Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: Brume    06/08/2021    1 recensioni
Tokyo, anni '90. Sayuri e Kaori vivono insieme a Tokyo, dopo che la maggiore è rientrata dall' America un paio di anni prima. Lavorano insieme come freelance, un lavoro che Kaori adora perchè può viaggiare , vedere posti nuovi e vivere senza vincoli; sono piuttosto richieste e gli affari già fiorenti sembrano avere una svolta quando una donna chiede loro uno scoop: rintracciare City Hunter, uno sweeper che nessuno ha mai visto o incontrato e che sembra più una leggenda urbana che un uomo in carne ed ossa....
Storiella leggera senza pretese e di pochi capitoli, molto Au, molto What If, uscita dalla mia mente lunedì scorso e tutt' ora in fase di scrittura =)
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Kaori si lasciò trasportare da quel bacio, un bacio lungo anni, un bacio desiderato, anelato, sofferto, voluto.

Sentire quelle labbra e quelle mani stringerla, sentire il calore ed il profumo della sua pelle la riportò indietro nel tempo di qualche anno, ai tempi in cui fuggì da Tokyo per rifarsi una vita. Ora, il suo cuore pareva liberato da un peso; quasi come se il lunghissimo bacio che si stavano scambiando avesse tolto, con un colpo di spugna, tutti i pensieri e la tristezza sedimentati in lei.

 

“Tutto bene?” domandò Ryo, allontanando le proprie labbra da quelle della donna e guardandola negli occhi.

“Si...perchè me lo chiedi?” rispose lei, timorosa di essere stata scoperta.

“...ti sento lontana, pensierosa…” disse,prendendola per mano e portandola accanto a sé, finendo per accoccolarsi in un angolo del divano.

“...No, affatto, Ryo... Solo che…” disse abbassando gli occhi “ il mio cuore aspettava questo istante da anni. Sono così confusa...”

Ryo sorrise. La sua presa si fece più forte; Kaori, seduta alla sua destra, finì quasi per distendersi sull'ampio petto glabro dell’ uomo.

“..Non solo tu, Kaori” disse infine Ryo.

“...cosa intendi dire?” domandò Kaori.                                                             Le sue parole erano fatte di  bisbigli e mormorii, a momenti coperti dal forte vento che ancora soffiava fuori dalle finestre.

Ryo si sistemò in modo da poterla vedere negli occhi. Le sue braccia presero Kaori e la sistemarono sulle sue ginocchia.

“... Sono fuggito per tanto tempo, anche io, come te. Ho avuto paura, di molte cose. Dopo la morte di tuo fratello, sono scappato in un altro continente per mettere a posto le cose del passato...ma avrei dovuto solo prendermi cura di te. Ecco perchè sono confuso da questo sentimento tanto forte tanto destabilizzante….” rispose.

Gli occhi di Kaori rimasero fissi, fermi in quelli di Ryo. 

“Hideyuki...mi manca molto” disse, infine.  Ryo chiuse gli occhi impedendo alle lacrime di uscire; strinse ancora più forte Kaori e così rimasero, silenziosi, finchè la stanchezza non li colse.


Il mattino seguente, il tifone era ormai esaurito ed aveva lasciato man mano  spazio ad un clima quasi gradevole; il cielo era d'un azzurro intenso ed il sole brillava, alto. Ryo aprì gli occhi per primo: la luce lo colpì provocandogli un gran mal di testa; in qualche modo , senza svegliare Kaori che si era stesa accanto a lui, si alzò ed andò verso la finestra per chiudere la tenda.

“...Ryo…” bofonchiò la donna, evidentemente già sveglia. Ryo si voltò nella sua direzione , sorridendo.

“Ben svegliata, Kaori” le disse, posando un bacio sulla sua fronte “ ...se mi dici dove tieni il tutto, ti preparo un caffè”.

Lei si limitò ad alzare un braccio e puntare un dito: altro non fu in grado di fare.  Ryo sorrise ancora e andò verso la cucina dalla quale tornò meno di due minuti dopo, porgendo una tazza di caffè americano bollente alla donna.

“...grazie” le disse Kaori, mettendosi a sedere; la tazza scottava e dovette lasciarla sul tavolo davanti a sè. Imbarazzata, incredula, la sua mente era in piena confusione….cosa sarebbe successo, ora?

 

Ryo sembrò leggerle nel pensiero. Bevve il caffè, posò la tazza e si alzò, stiracchiandosi; aprì tende e finestra e lasciò entrare un'aria nuova e non solo metaforicamente.

Un refolo di vento mosse i capelli di lei; lui si appoggiò allo stipite lasciandoci la città alle spalle e incrociò le braccia sul petto, osservandola.

“...cosa...cosa faremo, oggi, adesso?” chiese Kaori, prendendo coraggio.

