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Autore: Dan13la1995    01/09/2021    0 recensioni
Liam torna nella sua città natale dopo anni, quando sua madre decide di risposarsi. Il suo più grande shock è scoprire che il figlio del suo nuovo patrigno è lo stesso ragazzo che all'epoca della scuola elementare era solito bullizzarlo, rendendo la sua vita letteralmente un inferno...
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"Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Saremo a casa tra un'ora

Fu il messaggio che Liam ricevette da sua madre, poco dopo le 18. Il suo cuore aveva preso immediatamente a battere all'impazzata, le sue mani tremavano mentre digitava un semplice 'Va bene'.

A quel punto, i ragazzi si erano alzati, avevano velocemente aiutato a sistemare la stanza e se n'erano andati. Non prima di rassicurarli altre cento volte. Mason aveva abbracciato Liam, Josh aveva per poco soffocato Theo nella sua morsa. E gli avevano fatto promettere di far loro sapere come sarebbe andata.

Poi avevano aspettato. E aspettato. Seduti sul divano, quasi senza parlare. Aveva aspettato per quella che era parsa un'eternità. Fino a quando non avevano sentito finalmente la chiave girare nella serratura.

Theo sentiva il cuore battergli in gola, al punto che faceva quasi male. Si alzarono insieme dal divano, voltandosi verso la porta.

Quando Paul e Jenna apparvero sulla soglia, Theo sentì il suo cuore fermarsi letteralmente. Il suo sguardo corse subito a suo padre.

L'uomo era ancora visibilmente provato, il viso pallido e gli occhi stanchi. Theo voleva fare qualcosa, dire qualcosa... ma non riusciva a muovere un singolo muscolo, si sentiva come paralizzato.

Riuscì solo a fissarlo. In attesa.

Anche Liam dietro di lui sembrava a disagio. Si tormentava le dita più del solito, e notò che Jenna stava facendo la stessa identica cosa.

Lo sguardo di Paul si spostò lentamente tra loro. Più volte. "Andiamo." Fece poi con voce stanca. "Non fate quelle facce, ragazzi. Sto bene" Il suo tono era indecifrabile. Non sembrava arrabbiato, né deluso. Era piatto, senza emozioni. E questo era persino peggio.

"Papà..." fece Theo con un'espressione afflitta. Voleva che dicesse qualcosa più di questo. Ne aveva bisogno.

Jenna sembrava nervosa. "Paul, tesoro... perché non ti siedi un po'?" Gli strinse un braccio con dolcezza. "Preparerò qualcosa di veloce per cena... Voi ragazzi preparate la tavola." Li guardò poi con fermezza. "Poi parleremo"

Theo e Liam si scambiarono un'occhiata ansiosa, ma non poterono far altro che ubbidire, mentre Jenna aiutava Paul a sedersi dove un secondo prima erano stati seduti loro, per poi dirigersi in cucina.

 

Fu decisamente la cena più imbarazzante e scomoda che avessero mai avuto. Nessuno parlava. Si sentiva solo il tintinnio delle posate. E il rumore dei loro respiri. Theo stava giocando con la sua insalata, mangiucchiando qualche foglia di tanto in tanto.

Liam invece non aveva toccato nulla. Nemmeno ci aveva provato. Dal suo posto accanto a Theo era rimasto immobile, a testa bassa, le mani in grembo. Theo aveva provato a dargli un colpetto col piede sotto al tavolo, per attirare la sua attenzione, ma lui gli aveva rivolto solo un'espressione allarmata.

Perché né sua madre né Paul dicevano nulla?

"Liam, mangia qualcosa" Quando sua madre parlò, seccamente, Liam scattò a guardarla quasi spaventato.

"I- Non ho fame" mugugnò soltanto.

"Dovresti provare a mangiare comunque"

"Non voglio mangiare" Liam la fissò deciso "Voglio che parliamo... di quello che è successo"

Theo fissò Liam sbalordito. Liam aveva comeun fuoco negli occhi che non gli aveva mai visto prima. Anche Paul e Jenna si bloccarono, scambiandosi un'occhiata. Paul poi sospirò pesantemente, deglutendo il boccone che aveva in bocca e posando lentamente la forchetta.

