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Autore: butdaddyiloveme    02/08/2021    0 recensioni
Sui documenti era Harry, per gli amici era H, quando era ubriaco diventava Harold, ma per Louis era semplicemente Michelangelo.
Cosa succede quando la vita perfetta nella caotica Roma negli anni 90 diventa lo sfondo di una storia?
Sarà vero che tutte le strade portano alla capitale?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Da quel 13 febbraio la vita di Louis cambiò radicalmente anche se lui non se ne accorse minimamente. Lui e Harry si incontravano fra una lezione e l'altra per scambiarsi un bacio o un sorriso. Visitare ogni giorno un posto diverso e ascoltare il riccio parlare a vanvera di tutto, ripetendo ogni volta le stesse cose, ma l'altro non aveva nessuna intenzione di farglielo presente perché amava i suoi occhi quando parlava di arte. Avevano abolito i ristoranti e preferivano prendere una pizza e una birra consumandole per strada o in auto. Il minore aveva questa fissa di scrivere dei bigliettini con frasi di poeti e nascondergliele nelle tasche del più grande. Harry gli confessò di aver avuto solo un ragazzo, con cui aveva avuto una lunga storia e, anche se Louis aveva davvero voglia di saperne di più, il riccio cambiò immediatamente il discorso domandandogli di essere il suo accompagnatore per un convegno privato che si sarebbe tenuto nel luogo del loro primo incontro a cui il maggiore non pensò due volte prima di accettare.

Ogni giorno sembrava davvero magico, nonostante Louis aveva ancora rancore verso i suoi amici che non riuscivano a vedere in Harry più di uno qualunque anche se le 'due settimane di Louis' erano passate già da un pezzo. Non erano cattivi, ma semplicemente non era facile immaginarsi il castano con una persona stabile al suo fianco. Ma se ne sarebbero fatti una ragione, Louis lo sapeva anche se non amava litigare, anzi tutt'altro, non per paura, ma preferiva parlare civilmente e trovare un punto di incontro. Questa era una qualità che aveva sempre elogiato di se stesso e ne erano grate anche le persone vicino a lui.

In quel pomeriggio di marzo Liam e Zayn stanchi della lontananza decisero di armarsi di sorriso per fare finalmente pace:

"È permesso?" chiese uno dei due mentre l'altro non aspettò una risposta e aprì la porta.

Entrando trovarono il ragazzo che si muoveva per la camera intento a scegliere i vestiti per la sera stessa prima di voltarsi e guardarli confuso.

"Io e Zayn volevamo scusarci, non sopportiamo non parlarti e dovevamo ascoltarti quando dicevi che Harvey è diverso" disse il ragazzo.

Louis si girò verso i due con le sopracciglia corrucciate e lo sguardo severo.

"Si chiama Harry" rispose stizzito

"Che?" dissero in coro gli amici

"Il mio ragazzo, si chiama Harry non Harvey" disse tornando a fare quello che stava facendo prima che venisse interrotto

"Ragazzo? Wow Lou ci siamo davvero sbagliati" rispose incredulo il castano

Fu proprio in quel momento che il liscio si girò e sorrise agli amici capendo che sarebbe stato impossibile rimanere offeso per altri giorni.

-

"Quindi dove vai sta sera con il tuo ragazzo?" chiese Zayn enfatizzando l'ultima parola.

"Ai Musei Vaticani, studia storia dell'arte e sta sera c'è un evento privato. Sembra un'idea carina visto che è il luogo del nostro primo incontro", sorrise Louis aggiustandosi la cravatta.

Erano in camera del più grande, dando gli ultimi ritocchi all'abbigliamento perché, come diceva sua madre: 'sono i piccoli dettagli che differenziano un capolavoro dall'eccellenza'. Zayn era seduto sul letto a fumare una sigaretta e Louis lottava con la cravatta finché non entrò Liam e con un "Ci penso io" la aggiustò aggiungendo "ora sei scopabile".

"A proposito di sesso" iniziò il corvino buttando dalla finestra il mozzicone della sigaretta prendendosi le occhiatacce degli altri due. "Deve essere bravo questo ragazzo a letto per non lasciarti scappare" finì incrociando le braccia affiancato da Liam che fece lo stesso movimento.

