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Autore: Chichilina    31/08/2009    5 recensioni
Il piccolo Ghinta con convinzione continuava a sostenere lo sguardo del suo interlocutore. Non ammetteva repliche. Lui non aveva amici. Punto e basta
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rei/Rea, Yuichiro/Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so come mi sia venuta in mente. fatemi sapere che ne pensate. un abbraccio gigante.

Chichilina

Era sicuramente trascorsa più di un’ora da quando Ghinta Tenoku  aveva cominciato il suo silenzioso stazionare d’avanti al fuoco. Non era più che una fiammella in verità. Chiamarlo “fuoco” era eccessivo, ma era quanto di meglio Ghinta fosse riuscito a fare da solo.

Il povero salsicciotto infilzato malamente in un ramo, era oramai bruciato del tutto. I pensieri di Ghinta non gli avevano concesso l’attenzione che meritava.

Non poteva accettare di tornare all’accampamento. Era meglio restare digiuno e davanti ad un fuoco misero  che tornare e  farsi prendere in giro dagli altri ragazzi del campeggio.

Chiuse un momento gli occhi come per raccogliere decisione e coraggio. Infondo la notte stava per arrivare.

Uniche compagne le stelle, care amiche dei suoi nove anni.

-          Vorrei venire lì da voi, e non stare qua giù!

-          E da chi vorresti andare, dimmi un po’?!

Perso com’era nel suo pensare non aveva sentito nessuno avvicinarsi. La voce del suo disturbatore era però inconfondibile.

-          Stavo solo pensando a voce alta, Yuichiro

-          … E quindi vorresti andartene, ecco perché ti sei appartato. E’ un’ora che ti cerco dappertutto!

-          Volevo solo stare per conto mio.

Un broncio non nascosto.

-          Ma in campeggio si va per stare tutti insieme, e poi … stasera è il tuo turno di raccontare una storia agli altri. Anche Rei ti sta cercando.

Ecco, una fitta allo stomaco.

-          Non ho niente da raccontare.

-          Ma dai! Non ci credo. Un bambino in gamba come te non può non conoscere una bella storia da raccontare ai suoi amici!

-          Io non ho amici!

-          Ma dai! Non ci credo proprio.

-          E’ così invece.

Il piccolo Ghinta con convinzione continuava a sostenere lo sguardo del suo interlocutore. Non ammetteva repliche. Lui non aveva amici. Punto e basta.

-          E come mai?

-          Non lo so!

-          Non ci credo.

-          Pensala come vuoi. Però è la verità, io non dico bugie.

-          Bhè, forse se stasera venissi a raccontarci la tua storia faresti nuove amicizie.

-          Ma te l’ho detto! Io non conosco nessuna storia, mi prenderebbero tutti in giro.

-          Facciamo così…te ne presto una delle mie e , in cambio, mi consideri il tuo primo amico.

Con una mano  Yuichiro si tirò indietro i capelli, solita copertura per il suo sguardo sincero.

-          Ehm…ok, ma solo se si tratta di una storia bellissima!

-          Giudicherai tu.

 

-          Bene ragazzi, questa sera è il turno di Ghinta di raccontarci una storia intorno al fuoco. Sicuramente sarà una storia bellissima. Su Ghinta… vieni qui!

Gli occhi di Rea, il capo scout, non ammettevano repliche. Quella ragazza era insieme dolce e amara. Aveva un fascino indiscutibile. Anche per uno ancora poco interessato alle ragazze come Ghinta.

Salì sul mezzo tronco fino a quel momento utilizzato a mo’ di palco.

Deglutì e respirò a fondo.

Tutti lo stavano guardando. Anche Youchiro accanto a Rei.

-          Ecco… allora…

 

… C’era una volta, tanto tempo fa, un regno bellissimo sulla Luna, si chiamava “Regno argentato”.

Questo regno era protetto da quattro guerriere con i nomi dei pianeti dell’universo. Erano le Sailors: Sailor Mars, Sailor Mercury, Sailor Venus e Sailor Yuppiter.

Queste guerriere proteggevano la Luna e il nostro pianeta, ma, soprattutto proteggevano la Principessa Serenity …

 

-          Ma questa storia è solo una favola!

-          Uffa, che noia!

-          Non siamo più bambini dell’asilo!

Come a spezzare l’incanto del racconto appena cominciato, le proteste dei suoi compagni di campeggio investirono Ghinta e il suo effimero coraggio.

 

-          Veramente…You …lui… mi ha detto che è una storia vera!

-          Ma figuriamoci. Credi ancora a queste storielle. Sei proprio un moccioso Ghinta!

-          Vogliamo un’altra storia e un altro narratore!

