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Autore: badheadache    01/08/2021    1 recensioni
Draco semplicemente pensava che a Potter piacesse la loro competizione, e anche lui la trovava divertente e soddisfacente, anche se ogni volta arrivavano ad insultarsi le famiglie. Era qualcosa simile a una certezza. Peccato che quest'anno Draco avesse altro da fare rispetto a insultare Potter. Gli sarebbe mancato, sicuramente.
Mentre percorreva il corridoio del treno, pensò a come sarebbe stato se lui e Potter fossero diventati amici. Draco l'avrebbe consegnato al Signore Oscuro? Era una bella domanda. Probabilmente, se Potter non fosse così odioso, non l'avrebbe fatto. Ma era odioso, quindi Draco poteva anche non avere alcun rimorso, se avesse dovuto consegnarlo.
Forse.
(Warning: Slytherin Harry)
Genere: Dark, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Hateful

Capitolo 6 - Scherzo


Quella notte, Draco ed Harry lavorarono su ciò che era più impellente mettere al sicuro: la mente di Harry. Se Voldemort avesse condiviso la mente e le emozioni di Harry, per Draco sarebbe stata letteralmente la fine.

"Rilassati. Pensa alla tua mente come un groviglio di lana attorcigliato e rendilo un unico filo. Oppure, pensa ci siano delle mura. Insomma, concentrati completamente su un oggetto, non per forza difensivo. La tua mente deve risultare vuota, estremamente piatta, noiosa."
Harry non ce la faceva. Rendere docile Draco e farsi aiutare da lui senza ricevere - per ora - nessun insulto gli sembrava un miracolo. Era troppo euforico per cercare di annoiarsi. 
"Ci sei?"
"No. Ma tentiamo comunque." 
Draco annuì leggermente, serissimo.
"Legilimens!"
Acqua, sirene. Cho sott'acqua, la sorella di Fleur quasi morta. La festa di complemorte di Nick-Quasi-Senza-Testa, Hermione che sorride a lui e Sirius. Sirius... Bellatrix. Bellatrix che urla, lui che la tortura con piacere. 
Harry sentì Draco andarsene velocemente dalla sua mente, a differenza di come faceva Piton. 
"Salazar, Potter, impegnati! Ho bisogno che tu impari a schermare almeno i pensieri più importanti entro stanotte! Ti rendi conto di cosa potrebbe succedere se solo il Signore Oscuro scoprisse che dormiamo nella stessa fottuta camera?"
Harry si accigliò: non avrebbe mai salvato Draco dalla sua indole pessimistica, ma capiva l'importanza della situazione. Continuarono fino a notte tarda, ed Harry, alle prime luci dell'alba, riuscì a rendere completamente impenetrabile tutto il rapporto che aveva con Draco. Almeno, ciò che era successo negli ultimi mesi. Avevano deciso di lasciar concentrare il moro su tutto il rancore che provava nei confronti di Draco mettendo in evidenza tutti i torti che si erano fatti negli anni. Questo tipo di ricordi prendevano il sopravvento sugli ultimi, che Harry non aveva ancora completamente metabolizzato o accettato, e per questo, seppur più importanti, meno evidenti.

 Il biondo, all'ultimo tentativo positivo, si rilassò completamente, sentendo tutta la stanchezza del mese passato. Sbilanciò tutto il suo peso andando a sedersi senza grazia su una sedia dell'aula in disuso, mise le mani sulle tempie e sospirò.
"Vedrai, ce la caveremo."
"Non farmi più pensare a tutto questo Potter, o giuro che inizio ad insultarti e finisco domani sera."
Harry rise sommessamente. "E' il tuo modo per ringraziarmi?"
Draco sospirò ancora, poi si alzò stancamente. "Andiamo a dormire."
Uscì dalla stanza e si diresse nei sotterranei, con Harry un po' dietro di lui. Il moro si sentiva a disagio, senza mantello dell'invisibilità, ma non poteva permettersi di usarlo davanti a Draco. "Tranquillo, a quest'ora dormono tutti. Solo Gazza sta sveglio, ma per distrarlo possiamo pietrificare Mrs. Purr."
Harry si accigliò: Draco lo stava leggendo ancora nel pensiero? Scosse la testa, no, aveva solo capito come Harry si sentiva. 
Chissà se capirò interamente cosa passa nella testa di Draco, un giorno. 
Voleva essere davvero aiutato? Amava davvero Lucius, suo padre? Era davvero d'accordo sulla dottrina di Voldemort? Harry scrollò le spalle: se era lì con lui, in quel momento, significava qualcosa.

