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Autore: dreamlikeview    23/06/2021    5 recensioni
[3/3 di "What if we had been friends?"]
Cosa sarebbe successo se, al sesto anno, Harry Potter avesse aiutato Draco Malfoy, invece di duellare con lui? E cosa sarebbe successo se Draco, invece di attaccare Harry, avesse accettato il suo aiuto, mettendo da parte l'orgoglio?

«Prendi la mia mano e accetta il mio aiuto, non è troppo tardi, io posso aiutarti» disse «Mettiamo da parte l’odio, mettiamo da parte le nostre divergenze e alleiamoci contro di lui, insieme possiamo vincere». Il biondo gli fissò la mano e deglutì, poteva fidarsi di lui?
[Drarry, long]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'What if we had been friends?'
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 Disclaimer: Né i personaggi, né il loro mondo mi appartengono. Questa storia è scritta senza alcun fine di lucro e non intendo offendere nessuno con questa. I personaggi tendono ad essere un po’ OOC (ma non troppo, non credo di averli stravolti troppo, per questo non l’ho segnalato) e c’è un “What if?” grande quanto una casa, lettori avvisati mezzi salvati.


___________________


 

Take my hand

Epilogo

For an endless time, I belong to you and only you




11 anni dopo.
 
«Il campione del Quidditch, Harry Potter, ha una nuova fiamma. Sarà vero amore o no?»
«Diffindo».
«Sarà amore tra Harry Potter e il suo compagno di squadra? L’affascinante Jason Fox?»
«Incendio».
«Il famoso campione di Quidditch fotografato in atteggiamenti romantici insieme al suo nuovo compagno.
Che fine avrà fatto il suo ex?»
«Reducto!»
Draco non ne poteva più. Erano settimane che i giorni del mondo magico riportavano quelle notizie. Tutto era partito da un articolo del Wizarding World Times, che aveva riportato la notizia di un avvicinamento tra Harry e un suo compagno di squadra, durante la trasferta in America, la notizia aveva fatto rapidamente il giro del Mondo Magico e lui si era ritrovato ad essere guardato con pietà da chiunque incontrasse, persino dai suoi stessi amici. Maledizione.
C’era chi gli diceva che non era vero, chi gli diceva che quelle erano sicuramente voci, pettegolezzi senza alcun fondamento. E Draco la pensava anche lui in quel modo, fino a che quella mattina non era arrivata la Gazzetta del Profeta e aveva visto quelle foto. Maledetti.
La prima reazione che aveva avuto era stata quella di pensare che erano tutte baggianate, che stessero solo infamando Harry con quelle dannate notizie senza alcun fondamento, la seconda reazione era stata quella di distruggere i giornali e le riviste appena arrivate senza nemmeno leggerli, ma era riuscito a vedere quelle foto… ed esse avevano fatto male davvero. Molte ritraevano Harry in atteggiamenti davvero equivochi con questo Jason Fox, chi diavolo era? Perché non aveva mai sentito parlare di lui? Era stato a tutte le partite di Harry, ma non lo aveva mai visto. Geloso? No, non era geloso. San Potter poteva fare quello che voleva, ma avrebbe dovuto essere sincero, maledizione. Draco guardò malinconicamente l’anello di fidanzamento che aveva al dito e sospirò, sentendo il suo cuore spezzarsi in mille pezzi. Dovevano sposarsi a luglio. E Harry aveva deciso di tradirlo tre mesi prima del matrimonio. Grandioso. Draco non voleva credere che fosse così, dannazione, non era da Harry un comportamento del genere e lui si fidava ciecamente del suo fidanzato, sapeva che non era capace di gesti così meschini e crudeli. Ma quelle foto… quelle foto avevano instillato il dubbio in lui e anche se cercava di metterlo via, di ignorarlo e di non pensarci, questo viaggiava nella sua mente e si insinuava sempre più crudelmente a fondo. Se quello fosse stato vero, cosa aveva spinto Harry a fare una cosa del genere?
Quando le cose tra di loro erano cambiate? Come aveva fatto a non accorgersi di nulla? Avrebbe dovuto stare più attento? Mostrarsi più geloso? Cosa? Non lo sapeva, era convinto che la loro relazione andasse bene, cosa aveva sbagliato?
Era iniziato tutto quando si erano separati? Draco davvero non sapeva trovare una risposta alle sue domande, ai suoi dubbi e non riusciva neanche a capacitarsi di quanto fosse assurdo tutto quello.
San Potter era partito da due mesi per la trasferta in America e Draco non capiva davvero cosa fosse successo. Si sentivano sempre, anche se a dividerli c’era il fuso orario, si scambiavano spesso messaggi e si raccontavano praticamente tutto, non era possibile che Harry lo avesse tradito, no, era impossibile.
Gli mancava, certo, gli mancava ogni volta che si separavano per il suo lavoro, ma… poi sapeva che alla fine Harry sarebbe sempre tornato da lui. E sapeva con certezza che anche l’altro sentisse la sua mancanza, dato che glielo ripeteva ogni volta che si sentivano e gli mandava spesso dei messaggi per dirgli che gli mancava.
Non aveva senso e non riusciva a trovare una spiegazione logica e razionale a tutto ciò che stava accadendo. L’unica risposta era quella che non voleva accettare, era quella che cercava di respingere da quando aveva visto quelle foto.
Ma se fosse stato vero?
Il solo pensiero che potesse essere vero, gli fece crollare il mondo addosso e riempire gli occhi di lacrime. Dannazione.
Se qualcuno, anni prima, gli avesse detto che si sarebbe trovato in quella situazione, Draco avrebbe riso. Lui soffrire per colpa di Potter? No, non avrebbe mai immaginato che potesse essere reale. Eppure, eccolo lì, dodici anni dopo, a interrogarsi o meno se Harry lo avesse tradito o meno, dopo una relazione di undici anni e una proposta di matrimonio.
Erano passati dodici anni da quel giorno, da quando Harry lo aveva trovato nel bagno in lacrime, disperato, perché non sapeva cosa fare della sua vita, perché aveva paura. Aveva fatto una scelta dettata dalla paura, ma una scelta sbagliata, che lo stava portando verso un baratro di disperazione, ma poi Harry lo aveva tirato fuori da quel baratro e lo aveva salvato. E da lì era iniziato tutto. Era iniziata la loro storia, la loro relazione, il loro legame e il loro amore. In effetti, qualcuno gliel’aveva detto che tra odio e amore la linea era alquanto sottile, apparentemente loro erano la vera e propria prova vivente che quel detto era reale. Certo, di difficoltà ne avevano attraversate, avevano avuto problemi e c’erano state sfide da affrontare, ma erano sempre stati l’uno accanto all’altro. All’inizio, per nessuno dei due era stato facile ammettere i propri sentimenti. A Draco era servito un viaggio nell’Oltretomba, una sfida continua contro se stesso per ammetterli, a Harry era servito del tempo per rendersi di conto della loro realtà e per accettarli, ma in un modo o nell’altro, ce l’avevano fatta, erano diventati una coppia. Ed erano stati felici, no? Sì, erano stati molto felici. Dopo aver finito Hogwarts, si erano presi entrambi un anno sabatico, avevano viaggiato in giro per il mondo, toccando tappe e luoghi che li avevano avvicinati ancor di più, che avevano fatto stabilire la loro relazione: avevano provato cibi stranieri, visitato luoghi magici e babbani, avevano fatto foto buffe nelle cabine per fototessere, si erano fatti stupide dediche d’amore. Harry gli aveva fatto scoprire la musica babbana ed erano andati a molti concerti, aveva scoperto il cinema e lui aveva scoperto che non solo i maghi erano in grado di far muovere le persone nelle “foto” («No, non sono fotografie, Dray, sono una serie di immagini montate insieme che danno vita a un film» «Come tante foto magiche messe di fila?» «Sì. Più o meno».) e gli erano davvero piaciuti questi “film”, alcuni erano divertenti, altri tristi, altri romantici, altri avrebbero dovuto far paura, ma con tutto quello che Draco aveva visto nell’Oltretomba era diventato quasi impassibile. Il mondo babbano non era poi così negativo come l’aveva sempre immaginato. Avevano esplorato il mondo o almeno parte di esso, era stato un anno magico, ma senza l’uso della magia. Erano stati ovunque volessero, avevano davvero passato dei momenti felici e spensierati insieme, era stato come un sogno.
Quando poi erano dovuti tornare nel mondo reale e decidere cosa fare della loro vita, Draco non aveva avuto dubbi, si era iscritto al corso di Medimagia e aveva studiato duramente per poter finire nel minor tempo possibile e iniziare a lavorare. Harry, inizialmente, si era iscritto all’accademia per Auror, perché voleva davvero aiutare gli altri ad avere una vita più tranquilla, una vita con meno pericoli, ma aveva mollato dopo solo due anni. Era bravo, a detta di tutti, ma lui non sopportava più la violenza, non voleva più combattere. Draco ne era stato in parte contento, quando Harry gli aveva detto della sua intenzione di voler diventare un Auror, il suo primo istinto era stato quello di dirgli di cambiare idea, non voleva che rischiasse di morire durante una missione o contro qualche mago oscuro, gli era bastato vederlo morire una volta, gli era bastato e avanzato, grazie tante. Quando poi Harry gli aveva detto che non ce la faceva, che combattere non era per lui, che gli provocava ansia e malessere, Draco lo aveva convinto a cambiare. Non importava che avesse studiato due anni, poteva sempre fare altro. E segretamente lo aveva iscritto a un provino per far parte dei Cannoni di Chudley, cercavano un Cercatore – lo aveva saputo da Ron, che era sempre informato sulla sua squadra preferita – e lo aveva portato lì. Harry aveva facilmente passato le selezioni e, quando gli allenatori della squadra lo avevano visto giocare, si erano letteralmente innamorati di lui. Impossibile il contrario, dopotutto. Harry aveva iniziato a giocare subito come titolare e pian piano il suo nome era diventato importante, soprattutto quando la sua squadra aveva vinto una partita nazionale. Draco non aveva mai perso una delle partite di Harry, era stato al suo fianco sia durante le vittorie, sia durante le sconfitte, aveva provato ad essere un buon supporto per l’altro, quasi quanto quest’ultimo lo era stato per lui, evidentemente si era sbagliato. Probabilmente, Harry non provava più le stesse cose che aveva provato in passato ed era davvero doloroso, quasi soffocante per quanto facesse male, ma quello che Draco non smetteva di chiedersi era il motivo per cui avesse agito alle sue spalle e non fosse stato sincero con lui. Si erano promessi a vicenda di essere sempre onesti tra di loro e di affrontare insieme tutte le sfide che la vita avrebbe messo loro davanti.
Harry non era il tipo di persona che infrangeva una promessa, non era così meschino. Forse doveva solo respirare, calmarsi e smettere di fasciarsi la testa inutilmente. Forse erano davvero solo pettegolezzi, forse doveva tranquillizzarsi, aspettare il ritorno di Harry e chiarire la situazione con lui. Forse era solo un malinteso, forse la loro relazione non era davvero finita. Doveva avere fiducia nel suo partner, anche se in quel momento gli sembrava qualcosa di difficile.
