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Autore: Marauders    31/08/2009    3 recensioni
Dedicata a quelli che come me, usciti dalla scuola si sono trovati a contatto con una realtà completamente diversa come quella dell’università o simili. Ho descritto questo posto ispirandomi al dipartimento di matematica della mia città, dove ho seguito una materia. Spero che anche chi non ha potuto toccare con mano queste esperienze, si immedesimi comunque nei personaggi e nelle sensazioni di disagio per la novità che cercherò di trasmettere. A voi tutti do il benvenuto nell’Accademia Auror e vi auguro buona lettura! Padfoot
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Male and Female 

 

 

Ancora quella strada.

 

Stava girando in tondo.

 

Sapeva che c’era ancora qualcuno in circolazione.

 

Harry tendeva le orecchie per percepire ogni minimo suono.

 

Doveva ritrovare Simon e Ron.

 

Vide qualcosa muoversi nell’oscurità.

 

La bacchetta alzata, pronto a colpire.

 

Non doveva parlare.

 

Questa era una delle regole degli Auror: passare inosservati.

 

Gli stessi incantesimi non dovevano essere pronunciati.

 

Di fatti…quello che era stato insegnato in maniera elementare ad Hogwarts, lo aveva approfondito e si era allenato.

 

Un soffio di vento.

 

Un odore acre molto leggero.

 

Gli occhi del ragazzo erano spalancati, come desiderosi di poter vedere nel buio.

 

Un rumore impercettibile lo fece voltare e cambiare direzione.

 

So dove sei.

 

Harry sussultò non appena Ron svoltò un angolo.

 

Un piccolo cenno con lo sguardo e i due sapevano già cosa fare.

 

In questo consisteva il loro lavoro di squadra, basato tutto sull’intesa e l’affiatamento.

 

Harry scivolò su di un lato passando per uno stretto vicolo.

 

Ron lo seguiva a ruota, con la bacchetta pronta.

 

Trovarono Simon alla fine del vicolo.

 

Chi stavano cercando non doveva essere lontano.

 

Di fatti…eccolo.

 

Un mago.

 

Un mangia morte.

 

Intento a lanciare maledizioni a due poveri malcapitati che posti al silenzio sotto incantesimo, urlavano e soffrivano senza che dalle loro labbra uscisse alcun suono.

 

Simon fece cenno a Harry e Ron di dividersi.

 

Accerchiato.

 

Attaccarono contemporaneamente con lo Stupeficium, stando bene attenti a non colpire le vittime, ma il mago alzò pronto lo scudo del Protego in sua difesa.

 

E contrattaccò.

 

I tre ragazzi furono spinti dall’incantesimo Rictusempra.

 

Fu allora che Simon, con un Expelliarmus, disarmò il nemico ed Harry e Ron, con lo Stupeficium, lo schiantarono, cogliendolo di sorpresa.

 

Ron fu il primo a raggiungerlo e ad incarcerarlo, mentre Harry e Simon si premurarono di constatare i danni sulle vittime.

 

“In nome della comunità magica ti dichiaro in arresto.

Sarai sottoposto al giudizio del Winzengamot e della comunità magica che con le tue azioni hai danneggiato.

La gravità dei tuoi atti ricadrà solo e soltanto su di te.

Da adesso la tua bacchetta è sotto sequestro e tu sarai sotto lo stretto controllo del dipartimento Auror.”

 

“Beato te che hai imparato la formula, Ron…” si voltò verso di lui Simon alzando il pollice.

 

Ron sorrise compiaciuto.

 

L’uomo disteso ai suoi piedi scomparve.

 

Si accesero le luci e comparve Turner applaudendo stancamente.

 

“Meglio dell’altra volta. Ma ancora siete un branco di femminucce. Tre contro uno e perdete ancora tutto questo tempo?!”

 

Harry, Ron e Simon si mortificarono un po’…ma loro ce l’avevano messa davvero tutta…

 

“Se non ve ne siete accorti…il ragazzo là…” disse riferendosi a una delle due vittime “…anche trasportato al San Mungo con la massima velocità sarebbe arrivato già morto…e questo è proprio da evitare. Intesi?”

 

“Signorsì.” Dissero piano i tre.

 

“Usciamo da questo tanfo…andiamo in aula.” Sparì Turner seguito dalla sua squadra.

 

“Dunque.” Disse una volta che anche Ron ebbe preso posto nell’aula di Difesa contro le Arti Oscure. “Fino ad ora abbiamo solo scherzato. Ci siamo divertiti…quattro risate non sono mancate…ma adesso si fa sul serio. Perché non siete qua per la squadra delle soubrette, ne per un corso di balletto…siete qui per farvi diventare le palle così e per trovarvi un giorno soli a vedervela con quello che per ora avete solo visto sulla copertina di un libro. E non mi interessa chi ha affrontato chi e tutto il resto…per me non siete diversi dagli altri…e i vostri risultati così poco soddisfacenti me ne danno adito. La squadra che partiva da – 2 vi sta recuperando, femminucce…Io non alleno pagliacci! Io alleno soldati! Auror! Chiaro?!”

 

“Sissignore.” Annuirono Harry, Ron e Simon.

 

Turner li squadrava uno ad uno, mettendoli un po’ in agitazione.

 

“Da gennaio, quando riprenderete le lezioni, comincerete con le nuove specializzazioni e con gli esami  di metà mese salirete al livello due. Quindi vi preparerete ad un corso intensivo di Occlumanzia, innanzitutto. E vi faremo partecipare alle prime missioni. Comincerete con le ronde. Vi muoverete prima in gruppo, poi da soli. Prima di giorno, poi anche di notte. Siamo ancora ai primi mesi, ragazzi…se accelerate con gli esami potreste pure diventare Auror a tutti gli effetti di qui ad un anno e mezzo…se accelerate…” Si fermò un momento. “Bene e ora sparte dalla mia vista. Forza…non ingozzatevi troppo a pranzo, se no mi vomitate mentre siete sulla scopa…”

 

***

 

Harry uscì dalla doccia con addosso il morbido accappatoio bianco dell’Accademia, passandosi un asciugamano tra i capelli fradici.