 

Ghinta Tenoku   non era un moccioso, ma di certo non era nemmeno un adulto. La reazione del suo pubblico, di quei bambini cout come lui, che secondo You sarebbero potuti diventare suoi amici dopo quella storia, non era certo quella che in cuor suo sperava.

Di piangere, però,  non se ne parlava.

Sguardo basso e corsa lontano. Si, erano le soluzioni migliori

 

-          Ma cosa gli hai raccontato? Si può sapere?

-          Bhè… Rei … gli serviva una storia speciale e, glie l’ho raccontata.

-          E gli hai pure detto che è una storia vera!

-          Bhè, lo è!

-          You, ma non avevi pensato che gli altri bambini avrebbero potuto non credergli? Hai ottenuto l’effetto contrario.

Il sorriso sghembo di You aveva solo un’interpretazione: “pensavo di fare bene… Rei aiutami a rimediare!”

 

-          Ehi, non guardarmi così, …  e non pensarlo nemmeno …

-          Come fai a sapere cosa sto pensando ?

-          Youchiro! Dopo tutti questi anni dovresti saperlo che ti conosco meglio di te stesso.

 

Era così raro vedere gli occhi di Youchiro diventare seri. Però, in quel momento lo erano.

-          Rei, ti ricordi com’era la tua vita prima di conoscere Usagi?

Un nome importante. Una domanda ricca di passato. Mille ricordi insieme in un istante. La sua prima amica, la sua medicina contro lunghi, dolorosi anni di solitudine.

-           Io … ero  sola…

Gli occhi di You erano tornati quelli di sempre.

-          Come me prima di incontrarti amore mio. Sappiamo bene cosa si prova. Magari … potremmo essere noi due l’ “Usagi” della situazione! O meglio… potresti essere tu …

-          No …, non posso. Non ho nessuna intenzione di …

 

Può essere un bacio infame? Secondo Rei quello lo era. Ma, lo sapeva, era anche un bacio carico d’ amore e buone intenzioni.

-          Ma … credi davvero di convincermi così?

-          Perché… non ci sono riuscito?

Un sorriso condiviso. Un si silenzioso.

 

-          Di nuovo tu?

-          Mi mancavi!

-          Lasciami stare You! Mi hai già  preso in giro. Mi avevi detto che era una storia vera e invece … ora tutti ridono di me.

-          Non ti ho preso in giro. Nemmeno per un momento!

-          Non voglio più ascoltarmi. Lasciami in pace!

-          Ascoltami bene Ghinta, ormai non sei più un bambino. Non è scappando dalle situazioni che riuscirai a risolverle, e non  è certo restando da solo che troverai degli amici. Fidati, torna all’accampamento con me e vedrai che tutto si risolverà. Devi solo affrontare i tuoi compagni e sostenere le tue ragioni come fai tanto bene con me.

-          Ma loro dicono che la mia storia è solo una favola per bambini.

-          E’ tu sostieni il contrario. Se ti fidi di me devi anche fidarti di quello che ti dico. Io sarò dalla tua parte. Così ci si comporta tra amici!

Una piccola fiammella nel cuore di Ghinta cominciò a scaldargli un mezzo sorriso. Forse era quella la sensazione che si prova a sapere di avere un amico dalla propria parte.

Erano di nuovo tutti seduti intorno al fuoco. You aveva richiamato tutti senza spiegare loro il motivo dell’ennesima riunione dopo il fallimento di quella precedente.

Ghinta era poco distante.

Come aveva fatto You a convincerlo di nuovo? Non lo sapeva proprio.

Strinse di nuovo i pugni e fece di nuovo un respiro generoso.  Stava per avvicinarsi al tronco mozzo e affrontare quella poco ben disposta platea per la seconda volta quella sera. Un passo, due passi e …

 

Il fuoco all’improvviso perse la sua fiamma.

Era buio.

Non si vedeva più niente. Solo le stelle.

Gridolini di paura in sottofondo.

 

Cosa era successo? Non c’era vento. Come poteva essere scomparsa la fiamma del focolare?

 

D’un tratto cerchi di fuoco illuminarono il cielo.

Lo stupore e la paura azzittirono tutti.

 

Le fiamme circolari sembravano danzare. Anzi danzavano di sicuro. Un vortice di fuoco come un turbine.

Era incredibile ma…

…ad un certo punto una mano spuntò fuori dalle fiamme incandescenti. Fu il panico.

 Ghinta era immobilizzato dal terrore, i suoi compagni, invece cominciarono a scappare verso ogni direzione possibile.

 

-          Fermi dove siete!

Era una voce di donna

-          Ho detto di fermarvi!

Il tono risoluto non dava possibilità di diniego. Come statue di pietra i tigrotti di Tokio* si immobilizzarono.