"Bene. Allora parlate." Rispose Paul tranquillamente. "Io e Jenna abbiamo concordato che avremmo ascoltato la vostra versione prima di dire o fare qualunque cosa"

Theo e Liam si scambiarono un altro sguardo ansioso.

"Papà, noi..." La voce di Theo si spezzò e chinò la testa.

"Uhm... io... voglio dire che mi dispiace, per prima cosa." Liam parlò velocemente. Forse un po' troppo. Ma temeva che se avesse esitato, avrebbe perso il coraggio "Non era così che volevamo dirvelo. Volevamo aspettare il matrimonio, e non darvi preoccupazioni. Eravate già così impegnati, e così ansiosi per tutto... Non volevamo causarvi altri problemi!" Inspirò. Espirò. "Forse abbiamo sbagliato, non lo so... in quel momento ci sembrava la cosa giusta da fare" Anche la voce di Liam si spezzò, e chinò il capo. La mano di Theo corse sotto al tavolo a stringergli il ginocchio.

"Io... D-Dispiace anche a me, papà. Io non faccio che causarti problemi, lo so... M-mi dispiace" Theo mugugnò.

"E mi dispiace se non abbiamo risposto al telefono, mi dispiace che vi siate preoccupati, mi dispiace, Paul, che tu abbia avuto un infarto a causa nostra! Mi dispiace, mamma, se vi abbiamo deluso... Mi dispiace... Non so cosa altro dire se non ancora mi dispiace..." Liam si strozzò sulle ultime parole e iniziò a singhiozzare. "Lo capisco se ce l'avete con noi, lo capisco se ci odiate... Mi odio anche io per tutto questo... Mi odio anche io e mi sento in colpa da quando questa storia è cominciata..."

Paul e Jenna si scambiarono un'occhiata indecifrabile. "Se è questo che pensate... perché l'avete fatto allora?" chiese Paul, la voce inflessibile ma apparentemente calma. Guardò Theo. "Theo, tu ne hai fatte tante di stronzate... per molte non ne ho ancora capito il motivo..." Theo non riusciva nemmeno a guardarlo. Immaginò che alludesse a Gabe... "Questa perché l'hai fatta? Fra tutte le persone al mondo, dovevate proprio scegliere di frequentarvi a vicenda?"

Theo rimase un attimo in silenzio. Non capiva se suo padre fosse arrabbiato o cos'altro. Si comportava in modo strano. "Perché mi chiedi...?" ripetè lentamente. Sincerità, avevano detto, no?

Perché aveva messo a rischio tutto quanto? Suo padre, la loro famiglia...? "Perché io amo Liam. Lo amo come non ho mai amato nessuno." rispose allora tranquillamente "Non l'ho scelto. E' così e basta. Lo è da quando ero uno stupido ragazzino di 8 anni che non capiva nulla. Quando l'ho rivisto a scuola, ho pensato che fosse un qualche miracolo, che qualcuno mi avesse voluto dare una seconda occasione per fare meglio. Quando ho scoperto che era tuo figlio, Jenna... ho cercato in tutti i modi di fermare tutto questo... ma non ce l'ho fatta. E... io... non voglio nemmeno fermarlo... perché..." La sua voce si incrinò "...mi rende felice... Liam mi rende felice"

La mano di Liam corse a stringere quella di Theo, ancora sul suo ginocchio, le lacrime che scendevano silenziose sul viso, e il cuore che gli batteva all'impazzata. Si voltò verso Jenna e Paul, e vide che anche sua madre piangeva silenziosa.

Anche l'espressione di Paul ora sembrava smossa, non piu' impenetrabile. Spostò lo sguardo su di lui. "E tu? Liam? Cos'hai da dire?"

"Io..." Liam deglutì. "Quando sono arrivato qui, non avrei mai immaginato che ci saremmo ritrovati a questo punto. Da piccoli, Theo... non era esattamente una delle mie persone preferite. Lo odiavo... Poi ho capito che odio è una parola grossa. Forse non ci siamo mai capiti davvero fino a quando non ci siamo ritrovati a vivere insieme." Prese un respiro. "Io lo amo. Lui mi fa stare bene, mi rende felice, mi capisce." Ammise poi.