 

Simon e Ron erano già fuori dalle docce da un po’.

 

Il primo era in mutande, con i capelli ancora umidi e si stava infilando i calzini.

 

Ron, invece già indossava il giubbotto e stava dando un’ultima occhiata allo specchio.

 

“Che fai Ron? Io sono ancora così! Non mi aspetti? Ci metto cinque minuti a vestirmi!”

 

Ron si voltò e andò verso la porta. “Scusa, Harry…ma sono in ritardo.”

 

“In ritardo per cosa?” Chiese Simon guardando l’orologio appeso sopra il grande specchio dello spogliatoio. “Non sono neanche le otto…Le ragazze hanno detto che non faranno prima delle otto e un quarto…Chi devi vedere?”

 

“Nessuno! Davvero…” Aprì la porta Ron.

 

“Allora dov’è che vai?” cercò risposta Harry raggiungendolo.

 

Ron alzò gli occhi al cielo e sbuffò. “Fuori.”

 

“Fuori dove?!”

 

“Fatti miei!” Ron uscì e stava per chiudere la porta.

 

“Spero non sia un’altra ragazza…” tagliò Harry.

 

Ron rientrò e lo guardò decisamente allibito. “Un’altra?! Harry ma dico sei impazzito?”

 

“Tu piuttosto! Esci praticamente ogni sera! Non dici mai dove sei…!”

 

“Come puoi pensare che io faccia una cosa di questo tipo ad Hermione, ora che stiamo finalmente insieme…”

 

Harry si mise una mano sul fianco. “Posso sapere dov’è che vai?”

 

“Ti ho già detto che non sono fatti tuoi.”

 

“Ok.” Disse il moretto sedendosi sulla panca di fronte a Simon. “Torni per cena?”

 

“No. Mangio qualcosa fuori.” Rispose Ron telegrafico.

 

“L’auto ti serve?” chiese ancora seccato Harry asciugandosi i piedi, quindi senza degnarlo di uno sguardo.

 

“No, ma preferisco che Simon ti sieda accanto se intendi guidare.”

 

“Non c’è problema…Harry ora se la cava perfettamente anche da solo…ma mi farò dare un passaggio fino a casa nostra volentieri!” annuì Simon dopo un’occhiataccia di Ron.

 

Dopo questo, il rosso uscì e chiuse la porta.

 

“Io credevo che tu sapessi dove andava Ron.” Disse Simon allacciando i pantaloni.

 

“Ho qualche ipotesi…ma niente che si possa prendere sul serio.” Scosse il capo Harry infilandosi i calzini.

 

“Hermione lo sa?” uscì la testa dalla maglietta il biondino.

 

“Gliel’ho detto io. Ma Ron non sa che anche Hermione…”

 

“Certo.” Lo interruppe Simon. “Recepito il messaggio.”

 

Mezz’ora dopo avevano già parcheggiato l’auto in strada ed erano saliti a casa dove trovarono Ginny, Terry ed Hermione.

 

La rossa si buttò tra le braccia di Harry e lo baciò cogliendolo un po’ alla sprovvista.

 

“E come siete entrate voi tre?” le domandò una volta che poté tornare a respirare.

 

“Bhè…” si intromise Hermione. “Io e Terry ci siamo smaterializzate…”

 

“Poi, una volta dentro, mi hanno aperto la porta.” Concluse Ginny dandogli un piccolo bacio in guancia. “E poi…sorpresa! Passerò le vacanze qui da voi! I miei sono in Romania! E non posso certo stare tutta sola, no? Sempre meglio qui che non da Fleur!”

 

“Ma è fantastico!” si finse sorpreso Harry…ma era conscio di non essere un grande attore.

 

“Oh. Già lo sapevi, vero?” si morse il labbro la ragazza.

 

“Ehm…” Harry si grattò la nuca cercando un appiglio.

 

“E’ stato Ron, vero?” borbottò lei.

 

“…si.” Si arrese il moretto.

 

“Oh, ma non l’avrà certo fatto apposta! Insomma…a tutti può scappare, no…e tu non eri stata tanto chiara quando lo hai informato della cosa…”

 

“Hermione…non è che ora Ron è il tuo ragazzo e quindi è diventato un santo…ha sbagliato! Io non gli ho mica detto che tu restavi pure a dormire qui per le feste…lui invece, testa in aria com’è…è andato a raccontare tutto ad Harry e addio sorpresa!” Si sbracciò Ginny alterata.

 

“Non è successo niente, Gin! Sono felicissimo comunque…” le mise una mano sulla spalla Harry.

 

“Si, ma non è la stessa cosa…” sbuffò. “Piuttosto…Ron dov’è?”

 

Harry sospirò. “Fuori.”

 

“Di nuovo?” mugugnò Hermione facendo crollare le braccia sui fianchi.

 

“Pare di si.” Annuì Simon.

 

“Esce?” chiese Ginny girandosi prima verso il biondino, poi verso il suo ragazzo “E dove va?”

 

“Vorremo tanto saperlo…” le rispose Harry.

 

“Bhè…messa così…io…torno a casa.” Disse Hermione issandosi la borsa che si era portata con il cambio sulla spalla.

 

“Perché?” la trattenne Ginny.

 

La ragazza si limitò a una piccola alzata di spalle.

 

“Non ti reputerai ‘un in più’!”

 

“Bhè…” si giustificò lei. “…voi state insieme…insomma…senza Ron…mi sentirei…magari voi vorreste stare in pace, più che comprensibile…Pensavo di trascorrere le feste qui con voi…mia madre era riuscita a convincere mio padre…”

 

“Ma dai, resta!” Le tirò giù la borsa Harry. “Ron dovrà tornare, no? Non dorme mai, fuori…E forse così è la volta buona che ci dice che cosa fa…”

 

Hermione non poté che sorridere rincuorata.