"Ehm..." arrossì Louis e iniziò a radunare le sue cose intento a scappare di casa.

"O mio dio non ci sei ancora andato a letto?" urlò il castano per poi scoppiare a ridere "Non ci posso credere! Tu?! Mamma mia".

"Adesso devi presentarcelo assolutamente, lo sai?" aggiunse l'altro amico asciugandosi una lacrima per le troppe risate.

Continuarono a punzecchiarlo finché il campanello non suonò e prima di uscire il ragazzo si guardò allo specchio.:Aveva un completo nero reso più luminoso da un leggero strato di glitter e delle scarpe dello stesso colore, la paura che avesse esagerato con i brillantini si face sentire finché, aprendo il portone, trovò Harry con un completo color panna con una decorazione floreale tendente al grigio, i pantaloni a sigaretta cadevano a pennello sui suoi stivaletti lucidi neri accostati perfettamente alla camicia color pece. Louis si incantò nel vedere la mano, smaltata di perlato riempita di anelli mai visti prima, passare fra i suoi capelli lunghi che quella sera sembravano incorniciargli perfettamente il viso.
Harry non passava di certo inosservato, aveva questo stile così strano e nonostante la sua timidezza in tutto era così sicuro e orgoglioso di mostrare i suoi vestiti al mondo, anche se nessuno lo capiva ancora.

"È uscita dalla stanza. Subito m'è parso di avere il cuore dappertutto." Fu la prima cosa che disse il riccio "In questo caso dal portone" aggiunse prima di baciarlo.

"Devi smetterla di citare persone che non conosco, mi fai sentire un'ignorante e anche di usarle al femminile" si finse offeso entrando nell'auto.

"Vladimir Nabokov, ovviamente. Cambiandolo non ha lo stesso effetto, ne abbiamo già parlato" rise mettendo in moto l'auto.

Louis non era mai riuscito a capire il perché Harry continuasse a citare frasi d'amore di poeti sconosciuti, si giustificava dicendo che non riusciva trovare le parole per descrivere il suo sentimento e che l'unico modo fosse citare grandi poeti, d'altronde lui parlava di quadri, non d'amore.

Il viaggio fu veloce fra un sorriso, un bacio di troppo dato aspettando il verde ai semafori e una mano del riccio posata sulla gamba dell'altro e, anche se lui lo definiva 'una cosa da adolescenti', non gli dispiaceva affatto. Non si rendevano nemmeno conto di quello che provavano l'uno dell'altro e giustificavano questo attaccamento morboso come 'l'effetto delle prime uscite', ed era come se si conoscessero da sempre, quella voce, quei modi, quei sorrisi erano un misto fra quotidianità e nuove scoperte, nessuno ci avrebbe rinunciato, Louis non si pentiva di essersi buttato a capofitto in una relazione perché Harry, il suo Harry, non gli avrebbe mai fatto del male.

O almeno era quello che immaginava...

-

Questo invito era stato tanto bello quanto inaspettato.
Nessuno dei due si era mai vergognato di farsi vedere per strada in atteggiamenti abbastanza intimi, nonostante ne uno ne l'altro pretendesse più di un bacio, non piacevano ad entrambi le effusioni in pubblico ma nonostante questo gli insulti erano all'ordine del giorno anche se non avevano mai ferito i due.
Però portarlo ad una serata con persone importanti era davvero un gigantesco passo avanti e quando timidamente Louis lo chiese al suo fidanzato si giustificò semplicemente con "Sono tutti gay qui Louis, siamo artisti, non frega a nessuno con chi vai a letto" il che aveva reso tutto molto più semplice.

I Musei Vaticani erano come sempre splendidi, il maggiore raccontò al suo fidanzato la storia di quella struttura e per la prima volta riuscì a stupirlo.
L'interno di notte era ancora più magico: molte ali erano chiuse ma le stanze rimanenti, adornate con lampadari antichi e luci, valorizzavano perfettamente tutte le opere ed era impressionante immaginare che per una somma spropositata di soldi era possibile fare aperitivo nel Braccio Nuovo fra le statue o un rinfresco nel Salone Sistino e Louis se ne sarebbe fatto un vanto per sempre.

