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Autore: Allen Glassred    18/08/2021    1 recensioni
Ivy è una giovane ragazza, figlia di due Hunters molto famosi. Dopo il brutale assassinio dei suoi genitori da parte di Vanitas, il così detto re bambino e sovrano di Veritas, la ragazza vive insieme al fratello Garry, ed entrambi hanno un solo scopo: trovare ed uccidere l'assassino dei genitori. Ma cosa succederà quando Ivy si troverà faccia a faccia con il re dei vampiri, ora ventenne è più spietato di prima? Quale tremenda verità emergerà dal loro incontro? E cosa succederà in seguito? Ragione o sentimento, cosa seguirà la bella cacciatrice? Vi ho incuriositi? Allora leggete la mia storia, e scoprirete tutto quanto.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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Vanitas arresta il suo passo, con un’espressione piuttosto sorpresa: infatti si è trovato di fronte ad una delle ultime persone che immaginava avrebbe trovato sul suo cammino. “ Lady Joe? “. Chiede solamente e, a quella domanda la donna rimane in silenzio per qualche momento. Solo di lì a poco decide di prendere parola, spiegando come mai sembra quasi stesse aspettando il giovane Re.

 

“ So che non è un buon momento: ho sentito che la Principessa non si sente troppo bene, ma è proprio di questo che vi vorrei parlare “. Ammette semplicemente la rossa, lasciando sicuramente il giovane erede di Kaname e Luna un po' sorpreso.

 

“ Voi? Vorreste parlare con me di Ivy? “. Chiede solamente, per poi riflettere: non dovrebbe stupirlo, dopo la pace stabilita e con il nuovo trattato di pace che dev’essere siglato, che la rossa si preoccupi per la sua futura sposa.

 

“ So che non abbiamo praticamente mai parlato prima, ma credo che la questione interessi entrambi “. Sentenzia solamente la matriarca del casato Veghner, come avesse percepito la perplessità di Vanitas. Dopo alcuni istanti il giovane Re decide di fidarsi: fa un cenno affermativo con il capo, mentre la donna lo invita a seguirla nel grande salone.

 

“ Non dovrebbe essere presente anche vostro marito? “. Chiede solamente lui, mentre l’altra a quella frase, non può fare a meno di ridere leggermente.

 

“ Non credo mi aggredirete a poche ore dalla firma del trattato di pace, e comunque saprei difendermi “. Fa con calma e naturalezza: non le da fastidio parlare con chi fino a pochi giorni prima era suo nemico, non le importa nemmeno sia il cugino di Dominique dato che, lo sa bene, sono due persone totalmente distinte.


“ State tranquilla, non è nell’interesse di nessuno che vi attacchi: potete rilassarvi “. Fa a sua volta lui, un po' più calmo rispetto a poco prima. La diffidenza pare essere scomparsa, probabilmente perché ha avvertito lo scorrere del sangue di Joe e con esso i suoi sentimenti, quindi ha capito di non aver nulla da temere. “ Piuttosto: cos’avete da dirmi su Ivy? “. Chiede solamente, mentre lei gli fa cenno di sedersi e di lì a poco fa lo stesso, sedendosi sulla poltrona di fronte a lui.

 

“ Volevo parlarvi dei suoi malesseri: da quanto durano? Comincio a preoccuparmi per la sua salute, dopo quello che è successo… “. Ammette, mentre lui sembra riflettere qualche istante. “ In oltre… “. Joe non pare aver finito la frase, infatti di lì a poco pone la domanda che forse, è una delle poche che le sta a cuore più di qualunque altra questione. “ Se davvero Vincent dovesse diventare Re legittimo, cosa succederà? Che ne sarà del trattato di pace? “. Chiede, ed è in effetti un dubbio legittimo: tutti sono a conoscenza della legge di Vanitas Lunettes, che recita chiaramente che il primo a giacere con la futura regina e le darà un erede, sarà il nuovo re anche se dovesse essere un semplice domestico e, di conseguenza, di umili origini. A quelle domande Vanitas sembrerebbe riflettere qualche istante, per poi decidere di dare una risposta alla donna.