 

Simon batté le mani “Forza…lo zio Simon vi porta fuori! Ovviamente ognuno paga per se…Quegli spilorci dell’Accademia hanno detto che ci pagheranno alle prime missioni…e finché non saremo Auror a tutti gli effetti ci pagano una miseria…il giusto per tirare avanti…”

 

Raggiunsero di nuovo l’auto appena parcheggiata e Simon tirò le chiavi a Harry.

 

“A te l’onore di scortarci, amico!”

 

“Sei appena sceso da questa macchina dove ero io al volante! Penso che per oggi la mia pratica di guida possa bastare!” protestò Harry.

 

“Errore! Non basta mai! Forza in carrozza, madamigelle…” Aprì la portiera con un inchino invitando le ragazze a prendere posto nei sedili posteriori.

 

“Io sono ancora giovane! Ho una vita davanti! Vorrei mettere su famiglia, prima di morire…”rise Ginny mentre Terry entrava per prima.

 

“Se vuoi puoi sempre seguirci a piedi…” allargò le braccia Simon.

 

Ginny scosse la testa e salì prima di Hermione.

 

Per prima cosa, era necessario mettere qualcosa sotto i denti…per cui Simon li portò ad un fast-food spesso frequentato da lui e amici durante le loro vite babbane.

 

A stomaco pieno, uscirono un po’ più rinfrancati.

 

“Ottimo posto, Simon…grazie per averci invitato…” disse cordiale Hermione.

 

“Via questi convenevoli…e poi ancora non è finita! Qui ci vuole proprio un bel goccetto…” Simon portò le braccia sulle spalle di Hermione e Terry.

 

“Un altro locale?!” mugugnò Ginny.

 

“Direi che il goccetto non è proprio il caso, Simon…” richiamò all’ordine Harry.

 

“Paparino…Turner stasera non c’è. Se il tuo problema è guidare, ti prendi un analcolico o una cioccolata calda…vi porto in un buon posto qui vicino, tranquilli! Possiamo pure proseguire a piedi…Prego girare a destra…” disse il biondino girando per attraversare la strada sempre tenendo a braccetto le due ragazze.

 

Ginny e Harry li seguivano dietro mano nella mano.

 

“Simon conosce quasi tutti i locali della città…” spiegò Terry a Ginny parlando oltre la spalla di Simon.

 

“Ma è già tardi…e se troviamo troppa gente?” chiese Hermione previdente.

 

“Non è un problema…conosco una delle cameriere…”

 

“Una delle cameriere?” Gli fece eco Terry alzando un sopracciglio curiosa.

 

“E’ mia cugina Betty…e la conosci anche tu!”

 

“Oh…meno male…” sorrise la ragazza compiaciuta.

 

Simon scoppiò a ridere e le schioccò un sonoro bacio in guancia. “Gelosona…”

 

Appena misero piede dentro il locale, dovettero sciogliere le sciarpe e sbottonare i giubbotti per il riscaldamento.

 

“Simon!” arrivò squittendo una ragazza biondiccia dai vivaci occhi verdi.

 

“Bez! Buon Natale!” l’abbracciò il cugino.

 

“Non dovevi essere in viaggio?” Le chiese sorridendo Betty McCullers, figlia del fratello del padre di Simon.

 

“Partiamo domani mattina…”

 

“Ciao, Terry!” abbracciò anche la ragazza una volta riconosciuta. “E’ un sacco che non ci vediamo! Noi abbiamo ancora in sospeso un thè, se non te ne sei scordata…”

 

“Oh, no! Assolutamente! Appena torniamo dal viaggio farò di tutto per organizzare!” rispose gioviale Terry.

 

“Betty…ti presento dei nostri amici…Harry Potter, Hermione Granger e Ginny Weasley…”

 

“Piacere…” dissero a turno stringendo la mano alla ragazza.

 

“Piacere mio, ragazzi…vi serve un tavolo?”

 

“Sarebbe una gran bella idea…” annuì il biondino.

 

“Da questa parte…se n’è appena liberato uno…Venite!”

 

Betty fece loro strada verso un tavolino con delle panche.

 

Pulì il piano con uno spray e un panno e tornò, dopo essere sparita per qualche attimo, fornita di menù che distribuì a ciascuno.

 

“Ecco qua!”

 

“Grazie…” le disse Harry prendendo il suo per ultimo. “E’ carino qui!”

 

“Si…per lo meno non passa come una tavernaccia di borgo e non vengono certi brutti ceffi…” disse Betty tirando fuori il notes per le ordinazioni. “Tu…hai detto che ti chiami…?”

 

“Ginny Weasley…” si portò una mano al petto, come per indicarsi, la rossa capendo che si riferiva a lei.

 

Betty tamburellò con la penna sul blocchetto pensierosa. “Sei per caso parente di un certo Ron Weasley?”

 

Hermione scattò sul posto. “Lo conosci?!”

 

“Certo…è un mio collega…eccolo là! Dietro il bancone…”

 

Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che tutti i componenti del tavolo si alzarono per raggiungerlo.

 

“Ma che ho detto?” si preoccupò la biondina rimasta sola vicino alle loro giacche.

 

Ron stava facendo abilmente il barman, giocando con le bottiglie come un giocoliere gioca con i birilli.

 

Appena il ragazzo riconobbe Hermione e il resto del gruppo ormai a pochi metri dal bancone, una bottiglia gli cadde a terra.

 

“Ehi…peccato, Ron…andavi forte…” ridacchiò un ragazzo seduto su uno sgabello.

 

“Comunque bravo, Ron…sei davvero un mago…” disse una ragazza seduta un po’ più in là che poggiò una banconota da 5 sterline sul bancone e si allontanò con il suo drink.

 

Ron uscì correndo fuori dal bancone superando qualche altro collega e raggiunse i suoi amici.

 

“Che ci fate qui?!” chiese sconvolto il rosso.

 

“Siamo entrati per caso…ci ha portato Simon…eravamo in giro…” spiegò Harry.

 

“Betty è sua cugina…” continuò Terry.

 

“Oh…bene…” Ron si passò una mano sulla nuca, nervoso.

 

“Così…è qui che passi le tue serate…!” disse Hermione con una punto d’orgoglio nella voce.

 

“Bhè…si. E tu come sai che esco?” si allarmò il ragazzo.