"So che abbiamo sbagliato, in molte cose, ma vorrei che almeno provaste a... capirci..." tentò Theo.

"Liam... tu hai appena detto che odio è una parola grossa." Fece Jenna a bassa voce. "Lo capisci che anche amore lo è? Siete così giovani, che succederà se le cose non andranno come immaginate? Avete pensato alle conseguenze se tutto questo finisse male? Sarete in grado di tornare a com'era prima? Di continuare ad essere una famiglia?"

"Lo abbiamo già fatto, mamma. Per tutti questi mesi... ci siamo allontanati, abbiamo litigato, ci siamo riavvicinati... ma abbiamo sempre fatto di tutto perché le cose andassero bene per voi, e per la famiglia..." ribattè Liam.

"Eravamo d'accordo che la famiglia venisse sempre prima..." aggiunse Theo. "Ma... vo-vogliamo anche noi la nostra occasione"

"Non possiamo sapere che non funzionerà se non ci proviamo!" insistette Liam.

Jenna e Paul si guardarono per un lungo momento. Sembravano comunicare con gli occhi. Era snervante.

"Dite qualcosa, vi prego!" li supplicò Theo.

"Sappiamo che è difficile capirci o perdonarci... non lo pretendiamo." Aggiunse Liam. "Noi vorremmo solo che ci provaste"

Paul sospirò pesantemente. "Ragazzi... non voglio che vi sentiate in colpa per questo." Disse poi. "Saremmo anche i vostri genitori, ma siamo esseri umani anche noi... Amare qualcuno non è una scelta, non è una cosa che si decide o si programma. E non è una cosa per cui scusarsi. Forse avreste potuto parlarcene. Forse ce l'ho con voi perché mi avete fatto morire di paura quando non rispondevate al telefono, o perché mi avete fatto prendere un taxi fin qui, ma non posso avercela con voi perché vi volete bene"

Liam e Theo non credevano alle loro orecchie. Lo ascoltarono a bocca aperta.

"Non ho avuto un collasso perché vi ho visti, anche se ne avrei volentieri fatto a meno. Io sapevo già qualcosa..."

Liam strabuzzò gli occhi "Anche tu?!" non riuscì a trattenersi dal dire esasperato.

Theo lo calciò sotto al tavolo. "Che vuoi dire, papà? Sapevi... di me e Liam?" chiese poi confuso.

"Non siete così discreti come pensate di essere"

"Oddio..." Liam mugugnò a bassa voce. Avrebbe preferito che tutti la smettessero di dirlo...

"Vi ho sentito quel giorno sulle scale, prima che andassi a stare da tua madre. E vi ho sentito la sera del compleanno di Liam, avete fatto un chiasso da risvegliare anche i morti"

"Non ci posso credere..." Theo era sbalordito "E perché non hai detto nulla?!"

"Theo, onestamente, non mi sento in diritto di giudicarti, dopo il casino che ho combinato con tua madre. Ho visto quanto sei cambiato dall'arrivo di Jenna e Liam, e tutto quello che volevo sapere stasera era... se tutto questo era per una valida ragione. Se sei felice, per me conta solo questo. Il resto si vedrà"

Theo non ci poteva credere. E Liam sembrava pensarla allo stesso modo. Guardò, sconcertato, sua madre che era rimasta in silenzio. "Mamma? Tu cosa pensi invece?"

"Io mi sento davvero stupida a non aver capito nulla." Ammise lei debolmente "Era di questo... che parlavi quella mattina mentre facevamo colazione?"

Liam sobbalzò alla domanda. "Uhm... be'... uh-sì"

"Mi dispiace se sono stata brusca con voi ieri. Abbiamo anche noi le nostre colpe. Mi dispiace di avervi messi nella posizione di avere paura a confidarvi con noi. E so che non lo avete fatto con cattiveria. Capisco che non volevi deludermi. Capisco che l'hai fatto per me, per noi... E mi dispiace, se ti ho messo pressione con questa cosa della 'famiglia perfetta'. Io voglio solo che tu sia felice, tesoro. Come è sempre stato"

"Q-quindi... per voi... va bene?" tentennò Theo.