Doveva darsi un contegno, aveva un turno al San Mungo e non poteva andare lì con l’aspetto di un cadavere. Anche se aveva passato un’ora ad interrogarsi su cosa fosse accaduto, aveva gli occhi arrossati ed era certo che qualche lacrima fosse sfuggita al suo controllo. In fondo, Harry sarebbe ritornato da lì a una settimana, poteva aspettare, poteva parlarne con lui e chiarire tutta la faccenda. Cercò di autoconvincersi, dannazione, lui era Draco Malfoy, non si lasciava abbattere da quello. Aveva quasi trent’anni, non poteva reagire come un dodicenne davanti alla sua prima delusione d’amore. Doveva essere forte, fingere che niente di tutto quello l’avesse toccato e sperare che nessuno facesse domande. Se qualcuno avesse osato parlare di Harry e di tutto quello che stava succedendo, avrebbe assaggiato il suo Stupeficium.
Convinto di ciò, Draco uscì di casa e raggiunse l’ospedale magico dove lavorava fin da quando aveva finito l’accademia. Sì, perché da quando aveva finito il suo corso, aveva ottenuto il suo attestato e aveva finito il tirocinio presso il San Mungo, era diventato un guaritore ed era stato assunto presso l’ospedale magico.
Quel giorno gli toccava il turno nel reparto Incidenti da Manufatti, non gli piaceva particolarmente – ma sempre meglio del reparto Ferite da Creature Magiche, quello gli provocava dolorosi déjà-vu di lui insieme a un ippogrifo – preferiva di gran lunga lavorare nei reparti: Malattie Magiche e Lesioni da Incantesimo, imparava sempre molte cose lì ed erano maggiormente i suoi campi. Quando arrivò al San Mungo, la strega alla reception gli rivolse uno sguardo dispiaciuto e nascose la copia del Settimanale delle Streghe che aveva in mano, Draco le rivolse un cordiale sorriso e andò a mettersi il camice. Incontrò alcuni dei suoi superiori, ma ai loro sguardi pieni di pietà rispose solo con educazione, augurando loro il buongiorno e nient’altro. Non gli sfuggirono i commenti sottovoce di due infermiere, ma cercò di non pensare a ciò che aveva sentito né a ciò che le due donne avevano insinuato, doveva concentrarsi sul lavoro e non pensare a tutto quello che gli stava passando nella mente in quel momento.
Fu una mattinata piatta, senza alcuna emergenza vera, a parte un paio di Auror feriti lievemente e un pozionista a cui accidentalmente era saltato il calderone – Piton non avrebbe mai fatto un errore simile, Draco ne era certo – ma a parte questo non era accaduto niente di straordinario. Durante la pausa pranzo, alcuni dei suoi colleghi avevano provato a parlargli di quello che avevano letto sui giornali, ma lui aveva tagliato l’argomento, passando a parlare del lavoro e di ciò che avrebbero dovuto fare quel pomeriggio. Sperava che ci fosse qualche emergenza, così da avere il pomeriggio occupato e da non dover passare per forza del tempo con persone invadenti che volevano solo farsi gli affari suoi. Non era lì per fare gossip sul suo fidanzato, era lì per lavorare. Stava cercando di convincersi che non fosse accaduto niente, di ignorare quei giornali, perché razionalmente Harry non gli avrebbe mai fatto una cosa del genere, gliel’avrebbe fatta pagare? Certamente, ma stava iniziando a pensare davvero che fosse solo una montatura della stampa. Sapeva quanto potessero essere crudeli, lo aveva sperimentato sulla sua pelle qualche anno prima, poco dopo aver superato brillantemente il corso di Medimagia. Quando aveva fatto domanda al San Mungo, avevano voluto sapere se lui avesse mai preso il Marchio. Draco non aveva dovuto rivelare la storia della sua vita, era stato necessario mostrare l’avambraccio limpido, per fortuna Silente aveva provveduto a toglierglielo a suo tempo, prima ancora che la notizia che lui era stato davvero un Mangiamorte, anche se solo per pochi mesi, avesse fatto il giro del mondo magico. Inizialmente tutti lo avevano guardato con un po’ di diffidenza, soprattutto a causa degli articoli crudeli della Gazzetta del Profeta, che lo accusavano di usare la fama di Harry, in quanto “ragazzo che è sopravvissuto” per ridare un nome alla sua famiglia. Draco non sognava nemmeno di usare Harry per un fine tanto infimo, eppure i giornalisti ci avevano marciato su per mesi, fino a che non avevano trovato una nuova storia di cui parlare. Lui e Harry avevano imparato ad ignorare sempre i giornalisti, perché quella volta non riusciva a mettere da parte quelle sensazioni? Ah, mi esploderà la testa se continuo così.
Ripensando a quei giorni, si era reso conto che anche lui era caduto nella trappola dei giornalisti. Doveva avere più fiducia nel suo fidanzato, avevano una relazione da undici anni e stavano per sposarsi, non poteva lasciare che ogni giornale infamante lo mandasse in crisi e lo facesse sentire in quel modo. Dannazione, non era più un ragazzino insicuro di quindici anni, ma era un uomo di quasi trent’anni e doveva affrontare le cose con maturità. Prese un respiro profondo e prese la sua decisione: al ritorno di Harry avrebbero parlato di tutta quella situazione, avrebbero chiarito ogni cosa, ma lui adesso doveva stare calmo e razionalizzare ogni cosa, doveva solo mantenere la calma e tutto sarebbe andato nel verso giusto. Doveva solo tenere duro fino al ritorno di Harry e poi le cose sarebbero andate bene, doveva essere ottimista.
Concentrarsi sul lavoro, quel pomeriggio, gli parve la cosa più ovvia da fare per smettere di rimuginare. Così andò nel bagno riservato al personale, si lavò velocemente la faccia e si sistemò il camice, prima di tornare nel reparto in cui era di turno. Quando la prima emergenza arrivò, Draco si rimboccò le maniche e finalmente spense quella parte di cervello che continuava a pensare solo ed esclusivamente a quella cosa.
Erano quasi le nove di sera, quando Draco finì il suo turno di quel giorno e si incamminò per tornare casa. Alla fine era stato un pomeriggio piuttosto movimentato, avevano avuto diverse emergenze alcune gravi alcune meno e non aveva avuto il tempo di pensare a Harry, agli articoli di giornale e allo spasimante del suo fidanzato.
Ripensandoci, però, Draco iniziò ad avvertire un magone enorme dentro, aveva provato a chiamare Harry prima di riprendere a lavorare, dopo la pausa pranzo, ma l’altro non gli aveva risposto, non aveva neanche risposto al suo messaggio del buongiorno. Forse non aveva risposto a causa del fuso orario, ancora non riusciva ad imparare bene a che ora contattarlo o meno, forse per questo non aveva risposto. Aveva provato a razionalizzare le cose, aveva provato a non pensare a quegli articoli di giornale come veritieri, aveva provato a dirsi che non era successo niente, ma il solo pensiero che Harry potesse averlo tradito, gli spezzava il cuore esattamente come quella mattina. Una parte di sé sapeva che non fosse vero, che l’altro non gli avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma l’altra parte… non riusciva a smettere di porsi quella domanda. Dopo tutto quello che avevano passato, soprattutto all’inizio della loro relazione, dopo tutti gli ostacoli che avevano superato, dopo la dannatissima proposta di matrimonio, davvero Harry gli aveva fatto una cosa tanto meschina? Tanto crudele? No. Ipotizzò anche che potesse essere qualcosa come era accaduto a lui, a scuola, a causa di Ginny e Pansy, a quel punto cosa avrebbe dovuto fare? Sarebbe dovuto andare a Hogwarts a parlare con Silente? Avrebbe dovuto chiamare Remus o Dora? Cercò di scacciare quei pensieri e di focalizzare l’attenzione su ciò che aveva razionalizzato quella mattina: doveva aspettare il ritorno di Harry e parlarne con lui e smetterla di fare supposizioni che gli facevano solo del male.
Sospirò e aprì la porta di casa. Immediatamente, notò che c’era qualcosa che non andava. Qualcuno era entrato in casa sua, mentre lui non c’era, ricordava bene di aver chiuso tutto alla perfezione e di non aver lasciato nessuna finestra aperta, ma il vento che arrivava dalla sala da pranzo suggeriva che la portafinestra che dava sul terrazzo fosse aperta. Cautamente entrò in casa, ma si tranquillizzò immediatamente, quando vide le scarpe di Harry abbandonate nel corridoio, era un dannatissimo disordinato e non riusciva proprio a togliergli l’abitudine di lasciare disordine ovunque. Ebbe la conferma che si trattasse di lui quando udì il familiare brusio della TV babbana che avevano in salotto. Probabilmente Harry si era messo a guardare qualche film, mentre lo aspettava. Ma quando era tornato? Non lo aveva avvisato?
Immediatamente, si diresse verso la sala da pranzo e si bloccò sotto la porta, un sorriso triste gli sfiorò le labbra. Harry si era addormentato sul divano ed era la cosa più adorabile che avesse mai visto. Doveva essere stanco per il viaggio…
Per un attimo, Draco mise da parte tutte le cose negative che aveva pensato, mise da parte gli articoli di giornale, le foto, i pettegolezzi e tutto il resto e restò lì ad ammirare il suo fidanzato che dormiva placidamente. Solo dopo averlo osservato ancora per un attimo, notò la sua gamba fasciata. Si era infortunato? Gli era successo qualcosa? Cosa? Perché non lo aveva chiamato? Si sarebbe occupato di lui immediatamente, perché gli aveva nascosto tutto? Cosa aveva fatto in America per tutto quel tempo? Allora quello che aveva letto sulle riviste era vero?
Draco non sapeva più cosa pensare, non sapeva più come comportarsi, era confuso, triste, ferito, arrabbiato, spaesato. Avrebbe solo voluto che tutto quello fosse un incubo. Un brutto incubo dal quale presto si sarebbe svegliato. E invece…
Avrebbe solo voluto che l’altro fosse stato sincero con lui, che gli avesse detto la verità prima di spezzargli il cuore.
Se Harry gli avesse detto che loro non potevano essere una coppia perché i suoi sentimenti per lui erano cambiati o perché aveva cambiato idea, avrebbe capito, avrebbe fatto male, lo avrebbe fatto soffrire, ma alla fine avrebbe capito e tra di loro sarebbe finita pacificamente. Invece aveva preferito mentire, aveva preferito fare le cose alle sue spalle e tradirlo in quel modo. Perché gli aveva tirato un colpo tanto basso?
C’era una sola che avrebbe dovuto fare, per salvaguardare se stesso e salvare il salvabile. Non si sarebbe ridotto ad essere il tradito della situazione, non si meritava di soffrire così, non dopo tutto quello che aveva fatto per lui, non dopo tutto quello che avevano passato insieme, meritava almeno la verità. Al suo risveglio, sarebbe stato lui a dire a Harry che tra di loro non aveva funzionato, che non poteva funzionare in quel modo e lo avrebbe lasciato, avrebbe messo un taglio alla loro relazione. Era stato bello, ma forse la loro relazione era arrivata a un punto di rottura, del quale non si era accorto e dal quale non potevano più tornare indietro. Doveva guardare in faccia la realtà e affrontarla a testa alta.
Quando gli occhi verdi di Harry si aprirono e quest’ultimo gli sorrise dolcemente, Draco rimase incantato sia dal suo sguardo che dal suo sorriso non riuscì a parlargli subito, ma poi deglutì il groppo che aveva in gola e:
«Dobbiamo parlare» disse tutto d’un fiato, la sua voce tremò leggermente, se avesse continuato a rimuginarci su, sarebbe stato solo peggio e non ne avrebbero mai parlato. «Merito di sapere la verità».
 

