Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: _Lady_of_the_Lake_    21/06/2021    2 recensioni
Tutti hanno una storia.
Tutti hanno un passato che li segue, che li ha formati, e i nostri amati personaggi di One Piece non sono da meno. Amori, tradimenti, amicizie, sono gli scheletri nell'armadio di tutti noi... E come ben sappiamo, pirati e fuorilegge hanno molti scheletri, se non altrettanti armadi.
Perché Arlong odia a tal punto gli umani?
Sir Crocodile ha mai tenuto a qualcosa più di quanto tenga al potere?
Quanti segreti e bugie sono nascosti sotto la superficie del passato di alcuni dei più amati personaggi di One Piece?
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baroque Works, Cipher Pool 9, Mugiwara, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Arlong: Red Hair like Blood

“Ve lo giuro! Guardate cosa mi ha fatto!”

La vide allargare lo scollo, scoprire spalle, fianchi e gambe. Non riusciva a capire. Non poteva star parlando di lui, infondo lui non le aveva fatto niente di male. La notte che avevano passato insieme era stata voluta da tutti e due, non poteva certo aver capito male… Lui lo sapeva, lei non poteva tradirlo così…

 

Il locale era tranquillo. Erano umani, ma visto che avevano i soldi per pagare non si erano fatti tanti scrupoli a far entrare e dare alloggio a degli uomini pesce come loro, anche se Arlong era sicuro avessero alzato il prezzo per loro.

“Statemi a sentire. Niente casini, niente risse e niente scorribande, siamo solo di passaggio. Domani ripartiremo e non voglio trovarmi appresso la Marina, intesi?”

All’assenso di tutta la ciurma, Fisher Tiger diede il via libera per disperdersi. Arlong prese un tavolo in un angolo buio della locanda e ordinò da bere. Già la serata si prospettava noiosa, almeno poteva bere e farla passare in fretta.

Fu allora che una folta chioma di capelli rossi si fece largo nella sua visuale.

“Ehi ciao! Tu fai parte dei famigerati pirati del Sole, vero?” Alzò lo sguardo su di lei, trattenendo un grugnito infastidito.

“Smamma ragazzina. Se non sei la cameriera con il mio rum non mi interessi.”

Lei gonfiò le guance, e di tutta risposta si sedette e gli mise un bicchiere di rum sotto al naso.

“Sperando che ti impedisca di fare ancora l’antipatico! Quindi, fai parte dei Pirati del Sole, si o no?”

Quando alzò di nuovo lo sguardo su di lei per mandarla a quel paese, la vide che gli sorrideva. Una ragazza umana, oggettivamente molto bella, che sorrideva a uno come lui. Vedeva la luce nei suoi occhi scuri come le piume di un corvo, una luce che nessun essere umano aveva mai riservato a uno come lui.

Aveva imparato a riconoscere i bugiardi, e quella ragazzina umana non mentiva.

Forse fu questa idea a farlo rispondere.

“È così.”

La vide illuminarsi.

“Che forza! Ho sentito molto parlare di voi! Liberate gli schiavi vero? Vi ammiro molto!”

Li ammirava. Lo ammirava.

“Io mi chiamo Ravenna!” Disse lei tendendogli la mano, mantenendo il sorriso.

Si sorprese anche lui quando si ritrovò a stringerla.

“Arlong.”

E parlarono per ore. Come se la barriera di razza fosse stata abbattuta con una sola delle risate della giovane dai capelli rosso fuoco.

E più le ore passavano, più lui si sentiva attratto da lei. Si ritrovò a pensare all’odio che provava per gli umani, ma quell’odio quando guardava lei sembrava sparire. Si sentiva come stregato, non più padrone dei sentimenti che lo avevano travolto come mare in tempesta. 

Non ricordava bene nemmeno come avessero fatto a finire in una camera, da soli, col solo rumore del mare a far loro compagnia. Ma lei che lo prendeva per mano, senza traccia di disgusto e lo trascinava via dal tavolo… su due piedi, pensò che volesse ammaliarlo.

E seguendo per una volta quel che rimaneva del suo cuore fatto a pezzi da anni di discriminazioni, schiavitù e differenze, lasciò che lo ammaliasse.

 

 

Il pensiero si interruppe quando la vide indicare ai due marine dei segni violacei sul collo, sul seno e sulle gambe ben evidenti: segni che lui aveva fatto.

La vide cominciare a piangere.

“Ho cercato di liberarmi! Vi giuro, ho fatto di tutto, l’ho anche graffiato provandoci, potete controllare!”

I due uomini fecero una smorfia.

“Si figuri, le crediamo. Sarebbe dovuta stare attenta però, con certe infime creature non si può stare tranquilli!”

“Lo so signore! Ma pensavo che fosse gentile…”

“Lei è troppo buona, signorina. Ora si faccia da parte, daremo a quell’essere schifoso quello che si merita.”