Dopo vari alcolici più costosi dell'appartamento di Niall e discorsi infiniti, i due fidanzati riuscirono a fare una visita nei musei rifiutando gentilmente la guida perché 'tanto solo Harry conosce le cose interessanti'. Tornarono per la prima volta nel luogo del loro incontro e quando Louis si girò e soffiò all'orecchio del suo ragazzo "Non mi piace Raffaello" il riccio non riuscì a trattenersi nel baciare l'altro sussurrandoli "tutto il mio essere non regge più, e sento chiaramente che non posso vivere senza te " ma una voce chiamò Harry, interrompendo il loro momento di intimità creato in mezzo a mille persone; ma dopo tutto lui era qui per la scuola, si allontanò, non prima di aggiungere "Ci vediamo alla Cappella Sistina fra cinque minuti" e stampandogli un segreto bacio a fior di labbra.

La stanza del ritrovo era decisamente più bella di sera, aveva un effetto magico e ipnotico per Louis: tutti quei colori, quei bellissimi ritratti e la mano di Michelangelo che avrebbe riconosciuto fra mille nonostante, a differenza del suo fidanzato, di arte non capiva molto. Si ritrovò a pensare a quanto potesse essere fortunato in quel momento, ad una serata esclusiva, con il ragazzo più bello mai visto, era impossibile riuscire ad esprimere tutto questo a parole. Osservava le lunette e le vele desiderando solo di potersi avvicinare e toccare con mano quella bellezza.

Dopo quelle che sembravano ore si sentì afferrare i fianchi da dietro e sorrise capendo, senza voltarsi , chi fosse a baciargli la nuca, il profumo di vaniglia e mandorle così delicato era inimitabile.

"Ciao amore" bisbigliò Harry "Ti sei innamorato vero?" indicando il Giudizio Universale.

"Assolutamente si, sembra una gigantesca orgia" sussurrò sorridendo.

"Ah si?" rise di gusto "Vedi lì in alto?" continuò puntando il dito verso un punto sulla parte superiore.

"Sì, ma... Harry quelli sono degli uomini che si baciano è davvero un'orgia!" urlò leggermente Louis con uno sguardo confuso.

"Shh, abbassa la voce ci stanno guardando tutti" affermò divertito il riccio facendo tornare il ragazzo nella posizione di prima fra le sue braccia "Devi sapere che quando Michelangelo affrescò questa opera era ormai vecchio e agli sgoccioli della sua carriera, soprattutto con il suo giovane rivale, il tuo tanto odiato Raffaello"

"Ti ho già detto che non-" cercò di ribattere Louis, fallendo miseramente.

"Zitto, fammi finire. Michelangelo era innamorato di Tommaso de' Cavalieri, testimoniato da varie lettere e poesie. Così, decise che nel luogo più religioso di tutto il mondo, in uno degli affreschi più importanti, fosse giusto mettere effusioni omosessuali" e chiuse il discorso con un delicato bacio.

"Te lo sei appena inventato" esortò il più grande incredulo dal racconto.

"Non me lo sono inventato sei solo tu troppo ignorante in materia" scherzò facendolo voltare e poggiando la fronte sulla sua.

"L'amor mi prende e la beltà mi lega;

la pietà, la mercé con dolci sguardi

ferma speranz' al cor par che ne doni."

"Michelangelo?" intuì il ragazzo arrossendo leggermente.

"Michelangelo" affermò l'altro prima di catturare per l'ennesima volta in quella serata le labbra del suo fidanzato.

E si baciarono a lungo per tutte le volte che avrebbero voluto farlo Michelangelo e Tommaso, rendendo memoria alla sessualità che non veniva ancora accettata, ma tollerata soltanto da alcuni, facendo quello che per anni miliardi di uomini non avevano avuto la possibilità di fare. E in quel momento Louis non riuscì a trattenere:

"Harry Styles tu sei il mio Michelangelo"

"E tu sei il mio Tommaso, Louis Tomlinson".