 
Harry sussultò. Non capiva davvero a cosa si riferisse Draco. Era stato in America per due mesi per partecipare a una nuova competizione sportiva ed era rimasto lì fino a quel giorno. Si era infortunato durante un allenamento particolarmente intenso e il suo coach, dopo averlo fatto assistere da un’equipe di guaritori esperti, lo aveva rispedito a casa con la prima passaporta internazionale disponibile, Harry non aveva potuto ribattere. Avrebbe dovuto restare in America per altri due mesi, ma alla fine era rientrato prima. Una parte di sé era stata felice di questo risvolto, già dopo due mesi sentiva la mancanza del suo fidanzato e non vedeva già l’ora di rivederlo, anche se la sua parte sportiva un po’ ne aveva risentito. Era arrivato a casa nel tardo pomeriggio quel giorno, ma non aveva trovato Draco in casa, ovviamente, aveva ipotizzato che si trovasse al lavoro – e infatti così era stato – così si era semplicemente appoggiato sul divano, aveva acceso la TV e lo aveva aspettato, ma si era addormentato improvvisamente a causa delle pozioni antidolorifiche che gli avevano somministrato e della stanchezza. Quando si era svegliato, ad accoglierlo non era stato il suo fidanzato felice di vederlo a casa prima del tempo, ma un Draco particolarmente nervoso, scosso e dagli occhi rossi.
Non appena li aveva notati, Harry era andato nel panico. Perché aveva gli occhi rossi? Cosa gli era successo? Aveva pianto? Quando? E perché? Le sue parole, poi, lo avevano spaventato ancora di più.
«Di cosa dobbiamo parlare?» chiese ancora assonnato «Che verità vuoi sapere?»
«Da quanto tempo mi nascondi le cose?» chiese bruscamente «Perché hai iniziato a mentirmi?»
Harry spalancò gli occhi, le ultime tracce di sonno sparirono completamente dal suo viso, dopo quella domanda. Di cosa stava parlando? Era successo qualcosa mentre lui era in America? Non riusciva a capire, stava ancora dormendo e stava sognando di litigare con Draco? O cosa?
«Non capisco di cosa stai parlando» replicò il moro, confuso. Davvero, non riusciva a capire perché Draco fosse così arrabbiato con lui. Cosa aveva fatto per farlo arrabbiare così tanto? C’entrava l’infortunio? Sì, probabilmente qualcuno della squadra lo aveva contattato per avvisarlo del suo rientro anticipato e di ciò che era accaduto sul campo. Dannato Fox, era stata tutta colpa sua che per sbaglio lo aveva disarcionato con un bolide. “Non puntavo a te, Harry, scusami!” – gli aveva detto, ma voluto o no, il danno ormai era stato fatto e lui non solo si era infortunato, ma non avrebbe più potuto partecipare alla competizione americana. «Ascolta, non ti ho detto dell’infortunio perché non volevo che ti preoccupassi, mentre eri al lavoro, è successo solo stamattina! O meglio… a New York erano le sette di mattina, qui penso fosse…» si fermò un attimo per fare i calcoli «… mezzogiorno, più o meno! Sono stato in ospedale fino alle undici, qui penso fossero intorno alle cinque del pomeriggio, più o meno… e il mio coach ha deciso di rispedirmi a casa» raccontò brevemente «Mi ha mandato qui con la prima passaporta internazionale disponibile, sono arrivato a casa alle sei! Ti stavo aspettando per raccontarti tutto, ma mi sono addormentato, non ti ho detto niente per non farti preoccupare, davvero» disse ancora una volta. Draco non disse niente, fumava di rabbia e Harry davvero non aveva idea di cosa fosse accaduto. Era successo qualcosa mentre era via? Aveva litigato con qualcuno? Non lo sapeva, brancolava nel buio, davvero. Draco si allontanò da lui e tornò dopo pochi minuti con alcuni pezzi di una pagina di giornale che, apparentemente, era stata distrutta da un incantesimo lacerante.
«Allora spiegami questo» disse freddamente «Da quanto va avanti la tua tresca con questo tizio?» chiese. Harry sbatté le palpebre e guardò i brandelli delle foto, perplesso. Usò un Reparo per poter osservare meglio l’immagine e spalancò gli occhi. Cosa ci faceva una sua foto in movimento con il suo nuovo compagno di squadra su quel giornale? Dagli strappi poteva leggere nel titolo le parole “nuova fiamma” “Sarà vero amore o” e nient’altro, ma gli bastarono per fargli capire cosa fosse successo. Perché la stampa aveva il dannato vizio di distorcere la realtà? Quella foto era stata scattata il giorno in cui avevano partecipato alla prima partita della competizione e l’avevano appena vinta, quindi stavano esultando tutti insieme, tutta la squadra. Perché qualcuno aveva pensato che tra di lui e quel ragazzo ci fosse qualcosa? E perché Draco credeva a quelle cose? Non aveva più fiducia in lui?
«Che diavolo significa questo, Draco?» chiese Harry, spalancando gli occhi, osservando ancora scioccato quel giornale «Non ho fatto niente, non puoi credere a queste stronzate!»
«Non mentire, Potter».
«Io non so niente di tutto questo!» esclamò, poi prese un profondo respiro cercando di calmarsi «Ascolta, Draco, amore, non ho fatto niente» disse con calma «Credi davvero alle cazzate del Settimanale delle Streghe o della Gazzetta del Profeta?» Harry cercò il suo sguardo per cercare di capire cosa gli passasse per la mente, non capiva perché Draco si fidasse di quel giornale, ma non di lui. Erano stati separati solo per due mesi, solo due, dannazione e questi erano bastati affinché mettesse in dubbio la sua sincerità? Davvero?
«Non ci credevo, fino a che non ho capito che stai continuando a mentirmi» asserì. Harry scosse la testa, scioccato. Come poteva credere che lo avesse tradito, appena sei mesi dopo la proposta di matrimonio? Come poteva credere a quelle cavolate? Come era successo? Quando il suo fidanzato aveva perso fiducia in lui?  Fu un attimo, Harry vide la rabbia di Draco tramutarsi in tristezza e i suoi occhi riempirsi di lacrime. «P-Perché non mi ami più?» fu un sussurro appena percepibile, ma che fermò il cuore di Harry. Chi aveva insinuato nella mente di Draco l’idea che lui non lo amasse? Quando era successo? Perché Draco non gliene aveva parlato subito? Si sentì in dovere di rettificare di smentire quella assurda voce che aveva destabilizzato tanto il biondo.
«Questa è la più grande cazzata che tu abbia mai detto, Draco» sussurrò Harry al suo orecchio «Io ti amo, lo sai» confessò «Ti amo fin da quando mi sono gettato tra te e una maledizione senza perdono, non ho mai smesso, anche se ci ho messo mesi a capire cosa provassi davvero» continuò «Ti ho amato per tutto questo tempo, per dannatissimi undici anni, non starò qui a sentirti dire cazzate sull’amore che provo per te, dannazione, ti ho chiesto di sposarmi!»
Repentinamente, davanti alle sue parole, la tristezza del biondo divenne nuovamente rabbia. Harry davvero non riusciva a capire il suo comportamento quella sera, l’unica cosa certa era che Draco era davvero fuori di sé, talmente tanto da non riuscire a contenere le emozioni. Maledizione.
«Vattene da casa mia!» gli urlò contro lanciandogli l’anello di fidanzamento addosso, l’altro sbiancò, mentre il suo cuore andava in mille pezzi, Draco potette sentirlo chiaramente, ma il suo si era rotto molto prima e non voleva continuare ad essere illuso da Harry Potter. Il moro raccolse l’anello, stringendolo tra le dita come se volesse proteggerlo da quel caos che era scoppiato all’improvviso in quella casa e alzò lo sguardo distrutto verso il biondo, alla ricerca di una spiegazione. «Vieni a dirmi che mi ami, quando è palese che frequenti un altro? E dimmi ci hai già fatto sesso? Immagino di sì! Mi fai schifo, Potter!»
«D-Draco…» tentò di dire il moro, ma Draco scosse la testa, non volendo sentire ciò che aveva da dire.
«Non voglio sentire più nessuna delle tue patetiche scuse!» esclamò ad alta voce, interrompendolo. Se Harry avesse parlato, se avesse detto un’altra cosa sui suoi sentimenti per lui, non sarebbe riuscito a mandarlo via, lo avrebbe stretto e, in qualche modo, lo avrebbe amato, rischiando di ferirsi di nuovo. Faceva già abbastanza male così, davvero.
«Ascoltami solo un attimo» disse Harry, cercando di prendergli la mano, il biondo scosse la testa e indietreggiò, fece per dire qualcosa, ma Harry lo precedette, esclamando con disperazione «Non ho nessun altro, quello è solo un mio compagno di squadra, un po’ appiccicoso a volte, quando esulta per la vittoria, ma è solo un mio compagno di squadra!» le sue parole sovrastarono la sua voce e lui si immobilizzò. Cosa? «E poi è etero, dannazione!»
«Certo, come no» mormorò sarcasticamente Draco, senza riuscire a credere alle sue menzogne «Sono stanco delle tue bugie. Credevo che fosse possibile, ci ho sperato davvero, ci abbiamo provato, ma non ha funzionato».
«Se vuoi interrompere la nostra relazione, non mettere me in mezzo, inventando scuse idiote» disse irritato «Ammetti che ti sei stancato di me e falla finita, Malfoy» disse «Cosa c’è undici anni con la stessa persona sono troppi? Vuoi cambiare aria? Sei libero di farlo, ma non azzardarti a darmi del traditore! Non ti ho mai tradito!»
Draco sbatté le palpebre, sentirsi chiamare per cognome non rientrava più nelle sue abitudini, dato che Harry per la metà del tempo lo chiamava per nome e per l’altra metà gli dava buffi nomignoli (Dray, amore, tesoro e tanti altri nomignoli vomitevoli) e la furia divampò come Ardemonio nel suo animo. Potter osava dargli la colpa per la rottura? Osava dirgli che si era stancato di lui? Dopo quello che lui gli aveva fatto?
«Certo, così per te è più facile lavarti la coscienza» sputò acidamente il biondo «Uno di noi due deve pur mettere fine a questa farsa» disse scuotendo la testa «Come vuoi, sì, mi sono stancato di te, ho bisogno di aria nuova dopo undici anni, è vero, non ho accettato la tua stupidissima proposta di matrimonio, sei mesi fa, è vero» disse sconfitto, scuotendo la testa, il suo cuore spezzato risuonò nella stanza «Quella è la porta, addio».
Harry lo fissò senza dire niente per un lungo istante, come se non credesse a ciò che era appena accaduto. Come avevano fatto a discutere in quel modo? A causa di un articolo? Ma perché Draco non voleva fidarsi di lui? Perché metteva in dubbio ogni cosa che gli diceva? Erano stati separati per due – frustranti, terribili, insopportabili – mesi, non poteva credere che in quel tempo il suo ragazzo avesse cambiato così repentinamente idea. Avevano intenzione di sposarsi nella pausa che Harry avrebbe preso dal Quidditch, quando sarebbe rientrato dall’America. Perché stava succedendo tutto quello? L’ex Grifondoro prese un respiro, pentendosi delle parole crudeli che aveva detto prima, non pensava davvero che Draco si fosse stancato di lui, ma sentirsi accusare in quel modo aveva fatto male, più di quanto avesse mai immaginato. Aveva bisogno di vederci chiaro in tutta quella faccenda, dovevano parlarne civilmente, senza urlarsi contro e senza accusarsi a vicenda. Era un atteggiamento controproducente e infantile, continuando in quel modo non avrebbero fatto altro che peggiorare la situazione. Harry prese un profondo respiro, cercando di calmarsi e poi guardò il suo compagno. Delle lacrime si erano formate agli angoli dei suoi occhi e che Merlino potesse fulminarlo in quel momento, non avrebbe fatto scivolare nemmeno una lacrima su quel bel volto. Per un attimo, si chiese come avrebbe reagito lui se la situazione fosse stata inversa. Se lui fosse stato nei panni di Draco, come avrebbe reagito a quegli articoli? Probabilmente nello stesso modo. Non per mancanza di fiducia, ma poteva immaginare cosa avesse passato il suo fidanzato, quando quegli articoli erano usciti. Probabilmente, aveva sentito persone borbottare alle sue spalle, pettegolezzi vari – soprattutto al lavoro, guaritori e infermieri sapevano essere molto pettegoli, quando ci si metteva – e probabilmente in quella situazione anche la sua fiducia avrebbe vacillato. Draco doveva aver respinto tutti i dubbi, fino a che non aveva scoperto la sua bugia sull’infortunio. Dovevano parlarne per il loro bene e quello della loro relazione. Non poteva finire a causa di pettegolezzi stupidi e infondati.
«Draco!» lo chiamò forse un po’ troppo bruscamente, l’altro sussultò «Credi davvero a quelle cazzate? Davvero? Stiamo insieme da undici anni, undici, credi davvero che potrei tradirti? Credi davvero che dopo tutto quello che abbiamo vissuto, io possa farti una cosa del genere?» Draco rimase immobile, strinse i pugni e scosse la testa. Harry sospirò e allungò una mano verso di lui, invitandolo a sedersi di nuovo accanto a lui. «Mi dispiace averti detto quelle cose prima» ammise rilasciando un respiro pesante. «Per favore, vieni qui e parliamone» disse Harry con tono più morbido, intenzionato a capire cosa stesse spaventando così tanto il suo fidanzato, ormai era ovvio che qualcosa lo spaventasse, poteva percepirlo chiaramente. Il biondo si sedette di nuovo accanto a lui e Harry, senza dire nulla, lo abbracciò forte. «Cosa c’è che non va? Parlami» gli disse piano «Lo sai che non ti farei mai una cosa simile, cosa ti sta succedendo?» Draco non rispose, ma Harry lo sentì tremare tra le sue braccia e lo strinse più forte. «Parlami, Dray…» mormorò al suo orecchio «Avevamo quasi diciotto anni quando ci siamo promessi che avremmo affrontato le difficoltà insieme, quindi parlami, sono qui con te» sussurrò «Te lo prometto, non ti giudicherò mai».
Draco deglutì, soggiogato dalla dolcezza di Harry e si strinse a lui, dando sfogo alle lacrime. «Non… non ho mai dato peso ai pettegolezzi» disse, cercando di scegliere bene le parole da dire «La prima volta che è uscita quella notizia, io… ho fatto finta di niente, anche se tutti parlavano alle mie spalle, io… sapevo che le cose erano false, che erano solo pettegolezzi» spiegò «Ma oggi è stato tremendo. Ho distrutto tutti gli articoli che arrivano, ma poi…» deglutì «Ho cercato di ignorarli e di convincermi che erano solo pettegolezzi, ma al San Mungo… li ho sentiti parlare e poi… quelle foto, maledizione, quelle foto, più pensavo ad esse, più mi convincevo che tu preferivi qualcun altro, perché magari è più giovane o…» deglutì, Harry non intervenne per smentire le sue parole, solo per dargli il tempo di riprendere fiato e lasciarlo continuare «Ho provato ad ignorare tutto e a convincermi che credendo a tutto quello, sarebbe stato come cadere nella trappola dei giornalisti, eppure… non lo so, Harry…» continuò «… non lo so cosa mi sia successo e…» prese un altro respiro «E poi quando ti ho visto a casa, infortunato, ho creduto che mi avessi mentito di nuovo e allora… ho tirato le mie conclusioni».
«… le conclusioni sbagliate» aggiunse Harry, correggendolo «Dray, amore, ascoltami per favore. Ti ricordi quello che ti ho detto quando ti ho chiesto di sposarmi?» gli chiese «Ti ricordi cosa ti ho promesso?»
Draco deglutì e annuì, guardandolo negli occhi. I ricordi di quel giorno tornarono rapidi nella mente di entrambi.
 

