Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: Brume    28/07/2021    1 recensioni
Tokyo, anni '90. Sayuri e Kaori vivono insieme a Tokyo, dopo che la maggiore è rientrata dall' America un paio di anni prima. Lavorano insieme come freelance, un lavoro che Kaori adora perchè può viaggiare , vedere posti nuovi e vivere senza vincoli; sono piuttosto richieste e gli affari già fiorenti sembrano avere una svolta quando una donna chiede loro uno scoop: rintracciare City Hunter, uno sweeper che nessuno ha mai visto o incontrato e che sembra più una leggenda urbana che un uomo in carne ed ossa....
Storiella leggera senza pretese e di pochi capitoli, molto Au, molto What If, uscita dalla mia mente lunedì scorso e tutt' ora in fase di scrittura =)
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Tokyo, 31 luglio.

 

“Il cielo è strano, stasera. Sembra stia per arrivare davvero, il tifone” disse Sayuri, rimettendo a posto la tenda che copriva la grande finestra del salone dove stavano cenando a base di sashimi.

Kaori, che si era appena seduta, annuì. “Speriamo non faccia troppi danni” disse, versandosi dell'acqua naturale e bevendone un sorso.

Sayuri la raggiunse e si sedette a sua volta. 

Controllò se in tavola vi  fosse tutto, poichè non aveva intenzione di alzarsi ed essere distolta da quel ben di Dio che vi era in tavola e poi iniziò a mangiare.Come ogni sera, la tv in sottofondo era sintonizzata sui canali di informazione e la presentatrice stava illustrando proprio le condizioni meteo avverse che di lì a poco si sarebbero abbattute su Tokyo...tutto nella norma, insomma.

 Una domenica sera estiva qualsiasi.

“Allora, come vanno le ricerche? Hai più sentito il nostro committente? Ah proposito, ho trovato uno studio in cui potremmo registrare eventuali  interni...domani potremo andare a vederlo: è l’ unico libero di questi tempi” disse Sayuri prima di addentare parte del cibo. 

Kaori annuì, quasi distrattamente. Sayuri osservò la sorella: era strana, da qualche tempo...e non sapeva il perchè.

Certo, il suo impegno sul lavoro era lo stesso di sempre  ed anche il giorno precedente aveva portato a termine un piccolo incarico in maniera ineccepibile...ma era distante, pensierosa. 

Insoddisfatta. 

Mangiarono tranquillamente. Ma apparve ovvio che dovesse parlarle: non l’ aveva mai vista, così.

“Kaori, qualcosa non va?” chiese , dunque, una volta finita la cena.

“...no, nulla” rispose Kaori alzandosi e raccogliendo le stoviglie da portare in cucina. 

Sayuri la osservò, mentre si muoveva. Il viso di Kaori era improvvisamente impallidito.

“...Ti vedo strana da un pò di tempo… sarà una mia impressione. Senti, se domani andiamo a vedere quel posto, io coglierei l'occasione per passare anche da Ginza. C’è una persona che vorrebbe proporci qualcosa...sai, visto che il nostro impegno principale si rivela abbastanza lungo...credo sia meglio continuare ad  accettare qualcosa di più pratico e veloce, nel mentre” disse. Quindi si avvicinò a lei e l’ aiutò a sistemare. Andarono insieme in cucina, Kaori mise le stoviglie nel lavello e Sayuri tornò in sala a sistemare le ultime cose rimaste.

 

Accidenti, ora che faccio? pensò Kaori. 

Non aveva voglia di complicazioni, non se la sentiva di raccontare quella storia...fare sapere tutto del suo incontro con Ryo, i suoi pensieri...ma non poteva andare avanti così. Inoltre, il lavoro lo stavano svolgendo entrambe anche se con compiti diversi, quindi...sarebbe stato coerente ed onesto parlarne con lei...ma no, non ne aveva il coraggio. 

Cosa avrebbe pensato, la sorella?

Avrebbe accettato di rinunciare a tutto per una storia della quale sapevano ben poco accettando come unica fonte la testimonianza di Ryo?

 

Kaori sistemò gli ultimi piatti , pulì il lavello e si asciugò le mani in un panno di cotone che aveva preso dal cassetto infine si sedette sullo sgabello della piccola isola che  li accanto.

Si appoggiò al banco in marmo, stanca; osservò Sayuri pulire.

Prese tempo, insomma, iniziando con lo sguardo a vagare qui e la...finchè la voce della sorella non la riportò alla realtà.

 

“Ora mi dici cosa ti passa per la testa, sorellina!”

Sayuri era davanti a lei e le stava porgendo un caffè che nemmeno si era accorta avesse preparato.