 

Ma non ebbero il tempo di imbracciare le armi, che Arlong aveva già sbattuto uno di loro contro il muro e lanciato l’altro su un tavolo, spezzando inevitabilmente a metà quest’ultimo.

Con una furia diversa da ogni altra sfaccettatura di rabbia mai provata prese Ravenna per le spalle, bloccandola contro una colonna di legno poco distante.

Davvero non era contato nulla? Le carezze, le parole sussurrate con una dolcezza che nessun altro gli aveva mai rivolto… erano davvero solo bugie?

“Si può sapere cosa stai dicendo?! Sei forse impazzita?!”

Entrambi sentirono il rumore delle porte che si spalancavano, ma Arlong non capì se si trattava di Fisher Tiger e dei suoi, o dei rinforzi della Marina. Era troppo impegnato a guardare la giovane negli occhi, sperando di sentirsi dire che era uno sbaglio, che lei non lo aveva tradito a quel modo.

“Avevi detto di ammirarci! Tu mi hai detto di non avere paura di me! Non sono il mostro che toccherebbe una donna contro la sua volontà, anche se a quanto pare per voi ne ho l’aspetto!”

Ringhiò pieno di rabbia. Fu allora che lei gli sorrise, e il tempo sembrò fermarsi.

Si illuse che gli volesse dire che aveva capito male, anche quando era fin troppo evidente ciò che stava succedendo.

La rossa si sporse appena, avvicinando le labbra al suo orecchio e sussurrando parole più dannose del veleno.

“Ma io non ho paura di te, Arlong… io per te provo solo disgusto. Vedi? Non ti ho mentito. Non ti ho mentito nemmeno quando dicevo di ammirarvi. Ammiro il lavoro che avete fatto… il mio capo cercava un pretesto per entrare nelle grazie dei Draghi Celesti da anni! Il vostro spettacolino è stato proprio quello che ci serviva!”

L’uomo pesce sentiva i muscoli tendersi ad ogni parola, tanto da iniziare a tremare.

“Ma su una cosa ti ho mentito, si… anche se eri troppo distratto per accorgertene.”

Sibilò velenosa al suo orecchio, con la cattiveria pura che solo qualcuno con l’intenzione di pugnalarti al petto può avere.

“Stai zitta…”

“Ma come? Pensavi davvero che una donna come me potesse amare un mostro come te?”

La risata piena di scherno che uscì dalle labbra della ragazza lo fece scattare.

“Non essere ridicolo! Mi sei stato utile Arlong… molto utile, come un bravo cane. Tutte quelle informazioni-”

“TI HO DETTO DI STARE ZITTA!”

Si sentì tirare via da lei appena prima di tirare un pugno abbastanza forte da far crollare la colonna alle spalle della giovane.

La vide fare un sorrisetto, e poi con una facilità spaventosa, riprendere a piangere, come se fosse stata terrorizzata.

I marine le furono accanto in breve.

“Maledetta bestia…!”

Ma Ravenna non aveva finito col suo spettacolo.

“No aspetti…! Lo perdono!”

Il vociare della gente che stava assistendo nella taverna tacque. 

Perdonare.

Come se le avesse fatto un torto, come se darle fiducia fosse stato farle un torto. Ma forse, pensò con rabbia l’uomo-pesce, era così. Ma non verso di lei. Era un torto verso la propria razza.

“Lo perdono…” ripetè in tono gentile. “Infondo… ora ho capito… bestie come loro non hanno abbastanza autocontrollo per evitare situazioni simili. Sono contenta che sia successo a me invece che a qualche ragazza più giovane!”

 

Si alzarono di nuovo le voci, e le maledizioni, e gli insulti, ma tutto quello che Arlong vedeva era il sorriso crudele di una donna che era riuscita a renderlo debole.

Si lasciò portare dai suoi fratelli fino alla nave, la voce di Jimbei un suono lontano, mischiato a quello che le onde facevano infrangendosi sullo scafo. Fu al mare, suo unico infallibile alleato, che giurò che il giorno che si sarebbe fidato ancora di un umano, sarebbe stato il giorno della sua morte.





Nota dell'autrice:
Salve a tutti voi avventurosi abbastanza da raggiungere la Grand Line! Come state cari lettori? Spero bene! Questa sarà la mia prima storia! Si tratta di una raccolta, naturalmente che narra di fatti inventati,su One Piece! Nuove avventure, nuovi personaggi e tanto altro! spero davvero possa piacervi!
Il primo nuovo personaggio di cui avete avuto un assaggio è la cara Ravenna (sì, come la città)! Andando avanti con la storia il filo che collega tutte le one-shot sarà chiaro, non temete, un capitolo è un pò poco per un giudizio completo! Spero lasciate un commento per farmi sapere cosa ne pensate! un bacione dalla vostra Lady!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: _Lady_of_the_Lake_