-

 
6 mesi prima
 
Harry era agitato. Controllò per l’ennesima volta che tutto fosse al suo posto in casa e che tutto ciò che aveva organizzato per Draco fosse in ordine. Non era un’occasione speciale, ma lui sperava che potesse esserlo in futuro, aveva architettato tutto alla perfezione. Aveva detto a Draco che sarebbe tornato a casa tardi dagli allenamenti, sapeva che il suo compagno quel giorno aveva un turno particolarmente lungo al San Mungo e che sarebbe tornato a casa tardi, aveva avuto tutto il tempo di organizzare al meglio la sua proposta. Erano due mesi che lui, Hermione e Ron andavano in giro per le gioiellerie alla ricerca dell’anello perfetto. Fin da quando lui e Draco erano andati a vivere insieme, aveva immaginato come sarebbe stato chiedergli di sposarlo. Aveva sempre fatto fatica, in passato ad aprire il suo cuore, soprattutto all’inizio della loro relazione, Draco era sempre stato quello romantico tra di loro. Per il loro primo anniversario, per esempio, Draco gli aveva organizzato una sorpresa bellissima e non solo. Draco tra di loro era sempre stato quello che aveva rivelato per primo i suoi sentimenti, quello che aveva lottato per essi. Per una volta, Harry voleva che quel ruolo toccasse anche a lui, certo, anche lui aveva dovuto lottare per la loro storia, ma senz’altro tra i due, Draco era quello che l’aveva fatta funzionare sempre. Harry voleva solo che sapesse quanto si sentiva fortunato ad averlo nella sua vita, voleva che sapesse che voleva passare il resto della sua vita accanto a lui, voleva che sapesse quanto in realtà lo amava. Ogni volta che era in compagnia di Draco, Harry si sentiva felice, anche se stavano insieme da dieci anni e mezzo, si sentiva innamorato come se fosse stato il primo giorno, ogni momento insieme a lui era speciale e ogni sforzo che facevano per passare anche solo cinque minuti insieme ne valeva la pena. Voleva sposarlo perché era la persona che amava, perché era la persona con cui voleva passare la sua vita e con cui voleva invecchiare. Poteva immaginare lui e Draco, seduti sul portico della loro casa, intenti a spiegare ai loro nipoti come si erano conosciuti, odiati, salvati a vicenda e amati.
Questi e altri erano stati i motivi che lo avevano spinto a prendere quella decisione, la più importante di tutta la sua vita. E adesso, mentre osservava il salotto con tutte le loro foto appese al soffitto e le luci soffuse e tutta l’atmosfera che aveva creato in quella stanza non poteva far altro che immaginare cosa sarebbe successo una volta che Draco fosse tornato a casa. Sperava che l’altro gli dicesse di sì, sapeva che Draco lo amava, ormai dopo tutti quegli anni il dubbio non l’aveva mai minimamente sfiorato – dopo tutto quello che avevano passato, gli sembrava anche stupido domandarsi ancora perché una persona come Draco amasse uno come lui, come potesse uno come il biondo amare uno come lui, ma dopo quasi tutti quegli anni l’aveva accettato e aveva smesso di porsi domande in merito – ma non sapeva come la pensasse sul matrimonio. Era un argomento che non avevano mai toccato, ma nel caso in cui l’altro non fosse stato pronto, aveva già un piano di riserva, quella serata non sarebbe stata un fiasco, di questo era assolutamente certo.
Harry lasciò andare un sospiro teso e toccò la tasca interna della sua giacca. La scatolina di velluto verde era lì. Harry controllò l’orario e si rese conto che Draco sarebbe arrivato da lì a un’ora. Controllò la cena che aveva preparato – grazie ai saggi consigli di Molly, che lo aveva istruito e indirizzato nella preparazione quasi perfetta di tutte le pietanze – e si complimentò con se stesso per aver curato ogni dettaglio di quella serata. Draco non si sarebbe mai aspettato quella sorpresa, Harry ne era sicuro. Desiderava la stessa felicità che anche i suoi amici avevano, Ron e Hermione si erano sposati due anni dopo aver finito gli studi a Hogwarts e avevano una bambina bellissima, Rose, di appena tre anni. Sia lui che Draco erano letteralmente innamorati di quella bimba e il sentimento era reciproco – anzi, forse lei aveva un debole maggiore per Draco, visto che il suo compagno tendeva a viziarla un po’ troppo – anche Blaise alla fine si era sposato, ma non con Neville. La loro relazione era finita subito dopo i M.A.G.O, quando Neville era stato scelto per un progetto di Erbologia per studiare le piante particolari dell’Irlanda. Blaise non aveva passato un buon periodo, ma poi grazie all’aiuto di Draco e soprattutto a quello di Theodore si era ripreso. Inaspettatamente, due anni dopo, era stato proprio con Nott che era convolato a nozze. Tutto il loro gruppo era rimasto sorpreso e scioccato dalla notizia, Theodore sembrava essere l’eterno single del gruppo e invece aveva sorpreso tutti con quel matrimonio. Harry aveva assistito a tutte le unioni dei suoi amici, li aveva supportati tutti e… adesso desiderava lo stesso per lui e per Draco. Non vedeva l’ora di vederlo e dirgli tutto quello che pensava su di lui, non vedeva l’ora di dirgli quanto lo amasse, quanto la sua sola presenza nella sua vita lo avesse reso la persona più felice dell’intero universo.
Solo in quel momento, si accorse di aver dimenticato di sistemare il mazzo di rose rosse che aveva comprato per lui, così lo prese pronto a metterlo sul tavolo, solo che in quel momento…
«Perché diavolo ti sei vestito come un damerino, Potter?» la voce di Draco lo fece sobbalzare, quando era arrivato? Aveva finito prima di lavorare? Perché non lo aveva sentito arrivare? Non si aspettava che smaterializzasse a casa, non lo faceva mai, di solito usava la Metro Polvere. «Non dirmi che mia madre ha organizzato un’altra delle sue serate di beneficenza».
«No, no…» rispose Harry «I-Io, uhm, ho… organizzato una serata speciale? Per noi due?» gli occhi grigi di Draco furono subito su di lui e il biondo si avvicinò pericolosamente al suo viso. «Non noti niente di diverso in questa stanza?» chiese. Il biondo sembrò notare solo in quel momento le decorazioni e si accigliò.
«Non è il nostro anniversario» disse, Harry scosse la testa «Neanche il mio compleanno» il moro negò ancora «Perché hai organizzato tutto questo?»
«Volevo che… uhm fosse una serata speciale… per noi?»
Draco sorrise maliziosamente, avvicinandosi a lui velocemente e avvicinandolo a sé. «Uhm… sai che mi piace quando devo toglierti vestiti che ti stanno stretti, anche se preferisco quando mi aspetti tutto nudo…» fece, togliendogli i fiori dalle mani, appoggiandoli sulla prima superficie a disposizione, poi lo avvicinò maggiormente a sé, facendo combaciare i loro corpi perfettamente, appoggiandogli le mani sulle natiche «Questo completo, poi, mette in evidenza il tuo bellissimo culo» soffiò, sorridendo maliziosamente. Premette le labbra contro le sue e Harry, di riflesso, appoggiò le mani sulle sue spalle per baciarlo meglio, però, quando Draco gli strinse con forza le natiche, facendogli scappare un gemito, Harry si separò da lui, impiegando tutta la sua forza di volontà, il suo autocontrollo, e scosse energicamente la testa.
«No, Draco… possiamo aspettare per questo, ho organizzato tutto per passare una serata speciale insieme» disse, cercando di mantenere il tono di voce fermo, anche se la sua mente e il suo cuore erano in subbuglio per il bacio mozzafiato che il biondo gli aveva appena dato, sentiva ancora le mani del biondo su di sé e aveva il fiato e il battito cardiaco accelerati, ma doveva resistere, anche se Draco lo stava guardando con desiderio e Harry si sentiva lusingato da quello sguardo, era inutile negarlo «Ho… ho organizzato una bella serata, non possiamo godercela prima?»
«È che sei irresistibile con quel completo addosso» asserì, flirtando con lui «Non è colpa mia se ho un compagno che gioca a Quidditch e ha un fisico invidiabile, oltre ad essere estremamente attraente».
Harry arrossì, le sue guance divennero rosse, fino alle orecchie «Smettila, scemo».
«Dico solo la verità» affermò, ammiccando nella sua direzione. «Quindi hai organizzato una serata romantica per noi?» chiese, Harry annuì sorridendo «E hai indossato quel completo, dannazione a te, Potter, la vita è così ingiusta».
Harry scoppiò a ridere, scuotendo la testa. Draco non la smetteva mai di flirtare con lui, neanche dopo quasi undici anni insieme, la loro relazione procedeva davvero a gonfie vele. «Non ci credo, c’è anche lo champagne?»
«Certo» rispose «E ho preparato la cena con tutte le cose che piacciono a te!»
«D’accordo, mi hai convinto» replicò Draco «Dammi cinque minuti, mi faccio una doccia gelida e mi rendo bello per te» aggiunse, dandogli un leggero bacio sulle labbra. Harry sorrise e annuì, trattenendosi dal dirgli che lui era sempre bello e gli disse che lo avrebbe aspettato in salotto. Draco annuì e sparì nel bagno, Harry provvide a mettere i fiori che l’altro non aveva neanche guardato in un vaso – sarebbe stato un peccato farli appassire subito, con quello che li aveva pagati – poi si sedette sul divano in attesa. Non vedeva l’ora di fargli la proposta, di vedere la gioia sul suo viso – se Draco avesse detto sì, era certo che avrebbe pianto dalla gioia – e di mettergli quell’anello al dito.
«Eccomi qua!» esclamò l’ex Serpeverde, comparendo alle sue spalle. Harry alzò lo sguardo su di lui e restò senza fiato. Draco era davvero il ragazzo più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita. Indossava un completo scuro, stretto che lo fasciava perfettamente nei punti giusti, mettendo in risalto il suo fisico allenato. Harry deglutì sonoramente, continuando a fargli una radiografia completa. Maledetto, lo sapeva che non gli resisteva con quel completo, lo aveva fatto di proposito, vero? «Sei rimasto senza parole, Potter?» gli chiese maliziosamente.
«Sei perfettamente consapevole di essere sexy, Draco».
«Lo so» replicò infatti, sorridendo sornione e avvicinando a lui. Repentinamente, gli mise le braccia attorno ai fianchi e lo avvicinò a sé con uno strattone, Harry deglutì e gli mise le mani sul petto, per allontanarlo leggermente da sé, prima che il suo ragazzo decidesse di saltargli addosso, come stava per fare quando era tornato dal lavoro e mettesse fine alla serata romantica. Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, non voleva che la libido dell’ex Serpeverde rovinasse ogni cosa – com’era già accaduto in passato. Non era stato esattamente facile per il biondo superare il trauma che aveva subito a sedici anni, ma da quando stavano insieme e da quando avevano fatto per la prima volta l’amore, le cose erano cambiate sotto tutti i punti di vista. Mese dopo mese, anno dopo anno, era stato sempre più facile per lui lasciarsi tutto alle spalle e dimenticare, Harry era stato al suo fianco per tutto il tempo, lo aveva supportato ogni giorno e aveva assistito in prima persona al cambiamento di Draco.
Il biondo annuì e si abbassò sul suo collo, lasciandogli un delicato bacio lì, dove sapeva esserci il suo punto debole, tracciò leggermente la linea della mandibola di Harry con le labbra, ci passò il naso con delicatezza, respirò il suo profumo, prima di iniziare a lasciargli dei delicati baci sul collo, sentendolo pian piano sciogliersi tra le sue braccia come la neve al sole. Draco sapeva esattamente quali punti toccare, per rendere Harry malleabile come la creta tra le sue mani.
«Sicuro di voler cenare e perdere tanto tempo?» soffiò contro il suo collo, prima di riprendere a baciarlo, mentre le sue mani armeggiavano con la camicia chiara del moro e si infilavano in fretta sotto di essa, accarezzandogli il petto.
«D-Draco…» si lamentò Harry ancora una volta, inclinando la testa all’indietro, lasciandogli campo libero. Il biondo ghignò, sapeva perfettamente che gli sarebbero bastate due moine per farlo cedere e distogliere la sua attenzione dalla cena che aveva organizzato. Senza replicare alla sua affermazione, gli lasciò un succhiotto sul collo, strappandogli un forte gemito.
«Adoro il tuo collo, lo sai…?» soffiò contro la sua pelle, il moro annuì, sentendo il corpo del biondo premere contro il proprio e si lasciò scappare un altro gemito di piacere «Sei così sexy vestito così… lo sai?» soffiò, togliendogli la giacca e aprendo con un gesto brusco la camicia, facendo saltare tutti i bottoni, per iniziare a baciargli il petto.  Harry annuì ancora. Voleva ribellarsi con tutto se stesso, perché aveva organizzato ogni cosa nei minimi dettagli, voleva trascorrere quella serata con lui, fargli la proposta… ma quando Draco si inginocchiò davanti a lui e gli aprì i pantaloni approfittando della sua distrazione, Harry non riuscì a far altro se non gemere, cedere e lasciare che egli facesse tutto ciò che più voleva con lui. Era suo.
Non si rese neanche conto che Draco li avesse semplicemente smaterializzati in camera da letto, semplicemente si ritrovò sdraiato a pancia in giù sul letto, nudo, con il biondo che gli baciava la schiena con lentezza, scendendo sempre più in basso. Gemette ad alta voce, mentre l’altro continuava a fare tutto ciò che più preferiva con lui: farlo impazzire. Lo sentì mormorare contro la sua pelle tesa, lo sentì gemere e semplicemente il suo cervello si spense, dimenticando la cena, la serata romantica che aveva organizzato, la proposta e tutto il resto; si girò verso Draco e lo coinvolse in un altro, lungo bacio appassionato sentendo il biondo ghignare contro le sue labbra e mormorare qualcosa di sconcio e per niente romantico. Le mani di Draco stavano facendo magie e lui si stava sentendo così bene, da riuscire a dimenticare tutto il resto per cinque minuti.
Vennero entrambi pochi minuti dopo, Draco crollò stanco sul corpo del suo ragazzo e alzò lo sguardo verso di lui, passò la mano tra i suoi capelli spettinati e sorrise soddisfatto, avvolgendo poi le sue braccia attorno al corpo dell’altro, sapeva che Harry amava le coccole post-sesso e lo baciò con delicatezza, trasmettendogli in quel modo tutto il suo amore.
«Io…» mormorò, poi si morse le labbra e scosse la testa, lanciò uno sguardo all’orologio sul comodino e sospirò «Mi hai ingannato anche stavolta!» esclamò piccato il moro, incrociando le braccia al petto «Draco! Avevo organizzato tutto!»
Draco rise, mettendosi seduto al centro del letto e inclinò la testa, raggiungendo con le labbra il suo collo.
«Beh, ho già consumato il dessert! Non è colpa mia se ho un ragazzo eccitante!» esclamò «E poi di cosa ti lamenti? Lo volevi anche tu, altrimenti mi sarei fermato» puntualizzò.
«Sei un idiota» borbottò, scuotendo la testa, cercando di nascondere il sorrisetto beffardo che gli era comparso sulle labbra. I suoi piani erano andati a monte, ma per una buona causa, dopotutto. «Vado a riscaldare la cena» affermò poi, alzandosi dal letto e cercando i suoi boxer.
«Non coprirti, lo sai, sei sexy quando giri nudo per la casa!»
«Draco, la smetti? Ma che hai stasera?»
Il biondo rise, scuotendo la testa e si sdraiò di nuovo sul letto, mettendo le braccia dietro alla tesa, mentre il moro raggiungeva la cucina, dopo aver indossato i boxer, per riscaldare la cena e portarla in camera da letto. Osservò velocemente la cucina e il salotto pensando di aver sprecato un sacco di tempo ad organizzare la sorpresa perfetta per Draco e alla fine… neanche se ne era accorto, beh non importava, alla fine non era niente di speciale, giusto? Aveva appena acceso il forno, quando due braccia forti lo abbracciarono da dietro e delle labbra si posarono sul suo collo per un rapido bacio.
«Ho visto il salotto solo adesso» mormorò «Hai fatto un lavoro splendido, quando hai trovato il tempo di stampare tutte quelle fotografie?» domandò.
«Uhm, ho degli aiutanti in gamba» ridacchiò «E stavo organizzando questo da un po’…»
Draco lo voltò verso di sé e lo guardò negli occhi «Davvero? Scusami se non l’ho notato prima, io…»
Harry gli mise una mano sulla guancia e gliel’accarezzò lentamente «Non importa, sono contento che ti sia piaciuto».
Il biondo annuì, nascondendo il viso contro la sua spalla. «Lo devo a qualche occasione speciale?»
«Uhm…» Harry si ritrovò a riflettere per un attimo. Ogni momento con Draco era speciale, bastava che ci fossero solo loro due. Realizzò in quel momento che non aveva bisogno di organizzare cose in grande stile per chiedergli di sposarlo, poteva anche farlo in mutande, dopo aver fatto l’amore con lui. Tutto il resto non importava, purché fossero stati insieme. Dopotutto, lui aveva provato ad essere romantico, ma alla fine tutto si era trasformato e i suoi piani non erano andati esattamente come previsto, ma… non doveva cambiare lo scopo per il quale aveva fatto tutto. «Aspettami qui» disse poi, allontanandosi da lui. Spense il forno velocemente e raggiunse il salotto, dove Draco aveva fatto cadere la sua giacca e trovò la scatolina di velluto, esattamente lì dove l’aveva lasciata. La strinse nel pugno e poi raggiunse di nuovo il suo ragazzo, che stava togliendo dal forno le pietanze che aveva messo a riscaldare.
«Dray?»
«Uhm?»
Draco si voltò verso di lui e Harry si inginocchiò in quel momento. Vide l’altro spalancare gli occhi, come se non si fosse mai aspettato un gesto del genere e sorrise soddisfatto. Per una volta, era davvero riuscito a sorprenderlo.
«Avevo organizzato tutto per farti una sorpresa romantica» disse Harry «Ma con te le cose sono sempre imprevedibili ed è una delle tante cose che amo della nostra relazione» confessò «Ti amo, Draco e desidero invecchiare insieme a te» continuò «Amo svegliami accanto a te tutte le mattine, amo il tuo broncio mattutino, amo la tua dolcezza e il tuo romanticismo, amo il modo in cui mi fai sentire da quasi undici anni» Draco aveva gli occhi spalancati e aveva mosso un paio di passi verso di lui «Amo il modo in cui mi baci, amo il modo in cui ti prendi cura di me ogni volta, amo tutto di te» aggiunse «E vorrei davvero, davvero passare il resto della mia vita con te, invecchiare con te ed essere ancora la tua spina nel fianco» si morse le labbra, per contenere l’emozione «Draco Malfoy, prometto di non farti mai soffrire, di prendermi cura di te e di renderti felice, mi vuoi sposare?»
Draco si asciugò una guancia, prima di abbassarsi alla sua altezza e baciarlo piano sulle labbra, prima di rispondere: «Sì». Come previsto, Harry iniziò a piangere per la felicità. E fu la serata più bella che entrambi avessero mai vissuto.
 