 

“ Non lo so, Lady Joe “. Ammette, mentre lei lo osserva: ha un modo di parlare diverso, pensa. Non è lo stesso pazzo assassino che hanno conosciuto quasi sei anni prima, che ha sterminato i Perry e che ha ferito gravemente i Delacour, no: qualcosa in lui sembra cambiato ma, al momento lei non sa definire bene cosa sia. Da prima sembrava essere un cambiamento positivo, ma ora pensa, è un po' di tempo che una strana sensazione non la abbandona e, in questo momento la situazione è anche peggiorata se così si può dire. “ E’ da un po' di tempo che Ivy non sta bene, non so come mai “. La voce di lui la riporta alla realtà. La donna torna a dare la giusta attenzione al discorso, annuendo semplicemente. “ Ma di una cosa sono certo: la reggenza non cambierà. Sono ancora io il Re di Veritas, ciò che Vincent ha fatto non mi ha tolto il potere del Re “. Ammette, lasciando sbigottita la donna.

 

“ Ma la legge di vostro nonno, diceva… “. Lui fa un cenno affermativo con il capo, sospirando pesantemente. I pensieri iniziali di Joe sembrerebbero trovare una conferma nella sua testa ma, per confermarli deve essere un po' sfacciata. “ Vanitas? “. Chiede, richiamando ora l’attenzione del giovane Re. “ Siete davvero certo che Vincent sia stato il primo uomo a… insomma… non è che prima di quella maledetta notte è successo altro? “. Chiede, facendo avvampare violentemente l’altro che, improvvisamente perde ogni serietà e nasconde il viso tra le mani per evitare di far comprendere all’altra quanto sia in imbarazzo. “ Oh cielo! Ecco, non volevo essere invadente, ma… “. Cerca subito di discolparsi Joe, in imbarazzo a sua volta: ma cosa le è venuto in mente pensa, di fare una domanda simile? Come minimo, ora sarà considerata una pervertita! “ Non volevo davvero, ma… “. Le sue parole sono interrotte da lui, che scuote il capo.

 

“ Non lo so “. Tre parole: tre parole che lasciano la matriarca letteralmente di sasso, mentre lui continua a rimanere con il viso tra le mani.

 

“ Voi non lo sapete? “. Chiede, mentre a quella domanda lui scuote il capo.

 

“ Non lo so: c’è stata una notte di luna blu, della quale né io né Ivy ricordiamo nulla. Sappiamo solo di esserci svegliati nello stesso letto, sulle coperte c’era del sangue e sul corpo avevamo i segni dei morsi dell’altro. E da allora, lei dice di sentirsi cambiata. E anche io… “. Borbotta solamente: non si aspettava che un giorno avrebbe detto una cosa simile proprio a Joe Veghner, l’unica con cui l’ha fatto è stata la sua matrigna Rosina. Tuttavia sa di potersi fidare e di non poterne parlare con nessun altro, quindi tanto vale vuotare il sacco.

 

“ Come? Non ricordate nulla? Nessuno dei due? “. Chiede, mentre lui scuote il capo.

 

“ Niente di niente… “. Mormora solamente, scostando lievemente la mano ed osservando la rossa con uno sguardo preoccupato. “ Cosa c’è? A cosa pensate? “. Chiede semplicemente, mentre lei riflette un istante: ok pensa, ora dovrà essere molto sfacciata, ma lo fa per il bene di tutti quanti: deve dar conferma o smentire i suoi sospetti, e solo lui potrebbe aiutarla.

 

“ Dopo quella notte, ce ne sono state altre? Intendo… notti che ricordate con più chiarezza…? Oh insomma, credo abbiate capito! “. Fa, lievemente in imbarazzo mentre lui avvampa, se possibile ancor più di prima ed iniziando ad agitare le mani davanti a sé, come preso dal panico.

 

“ Eh?! Insomma! Lady Joe, che domande sono queste? “. Chiede, mentre lei cerca subito di giustificarsi.

 

“ Non le faccio per mio diletto personale! Solo… “. Si ferma, mentre lui la guarda ancora totalmente rosso in viso. “ Allora, mettiamola così: se fosse come penso, quante possibilità ci sarebbero che il bambino sia vostro? “. Chiede, mentre a quella domanda Vanitas si blocca istantaneamente. “ Maestà? “. Chiede lei, vedendolo totalmente paralizzato come avesse visto o sentito chissà che cosa. “ Se la Principessa fosse incinta come sospetto, quante possibilità ci sono che il bambino sia vostro e non di Vincent? “. Chiede perentoria, mentre lui riflette: ricorda l’ultima notte con Ivy e, ovviamente, anche quelle a seguire.

 

“ Ce… ce ne sono… parecchie… “. Mormora, mentre lo sguardo di Joe si illumina di speranza. “ Ma quindi, voi credete che… “. La donna annuisce, finalmente un lieve sorriso compare sul suo viso.

