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Autore: NightWatcher96    20/07/2021    3 recensioni
Costruirsi una famiglia con dei figli non era un'impresa insormontabile per Kacchan, felicemente sposato con Izuku. Tuttavia non era affatto sicuro di quante volte si sarebbe dato dell'idiota ma di una cosa era certo: l'amore incondizionato per i suoi figli e per Deku non sarebbe mai mutato. Neanche con la morte vicina, neanche con la paura di non farcela!
Future!ProHero
BakuDeku (Mpreg)
E altre Ship minori
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Omegaverse | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Mpreg
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Angolo dell'Autrice

Buonasera, Hero e Pro Hero! Questa è una Long One Shot di 21 Pagine e mi sembrava un po' troppo stancante pubblicarla per intero, visto che ci sono diversi Time-Skip inserirò diversi capitoli. Detto questo Enjoy!




Kacchan mise via il cellulare sul comodino, accoccolandosi sulla spalla di Izuku che stava sfogliando alcuni fogli di Villain piuttosto forti. Sembrava assorto tanto, completamente inghiottito da tutte quelle svariate informazioni, muovendo rapidamente le iridi smeraldine.
Sbuffò, tirandogli via il fascicolo per buttarlo dall'altra parte del letto.

"Ah, Kacchan! Sono informazioni importanti, le stavo analizzando!" protestò piano il verdino.

Cercò di muoversi ma una mano sulla sua rotonda pancia lo fermò. Kacchan sogghignò, tanto sapeva che Izuku non avrebbe posto alcuna resistenza, dato che le carezze al ventre di circa otto mesi e mezzo erano il suo punto debole.

"E va bene, forse hai ragione tu" ridacchiò infine il verdino, prendendo ad accarezzargli i capelli.

"Almeno quando siamo a letto evita di lavorare".

"Cercherò di promettertelo, Kacchan. Ma lo sai che è più forte di me" ammise Deku. Il bambino prese a scalciare con insistenza. "E anche lui lo sa" pronunciò poi addolcito, accarezzandosi il punto dov'era stato calciato.

"Non vedo l'ora che nasca. Tanto sarà una passeggiata prendersene cura" commentò estasiato il biondo.

"Ne sei sicuro, Kacchan? Comunque il nostro piccolo avrà costantemente bisogno di noi".

"Non sarà nulla che non potremo gestire"...
 


Il pianto disperato di un neonato esplose ferocemente nella stanza buia.

Il piccolo Katsumu piangeva letteralmente urlando con tutto il fiato dei suoi piccoli polmoni per l'ennesima volta, agitando i mini-arti fra le copertine.

Si levò un mugolio infastidito. Poi calda luce inondò la camera da letto dove Katsuki Bakugo si era svegliato sebbene crollante dal sonno.

Aveva le borse sotto agli occhi e una stanchezza incredibile che non gli lasciava abbastanza lucidità per capire se stesse sognando o fosse la realtà, una che si stava ripetendo da quasi un mese.

Katsumu non era un neonato tranquillo, frignava per ogni piccola cosa e sia lui sia Izuku erano sempre pronti a controllarlo.

Deku non c'era. Il suo pigiama era ancora sistemato ordinatamente ai piedi del letto.

Kacchan gettò un'occhiata al suo cellulare; erano quasi le due e mezza del mattino e a parte suo figlio non si sentiva volare una mosca.

Scalciò le coperte, scendendo oltre il letto, ignorando la sensazione di brividi e di freddo per i piedi sulle piastrelle gelide. Si avvicinò alla culla dove suo figlio piangeva per chissà quale motivo.

"Oi, Katsumu... basta piangere..." sospirò, facendogli una carezza sul visino paffuto.

Nonostante tutto sorrise appena, amava suo figlio e guardarlo gli ricordava che incredibile capolavoro avesse fatto insieme a Deku. Lo raccolse dolcemente tra le braccia, iniziando a cullarlo un po'.

