Anime & Manga > Georgie
Segui la storia  |       
Autore: Francyzago77    29/08/2021    6 recensioni
Questa storia nasce come seguito de "La figlia di Georgie". Sono passati diversi anni, quelli che erano bambini sono ormai cresciuti e coltivano sogni, desideri, amori e sentimenti che s'intrecceranno con le vite dei loro genitori.
Dopo più di un anno che era nel cassetto ho deciso di pubblicare questo racconto...consiglio di leggere "Georgie il sequel" e "La figlia di Georgie" dato che questa ne è la prosecuzione.
La maggior parte dei personaggi presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Izawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sophie – le chiese Georgie quel venerdì mattina, mentre insieme uscivano da casa – andrai dai Banty anche oggi?
Lei esitò un poco poi disse:
-Sì mamma, non aspettarmi a pranzo, andrò da loro direttamente dalla sartoria. Ho ancora molto da fare con quei vestiti.
Era una bugia e Sophie non era abituata a mentire a sua madre ma ancora non aveva il coraggio di confidarle il suo dolce segreto.
Erano trascorsi alcuni giorni dall’incontro con Percy e da quei baci sulla terrazza dei Banty, la ragazza non ne aveva parlato con nessuno, era silenziosa e si era dedicata a cucire e ricamare cercando di evitare i suoi cari, soprattutto Peter.
Voleva trovare dentro di sé la forza per lasciarlo, quel matrimonio non l’aveva mai convinta, ora più che mai. 
Intanto nel pomeriggio sarebbe andata alla villa di Percy, di nascosto. 
-Bene – disse Georgie salendo sul carro – io vado. Stasera ci sarà la festa del paese, sarai tornata a quell’ora!
Sophie annuì, si era dimenticata della festa, il desiderio di rivedere Percy la faceva distogliere da tutti gli altri pensieri.
Ogni anno, al villaggio, in quel periodo, si teneva una grossa fiera che attirava persone dalle città limitrofe e il fine settimana la festa culminava con musica e balli dal vivo. Sophie era sempre andata volentieri a quell’evento, da bambina con la sua famiglia, poi con i suoi amici e Peter ma ora non provava alcun interesse per quello che, una volta, la divertiva tanto.
Lavorò tutta la mattina alla sartoria con Georgie poi, mentre la madre tornava a casa per il pranzo, lei mangiò qualcosa al laboratorio e successivamente si diresse verso il palazzo dei Gray.
Aveva capito dov’era, lo conosceva bene perché delle volte c’era passata davanti andando al porto.
Arrivò lì, un maggiordomo la fece entrare, lasciò il calesse accanto al grande cancello e fu accompagnata nel salone delle feste.
Vi erano già dei ragazzi e delle ragazze, Olivya non c’era ma erano presenti i suoi amici di Sydney.
Accanto al muro era appoggiato un tavolino con diverse pietanze, alcuni invitati avevano iniziato a servirsi,
Percy non si era ancora visto e Sophie si sentiva smarrita.
Si avvicinò lentamente al buffet, prese qualcosa da mangiare e scambiò alcune parole con una ragazza.
Da quella conversazione capì che l’argomento del giorno erano i versi del poeta latino Catullo.
Sophie non conosceva quell’autore né tantomeno quella lingua, si sentiva veramente sperduta.
Si mise seduta sperando di veder arrivare Percy e intanto si guardava intorno incantata dai bei quadri appesi alle pareti e dai mobili antichi che arredavano perfettamente la stanza.
Ad un certo punto, finalmente, entrò Percy salutando tutti e dicendo che avrebbe iniziato lui a leggere i primi versi del pomeriggio.
Mentre parlava con i suoi ospiti, osservava Sophie che, in un angolo, lo attendeva emozionata e trepidante.
E Percy cominciò a declamare. 
Sophie non capiva nulla di ciò che diceva, ma il solo ascoltarlo e vederlo la rendeva felice.
Quelle parole avevano una musicalità particolare, era bello sentirsi trasportare dal suono della sua voce.
Al termine tutti andarono a congratularsi con lui tranne Sophie che rimase seduta.
La raggiunse immediatamente dicendole:
-Cosa ne pensi?
-Sei stato meraviglioso – gli sussurrò – anche se non comprendo il latino, ho capito che erano versi pieni di passione.
-Oggi pensavo a te mentre declamavo – disse prendendole la mano e portandola sul suo petto – sono contento che sei venuta.
La condusse fuori, tutti erano ancora nel salone a leggere e nel giardino, quindi, erano soltanto loro due soli.
-Ti piace qui, Sophie? – domandò lui passeggiando tra le aiuole colorate e ben curate.
-Molto – rispose – diverse volte sono passata davanti questa villa e, dalla strada, mi ero sempre chiesta come fosse dentro.
-Adesso lo sai – le sussurrò Percy piano.
Sentirono della musica provenire da lì vicino, Sophie si fermò incuriosita.
-Vieni – le disse – andiamo a vedere.