"Le persone parleranno, lo sapete? Parleranno di voi. Parleranno di noi. Diranno che è strano, che è sbagliato, ma io dico che finché il mio ragazzo - i miei ragazzi - sono felici, io non posso fare altro che supportarli. E che le persone si fottano" rispose Paul.

"Ma ci saranno delle regole!" sbottò subito Jenna, puntando il dito contro di loro. "Una cosa come... quella di ieri... non dovrà verificarsi mai più, mi avete capito?!"

Liam arrossì furiosamente, chinando la testa. "Non ricapiterà... m-mi dispiace"

"Bene. Ora che abbiamo chiarito tutto, possiamo finire di cenare?" fece Jenna.

Liam fece un debole sorriso, prendendo finalmente la forchetta "Sì, sto morendo di fame" ammise.

Guardò Theo, e si sorrisero. Erano sicuri di star provando la stessa cosa. Era una sensazione indescrivibile. Era come se un'ondata di sollievo si fosse rovesciata su di loro, come se gli avessero tolto dalle spalle un peso di parecchie tonnellate. Non gli sembrava vero che era andata così bene.

Le cose sarebbero state diverse, vero. Però ora almeno non avrebbero dovuto più nascondersi. Avrebbero potuto amarsi apertamente, senza più paura.

Era la sensazione più bella che Liam avesse mai provato in tutta la sua vita.

 

Quando più tardi, dopo cena, comunicarono che sarebbero saliti in camera, Jenna disse loro soltanto di restare con la porta aperta. Be', com'era prevedibile.

Quando furono soli, Liam si buttò sul letto a mo' di stella marina con un sospiro esagerato, scaricando ogni tensione. Theo si buttò a sedere tra le sue gambe.

"Dio, riesci a crederci?!" gli disse Theo, sorridente, dandogli un colpetto sulla gamba. "È andata fin troppo bene!"

"Io non posso credere che tutti lo avessero capito!" sbuffò Liam, incredulo, tirandosi a sedere.

Un sorriso si allargò inarrestabile sul viso di Theo, che prese le mani di Liam tra le sue. "Sei felice?" gli chiese lui.

"Lo sono" rispose Theo. "E tu?"

"Mai stato più felice in tutta la mia vita" rispose Liam onestamente.

Theo lo prese per il viso, il sorriso che cresceva ancor di più, tirandolo in un bacio. Liam rispose con entusiasmo, avvolgendogli le spalle. Ora sembrava diverso, persino migliore, più bello. Forse perché era sparita la paura di essere scoperti, l'ansia di star facendo qualcosa di sbagliato... Ora c'erano davvero solo loro, e quello che provavano l'uno per l'altro.

Quando si separarono, Theo gli prese di nuovo le mani, e le strinse forte. "Sei stato bravissimo prima. Hai avuto un sacco di coraggio nell'affrontarli" gli disse, con orgoglio.

"Lo so. Me lo hai dato tu" gli sparò un sorriso pieno di affetto, al che Theo si spostò in avanti col corpo, catturando di nuovo le sue labbra  e spingendolo facendolo cadere indietro sul materasso. Liam ridacchiò mentre Theo lo riempiva di baci veloci sul viso e sul collo. "Dai, fermo... i nostri genitori sono di sotto!" sussurrò a voce bassissima mentre rideva. "E per quanto sono stati comprensivi, ho ancora la sensazione che siamo come in un periodo di prova... non voglio che cambino idea per nessun motivo!"

"Lo so..." Theo face poi una smorfia triste, mentre si allontanava a malincuore, dandogli un ultimo bacio "Dovremmo trovare un altro posto ora..."

Liam roteò gli occhi. "Come se prima fosse facile eh"

Theo rise. "Be' in effetti..."

Il telefono di Liam tintinnò all'improvviso, attirando la lor attenzione. Liam lo prese, e un secondo dopo scoppiò a ridere.

"Cosa?"

"E' Mason. Gli ho dato la bella notizia. Dice che è felicissimo, e a quanto pare... Josh sta organizzando una festa di fidanzamento per noi" Liam voltò il telefono per mostrargli lo screen che Mason gli aveva appena mandato.

"Oh non ci posso credere." Sbottò Theo, fissando lo schermo scioccato.

