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Autore: Le Streghe    31/08/2009    10 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo10
Destino Inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 10

Scherzi dell'histuzen

«Non riesco a capire perché vada sempre a finire così!» Borbottò Watanuki, avanzando con passo spedito.
Davanti a lui, Doumeki camminava seguendo le istruzioni riportate sulla piantina consegnatagli dalla strega.
«Insomma... non bastava chiamarmi nel giorno libero per una stupida merenda. No, doveva farsi trovare con l'amewarashi in vena di minacce!!» Continuò il primo, con fare lamentoso. La mente che intanto, tornava a qualche ora prima, quando la strega aveva inviato al tempio uno dei suoi origami-messaggeri, intimando ai due ragazzi di raggiungerla subito.
«Non fosse stato per Mugetsu a quest'ora avrei non so quanti bernoccoli a furia di ombrellate.» Continuò, massaggiandosi la testa. «Insomma, non è colpa mia se sono in questa situazione! » Si lamentò ricordandosi di come l'Amewarashi lo avesse avvertito di non correre rischi tali da far piangere la Zashikiwarashi.
«Non può piombare da Yuuko-san per minacciarmi di mandarme i karasu-tengu. Sono io che rischio la vita qui, non lei!» Urlò.
In quel preciso istante l'arciere, fermatosi davanti ad un'insegna luminosa, lo obbligò ad interrompere il suo monologo. «Siamo arrivati.»
«Che?» Domandò il più piccolo, improvvisamente dimentico di cosa stessero per fare. «Giusto! Parliamo del perché mi ha affibbiato anche uno dei suoi stupidi incarichi!» Urlò.
«Oi...» Lo richiamò Doumeki.
«Che c'è?!»
L'arciere indicò l’insegna. «Siamo arrivati.» Ripetè.

Una volta entrati, si trovarono travolti da una musica ballabile, accompagnata da varie luci che, cambiando continuamente colore, si proiettavano sui muri del locale.
Dopo un attimo di esitazione i due ragazzi si avviarono verso il bancone, in cerca di informazioni.
La strega aveva detto loro di chiedere di un certo Higarashi e, desiderosi di portare a termine l'incarico, optarono entrambi per la soluzione più rapida: chiedere.
Purtroppo per loro, Higarashi sembrava essere una persona parecchio impegnata così, dietro consiglio del barista, finirono col prendere posto su uno dei divanetti dello strano locale.
«Mi chiedo che razza di posto sia questo!» Borbottò Watanuki guardandosi intorno e arrossendo per l'imbarazzo.
«Perché?» Domandò Doumeki, posando il menu che aveva tra le mani.
Watanuki lo guardò con  fare scocciato. «Come sarebbe perché?» Continuò, indicando un paio di uomini che, nella piccola pista del pub, stavano ballando strofinandosi l'uno con l'altro. «Non lo vedi?» Domandò, mentre il colorito aumentava di altri due toni.
Incuriosito dalla reazione dell'amico, l'arciere si guardò intorno, notando la clientela formata in prevalenza da uomini all'apparenza impegnati gli uni con gli altri. «Ah... intendi questo...» Dichiarò con noncuranza.
«Come fai a stare così calmo!» Sbottò il più piccolo, allontanandosi un po' dall'altro per evitare equivoci.
In quel preciso istante, un ragazzo di bella presenza, con capelli castani e occhi decisamente espressivi, si avvicinò al loro tavolo, osservando con particolare attenzione Doumeki.  «Volete ordinare qualcosa?» Domandò, posando una ciotola colma di salatini.
L'arciere si voltò in direzione di Watanuki. «Ordiniamo?» Chiese, iniziando a mangiare.
«Devo ricordarti che siamo qui per lavoro?» Ribattè l'altro, sentendosi improvvisamente nervoso.
Doumeki lo guardò senza rispondere, prendendo delle noccioline e guardandosi intorno.
Dopo qualche secondo, stanco di essere osservato mentre mangiava, lanciò una rapida occhiata al cameriere, ancora in attesa. «Non prendiamo niente.» Dichiarò.
Alla risposta negativa, il giovane non fece una piega cercando di convincere i due ragazzi ad ordinare visto che, conoscendolo, Higarashi si sarebbe fatto attendere non poco.