"Che c'è?" Draco si fermò davanti alla porta della Sala Comune, guardandolo con un sopracciglio alzato, interrogativo. Harry non si era nemmeno accorto di essere sceso nei sotterranei.
"Uhm, niente."
"Noi due dobbiamo ancora parlare, credo." Gli disse Draco, indeciso. Non voleva spiegare tutto ad Harry, ma almeno ricevere un aiuto concreto nella situazione in cui si trovava, sì. Dopotutto, era un Serpeverde: la sua incolumità e salute mentale dovevano essere raggiunte attraverso ogni mezzo. Ed Harry, da quella notte, era diventato il suo mezzo più importante.
"Uhm, sì. Ma non adesso, non abbiamo le forze. Rimandiamo a domani mattina."
"Certo, perché ti parlerò domani mattina del Signore Oscuro al Manor, mentre facciamo colazione?"
"Dio, Malfoy, lo troveremo un modo!"
Draco lo guardò stranito, capendo se era serio o se stava facendo una battuta. Quando Harry si grattò la nuca, un po' imbarazzato, Draco fece una risatina sommessa, aprendo la porta della Sala Comune. Da dove proveniva quella leggerezza che sentiva nel petto?

*

Harry finì velocemente la colazione con i suoi amici di sempre, per poi uscire dalla Sala Grande trafelato sotto uno sguardo indagatore da parte di Draco. 
"Che ne pensi di bere almeno il Succo di Zucca stamattina e di lasciare in pace il nostro amato e caro compagno di stanza?"
Draco fulminò con lo sguardo Blaise. Probabilmente Potter stava andando a spifferare tutto ai suoi due viscidi amichetti. Avrebbe dovuto pensarci, quella notte: Potter poteva anche essere diventato Serpeverde, ma rimaneva stupido e incapace di prevedere le conseguenze a lungo termine.
"Come vedi, Blay, la mia pelle è già perfettamente idratata." Ma se lo scolò velocemente. Aveva tutti i pensieri sintonizzati su Potter: che lo avesse già tradito? Dio, perché era stato così stupido? Aveva da anni fianco a sé due amici fantastici, e lui chiedeva aiuto alla persona che aveva fondamentalmente creato il suo problema. Che gli era volato in testa ieri sera?
Stava per alzarsi, quando la sua mente volò ancora verso lo specchio trovato nella Stanza delle Necessità. Deglutì a vuoto, quando rivide il suo braccio immacolato riflettersi sul vecchio specchio. Capì che nessuno, tra i suoi vecchi amici, avrebbe avuto il potere di liberarlo da quel Marchio. Solo Harry. 

"Allora? Gli hai parlato?"
"Sì, Herm".
"E?" Hermione cercava di camminargli a fianco, mentre lui si dirigeva velocemente nei sotterranei a prendere i libri. 
"Ed è andata bene. Non so quanto ci aiuterà, ma sicuramente collaborerà". Harry affrettò il passo. Sapeva bene com'era il carattere di Malfoy: se avesse saputo che aveva spifferato qualcosa a Hermione e Ron, sicuramente avrebbe smesso di collaborare.
"Per favore, non posso dire niente, complicherei le cose. Mi capisci vero?"
Hermione si scambiò uno sguardo con Ron. 
"Va bene, ma almeno facci sapere quanto effettivamente ti da una mano".
Harry gli fece un mezzo sorriso. "Sicuramente più di quella che mi dava Piton".
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire che ora è al sicuro". Si voltò verso i sotterranei: "Ora vado a prendere i libri. Ci vediamo a lezione".

