Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: Brume    23/07/2021    1 recensioni
Tokyo, anni '90. Sayuri e Kaori vivono insieme a Tokyo, dopo che la maggiore è rientrata dall' America un paio di anni prima. Lavorano insieme come freelance, un lavoro che Kaori adora perchè può viaggiare , vedere posti nuovi e vivere senza vincoli; sono piuttosto richieste e gli affari già fiorenti sembrano avere una svolta quando una donna chiede loro uno scoop: rintracciare City Hunter, uno sweeper che nessuno ha mai visto o incontrato e che sembra più una leggenda urbana che un uomo in carne ed ossa....
Storiella leggera senza pretese e di pochi capitoli, molto Au, molto What If, uscita dalla mia mente lunedì scorso e tutt' ora in fase di scrittura =)
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Quando Kaori vide Ryo la prima volta, non fu un incontro idilliaco. Lui ed il fratello erano rientrati da una serata piuttosto alcolica solo da qualche minuto e la donna si era trovata a far da babysitter a due uomini praticamente ubriachi, con Ryo che aveva subito allungato le mani verso le sue grazie ricevendo come risposta una padella in pieno viso.

 

Tuttavia, con il passare del tempo e frequentazioni sempre più assidue, Kaori si rese subito conto che quella maschera da pagliaccio nascondeva qualcosa di più profondo.Riuscì così a dargli altre chances; ebbe modo di poterlo conoscere più a fondo e ben presto il suo cuore... cominciò a fare i salti mortali nel momento in cui Ryo compariva davanti ai suoi occhi, con quel sorriso e quello sguardo e quel modo di fare...

 

Ma lei era poco più di una ragazzina.

 

Una ragazzina con tanti sogni in testa, un lavoro nel week end, gli studi da finire ed un carattere niente male… nella sua testa era quindi impensabile che  Ryo  potesse interessarsi a lei: per quel che ne sapeva, a lui piacevano ben altre donne e non solo fisicamente parlando...donne vissute, affascinanti… Inoltre - cosa da non sottovalutare - Ryo svolgeva lo stesso identico lavoro di suo fratello: nel remoto caso di una loro frequentazione, se tutto fosse andato per il verso giusto...come avrebbe potuto avere una vita tranquilla, cosa avrebbe potuto darle, quella persona? Lui la travolgeva solo con la sua presenza e Kaori non riuscì più a gestire le cose….

Ecco perchè aveva deciso di andarsene da Tokyo per un pò e dimenticare, dimenticare tutto e buttarsi a capofitto nel lavoro e nello studio...per dimenticare lui.

E per dimenticare, soprattutto,  la morte di Hide, sopraggiunta qualche tempo  dopo.

 

Ma la vita, si sa, è sempre pronta a fare scherzi solo che, questa volta, aveva decisamente fatto le cose per bene: aveva incastrato alla perfezione tasselli apparentemente distanti, segnando loro la strada e facendo si che si riunissero attraverso sentieri nemmeno tanto contorti.

 

Ora, seduta sul sedile passeggero di quella macchina, fissava la strada;

pensierosa, si stava arrendendo ed al contempo stava facendo cadere tutti i muri che si era costruita intorno, muri talmente spessi che non gli avevano nemmeno permesso di riconoscere Ryo , qualche sera prima, o forse così a lei pareva…

 

Lui, dal canto suo, guidava tranquillo verso  Kamakura; li, all’ ombra di un piccolo patio che solo lui conosceva, le avrebbe spiegato tutto. Era agitato, Ryo; da anni sperava di rivederla ma non così, non a causa di un guaio in cui la donna e sua sorella erano cadute a piè pari.

La sera stava scendendo. 

I fari della macchina illuminavano la strada nel tramonto, un tramonto macchiato da nuvole scure. 

 

Fu Ryo il primo a parlare, dopo circa due ore di silenzio.

 

“Siamo quasi arrivati, Kaori” disse semplicemente.

 Lei, persa nei suoi pensieri, annuì. 

Meno di una decina di minuti dopo , Ryo parcheggiò la macchina su di una stradina sterrata; li accanto, una piccola casupola in legno.

“...Ma questo è il capanno dove Hide veniva a rilassarsi e pescare” disse la donna, improvvisamente colta da un ricordo, osservando la costruzione.

