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Autore: MuItifanacc    26/07/2021    0 recensioni
[Black Widow]
Solo quello che sarebbe potuto succedere se Natasha Romanoff venisse prese più in considerazione durante il primo film Avengers
Genere: Azione, Fantasy, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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-BASTA urlò Thor sbattendo il suo martello su una scrivania del laboratorio distruggendola e facendo saltare in aria tutto quello che vi era poggiato sopra, tutti si fermarono a guardarlo.
-È questo il piano di Loki, di metterci tutti l’uno contro l’altro in modo che il gruppo si separi, continuò.
-In modo da provocare Bruce e quindi non potremmo gestirlo, concluse Natasha.
Ci fu solo un attimo di pausa tra tutti i 5 in quella stanza, Tony e Steve si diedero la mano in segno di pace e proprio mentre stava per dire qualcosa ci fu un’esplosione che sbalzò tutti quanti in aria.
Tony e Steve, si ritrovarono l’uno sull’altro sotto una scrivania, Thor era stato sbalzato al muro dietro di lui e Natascia e Bruce erano stati scaraventati oltre i vetri che davano sull’ampia sala macchina, ritrovandosi a cadere da un’altezza di circa 8 metri.
Steve fu il primo ad alzarsi e a notare che mancavano 2 persone all’appello, si sporse dalla finestra ormai distrutta e chiese preoccupato se stessero bene.
-Tranquillo Steve, stiamo bene, rispose Natascia mentre cercava di sfilarsi la gamba incastrata sotto un tubo.
-Signorina Tasha sta bene? Le chiese Thor, Dio quando amava quel nome, rispose affermativo anche a lei quando sentì debolmente che dicevano di dover andare a controllare Loki e poi sentì in lontananza i loro passi pesanti che si allontanavano.
Spostò lo sguardo su Bruce e vide la sua vena del collo pulsare, la paura le circolò in tutto il corpo e mentre cercava di tirare via la sua gamba, non ottenendo risultati se non un sacco di dolore, cercò di calmarlo.
-Bruce, sono io, Natascia, ti prego devi calmarti, va tutto bene, devi soltanto respirare e calmarti.
Cercò di usare un tono di voce rassicurante ma essendo lei era terrorizzata e dolorante ne uscì soltanto un sussurro spezzato.
Vide la pelle di Bruce farsi sempre più verde mentre cresceva a dismisura e i suoi vestiti strapparsi, con un forte scatto riuscì a tirarsi via la gamba e saltare giù da quella piattaforma, proprio mentre Bruce si era trasformato, ora era Hulk.
Appena le sue gambe toccarono entrambe terra, sentì una forte scossa alla gamba ferita che la fece cadere per terra, cercò velocemente un riparo e lo trovò tra degli enormi tubi, al centro formavano un piccolo spazio dove la sua figura seduta ci entrava.
Strisciò lì dentro facendo forza sulle braccia e una volta accertata che Hulk non potesse vederla si tastò la gamba e constatò che era rotta, magnifico, pensò, proprio mentre Hulk mi dà la caccia.
Cercò di chiamare aiuto ma vide la sua ricetrasmittente per terra, dall’altra parte della stanza, non poteva mai arrivarci viva, se avesse avuto entrambe le gambe intatte un tentativo lo avrebbe anche potuto fare, ma nelle sue condizioni si sarebbe portata soltanto verso la morte.
Doveva scappare. Ma come.
Era sicura che poteva organizzare un ottimo piano se solo avesse avuto la sua divisa, o almeno la sua giacca di pelle, maledì il momento in cui se l’era tolta rimanendo solo con il pantalone e la canotta.
Si tastò le tasche laterali e trovò soltanto 2 granate, una normale e una con l’impatto congelante.
In mente le venne soltanto un disperato tentativo per salvarsi, staccò alcuni cavi che le passavano sulla testa e intrecciandoli velocemente ne fece un piccolo scudo, prese la granata congelante e la fece scoppiare esponendo soltanto la sua gamba al raggio gelante cercando di ripararsi dietro quel piccolo riparo.
Il dolore era peggiorato però almeno aveva una specie di supporto che non le permetteva di far uscire l’osso fuori dalla pelle o di stracciarle i tessuti, si era creata un’gesso di ghiaccio.
Soltanto che l’esplosione non passò inosservata agli occhi del mostro verde che si avvicinò velocemente al punto dell’esplosione, Natasha agilmente uscì dal suo nascondiglio e corse via inseguita da Hulk.
Sarebbe stata più che sicura che avrebbe potuto seminarlo, se non avesse quella gamba rotta.