Mentre Hermione e Ron si guardavano straniti, chiedendosi se fosse l'influenza Serpeverde a rendere Harry così schivo, il ragazzo si defilò velocemente. Odiava tenerli così sulle spine, ma in qualche modo gli pareva di conoscere Draco da una vita: sapeva con certezza che se avesse detto tutto ai suoi amici, lui non avrebbe più collaborato. 

*

Durante la giornata di lezioni, Draco ebbe tutto il tempo per rimuginare sulla nottata passata. Alternava momenti di ansia e panico in cui si chiedeva perché era stato così dannatamente debole per arrivare a chiedere aiuto a Potter e momenti in cui si rendeva conto di aver, in qualche modo, intrapreso una nuova strada. Una strada più luminosa, ma non per questo meno difficile. Nel mentre, gli scorrevano immagini davanti: la più frequente era la mano tesa di Potter della scorsa sera: non se la sarebbe facilmente dimenticata, oltre alle tante immagini sconnesse dei ricordi di Harry che aveva per forza di cose violato. Aveva rivisto così tante volte il volto di sua zia, e di altre persone che non riconosceva.
Alcuni sembravano ricordi nei ricordi: aveva intravisto un Silente giovane, diverso. Tutto questo non faceva che aumentare l'immensa curiosità che già provava per Potter da quando... aveva saputo avesse la sua stessa età? Essa, però, quest'anno era aumentata da quando l'avevano smistato a Serpeverde: quel momento era diventato per Draco l'Evento Da Sviscerare dell'Anno Scolastico. Non che ci stesse dietro: non faceva ricerche, non aveva quasi il tempo di studiare, ma continuava a rimuginare sulle poche informazioni che aveva. Era inoltre sicuro che nemmeno Potter aveva ancora capito cosa fosse successo, come anche la Granger: Draco se la immaginava in biblioteca tutte le notti a ricercare informazioni sul Cappello Parlante. Forse solo Silente poteva sapere qualcosa, o avrebbe dovuto chiedere direttamente a Potter?
"Terra chiama Dray". Blaise gli sventolò una mano davanti agli occhi. Draco si riprese con velocità sorprendente - le lezioni di Storia della Magia solitamente davano un effetto soporifero.
"Allora? Non mi dici niente di ieri?" Blaise lo guardò con il blu oltremare dei suoi occhi, così in contrasto con la pelle scura. Draco si trovò spiazzato: che dire? Nemmeno lui sapeva come fosse andata, a momenti.
"Potter è un Occlumante schifoso, quindi direi che per il mio stress è andata malissimo".
"Quindi ora condividete i segretucci?" Blaise, acuto, come al solito ironizzava assieme a lui egregiamente. 
"E' Potter quello che si deve sfogare, povero... Piattola sembra non lo caghi".
"Dite che è impotente?" Pansy, davanti a loro, si girò senza nemmeno nasconderlo, col ghigno che si allargava sul suo viso. Draco sospirò platealmente, facendo finta di essere più maturo di quegli scherzi. 
"E' Dray che sa tutto su di lui, Pansy cara. Comunque potremmo dare una piccola spinta alla Piattola femmina..." Blaise ricambiò il ghigno di Pansy. 
Draco alzò gli occhi, la mente che lavorava. Alla fine gli scappò un singhiozzo divertito dal petto. "Ma Piattola femmina ha già fatto la sua mossa... Qualche anno fa".
Pansy si girò mettendo la testa tra le braccia, il corpo scosso dalle risate silenziose. Blaise si mise una mano sulla bocca: come dimenticare quella scena? Ginnevra che manda un putto a cantare il suo amore per Potter, durante il secondo anno.
"E' ora di ricordarglielo" disse Draco, trattenendo a stento l'eccitazione. Si sentì, per la prima volta durante l'anno, uno studente normale.