 

“ Io credo che la Principessa aspetti un bambino. E se è come dite, questo bambino potrebbe rappresentare la salvezza per tutti quanti “. Fa, mentre a quella frase lui pare confondersi: Ivy? Incinta? E se fosse di Vincent? E se fosse suo? Sarà mai in grado di essere padre? Sarà davvero così? La sua futura moglie aspetta davvero un figlio? Che conseguenze porterebbe questa gravidanza, se mai ci fosse? Deve dirlo ad Ivy? Cero che no! Per ora non la deve turbare, pensa. Tutta quella confusione e le domande che si accavallano nella sua mente lo confondono, mentre fa per alzarsi dalla poltrona.

 

“ Sarò… padre? Potrei… essere… padre? “. E detto questo sviene improvvisamente, sotto lo sguardo preoccupato di Joe.

 

“ Vanitas! Oh cielo! “. Fa, andando subito al suo fianco e facendogli vento con il ventaglio, cercando di farlo riprendere.

 

Xerxes Heinemann, capofamiglia del casato Heinemann nonché ultimo superstite della propria famiglia, ghigna sadicamente mentre si allontana da quella porta, prima che qualcuno lo colga ad origliare. “ Oh, interessante: così, la giovane Principessa degli Hikari potrebbe essere incinta? E la paternità di quel bambino potrebbe essere incerta… davvero interessante “. Ghigna malefico il giovane dalla chioma corvina, tornando nella propria stanza e chiudendosi in essa prima di incontrare qualcuno. “ Credo che quella persona debba sapere le ultime novità “. Fa, riflettendo un momento: è ospite dei Veghner per una sola ragione. Il trattato di pace che si siglerà tra alcune ore. Una pace in cui lui tuttavia, non crede minimamente. “ E credo debba anche sapere di questo trattato di pace “. Mormora solamente, osservando il cielo nel quale, tra poco, la Luna Blu farà da padrona assoluta.

 

Dopo essersi ripreso dallo svenimento ed aver chiesto a Joe di mantenere il silenzio sulla loro conversazione, Vanitas rientra nella propria stanza, coricandosi di fianco alla sorella e cingendole la vita con un braccio. La osserva intensamente: non sa se sia davvero incinta e non sa se quel figlio sarebbe suo o meno, ma una cosa è sicura: qualunque sia l’esito di questa storia lui non la abbandonerà. Rimarrà al suo fianco e non solo: rimarrà Re di Veritas e lei sarà la sua regina, niente e nessuno potrà cambiare questa verità. Ma per ora è meglio non dirle nulla: non vuole turbarla, vuole che almeno per un po' rimanga tranquilla e senza pensieri, in seguito pensa, rifletterà su come dirle dei sospetti di Joe. “ Ti amo… “. Mormora solamente, posando il mento sulla spalla di lei e chiudendo gli occhi: deve riposare, liberare la mente da tutti i pensieri se vuole essere lucido al momento della firma del trattato.

 

La tranquillità del giovane Re tuttavia, non dura che qualche momento. Infatti, non appena riesce a prendere sonno un nuovo incubo pare manifestarsi. O meglio, non è un incubo: è una visione.

 

Tutto attorno a lui è buio, un buio che tuttavia lui conosce molto bene. In seguito lo scenario cambia: si trova a palazzo ma, allo stesso tempo non pare nemmeno essere palazzo Hikari. “ Ma dove diavolo sono…? “. Mormora, riflettendo un istante: se non è a palazzo Hikari, dove mai si trova? Una ventata d’aria gelida precede una voce alle sue spalle.

 

“ Questa è casa mia: palazzo Lunettes “. Sentenzia, posando una mano nera e gelida sulla spalla del proprio omonimo uno spirito nero come le Tenebre. “ Mi sei mancato tanto, nipotino “. Ghigna sadicamente l’ombra oscura, mentre a quel tocco gelido ed a quella frase Vanitas pare riscuotersi: afferra la propria spada, riuscendo a squarciare in due quell’anima malefica ed allontanandosi così dalla sua presa.

 

“ Non mi toccare, maledetto! “. Grida su tutte le furie, mentre lentamente la figura nera si rigenera, questa volta riprendendo le proprie vere sembianze: a Vanitas pare quasi di specchiarsi in uno specchio che lo mostra più adulto e con i capelli lasciati liberi ma, soprattutto, con uno sguardo cinico e sadico. “ Nonno… “. Mormora semplicemente, riconoscendo in quello spettro l’anima di suo nonno, Vanitas Lunettes.