“...aspetteremo. Condurrai la solita vita di sempre, cercherai di comportarti al solito. Solo che avrai me al tuo fianco.” disse lui, abbastanza sicuro di sè. Kaori si guardò in giro quasi volesse raccogliere i pensieri.

“Così facendo quella donna ci scoprirà” rispose.

Lui sorrise.

“...non esattamente. Non ti seguirò come un’ ombra, non starò accanto a te..ma sarò comunque presente.” rispose.

“...e mia sorella?” chiese quindi la donna.

“E’ al sicuro. Un amico ha di fatto portato lei ed il fidanzato in un posto sicuro, sono sorvegliati” disse.

Kaori sembrò tranquillizzarsi. 

Si alzò dal divano, prese le tazze e tornò in cucina; dopodichè, senza dire niente altro si avviò verso la sua stanza...aveva bisogno di una doccia, di rimettere a posto i pensieri. 

 

Non era neppure entrata quando sentì il telefono suonare; si avvicinò  all’ apparecchio, quindi, ma la mano ferma di Ryo la bloccò.  Con un gesto, l'uomo le chiese di non fare nulla e poco dopo azionò la segreteria.

 

“buongiorno, Kaori. Vorrei avere notizie, se possibile. Resto in attesa del suo girato” disse la solita voce che, dopo un attimo di esitazione, chiuse la conversazione. 

Lei e Ryo si fissarono.

“Ti lascio fare. Comportati come faresti di solito. Quando sei pronta, ti aspetto in salotto...ah, Kaori, c’è la possibilità di farsi una doccia?” domandò lui.

Lei arrossì, cambiando velocemente una gamma di colori compresi tra il rosso corallo ed il borgogna. 

“...c’è...c’è una camera, accanto a quella di mia sorella. E’ la camera degli ospiti...dovrebbe esserci tutto ciò che ti serve….” disse, stranamente senza balbettare, abbassando lo sguardo.

Ryo sorrise, si chinò, le lasciò un bacio a fior di labbra dopodichè si avviò verso la stanza.

Kaori, sola, si trovò a sorridere come una quindicenne alla prima cotta; recuperò vestiti puliti e si preparò. Mentre l'acqua della doccia le scendeva lungo la schiena si perse a pensare a quanto stava accadendo e, per la prima volta nella sua vita, sognò di vivere una vita normale , un posto dove mettere radici. Nonostante il proprio lavoro le piacesse, desiderava prendersi tempo per lei, fermarsi…


Qualche decina di minuti più tardi, i due si ritrovarono in sala. Kaori arrivò con un asciugamani in testa , un paio di shorts ed un top in coordinato, dai colori chiari. Per poco a Ryo non venne un colpo che, tuttavia, incassò senza fiatare. Ma quella visione gli fece mancare il respiro.

“Io dovrei uscire a fare alcune commissioni. Ho detto alla...signora che sarò da lei domani. Mi inventerò qualcosa per farla stare buona ancora un pò e capire le sue mosse” disse Kaori passeggiandogli davanti. “...Poi dovrei sistemare alcuni lavori in sospeso…” 

“...d’ accordo” rispose, semplicemente, lui;  poi Kaori tornò in camera, finì di sistemarsi ed uscì.

Era sicuramente una situazione strana, che riportò alla sua mente quella strana semi-convivenza che lei, Hide e Ryo vissero per qualche tempo molti anni prima. Ma ora tutto era cambiato...e solo il tempo avrebbe stabilito come.

 

Ryo la seguì, senza farsi notare, come aveva sempre fatto. 

Mischiandosi alla folla di quella prima mattina,  mani nelle tasche dei jeans, la seguì ovunque.

La vide entrare in un grande market dove si trovavano anche prodotti internazionali e poi dirigersi al negozio successivo, una piccola bottega a conduzione famigliare; infine, notò che si stava dirigendo verso il parco. Nel tragitto, un gruppo di persone la riconobbe, fermandola: lei, gentilmente, rispose a tutti senza problema ma Ryo dovette avvicinarsi ancora di più, tra quelle persone avrebbe potuto esservi qualcuno che poteva infastidirla.

Lei lo notò.

Con una scusa si allontanò dai presenti, si avviò all’ entrata del parco, le borse cariche di roba.

“Lascia che ti aiuti” le disse l’ uomo, dunque, avvicinandosi: non aveva più senso nascondersi.

Kaori si voltò, sorridente. Lasciò che lui le sfilasse dalle mani uno dei sacchetti di carta e proseguirono insieme.

 

“Da quanto tempo...sei qui?” le chiese lei.

Erano seduti su una panchina, all'ombra, osservando dei ragazzini giocare a pallone.

“Parecchio tempo...” rispose lui, prendendo una sigaretta dal pacchetto che aveva in tasca.