-

La serata continuò lentamente e quando iniziarono ad aprire ali del museo chiuse al pubblico e visitabili solo con un 'piccolo' incentivo economico, a Harry si illuminarono gli occhi e trascinò Louis per tutto il tempo ascoltando, aggiungerei per la prima volta nella sua vita, la guida. Solo quando tornarono nella Galleria di Urbano VIII, il ragazzo incastonò gli occhi blu con quelli verdi un po' rossi dovuti alle eleganti lacrime asciugandone con le dita i rimasugli di bagnato dalle guance.

"Ho sempre sognato fare sesso fra le statue" confessò il riccio.

"Tu che?" disse l'altro interlocutore fermandosi di colpo e spalancando gli occhi.

"Si sai, essere guardato da opere d'arte, non è una cosa strana" ribatté infastidito continuando a camminare senza voltarsi.

"Invece è una cosa decisamente strana e perversa Harold, non ti immaginavo con questi strani gusti sessuali, nella mia fantasia eri più angelico" affermò divertito velocizzando il passo per affiancare il suo fidanzato e insultandosi mentalmente dopo essersi reso conto di quello che avesse effettivamente detto.

"Ah sì? Fai fantasie su di me?" ghignò divertito il riccio fermandosi e incrociando le braccia al petto.

"Mi sembra inevitabile amore" concluse il discorso con uno sguardo malizioso negli occhi.

Dopo quello scambio intimo di battute e pensieri Harry non parlò più, lasciò Louis fra i suoi quasi-colleghi architetti e lui "scappò" verso degli altri per parlare della bellissima visita privata appena conclusa. Quando divenne impossibile per Harry evitare il suo fidanzato gli chiese cortesemente di tornare a casa prima per evitare traffico dato che il museo avrebbe chiuso da li a poco, anche in macchina la distanza fra i due sembrò infinita e quando divenne straziante Louis decise di rompere il silenzio:

"Mi spieghi cosa ti prende? Perché c'è chiaramente qualcosa, visto che nell'ultima ora sembrava di giocare a nascondino, cazzo" sbuffò Louis buttandosi sul sedile.

"Non imprecare in italiano, mi dà fastidio lo sai"

"Non cambiare discorso per favore"

Il riccio accostò per la strada, spense la macchina e girandosi dal lato del passeggero, chiese:
"Con quante persone sei andato a letto Louis?" chiudendo gli occhi e poggiando le dita sulla fronte.
"Scusami cosa c'entra ora?"
"Rispondimi. Con quante persone sei andato a letto?" ridisse alzando di poche ottave la voce.
"Non lo so con quante persone sono andato a letto, ma lo trovo davvero irrilevante, in questo momento"
"Io sono andato a letto con una sola persona nella mia vita Lou, tu con quante trenta? quaranta?
avevo l'intenzione di portarti a casa mia sta sera, Niall non c'è, tornerà domani pomeriggio. Ma se sta sera andassimo a letto e domani mattina mi svegliassi solo? Perché abbiamo fatto sesso e non ho più nulla da offrirti?" urlò il ragazzo facendo involontariamente incrinare la voce nell'ultima domanda e voltandosi senza aspettarsi una risposta.
D'altro canto Louis rimase incredulo dalla poca sicurezza e dei dubbi del suo ormai fidanzato. Non poteva negare le sue numerose storie, le manie di protagonismo e il suo deficit di attenzione per una persona, ma davvero poteva pensare questo di lui? Non avrebbe dovuto sentirsi ferito, non avrebbe dovuto dubitare di lui perché ci stava mettendo tutto se stesso in quel rapporto e non gli pesava, non si era nemmeno reso conto che stava dando tutto se stesso ad un ragazzo con cui si frequentava.

"Harry, quando ci siamo conosciuti, non ho mai nascosto le mie imperfezioni e non ho mai mentito su nulla. Io non avevo aspettative questa sera, non volevo portarti a letto e di certo non sarei scappato nel mezzo della notte. Sono ferito dai tuoi dubbi, perché non me ne hai parlato? Ci siamo promessi da subito che per far funzionare questo" disse muovendo il dito fra i loro due petti "l'unica cosa che serviva per il momento era la sincerità e tu non l'hai fatto.
Non scapperei mai da te amore, non dopo tutto questo" concluse prendendo fra le mani il volto del ragazzo e stampandogli un bacio sulla fronte.
"Scusami, ho esagerato" confessò pentito e solo in quel momento si rese conto di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo.
"È lecito avere dubbi, ma devi parlarmi sempre di quello che ti gira in quella testolina, promesso?"
"Promesso" affermò serio sigillando quel patto con un dolce bacio "Adesso andiamo a casa".