 

“ Scorbutico come tuo padre, vedo. Eppure, è la prima volta che ci incontriamo ufficialmente, dovresti ringraziare chi ti ha lasciato in eredità il proprio nome ed il proprio immenso potere “. Fa quello spirito, mentre da parte sua Vanitas mantiene la guardia alta e, soprattutto, la spada pronta alla difesa.

 

“ Ed anche una maledizione. Vi devo ringraziare anche per questo? “. Chiede, mentre a quella frase Lunettes ghigna malefico,

 

“ Giusto: la maledizione del re pazzo. Presto sarà compiuta del tutto, non sei felice? “. Chiede, mentre a quella frase il nipote si infuria e cerca di attaccarlo con la spada.


“ Taci! “. Grida, ma lo spirito scompare solamente un istante per poi ricomparire, ridendo sadicamente.

 

“ La maledizione si sta compiendo! Tu stesso diventerai come tuo padre, ucciderai le persone che ami ed i tuoi figli ti disprezzeranno. La stirpe degli Hikari è destinata a terminare presto, o a portare su di sé il peso di questa eterna maledizione “. Ride, mentre il nipote lo attacca furioso.

 

“ No! Non è vero! “. Si infuria, attaccando con la spada ma senza avere ovviamente successo.

 

“ La maledizione… “. Lo spirito immobilizza Vanitas solo avvicinandosi a lui, che non può muoversi per difendersi ed è costretto a stare immobile anche quando il nonno gli afferra il viso tra le mani, i loro visi a pochi millimetri di distanza. “ La maledizione dei Re pazzo è quasi compiuta. Manca poco… “. Un tocco freddo sulle labbra lo immobilizza ulteriormente, poi nulla è più udibile.

 

Vanitas si sveglia di colpo, così di colpo che persino Ivy si desta di soprassalto, dato il movimento brusco del fratello. “ Vanitas? Che… “. Fa per dire lei, mettendosi seduta e notando quanto lui sia agitato. Per qualche istante il corvino non pare volerle dare risposta, poi si volge di scatto verso la sorella. Senza dire nulla la attira a sé, stringendola così forte da quasi farle male. Lei rimane sorpresa, tuttavia al momento decide di non fare domande, limitandosi ad appoggiare una mano tra i capelli di lui. Senza dire nulla il corvino posa il viso vicino al collo di lei, respirando in modo irregolare a causa di quell’incubo o meglio, di quella visione e della rabbia che gli ha provocato. Lei da parte sua, vorrebbe fargli mille domande ma decide di non dire nulla, come se percepisse che in quel momento qualsiasi parola potrebbe solamente agitarlo ulteriormente. Rimangono abbracciati per qualche istante, ma stavolta lui non pare riuscire a calmarsi: le parole di suo nonno rimbombano ancora nella sua mente senza che lui possa evitare di ascoltarle. Poi un intenso aroma giunge alle sue narici: è il sangue di Ivy. Immediatamente il potere del suo sangue pare reagire: i suoi occhi si tingono di un blu intenso mentre il potere della luna Blu sembra riflettersi in essi. Ivy lo avverte, ma non ha tempo di dire nulla: stavolta senza nemmeno domandarle il permesso, suo fratello le abbassa lentamente il colletto della vestaglia da notte, leccandole il collo nel punto in cui sente maggiormente scorrere quel sangue, il solo che desidera e che, forse, potrebbe calmarlo. Questo atteggiamento sorprende un po' Ivy, tuttavia non si oppone e, di lì a qualche istante sente le zanne di lui affondare nel suo collo facendole, inevitabilmente, sfuggire un lieve gemito forse per la sorpresa. Forse rendendosi conto di averla morsa senza permesso lui si stacca qualche istante dal collo della corvina, mentre lei lo guarda qualche istante ed ansimando pesantemente, tuttavia non così tanto da indebolirla. “ V… Van…? “. Fa per dire qualcosa la Principessa, ma non riesce nemmeno a terminare il nome del fratello che, come preso da uno strano desiderio o, ancora, da una sorta di bisogno di avere quel sangue, lui la morde nuovamente e nello stesso punto, facendola stavolta cadere sdraiata. Da parte sua la corvina stringe lievemente la presa sui suoi capelli, ansimando lievemente ma non fermandolo: lo sente, qualcosa non va ma Vanitas non glielo dice per non turbarla. “ Dimmi… cosa c’è? “. Chiede ad un certo punto la futura regina, accarezzandogli dolcemente i capelli e cercando di calmarlo, sentendo dal ritmo del suo sangue quanto sia agitato. “ Perchè non ne parli con me? Sono la tua promessa sposa, no? Voglio aiutarti... “. A quelle parole lui si stacca ancora una volta dal collo di lei, guardandola con la bocca ancora sporca di sangue e con gli occhi brillanti di un intenso blu: la luna degli Hikari è appena sorta nel cielo e, sentendone probabilmente gli effetti il giovane Re afferra entrambi i polsi di lei, immobilizzandola sotto di sé.