“mi...mi sei mancato parecchio...quando ti ho visto...non volevo credere ai miei occhi. Sapevo che eri tu, ma la mia mente si è sempre rifiutata di ammetterlo” le disse la donna mentre, con la mano, spostava una ciocca di capelli.

Ryo sorrise, dolcemente.

Da quanto tempo aspettava questo momento? 

Da quanto tempo non provava questa serenità?

I loro volti si avvicinarono.

 Le labbra si cercarono, dolcemente. 

Tutto intorno a loro cessò di esistere; si lasciarono trasportare in un lungo bacio, stretti, finchè qualcuno non li disturbò.

“Scusi, signore, le è caduto questo” disse  la voce che semrbava appartenere ad un ragazzino; 

Ryo aprì gli occhi staccandosi da Kaori.

“Grazie” rispose, allungando la mano per prendere il portafogli in pelle nera. Il ragazzino andò via sorridendo e lo stesso fece Kaori.

“...senti Kaori...che ne dici se andiamo a trovare Hide?” chiese poi, ad un certo punto, Ryo. Alla ragazza si illuminarono gli occhi.

“E’  da parecchio tempo che non vado da lui” disse, alzandosi e sistemandosi vestiti e capelli “ mi farebbe piacere”.

Ryo si alzò, a sua volta; tornarono a casa per posare la spesa e ripartirono quasi subito in direzione del cimitero, dove si soffermarono per quasi un’ ora.

“...Sai, a volte mi immagino come sarebbe la nostra vita, ora. Me lo immagino entrare dalla porta di casa, venirmi a salutare e poi crollare sul divano borbottando sproloqui sulla giornata appena passata” disse Kaori dopo minuti e minuti di silenzio. Ryo le strinse forte la mano.

“Anche a me manca tantissimo” rispose. Anche a Saeko...sai, la donna dalla quale sei andata a chiedere notizie su di me…” disse.

La donna lo fissò.

“...si, mi hai detto qualcosa” rispose, fermandosi a pochi metri di distanza dalla macchina “ ...ma...come mai io non l’ ho mai conosciuta?” chiese. 

Ryo lasciò che una famiglia composta da un paio di ragazzi ed i genitori, piuttosto in là con l’ età, passassero oltre; poi riprese il discorso.

“...Tuo fratello è sempre stato molto riservato” disse iniziando a camminare lungo il viale lasciando perdere la macchina “ e forse è per questo che non te ne ha mai parlato. Inoltre, nel nostro ambiente, meglio essere ancora più riservati del solito…”

“Ma io sono sua sorella” rispose lei, quasi arrabbiandosi.

“Lo so, Kaori… non lo ha fatto per cattiveria, credimi…” rispose, cercando di consolarla. Lei si allontanò di qualche passo, guardando una piccola fontanella dove alcune persone erano in fila per bere.

“...quando sarà tutto finito” disse “ promettimi che ci ritroveremo insieme, che mi farai conoscere meglio il vostro mondo, il mondo tuo e di Hide” . 

Ryo sospirò.

“In realtà...vorrei allontanarmi il  più possibile...ma credo di capire cosa intendi quindi, va bene. Ora, però, torniamo a casa. C’è qualcuno laggiù che ci segue da un pò” rispose, prendendo sottobraccio Kaori e camminando come se nulla fosse verso la macchina.

Il resto di quella giornata e dei giorni a venire furono abbastanza tranquilli; anche la donna che dava la caccia a Ryo si bevve senza problemi le scuse.In linea di massima,per Kaori furono giornate dedicate al riposo ed ai progetti di lavoro futuri. Grazie all'attrezzatura presente in casa riuscì a rivedere alcuni vecchi servizi ed a sistemare quelli in sospeso;  emergeva dalla sua stanza, in pratica, solo per mangiare. 

A Ryo andava bene così, del resto lui stesso aveva chiesto alla donna, poco prima, di comportarsi come al solito...le uniche parentesi erano i pranzi e le cene; solo in quegli attimi  ritagliavano tempo per sè stessi concedendosi lunghe chiacchierate. Solo la notte, nella stanza che occupava, cercava di capire come uscirne: prima o poi avrebbe dovuto fare qualcosa per sbloccare la situazione...avrebbe preferito vedersela da solo, senza coinvolgere Kaori...ma come? 

 

L’ orologio segnava le due.

Decise che era tempo di agire.

 

Si alzò, camminò piano fino a raggiungere la stanza di Kaori; l’ aprì e vi entrò.

La guardò a lungo. 

Le chiese perdono: si sarebbe allontanato ancora per un pò. Se, come sperava, la fortuna sarebbe stata dalla sue, entro sera avrebbe fatto ritorno a casa.

Viceversa, Kaori sarebbe rimasta sola.

 

Prima di uscire, le lasciò un biglietto.


Ci vediamo stasera scrisse, sperando con tutte le sue forze di realizzare questo desiderio. Illustration2
   
 
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