*

Harry si sentiva euforico. Non riusciva a stare seduto fermo sulla sedia mentre il professor Ruf parlava: voleva tutto e subito. Voleva scoprire sempre più sull'infanzia del suo nemico, voleva combatterlo, voleva sviscerare ogni informazione che Draco possedeva, e invece era costretto seduto ad ascoltare un fantasma che parlava. 
Pensò di star sprecando il suo tempo: se fosse stato vero, Harry sarebbe morto assieme a Voldemort, e tutti si auguravano avvenisse il più presto possibile. Quest'informazione vitale la sapevano in pochissimi: lui, Silente, e Draco. Harry non poteva crederci: aveva deciso di svelare il contenuto della Profezia a lui e non ai suoi migliori amici? Beh, sì. Hermione si sarebbe ammazzata per trovare una soluzione, purché lui non morisse, Ron pure. Non doveva dirglielo, non poteva permetterselo. Era un peso in più da portare nel petto, ma in quel momento non sembrava così grande, perché anche Draco ne aveva uno da portare, e Harry non vedeva l'ora di scoprirlo.
D'improvviso, una musichetta insistente si insinuò nei suoi pensieri.
Occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia... 
Oh no. Alzò la testa di scatto, e Ron sobbalzò di fianco a lui. Harry si voltò velocemente verso il rosso, in panico. 
"La senti?"
Capelli neri e lucidi come di corvo in volo...
Ron prima lo guardò stranito, poi, come se il volume si alzasse un poco in più ogni secondo che passava, gli rivolse uno sguardo tra il preoccupato e il divertito.
Vorrei che fosse mio — quale divina gioia! 
Harry si girò e vide che Seamus lo guardava storto, mentre Dean ridacchiava, trattenendosi visibilmente.
L'eroe che ha sgominato del Mago Oscuro il dolo...
Il professor Ruf continuò a parlare come se nulla fosse, ma ormai tutta la classe stava ridendo fino alle lacrime, capitanata dalla voce di un Draco Malfoy amplificato da un Sonorus, che cantava leggendo da una pergamena che pareva essere molto, molto vecchia. La voce a volte tremante, a volte sicura contribuiva a rendere ancora più trash la canzone. Harry avvampò dalla punta dei piedi ai capelli, rivivendo quella terribile sensazione di vergogna adolescenziale. Ron guardava in cagnesco prima i suoi amici, poi i Serpeverde, mentre Hermione abbozzava un sorriso. Harry lanciò una penna a Draco tra le risate, mentre lui cantava per la terza volta di fila la canzone con ancora più forza. 

