Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: settembre17    22/07/2021    11 recensioni
La raccolta si compone di tre capitoli indipendenti uno dall’altro, ma tutti accomunati dalla domanda “Com’era la Normandia?”.
In ciascuno si immagina che André ponga la domanda del titolo in uno specifico momento della storia. I tre momenti sono alternativi, non consecutivi, a riprova del fatto che molto spesso il “quando” si chiede è importante quanto il “che cosa” si chiede.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2. Davanti a un bicchiere di vino
 
Antefatto
 
Saliva le scale a falcate lunghe e febbrili, la testa svuotata e gli occhi fissi alla porta che avrebbe aperto per sapere se là dentro c’era ancora un padre capace di guardare e parlare, di rimproverare ed elogiare la sua figlia soldato.
Poi entrò e prima ancora che qualcuno dicesse qualcosa capì che l’atmosfera non era quella opprimente della morte, ma era quella del sollievo, del pericolo schivato e crollò a terra, seduta in mezzo alle sue ginocchia, incapace di muoversi e finalmente in lacrime.
Poi aveva visto un fazzoletto davanti ai suoi occhi e attaccata a quel fazzoletto una mano e poi un braccio e poi un uomo che la guardava con un amore davvero troppo grande per lei e riuscì solo a dire grazie. Ma era un grazie grande, già pieno di un amore che lei ancora non aveva capito.
 
Fatto
 
Lui le aveva portato il vino che bevevano insieme la sera dopo cena, al tempo in cui erano amici. Era la prima volta che passavano una serata insieme a casa come prima. Prima di quella sera in cui avevano distrutto tutto.
Ora sembravano capaci di parlare di nuovo e lo scampato pericolo del generale aveva sciolto la tensione anche tra loro. Si respirava un’aria di tregua.
 
Allora lei gli chiese di restare e lui restò.
 
Lei guardò nel bicchiere prima di bere e sentì che quel mese che avevano passato lontani aveva creato un prima e un dopo e che non potevano fingere che così non fosse.
Lui guardò nel bicchiere prima di bere e sentì che quel mese che avevano passato lontani aveva creato un prima e un dopo e che non potevano fingere che così non fosse e sentì che se le cose stavano così la responsabilità era sua. E allora, non sopportando l’idea di fingere con lei una normalità che non c’era e non volendo condannarsi da quel momento in poi ad avere con lei un altro argomento da aggirare e da evitare, dato che gli era già successo in passato e non aver parlato con lei di quello svedese e aver sorvolato su altre cose importanti non era stata una bella idea, prese fiato e guardandola negli occhi pronunciò il suo nome.
Poi fece una pausa e lei, dalla morbida intimità con cui lui aveva pronunciato quelle due sillabe, capì che stavano per inoltrarsi in un territorio pericoloso, ma non lo volle evitare, decisa a non evitare più nulla con quell’uomo che una sera di qualche mese prima non aveva avuto paura di mostrarle il suo cuore inerme e allora si addentrò in quel territorio, sorretta solo dalla luce della sincerità e dalla forza del legame che la univa a lui e che lei ancora non aveva capito come si chiamava.
- Dimmi… che cosa c’è? – gli chiese.
- Com’era la Normandia? –
 
Lei smise di guardare dentro al bicchiere e bevve, poi fece un sospiro, guardò verso la finestra aperta alle spalle di lui e poi disse:
 
- La Normandia era ventosa, ma non è questo che tu vuoi sapere.
In Normandia ho cercato di capire chi sono e che cosa voglio. Quando sono partita ero furente, lo sai. Avrei scalato le più alte montagne, mi sarei messa a correre tra i campi, in effetti ho corso, ho corso così tanto un giorno che alla fine della corsa ho quasi strisciato a terra fino a raggiungere casa.
Ma la verità è che non ho ancora trovato quello che sto cercando.
Ho scalato queste mura di città, solo per stare lontano da te.
Poi ho pensato a quello che credevo di volere quando ero qui: quando volevo baciare labbra, le immaginavo di miele, quando pensavo di poter guarire le mie contraddizioni tra le sue dita e quando a volte il mio desiderio bruciava come il fuoco, un desiderio bruciante.
Ma là, in Normandia, faceva caldo la notte ed io ero fredda come una pietra.
E sai perché? Perché non ho ancora trovato quello che sto cercando.
Poi ho anche pensato al nostro popolo così sofferente e credo che il regno della libertà stia per venire, ma prima di allora ho paura che tutti i colori sanguineranno in uno solo e io…
Ma sì, sto ancora correndo.
E poi ho pensato a te, sempre, troppo. Ma tu…
Sei tu che hai rotto i legami e hai sciolto le catene quando hai strappato quella camicia, o forse le ho sciolte io quando ti ho detto che non avevo più bisogno di te? E tu, intanto che ero in Normandia, che facevi? Hai portato la croce della mia vergogna? Sì… della mia vergogna.
Sto parlando in un modo così sconnesso, riesci a capirmi? Vuoi ancora capirmi? No, non devi rispondermi ora, ma è importante che tu sappia che la Normandia mi è stata utile, ho pensato tanto e non credo di vedere ancora con chiarezza dentro di me. Però ti racconto la mia confusione, perché non voglio aspettare di essere una persona risolta per tornare a parlare con te.
Sono felice e orgogliosa del mio nuovo incarico, davvero. Mi sto impegnando per essere un buon Comandante con tutte le mie energie, questa parte della mia nuova vita sta andando bene e finalmente sento di essere fiera di me.
Ma non ho ancora trovato quello che sto cercando. –
 
Lui aveva ascoltato in silenzio: le sue parole gli facevano male, ma anche bene perché mai lei gli aveva parlato così, mai era stata così limpida e diretta nel parlare di sentimenti. E lui considerò la sua sincerità come il dono più grande che potesse fargli. Allora si alzò e le mise una mano sulla spalla mentre si avviava verso la porta e, senza guardarla, le disse:
- Grazie, ho capito.
Ma lei trattenne quella mano prima che lui la staccasse:
- Aspetta, non ho finito. Di una cosa però sono certa: quello che cerco non è in Normandia. E nemmeno a Versailles.
Lui si commosse, le strinse la mano. Poi le augurò la buonanotte e uscendo chiuse dolcemente la porta.
 
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Il monologo di Oscar è una mia traduzione/rivisitazione/parafrasi/ ampliamento della canzone I still haven’t found what I’m looking for (U2)
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: settembre17