 

“Colpa mia!” Si intromise Harry in difesa dell’amica. “Pensavo che lei sapesse qualcosa e…”

 

“Non ti sarai preoccupata, vero?” le mise le mani sulle spalle lui.

 

Lei sorrise debolmente assumendo un’espressione dispiaciuta. “Un po’…”

 

Ron l’abbracciò sorridendo. “Ma non ce n’era bisogno…io così mi sto finanziando l’appartamento, le spese e tutto il resto senza gravare sulle finanze dei miei…e per mettere da parte un gruzzoletto per il futuro…ci sto riuscendo, sai?”

 

“E dovevi per forza tenercelo nascosto?!” alzò un sopracciglio Harry.

 

Ron si limitò ad alzare un po’ le spalle e ad arrossire.

 

“Ma che bravo ragazzo…” si finse commosso Simon. “Allora…che ci offri?”

 

“Offrirvi?!” Ron sciolse ridendo l’abbraccio con Hermione. “No, no…ve lo pagate voi. Io non offro proprio un bel niente!”

“Spilorcio!”

 

“C’è posto al bancone…potremmo prendere le nostre cose e sederci qui con Ron…” propose Ginny lanciando uno sguardo al loro tavolo ormai solo e abbandonato.

 

“E se richiamano Ron?” Si allarmò Hermione.

 

“Voi lasciatemi solo libero di muovermi…quattro chiacchiere le posso sempre scambiare…Vi aspetto al bancone, mi sono fermato già troppo…” disse Ron con un cenno.

 

“Ron…questo è per il tavolo 22…” gli porse un biglietto un cameriere raggiungendolo.

 

“Finisco quello per il tavolo 15 e te li preparo…!” rispose lui prendendo la nota e rientrando dietro il bancone.

 

***

 

“Una Margarita, per me!” disse Simon sedendosi al bancone e battendo una mano sul ripiano.

 

Ron, libero dalle altre ordinazioni e quindi ora a completa disposizione dei suoi amici, prese un bicchiere da cocktail tra quelli che stavano su un ripiano accanto al lavello, lo asciugò per bene con un panno di cotone e guardò storto Simon.

 

“Che c’è? Vuoi un documento? Quello babbano non l’ho qui…ho solo quello del dipartimento…ma se proprio ti interessa…già li ho 18 anni…e anche superati!”

 

“Ne sei sicuro? E’ un po’ forte per te…” cercò di dissuaderlo Ron.

 

“Ma che forte e forte?!” Batté di nuovo la mano sul bancone. “Voglio una Margarita! Con succo di lime, ovviamente…”

 

Ron gli mise sotto il naso un bicchiere e lo riempì d’acqua.

 

“Mi prendi in giro?”

 

Ron spremette mezzo limone in quel bicchiere e lo avvicinò ancora di più a Simon.

 

“Ora mi sto alterando. Chiamo il direttore e faccio un putiferio!”

 

“Ok, ok…” si allarmò il rosso riprendendosi il bicchiere con l’acqua e limone… “Per voi?”

 

“Tre cioccolate calde. Per me, Ginny e Terry.” Hermione allungava una banconota da 20 sterline presa dal suo portafoglio.

 

Harry pensò al suo disordinatissimo portamonete dove si mescolavano falci e pounds.

 

“Che intendi farci con quelli?!” le chiese Ron riemergendo da sotto il bancone con una bottiglia di latte presa dal frigo davanti a lui.

 

“Pagarti.” Disse semplicemente Hermione con un sorriso.

 

“Rimettili a posto…offro io per tutti.”

 

Hermione lo guardò poco convinta alzando un sopracciglio.

 

“Per una volta che posso permettermelo…” allargo le braccia il rosso ed Hermione a questo punto dovette cedere. “Tu che prendi, Harry?”

 

“In verità non saprei…devo guidare…quindi mi sa che mi butto anch’io su una cioccolata…o un thè…” rispose serio Harry agitando una bustina di zucchero presa da un cestino davanti a lui.

 

“Se il tuo problema è guidare…” gli disse Ron “…io sono perfettamente sobrio e non posso bere niente mentre sono qui di turno…Posso guidare io più tardi! Chiedo il permesso di uscire un po’ prima, oggi siamo in tanti qui e possiamo permettercelo…Dai, che prendi?”

 

Harry ci pensò su. “Una birra. La ‘O’Rouge’.”

 

Una volta zio Vernon si era addormentato davanti la televisione dopo aver lasciato tre dita di una birra che Harry voleva a tutti i costi assaggiare.

 

Non poteva dimenticare quell’etichetta.

 

E non poteva dimenticare quanto gli era piaciuta…aveva solo 9 anni…

 

…come non poteva dimenticare le botte che si prese da zia Petunia che lo aggredì alle spalle mentre lui, acquattato dietro il divano ne beveva un sorso di nascosto, e lo tenne poi in castigo per un paio di giorni…

 

“E’ un fortina, Harry…è una rossa…” gli chiese Simon oltre la spalla di Terry.

 

“Che vuoi farci…mi piacciono le rosse!” disse guardando Ginny seduta nello sgabello accanto al suo con un sorrisetto malizioso.

 

Ginny arrossì diventando di un unico colore dalla vita in su, visto che indossava pure un maglioncino dal colore molto simile a quello dei suoi capelli.

 

Ron sospirò e scosse il capo e per interrompere lo scambio di sguardi dolci dolci che si mandavano Harry e sua sorella mise sotto il naso dell’amico la bottiglia richiesta e la stappo facendolo rinsavire. “Ecco qua…” mise accanto alla birra un bicchiere. “Un paio di minuti e arrivano pure le vostre cioccolate, ragazze…”

 

Simon si mise quasi in piedi sullo sgabello protestando “Ehi! E la mia Margarita?!”

 

***

 

Era mezzanotte e mezza quando Ron ottenne il permesso di uscita anticipata e le tre coppie uscirono per passeggiare un po’ prima di ritornare a casa.

 

“Non fa così freddo, stasera…” disse Terry guardando verso il cielo stellato e senza nuvole.