 

“ Ivy… “. Mormora solamente, mentre lei lo osserva stranita: ma che gli prende, si chiede? Cos’è a renderlo tanto inquieto?

 

“ Dimmi… “. Mormora a sua volta la Principessa, aspettando che lui prosegua la sua frase.

 

“ Voglio che tu mi faccia un a promessa… “. Fa, mentre lei annuisce semplicemente. “ Quando la maledizione del re pazzo si compirà… quando arriverà il momento, allora… “. Mormora semplicemente, mentre il suo tocco si sposta dal polso alla mano di lei. “ … ti prego: uccidimi “. conclude, facendo sgranare gli occhi alla giovane e portandole quella mano proprio accanto al proprio cuore.

 

“ Ma come puoi chiedermi una cosa del genere?! “. Chiede, mentre alcune lacrime iniziano a rigarle il viso senza nemmeno che lei possa rendersene conto. “ Come…? “. Fa, ma lui la interrompe quasi bruscamente.

 

“ Anche io ti ho fatto la stessa promessa, quella volta: che se dovessi impazzire, ti ucciderò. Che come ultimo atto d’amore, ti libererò dalla sofferenza e ti impedirò di ferire chi ami. Ora, fa lo stesso per me. Ti prego… “. Fa semplicemente il maggiore, per la prima volta terrorizzato: solitamente non gli importa di far del male, ma da quando c’è Ivy al suo fianco le cose sono radicalmente cambiate. I suoi sentimenti, lui stesso, tutto quanto sta cambiando, il suo mondo è in totale rivoluzione ma una cosa è certa: se dovesse uscire di senno in modo definitivo ed arrivare a far del male a chi ama, allora vuole che sia la sua amata a fermarlo, a porre fine alla sua vita come ultimo atto d’amore. “ Promettimelo... “. Stavolta suona quasi come una supplica, mentre lei annuisce lasciando andare alcune lacrime.

 

“ Te lo prometto… “. Sussurra, prima di invertire le posizioni con una velocità sorprendente: non sa nemmeno lei dove abbia trovato le forze, ma ora è lei ad essere finita sopra Vanitas ed a guardarlo con un’intensa luce blu iniettata nei suoi occhi. Senza neanche chiedergli il permesso apre la sua camicia quasi con violenza, quel tanto che basta a scoprire il collo: è come se qualcosa in lei avesse risvegliato una sete improvvisa e, allo stesso tempo, sapesse che solo il sangue del fratello può calmarla. Senza esitare lecca avidamente il collo del corvino, facendolo rabbrividire non certo di paura. “ Ho sete… “. Mormora solamente la minore, tenendo una mano sul braccio di lui come ad assicurarsi che non scappi e mentre lui le afferra l’altra, portandola sul proprio viso e chiudendo gli occhi qualche istante.

 

“ Allora, bevi… “. Sussurra semplicemente e, quasi contemporaneamente lei affonda le zanne nel suo collo come ha fatto lui in precedenza. In quel momento, un potere dirompente sembrerebbe risvegliarsi in lei, che inevitabilmente percepisce qualcosa: il sangue del suo promesso sposo è uguale ma diverso allo stesso tempo, qualcosa in esso è cambiato ma non sa spiegarsi cosa e, al momento, nemmeno le importa.

 

Nello stesso istante, Lady Beatrice ed il figlio Luca sono fuori dalla loro villa. Il bambino è seduto sulle gambe della madre, che invece osserva il cielo stando seduta su una panchina ed affiancata dal marito. “ Madre… “. Sussurra ad un certo punto il bambino, mentre lei porta il proprio sguardo in quello celeste di lui.

 

“ Dimmi, tesoro “. Fa semplicemente la rossa, mentre accarezza con amore i capelli del piccolo.