Dovette davvero concentrarsi per ignorare il dolore ma la paura che Hulk potesse distruggerla era più alta così la spingeva a correre sempre più veloce.
Soltanto che non poteva competere con la velocità di Hulk in quello stato, così lui la raggiunse e le tirò una forte spinta lungo il suo fianco, vide tutta la stanza muoversi velocemente intorno a lei, le sembrava quasi che stesse volando, non sentiva neanche dolore, fin quando la sua schiena non toccò il muro, toccare era un eufemismo perché in quella grande e resistente lastra di metallo ci lasciò un profondo affossamento.
Quando toccò terra sentì tutte le ossa scricchiolarle e tralasciando il pulsare della sua testa i suoi polmoni le sembravano svuotati, non riuscivano a prendere aria.
La sua vista era sfuocata però riuscì chiaramente a distinguere quella grossa e arrabbiata macchia verde venirle in contro, cercò di muoversi ma è stata troppo lenta che un’altra manata la prese in pieno petto.
Quando atterrò sentì i suoi polmoni funzionare di nuovo però quello che la stupì era l’insolito bruciore su tutto il busto, cercò di muovere la testa per vedere cosa le stesse succedendo e quando i suoi occhi si posarono sulla sua canotta nera videro tre grossi strappi da dove usciva un’enorme quantità di sangue inzuppandole la maglia e formando una pozza sotto di lei.
Lì iniziò ad andare in panico, quello era davvero un brutto modo per morire, sperò che la perdita di sangue l’avrebbe portava a svenire prima che Hulk l’avesse presa, così mentre si abbandonava al suo destino, un’immagine le venne in mente, un piccolissimo frame del lontano 1995, quando lei e sua sorella giocavano insieme al parco, lo stesso giorno che furono separate e lei dovette fare di nuovo i conti con la red room,  non poteva lasciarla, glielo aveva promesso, era suo compito proteggerla e se lei fosse morta non avrebbe più potuto farlo, certo non si vedevano da più di 10 anni, o meglio Yelena non poteva vederla ma Natasha la teneva sempre d’occhio.
Così trovò la forza perduta e schivò un potente colpo che Hulk le stava per riservare, gli passò sotto le gambe con un agile scatto e in mezzo a queste vi lasciò una granata che in pochi secondi scoppiò facendo volare in aria Hulk.
Sapeva benissimo che questo non gli avrebbe fatto niente, ma almeno aveva guadagnato qualche secondo per scappare, così si nascose di nuovo in quel condotto che creavano i tubi e cercò di tamponarsi le ferite, iniziava davvero a sentire la perdita di tutto quel sangue.
I colpi che tirava Hulk alle pareti erano davvero forti, tanto da attirare l’attenzione di alcuni agenti dello Shield, così appena videro l’enorme creatura mandarono il segnale a Nick, che si trovava nella stanza dove Loki era prigioniero, insieme agli altri 3 supereroi pronti per interrogarlo.
-Direttore Fury, sala controllo, Hulk è fuori controllo, ripeto Hulk è fuori controllo e c’è un enorme quantità di sangue, si pensa ad un altro agente, attendiamo ordini.
Appena Nick riferì il messaggio, tutti e 3 gli eroi alzarono lo sguardo e dalla loro bocca all’unisono è uscito un solo nome, quello di Natascia.
In pochi minuti arrivarono sul luogo e mandarono via gli altri agenti nascosti facendosi avanti tra le macerie.
-Dio, sembra che un intero squadrone si sia battuto qui. Disse Steve.
-Steve, appena tutto questo sarà finito, ti porterò un po’ in giro a modernizzarti. Appuntò Tony convinto.
-Hey piccioncini, non vorrei disturbare il vostro appuntamento ma vi siete guardati intorno? Chiese Thor indicando con il suo martello una grossa pozza di sangue lì vicino.
Non dissero nient’altro perché sentirono i pesanti passi di Hulk che correva verso un condotto e vi sbatteva contro i pugni, creando un buco abbastanza grande da infilarvici la testa, fecero per intervenire quando videro delle sottili gambe tirare un forte colpo sulla faccia di Hulk che lo fecero volare via tramortendolo leggermente.
Thor si avvicinò ad Hulk che era atterrato sulla pancia e gli poggiò il martello sulla schiena impedendogli di alzarsi, mentre Steve e Tony andavano da chi lo aveva colpito.
Appena riconobbero l’esile e malandata figura di Natasha si diedero da fare per tirarla fuori.
Tony con i suoi laser stava tagliando il materiale ingrandendo il varco in modo che Steve potesse prenderla, quando il varco fu abbastanza grande, Steve si inginocchio e vi entrò per metà busto prendendo Natasha tra le sue mani e tirandola fuori di lì.