 

“C’è meno umidità del solito.” Spiegò Hermione sapiente.

 

Ginny strinse affettuosamente la mano che Harry le teneva. “Si. Si sta davvero bene…!”

 

Si guardarono scambiandosi un piccolo sorriso, prima di tornare a guardare per terra.

 

“Allora!” Si voltò Simon che apriva la fila insieme a Terry e battè le mani guantate. “Per quanto riguarda le camere…Io e Terry nella mia, Ron ed Hermione in quella di Ron e Ginny ed Harry in quella di Harry. Domande?!”

 

“Hermione!” Saltò all’improvviso Ron. “Dormi da noi?”

 

Harry e Ron avvamparono improvvisamente. “Dormiamo insieme?” chiesero all’unisono speranzosi ma anche quasi terrorizzati.

 

La passeggiata si arrestò del tutto e le tre ragazze si guardarono un po’ nervose.

 

“Bhè…ecco, ragazzi…” cominciò Hermione.

 

Le venne in aiuto Terry “Ci abbiamo pensato su…”

 

“Stasera dormiamo tutte e tre a casa vostra, ma…sarebbe meglio ognuno per conto proprio.” Concluse la rossa.

 

Simon fece crollare le braccia lungo i fianchi. “Ma…Non c’è posto!!! Almeno così…”

 

“C’è il divano in salotto!” intervenne Hermione. “E’…è un divano letto, no?”

 

“E pensate di entrare tutte e tre in quel divano?” le domandò un po’ pungente Harry.

 

“Non pensavamo di dormirci noi…” gli rispose a tono Ginny.

 

“Noi dormiamo nei vostri letti, voi sul divano.” Disse spiccia Terry.

 

“Ma che problema avete a dormire con noi?!” sbuffò Simon

 

Ginny ed Hermione si guardarono arrossendo.

 

“Il punto è che…”cominciò la prima.

 

“E’ ancora presto…” balbetto la bruna.

 

“Non ci sentiamo…pronte…”continuò l’altra.

 

Simon mise le mani sui fianchi. “Non necessariamente dovrete farlo stasera!”

 

“SIMON!!” Strillò Hermione scandalizzata.

 

“Per cortesia…abbassa il volume della voce, Simon.” Rispose seccata una rossissima Ginny.

 

Il biondino non si diede per vinto. “E ti fai problemi pure tu, Terry? Non mi sembra che noi…”

 

“Non voglio fare disparità.” Disse secca lei. “ Non penso poi che tu sia così in astinenza da non poter…”

 

“Ma…poi partiamo! Poi ci saranno i miei genitori! E non potrò stare con te come al solito…non potrò avvicinarmi a te nemmeno per un bacetto!”

 

“Oh, certo…perché tu magari ti sei mai formalizzato davanti ai tuoi genitori…Tua nonna ha avuto un colpo al cuore quando il Natale scorso a cena con tutta la tua famiglia mi hai fatto fare un caschè e mi hai baciata…Oh! E devo ricordarti che tuo fratello c’ha pure visti quel pomeriggio in camera tua…”

 

“Eddy è sistemato…ma…”

 

“Un’altra volta, Simon.”

 

“E comunque penso che anche Harry e Ron pensino come noi che è ancora presto per…ecco…per farlo.” Disse Hermione terribilmente imbarazzata, abbassando di molto il volume della sua voce che già sembrava un sussurro.

 

“Non ci giurerei…” sorrise malignamente Simon lanciando un’occhiata verso Harry e Ron.

 

Ginny ed Hermione si voltarono a guardare i rispettivi ragazzi…che tossicchiarono, arrossirono e voltarono lo sguardo verso direzioni non chiare, ma certo non puntando verso le due ragazze.

 

Ginny sentì distintamente salire l’emozione che si materializzò prepotentemente come un nodo alla gola.

 

Hermione la prese decisamente peggio. “Stai scherzando, Ron, vero?” chiese accigliata.

 

“No.” Rispose secco lui.

 

La bruna inspirò nervosamente.

 

“Siamo maschi, ragazze…” li giustificò Simon allargando le braccia.

 

“Motivo in più per adottare la sistemazione nelle camere, così come l’abbiamo proposta.” Disse dura Hermione.

 

Il gruppo procedette verso la macchina a passo svelto e senza fiatare.

 

Solo Harry trattenne indietro Ginny prendendola per mano.

 

“Gin…io…senti…” si grattò la nuca imbarazzato. “…io e te…insomma…non partiamo proprio da zero…insomma…ma mi rendo conto che è una scelta difficile…sappi che…se non vuoi io non intendo costringerti in nessuna maniera. Chiudiamo così questa parentesi e se la riapriremo sarà solo perché l’hai fatto tu. Solo se vorrai riaprire l’argomento. Capito? Per me…non è fondamentale. Per Merlino, no! E’ solo che…mi piacerebbe…ecco tutto.” Concluse abbassando un po’ lo sguardo.

 

Ginny sorrise imbarazzata ma felice.

 

Gli diede un bacio a fior di labbra e raggiunsero il resto del gruppo.

 

“Tutto risolto? Si dorme insieme?” Simon spera ancora in un miracolo…

 

“No.” Rispose asciutto Harry prendendo per mano la sua ragazza.

 

“Non stasera almeno.” Sorrise Ginny facendo avvampare Harry ancora un po’.

 

“ACCIDENTI!” protestò Simon dando un calcio a una palla di neve che prese in pieno uno.

 

Dovettero farsi l’ultimo tratto che li separava da dove avevano parcheggiato l’auto di corsa: non potevano smaterializzarsi davanti al babbano, mezzo ubriaco che aveva cominciato ad inseguirli furioso…

 

***

 

“Taglia.” Disse laconico Simon mettendo un mazzo di carte da poker sotto il naso di Ron.

 

Si erano seduti al tavolo della cucina e avevano improvvisato una giocata.

 

Simon aveva insegnato diversi giochi con le carte babbane per animare le serate, già dalla sera stessa del suo trasferimento.

 

“Poker d’assi.” Mise giù le carte il biondino.