Prese il telefono per inviare un messaggio al suo migliore amico.

Coglione! Perché c'è un evento su facebook che invita tutta la scuola alla festa di fidanzamento di Theo Raeken e Liam Dunbar?!

Liam rise di nuovo. "Cosa?"

"Ha invitato anche i nostri genitori, guarda" rise mostrandogli l'evento su facebook.

"Questa è la volta buona che lo uccido"

"Be' ci ha tolto per due volte il peso di dare spiegazioni a tutti" ridacchiò Liam. "La prima volta quando non sapevamo come far sapere che vivevamo insieme, ricordi? E anche ora"

Theo lo guardò dubbioso "Non siamo arrabbiati quindi?"

"Sono troppo felice per essere arrabbiato in questo momento" fece Liam allegro, cliccando su Accetta l'invito.

Theo sbuffò. "Hai ragione. Però farò finta di essere arrabbiato per un po'. Giusto per farmi offrire una pizza ai peperoni"

"Molto furbo" concordò Liam.


Un bussare alla porta aperta li distrasse, interrompendo le loro risate, ed entrambi si voltarono a guardare Jenna, in piedi sulla soglia.

"Mamma...!"

"Scusate, ragazzi. Theo... mi lasceresti un attimo da sola con Liam?"


Theo e Liam si scambiarono un'occhiata incerta, poi Liam annuì con fare rassicurante.

"Va bene..." Theo si alzò, e uscì, mentre Jenna entrava, chiudendosi la porta alle spalle.

Liam la guardò teso dal suo posto sul letto, mentre lei si avvicinava, prendendo posto accanto a lui.

"Non hai... cambiato idea, vero?" chiese Liam preoccupato.

Jenna fece uno sbuffo. "No... non ho cambiato idea. Volevo solo parlare un po' con te, solo noi due. Mi sono resa conto che non lo facciamo più così spesso"

"Mamma..."

"Io capisco che Theo è importante per te. L'ho capito, davvero. Mi fa male soltanto sapere che non sei riuscito a dirmelo. E perché... non mi hai detto che sei... gay?"

Liam arrossì. "I-in realtà... non sono gay. Sono bisessuale. Ricordi Hayden?" le fece presente.

"Giusto. Bisessuale." Jenna ripetè divertita. "Non cambia la mia domanda." Esitò. "Pensavi che non l'avrei accettato?"

"No! Mamma, io ti conosco. Tu sei la persona più tollerante, paziente e buona che io conosca. Sapevo che avresti accettato tutto di me. Solo... non volevo darti altre preoccupazioni. Eri già ansiosa per la scuola, e ti tormentavi sempre all'idea che venissi bullizzato o altro, non volevo aggiungere altro carico."

"Mi dispiace, forse a volte sono stata troppo protettiva."

"Non devi scusarti per questo, mamma!"

"Allora..." Jenna allungò il braccio per prendergli la mano, tirandola sul suo grembo e stringendola. "Mi prometti che d'ora in poi sarai sempre onesto con me? Io ti ascolterò, e non giudicherò. Lo sai"

"Te lo prometto, mamma" Liam gli sorrise

"Ohh... il mio piccolo bambino!" soffiò Jenna. E lo strinse in un abbraccio mozzafiato.

"Mamma! Dai! Non sono più un bambino!" ridacchiò, ma l'abbracciò stretta a sua volta.

Jenna rise, tirandosi indietro con gli occhi lucidi. "Lo so..." Gli posò la mano sulla gamba, accarezzandola dolcemente. "Uhm... Quindi... tu e Theo..." esitò.

"Cosa?"

"Voi... fate sesso?"

Liam prese fuoco, coprendosi il viso con le mani, "Dio, mamma! Non voglio parlare di questo!" esclamò veementemente.

"Perché no? E' una cosa naturale, Liam" insistette lei, alzando un sopracciglio "Usate protezioni?"

"Mamma!" gemette, la voce ovattata dietro le mani che ancora gli coprivano il viso.

"Mi hai appena promesso di essere onesto"

Liam esitò. "Sì, usiamo protezioni" ammise poi, sul punto di prendere fuoco.