-

Sofisticato.
L'unico termine con il quale Louis riuscì a descrivere l'appartamento del suo fidanzato e del suo coinquilino era soltanto: sofisticato.

Anche se riuscì a formulare quel pensiero soltanto al suo risveglio, la sera prima a stento riuscì ad individuare la stanza Harry.
Erano entrati in casa in un groviglio di baci e risate e avevano continuato fino al letto, eh beh... alla vista del corpo nudo di Harry, il maggiore si diede mentalmente una pacca sulla spalla per aver atteso un pochino di più rispetto ai suoi standard.
Louis aveva fatto davvero del gran bel sesso in tutta la sua vita, non c'era dubbio di questo, con uomini e donne (una volta anche contemporaneamente) ma era sempre stato fugace, veloce, adrenalinico. Ma con Harry sembrava essere la prima volta: il modo in cui gli baciava ogni lembo di pelle raggiungibile, la lingua che delineava il contorno della moltitudine di tatuaggi, le curve che si mescolavano perfettamente e le loro voci che producevano una sinfonia sommergente lo portarono a dire: "Grazie per avermi mostrato come si fa l'amore".

-

Svegliarsi non era mai stata una cosa che Harry amava fare, se apriva gli occhi troppo tardi, la sua giornata era automaticamente rovinata, al contrario alzarsi troppo presto gli provocava un mal di testa lancinante. Ma aprendo gli occhi quella mattina alle otto con il sole che entrava dalle finestre scalfendo i contorni dei suoi zigomi perfetti lo trovò piacevole, ovviamente non per il sole in faccia ma per il bellissimo ragazzo presente alla sua sinistra...
... o almeno così pensava prima di allungare il braccio e trovare l'altra parte del letto fredda e vuota. Sgranò gli occhi e con uno scatto si girò trovandosi effettivamente solo. Ci era cascato, si era ripromesso che non sarebbe successo, eppure ci era cascato in pieno e continuò a maledirsi con la testa affondata nel cuscino finché un profumo di dolce e caffè si espanse per tutta la camera obbligandolo ad alzare il volto e trovare quello di Louis leggermente assonnato.

"Pensavo fossi scappato" disse il riccio sedendosi sul letto e sorridendo inevitabilmente

"Sono uscito per comprare la colazione. Spero non ti dispiaccia averti rubato una tuta e le chiavi per uscire" rispose l'altro levandosi le scarpe e il cappotto per poi baciare le labbra del più piccolo.

"Buongiorno amore" disse il riccio rispondendo al bacio e legandosi i capelli in uno chignon traballante.

Passarono la mattinata nudi a letto, facendo l'amore e scambiandosi sorrisi sinceri. Harry si trovava fra le gambe di Louis: erano entrambi seduti e il maggiore da dietro gli stava lasciando morbidi baci e carezze lungo tutta la schiena parlando di niente e tutto...
"Sei mai stato ad Amsterdam?" gli chiese continuando a solleticare con il leggero strato di barba la schiena del suo fidanzato.
"In verità no, ma mi piacerebbe davvero andarci"
"Ti ci porto se vuoi" proferì facendolo voltare leggermente per far incontrare i loro occhi.
"Louis l'università? I nostri impegni? Con quali soldi poi?" disse il ragazzo scuotendo la testa in segno di dissenso ma con un sorriso sul volto.
"Prendiamo un volo low cost, dormiamo in un B&B e stiamo solo un weekend"
"Tesoro io vorrei davvero, ma ora non è il momento, ci penseremo ok?" chiese retoricamente continuando a sorridere.