Posto dinanzi a quella prospettiva, Doumeki decise di cambiare tattica. «Allora portaci un sakè ed un tè.»
Sentendosi del tutto ignorato, Watanuki lo guardò con rabbia. «Hei! Per chi sarebbe il tè?» Si lamentò. «Chi ti da il diritto di ordinare per me!»
Attratto dalle urla, un nuovo ragazzo, apparentemente poco più giovane del cameriere, si avvicinò al loro tavolo, ponendo le mani sulle spalle di quello che, evidentemente, era un suo amico. «Sorpresa!» Esclamò osservando con interesse i due ragazzi, ancora intenti a discutere. «Non mi presenti i nuovi clienti?» Domandò poi al cameriere.
«Oh sei tu!» Replicò il ragazzo, per niente stupito. «Presentati da solo mentre vado a prendergli da bere.» Esclamò, tornando a guardare i due ragazzi per poi rivolgersi al più piccolo. «Come lo vuoi il tè?»
Ancora indispettito per la mancanza di modi dell'arciere, Watanuki alzò uno sguardo iroso verso il cameriere. «Nero!» Sbottò.
Senza ribattere a tanta scortesia, il cameriere rivolse uno sguardo all'amico, allontanandosi in fretta.
«Allora...» Esordì l'altro mettendosi a sedere di fronte ai due ragazzi. «State insieme?» Domandò, osservando come il più piccolo si fosse avvicinato con fare bellicoso verso il più grande.
«Che?» Replicò Watanuki, allontanandosi di colpo dall'arciere. «Noi due?» Chiese, mentre il colorito diventava simile a quello di una ciliegia. «No! Non è così! Non è come sembra!» Urlo agitando le braccia davanti a sé.
Soddisfatto per la risposta, il ragazzo appoggiò il mento ad una mano, osservando Doumeki, ancora intento a mangiare noccioline. «E dimmi... stai con qualcuno?»
«No.» Fu la risposta dell'altro.
«Bene...» Riprese il giovane, bloccandosi nel notare che l'amico era già di ritorno con le bevande. «Sei stato rapido!» Esclamò con un sorrisetto.
«Già... e tu invece hai deciso di provarci col cliente più bello della serata, vero?» Replicò l'altro posando sul tavolo sakè e tazza di tè.
Alla vista dell'ordinazione, Doumeki mostrò al cameriere la ciotola quasi vuota.  «Ancora...» Ordinò.
Il ragazzo gli sorrise allontanandosi prontamente e l'amico ne approfittò per riprendere la conversazione interrotta. «Sai che sei davvero affascinante?» Esclamò, rivolgendosi all'arciere.
«Uh? Grazie.» Rispose il ragazzo con aria distratta.
«Non dovresti bere, lo sai?» Si intromise Watanuki, la cui rabbia era ormai ai massimi livelli.
«Perché?»
«Come sarebbe perché! Non hai ancora vent'anni!» Sbottò il più giovane.
Quelle parole sembrarono colpire il ragazzo seduto difronte a loro, che dopo qualche secondo ridacchiò. «Oh! Sei così affascinante che ti credevo più grande.» Dichiarò, domandandosi quanti anni avessero i due.
Doumeki ignorò quell'intervento, fissando Watanuki. «Sei troppo teso.»
«Il tuo amico ha ragione...» Constatò il ragazzo. «A me sembra che regga l'alcol meglio di tanta altra gente...» Sospirò fissando l'arciere con sguardo trasognato. «Senti... com'è che ti chiami?» Domandò.
«Shizuka.» Rispose l'altro portando alla bocca altre noccioline.
«È ovvio che sono teso!» Protestò Watanuki. «E non presentarti solo con il primo nome. Non è educato!» Lo sgridò. L'espressione un po' più stanca.
«Ma no... che dici. È un nome bellissimo.» Ribattè il ragazzo, notando il cameriere nuovamente in arrivo.
«Ecco qua!» Eslcamò questi, posando davanti a Doumeki, una ciotola piena di noccioline. «E tu...» Continuò, rivolgendosi all'amico. «Smettila di importunare i clienti. E vieni ad aiutarmi di là piuttosto.»