Il piccolo aveva i suoi stessi capelli biondo cenere ispidi e gli occhioni rubino, con qualche sfumatura smeraldina. Aveva ereditato il suo stesso carattere ribelle e grintoso, visto che da quando Deku era rimasto incinto non aveva fatto altro che scalciare sempre, soprattutto di notte.

Ricordò che una volta Izuku, verso le quattro del mattino, si era fatto portare in ospedale per dei calci troppo forti al basso ventre, credendo che era imminente partorire, invece lì, ad un'ecografia urgente si era trattato solo di un movimento un po' troppo rude.

Katsumu dischiuse gli occhi guardando il suo giovane papà di ventisei anni e sembrò calmarsi per qualche secondo, per poi tornare a piangere.

Kacchan ringhiò infastidito, alzandolo delicatamente sotto le ascelle per annusargli il pannolino. Almeno era pulito.

"Forse hai fame?" chiese, andando in cucina.

Era talmente stanco che tutto gli sembrava un'impresa insormontabile.

Prese dal frigo il latte speciale per neonati e lo versò in un pentolino, accendendo il bollitore per sterilizzare biberon e tettarella.

Si sedette, cullando suo figlio con un braccio mentre con l'altra mano si sosteneva il mento. Guardare il fuoco che ardeva sotto al pentolino era in un qualche modo rilassante. Forse poteva chiudere gli occhi per qualche istante, no?

Solo un istante. Non avrebbe chiesto di più.

Lo squillo del bollitore lo fece sobbalzare come se si fosse trattato di una secchiata di acqua gelida.

Katsuki scattò allarmato, guardando suo figlio che non aveva smesso un momento di piangere. Si avvicinò subito al bollitore, per fortuna non aveva fatto bruciare nulla. Si era appisolato solo qualche minuto.

Con una mano sola versò il latte nel biberon, ci avvitò la tettarella e lo portò alle piccole labbra di Katsumu.

"Avevi solo fame" sospirò felice il biondo, quando lo vide succhiare avidamente.

Il suo fine udito catturò un rumore metallico proveniente dalla porta d'ingresso: erano chiavi. Katsuki, con un lieve sorriso sul volto, prese a cullare suo figlio. Forse era tornato!

La porta si aprì cigolando, insieme a un respiro pesante. Il sorriso di Kacchan morì all'istante nel vedere Deku che si teneva il fianco sinistro imbrattato di sangue, era coperto di fuliggine e sporcizia e si stava sostenendo contro la porta per non scivolare in terra.

"DEKU!" chiamò il biondo, facendo sussultare Katsumu che riprese a piangere. "Scusa, tesoro. Papà non l'ha fatto apposta!".

Provò a dargli ancora il biberon ma quest'ultimo voltò la testa altrove singhiozzando.

Izuku chiuse la porta, trascinandosi dolorosamente verso suo marito in cucina. Rischiò di inciampare in una sedia, ma subito il biondo la scostò, aiutandolo a sedersi.

Ora che era sotto la luce lo vedeva ancora peggio di prima.

"Deku... che cosa è successo?" chiese con un fil di voce.

"Il Villain ha avuto un colpo fortunato su di me..." gemette il verdino, cercando con lo sguardo annebbiato di dolore il volto di Katsumu. "Sono qui..." sussurrò.

Il piccolino improvvisamente si calmò, guardando il volto della sua mamma che gli stava chiaramente infondendo puro amore. Agitò le manine, volendolo toccare, squittendo qualche versetto adorabile.

Deku si sfilò un guanto imbrattato di sporcizia per sfiorargli quella piccola mano e nel mentre che lo guardava perdutamente innamorato le lacrime presero a rigargli le lacrime. La fede nuziale, la gemella che Katsuki indossava orgogliosamente dal giorno del matrimonio, brillava sotto la luce bianca del piccolo ambiente.