 

“Tutta fortuna.” Sbuffò Harry mentre Simon attirava a se i zellini e i falci che si erano giocati.

 

“Stasera…fortunato nel gioco, ma sfortunato in amore.” Sospirò il ragazzo mentre Harry raccoglieva le carte per un’altra mano.

 

“Per me, invece, non è serata…avevo una misera coppia di otto…” sospirò Ron mettendo al centro un altro zellino.

 

“E non va bene nemmeno l’amore…cavolo, Ron…sei proprio uno sfigato, oggi…” ridacchiò il biondo.

 

“Solo oggi?” rispose lui.

 

“Non vi sembra un po’ tardi per giocare a carte?” Chiese Terry uscendo dalla camera di Simon già in pigiama.

 

“Tanto non abbiamo niente da fare. E poi lì in tre non ci entreremo mai.” Disse il ragazzo indicando il divano letto aperto che in effetti poteva passare per un monoposto comodo.

 

“Noi andiamo a letto.” Disse Ginny uscendo anche lei dalla camera con Hermione.

 

Terry diede un bacio in guancia a Simon che si girò a guardarla.

 

“Ne sei sicura, sicura, sicura?”

 

Lei gli scompigliò un po’ i capelli e gli diede un bacio. “Sicura.”

 

“Ma…ma…non posso passare nemmeno più tardi? Quando dormono tutti?” provò ancora Simon.

 

“No.”

 

Whisky cominciò un lamento.

 

“Visto…te lo dice pure Whisky! Stasera dormiamo insieme!”

 

Terry carezzò il cane dietro le orecchie e questo si distese lungo per terra scambiando un’occhiata triste con il padrone interpretabile con un  “Ehi, Simon…io c’ho provato, amico…”

 

“Lo so…” annuì sconsolato Simon lanciando anche lui uno zellino al centro del tavolo.

 

“Buonanotte, Ron.” Lo salutò Hermione.

 

“Ciao.” Disse piatto lui.

 

“Non sarai ancora seccato…”

 

“Oh, no…non vedi? Sono sereno…tranquillo…” fece il rosso sarcastico.

 

“Mi sembra di essere stata piuttosto chiara sull’argomento.” Si impuntò Hermione accigliata.

 

“E invece no. La verità voglio, Hermione. La verità. E sai qual è questa verità? Che io non ti piaccio. Ce ti faccio schifo. Magari stai con me solo per pietà o qualcosa del genere! Questa è la verità.”

 

“Ma stai scherzando?! Non puoi pensarlo sul serio…” sgranò gli occhi Hermione.

 

Ron si alzò e se ne andò in camera sua sbattendo la porta.

 

Hermione lo seguì chiudendo la porta con la stessa delicatezza.

 

Simon scattò in piedi e saltellando sul posto come un bambino capriccioso puntò il dito nella loro direzione. “Ehi! Non vale! Loro…loro sono in camera! Loro sono soli! Loro…”

 

“…urlano.” Concluse sconfortato Harry.

 

L’aver chiuso la porta non era servito a niente.

 

Potevano sentire perfettamente ogni parola della loro litigata.

 

“PERHE’ NON USI IL CERVELLO? PERCHE’ M’ INCOLPI SEMPRE? PROPRIO IO E TE SIAMO GLI ULTIMI IN QUESTA CASA A PENSARE A…AL…”

 

“PERCHE’ GLI ULTIMI?! DOV’E’ SCRITTO?! NON SIAMO GIA’ AFFIATATI? COSA CI MANCA PER…PER…FARLO? PER ANDARE AVANTI DI UN PASSO…? CI CONOSCIAMO DA 8 ANNI…SAPPIAMO TUTTO DI NOI…SIAMO ARRIVATI A STARE INSIEME…DIREI CHE ORA CI TOCCA PURE!”

 

“OH…ADESSO E’ PURE UN ATTO DOVUTO! QUASI UNA COSA SCONTATA…”

 

“NON E’ QUESTO QUELLO CHE HO DETTO!”

 

“PERCHE’ E’ COSI’ IMPORTANTE PER TE?!”

 

“IO…CAVOLO, HERMIONE…NON CI ARRIVI?!”

 

“NO! NON CI ARRIVO!”

 

“PECHE’, COME DICEVA GIUSTAMENTE SIMON, SONO UN MASCHIO.”

 

“COSA C’ENTRA?! HARRY PURE E’ UN MASCHIO MA MI E’ SEMBRATO CHE CON GINNY ABBIANO CHIARITO E DECIDERANNO INSIEME SE E QUANDO! E LORO POI STANNO INSEIME DA MOLTO PIU’ TEMPO DI NOI!”

 

“HARRY NON E’ INNAMORATO DI GINNY DA 6 ANNI!”

 

Ci fu un momento di silenzio.

 

“Sei anni…?” mormorò Hermione con voce tremula.

 

“SI, ESATTO. IO SONO INNAMORATO DI TE DA SEI ANNI. NON TE L’HO MAI DETTO…NON L’HO MAI DIMOSTRATO…MA E’ COSI’.”

 

“Così tanto tempo è passato, allora?”

 

“Che vuoi dire?” sentirono Ron rivolgersi acido ad Hermione.

 

“Io…io…sono innamorata di te da cinque anni, Ron…” Hermione aveva la voce rotta da qualche singhiozzo.

 

“Bhè…io vinco comunque…parlavo appena quando dicevo che volevo sposare Harry…” disse Ginny piano, guardando altrove mentre tutti gli sguardi si posavano su di lei.

 

Harry le sorrise sentendosi un po’ in colpa, un po’ lusingato.

 

Ma Ron ed Hermione non avevano arrestato la loro discussione dentro la camera.

 

“Cinque anni…Cinque…? Ma…perché…perché non me l’hai detto subito? Cinque anni?! Con Viktor Krum tra i piedi? Il ballo del Ceppo…CINQUE ANNI?!”

 

“Non urlare, ti prego…”

 

“HERMIONE…TI RENDI CONTO? E’ UN’ETERNITA’! PERCHE’ ALLORA NON POSSIAMO?!”