La poggiò per terra e non persero tempo a controllare le sue condizioni, andava portata d’urgenza nell’ala medica, anche lei era geneticamente modificata, ma per lo più era umana e i colpi si facevano sentire.
-Tony portala tu, disse Steve mentre si allontanava da lei per aiutare Thor a calmare Bruce, anche Thor le diede uno sguardo veloce e annuì guardando Tony negli occhi.
Tony la prese in braccio e volò via più veloce che potesse, portandola in infermeria.
Natasha venne svegliata da un'insolita luce, le filtrava anche attraverso le palpebre, ma ancora si rifiutava di aprirle.
Credeva di essere morta, ricordando gli eventi che poco prima l'avevano distrutta, con un rapido movimento una mano le si posò sul petto, dove aveva le ferite più grandi e sentì sotto quello che indossava che c'era qualcosa sulla sua pelle, qualcosa come delle fasce o delle garze, allora qualcuno l'aveva salvata, ricordava vagamente l'odore ferroso dell'armatura di Tony, ma non credeva che l'avessero salvata in tempo.
Si costrinse ad aprire gli occhi, ma se ne pentì subito, l'effetto che ebbe la luce sulle sue pupille è stato al quanto distruttivo.
Lentamente li aprì di nuovo e cercò di farli abituare a tutta quella luce, quando riuscì più o meno a mettere a fuoco capì che si trovava ancora nello SHIELD ed era nell'infermeria.
Allora l'avevano salvata davvero.
Si guardò le gambe e vide sulla gamba rotta un tutore, provò a muoverla e ci riuscì senza sentire alcun dolore, questo era un dettaglio molto a suo favore.
Si sedette sulla poltrona dove era stesa e sentì un leggero capogiro, così si tastò la fronte e vi sentì una benda che le faceva tutto il giro intorno alla testa.
Non ci mise molto ad orientarsi di nuovo e cautamente poggiò la gamba rotta per terra, si tenne alla poltrona e provò a fare qualche passo.
Ci riuscì, sentiva soltanto un leggero formicolio in mezzo alla gamba, guardò meglio il suo tutore e ci vide sopra la firma Stark Industries, scuotendo la testa pensò che Tony non sapesse più dove investire i suoi soldi.
Vide sul ripiano di fronte a lei, oltre a materiale antisettico e disinfettanti una lettera, era indirizzata a lei, il mittente non c'era.
Il suo primo pensiero andò a sua sorella, pensava le fosse successo qualcosa di grave, ebbe quasi paura ad aprirla.
- Cara Natasha, mi dispiace davvero tanto per quello che è successo, quello non ero io, ma era il mostro dentro di me, quando ore dopo ti ho visto in quello stato, volevo esserci io al tuo posto.
Davvero non riesco a ricordare cosa sia successo, ripeto quello non era il dottor Bruce, era Hulk, ed io non ho mai saputo come controllarlo, come non farlo impossessare di me, ci ho provato per giorni, mesi e persino anni, abitando da solo e nei posti più sperduti del mondo, per evitare di fare del male alle persone, come è successo a te.
Nel momento in cui Tony è ritornato dall'infermeria, si è subito messo al lavoro per trovarmi una cura, e ci è riuscito, ora riesco a controllare Hulk, o meglio la parte della sua mente è addormentata ed io posso calmarmi in pochi istanti.
Ripeto, mi dispiace, spero che tu stia bene e che possa perdonarmi.
Decise di uscire da quella stanza per andare a parlare direttamente con Bruce per chiarire la situazione, portargli rancore era l’ultimo dei suoi problemi.
Zoppicando leggermente si fece strada tra le ormai conosciute pareti dello SHIELD, fino ad arrivare nella sala di controllo centrale dove poteva vedere un direttore Fury più tosto alterato inveire contro uno schermo mentre il suo braccio destro l’agente Hill lo aggiornava su quello che stava succedendo.
-Allora ragazzi cosa mi sono persa? Chiese facendo il suo ingresso, subito Maria le passò il tablet con cui stava lavorando mentre iniziava a parlare.
-I ragazzi, gli Avengers, stanno combattendo contro Loki e la sua mandria di alieni che stanno venendo dallo spazio tramite un warmhole, ora abbiamo capito come chiuderlo però abbiamo perso tutti i contatti con loro e mandare uno di noi sarebbe troppo pericoloso.
-Vado io, rispose con quel tono di voce che non lasciava intendere che avrebbe ceduto e Fury lo sapeva bene.