-

 
 
Ad entrambi sembrò di essere riemersi da un pensatoio, mentre i ricordi di quella sera di sei mesi prima si ripetevano nelle loro menti. Draco ricordava esattamente com’era andata quella sera, ricordava perfettamente l’amore, la felicità e tutto quello che aveva provato, ricordava anche di essere corso in camera da letto, di aver tirato fuori l’anello che aveva comprato per Harry per il loro anniversario e ricordava bene di averlo visto piangere di nuovo tra le sue braccia. Sono lacrime di felicità, gli aveva detto. Si sentiva uno stupido, un emerito imbecille per non aver pensato a quel giorno, per non aver riflettuto abbastanza sul giorno in cui si erano fidanzati ufficialmente. Avrebbe dovuto ricordare la promessa reciproca di essere sempre sinceri, di dirsi tutto, di non ferirsi a vicenda. Avrebbe dovuto imprimere meglio nella sua mente e nella sua memoria le parole di Harry, a causa di quei pettegolezzi stava quasi per perdere tutto.
«Draco…?» la voce del suo fidanzato lo riscosse, si ritrovò ad alzare lo sguardo verso di lui e a guardarlo scioccato, come si fosse appena ripreso da un lungo momento di trance, un momento di trance che era durato per tutta la giornata. Cosa gli era preso? Aveva davvero quasi lasciato andare Harry? Non ci credeva, la sua mente si era totalmente offuscata. Le parole sussurrate alle sue spalle, i dubbi, la tensione per il matrimonio, lo stress per il lavoro, lo stress per quella situazione ingestibile, lo stare da solo, gli sguardi giudicanti e… tutto si era riversato su di lui, offuscando la sua razionalità. Non aveva senso che se la prendesse con Harry, non aveva fatto niente. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stato vederlo a casa con la gamba infortunata. La sua vista si era completamente offuscata e la sua mente si era impostata solo sul pensiero che se Harry gli aveva mentito sull’infortunio, allora era ovvio che gli avesse mentito anche su tutto il resto e che quindi le insinuazioni dei giornali e dei pettegoli fossero vere. Aveva completamente smesso di ragionare e di riflettere e aveva accusato Harry senza neanche ascoltarlo. Solo quando Harry lo aveva quasi implorato di ricordare quel giorno di sei mesi prima, Draco aveva ripreso a ragionare normalmente e si era reso conto di aver esagerato, non aveva alcuna scusante per il suo comportamento, aveva quasi annullato tutto perché aveva stupidamente creduto a dei pettegolezzi, Harry non meritava un trattamento del genere.
«Mi dispiace» mormorò mortificato «Non so cosa mi sia preso, Harry, non sono così, lo sai» deglutì «Solo che…» non sapeva neanche come spiegarlo, era assurdo anche solo pensare una cosa del genere «Mi dispiace».
«Non hai niente di cui scusarti, amore» gli disse l’altro, dolcemente. Sentirgli dire quel soprannome fu come balsamo per le orecchie del biondo. Di solito, quando Harry lo chiamava con dei nomignoli, lui tendeva a storcere il naso, a dirgli che era troppo smielato, ma quella sera ne aveva davvero bisogno, aveva bisogno di sentire che Harry lo amasse ancora, nonostante il suo riprovevole comportamento «Non è colpa tua, sei sotto pressione e so che sei un po’… melodrammatico» Draco gonfiò le guance, imbronciato scuotendo la testa «Dray, non preoccuparti. Ho provato ad immaginare la situazione al contrario, se io fossi stato nei tuoi panni, forse avrei reagito nello stesso modo, con la differenza che ti avrei lanciato uno Stupeficium, prima di crollare».
«Pft, tu sai usare solo l’Expelliarmus, Potter» rimbeccò, lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso «Davvero, Harry, mi dispiace per averti detto tutte quelle cose ed averti quasi cacciato da casa, non lo meritavi, soprattutto nelle tue condizioni».
«Ho solo una caviglia slogata» borbottò Harry, poi lo guardò negli occhi «Stai meglio ora?»
«Dovrei chiederlo io a te» mormorò Draco, scuotendo la testa «Sì, sto bene, tranquillo, è stato solo un momento di… non so come definirlo, panico forse? Non lo so, Harry, so solo che erano giorni che sentivo quelle voci e cercavo di ignorarle con tutto me stesso, ma dopo le foto di oggi e aver sentito i miei colleghi che spettegolavano alle mie spalle… ho dato di matto» spiegò rapidamente, sperando che l’altro capisse come si era sentito e perché avesse reagito in quel modo. Non era lucido, questa era l’unica risposta valida a quello che era accaduto quel pomeriggio. Aveva perso la lucidità per un lungo momento ed era stato fortunato che il suo fidanzato non fosse andato via quando aveva provato a cacciarlo di casa e che avesse insistito per fargli ritrovare il senno. Non aveva altri modi per farsi perdonare se non quello di prendersi cura di Harry e mostrargli quanto si fosse pentito del suo atteggiamento stupido, per la sua mancanza di razionalità.
«Non preoccuparti» gli disse il moro, accarezzandogli una guancia dolcemente. Draco lo guardò negli occhi e gli rivolse un sorriso riconoscente. Non sapeva davvero cosa avesse fatto per meritare una persona come Harry nella sua vita, ma era fortunato ad averlo.
«Forza, ti porto in camera da letto» disse alzandosi dal divano e porgendo una mano all’altro, per aiutarlo ad alzarsi dal divano. Harry la strinse, senza dire null’altro e si alzò in piedi, lasciando andare un piccolo gemito di dolore quando mise il piede per terra. «Forse sarebbe meglio se tu non camminassi affatto» asserì il biondo, guardandolo traballare un po’ sulle sue gambe «Vieni, ti porto io» disse dandogli le spalle. Harry lo guardò perplesso e non disse niente, confuso. «Forza, non abbiamo tutta la serata!» l’altro non se lo fece ripetere due volte e saltò sulle spalle dell’altro, cercando di non pesare troppo su di lui. Draco afferrò le sue ginocchia, mentre Harry strinse le braccia attorno al suo collo.
«Devo farmi male più spesso, se poi ti comporti così» scherzò il moro «Diventi improvvisamente dolce, sai?»
«Sei un idiota» rimbeccò Draco «Andiamo» mormorò, iniziando a camminare verso il piano di sopra, dove si trovava la loro camera. In silenzio, salirono le scale, nessuno dei due aveva il coraggio di dire nulla in quel momento, entrambi stavano riflettendo su quanto accaduto nell’ultima ora e a come avessero affrontato quella breve crisi.
Draco era profondamente dispiaciuto del suo atteggiamento, non avrebbe mai voluto arrabbiarsi in quel modo con Harry, ma la perdita di lucidità aveva influito pesantemente su di lui. Raggiunta la camera da letto, fece scendere piano il suo ragazzo dalle sue spalle e lo posò sul letto. Poi estrasse la bacchetta ed eseguì un breve incantesimo diagnostico per capire quali danni avesse riportato la caviglia di Harry.
«Draco, è tutto okay, non c’è bisogno che tu ti prendi cura di me» gli disse l’altro per tranquillizzarlo «Sto bene».
«Sono un guaritore, non puoi chiedermi di non interessarmi della tua salute, soprattutto quando sei ferito e io ti ho urlato contro invece di occuparmi di te» ribatté «Lasciami lavorare» disse duramente, poi si morse le labbra e lo guardò dispiaciuto, accarezzandogli con estrema delicatezza la caviglia infortunata «Lascia che mi prenda cura di te, okay? Per favore…»
Harry lo guardò e nei suoi occhi lesse il suo reale bisogno, così annuì e si arrese, lasciando il controllo di quella cosa al suo compagno. Draco cambiò la benda, lamentandosi di chi aveva fatto quella medicazione, gli mise della pomata antinfiammatoria e controllò la prescrizione che gli avevano fatto i medimaghi americani. Storse il naso un paio di volte, ma poi annuì con convinzione e preparò tutti i medicinali e le pozioni che erano state prescritte a Harry. Lo aiutò anche a cambiarsi e passò un asciugamano umido sul suo corpo per rinfrescarlo un po’.
Ordinarono la cena d’asporto e la consumarono in camera da letto: Harry sul letto, Draco seduto su una sedia accanto al letto matrimoniale. Era un peccato che Harry avesse deciso di liberare Kreacher e che questo fosse andato a vivere con Narcissa, perché la sua indole servile lo aveva spinto verso l’ultima discendente della famiglia Black, quel giorno sarebbe stato utile avere un elfo domestico in casa.
La tempesta che si era appena abbattuta su di loro sembrava essere passata, anche se avevano ancora un sacco di cose di cui discutere, avevano ancora un sacco di cose da chiarire, ma per il momento tutto ciò che contava per entrambi era essere riusciti a riappacificarsi.
«Dray?» lo chiamò piano il moro dal letto, dopo che ebbero finito la cena, mentre l’altro si stava mettendo il pigiama. Draco alzò lo sguardo verso di lui e annuì, invitandolo a continuare la sua frase «Ehm, lo vuoi ancora?» chiese, mostrandogli l’anello che aveva portato con sé fin da quando Draco gliel’aveva lanciato addosso.
«Oh…» il biondo deglutì, aveva completamente dimenticato che in quello scatto d’ira avesse lanciato l’anello a Harry, non osava immaginare come si fosse sentito in quel momento, doveva aver creduto davvero che lui si fosse pentito di aver accettato la sua proposta di matrimonio e di avergliene fatta una a sua volta. «Mi dispiace, Harry…»
«Ci-Cioè? Non vuoi… non vuoi sposarmi più?» chiese il moro preoccupato «Okay… okay, se non ti senti pronto, possiamo aspettare» disse annuendo, più per se stesso che per l’altro «Va bene, non devi sentirti obbligato, non voglio che ti stressi, io posso aspettare». Man mano che parlava, Draco poteva sentire i cocci del cuore di Harry infrangersi e spezzarsi in altri frammenti sempre più piccoli. Si sentiva in colpa per averlo ridotto in quello stato, non era sua intenzione.
«No, no, Harry, non è come pensi tu» gli disse appunto «Mi dispiace aver reagito in quel modo e averti lanciato l’anello» spiegò «Non mi pento affatto di aver accettato la tua proposta, anzi… non avrei mai dovuto lanciartelo addosso in quel modo» si scusò ancora «Mi piacerebbe molto riaverlo».
Harry sembrò tirare un sospiro di sollievo e sulle sue labbra comparve un piccolo sorriso timido che riuscì a placare leggermente il senso di colpa di Draco, che ancora non riusciva a darsi una spiegazione per quanto gli fosse accaduto. Draco gli porse la mano e lui gli fece scivolare l’anello lungo tutto il dito, prima di prendere quella mano nella sua e baciargli tutte le nocche, iniziando da quella su cui aveva messo l’anello di fidanzamento.
«Ti amo» sussurrò il moro.
«Ti amo anch’io» replicò Draco, prima di prendergli il viso tra le mani e baciarlo dolcemente, per poi stringerlo a sé e cercare di dimenticare con lui quella brutta storia. Era stato solo un piccolo temporale che si era abbattuto su di loro, come un acquazzone estivo: devastante, ma passeggero. Nonostante avessero molto di cui parlare e su cui discutere, entrambi si sentirono sereni, soddisfatti e fieri di loro stessi per come, nella difficoltà, avevano saputo affrontare la crisi e superarla insieme, parlandone semplicemente.
 
 

 
Alcuni mesi dopo.
 