“Grazie” rispose sorridendo e prendendo la tazza fumante, senza aggiungere altro. Sayuri rimase a guardarla per un pò di tempo, poi tornò nella sala; accese il ventilatore a pala e si sedette sul divano.

Kaori rimase ancora un attimo in quella cucina.

Lo stomaco era chiuso in una morsa.

Il pensiero era rivolto a Ryo…. quanto avrebbe voluto vederlo, quanto avrebbe voluto ci fosse li anche lui, in quel momento...ma non ne aveva notizie da tempo e per come lo aveva trattato si sarebbe stupita di vederlo ancora…

Poi penso a Hitomi.

L’ ultima volta che l’ aveva sentita, le aveva confezionato una bella bugia, dicendole di un possibile incontro con City Hunter e di un girato che, naturalmente, non erano mai arrivato ad una reale conclusione. Erano passati parecchi giorni….

“Sayuri” disse raggiungendo la sorella di gran lena       “ ….iocredodiessemiinfilatainungrossoguaio” disse, d’ un fiato, quasi diventando paonazza; Sayuri per poco non le sputò il caffè in faccia.

“Scusami, puoi ripetere?” le chiese, posando la tazza sul tavolinetto li accanto. Poi, prese il telecomando e spense la tv.

Kaori iniziò a giocare nervosamente con la stoffa del top che indossava, rigirandola tra le dita e guardando per terra.

“Credo che-che questa cosa… la ricerca di City Hunter...sia un guaio di quelli grossi” disse. Le sorelle di fissarono, silenziose, per un momento.

“...Kaori ascoltami...nessuno dei nostri lavori è mai stato facile. Ora, la ricerca di un criminale non è una passeggiata ma...non è nemmeno la prima, che facciamo. Ricordi quando ci trovammo faccia a faccia con la Yakuza?” disse.

Come al solito Sayuri, da sempre più realistica e pratica di Kaori, cercò di razionalizzare i fatti senza perdere la calma. 

“...E’ diverso, stavolta…” rispose Kaori, andando a sedersi accanto alla sorella “ te lo posso assicurare. Se avrai voglia di ascoltarmi...devo raccontarti una storia” disse.

Sayuri, sorpresa, la fissò e mentre le prime raffiche di vento raggiunsero Tokyo, iniziò a raccontarle tutto.




 

Shinjuku, Kabukicho.

 

Ryo passeggiava tra le insegne al neon dei molteplici izikaya, bar, karaoke e love hotel che occupavano la Golden Gai. Visto il tempaccio, quella via strettissima pareva una autostrada, tanto era vuota.

 

Camminava lento, a dispetto del vento e della pioggia che avevano iniziato a scendere; si guardava intorno, osservando gli esercenti affrettarsi nel chiudere i piccoli locali prima che il tifone facesse danni. Non aveva nulla da fare, non aveva voglia di compagnia.

Voleva stare solo e pensare  e perchè no, perdere tempo così, nel nulla...giusto per liberarsi la testa dal suo pensiero fisso. 

 

Kaori. 

Lei lo aveva stregato. Si era negato più e più volte la debolezza di un ricordo, la possibilità di starle accanto; lo aveva fatto dapprima per paura, poi per rispetto verso la memoria di Hide, perchè non pensava di essere la persona giusta per sua sorella, per prendersi cura di lei.

Ora, però, qualcosa di strano e forte era tornato alla ribalta e lo stava sconvolgendo.

L'aveva incontrata, messa in guardia. La ragazzina era diventata una donna con la quale non era più possibile scherzare o scappare.

Certo, avrebbe preferito rientrare nella sua vita in maniera più soft, per così dire, ma non ne aveva avuto occasione...quindi aveva fatto il possibile date le circostanze e come aveva previsto, le cose non erano andate bene.

 

Era preoccupato.

 

Volevo fare qualcosa di diverso, lo giuro disse a bassa voce come se lei lo potesse ascoltare, chiudendo l’ ombrello ormai inutilizzabile e lanciandolo in un vicolo dove già erano presenti rottami e spazzatura ma non ne ho avuto il tempo e tu, giustamente, mi hai cacciato…

Già.

Come aveva potuto pensare, anche solo lontanamente, di avere successo?

 

Le voleva bene. Davvero.

Non voleva che le accadesse nulla di male...ma cosa fare, ora? Da un lato, doveva tenere d’ occhio quella donna e chi vi era dietro, ovvero suo padre; dall’ altro, doveva gestire questa cosa che gli attanagliava lo stomaco, doveva badare a lei, pensare a cosa fare.

Il vento continuava a soffiare, impetuoso.