“Già” rispose lui, scendendo dalla macchina e recandosi di gran lena sul lato opposto per aprire la portiera a Kaori.

“...ogni tanto ci vengo anche io, l’ ho tenuta e sistemato alcune cose...è un buon nascondiglio, a volte” aggiunse Ryo.

Kaori scese e poi rimase immobile, appoggiata alla macchina. 

Lui la prese per mano e la condusse all’ interno, aprì una porta-finestra e uscì sul piccolo patio. Lei si lasciò guidare.

“...Qui potremo parlare tranquillamente. La spiaggia è laggiù, ma la gente a quest’ora ormai se n’ è andata” disse Ryo. Sembrava impacciato, fumava una sigaretta dietro l’ altra.

 

Kaori lo seguì e prese posto su una delle sedie. Silenziosamente, si guardò in giro.

“Vuoi che vada a prendere qualcosa da mangiare?” chiese lui, spegnendo la sigaretta ormai giunta al filtro. 

Kaori negò con un movimento del viso. Lei voleva solo parlare. Capire.

“...Come facevi a sapere che sono stata dalla polizia?” chiese la donna arrivando dritta al punto.

“Saeko era la donna di tuo fratello, nonchè una mia vecchia amica. E’ lei che mi ha sempre aggiornato su di te, sulla tua vita…” rispose sedendosi a sua volta.

Kaori scosse la testa.

“..e così...e così...avevo una squadra di angeli custodi a controllarmi?”

“In un certo senso si” disse sorridendo Ryo. 

Un sorriso dolce, di quelli che all’ improvvisoro tornarono, pescati dai ricordi.

“...io...non so che dire….” borbottò Kaori.

Ryo avvicinò la sedia a quella della donna e si chinò in avanti, appoggiando i gomiti sulle gambe tornite e muscolose. Con una mano si spostò il ciuffo di capelli dalla fronte, poi, preso un respiro, parlò.

“Tuo fratello mi chiese di prendermi cura di te, in punto di morte...per un pò ti ho tenuta d’occhio , ti ho seguita un pò ovunque...poi, mi è preso il terrore. Cosa ne sarebbe stato di te? Io vivevo una doppia vita, ero..sono costantemente in pericolo...cosa avrei potuto darti?” disse. Kaori lo seguì con attenzione ed una certa sorpresa.

“Sono andato via, per un pò. Sono stato dove tutto e cominciato, dovevo fare alcune cose, stare via qualche mese,  risolvere alcuni dilemmi del mio passato. Sono tornato solo un anno fa e ti ho rivista, cresciuta...Kaori, mi perdonerai mai?” domandò.

Lei si alzò. 

Fece alcuni passi, incrociò le braccia sul petto stringendole quasi intorno a sè.

“Perchè mai dovrei perdonarti? Tu non mi hai fatto nulla…” rispose, stringendosi in sè stessa “ ciò che però voglio capire è perchè...perchè ti sei fatto vivo d’ un tratto. Se non ci fosse di mezzo l’ incarico che ho ricevuto avresti continuato a stare nascosto, osservandomi senza dire nulla?” domandò, voltando il viso.

“Probabilmente...credo...credo di si….Hai Sayuri, ora…” rispose. 

“Ok...Ok, Ryo. Ed ora...ora che mi hai detto tutto…?” 

Lui la fissò sorpreso. 

Aveva mantenuto il suo carattere, la ragazzina di un tempo: diretta, schietta. Cosa avrebbe potuto dirle? Non aveva una risposta: non lo sapeva nemmeno lui cosa sarebbe successo...cosa avrebbe potuto succedere.

“Ti chiedo solo di stare attenta. Quella donna non è chi dice di essere: vuole me e non di certo per fare un articolo. Sei libera di crederci o meno...per il resto, fai come la tua coscienza chiede. So difendermi”. disse.

Kaori girò sui tacchi, avvicinandosi a Ryo fino quasi a sfiorargli il viso.

“Ti rendi conto di ciò che stai dicendo? Come posso crederti? Io conoscevo un Ryo...una persona che mi ha preso il cuore...una brava persona...ma sono passati tanti anni. Come faccio a fidarmi di te? Chi mi dice che mi stai dicendo la verità? E se dovessi coprirti e capire che invece sei un assassino?” disse, usando tutto il fiato che aveva in corpo, ritrovandosi ad ansimare.