 

“ Guardate! Anche stasera c’è una bellissima luna blu, avete visto? “. Chiede, mentre a quella frase la donna sussulta lievemente: è sempre stato un suo timore, che la Luna Blu risvegliasse il potere di Luca e la sua vera natura. Tuttavia non lo da a vedere e sorride lievemente.

 

“ E’ vero: è bellissima “. Sussurra, mentre il piccolo si appoggia a lei.


“ Sapete? Ho fatto ancora un sogno strano: una donna piangeva, voi e mio padre gridavate ma non capivo cosa dicevate. E proteggevate quella donna di cui non ho visto il viso “. Ammette, abbassando lo sguardo: per la sua età, il piccolo sembrerebbe a tutti gli effetti un bimbo di dieci anni sia per il fisico che per la mente. A quella frase Beatrice sussulta, mentre il marito accarezza il capo al figlio.

 

“ Non ci pensare, Luca: era solamente un brutto sogno. Ora, guardiamo questa bellissima Luna Blu e non crucciamoci “. Sentenzia, posando il cappello sulla panchina mentre il figlio gli sorride dolcemente.

 

Poco più in là e senza che i coniugi possano rendersene conto, due giovani stanno osservando la scena. Il corvino sembrerebbe essere decisamente stizzito. “ Mi viene da vomitare… “. Mormora, mentre colui che si rivela essere Vincent lo osserva perplesso.

 

“ Non ti senti bene? Eppure, prima stavi bene… “. Ridacchia, ma l’altro lo fulmina con lo sguardo.

 

“ Sai a cosa mi riferisco “. Sussurra, guardando ancora la famiglia di vampiri poco distante. “ Guardalo: ha addosso il fetore nauseabondo di quel cacciatore, lo sento sin da qui “. Mormora, puntando lo sguardo al piccolo Luca. A quella frase Vincent sembrerebbe annusare l’aria, che gli trasporta l’odore intenso del sangue di Luca.

 

“ Non mi pare tanto nauseabondo: il sangue di quel bambino è raro. L’unione di una Hikari e di un Hunter, è raro “. Fa, mentre a quella frase l’altro stringe i pugni. “ Eddai, Domi! Non ti arrabbiare: sapevi bene dell’esistenza di quel bambino. Potevi farlo fuori anni fa, ma ora è la tua sola arma per tenere Jeanne legata a te. Non ti conviene perdere le staffe “. Fa perentorio il minore dei fratelli Hikari, ma colui che si rivela essere Dominique scuote il capo.

 

“ Hai ragione: avrei dovuto farlo fuori molti anni fa, ancor prima che nascesse “. A quella frase Vincent gli pone una mano sulla spalla.

 

“ Sai? Forse, ho un’idea migliore: ho sentito dire che la tua Jeanne è ancora innamorata di quel cacciatore, anche se dice di no. Cosa ne dici di darle una lieve scossa? “. Chiede, mentre il corvino lo guarda perplesso. “ Che ne dici di dimostrarle che è meglio che rimanga al suo posto, come fidanzata e sposa fedele? Sai, per evitare eventuali ripensamenti… “. Ghigna malefico il biondo.

 

“ Cosa mi stai suggerendo? “. Chiede senza troppe remore Dominique, mentre Vincent lo osserva per poi, di lì a poco, riprendere parola.

 

“ Non devi ucciderlo: quel bambino potrebbe esserci molto utile. Ma potrebbe sempre, ecco… succedere un piccolo incidente, che so? Magari un attacco improvviso dei ribelli, sai… non si può mai sapere “. Ridacchia, mentre a quella frase il figlio di Veronica ed Antoine pare riflettere seriamente: sa bene che non può uccidere Luca, che è la sola arma per tenere Jeanne legata a sé. Ma forse pensa, forse Vincent ha ragione: potrebbe fare altro, che faccia intendere alla Principessa qual’è il suo posto e sradicare sul nascere qualsiasi idea di eventuali fughe e ripensamenti.

Salve miei fans, come va? Ed eccoci con il capitolo trenta, che ne pensate? Joe sospetta che Ivy sia incinta, sarà davvero così? E se è così, di chi sarà questo bambino? Che conseguenze porterà questa gravidanza? La nostra Ivy intanto fa una promessa a Vanitas: sarà davvero costretta a mantenerla? Dominique e Vincent osservano Luca e la sua famiglia adottiva: perchè? Cosa vorranno mai fare? Leggete e lo scoprirete!
   
 
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