Per un po' di tempo fra i due calò un imbarazzante silenzio, rotto soltanto da Harry che dopo essersi vestito si lamentò per la fame e decise di andare a cucinare mentre Louis, rivestitosi anche lui, vagava per casa sfiorando con l'indice le fotografie presenti in sala finché una in particolare non lo rapì: l'immagine rappresentava Harry e Niall, più giovani, sorridenti vicino ad un barbecue con dei grembiuli piuttosto osceni e il viso leggermente arrossato probabilmente dovuto alla troppa birra.
Si girò sorridendo e mostrandola all'altro ragazzo che stava condendo dell'insalata.

"Mangiavi animali morti qui? Eri ancora sano mentalmente?" scherzò Louis avvicinandosi
"Ah-ah. Si stavo cucinando 'animali morti' "affermò mimando delle virgolette.
"Che tipo è Niall? Non me l'hai ancora presentato" si incuriosì, poggiando la fotografia al proprio posto.
"Beh, Niall è quella classica persona che sta bene con tutti, è gentile, fin troppo aggiungerei, non cerca mai liti, è sempre pronto per aiutare tutti e ha una risata davvero contagiosa. Senza di lui la mia adolescenza sarebbe stata una noia e probabilmente non sarei nemmeno qui adesso, mi sprona sempre a inseguire i miei sogni. Secondo me andreste davvero d'accordo" concluse sorridendo al pensiero del bene che volesse al suo migliore amico. "Invece Liam e Zayn?"
"Sono completamente poli opposti" ridacchiò sedendosi sullo sgabello dell'isola bianca "non so come facciano ad andare così d'accordo. Liam lo conosco da sempre, abbiamo sempre avuto la passione per l'architettura in comune e penso che con la sua presenza nella mia vita io abbia evitato molte volte il carcere, è l'unica persona con la quale non litigo mai, nonostante io abbia un pessimo carattere. Pensa che si è inventato una tattica per evitare di litigare: ogni volta che uno dei due alza troppo la voce o dice qualcosa di offensivo l'altro dice 'reverse' e si rende conto di star esagerando, è davvero sciocco, ma molto efficace. Però per qualche anno abbiamo deciso di prendere strade diverse, sai, quando passi tutto il tempo con qualcuno, soprattutto quando il tuo carattere si sta formando e fai le prime esperienze, non sai più quando inizia l'uno e finisce l'altro. Ci siamo detti che se fosse stato destino ci saremmo riuniti e così è stato. Quando ci siamo trasferiti qui abbiamo incontrato Zayn che sorprendentemente si è perfettamente integrato con noi nonostante sia maledettamente impulsivo, cocciuto e narcisista. Inizialmente ci siamo anche frequentati sai?"
Harry quasi si strozzò nel sentire l'ultima frase.

"Sei andato a letto con il tuo coinquilino e non me l'hai mai detto?" chiese stizzito il ragazzo.
"Beh si, non abbiamo mai parlato delle nostre relazioni e sinceramente non lo ritengo nemmeno importante come passaggio della mia vita. Ci siamo frequentati, siamo andati a letto un paio di volte e poi ci siamo resi conto che non avrebbe mai funzionato" si giustificò.
"Penso che avresti dovuto dirmelo anche se non è stato importante. Per correttezza"
"Non mi hai mai parlato del tuo ex ragazzo e adesso mi tratti come se avessi omesso un tradimento" urlò leggermente lasciando cadere le posate nel piatto ormai vuoto.

Harry poggiò i gomiti sul tavolo e le mani sul visto a massaggiarsi le tempie impiegando qualche istante per prendere aria e rispondere:
"1 a 0 per te" iniziò girandosi verso l'altro "Ho avuto una sola relazione, con un ragazzo, si chiama Theo, eravamo la coppia modello agli occhi di tutti: sempre insieme, non litigavamo mai e le nostre famiglie andavano d'accordo. Ma era solo una facciata, non facevamo niente oltre che stare in casa, non voleva mai parlare, non gli interessava la mia vita, le mie passioni e qualche volta diventava anche violento, ma lo giustificavo per la sua vita difficile e non ne parlavo nemmeno con Niall per non rovinare la facciata della coppia perfetta.
Dopo tre anni mi sono reso conto che tutto quello che provavo non era amore, ma semplicemente quotidianità e, anche se non l'ho mai ammesso, pena per la sua situazione. Decisi che sarebbe stato meglio per entrambi lasciarci, ma lui non la pensò nel mio stesso modo: continuava a chiamare a casa, venire sotto casa, pedinare i miei amici e implorarmi di tornare con lui.
Dopo poco Niall mi convinse a venire qui e realizzare il mio sogno. Non te l'ho detto prima perché non ne vado fiero, non l'ho mai amato e mi ha influenzato la vita per troppo tempo" concluse abbassando lo sguardo in segno di vergogna.