"Togli quelle mani dal viso!" rise lei, allontanandogliele. "E dimmi..." continuò poi, tornando seria "E'... stato il tuo primo?"

Liam annuì, imbarazzato.

"Okay..." sospirò poi lei mestamente. "Ho sempre pensato che quando sarebbe successo, sarei stata la prima a saperlo"

"Mamma... se ti consola, tu e Paul siete stati i secondi a saperlo. E... be', comunque... è una cosa abbastanza recente" Arrossì di nuovo. "Non è passato nemmeno un mese"

Jenna sembrò riflettere, poi lo guardò fingendo severità. "Sapevo che non dovevo mandarti a Santa Monica"

Liam rise. "Mi dispiace per tutte le bugie... mamma"

"Non preoccuparti, tesoro. Come ho detto, per me conta solo la tua felicità" Jenna gli accarezzò il viso. "Sei felice?"

"Tantissimo" Liam rispose subito.

"Immagino sia stata dura portare questo peso da soli per tutto questo tempo..."

"Senti, mamma..." Liam si morse il labbro, esitando. "Io... volevo che sapessi che ho... cercato di fermarlo, ci ho provato davvero. Non volevo che soffrissi ancora per colpa mia... ma non ce l'ho fatta, io... lo amo così tanto, mamma, così tanto... Ho cercato ogni possibile ragione per convincermi che lui fosse proprio il ragazzo che non avrei nemmeno dovuto voler amare, ma per tutto questo tempo... con tutto quello che è successo... non ho fatto altro invece che trovare milioni di ragioni per cui lui è l'unico che dovrei amare, l'unico che voglio amare, l'unico che amo. Theo mi ha capito perfino meglio di quanto mi sia capito io stesso, è stato dalla mia parte, mi ha guardato le spalle, mi ha aiutato ad essere migliore, è stato la spinta di cui avevo bisogno per andare avanti, è stato la forza e il coraggio che mi erano mancati, non solo dall'incidente di Scott ma dalla morte di papà, mi ha reso felice di essere così come sono come nessun'altro oltre te aveva mai saputo fare. Per la prima volta mi ha fatto desiderare, immaginare un futuro... so che siamo ancora due ragazzini, ma se anche questo non fosse amore, come hai detto tu prima... non m'interessa, se l'amore è altro, io non lo voglio. Io voglio solo questo, voglio potermi sentire così, con Theo, per tutto il tempo che ci verrà dato..." Liam allungò la mano prendendo quella di sua madre "ma voglio anche che tu sia felice per me, mamma. Voglio che tu sia dalla mia parte..."

Jenna sorrise. "Lo sono, tesoro. Io sarò sempre, sempre, sempre dalla tua parte" Si sporse in avanti, baciandogli la fronte e poi lo strinse a sé. "Sei proprio diventato grande. Sono fiera di te. E ti voglio tanto, tanto bene, tesoro" sussurrò lei contro i suoi capelli.

"Ti voglio bene anche io, mamma..."

 

 

 

 

Qualche settimana dopo...

Liam se ne stava beatamente cullato contro il petto di Theo, che gli accarezzava i capelli con dolcezza.

Erano fuori casa, nel portico, sdraiati sul dondolo, a godersi il calore di quella giornata di fine agosto, gli ultimi sprazzi di estate e il silenzio e la quiete di una casa vuota.

Paul e Jenna erano usciti mezz'ora prima per qualche commissione urgente, lasciandoli da soli. Theo doveva ammettere che l'unico motivo per cui aveva suggerito di mettersi là fuori, era per evitare tentazioni. Stavano ancora particolarmente attenti a non tirare la corda con i loro genitori. Il massimo che facevano in loro presenza era tenersi per mano.

"A che pensi?" gli chiese Theo.

"A niente. Mi sto solo godendo la pace. E' una bella sensazione" rispose Liam tranquillamente con gli occhi chiusi.

"Già... a breve ricomincerà la scuola, e non sarà affatto così tranquillo"

Si stavano ancora abituando alle chiacchiere su di loro. Qualche battuta qua e là o qualche affermazione ignorante a proposito di incesti c'era stata, ma se l'aspettavano. Ma per il resto era stato tutto piuttosto tranquillo. Addirittura Liam aveva scoperto che a quanto pare non era Mason l'unico al mondo che shippava, quando un paio di ragazzine del primo anno lo avevano avvicinato al parco per dirgli che lui e Theo erano bellissimi insieme, e che sapevano che sarebbero finiti insieme fin dall'inizio. Liam ammirò la loro sicurezza, avrebbe voluto averla lui quando tutta questa storia con Theo era iniziata.