 

“Forzandomi non fai altro che incrinare il nostro rapporto. Vorrei…vorrei solo che tu capisca quanto considero importante l’avere un rapporto…fisico…con te. Invece mi sembra che per te non ci sia altro che questo. Non c’è un…accidenti, come posso dirlo…”

 

“Per me non è fondamentale…”

 

“E invece stai dando proprio quest’impressione, Ron!”

 

“Hermione…il problema è che…è una vita che…vorrei farlo con te. Mi sembra che questi giorni possano essere una buona opportunità, non pare anche a te?”

 

“Ron…è presto.”

 

“Presto. Ok. Va bene. Allora mi dirai tu quando crederai che sia arrivato il momento giusto.”

 

“Ce ne accorgeremo insieme! Sento che sarà così! Ti prego…fidati di me…”

 

Sentirono la voce di Hermione alzarsi di tono dopo che la porta della stanza parve aprirsi un poco.

 

Si richiuse lentamente e non sentirono più niente.

 

“I casi sono due…o quei due sono morti…o ci stanno dando dentro di brutto!!”

 

“Simon…non potresti dire semplicemente che o stanno continuando a parlare a volume di voce basso o si stanno abbracciando…” gli diede un bacio sulla guancia Terry.

 

“Oppure Hermione ha insonorizzato la stanza…” suppose Harry.

 

“No. Hanno fatto pace.” Disse Ginny con un sorriso. “Conosco bene sia mio fratello che Hermione…per qualcosa di veramente importante finiscono sempre per trovare un accordo…”

 

“In effetti è vero.” Ci pensò su Harry. “Tengono più il broncio per scemenze…”

 

“Forza, ragazze…sparite prima che non resisto più e vi trattengo con la forza…!”

 

Terry sorrise al suo Simon; gli mise le braccia dietro la nuca e i due si baciarono.

 

Ginny ed Harry avevano anticipato le mosse dei due amici per un bel bacio della buonanotte.

 

“Prima di entrare in camera…direi che devo fare un po’ d’ordine…” sussurrò all’orecchio della ragazza Harry.

 

Lei sorrise e insieme entrarono nella bolgia.

 

“Mica sapevo che anche tu dormivi qui…” si giustificò Harry anche se sapeva benissimo che la ragazza avrebbe dormito in quella casa e con molte probabilità in quella stanza, con o senza di lui… “Faccio in un attimo…”

 

Harry prese i vestiti sparsi nella stanza ficcandoli tutti poi nel grosso ex baule di Hogwarts sottoforma di una palla .

 

“Non è quello l’armadio?” Ginny indicava il grosso mobile color noce vicino alla porta.

 

“Ehm…per oggi è sostituito dal baule.” Alzò le spalle Harry.

 

Si guardò intorno cercando cose fuori posto, a parte libri, parecchi numeri della Gazzetta del Profeta e del Cavillo, e una maglia dell’Accademia che raccolse in fretta.

 

“Mi sembra che vada meglio…tu che dici?”

 

Ginny storse un po’ il naso sorridendo.

 

“Ok…domani lavo questa stanza, promesso. Ma ora e tardi…e non mi va proprio…oh, aspetta, si…ti cambio le lenzuola…”

 

Un gesto di bacchetta e le lenzuola che prima stavano nel letto volarono in aria e Harry le prese al volo insieme a una calza da notte.

 

“Eco dov’era finita…”

 

Ginny ridacchiò poggiando sul letto le lenzuola pulite e profumate prese da un cassetto.

 

Con un altro gesto il letto era pronto e fresco.

 

“Ok…io vado…queste le porto via con me…” disse cercando di non inciampare con le lenzuola sporche. “Devo ringraziare tua madre per questo trucchetto del letto. Sai quanto tempo ci perdevo dai Dursley? Bene…dimentico niente…mi sembra di no…Buonanotte Gin…” la baciò tenendole a distanza le cose sporche.

 

“Notte Harry…”

 

Harry uscì contemporaneamente a Ron, che chiuse alle sue spalle la porta della stanza di fronte a quella dove dormiva Ginny.


“Come va?” gli chiese Harry tirando sulle braccia il lenzuolo che strisciava a terra.

 

“Bene. Bene. Tutto ok. Io…sono solo uno scemo.”

 

Il morale di Ron non avrebbe sopportato la risposta di assenso di Harry, così l’amico preferì annuire e depositare in bagno la palla di cose sporche che teneva tra le braccia.

 

E fu così che si trovarono, nemmeno dieci minuti dopo, distesi nel letto.

 

“Buonanotte…” augurò agli altri due Simon tirandosi buona parte della coperta.

 

“No, no…non hai capito un accidente, Simon! Lascia andare la coperta!” sbuffò Harry.

 

“Quale coperta?!” riaccese la luce il biondino.

 

“Questa.” La indicò Ron, che, malgrado lui si trovasse al centro del letto, era coperto solo per metà.

 

A Harry non era rimasto nemmeno il lenzuolo, e in quella casa, vicino poi alla finestra dove si trovava il divanetto, non c’era proprio caldissimo…anzi…

 

I due tentarono di recuperare il maltolto.

 

“Harry…ora sei tu che hai tirato troppo!” lo informò Simon.

 

“Si, scusa…”

 

“Sentite…io non ho più sonno…guardiamo un po’ di TV!” Simon si mise a sedere e preso il telecomando accese l'apparecchio.

 

“Simon…voglio dormire…sono a pezzi…!” mise la testa sotto il cuscino Ron.

 

“Baseball…meteo…documentario…soap opera…” ripeteva il biondino cambiando i canali.“Oh-oh!”

 

Un film a luci rosse.

 

Data l’ora…c’era pure d’aspettarselo…

 

“Simon…!” lo canzonò Harry dopo aver lanciato una rapida occhiata allo schermo.

 

“No, no aspetta! E’ interessante…”

 

“Simon…!” ripeterono all’unisono Harry e Ron.

 

“Dai, cambia.” Uscì la testa da sotto il cuscino il rosso.

