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Autore: sissi149    31/07/2021    2 recensioni
I Giochi Olimpici di Tokyo 2020 sono finalmente alle porte, potevano i ragazzi di CT esimersi dal partecipare alla loro Olimpiade casalinga?
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tokyo Aquatics Centre
 
“Forza Nacchan! Forza Nacchan!”
Azumi, Hajime e Teppei si sbracciarono al blocco di partenza per incitare la compagna di squadra durante l’ultima vasca della 4X100 mista mista.
La più giovane nuotatrice di tutto il gruppo era stata scelta come ultima frazionista, un onere che all’inizio non era sembrato troppo gravoso: la mista mista aveva centrato di un soffio la qualificazione alla finale e anche con l’inserimento del più creditato Taki nella frazione a rana, non aveva velleità di podio o di un piazzamento tra i cinque migliori.
Almeno fino a qualche minuto prima.
Hajakawa aveva aperto con una frazione a dorso elegante e perfetta che l’aveva portata a realizzare il suo record personale, la rana di Taki era stata maestosa, un po’ più impreciso ed affannato il delfino di Kisugi, ma comunque efficace tanto da permettere alla giovane Hyuga di tuffarsi in acqua come seconda, con un vantaggio sufficiente a resistere ad almeno due o tre delle squadre che avevano scelto di fare nuotare la frazione a stile libero ad uno degli uomini.
Alla virata dei 50 metri Naoko aveva toccato come prima, riuscendo a sopravanzare la nuotatrice spagnola, ma alle calcagna aveva i rappresentanti di USA e Regno Unito. A metà della vasca di ritorno le due nazioni l’avevano superata e lottavano tra loro per la vittoria finale, mentre il nuotatore australiano le si avvicinava a tutta velocità.
“Dai Nacchan! Non mollare!”
Azumi, Hajime e Teppei continuavano il loro tifo senza badare che non si addicesse troppo all’immagine compassata dei giapponesi che all’estero tutti avevano.
A poche bracciate dall’arrivo era quasi un testa a testa, Naoko usò tutte le energie che le restavano in corpo per slanciarsi verso la piastra ed arrivare al tocco precedendo l’avversario.
Col fiatone si voltò di scatto, sollevando gli occhialini.
“Ce l’hai fatta Nacchan! Ce l’hai fatta!” I compagni di squadra erano fuori di sé dalla gioia, si abbracciavano e poi si sporgevano verso di lei. Azumi addirittura era sommersa dalle lacrime.
Era un’emozione intensa, probabilmente tra le più travolgenti perché inaspettata: nessuno di loro aveva ancora avuto il grande exploit internazionale, erano un gruppo di outsider per cui la medaglia era solo un sogno proibito.
Ad un certo punto Naoko vide qualcosa di non identificato piombarle davanti nella piscina, sollevando una marea di schizzi. Dall’acqua emerse Teppei, che subito imprecò in direzione di Hajime.
“Si può sapere che ti è saltato in mente, idiota?”
L’altro nuotatore si limitò a sorridere ed a spingere in acqua con nonchalance anche Azumi, facendola precipitare nella corsia accanto a quella dove avevano gareggiato. Per finire si gettò pure lui, raggomitolandosi.
“Kisugi ha ragione – commentò la dorsista – sei proprio un idiota.”
Cominciarono a spruzzarsi acqua addosso a vicenda, ingaggiando una sorta di battaglia.
La giovane Hyuga li fissava con gli occhi ancora sbarrati per lo spavento.
“Dai Nacchan, unisciti a noi!” La invitò Teppei, ormai conquistato dallo spirito goliardico dell’amico.
Gli schizzi aumentarono ed a nulla valsero i richiami dei giudici di gara a lasciare la piscina e permettere lo svolgimento della premiazione degli 800 metri femminili.
La gioia e la felicità dei quattro era troppo grande e non poteva essere fermata in nessun modo, finché non l’avessero deciso loro.
 
 
 
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E la piscina del nuoto regala un bronzo ai nostri ragazzi, da una delle gare di nuova introduzione, ma già sperimentate a mondiali e europei: le staffette miste uomini e donne, che a me piacciono molto. La mista mista è la più particolare di tutte e la più difficile da leggere, poiché solo nel finale si allineano i valori: non c’è una regola, ogni nazione sceglie in base alle sue potenzialità come comporre la staffetta, quindi spesso in acqua si ritrovano uomini contro donne.
Questa era una medaglia inaspettata: nessuno del quartetto ci aveva neppure pensato e, forse, l’essere scesi in acqua solo per divertirsi, per dare il meglio di sé senza pensare al risultato è stata l’arma in più dei nostri. Tra le storie olimpiche ci sono anche le medaglie a sorpresa.
  
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