Così ignorando Maria e Nick che le ricordavano cosa aveva subito meno di una settimana fa, lei si diresse verso la sua stanza, si cambiò con la sua solita tuta, era davvero stretta e tutti i suoi lividi non aiutavano ma resistette all’impulso di lasciare tutto andare e togliendosi perfino il tutore alla gamba corse verso il ponte esterno.
Maria e Nick la videro correre e poterono notare che non poggiava tutto il peso sulla gamba infortunata, doveva farle ancora male, anche se l’osso era quasi del tutto guarito.
-Signore dobbiamo aggiungere anche il suo nome alla lista degli Avengers? Chiese Maria mentre osservava il jet dove pochi secondi prima era salita Natasha decollare.
-Hill, ti ricordi quella parte top secret del progetto Avengers? Chiese Nick voltandosi e andando ad un computer, Maria lo seguì rispondendo.
-Certo che ricordo signore, era la prima parte del progetto, nessuno a parte lei la conosce.
-Quella parte era ed è composta da tutti i fascicoli dell’agente Romanoff, il progetto Avengers è nato per lei, è lei la fondatrice.
Senza lasciare tempo di replicare Nick si mise in contatto con il jet di Natasha.
-Allora agente Romanoff, l’unico modo per chiudere il portale è prendere lo scettro di Loki e distruggere il congegno che tiene aperto il portale.
-Ricevuto, rispose Natasha senza emozioni e chiuse la chiamata poco dopo che Nick le diede altre informazioni.
-Dietro la tua seduta, c’è una ricetrasmittente, prendila così potrò aggiornarti da qui.
Le ci vollero soltanto pochi minuti per arrivare nel bel mezzo di Manhattan e lì vide sparpagliati per la città mentre cercavano di sconfiggere gli alieni.
Hulk faceva avanti e indietro tra i palazzi annientando gli alieni che vi erano di sopra, Thor era sulla Stark tower che combatteva con suo fratello, Tony volava per la città cercando di allontanare degli alieni più grandi del normale dai cittadini, Steve era intendo ad uccidere quelli di terra mentre dall’alto vide scossare delle frecce in particolare ed erano quelle di Clint.
Atterrò sulla Stark Tower, proprio vicino il generatore, provò a lanciargli un forte colpo ma fu soltanto sbalzata all’indietro, facendola precipitare nel vuoto, stava per lanciare un rampino quando due possenti braccia la presero.
-Non sapevo saresti venuta anche tu alla festa, avrei messo almeno il deodorante, le disse Thor mentre la poggiava delicatamente a terra e richiamava il suo martello che gli arrivò nella mano.
-Come potevo perdermela? Scherzò in rimando lei ignorando la sua battuta.
-Thor ho bisogno di prendere lo scettro di Loki, iniziò lei ma lui semplicemente le indicò una determinata parte del palazzo dove vide un particolare oggetto brillare di azzurro.
Lo ringraziò dandole un bacio sulla guancia e corse a prenderlo, appena lo impugnò sentì una strana forza attraversarle il corpo e iniziò la sua corsa per ritornare sul tetto.
Mentre correva su per le scale ormai distrutte della torre, sentì il direttore Fury dalle una notizia in particolare.
-Agente Romanoff, deve fare qualcosa per risolvere l’imminente problema, il governo ha appena sganciato una bomba atomica su New York e si schianterà tra circa 3 minuti.
Natasha non sentì più niente di quello che doveva dirle Fury perché si tolse l’auricolare, le era venuta un’idea in mente e di sicuro l’avrebbero fermata, così cambiò rotta e corse verso il magazzino di Tony.
Aveva passato molto tempo in quella casa e sapeva esattamente cosa doveva fare.
In pochi attimi si ritrovò a volare nel cielo, contornata da un esoscheletro indistruttibile rosso e oro.
Arrivò sulla cima del palazzo e impugnando lo scettro iniziò a manovrare il portale cercando di chiuderlo.
Jarvis attivato da Tony le si presentò sullo schermo e la guidò nell’operazione, ormai la chiusura del portale era stabilita sarebbero serviti soltanto 2 minuti e poi quell’orda di alieni avrebbe smesso di arrivare sulla terra, soltanto che questo non era il problema principale.
-La Bomba, sussurrò disattivando Jarvis dalla sua visuale e partendo verso la costa.
-Scusa mi sono perso un dettaglio, quale bomba? Le chiese Tony in remoto.
Natasha non disse niente, semplicemente lo ignorò e si concentrò sul suo compito.
Subito la individuò e vi volò di sotto, appena le sue mani toccarono la superficie dell’arma sentì una forte scarica di adrenalina nel suo corpo, era abituata a fare cose pericolosamente mortali ma quella era troppo anche per lei, poteva sentire fredde gocce di sudore scorrerle lungo la spina dorsale.