Draco osservava Harry e non riusciva a smettere di sorridere, pensando quanto fosse fortunato ad avere una persona come lui al suo fianco, una persona che adesso poteva chiamare marito, non avrebbe mai creduto che quel giorno fosse mai arrivato. Erano sposati. Lui, Draco Malfoy, era sposato con Harry Potter. Quasi gli sembrava irreale, a volte gli sembrava di essersi addormentato e di aver sognato per tutto il tempo, una felicità così era impossibile da provare.
La loro relazione non era stata sempre facile, avevano avuto la loro buona dose di problemi a causa delle rispettive insicurezze, a causa dei problemi che erano sopraggiunti, a causa di tutto ciò che li aveva circondati, ma alla fine l’eroe aveva vinto e aveva conquistato il cuore del suo principe. Un morbido sorriso si dipinse sulle labbra del biondo, mentre lo osservava parlare con Andromeda e sorriderle affabile. Probabilmente gli aveva fatto qualche domanda imbarazzante e lui, sempre cortese e mai maleducato, le aveva risposto eludendo la sua domanda con grazia. Era una tecnica che aveva imparato nel corso degli anni, tartassato dalla stampa per la maggior parte del tempo che trascorreva a Diagon Alley o a Hogsmeade, aveva imparato a gestire una sottile diplomazia anche con le persone che lo infastidivano, dopotutto era letteralmente una star del Quidditch. Anche quella mattina, quando erano usciti di casa per andare al Ministero della Magia e ufficializzare la loro unione, un gruppo di paparazzi li aveva trovati e aveva iniziato a scattare foto. Harry aveva fatto buon viso a cattivo gioco, mostrando loro il suo migliore sorriso, mentre stringeva a sé il suo quasi-marito, in modo che le nuove foto smentissero le voci che pochi mesi prima avevano fatto il giro del mondo magico e che avevano quasi intaccato la loro relazione. Draco, se ci ripensava, ancora si sentiva stupido.
Ed eccoli lì, dopo la cerimonia e ore di ricevimento nel giardino della villa di sua madre, stanchi per la giornata appena trascorsa, ma anche felici. Harry era raggiante, si era rilassato così tanto da andare contro le buone regole del bon-ton e togliersi la giacca, arrotolare le maniche della camicia fino al gomito, allentare la cravatta e sbottonare i primi bottoni della camicia, dopotutto era lo sposo, a lui tutto era concesso.
Draco restò senza fiato nel vederlo così: probabilmente era una delle cose più belle che avesse avuto la fortuna di vedere ed era suo. Dopotutto, erano state le sue parole durante la cerimonia: Draco, sono tuo – aveva detto – per tutta l’eternità, apparterrò a te e solamente a te. Draco aveva quasi rischiato di piangere dopo quella confessione, come poteva essere altrimenti? Harry non sapeva essere romantico la maggior parte delle volte, ma poi c’erano quei piccoli momenti, quelle dichiarazioni che erano in grado di fargli scoppiare il cuore di amore e di felicità. Assurdo. Era una persona estremamente fortunata, ne era perfettamente consapevole.
«Ehi Draco!» lo salutò Hermione comparendo alle sue spalle, sorridendo «Non siete sposati neanche da un giorno e Harry ti sta già trascurando? Ti annoi?» domandò divertita, guardando l’amico.
«Ehi Hermione» la salutò a sua volta, sorridendole «Oh sì, è stato rapito da mia zia e le sono grato! Visto che mi renderà la vita un inferno, meglio che per ora mi trascuri» scherzò lui, scuotendo la testa, la ragazza lo accompagnò nella risata «Sei splendida, non ho avuto modo di dirtelo prima» le disse «Allora, tra quanto arriverà il mio nipotino?»
Lei sorrise e arrossì leggermente al complimento. «Ti ringrazio» disse «Beh, questa piccola peste nascerà tra un paio di mesi» disse, sfiorando la pancia gonfia di sette mesi. Draco le sorrise felice e annuì, stava per chiedere a Hermione dove fosse la piccola Rose, quando una vocina urlò: «Zio Draco!» e una piccola peste dai capelli rossi corse nella sua direzione gettandosi tra le sue braccia. Draco rise, prendendo la bambina in braccio.
«Ehi Scricciolo!» esclamò il biondo.
«Zio, sembri un principe oggi! Sei bello! Più di zio Harry, ma non dirglielo, shhh!»
Ron sogghignò e annuì, intercettando con lo sguardo il suo migliore amico che cercava di sfuggire alle imbarazzanti domande di Andromeda, che non la smetteva di sorridere, asciugarsi le lacrime e abbracciarlo. Draco sghignazzava ogni volta che vedeva Harry in imbarazzo in quel modo, forse avrebbe dovuto raggiungerlo e salvarlo, ma poi vide anche Dora raggiungerli e Teddy aggrapparsi alla sua gamba e decise che suo marito era in buone mani. Così si voltò di nuovo verso i coniugi Weasley e sorrise, riprendendo a conversare amabilmente con loro.
«Adorabile» commentò Ron, vedendo sua figlia abbracciare Draco con forza e il biondo ricambiare la stretta affettuosamente «Con permesso, vado a salvare il mio migliore amico» scherzò, allontanandosi da Hermione, dopo averle dato un delicato bacio sulla guancia e una carezza sulla pancia. Draco ridacchiò, scuotendo la testa.
«Non ci credo che siete sposati anche voi!» esclamò Hermione, prendendo sua figlia dalle braccia di Draco «Sono così felice per voi, lo sai? Lo meritate entrambi».
«Neanche io ci credo, ma… ehi. Eccoci, qui» ammise sorridendo, mentre le sue gote si tingevano di rosso «E penso proprio che tu abbia ragione». La ragazza gli rivolse un sorriso gentile, poi due braccia forti circondarono i suoi fianchi, istintivamente il biondo, riconoscendo la presa, si rilassò e appoggiò la schiena contro il petto accogliente di Harry e si rilassò tra le sue braccia. Finalmente suo marito era scampato all’assalto ed era riuscito a raggiungerlo di nuovo.
Quasi gli era mancato, ma solo un po’.
«Hermione ha sempre ragione» puntualizzò «Su cosa stavolta?» domandò la sua voce calda, dritto nel suo orecchio, facendolo rabbrividire, dandogli un bacio sotto l’orecchio.
«Harry» sbuffò, incrociando le braccia al petto «Non vedo il motivo per cui dovrei rivelarti le mie conversazioni con Hermione». Il moro ridacchiò e gli diede un bacio sul collo, facendogli saltare il cuore in gola.
«Harry!» esclamò Draco sorpreso «C’è la bambina» protestò, indicando Rose. Harry arrossì, accorgendosi solo in quel momento che Hermione avesse in braccio Rose e fece un passo indietro, lasciando andare Draco.
«Ehm, scusa Herm» fece guardando l’amica, che rise a sua volta.
«Non preoccuparti, Harry» disse «Vado a recuperare mio marito» aggiunse «Congratulazioni ad entrambi, vi auguro tutta la felicità del mondo, ve la meritate». Entrambi sorrisero guardando l’amica e annuirono, ringraziandola. Harry voltò Draco verso di sé e il biondo gli avvolse le braccia attorno al collo.
«Allora, Signor Potter, come sta andando il suo giorno perfetto?» domandò il moro, sorridendo.
«Beh, Signor Malfoy, sta andando alla grande, grazie per l’interessamento» replicò il biondo sorridendo dolcemente «Sono davvero felice, Harry, ma non vedo l’ora di andare via e tornare a casa».
«Anche io» confessò l’altro, dandogli un bacio a stampo sulle labbra prima di abbracciarlo forte e stringerlo a sé «Posso chiedere al mio adorabile marito di ballare con me?» gli chiese dopo un po’, guardandolo negli occhi.
«Accetto solo se non mi pesti i piedi» rispose sorridendo, mentre sentiva il suo cuore battere ancora più forte nel petto.
«E sia, mi impegnerò» rispose Harry «Te lo prometto» aggiunse, prima di sciogliere il loro tenero abbraccio e trascinarlo in pista, mentre una musica romantica si espandeva nell’aria. Qualcosa gli diceva che quel te lo prometto, non si riferisse solo al ballo. Sorrise pensando che, forse, Harry gli aveva promesso, attraverso un ballo, che si sarebbe impegnato per far funzionare il loro matrimonio, come gli aveva già promesso in precedenza, per far sì che entrambi fossero felici, che si sarebbe impegnato affinché la loro relazione funzionasse fino al punto di trovarsi entrambi anziani, sul portico di una villetta a raccontare ai loro nipoti la loro storia d’amore, ad insegnare loro cosa significasse lottare per amore. Sorrise, l’immagine di quel futuro gli piaceva fin troppo.
Draco immaginò che Harry avesse organizzato quella piccola sorpresa, perché nessun altro stava ballando, nascose il viso nell’incavo del suo collo, mentre il moro gli stringeva delicatamente i fianchi e si muoveva dolcemente sulle note di quella dolce melodia. Era felice, finalmente, dopo tanto tempo, anche lui aveva trovato la felicità.
In passato, Draco non avrebbe mai immaginato di poter trovare esattamente ciò di cui aveva bisogno, finché non lo aveva trovato e in qualche modo, anche la sua favola, aveva raggiunto il tanto agognato lieto fine, il famoso vissero per sempre felici e contenti delle favole, perché Harry era tutto ciò che desiderava, tutto ciò che lo rendeva felice. Ne era stato consapevole a diciotto e adesso, a quasi trenta ne aveva l’assoluta certezza.
La festa volse al termine alcune ore dopo, la maggior parte dei loro amici era andata lì per congratularsi con loro e dare loro i loro migliori auguri, Draco e Harry si sentivano davvero fortunati, erano sposati ed erano circondati da persone meravigliose che erano sempre state pronti a supportarli e a sostenerli nelle difficoltà e che avevano gioito al loro fianco nei momenti felici. Erano felici che tutti si fossero uniti per festeggiare la loro unione, ma si sentirono entrambi sollevati quando la festa finì. Erano stanchi e volevano solo tornare a casa.
Quando si smaterializzarono a casa, Draco rimase sorpreso che Harry non li avesse smaterializzati già dentro e si chiese come mai avesse agito così, mentre apriva rapidamente la porta, ma suo marito aveva altri piani, per questo lo fermò immediatamente e, repentinamente, mise un braccio sotto alle sue ginocchia e uno dietro la sua schiena, prendendolo in braccio.
«Harry!» esclamò il biondo avvolgendo le braccia attorno al collo del marito, arrossendo «Che diavolo fai?»
«Voglio varcare la porta di casa, portando mio marito in braccio fino alla camera da letto come nei vecchi film» disse divertito. Harry emanava gioia da ogni poro, Draco poteva quasi specchiarsi nei suoi occhi tant’erano luminosi. E anche lui si sentiva così felice quel giorno, sembrava che tutta la sua vita, tutte le sofferenze e i problemi che aveva affrontato, fossero serviti a portarlo a quel giorno: il più felice della sua vita. Chi l’avrebbe mai detto che sposare Harry Potter potesse portargli tanta gioia? Sembrava uno scherzo del destino e invece era realtà. La persona che in passato aveva odiato di più, adesso era la sua fonte di gioia. Incredibile, ma vero. Il fato poteva essere riscritto, sembrava che lui e Harry fossero nati per odiarsi, erano due opposti: uno era un Grifondoro, l’altro un Serpeverde; uno si era sempre impegnato per aiutare il prossimo, l’altro aveva sempre fatto l’esatto opposto; uno aveva il cuore nobile di un principe delle favole, l’altro no; uno era il prescelto, l’altro il figlio di un Mangiamorte. Eppure, all’improvviso si erano incontrati a metà strada, si erano completati a vicenda e alla fine avevano imparato ad amarsi.
«Perché una persona, una volta, mi ha detto che il mondo non si divide in mangiamorte e persone buone, ognuno di noi ha una parte di oscurità e una di luce dentro di sé, ma ciò che siamo lo decidiamo noi» gli aveva detto Harry, quando lo aveva salvato nel bagno di Mirtilla Malcontenta e adesso Draco capiva esattamente cosa volesse dire quella frase. Non esisteva solo bianco o nero, non esistevano solo luce e ombra, Mangiamorte e Ordine della Fenice, c’era qualcosa in mezzo: la scelta. E Draco aveva fatto la scelta migliore della sua vita, quando aveva accettato la mano di Harry, in quel bagno. L’avrebbe afferrata altre mille volte, se il finale fosse stato sempre quello.
«Va bene, marito, fai quello che vuoi» accettò, avvolgendo le braccia attorno al suo collo. La situazione era abbastanza buffa perché Draco era più alto del moro di almeno dieci centimetri, ma non importava affatto in quel momento. Quando passarono attraverso la porta di casa loro come mariti, tutta la loro vita sembrò trovare un altro senso, un nuovo scopo, una nuova gioia. Era la cosa migliore che fosse capitata ad entrambi, da sempre.
Arrivare nella loro camera da letto in quel modo non fu facile come previsto, Harry rischiò di inciampare per le scale – e questo provocò una grossa risata da parte di Draco, mista a una lieve preoccupazione – ma alla fine giunsero sani e salvi in camera. Raggiungere il letto, sdraiarsi e scoppiare a ridere in sincrono fu decisamente più semplice. Entrambi erano ubriachi di felicità, gioiosi come non lo erano mai stati prima. Quando smisero di ridere, si guardarono negli occhi, specchiandosi l’uno nello sguardo dell’altro e iniziarono a baciarsi lentamente. Era sempre molto naturale tra di loro iniziare. Bastava un semplice sfioramento e le loro labbra iniziavano a cercarsi prima con dolcezza, poi con bramosia, fino a che ad entrambi non finiva l’’ossigeno dei polmoni. In quel momento, erano agevolati anche dal loro stato semi-brillo, troppi brindisi alla fine del ricevimento, avevano dato loro alla testa. Harry sentiva di avere la testa leggera, non solo per l’alcool, era anche ubriaco d’amore in quel momento. Era stata una giornata meravigliosa, dall’inizio alla fine e finalmente tra le sue braccia poteva stringere suo marito, ancora non credeva che fosse vero, ma doveva iniziare ad esserne convinto. Quello era suo marito, quella era la loro prima notte da sposati, una nuova consapevolezza si fece largo nel suo petto e nel suo cuore. Era tutto perfetto. La sua vita era perfetta.
Dopo aver ballato insieme, quando la musica era andata affievolendosi, si erano fermati al centro della pista e senza alcun imbarazzo, senza badare agli altri, si erano baciati a lungo, dimenticando tutto il mondo attorno a loro, dimenticando ogni sguardo su di loro. Harry aveva stretto a sé suo marito, sentendo una nuova felicità espandersi dentro il suo cuore, soprattutto quando quest’ultimo aveva ricambiato la stretta e il bacio con una passione tutta nuova. Le persone presenti nella sala attorno a loro erano scoppiate in un fragoroso applauso. Altri eventi si erano susseguiti, avevano abbracciato persone, avevano stretto mani, poi gli sposi avevano tagliato la torta e alla fine c’era stata una serie di brindisi che li aveva fatti quasi ubriacare. Ma tutto l’alcool del mondo magico e non avrebbe potuto far provare a Harry qualcosa di simile a quello che aveva provato quando Draco lo aveva baciato davanti a tutti, senza vergogna, senza paura, senza ripensamenti.  Spinto da quelle sensazioni, Harry ci mise poco a sovrastare Draco con il suo corpo, iniziando a spogliarlo in gran fretta, baciandogli ogni angolo di pelle libero, solo per sentire i suoi gemiti nelle orecchie. Voleva che il biondo si sentisse come lui, ubriaco d’amore e di felicità. Poteva sentire contro di sé che il suo sentimento era perfettamente ricambiato, Draco provava la stessa gioia con lui in quel momento e Harry non avrebbe potuto che esserne felice.
Quando il biondo fu libero dalla giacca ingombrante e dalla camicia, il moro iniziò un lungo percorso di baci e morsi, che partiva dal collo, fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni, che con maestria venne slacciata. Insieme ai pantaloni.
«Ha-Harry…» gemette Draco, cercando il suo sguardo. Harry si specchiò negli occhi grigi del marito e sorrise, gli accarezzò una guancia e si abbassò su di lui e gli rubò un altro bacio. A quel punto, Draco ribaltò le posizioni e, dopo averlo baciato con passione, iniziò a liberarlo da tutti i vestiti che secondo lui erano fin troppo ingombranti.
Presto la camera da letto si riempì di gemiti e di sospiri, di lievi imprecazioni, ma soprattutto d’amore. Un amore che avvolse entrambi, facendo quasi perdere loro i sensi. Come tutto di quella giornata, anche la loro prima notte di nozze fu speciale. Draco non riusciva a smettere di sussurrare a Harry parole dolci, parole colme d’amore, non riusciva a smettere di sussurrargli quanto lo amasse, quanto fosse felice con lui in quel momento. Quando, ormai appagati e soddisfatti, si sdraiarono sul letto, Harry si accoccolò al fianco di Draco e appoggiò la testa sul suo petto, all’altezza del suo cuore e sorrise, poi allungò una mano verso la sinistra del biondo e la intrecciò con la sua, osservando entrambe le mani con la fede nuziale, era un’emozione tutta nuova. Harry in tutta la sua vita non avrebbe mai creduto di potersi sentire così felice, così legato a qualcuno e invece eccolo lì, felice e sposato con la persona più importante della sua vita.
«Ci credi che siamo sposati?» domandò in un sussurro. Draco sorrise e gli diede un bacio sulla testa, tra i capelli.
«È come un sogno che diventa realtà» rispose, deglutendo «Se dodici anni fa, mi avessero detto che un giorno sarei stato felice nello stesso letto con te, avrei riso» scherzò coinvolgendo anche suo marito, che ridacchiò «Lo sai? Prima di te, tendevo a non aprire il mio cuore e a non mostrare mai agli altri ciò che provavo davvero, perché mi era stato insegnato che i sentimenti erano fonte di debolezza, che mostrarli significava essere deboli» disse ancora, accarezzandogli a spalla con il braccio destro, avvolto attorno alle sue spalle «Poi sei arrivato tu e mi hai… cambiato. Mi hai salvato, letteralmente» continuò, Harry sentiva il suo cuore battere troppo forte e le sue gote diventare rosse. Non poteva evitare di farlo, ogni volta che Draco iniziava a parlargli in quel modo, l’emozione lo travolgeva sempre «Grazie a te ho scoperto l’amore e ho capito che esprimere le proprie emozioni e i propri sentimenti non è un male né un segno di debolezza, anzi. È tutto fuorché questo, i miei sentimenti per te sono la mia forza» aggiunse «Eppure, Harry, non ho parole per descrivere quello che provo per te. Non ho parole per esprimere tutto l’amore e la felicità che provo adesso» disse ancora «Posso solo dire che ti amo e sarebbe anche riduttivo, ma sono felice di poterti chiamare marito».
Harry singhiozzò. Tutto il discorso di Draco gli aveva fatto venire i brividi e lo aveva commosso al punto tale che non era riuscito a trattenere le lacrime. Erano parole che lo avevano toccato nel profondo, diverse volte aveva sentito Draco proclamare il suo amore nei suoi confronti, ma in quel modo, con quella dolcezza, con quella sincerità… mai. «Ehi, non piangere…»
«Sono lacrime di gioia» mormorò Harry, alzando lo sguardo su di lui, guardandolo negli occhi «Draco, io prima di te non sapevo neanche cosa fosse l’amore. Credevo di saperlo, ma… tu mi hai aperto gli occhi, mi ha conquistato in ogni modo, mi hai salvato la vita, affrontando quel viaggio fino all’Oltretomba… Draco, nessuno prima di te mi aveva fatto sentire così amato, così voluto, così desiderato» continuò, cercando il suo sguardo, vedendo delle lacrime formarsi anche negli occhi dell’altro «Sei mio marito, ma non solo, tu… sei tutto per me» continuò «Sei sempre stato tutto ciò di cui avevo bisogno, sei stato un nemico in passato, sei stato un amico nel momento del bisogno, sei stato una spina nel fianco, ma… sei l’amore della mia vita, sei l’unica persone che conta per me… sei la mia famiglia, Draco» continuò. Alcune lacrime scivolarono anche sul viso del biondo, Harry gli mise le mani sulle guance e provò a scacciarle e a cancellarle «Ti amo, ti amo più di quanto tu possa immaginare e sì, hai ragione, dire ti amo è riduttivo. Ti amo così tanto che è inquantificabile a parole» concluse. Draco quasi singhiozzava e Harry si morse le labbra nel vederlo così «Ehi, non piangere…» disse imitando le sue parole di poco prima.
«Sono lacrime di felicità» replicò Draco sorridendo, prima di chiudere gli occhi e baciarlo di nuovo dolcemente.
Le lacrime di gioia ancora scorrevano rapide sulle loro guance, si mischiavano tra di loro e quel bacio fu il primo di una lunga serie di baci bagnati di lacrime che i due neo sposi si scambiarono quella sera. Per entrambi era stato come affrontare un lungo viaggio che aveva avuto solo una meta; una vita difficile vissuta da ognuno dei due con le proprie esperienze sia negative che positive, esperienze che sembravano averli portati solo in quella direzione, fino a quel momento: al loro tanto desiderato lieto fine, proprio come quello delle favole.
 