C’era una piccola dependance quasi tutta ricoperta di edera, all’interno un quartetto d’archi che suonava in maniera impeccabile. 
-Stanno provando per stasera – le spiegò Percy – intratterranno gli ospiti con brani d’autore. Sono bravissimi, questo è Mozart!
Con eleganza invitò Sophie a ballare, lei amava moltissimo la danza e si ritrovò fra le sue braccia a volteggiare al ritmo di quella meravigliosa musica.
Per Sophie era un sogno essere con lui, nel giardino tra i fiori e quelle note melodiose.
Giunti accanto al roseto iniziò a baciarla delicatamente.
Forse lei non aspettava altro perché si lasciò andare con tranquillità ma quando lui le tirò su i capelli e incominciò a baciarle il collo, si sentì tesa come una corda di violino.
Sophie – le propose lui – rimani con me stanotte.
-Ma come faccio? – domandò sorpresa – A casa mi aspettano, non sanno che sono qui!
-E allora torna domani, nel pomeriggio, quando vuoi! – la supplicò abbracciandola.
Ma Sophie si svincolò dicendo:
-Devo andare, devo scappare! – e corse via.
-Aspetta – gridò lui inseguendola – ricorda che non farò mai ciò che tu non vorrai.
Arrivata al calesse, salì sopra e si diresse verso casa velocemente.
Era sconvolta, non si aspettava quella proposta, si sentiva una bambina inesperta e inadeguata.
Quando entrò nel cortile di casa, vide Eric e Daisy che stavano uscendo, c’era la festa al paese e lei se n’era completamente dimenticata.
-Ti aspettavamo – le disse il giovane – dai preparati che andiamo a prendere Peter! 
Non aveva assolutamente voglia di uscire con loro e soprattutto con Peter ma pensò che se non fosse andata si sarebbero insospettiti tutti in famiglia e quindi si cambiò d’abito e partì.
Eric era di ottimo umore, lui e Daisy sembravano la coppia perfetta, Sophie e Peter invece iniziarono a discutere su tutto.
-Non dovresti lavorare così tanto – le ripeteva Peter – sei nervosa da quando vai tutti i giorni dai Banty.
-Amo quello che faccio – le rispondeva piccata lei –non devi decidere per me su ogni cosa.
Sophie era irascibile, nervosa, decise di non parlare più e di chiudersi nel silenzio più assoluto, passeggiava per i banchi fingendo di essere interessata alla fiera.
Eric e Peter vollero fermarsi al gioco del lancio del barattolo e decisero di partecipare per sfidarsi.
Avevano tre tiri a testa, Eric fu veramente bravo nel colpire al primo colpo un buon numero di barattoli ma con gli altri due non fu fortunato.
Peter, invece, al secondo tiro riuscì a buttare giù tutta la piramide vincendo il primo premio, una bambola di porcellana di quelle con un ampio abito e un cappellino con i fiocchi in testa.
-L’avevi sempre desiderata! – rise Eric prendendolo in giro.
-Questa è per Sophie – dichiarò Peter porgendola alla sua fidanzata – conservala per la nostra prima figlia, sono certo che sarà una bambina, bella come te!
E le diede un bacio. Sophie era fredda e distaccata, prese la bambola e la guardò mentre Eric e Peter riprendevano a camminare.
-Tieni – disse a Daisy – è tua. 
Sophie – esclamò l’altra incredula – ma è un regalo di Peter!
Non rispose, si addentrò di nuovo fra le bancarelle senza un sorriso.
Un banco vendeva cibo e bibite, comprarono qualcosa e si misero a mangiare su un tavolo predisposto.
Peter aveva iniziato a raccontare ad Eric della casa in costruzione, Sophie, stizzita, masticava in silenzio.
Mentre erano lì, passarono Abel, Arthur, Georgie e Maria e si misero seduti con i ragazzi.
Sophie era tormentata, non soffriva più quella situazione, avrebbe voluto correre da Percy e lasciare tutti lì ma ovviamente non lo fece.
Tra la confusione e la musica Sophie si avvicinò ad Arthur perché sapeva che era l’unica persona che poteva capirla, anche più di sua madre.
Era sempre stato così, verso Arthur sentiva un legame speciale e, infatti, gli disse:
-Come si capisce se una persona è quella giusta?
Lui rimase spiazzato, Sophie continuò:
-Come si capisce, aiutami!
Arthur le chiese subito:
-Perché questa domanda, non sei sicura di sposarti?
-No, non lo sono – affermò decisa.
Sophie – ora Arthur era fermo e serio – devi parlarne con Peter, se c’è qualcosa che ti ostacola meglio chiarirlo ora.
Gli avrebbe voluto confidare che si era innamorata di un altro e che l’altro era un perfetto sconosciuto, che forse stava facendo una pazzia, ma non riuscì ad aprirsi neppure con Arthur.
Mentre intorno tutti si divertivano lei sentiva un’inquietudine dentro che la tormentava.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Georgie / Vai alla pagina dell'autore: Francyzago77