Ryo, immerso nei suoi pensieri, si fermò.

Lasciò che il vento, l’ umidità, l’ acqua ed i pensieri lo avvolgessero poi, come fosse morso da una tarantola,  cominciò a correre.

Voleva andare da lei, doveva andare da lei.




 

Appartamento Makimura- Tachiki

 

“Kaori...perchè non me ne hai mai parlato prima?” chiese Sayuri quando la sorella terminò il suo racconto. Kaori, gli occhi bassi, mormorò alcune parole.

“...non volevo coinvolgerti nel mio passato...non volevo coinvolgerti in questa cosa” rispose.

“Ma sono tua sorella    !!” disse Sayuri perdendo la calma “ ….da quando ci siamo ritrovate...ci siamo sempre dette tutto… abbiamo parlato delle nostre vite, tu mi hai parlato di Hide…”

Kaori alzò il viso.

“Hai ragione ad essere arrabbiata con me!” rispose. 

Le veniva da piangere.

Sayuri rassicurò la sorella allungando la mano e accarezzandole il viso.

“Non sono arrabbiata, Kaori…. mi chiedo solo come mai tu ti sia tenuta tutto dentro… deve essere stato tremendo” rispose. Un sorriso le illuminò il viso e Kaori parve essere più tranquilla.

“E’ lui? quello che ho visto l'altra sera insieme a te?” domandò, ancora. Kaori annuì.

Sayuri si alzò e andò in cucina a prendere da bere e portò a Kaori del tè freddo che lei gradì molto.

“...Credo che, alla luce di quanto tu mi hai raccontato, non siano da escludere i suoi avvertimenti. Tu stessa vorresti fidarti di lui, gli vuoi bene… Kaori, sorellina mia… lasciamo perdere questo incarico. Io credo che questo Ryo sia sincero…” disse , infine.

Kaori sgranò gli occhi. 

Era sempre stata piuttosto ingenua e sognatrice , ma Sayuri in questo caso la batteva. Come poteva essere sicura delle azioni di Ryo, quel Ryo che era sparito e le aveva mentito, tirando in ballo anche Hide…?

Si alzò.

Pensierosa, andò verso la finestra per capire a che punto era il tifone: poche erano le macchine ancora in giro, la strada era allagata e alcune piante erano state divelte. Stava per tornare a sedersi quando lo vide: correva, sotto la pioggia, nella direzione di casa loro.

“Credo lo conoscerai presto” disse Kaori. Sayuri guardò la sorella con sguardo interrogativo. Kaori la chiamò verso di sè ed insieme osservarono Ryo avvicinarsi sempre più al portone del loro stabile.

Kaori iniziò a tremare.

Perchè quell’ uomo la turbava così tanto?

 Perchè sentiva il cuore battere così forte?

Meno di cinque minuti più tardi, il campanello suonò. Sayuri andò ad aprire.

 

Ryo, bagnato fradicio, stava davanti alla porta.

“Perdonatemi, presentarmi così…” disse. 

Levò il giubbino leggero e le scarpe e rimase fermo dov’era, gocciolante.

“Entra. Ti prenderai un accidente” disse Kaori, atona. 

“Vado a prendere un asciugamano pulito” disse Sayuri per togliersi dall’ impiccio di quegli sguardi.

“Mi dispiace arrivare a casa vostra così ma...ho scoperto alcune cose che potrebbero mettervi in pericolo...e non potevo aspettare oltre” disse senza levare gli occhi di dosso alla giovane donna. Kaori arrossì, sentirsi avvolta da quello sguardo la metteva a disagio.

“...ho sentito davvero molte scuse ma questa…” disse per sdrammatizzare la donna. Lui rimase serio, fermo, immobile davanti a lei.

“Tieni” gli disse Sayuri porgendo una salvietta “ datti una sistemata...Ryo, giusto? Abbiamo giusto parlato di te, io e mia sorella” 

Kaori lanciò un'occhiataccia alla donna , che però fece finta di niente. Ryo si asciugò in qualche modo, silenzioso, guardando di tanto in tanto Kaori davanti a lui.

“Vieni, siediti. Vuoi qualcosa da bere?” gli chiese quest’ ultima.

“No...ho già dato” rispose lui “ credo di aver bevuto abbastanza oggi...e poi...sono solo passato per riferirvi alcune cose. So che non mi vorrai ascoltare, Kaori-”

“Se mia sorella non vorrà ascoltarti, lo farò io” lo interruppe Sayuri.Ryo andò a sedersi sul grande divano. I capelli scuri sulla fronte bagnata e gli occhi profondi misero a disagio Kaori, che preferì prendersi una sedia.