Ryo le pose una mano sulla guancia.

“Io SONO un assassino, Kaori...ed anche tuo fratello lo era. Si...abbiamo ucciso su  commissione...ma non per soldi... Per giustizia. Ma ti prego, prova a fidarti di me!” rispose.

 

Uno schiaffo lo colpì in pieno volto.

“Riportami a casa, Ryo. Io e te non abbiamo più niente da dirci...e sparisci dalla mia vita. Grazie tanto per le informazioni ma...credo che sia meglio finirla qui” rispose furente, tornando a grandi passi verso la macchina.




 

Il viaggio di ritorno fu silenzioso quanto quello d’ andata.

Erano le due del mattino, quando la Mini rossa parcheggiò sotto casa di Kaori...ma stavolta, Ryo non scese ad aprire la portiera. Si limitò a fermarsi, parcheggiare, poi ognuno andò per la propria strada: Kaori a casa sua e Ryo verso l’ edificio di mattoni rossi poco più avanti.

Sayuri, alla finestra, seguì la scena. Kaori la trovò li quando rientrò.

“Dove sei stata? Chi era, quell’ uomo?” chiese. Era preoccupata ma non più di tanto; forse, era convinta che la sorella fosse uscita con qualcuno.

Kaori, che aveva cercato di ricomporsi, sorrise.

“Un amico che non vedevo da tempo” rispose. Poi, sistemate le scarpe e la borsa poco distanti dall’ uscio, andò a sedersi sul divano.

Sayuri sorrise a sua volta.

“Per essere un amico che non vedi da una vita non credo tu sia stata molto gentile. Vi ho visti: non vi siete nemmeno salutati” disse prendendo posto accanto a Kaori.

Sentendosi punta nel vivo, quest'ultima fece cadere ogni maschera.

“...E’ una storia lunga. E fa male” disse.

Poi, alzandosi, si incamminò nella sua stanza.

Sayuri volle seguirla, ma Kaori fu svelta. Entrò nella stanza, la chiuse a chiave e si infilò in bagno, preparandosi un bagno rilassante. Non voleva sentire, vedere nessuno.





 

Il mattino seguente, Kaori fu svegliata dal continuo trillare del  telefono. Allungò svogliatamente il braccio verso il comodino e sollevò il ricevitore.

“...Buongiorno, sono Fujiko Hitomi. Scusi l’ improvvisata ma... volevo essere aggiornata sui vostri progressi” disse, con voce melliflua. Probabilmente stava anche sorridendo al ricevitore. 

Kaori, si schiarì la voce. Era sorpresa, non si sarebbe aspettata una telefonata...di solito, coloro che richiedevano un servizio, lasciavano passare almeno una settimana prima di farsi sentire o , spesso, aspettavano che fossero le sorelle a chiamare.

“Buongiorno, Hitomi…. la prego di scusarmi, sono stata molto presa. Possiamo vederci oggi pomeriggio? L’ aggiornerò sul caso” . rispose Kaori istintivamente, saltando convenevoli e titoli. 

La donna dall’ altro capo del telefono non rispose.

“Oggi, purtroppo, sarò impegnata in una riunione di palinsesto...la ringrazio comunque….senta, mi farò sentire io… può almeno dirmi se l'avete trovato?” chiese.

Kaori fu presa dal panico. 

Che doveva rispondere? 

Se avrebbe risposto affermativamente avrebbe potuto mettere nei guai Ryo, sempre che la storia che le aveva raccontato fosse vera….

“Non ancora, ma siamo sulla buona strada. Alcune persone stanno organizzando un incontro...nel momento in cui questo incontro dovesse concretizzarsi ne sarà subito informata e naturalmente...le invierò il girato. “ disse, confezionando una bugia costruita alla perfezione.

“Benissimo. Sapevo di potermi fidare di voi. Attendo nuove” rispose Hitomi, chiudendo la conversazione.

 

Kaori rimase a fissare l’ apparecchio telefonico per qualche minuto, senza dire niente.

Ora, cosa avrebbe dovuto fare?

Avvisare Ryo?


Oh, diamine, in che gran casino mi sono cacciata? pensò, tornando con i ricordi alla sera precedente. Inked-Illustration-LI
   
 
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