“io non ce la faccio… mi dispiace Tomi… è più forte di me…
non ce la faccio a vederti così… scusami…”
Bill esce dalla mia stanza. Ha il volto rigato dalle lacrime. Maledetto io e
quando ho messo il piede sull’acceleratore. Cosa cazzo ho fatto lo so solo io!!
Voglio andarmene da qui. Voglio stare bene di nuovo. Cerco di mettermi a sedere
sul letto, ci riesco dopo un po’ di fatica. La porta della mia camera si apre.
Yle appena mi vede abbassa lo sguardo…
Si avvicina a me e la faccio sedere sul mio letto. Appoggio la mano sul suo
ventre. Lei inizia a piangere. N…non… non… può…essere…vero…il.. mio bimbo…
“dimmi che non è vero!!!”
Improvvisamente, seppur flebile, mi ritorna la voce. Quella voce che avrebbe
dovuto cantare la ninna nanna a mio figlio, quella che la mattina doveva
svegliarlo… ma ora lui non c’è più, lui se n’è andato… per sempre…e io…per
sopravvivere mi sono appigliato al ricordo di quel ventre caldo che conteneva
mio figlio… e ora… ora lui non c’è più. Ho perso il mio bambino, ho perso la
mia ragione di vita… ho perso tutto ciò per cui valeva la pena vivere… non
voglio crederci…
Yle mi abbraccia dicendomi di calmarmi e, dicendo di non sforzare la voce. Cazzo,
è tutta colpa mia. L’ho fatta preoccupare troppo e ora il mio bimbo…
è tutto così confuso, non capisco nulla.. mi fa male la testa.
“Tom, è tutto apposto?”
Tutto apposto?!? Come può essere tutto apposto?! Mi sono appena svegliato dal
coma, chissà che aspetto ho e ho perso mio figlio e per giunta mi chiede se è
tutto apposto? Io ho paura, ho paura di andare avanti, ho paura che non sarò
più quello di prima, che questo maledettissimo incidente ha cambiato tutta la
mia vita e la mia carriera…
“Yle, vattene… per favore…”
“Ma Tom…”
“Per favore…”
Si alza ed esce dalla stanza a spalle curve. Io rimango qui… solo con i miei
pensieri, quei pensieri che non vorrei fare.
(povero Tom… xD ora basta manipolarlo vah.. mi sono stufata xD)
Appena esco dalla stanza, incrocio gli occhi di Bill. Sono rossi e gonfi di lacrime, proprio come i miei. Mi avvicino a lui e lo abbraccio. Klaudia non c’è, se ne sarà andata. Bill mi stringe forte. Sento il suo odore, è più dolce di quello di Tom. Io e Bill rimaniamo abbracciati per un paio di minuti, fin quando un medico non viene a chiamarci urgentemente. No…Tom… non… non…