 
 
8 anni dopo
 
«Papà! Papà!»
Un bambino di undici anni saltò sul letto dei suoi genitori, urlando felice. Draco grugnì, aprendo gli occhi e scosse la spalla del marito con forza, per svegliarlo. Sapeva esattamente che giorno era e cosa stava accadendo e soprattutto perché loro figlio, Scorpius James Malfoy-Potter era così felice e pimpante, alle… - Draco diede una rapida occhiata alla sveglia sul suo comodino per capire che ore fossero e grugnì di nuovo – alle cinque e mezza del mattino.
«Papà! Svegliatevi!» esclamò il bambino, allegro «Papà! Oggi è il primo settembre, se non vi alzate faremo tardi!» urlò, continuando a saltare sul letto, in preda alla gioia più totale. «Papà!»
Draco grugnì ancora una volta, mentre Harry si destava in quel preciso istante. Avevano adottato quel piccolo terremoto un anno dopo essersi sposati, quando avevano realizzato che la loro casa fosse troppo vuota, entrambi desideravano donare il loro amore ad un’altra creatura e così alla fine, dopo diversi consulti, dopo aver parlato con diverse persone e con le loro famiglie, avevano optato per l’adozione. Era stato amore a prima vista per entrambi. Il bambino aveva solo quattro anni quando lo avevano adottato, l’orfanotrofio non aveva idea di chi fossero i genitori né sapeva se fosse figlio di due purosangue, mezzosangue o nati babbani, era stato abbandonato alla nascita e per quattro anni aveva vissuto in quell’orfanotrofio senza neanche avere un nome. Harry si era sentito subito infinitamente legato a quella storia, anche lui era orfano, ma lui aveva avuto la fortuna di essere stato trovato da Hagrid, anche se non era stato altrettanto fortunato nel crescere con quella famiglia. Draco ricordava bene di aver visto suo marito piangere dopo aver sentito la storia di quel bambino. Nel momento in cui avevano firmato tutte le carte ed avevano ottenuto la custodia di Scorpius, entrambi lo avevano immediatamente sentito parte della loro famiglia. Per ottenere l’adozione ufficiale ci era voluto un po’ più di tempo, ma alla fine erano diventati una famiglia. Né a Harry né a Draco importava l’origine del bambino, nel momento in cui era entrato in casa loro, era diventato loro figlio. Che fosse nato babbano, purosangue, mezzosangue o mago-no non importava. Draco per tutta la sua vita aveva creduto che le distinzioni di sangue fossero importanti, fino a che non si era innamorato di Harry e aveva capito che quelle discriminazioni erano pura follia, ma quando aveva stretto quel bambino a sé la prima volta, aveva davvero compreso cosa significasse amare qualcuno incondizionatamente, a prescindere da qualsiasi altra cosa. Si era chiesto più volte come avesse fatto suo padre ad avere una mente così chiusa, così limitata. Sua madre, invece, era stata felicissima della notizia, neanche a lei importava lo “stato di sangue” del bambino, nel momento in cui lo aveva visto, lo aveva chiamato nipote e aveva provato ad insegnargli la parola nonna, fino a che Scorpius non aveva imparato a pronunciarla perfettamente. Draco avrebbe giurato di aver visto sua madre piangere di gioia. Quando lo aveva preso da parte e lo aveva ringraziato per il regalo che gli aveva fatto, Draco quasi non si era commosso anche lui: sua madre, quella che in passato era stata una donna tutta d’un pezzo, fredda e quasi glaciale – soprattutto quando Lucius viveva ancora con loro – era felice di essere diventata nonna. Anche se quel bambino non era “biologicamente” loro, Draco, Harry e tutta la loro famiglia allargata, lo amavano allo stesso modo. Teddy Lupin lo aveva preso sotto la sua ala protettiva, Remus e Dora si sentivano quasi come dei nonni per lui – e così si facevano chiamare, di fatto – dato che avevano praticamente adottato Harry, quando Voldemort era stato sconfitto definitivamente; Ron, Hermione, tutti i Weasley e tutti i loro amici lo consideravano come un nipotino, Draco e Harry non avrebbero potuto essere più felici di così, avevano temuto che la scelta di adottare un bambino, piuttosto che provare ad averne uno “naturale” non fosse ben accolta dagli altri, ma si erano sbagliati e questo aveva permesso ad entrambi di vivere quel periodo nella pace più completa. Il giorno che Scorpius era diventato a tutti gli effetti loro figlio, Draco ricordava bene la scena di lui e Harry, stretti in un abbraccio forte accanto al letto in cui il bambino dormiva, che piangevano lacrime di gioia e soddisfazione. Avevano una famiglia loro. Draco sapeva quanto questo avesse colpito Harry nel profondo, lui all’età di Scorpius viveva in una famiglia che lo odiava, che lo trattava male, che non gli concedeva neanche un abbraccio.
E ancora, Draco ricordava bene il giorno in cui aveva visto Harry piangere – in silenzio, da solo nella camera da letto – la prima volta che Scorpius gli aveva chiesto un abbraccio. L’ho stretto, Draco – gli aveva detto in lacrime – l’ho stretto e non l’ho lasciato andare fino a che non me l’ha chiesto lui… non volevo che cercasse una coperta che sostituisse l’abbraccio. Draco aveva sentito come un pugno colpire il suo stomaco. Erano passati anni, ma ricordava ancora il dolore e la tristezza che aveva provato quando aveva visto quei ricordi di Harry, in cui aveva solo quattro anni e aveva chiesto un abbraccio come regalo di compleanno. Non aveva potuto fare a meno di stringere suo marito e rassicurarlo. Tu non farai mai mancare nessun abbraccio a nostro figlio, okay? Tu sarai un padre straordinario, lo so con certezza – gli aveva detto – E io sarò qui per stringerti ogni volta che ne avrai bisogno e sono sicuro che anche lui ti abbraccerà ogni volta che vorrai… okay? – Harry aveva annuito, ma Draco non lo aveva lasciato andare fino a che non si era calmato e aveva smesso di piangere. Forse non si sarebbero mai liberati del loro passato, ma sapevano che insieme potevano almeno provare a mettere tutto da parte e guardare al futuro con occhi più maturi e con speranze diverse.
Il giorno che Scorpius aveva ricevuto la lettera per Hogwarts quasi avevano pianto tutti di gioia, si erano sentito così fieri del loro bambino. Non potevano desiderare niente di diverso per lui se non la scuola in cui si erano conosciuti e avevano imparato ad amarsi. Andare a Diagon Alley con Scorpius era stato divertente e indimenticabile, Draco conservava gelosamente le foto che avevano scattato quel giorno. Anche se gli studenti del primo anno non potevano avere una scopa personale, Draco e Harry avevano deciso di regalare al loro bambino la scopa migliore in circolazione la Firebolt Comet 2017. Era l’ultimo modello uscito in commercio e sembrava essere una delle scope migliori esistenti, era un manico di scopa utilizzato anche dalla squadra di Quidditch che Harry allenava, dopo essersi ritirato dalle competizioni sportive. Avevano insistito per fargli avere un gufo personale, in modo che potessero comunicare con lui più facilmente, ma Scorpius aveva insistito – e per un attimo, a tutti e due era sembrato di avere un Draco Malfoy undicenne in miniatura davanti – per avere un gatto e loro non avevano saputo dirgli di no. Forse lo viziavano troppo, ma sapevano anche educarlo, quando era necessario. Scorpius non era un ragazzino maleducato, anzi, l’essere cresciuto praticamente insieme a Nonna Narcissa – soprattutto nei periodi in cui Draco e Harry erano sobbarcati di lavoro – aveva favorito il suo apprendimento delle buone maniere e di un perfetto decoro.
E poi il primo settembre era arrivato in fretta. Scorpius era cresciuto troppo in fretta, secondo il parere dei suoi genitori, che avrebbero preferito che lui restasse un bambino di quattro anni per tutta la vita.
«Papà, insomma! Vi alzate? Faremo tardi!»
«Scorpius, il treno non partirà prima delle undici, abbiamo tutto il tempo» gli rispose Harry, grugnendo appena e schiarendosi la voce. Draco ridacchiò e annuì, confermando le parole del marito.
«E se poi facciamo tardi e perdo il treno come papà Harry al secondo anno? Zio Ron mi ha raccontato tutto, vi siete schiantati sul muro! Non voglio schiantarmi sul muro!»
«Non ti schianterai sul muro, il passaggio era chiuso perché Dobby lo aveva chiuso con la magia» replicò Harry, guardando il figlio «Non faremo tardi, te lo prometto».
Il bambino si sedette sul letto, ai piedi dei genitori e si imbronciò, incrociando le braccia al petto. Nelle espressioni era la fotocopia di Draco, lo stesso broncio, lo stesso sopracciglio alzato in modo disgustato, quasi lo stesso sorriso.
«Forza, andiamo a fare colazione per prima cosa» disse Harry, alzandosi. Si voltò verso Draco e gli sorrise, dandogli un bacio sulla tempia «Tu dormi ancora un po’, ci penso io qui».
«Bleah! Papà!» esclamò teatralmente il ragazzino «Siete più sdolcinati di Teddy e la sua ragazza, ma voi siete vecchi!»
«A chi hai dato del vecchio, signorino?» domandò Draco, mettendosi seduto sul letto, scambiando un’occhiata complice con il marito al suo fianco che annuì, divertito anche lui.
«Voi due! Siete vecchi!» rispose Scorpius divertito. I due genitori scoppiarono a ridere, Draco lo afferrò per un braccio, trascinandolo tra le sue gambe e iniziando a fargli il solletico, mentre Harry lo imitava. Il bambino scoppiò a ridere e a cercare di liberarsi dalla presa dei genitori che, divertiti continuavano a fargli il solletico. La risata di quel bambino era puro balsamo per le loro orecchie, non avrebbero potuto chiedere nulla di meglio per loro e per la loro famiglia. Scorpius era un bambino estremamente sarcastico, vivace, allegro e solare. Non avrebbero potuto essere più felici nella loro via.
«Allora, chi è vecchio?» chiese Harry dopo un po’.
«Zio Ron è vecchio! Anche zio Blaise! Non voi!» rispose Scorpius ancora scosso dalle risate. I due genitori si fermarono annuendo soddisfatti per la risposta ottenuta, ma il ragazzino aveva ancora un asso nella manica, si alzò in fretta dal letto e corse via urlando: «Invece no, ve l’ho fatta! Siete voi i vecchi!»
Draco e Harry si scambiarono un’occhiata divertita e si alzarono, inseguendolo per la casa, pronti a dargli un’altra dose di solletico come punizione per le sue insinuazioni.
La mattinata comunque volò via in fretta, né Draco né Harry si aspettavano che il tempo potesse trascorrere tanto velocemente, dopo la colazione controllarono che nel baule di Scorpius non mancasse nulla, che avesse tutto il necessario e che tutto fosse sotto controllo. Lasciarlo andare era difficile per tutti e due, ma sapevano che dove stava andando, sarebbe stato al sicuro. Silente era andato in pensione da anni ormai, la McGranitt – nuova preside – e Piton – nuovo vicepreside – non permettevano che gli studenti venissero esposti a rischi inutili. Non c’erano troll pazzi liberati la notte di Halloween, non c’erano enormi serpenti pericolosi che strisciavano nelle tubature né ragni giganti né pericolosi dissennatori. Draco e Harry erano tranquilli sotto quel punto di vista, ma lasciare andare il loro prezioso bambino era davvero difficile per entrambi, anche se sapevano che Remus sarebbe stato il suo insegnante di Difesa e avrebbe sempre avuto un occhio particolare nei suoi confronti – anche se Non farò preferenze, Scorpius, capito? Solo perché sono tuo nonno, non significa che io ti dia un trattamento di riserva - Harry e Draco sapevano che sarebbe stato al sicuro a Hogwarts, ma dopo tutto quello che entrambi avevano vissuto tra quelle mura, un po’ di preoccupazione sembrava essere più che lecita, no?
Arrivarono alla stazione in perfetto orario, attraversarono il binario senza alcun problema – Visto? Te l’avevo detto che non ci saremmo schiantati da nessuna parte – e raggiunsero il treno. Draco non voleva lasciare andare Scorpius, sapeva che gli sarebbe mancato troppo, così lo abbracciò con forza.
«Papà, così mi metti in imbarazzo» mormorò il ragazzino. Il padre scosse la testa e non lo lasciò andare per una manciata di minuti, durante i quali Scorpius cercò di liberarsi della sua presa, con scarsi successi. Poi fu la volta di Harry, che ottenne lo stesso trattamento. Harry si ritrovò a ridacchiare, pensando che pochi anni prima era il bambino stesso a chiedergli di abbracciarlo forte. Adesso… era cresciuto e si imbarazzava, davvero quell’atteggiamento sembrava essere perfettamente Made in Malfoy family. Aveva passato troppo tempo con Narcissa, ne era sicuro.
«Mi raccomando» disse Harry, inginocchiandosi davanti a lui «Comportati bene e salutami la preside McGranitt».
«Va bene!» esclamò Scorpius sorridendo «Papà! Non te l’ho mai chiesto, ma secondo te… in che casa mi smisteranno?»
«Serpeverde, sei tale e quale a tuo padre» asserì indicando con la testa Draco, che gongolava annuendo, fiero del fatto che il suo ragazzo avesse buone possibilità di portare avanti la tradizione di famiglia.
«E se poi mi mettono in Grifondoro? Non voglio essere uno stupido grifone!»
«Draco!» esclamò Harry voltandosi verso il marito «Cosa insegni a tuo figlio?»
«La verità» asserì il biondo, inginocchiandosi accanto al marito, mettendo le mani sulle spalle del ragazzino. «Scorpius, tranquillo, in qualsiasi casa finirai, noi saremo fieri di te. Non importa, guarda tua zia Hermione, lei è sempre stata la strega più brillante del nostro anno, eppure era una Grifondoro» gli disse sorridendo «Teddy è stato un Tassorosso, ma pensi che abbia qualcosa in meno rispetto agli altri?»
«No! Teddy è figo!» esclamò «Allora voglio essere Tassorosso come lui!»
«Non è la tua casa che determina che persona sarai in futuro, okay?» fece il padre sorridendo «L’importante è che tu stringa amicizie importanti e che tu le custodisca per sempre nel tuo cuore» affermò, accarezzandogli la guancia «E chissà, magari anche tu un giorno incontrerai l’amore della tua vita tra quei corridoi».
«Papà!» «Potter!» l’esclamazione simultanea dei due, fece scoppiare Harry in una fragorosa risata. Erano davvero identici sotto molto punti di vista, anche se Scorpius era fisicamente diverso da entrambi, con il tempo aveva acquisito un sacco delle caratteristiche dell’atteggiamento di Draco e di Harry, anche se quelle di quest’ultimo erano meno evidenti. Nessuno poteva mettere in discussione di chi fosse figlio quel ragazzino.
«Ehi, ho solo detto la verità!»
«Sdolcinato» «Bleah!» di nuovo, parlarono all’unisono, facendo ridere ancora di più Harry, che si ritrovò ad abbracciare entrambi, avvolgendoli tra le sue braccia con forza. Draco sorrise contro il suo collo e annuì, comprendendo il suo stato d’animo in quel momento. Provava la stessa identica cosa.
«Oh, ma che bel quadretto familiare!» esclamò Ron, comparendo alle loro spalle «Non vi trovavo, pensavo foste in ritardo!» esclamò «Rose non fa che dire che faremo tardi».
«Perché stavamo facendo tardi, papà! Vero, mamma?»
«Ronald, ha ragione tua figlia, stavi perdendo troppo tempo» asserì Hermione scuotendo la testa. Harry e Draco si alzarono dall’asfalto e salutarono i loro amici. Era un’emozione nuova quella. Anni prima si erano incontrati lì per andare a Hogwarts, adesso erano riuniti lì per salutare i loro bambini che partivano per il loro primo anno.
«Zio Harry, zio Draco!» esclamò Rose abbracciandoli, mentre Scorpius correva ad abbracciare Ron e Hermione. Harry scambiò uno sguardo complice con i suoi amici. Neanche se avessero voluto farlo di proposito, sarebbero riusciti ad organizzare quella cosa: i loro figli, della stessa età, che partivano per Hogwarts. Quando il fischio del treno si udì per tutta la stazione, con un sospiro, Harry e Draco accompagnarono Scorpius sul treno, aiutandolo con il suo baule, poi lo salutarono definitivamente e scesero dal treno, lo videro dal finestrino iniziare a parlottare con Rose e sorrisero entrambi, soddisfatti e felici. Pochi minuti dopo, il treno partì e Harry cercò la mano di suo marito, che capì subito e la strinse nella sua, intrecciando le loro dita.
«Andrà tutto bene, dopotutto è nostro figlio, no?»
Harry annuì «Sì, andrà tutto bene» affermò, guardando il marito e sorridendo. Per un attimo, si toccò la cicatrice sulla fronte con la mano libera e sorrise, pensando che non gli facesse più male da ormai diciannove anni.
Andava tutto bene.