A Louis servì un momento di silenzio per riuscire a metabolizzare il tutto, ma alla fine decise di alzarsi e sedersi sopra il suo ragazzo per abbracciarlo, perché a volte le parole non servono.

-

Dopo una mattinata esclusi dal mondo in un letto troppo comodo, tornare alla vita normale e immergersi nella fredda aria invernale diventò un vero e proprio dramma per Louis, ma studiare e far sapere ai propri amici che fosse vivo divenne inevitabile. Niall stava per tornare a casa e nonostante l'insistenza di Harry per fargli conoscere il suo coinquilino, rifiutò l'offerta perché aveva bisogno di stare un po' da solo e pensare prima di tornare a casa.

Camminare con la musica nelle orecchie e far vagare la mente era sempre stato terapeutico per lui, però, quella mattina, non sembrava funzionare: la confessione di Harry era stato un sollievo per la sua curiosità, ma altrettanto un'agonia perché nonostante la forza per andare avanti era un grande segno di intelligenza, si sentiva in colpa per essersi reso conto che quello che provava per Theo non era amore, ma una relazione tossica. Però erano passati solo sei mesi dalla loro rottura, era possibile dimenticare in sei mesi tre anni? Anche se per lui non c'era amore ed era già finita da tempo? Forse buttarsi a capofitto in una relazione senza pensarci era sinonimo di follia, ma sembrava tutto così giusto con Harry, il modo in cui i loro corpi si univano e le loro voci risuonavano, le loro chiacchierate infinite e i loro occhi che si mescolavano, non avrebbe sprecato questa occasione al primo sciocco ripensamento.

Ritornò a casa, che era stranamente vuota e appena varcata la porta il telefono iniziò a squillare:

"Ciao amore"

"Ciao mamma, come stai?" disse sorridendo inevitabilmente

"Bene tesoro, è un bel po' che non ti sento. Ho provato a chiamarti e ha risposto Liam e mi ha detto che hai passato la notte fuori" si interessò incuriosita la donna, sorpresa dal comportamento del figlio.

"Si, ho dormito da un amico" rispose sperando che quella conversazione si concludesse il prima possibile.

"Strano, conosco tutti i tuoi amici e Harry non mi sembra di averlo mai sentito"

"Mamma! Dai smettila" sgranò gli occhi e si mise una mano sulle guance, diventate rosse, anche se nessuno poteva vederlo.

"Scusami hai ragione, non dovevo ficcare il naso nelle tue cose, solo che ti ho sentito così felice in questo periodo e mi hai sempre raccontato tutto. Perché non me l'hai detto?" chiese la donna cambiando tonalità di voce sembrando dispiaciuta.

"Non volevo tenerti fuori, solo che tu trovi sempre il lato brutto delle persone che mi interessano e sinceramente il tuo parere mi importa troppo e questo ragazzo mi piace davvero..." confessò fermandosi e sedendosi su una panchina.

"Fammelo conoscere, sarò gentile. Promesso" ridacchiò la donna.

"La prossima volta, promesso."

"Promesso allora. Ora vado ad aiutare i due mostriciattoli a fare i compiti. Ciao tesoro"

"Ciao mamma" concluse la telefonata più sicuro e più sereno di prima ma nell'esatto momento in cui ripose il cellulare e si mise una mano nella tasca notando un pezzo di carta fuoriuscire.

È più perfetto conoscere la verità, anche se a nostro svantaggio - Cartesio
H.
 

è stata creata su twitter la pagina @/Mich_Tom_ su twitter se vi va seguitela!

 

   
 
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