*

"Allora Potteruccio? Ti è piaciuta la canzoncina?"
Blaise lo prese sottobraccio, mentre si dirigevano in Sala Grande. Harry avvampò ancora e Pansy scoppiò in una fragorosa risata. "Attento Blaise caro, così si eccita! Non vedi che l'ha apprezzata dal profondo del cuore?"
"Ammetto che la cover mi ha spiazzato, la voce angelica di Malfoy ha dato tutta un'altra atmosfera al coretto. Do un sette su dieci, potrebbe essere intonato" rispose Harry, trascinato da quel tipo di ironia sottile e irresistibile, dalla positività della giornata, e dalle braccia di Blaise.
"Ma io sono intonato! Sono le tue orecchie ad essere pronte a dare il cerume per fare una Caramella TuttiGusti + 1!" controbatté Draco, davanti a loro, che fino a poco prima faceva finta di non ascoltare e vedere Harry in mezzo ai suoi più cari amici. Era ancora terrorizzato da ciò che Harry avrebbe potuto dire ai suoi amici, e per questo aveva deciso, assieme a Pansy e Blaise, che quella sera non avrebbe avuto interazioni coi Grifondoro. Doveva tenerlo nella bolla Serpeverde finché non si sarebbe assicurato che non avrebbe detto nulla. 
E così Potter passò la sua prima cena, trascinato a forza, nel tavolo Serpeverde. Solo Pansy, Blaise e uno svogliato Draco gli rivolsero parola, mentre gli altri compagni di Casa li guardavano sottecchi o, i più piccoli, cercavano di introdursi nel discorso. 
Pansy aveva messo dell'alcol puro nei loro bicchieri, per poi trasformare il contenuto in Whisky Incendiario. Era una tecnica messa a punto da lei stessa, che rispettava le leggi di Gamp in quanto i componenti base erano già esistenti, all'interno del bicchiere. Una specie di cucina magica. 
Harry si meravigliò per la sottigliezza dell'escamotage, complimentandosi. Lasciarono il liquore per ultimo, dopo il dolce - non aveva mai visto Draco, in quell'anno, mangiare così tanto - e fecero finta, con incredibile nonchalance, fosse l'acqua dopo la torta. Fecero a gara per mantenere la faccia più credibile, e, ovviamente, vinse Draco. Harry, al primo sorso, dovette dissimulare un colpo di tosse, mentre Blaise e Pansy se la cavarono egregiamente.
"Siete abituati a fare questa cosa dopo cena?"
"Perché Potter, hai capito che con noi ti diverti?" Pansy gli fece un sorriso furbo, sorniona. 
"No Potteruccio, l'abbiamo fatto solo stasera. E' per celebrare il tuo passaggio epocale dal settimo piano alla taverna del Castello". Rispose Blaise. "A prescindere dal fatto che sia una notizia negativa, è giusto festeggiare un nuovo compagno di casa".
"Soprattutto con qualche scherzo". Aggiunse Draco, intendendo una velata minaccia.
Davvero avevano organizzato quel piccolo scherzo per ritrovarsi a parlarne e finire a mangiare assieme? Harry stentava a crederci, ma riconosceva che i Serpeverde fossero abili manipolatori. Finì per crederci.
"Beh, che dire? Grazie?"
"Ci ringrazi per averti fatto uno scherzo Potter?" Intervenì Draco. "Allora il Settimanale delle Streghe diceva la verità riguardo alla tua resistenza agli alcolici". 
Blaise rise di gusto, e anche Harry. 
"E' vero, è davvero poco resistente". Aggiunse una voce femminile, alle sue spalle.
"Hermione!" Sorrise Harry, girandosi verso di lei.
"Ciao Harry. Ciao Zabini, Parkinson e Malfoy". 
Draco si irrigidì immediatamente. Harry, al suo fianco, se ne accorse nello stesso istante. 
"Volevo augurarti buonanotte, Harry, e dirti che sono felice tu vada d'accordo con i nuovi compagni. Ron non è della stessa opinione, ma sai che è una testa calda gelosa".
"Vero!" Si inserì Pansy. 
Harry, che all'inizio aveva mormorato uno scusa a Ron ed Hermione a inizio cena per averli lasciati soli, sentì il petto ancora più leggero. Aveva in qualche modo lasciato spazio a Hermione per stare da sola assieme a Ron, e lei era venuta sia per salutarlo che per ringraziarlo, quasi fosse stata una sua idea.
"Herm, spero non se la prenda per troppo tempo. Vedrai che sarò ancora dei vostri, oggi le fauci delle Serpi mi han trascinato qui". Disse Harry, mentre dietro Blaise cercava di fare un'imitazione del Serpentese.
"Tranquillo, credo sia giusto. Anche se non abbiamo capito perché, ora sei Serpeverde. E poi, lo sei sempre stato un po', no?"
Draco sentì le sue orecchie muoversi da quanto era concentrato. Cosa aveva detto la Granger? Lo sei sempre stato?
"Più o meno. Buonanotte Herm!" Harry le diede un bacio sulla guancia, Hermione salutò educatamente tutti - che fecero lo stesso, per enorme sorpresa di Harry - e se ne andò.
Appena Hermione scomparve dall'ingresso della Sala Grande, Draco si alzò dalla panca in modo scomposto.
"Ti aspetto in camera". E se ne andò, quasi correndo. 
Harry, che lo guardò interrogativo, fu distratto da un bel fischio di Blaise.
"Se non vi conoscessi, avrei paura scopaste, Potter".


 

 

Angolino:

Ehm, ciao! Dopo credo un anno? Meno male che avevo promesso un aggiornamento a breve. Sicuramente non lascerò mai da parte questa storia, ma con tutto quel che è successo quest'anno ho avuto davvero poco tempo per pensarci. Spero vi piaccia, fatemelo sapere!

Badheadache

 

  
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