"Sai, stavo pensando che dovremmo comprare qualcosa per Jenna e papà." Riflettè Theo pensieroso. "Tra poco fanno un mese di matrimonio"

Liam ridacchiò. "Sono sposati, non una coppia di fidanzatini. Pensi di fargli un regalo al mese?"

"No, però penso che stavolta glielo dobbiamo, non credi?" sbuffò Theo, divertiti.

Liam rise. "Scherzavo. E' il minimo. Gli faremo un regalo bellissimo"

"Niente canzoni d'amore, però."

Liam sospirò drammaticamente. "E io che vedevo già il nostro futuro come duo canoro"

Theo rise, tirandogli indietro i capelli dalla fronte. "Comunque... pensavo... è davvero assurdo come il tempo voli."

"Già. Senza che ce ne accorgeremo, saremo diplomati, e partiremo per il college." Fantasticò Liam

"Prenderemo un appartamento solo per noi due. Poi tu farai l'insegnante, e io... farò qualcosa"

"Vedo che hai le idee chiare" commentò Liam leggermente.

"E poi ci sposeremo" concluse velocemente Theo, sporgendosi in avanti per guardarlo meglio.

Liam arrossì, mentre un sorriso si allargava sul suo viso. "Theo Raeken che parla di matrimonio... il mondo sta per finire" scherzò, ma era felice. Sapeva che stavano solo sognando, però era bello lasciarsi andare a fantasie del genere.

"Te l'ho detto mille volte. Ormai non mi scappi più" gli fece Theo avvicinandosi.

"Che bello..." sussurrò Liam, lasciandosi baciare.

"Mmh... pensi che i nostri genitori torneranno presto? Perché in questo momento non sai quanto vorrei..."

Liam ridacchiò, dandogli un colpetto sul petto "Calma i bollenti spiriti. Abbiamo promesso di non farlo più in casa"

"Abbiamo promesso di non farci beccare in casa" gli fece presente Theo.

"Non so te, ma io non voglio mai più rivivere una cosa simile."

"Uffa, è veramente snervante" Theo fece esageratamente mesto "Sono stanco di farlo in auto"

"Be' a questo proposito..." Liam si tirò su a sedere, girandosi verso Theo. "Potrei essermi accordato con Josh per farci prestare la casa al mare per un weekend..."

"Sei serio?" gli chiese Theo, un sorriso che si allargava sul viso.

"Mai stato così serio. Io e te abbiamo ancora una gita nella tua spiaggia segreta in sospeso" gli ricordò Liam.

"Non vedo l'ora" gli disse Theo, prima di tirarlo di nuovo vicino e baciarlo.

"Ah. Poi magari anche ai nostri genitori regaliamo un weekend da qualche parte..." suggerì Liam, pensieroso.

"Sei proprio subdolo..." Theo rise. "Non finisci mai di stupirmi"

"Sai, a volte penso che la vita sia proprio strana. Voglio dire, l'avresti mai detto quando sono arrivato qui l'anno scorso, che sarebbe finita così?" si chiese Liam. "Anzi, l'avresti mai detto quando eravamo piccoli?"

"Decisamente no. Anche se forse una piccola parte di me l'ha sempre sperato. Chi lo sa, magari era il Destino..." Theo scrollò le spalle.

Liam lo guardò intensamente. Gli tornarono in mente le parole di Mason al matrimonio. "Mason mi ha detto una cosa simile qualche tempo fa." Disse lentamente. "Mi disse che forse i nostri genitori dovevano trovarsi, così da trovarci anche noi."

"Mmh è un bel modo di considerare la cosa" ridacchiò Theo.

"Già." Rise Liam. "Mason, la fata madrina... dove saremmo ora senza di lui?"

"Probabilmente io sarei a Boston, e tu staresti ancora seguendo gli assurdi consigli di Alec"

"Ahh non mi ci far pensare!" gemette Liam, seppellendo il viso nella spalla di Theo, mentre lui rideva.