 

The end.



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Giuro solennemente di (non) avere buone intenzioni
 
Hola peps!
Sono viva, non preoccupatevi! Ma questo mese è stato… UGH. Assurdo. Perdonatemi se sono sparita.
Eccoci giunti all’epilogo della storia. Purtroppo le scorse settimane sono state un po’ impegnative (anzi diciamo pure quest’ultimo mese in generale) a causa della scadenza del primo capitolo della tesi e di tutta una serie di impegni che ho avuto. Ah, essere una laureanda ç_ç anyway, oltre alla tesi, si sono aggiunti due fattori: il fatto che non fossi soddisfatta dell’epilogo che mi ha portato a riscriverne molte parti e il non voler salutare questa storia. Sì, è stupido, ma non volevo metterle fine. Questa storia mi ha accompagnato per un lungo e confuso periodo e fa parte della mia routine da ormai più di un anno (ho iniziato a scriverla nel marzo del 2020, sì, proprio quel periodo lì ugh) e mi ha accompagnato per momenti difficili e non volevo ancora salutarla. Inoltre, proprio per questo volevo che l’epilogo fosse perfetto per Harry e Draco e non fosse qualcosa di cui non ero soddisfatta. E lo sono, adesso, lo sono davvero. Mi dispiace avervi fatto aspettare, ma eccoci qui. Spero che l’attesa ne sia valsa la pena. BTW.
Wow, che incredibile viaggio che è stato questa storia, vero? Siamo partiti dal sesto anno, dalla scena che a me fa girare sempre le scatole e siamo arrivati qui. Siamo partiti dalla domanda “e se riscrivessimo il destino?” e alla fine abbiamo ottenuto una risposta. Sì, ce l’hanno fatta. Hanno riscritto la storia e hanno superato tutte le loro sfide. Draco e Harry sono felici, sposati, hanno un figlio meraviglioso e dei nipoti che li adorano e vivono la loro vita serenamente, anche se ogni tanto litigano. (Draco: non sono io che litigo, è Potter che flirta con altri alle mie spalle. Harry: Non flirto con altri! Sono le persone che fraintendono! Io sono solo gentile. Draco: Gentile sto cazzo, Potter. Io: Avete finito di battibeccare anche qui?)
Peps siamo arrivati alla fine. E io neanche ci credo.
Sono così triste che voi non potete neanche immaginarlo, questa storia mi ha fatto compagnia in uno dei periodi più stressanti – e anche belli – della mia vita, quando l’ho iniziata a pubblicare avevo ancora un esame da fare e la tesi sembrava solo un miraggio e avevo ricevuto un sacco di no da probabili relatori, ero molto abbattuta lo confesso, ma adesso è tutto diverso,  sto lavorando alla tesi, ho un relatore bravissimo (anche se mi fa sclerare e non risponde mai alle mail ç_ç) e tra pochi mesi mi laureerò e non ci credo. Sono così emozionata che voi non potete davvero immaginarlo. E questa storia è sempre stata il mio porto sicuro nei momenti difficili, per questo è ancora più difficile salutarla per me.
Ho sudato su questa storia, sono stata presa da mille ricerche (manco fosse stata la mia tesi davvero ahah) soprattutto per la seconda parte e tutti i riferimenti mitologici, mi ha fatto impazzire e piangere, ma siamo arrivati alla fine. Ho riflettuto più volte sulla divisione dei capitoli, sulla divisione delle parti e su ogni singolo titolo che ho dato a tutte le sue componenti. È nel complesso la storia più lunga che io abbia mai scritto. 30 capitoli, tutti di almeno 10k parole, se non di più alcuni, l’ho iniziata a scrivere durante il primo lockdown, e anche se nel frattempo avevo messo mano ad altre storie, ho sempre continuato a scriverla, pezzo dopo pezzo, parte dopo parte.  Quando l’ho finita, non ero completamente soddisfatta e la terza parte è stata rivoluzionata (e anche l’epilogo è molto diverso dall’originale che avevo scritto), ma… eccoci qua. Giunti alla fine di questo lungo viaggio, iniziato ad ottobre e finito oggi.
Non credevo che questa storia potesse arrivare a tanto, come sempre credo nei miei progetti, nelle scelte che faccio di scrittura, ma sono anche consapevole che molte persone possono reputare pesante il leggere dei capitoli così lunghi (tipo quest’epilogo conta 17 pagine, quasi 18). Io sono stata fortunata, perché ho avuto voi al mio fianco, che non vi siete mai lamentati della lunghezza dei capitoli, che mi avete incoraggiata a continuare con la pubblicazione, che siete stati pazienti anche nei miei ritardi dell’ultimo periodo. Voi che con i vostri commenti, le vostre osservazioni, i vostri complimenti mi avete motivata, spronata ad andare avanti, che mi avete supportata. Io volevo solo “sistemare” il “Sectumsempra” e poi è nata TMH. Davvero, non trovo neanche le parole per ringraziare tutte le persone anzi no le mie PEPS (<3) che negli ultimi sette/otto mesi sono state al mio fianco. E a quello di Draco e Harry, che in questi lunghissimi trenta capitoli hanno costruito la loro storia d’amore, si sono salvati a vicenda e hanno imparato ad amarsi e a capirsi a vicenda. Grazie anche da parte dei miei Harry e Draco per tutto il supporto che avete dato loro e per gli insulti che a volte, giustamente, si sono beccati.
Harry resterà sempre il nostro #MaiCorvonero. (ormai tutti lo chiamano così, ma questo affettuoso soprannome è nato tra le note delle mie storie quindi sono molto proud di questa cosa u.u)
Io non so come ringraziare tutti voi che costantemente siete stati al mio fianco, fin dall’inizio di questa storia. (seguono lunghi ringraziamenti quindi se volete skippate al vostro nickname ahah)
Estel84 e Eevaa, le temerarie che sono state qui dal giorno unissimo e non hanno mai mollato, capitolo dopo capitolo, mi hanno supportato in ogni modo sempre con bellissime parole. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore per essere state al mio fianco per tutto questo tempo, per aver deciso di seguire questa lunghissima storia, per essere state sempre e costantemente al mio fianco e per il vostro supporto costante, vi ringrazio per tutti i complimenti e tutte le recensioni che mi avete lasciato. Avete tenuto duro fino alla fine, siete due veterane! Grazie davvero <3
Puffalanovita che è arrivata a metà della prima parte, ma da allora è stata un supporto costante, sempre presente in ogni capitolo e ha tenuto duro fino alla fine. Grazie infinite per le tue recensioni e i tuoi complimenti. <3
Ai_Amano e _blakeinblack11_ che, nonostante siano arrivate tra la fine della seconda parte e l’inizio della terza, hanno dato un supporto costante a questa storia e alla sottoscritta, con i loro commenti e il loro entusiasmo, sempre presente in ogni recensione che hanno lasciato. Grazie infinite per aver seguito e aver commentato fino ad adesso questa storia e per tutto il supporto che mi avete dato. <3
Infine vorrei ringraziare anche le persone che hanno lasciato uno o più commenti nel corso della storia, anche il vostro sostegno è stato molto apprezzato: Himeko82, tidi, Bubbi2512, Haxensays, Sereously, Beatrix Granger, Fabiana21 (se ve lo state chiedendo sì, ho cercato tutti i nomi di tutte le persone che hanno lasciato anche solo un commento, spero di non averne dimenticato nessuno, in quel caso ringrazio anche voi!)  e grazie anche a tutti i lettori silenziosi, che hanno solo speso un click per leggere la storia, a coloro che hanno inserito la storia tra le seguite, tra preferite e tra le ricordate. Grazie a tutti per il prezioso supporto a questa storia e a quest’autrice un po’ idiota.
Grazie anche alle canzoni thailandesi che hanno dato il titolo a quasi tutti i capitoli della terza parte (tranne alcuni… XD)
Non vorrei mai finire queste note, né vorrei cliccare la spunta della storia “completa”, ma se da una parte sono triste perché questo viaggio è finito, dall’altra sono contenta e soddisfatta perché sono riuscita a portare a termine una storia di più di 300k. Non avevo mai raggiunto un risultato così e sono davvero soddisfatta.
Spero che l’epilogo vi sia piaciuto e sia stato all’altezza degli altri capitoli della storia, che dia una degna conclusione a questa storia iniziata al sesto anno di Harry e Draco. Spero che i miei Harry e Draco vi abbiano lasciato qualcosa e che io come autrice vi abbia lasciato qualcosa. Spero che questa storia vi abbia tenuto compagnia in questi periodi incerti e di avervi strappato almeno un sorriso nei momenti tristi.
Sembra un messaggio d’addio, ma non lo è. È solo un arrivederci, until we meet again. (Estel84, scusa la cit. ma volevo troppo farlo AHAH) mi prenderò un piccolo periodo di pausa dalla pubblicazione per poter finire la tesi in pace e poi tornare a lavorare sulle altre storie che ho in corso per Harry e Draco (credevate che questa sarebbe stata l’ultima? EBBENE NO!) Non so dirvi quando tornerò precisamente, dipende da quanto tempo impiegherò a scrivere la tesi e poi a finire le altre storie, ma tornerò. Questa è una minaccia. LOL Per non perdervi alcun tipo di aggiornamento, l’invito a seguirmi su FB è sempre valido (Chiara Efp) e niente. Queste note stanno diventando più lunghe dell’epilogo… (Draco: Sì, infatti, taglia! Tutti vogliono sapere come va a finire la storia, non perdere tempo a scrivere queste note. Io: Draco, posso sempre decidere di ucciderti male, OKAY? AH no, l’ho già fatto in una storia. NON DIMENTICARLO. Draco: Harry, proteggimi dall’autrice pazza! Harry: *arriva a suon di Expelliarmus*)
Bene, PEPS, penso di aver detto tutto quello che volevo dire. Grazie a tutti per il supporto e per aver seguito questa storia, grazie per essere stati con me e per aver sclerato male su questa storia insieme a me.
Grazie infinite per il supporto e per tutte le belle parole che mi avete detto.
See you soon, my peps! :3
Love ya all <3
#StaySafe
 
E per l’ultima volta… (fino al mio ritorno)
 
 
Fatto il misfatto

 

   
 
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