Le fiamme si diradarono. Il focolare tornò a scoppiettare. Ora si poteva vedere di chi fosse quella voce apparsa dal nulla.

-          Piccoli mocciosi, tornate a sedervi, è un ordine.

Era bellissima. Lunghi capelli neri e occhi come la notte. Uno strano vestito bianco e rosso e uno sguardo che non lasciava scampo.

-          Ma… ma tu chi sei?

Nemmeno Ghinta sapeva dove aveva trovato il coraggio di farle quella domanda. I suoi amici erano terrorizzati. Nessuno di loro avrebbe mai proferito parola.

-          Io sono Sailor Mars e tu, se non sbaglio sei Ghinta.

-          Sailor Mars?!? Ma… come fai a conoscermi?

-          Io conosco sempre chi racconta la storia delle guerriere Sailor.

-          Ma… allora tu sei quella della storia di Youchiro?

-          Io sono quella della TUA storia!

-          E…come mai sei qui?

-          Qualcuno mi ha detto che qui c’è qualcuno che non crede all’esistenza mia e delle mie colleghe Sailor. Non posso permettere che qualcuno si prenda gioco delle paladine della giustizia!

-          Ma…ma…

 

Con fare deciso Sailor Mars si voltò verso gli altri spettatori e rivolse loro uno sguardo minaccioso.

-          Chi di voi ha deriso le Sailor? Si faccia avanti se ne ha il coraggio?

Stupore e paura si specchiavano negli occhi di tutti.

Nessuno parlava. Solo Ghinta.

-          Ehmmm, i miei compagni non volevano offenderti. E’ tutta colpa mia. Ho raccontato male la storia e loro si sono lamentati di me, ma, stavano scherzando!

-          Mhhhh, non so se crederti. Tu mi stai dicendo che sono tutti tuoi amici e che stavano scherzando.

-          Si, si

I tigrotti si guardarono fra di loro. Forse quel Ghinta non era poi tanto male. Se quella strana guerriera gli credeva magari riuscivano a cavarsela.

 

-          Va bene, facciamo così. Mi siederò su questa roccia e ti ascolterò mentre racconti tutta la storia per bene fino alla fine. Vedrò da sola se qualcuno si prende gioco delle Sailors e della nostra principessa.

 

E così fece. Ghinta salì sul tronco e, lentamente, ricominciò il suo racconto così come lo aveva ascoltato da Youchiro. Nessuno osò fiatare fino alla fine. Dopo poco i suoi compagni furono così affascinati dalla storia di Sailor Moon e delle sue compagne che quasi dimenticarono la presenza di una stessa delle protagoniste.

 

La storia era finita.

Un applauso scrosciante.

-          Ghinta, che storia fantastica!

-          Wow, e chi se la scorda!!

-          Io lo sapevo che le Sailor erano vere!

-          Anche io.

-          Io pure…

In un minuto o poco più tutti sostenerono di credere fermamente nella storia di Ghinta. Una specie di conversione di massa.

-          Bene, bene Ghinta. Hai raccontato benissimo tutta la storia.

In silenzio fino a quel momento Sailor Mars si alzò dalla sua postazione e si avvicinò a Ghinta per accarezzargli con fare amorevole i capelli. La sua voce era cambiata. Era…dolce e amara insieme…gli ricordava qualcuno .

-          Spero che questa storia vi sia servita da lezione, piccoli tigrotti. Ringraziate il vostro amico se non vi punisco in nome di Marte.

Un evidente occhiolino stemperò la, di nuova improvvisa tensione.

-          Ti rivedrò?

-          Bhè …  diciamo che se comincerai a cercare gli amici sulla terra ferma e non fra le stelle, ci sarà  una buona possibilità di rincontrarsi mio caro Ghinta.

Un altro occhiolino. Per lui soltanto però.

Un leggero rossore gli colorò le guance.

Il tempo di una fiamma luminosa. Sailor Mars era scomparsa.

 

-          Ehm… Ghinta…

-          Che c’è, Tomiko?

-          Io volevo dirti che…

-          Anche io, Ghinta…

-          Anche tu cosa Ryo?

-          … noi…

-          Volevamo chiederti scusa per prima. La tua storia era bellissima, saremmo felici se volessi diventare nostro amico!!

-          Ehi, mettetevi in fila!

A parlare era stato Youchiro

-          Sono io il suo primo amico.

 

Risate di amici insieme a quella di Ghinta coprivano il silenzio.

Di nuovo quella sensazione di calore nel cuore. Qualcosa di magico aveva cambiato la sua vita. Ora non era più solo.

*I "tigrotti di Tokio" nella mia testolina sarebbero un gruppo di scout tipo "le coccinelle" o "i lupetti".

   
 
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