L'altro ragazzo si alzò malvolentieri e dopo aver promesso di tornare al più presto si allontanò con il cameriere.
Approfittando della rinnovata calma, Doumeki afferrò il polso di Watanuki che, preso alla sprovvista, arrossì scandandosi appena. «N...non fare certe cose in pubblico!» Esclamò.
«Eri pallido.» Chiarì l'altro.
«Si ma...» Continuò il più giovane, avvicinandosi per non farsi sentire. «In un posto del genere, se vedono simili gesti... Potrebbero scambiarci per una coppia.» Bisbigliò.
«Che lo pensino.» Replicò l'altro, continuando a mangiare.
Watanuki si limitò a fissarlo e nel farlo si rese conto di come Doumeki fosse effettivamente affascinante. Quel pensiero sembrò scuoterlo nel profondo e, deciso a non dar seguito alle immagini che avevano preso a rincorrersi nella sua mente, si obbligò a distrarsi, notando il continuo masticare dell'altro. «E smettila con le noccioline!» Borbottò cercando di sottrargli la ciotola per poi sbilanciarsi e finire a pochi centrimetri dal suo viso. Gli occhi improvvisamente catturati da quelli dell'arciere che, mano ferma sulla ciotola, rimase a fissarlo decisamente attratto dall'espressione imbarazzata del ragazzo.
Restarono immobili per diversi secondi, fin quando un uomo non giunse ad interromperli, comunicando loro di essere il signor Higarashi e di avere una consegna per loro.
Doumeki che fu il primo a riprendersi da quell'attimo fermo nel tempo, si alzò per seguirlo.
Watanuki invece restò fermo dov'era. La mente come intorpidita.
Quando notò l'assenza dell'arciere, ricordandone se pur vagamente il motivo, osservò per un po' il punto in cui era sparito, portandosi una mano al cuore. «Cos'è successo...» Mormorò. Da quanto si erano seduti a quel tavolo le emozioni provate erano state tante da confonderlo. In un primo momento, si era sentito geloso delle attenzioni che gli altri rivolgevano all'amico. Poi... quel contatto improvviso gli aveva mandato il cuore in tilt, confondendolo e spaventandolo. Insomma, si trattava pur sempre di Doumeki e dopo il sogno del giorno prima, trovarsi davanti a certi interrogativi rischiava di rivelarsi pericoloso. Senza contare che, ultimamente, le cose strane si erano fatte sempre più frequenti. Non ultima la sensazione di essere in qualche modo influenzato da qualcosa di indefinito.
Quell'ultimo pensiero, fu interrotto dalla voce dell'arciere che, posate due casse di alcolici sul tavolo, gli comunicò che potevano andarsene.
«Cosa?» Watanuki alzò lo sguardo sull'altro, arrossendo di colpo. «S...si!» Esclamò alzandosi. «Vado a pagare e possiamo andare.»
«Ci ho pensato io.» Dichiarò Doumeki. «Andiamo.»
Watanuki lo guardò con espressione piccata. «Come sarebbe che hai pagato tu!» Esclamò, afferrando la cassa. «Non sono la tua ragazza! Nè il tuo ragazzo!» Rettificò, guardandosi intorno.
«Idiota.» Replicò l'arcere facendogli strada verso l'uscita.
«Idiota a chi!» Continuò l'altro seguendolo. «Fortuna che almeno quei due si siano tolti dalle scatole!» Borbottò.
«Ti salutano.»
«Cosa?» Chiese il più piccolo fermandosi di colpo. «Li... hai rivisti?» Si informò, improvvisamente conscio di essere geloso.
«Mentre pagavo. Mi hanno lasciato i loro recapiti.» Dichiarò Doumeki in tono neutro.
«Che hai detto? E... tu li hai presi?»
Doumeki gli lanciò un'occhiata laterale. «Si... perché sei interessato ad uno dei due?»
«Tss figuriamoci!» Protestò Watanuki con voce più bassa del solito. Nonosante fossero passati solo 10 minuti dall'ultimo contatto, l'energia era decisamente in calo. Consapevole di ciò, posò la cassa in un angolo, appoggiandosi al muro. «E comunque...» Continuò debolmente. «Non dovresti dare il tuo numero a degli sconosciuti!»