“Ho ragione di credere che siate seguite, presumibilmente fin dal momento in cui avete accettato l’ incarico. Da tempo tengo d’ occhio la situazione e ho notato strani movimenti..” disse, senza girarci intorno. Sayuri sembrò impallidire e lo stesso accadde a Kaori. Lui guardò prima l’ una e poi l’ altra.

“Kaori, ti prego di lasciare da parte qualsiasi remora e...fare ciò che ti dirò: vai via da Tokyo. Lascia la città per un pò, insieme a tua sorella, intanto che io sistemo le cose” disse.

Le due sorelle lo fissarono.

“NO” disse Kaori, scandendo bene le parole. Ryo la fissò negli occhi.

“Come dici, scusa?” chiese, anche se aveva sentito benissimo.

“Io non lascio Tokyo. Non lascio ciò che ho costruito con tanta fatica, non lascio questa vita.” rispose.

Ryo si alzò, gli si parò davanti.

“Non è un gioco. Andate via per un pò. Poi...potrete tornare. Hitomi non è una persona che lascia superstiti e probabilmente aveva deciso di eliminarvi già nell’ istante in cui avete accettato l’ incarico. Quanto ti ha offerto?” disse Ryo senza staccarle gli occhi di dosso. Kaori abbassò lo sguardo.

“...parecchio…” rispose.

Ryo girò sui tacchi, andò alla finestra. Anche se non era tardissimo, pareva fosse notte fonda: le nubi non volevano proprio andarsene.

“... quindi...resti….perchè vuoi quei soldi? Perchè non ti fidi di me?” chiese.

Kaori si alzò. Andò a sedersi sul divano.

Ryo si voltò nella sua direzione nel momento esatto in cui il telefono iniziò a squillare.

“...potrebbe essere lei…Hitomi” disse Ryo, preoccupato.

Sayuri andò verso il telefono e rispose; era il fidanzato. I presenti tirarono il fiato.

“...dunque?” domandò Ryo, tornando su Kaori.

“...Va bene, Ryo… credo non ci sia altra scelta che fidarmi di te quindi...starò attenta. Ma non lascerò Tokyo. Rimarrò qui, in questa casa” rispose lei.

 

Ryo parve sollevato. Pensieroso, camminò avanti e indietro per la grande sala. Nel frattempo Sayuri, conclusa la telefonata con il fidanzato, li raggiunse.

“Ora vi prego di ascoltarmi” disse quindi Ryo richiamando la loro attenzione “ Sayuri, se hai un posto in cui andare, vai...altrimenti potrò collocarti a casa di alcuni amici che potranno proteggerti. Kaori, se sei intenzionata a restare qui...io resterò con te finchè la faccenda non si sarò conclusa” disse.

Kaori fece per reclamare, ma rimase zitta: non aveva molta scelta, quindi fece un cenno di assenso con il capo. Sayuri, stupita da tanta fretta, non si perse comunque d’ animo: chiamò il fidanzato, spiegò a grandi linee la situazione e meno di due ore dopo saliva su un taxi guidato da uno degli amici e colleghi di Ryo, destinazione ignota.

 

“Ed ora...che faremo?” chiese Kaori, osservando la sorella andare via. Era stanca, aveva un gran mal di testa e le borse sotto gli occhi.

“Aspettiamo, Kaori. Vediamo cosa accade, aspettiamo le mosse di Hitomi” rispose lui “ora , però, accompagnami a fare il giro della casa...devo controllare alcune cose”.

 

Kaori si trascinò, dunque,in giro per il grande appartamento. Ryo osservò con attenzione ogni finestra, stipite, passaggio. Controllò le chiusure, il sistema antifurto e la porta blindata all’ ingresso infine, stanco, crollò sul divano. Posò la pistola sul tavolo e chiese a Kaori il permesso di stendersi.

“Fa pure” rispose , estraendo una coperta da un piccolo puff  e porgendogliela. Lui la prese, trattenendo con sè anche la mano della donna.

“...mi sei mancata” le disse, tenendo stretta quella mano.

Kaori sentì le gambe farsi di cera e le lacrime salire. 

Ryo allora si alzò, sovrastandola con la sua altezza...ed avvenne ciò che da tempo doveva accadere: l’ abbracciò, così forte da fare male. 

L’accarezzò, asciugò le lacrime che sgorgavano sulle guance soffici ed infine, quasi automaticamente, poggiò le proprie labbra su quelle fruttate di Kaori, lasciando per un attimo tutti i guai fuori dalla porta ma soprattutto al di fuori del loro cuore e delle loro anime, finalmente ritrovate.

 
   
 
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