Si stavano avvicinando alla città, ancora nessuno di loro poteva vederla, e sperò che non la videro affatto, se no il suo piano sarebbe andato a rotoli.
Capì che la traiettoria della bomba sopra di lei stava cambiando quando la sentì spingerla verso il basso, così mandò tutta l’energia della tuta ai suoi propulsori dei piedi e spinse più che poteva quella bomba.
Riuscì benissimo a manovrarla e pensò che sarebbe stato un ottimo modo per morire quello, a detta di sua sorella.
-Natasha dimmi che non lo stai per fare vero?
Poté sentire la voce di Steve questa volta nelle orecchie.
Il portale si stava sempre di più ridimensionando.
-Ragazzi vi ho voluto bene, Bruce tranquillo sei perdonato, Thor mi piaceva davvero il modo in cui mi chiamavi, Steve sei stato davvero il mio migliore amico, Clint non preoccuparti e Tony scusami ma questa tuta non potrai riaverla indietro e non vi dimenticherò mai… fu’ tutto quello che ebbero sentito prima di vederla scomparire nel portale.
Susseguirono momenti di silenzio, sembrava che la città fosse impostata sul muto, che tanto piaceva a Tony ma non in quel modo, Natasha non poteva morire così.
Si sentì un forte boato e poi tutti gli alieni che caddero senza vita.
Natasha c’è l’aveva fatta, li aveva salvati tutti quanti, sacrificandosi.
Lente lacrime scesero lungo le guance di Steve, Tony si tolse l’armatura dalla faccia mentre Thor si piegava su un ginocchio lasciando il martello e portandosi la mano destra sul cuore, Hulk ritornò Bruce mentre Clint rivolgeva lo sguardo al portale.
Portale che era quasi chiuso quando qualcosa attirò la sua attenzione, un’esile figura che cadeva dall’alto, subito lanciò un forte urlo indicando agli altri a terra il corpo di Natasha che cadeva.
Tony in un attimo decollò e la prese al volo poco prima che toccasse terra.
Ritornò dove erano tutti e la poggiò delicatamente a terra, togliendo dal suo corpo i pezzi di armatura che non si erano disintegrati.
Nessuno voleva credere alla sua morte, nessuno, erano tutti in cerchio intorno a lei e semplicemente si rifiutavano di farlo, fin quando tutto successe.
Bruce si trasformò e tirò un forte urlo che fece spaventare tutti i presenti compresi Natasha.
-Dio Bruce, mi è quasi venuto un infarto, disse facendo spostare tutta l’attenzione su di sé.
Le facce di tutti non potevano essere descritte, erano un misto di stupore, orrore e felicità.
Steve fu il primo ad avvicinarsi e le porse la mano aiutandola ad alzarsi soltanto che dovette tenerla di peso dato che la sua gamba le mandò una forte fitta che le addormentò un attimo i nervi.
Così ignorando ora le sue lamentele Steve la prese a cavalcioni sulle spalle e la riportò indietro in quel modo.
Lei mise il broncio e poggiò i gomiti sulla testa di Steve, poggiandoci sopra le mani la testa, facendola sembrare una bambina capricciosa.
Tony vi scattò una foto tramite Jarvis e la inoltrò a tutti i presenti.
-Nat, hai fame per caso? Chiese Steve mentre continuavano a camminare tra le macerie.
Lei annuì e lui continuò.
-Allora andiamo a mangiare che il tuo stomaco mi sta brontolando contro il collo.
Tutti scoppiarono a ridere e fortunatamente trovarono una tavola calda che li accolse.
Così mentre quelle 2 persone che vi erano rimaste dentro gli preparavano qualcosa da mangiare loro si sedettero all’unico tavolo rimasto intatto dalla battaglia.
Steve fece scendere Natasha e la mise su una sedia facendola alzare la gamba sull’altra sedia di fianco a lei, proprio dietro la schiena di Clint che si era già seduto, all’altro fianco capo tavola si sedette lui, di fronte a Natasha, Thor, di fianco a lui Tony e all’altro capo tavola Bruce.
Il loro cibo arrivò e tutti si resero conto di quanto potesse mangiare quella tanto minuta e graziosa spia russa, aveva perfino vinto contro Thor e lui era davvero una buona forchetta.
Così stanchi e sporchi ma con gli stomaci pieni fino all’orlo fecero ritorno alla base dello SHIELD dove ognuno si era meritato una calda doccia e almeno qualche giorno di riposo.
   
 
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