Doumeki gli andò vicino, posando a sua volta la cassa e guardandolo con espressione seria. «Non l'ho fatto.»
«Che? Non gli hai dato il tuo?»
«No...» Rispose l'arciere fissandolo. «Perché ti interessa?»
A quella domanda, Watanuki ripensò a quanto stava sforzandosi di negare dal giorno prima. «E...ecco, non mi interessa infatti. Solo che... io vivo a casa tua ora, e se entrassero dei maniaci, conoscendo la mia sfortuna se la prenderebbero con me!» Borbottò arrossendo notevolmente. «E comunque... visto come stanno le cose, sei tu il vero maniaco. Poveretti! Non li invidio affatto!» Sbuffò, voltandosi dall'altra parte.
Nel sentirsi apostrofare a quel modo l'arciere mosse un paio di passi verso il ragazzo che, indietreggiando si trovò con le spalle al muro.
«Farai bene a preoccuparti per te stesso, allora.» Dichiarò parlando con voce più profonda del solito. «Sei tu quello che dorme nella mia stanza...»
«Che dici!» Balbettò il più piccolo. «Non fare il pervertito ora!» Continuò, arrossendo e agitandosi per staccarsi dall'altro. Quando ci riuscì, mosse un paio di passi nel tentativo di cacciar via la confusione della sua mente, poi ancora stravolto, si portò una mano al petto, notando come fosse già la seconda volta che capitava, quella sera. D'un tratto la sua mente iniziò a rimandargli immagini degli ultimi eventi accaduti prima e dopo il sogno. "Accidenti. Non a me. Non può succedere a me." Pensò, colto dal panico.
«Che hai?» Domandò l'arciere notando i movimenti del ragazzo. «Sei strano...» Commentò. «Più del solito intendo.»
«Strano...» Ripetè Watanuki, tornando pian piano al presente. «Hei!» Urlò voltandosi a guardarlo.
Lo sguardo dell'arciere fisso su di lui lo lasciò di sasso, facendolo arrossire e, cosa peggiore, facendogli capire di esserne attratto. «Non sono strano! Non ho niente di diverso! Capito?!» Urlò al colmo dell'imbarazzo, poi senza pensarci due volte, scappò via.
Doumeki lo fissò senza capire. «Oi...» Lo chiamò. «Hai dimenticato la cassa!»
Nel sentirlo, il più piccolo si fermò. «Cassa? Quale ca... uh... mancava solo questa!» Sbottò, notando l'oggetto in questione e tornando indietro per recuperarlo.
L'imbarazzo nato dal comprendere certe cose era qualcosa che proprio non riusciva a combattere. Così se pur controvoglia decise di adeguarsi al passo dell'altro ragazzo, fingendosi del tutto tranquillo.
Percorsero, così, un paio di metri in silenzio.
«Allora...» Esclamò d'un tratto l'arciere. «Mi dici che hai?»
«Niente! non ho niente!» Protestò l'altro, aumentando il passo. «E questa cassa è dannatamente pesante! Dannata Yuuko-san!» Borbottò continuando a camminare.
Doumeki, lo osservò in attesa di comprenderne le intensioni. «Oi...» Lo chiamò d'un tratto.
«Che c'è!» Ringhiò l'altro.
«Posso sapere dove pensi di andare?» Chiese estranedo le chiavi dalla tasca della sua giacca.
«Che domande. Al tempio no?»
A quella risposta, l'arciere lo fissò trattenendo a stento un sorriso ironico. «Intendi questo... tempio?» Domandò infine, indicando il cancello dove si era appoggiato.
Nel constatare di aver superato la meta, Watanuki arrossì per la vergogna. «Potevi anche dirmelo prima. Accidenti a te!» Sbottò, tornando indietro. «Questa cassa pesa!» Continuò, poi, oltrepassando il cancello a passo spedito. «Proprio da Yuuko-san, mandarmi in un posto del genere. Nella mia situazione per giunta!» borbottò entrando in casa.