"Ho paura che un giorno non potrò più essere qui a vederlo crescere..." ammise con un fil di voce.

Era lo stesso terrore di Katsuki. Da quando si era sposato con Izuku e avevano avuto quel piccolo miracolo la sua prospettiva di vita e di Pro Hero era completamente cambiata. Adesso capiva molto meglio il significato di proteggere chi amava realmente e sarebbe morto anche.

"Mamma è qui, Katsumu..." sussurrò Izuku, passando la mano sui capelli del bambino che poco a poco iniziò a calmarsi e a sprofondare nel sonno, ancora tra le braccia di Kacchan e nella sua inseparabile copertina con le faccine di All Might.

I due rimasero a guardarlo per diversi minuti prima di scambiarsi un cenno; Kacchan lo portò pian piano nella culla per adagiarlo e stampargli un bacio sulla fronte, rimboccandogli le copertine.

Quando tornò in cucina, gettò un'occhiata sull'orologio accanto al frigo: erano quasi le tre del mattino e improvvisamente tutta la sua stanchezza era scomparsa.

Deku si era appisolato sul tavolo, con un braccio proteso sulla liscia superficie e l'altro a fargli da cuscino. Anche lui aveva borse sotto agli occhi e la pelle pallida. Destreggiarsi tra lavoro come Pro Hero, Number One Hero e come mamma stava mettendo a dura prova il suo fisico.

Katsuki aveva ottenuto un periodo di congedo dopo che un Villain lo aveva quasi spedito all'altro mondo impalandolo con uno spuntone di metallo e perforandogli non solo lo stomaco ma anche un polmone e parte dell'intestino.

Era stato un miracolo che si fosse ripreso quasi del tutto.

Quando era stato messo in malattia aveva approfittato per prendersi cura del suo piccolo visto che Deku era stato costretto a fare la maggior parte del lavoro da solo. Kacchan era diventato il Number Two e Shoto il Three.

Avevano fondato la loro agenzia circa quattro anni prima ed operavano su una vasta area del Giappone, ragion per cui Shoto era sempre in viaggio.

"Oi, Izuku..." lo chiamò, scrollandolo dolcemente sulla schiena ricurva.

Il verdino dischiuse gli occhi, volgendoglieli con un'espressione quasi vuota. Kacchan dispiacque costringerlo a rialzarsi per seguirlo in bagno ma non poteva farlo restare a dormire sul tavolo con ferite simili. Lo aiutò a spogliarsi, attento a non arrecargli ulteriori danni nello staccare delicatamente il costume appicciato agli squarci sulla pelle. Gli riempì la vasca e lo fece entrare.

"Cazzo...!" sillabò quando vide l'enorme squarcio che partiva da sotto il pettorale destro, scendendo lungo il fianco e l'inguine. "Deku...! Devi andare in ospedale, non è qualcosa che possiamo curare qui".

Chissà poi quanto sangue aveva perso!

D'un tratto il cellulare di Deku vibrò dalla cintura del suo costume da Hero che era rimasto afflosciato sul pavimento. Katsuki, sbuffando, lo raccolse sperando che non si fosse trattato di qualche altra missione. Dopo circa trentasei ore Izuku era ormai allo stremo delle forze sia fisiche sia mentali.

Era Ochako!

"Che vuoi, Faccia Tonda?".

"Bakugo-kun, Deku come sta?".

"E' ferito, ma è a casa. Puoi chiamare Katsuma e farlo venire?".

"Sì. Tra l'altro è ancora in turno alla U.A con Recovery Girl! Dovrebbe arrivare tra trenta minuti".

Kacchan era soddisfatto. Quel bambino che avevano salvato da Nine insieme a sua sorella Mahoro era stato preso sotto l'ala di Recovery Girl, quando si era accorto dell'enorme potenziale del suo Quirk.

Lo avrebbe curato...
 
  
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