 

“Guardate che è davvero interessante! E può essere molto utile soprattutto a voi visto che non avete mai fatto niente! Almeno così imparate qualcosa…”

 

“Sappiamo già tutto, grazie…” cercò di prendergli il telecomando Ron.

 

Harry per un attimo si domandò dove Ron avesse imparato “tutto”.

 

Lui sapeva per qualche film visto dai Dursley e per sentito dire…

 

Ovviamente i Dursley non vedevano questi film…ma quando Dudley e la sua banda nella casa libera della presenza di zia Petunia e zio Vernon affittavano un film alla videoteca c’era un solo genere che gradivano…e a lui non era mancata occasione di soffermarsi a guardare…

 

Un po’ se ne vergognava…ma era capitato quasi inconsciamente e comunque si era rivelato un utile strumento di apprendimento.

 

Quindi Simon non aveva proprio del tutto torto…

 

“Ah, si? La storia dell’ape e del fiore?” scherzò Simon.

 

“No!” Arrossì Ron con un sorrisetto furbo. “Mi hanno aperto gli occhi Fred e George prima del 3° anno di Hogwarts.”

 

“Oh, oh!! E allora a 13 anni hai cominciato a fare sogni strani con Hermione, eh?”

 

“Simon, spegni quell’affare!” ridacchiò il rosso riprovando a prendere il telecomando dalle mani di Simon.

 

“13 anni, Ron? Non me l’hai mai detto!”

 

“Ma cosa volevi che ti dicessi, Harry?! Non ci capivo niente nemmeno io…”

 

Ron era davvero rosso e imbarazzato…motivo per cui Harry, in sua difesa, tentò di distrarsi guardando verso la TV.

 

Eppure sembrava davvero interessante quel film…si chiese se non fosse il suo essere maschio che lo portava a guardare curioso quelle scene…

 

“Basta così.” Decretò Simon spegnendo lo schermo. “Direi che per questa sera ne abbiamo avute abbastanza e darci la zappa sui piedi non credo sia proprio il massimo.”

 

“Ci sei arrivato, finalmente…” si ricoricò Ron sbuffando.

 

“Buonanotte, allora…”

 

“Speriamo che questa volta non ci siano di nuovo impedimenti…” tentò di modulare al meglio la voce Harry, sperando di non dare nell’occhio.

 

Spensero la luce e dopo essersi mossi nel letto stretto, cercando una posizione comoda per tutti e tre, finalmente si addormentarono.

 

Difficile fu per Harry togliersi le scene di quel film dalla testa…soprattutto…difficile fu evitare che i personaggi di quelle scene fossero lui e Ginny…per cui per tutta la notte si girò e rigirò nel letto e solo alle prime luci del mattino riuscì a cadere in un sonno più profondo.

 

 

Continua…

 

 

Pensavo di impiegarci molto più tempo per mettere in rete questo capitolo…ma (fortunatamente) ho dovuto operare un taglio tecnico, perché se no mi sarei dilungata troppo e questo capitolo sarebbe risultato interminabile…forse anche pesante da leggere!

(Con Word ho quasi sforato la media delle pagine degli altri capitoli!!!).

 

Ma prima di qualsiasi altra cosa…ringrazio con tutto il cuore chi ha commentato il capitolo precedente…

 

- Finleyna 4 Ever: è vero…alla fine nella vita di Tonks vince l’amore!!! E il finale del suo mirabolante e imprevedibile matrimonio non poteva essere diverso, no? Con questo capitolo abbiamo voltato pagina e siamo andati avanti…ora aspetto un tuo parere! Anche perché qui non c’è più un imprevisto…anzi…qualcosa che i ragazzi dovevano prevedere! D’altronde…sono maschi…!

 

- Lily Evans 93: e va bhè…ho deciso di sfruttare la goffagine di Tonks per far si che le si ritorcesse contro tutta in una volta…eh, si…siamo già arrivati a Natale…anche se il periodo di Natale è proprio quello che ho più trattato…oltre questo capitolo ce ne dovrebbe essere almeno un altro ambientato in questa cornice natalizia!! Aspetto tuoi commenti…

 

Grazie infinite!

 

Spero piuttosto di poterne leggere altri…ci tengo tanto!

 

Tornando a commentare questo capitolo…

 

Magari in questo non ci sono grossi sviluppi…però intanto abbiamo scoperto che cosa nascondeva Ron!!

 

Finalmente!!

 

E soprattutto…ci rendiamo sempre più conto di cosa comincia a passare per la testa a questi due bei giovanotti…

 

Ehm, ehm…

 

Si…è stato un po’ difficile anche per me immaginarmi quei due santarellini in preda a crisi ormonali…e nella prima versione erano presenti molte più scene e frasi che ho dovuto tagliare perché incoerenti con i personaggi.

 

Però…mi è sembrato giusto che anche loro attraversassero questa fase della loro adolescenza.

 

Tra poco si cresce e tutto sarà diverso…

 

Lo reputo un altro tassello alla condizione di studente di accademia – universitario.

 

Anche se l’età nella vita reale si è notevolmente abbassata per quanto riguarda questo punto…

 

Ho sfruttato il peperino Simon per tirar fuori l’argomento…

 

Ho sempre immaginato che Harry e Ron non  ne avessero mai parlato tra di loro…

 

Il primo perché la ragazza in questione è la sorella del suo migliore amico, nonché fratello geloso.

 

Il secondo per una questione di poca chiarezza personale…

 

Però…a breve ne dovranno parlare.

 

Quindi era necessaria un’introduzione…

 

Mi piacerebbe avere pareri…!!

 

Ok…non credo di dover aggiungere altro…lascio la parola a voi!

 

Io mi rimetto subito al lavoro per copiare il prossimo capitolo!

 

Ormai per voi sono diventata un animaletto notturno…!

 

- Le occhiaie mi lavano il pavimento di casa…almeno sono utili a qualcosa…!! -

 

Dovendo studiare di giorno per l’università…

Spero di metterlo in rete al più presto…ce la metterò tutta!!!

 

Promesso!!

 

Un grossissimo abbraccio!!

 

Padfoot

 

 

 

 

  
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