Lo sguardo di Theo fu poi attirato dall'auto di Paul in avvicinamento. "Oh, guarda... per fortuna che hai calmato i miei bollenti spiriti, altrimenti avremmo avuto un'altra conversazione imbarazzante..." commentò, facendo voltare anche Liam.

"Visto?"

"Hey, ragazzi. Che fate qua fuori?" chiese Paul, mentre cingendo le spalle di Jenna risalivano i gradini e si avvicinavano a loro.

"Oh niente..." rispose vagamente Liam.

"Allora... possiamo sederci un attimo con voi?" chiese Jenna, titubante.

Theo e Liam sembrarono colti di sorpresa. "Uhm, si certo... è successo qualcosa?"

Jenna si sedette accanto a Liam, mentre Paul prendeva posto accanto a Theo. "Siamo appena stati in ospedale" disse subito Paul, senza troppi giri di parole.

Entrambi si voltarono allarmati verso di lui. "Cosa? Perché?" chiese Theo, scrutandolo come in cerca di malanni.

"Non per lui, ma per me" rispose Jenna tranquillamente.

Liam si voltò verso di lei, turbato. "Perché? Stai male, mamma!?"

"Uhm, no... non proprio" Guardò Paul, un sorriso che le sbocciava lentamente sul viso. "Io... be'... aspetto un bambino!"

Ci volle un po' prima che la notizia affondasse. "Che cosa?!" urlarono Liam e Theo in coro, scattando in piedi.

"Mamma, ma è fantastico!" Liam urlò. E si lanciò su di lei con un balzo, stringendola forte.

"Piano piano!" rise lei, mentre anche Theo e Paul si abbracciavano.

"Ed è maschio? O è femmina?" chiese Liam, euforico, saltellando quasi sul posto

"Calma, Liam. È un po' presto per questo!" ridacchiò Paul, con un braccio attorno alle spalle di Theo.

"Ci vorrà qualche mese prima di saperlo" spiegò Jenna.

"Io spero sia maschio! Anzi, no meglio femmina! Anzi... meglio ancora, due gemelli eterozigoti!"

"Vuoi scherzare, Liam?!" sbuffò Theo.

"Ci penserà il fratello maggiore Liam a badare a loro!" assicurò con orgoglio, battendosi una mano sul petto.

"Oh. Siamo a cavallo allora" lo prese in giro Theo. Poi un dubbio improvviso lo colse. "Aspettate. Quindi avrò un fratello che sarà anche mio cognato!?" Scosse la testa, allibito "Cavolo, sarà difficile da spiegare"

Tutti scoppiarono a ridere.

"Per fortuna ci sarà il fratello maggiore Liam per questo" commentò Paul, divertito.

"Cosa?! No, scordatevelo..."

Era quasi impossibile impedirsi di ridere, di sorridere, mentre si stringevano di nuovo in un abbraccio di gruppo. La vita è strana, aveva detto prima Liam, ed era proprio vero. Trovava sempre mille modi diversi di sorprenderti, di rovesciare le carte in tavola.

Ricordava quante volte si era sentito come se tutto fosse sul punto di finire, come se nulla avrebbe potuto più essere come prima... ed era vero. Le cose cambiano, e a volte cambiano in peggio, alle volte in meglio. A volte si piange, altre si ride. Incontri persone, e alcune ti deludono. Ma altre ti sorprendono. Qualcuno ti lascia. E qualcuno di nuovo arriva. E' così che va la vita. E' così che deve andare.

E finalmente Liam lo aveva capito. Ed era sicuro che l'avesse capito anche Theo.

Non viene mai nulla dal restare immobili, dal chiudersi in se stessi, dimenticandosi che c'è un mondo là fuori, pieno di persone e di opportunità. Ogni giorno non è mai l'ultimo, e ogni fine è un nuovo inizio.

E questa certezza era la fonte di sicurezza e di felicità per Liam più grande in quel momento. Che non era ancora la fine. Che c'erano ancora altri mille e mille e mille giorni da passare con la sua famiglia... da passare assieme a Theo.

FINE

 

   
 
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