Rieccoci!
Questo capitolo è una sorta di dono per le fangirls che sappiamo essere... praticamente tutte voi che ci seguite con tanto affetto? ^_^
Dal prossimo capitolo, la trama avrà il suo vero inizio. Gli eventi si succederanno ad una velocità non indifferente. E... l'angst si mostrerà in svariati modi. Quindi, non possiamo far altro che ringraziarvi per le recensioni che ci stimolano a proseguire. Alla prossima!
Le streghe.

Gioielle: Iniziamo con una domanda: Ini-pomodoro? Chi era a parlare, tu o Nate? XD
Comunque siamo liete che ti sia piaciuto anche questo capitolo e speriamo sia così anche con i successivi.
Dal prossimo la trama prenderà il via in modo decisivo. :P
Continua a seguirciiii.
Ps. Anche avere una lettrice in chat è esaltante. Specialmente quando ti minaccia! XD (nd. Lay)

Elychan: Ci dispiace, ci siamo dimenticate di mettere l'avvertimento per quella scena, colpa di abbondanti sanguinamenti nasali :P Ma comunque... Eh. La negazione è una brutta bestia, vero? Però rende il fangirlismo tanto più interessante...

Naco chan: Eh! Chissà come mai lo avrà fatto... :P Forse perché il suo inconscio sta tentando di dirgli qualcosa!
*musichetta in sottofondo che canta "denial"*
Invece, Doumeki come vedi è molto più diretto. Se ci pensa, ci pensa, e basta. Altrimenti non ci pensa affatto.
Questo di oggi comunque era l'ultimo capitolo tranquillo, per così dire. Presto gli eventi rischieranno di diventare fin troppi. XD

Roy4ever: No, se fosse stata fangirl anche Ini nei loro confronti sarebbe stato un po' troppo, così è più divertente!
E Masanori, ah, chissà?
Niente accade per caso :3

Thyahiel: Bentornata ^_^
Liete come sempre di sapere che la storia ti piaccia.
Ahaha sembriamo le clamp?  *si inchinano onorate e subito dopo scappano via impaurite*
Quanto al pupazzetto di Shizuka... Sai che è la stessa cosa che abbiamo pensato noi quella del "Lo voglio anche io?" XD
Speriamo di rileggerti presto allora. Ciao e alla prossima ^_^

Witch of the Dimensions: Grazie dei complimenti! Ci serviva qualcosa che gli desse una bella svegliata (metaforica e non :P) e come ben vedi, l'abbiamo trovata. Prima della parola fine ci saranno ancora diversi capitoli, non preoccuparti... ci preoccupiamo noi che dobbiamo scriverli!
Grazie ancora dei complimenti, comunque. *si inchinano profondamente*
E le loro strade... chissà...

LawlietPhoenix: Questo capitolo era decisamente DouWata, non trovi anche tu? ^_^
Siamo felici di sapere che la storia continua a piacerti e... si, il raiting si avvicina. Ci vuole ancora un pò per vedere sviluppi degni di nota, che ti assicuriamo ci saranno. I primi passi però... diciamo che li stanno giusto compiendo. 


   
 
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