbe stata un disastro e l'ultima cosa che voleva era rendersi responsabile della fine del mondo -Ragazzi davvero...non saprei da dove iniziare.

-Posso insegnartelo io- propose del tutto a sorpresa Emily, lasciando i ragazzi a bocca aperta.

Lo spettro aveva parlato da sopra di loro costringendo i tre ad alzare il collo verso di lei.
Aveva il volto pallido tirato dalla rassegnazione. Si capiva benissimo che anche a lei sarebbe piaciuto trascorrere più tempo con la figlia, ma non poteva tergiversare quando aveva capito che c'erano della altre vite i gioco. Emily Spencer aveva sempre anteposto il bene degli altri al proprio interesse quando era ancora in vita e la morte non l'aveva cambiata.

-Saresti in grado di farlo?- domandò Blake, la cui voce era ormai colorata da un'inconfondibile nota di speranza.

-Lo sarei stata da viva- confermò lo spettro- il mio potere era esattamente identico a quello che percepisco adesso in Amelia...cioè in Ellie, scusate... Controllare i flussi di energia vitale è una dote molto rara, propria della nostra famiglia da generazioni, oh se solo avessi il tempo di raccontarti...ma purtroppo non abbiamo tempo per la teoria, dovremo passare alla pratica pura. Certo è passato del tempo e per me non è facile ricordare con esattezza cosa si provi ad essere in un corpo vivo. Ma posso farcela!- concluse con quell'ottimismo così tipico di Ellie e di cui la ragazza sembrava al momento sprovvista.

Per la verità era arrivata ad un punto dove tutto le sembrava decisamente...troppo.
Si sentiva uno straccio, totalmente inutile. Almeno se fosse morta come voleva Philip avrebbe posto un ostacolo concreto all'avanzata delle dee del destino e, inoltre, sarebbe potuta rimanere in quel dolce limbo con sua madre...per sempre.

-Mamma...mi dispiace, ma io non posso.

-Devi tesoro mio- le disse dolcemente Emily tendendole le mani fredde- non dipende mai da noi alla fine...ma da quello che siamo disposti a rischiare per quelli che amiamo. Credi che mi importi di essere finita qui se adesso, dopo averti incontrata, so che entrambi i miei figli sono in salvo?

Sulle spalle della ragazza quanto dei suoi amici calò un gelo che non aveva nulla a che vedere con il regno infero.

-Scusa...hai detto entrambi?

-Tu e tuo fratello- confermò Emily con sicurezza.

-Mamma...

'Io l'ho visto morire' avrebbe voluto dire Ellie a questo punto, ma si bloccò.
Non sarebbe stato esatto perchè lei in fondo, quando quella scena terribile le era stata esibita davanti come un incubo vivente,  si era sempre rifiutata di guardare... tutto ciò che aveva sentito erano spari e sapeva che suo fratello fosse morto solo dalle parole di una dea malvagia e inaffidabile.
E le se avesse mentito deliberatamente solo per condizionarla? Se davvero il figlio di Emily si fosse in qualche modo salvato da quell'imboscata?!

-Quando sono arrivata qui la prima cosa che ho fatto è stata cercarlo- aggiunse Emily Spencer e dalla sua voce traspariva tutto il sollievo di una madre che nelle sue condizioni si trova confortata da quella scoperta- ma lui non c'era...da nessuna parte. Lui non c'era, capite?! Sapete cosa vuol dire?

I ragazzi annuirono con un leggero sorriso.

-Che mio fratello... è ancora vivo- affermò Ellie con sempre maggior sicurezza, come se dirlo ad alta voce lo rendete più reale.

Si sentiva come liberata da quella rivelazione, mentre dentro di lei la depressione lasciava il posto a una rabbia cocente per il tentativo di manipolazione che aveva subito dalle Norne che la fece smuovere e reagire.

-Per questo tu devi andare, tesoro. Io ti aiuterò con il tuo potere...ti guiderò come posso, ma devi essere tu ad aiutare i tuoi amici. E quando tutto sarà risolto, a trovare tuo fratello- disse sua madre.

Alla fine Ellie annuì, come se si fosse rotrovata nuovamente in sè.

-Grandioso- commentò Cali, che non voleva in alcun modo abbandonarsi alla commozione che a sua volta sentiva per l'amica e per la sua importante scoperta- abbiamo appurato che Ellie sa fare magie con l'energia vitale della gente e che può imparare a controllare questo potere in tempi ragionevoli...resta il fatto che noi siamo qui sotto mentre le Norne sono là fuori. E a meno che la signora Spencer non sappia insegnarci come si fa un esorcismo a distanza siamo al punto di partenza.

-Non proprio- disse Blake, giunto ormai il momento per rivelare le sue intenzioni- forse ho capito come possiamo uscire e raggiungere le Norne. O almeno so a chi possiamo chiedere...

Gli era venuto in mente nel momento stesso in cui Cali gli aveva chiesto se conoscesse altre divinità, bè si trattava in effetti di divinità minori, considerate inferiori e invisibili ...e perciò generalmente dimenticate da tutti. Ma avevano esattamente il genere di capacità che gli serviva in quel momento: viaggiare tra le dimensioni, portare messaggi... o in questo caso trasportare persone da un luogo all'altro dell'universo infrangendo qualsiasi tipo di incantesimo.

-Iris!- chiamò Blake a gran voce- Ti spiacerebbe scendere un momento? Ti prego...ci servirebbe un favore!

 

 

  
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