Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Cassie chan    01/09/2009    8 recensioni
ATTENZIONE: non tiene conto degli eventi del settimo libro...!!Sono passati alcuni anni dalla fine della guerra, ed Hermione Jane Granger vive estromessa dal suo mondo, quello della magia, a causa di una condanna ricevuta tempo prima. Fidanzata delusa, disoccupata cronica, cinica perenne, Hermione ormai dispera dell'arrivo del principe azzurro. Ma quando arriva, non è facile riconoscerlo nelle fattezze affascinanti ma DECISAMENTE irritanti di Draco Lucius Malfoy, specie se babbano anche lui... ma la vita è decisamente strana e può anche capitare che ci si imbatta in una piccola fiaba, proprio quando si credeva di vivere in un incubo...:) PUBBLICAZIONE CAPITOLO 51 : 14 LUGLIO 2020
Per seguirmi con più costanza: https://www.facebook.com/groups/putaspellonhereyes/
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'THE "HAVE A LITTLE FAIRY TALE" SAGA. ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 14 - Echoes of past

Capitolo 14 -  Echoes of past

 

Voci… tante voci… acqua salata sul mio viso e vento che mi accarezza delicatamente i capelli.

Qualcosa che mi solleva e mi attira a sé.

Erba bagnata nel mese di settembre.

Sensazione di oggetto duro contro la mia fronte, oggetto duro e sottile, dalla punta vagamente tonda.

Una bacchetta.

Luce fiorita dietro le mie palpebre chiuse. Una lacerazione nel tessuto della mia mente.

Poi più nulla…

“Herm, Herm!!, rispondi!!”.

“Il mio nome è Danny Ryan… sono il proprietario del locale dove lavora Hermione…”.

“Spostatevi!! Le togliete ossigeno!!”.

“Speriamo che questo funzioni…”.

Parole come gabbiani nel cielo… frecce bianche in un mare di azzurro che non riesco ad afferrare.

Qualcosa di morbido sotto la mia schiena, calore liquido che mi sfiora la pelle.

“E’ sperimentale, ma è la sola soluzione…

“Non ci credo che sia accaduto…”.

Calore ovunque, fuoco sottile che mi avvolge, bruciandomi piano fino alle ossa.

 “Mi dispiace come sono andate le cose, davvero, Herm… ed è assurdo dirtelo così… non riesco ancora a perdonarmi il male che ti ho fatto… per favore, ritorna…”.

Una mano fresca sulla mia fronte, un’ombra di ricordo sulle mie labbra.

“Speravo che fosse passata, amore mio… ma niente passa davvero… e mettere chilometri tra me e te, non cambia nulla. So che devi  sentirti di vivere come meglio preferisci… ma per favore, prenditi cura di te stessa, ora che io non posso più farlo…”.

Emergere dalle acque nere, respirando a fatica. Un soffio di brezza sulla mia pelle.

“Adesso, bisogna solo cancellare i ricordi dei Babbani…”.

“Inizio con Danny Ryan… dovrebbe essere fuori da qualche parte…”.

“A Danny Ryan penso io…”.

 

Mi fanno male gli occhi, tantissimo. Mamma mia, sono pesanti come lastre di cemento. Perché non riesco ad aprirli?

Ma in fondo che mi interessa, potrò dormire un po’ di più per una miserrima volta, cavolo!

Fa fresco, però, sento il soffiare di un vento freddo sulla pelle. Sotto le mie palpebre chiuse intravedo una luce tenue ma decisa, e capto delle voci lontane giungere da chissà dove. Mi rigiro meglio, cercando di riaddormentarmi, raggomitolandomi a riccio nel tessuto leggero e liscio che indosso. Non faccio in tempo, però, a riaddormentarmi che vengo colpita da una scossa di pensieri.

Vedere una luce? Sentire delle voci? Avvertire un vento freddo?

Ma non dovevo essere morta? E per quel poco che so, la morte è la mancanza delle sensazioni… questo significa…

Che sono viva… oppure che la morte è davvero strana… come faccio a capirlo?

Accidenti, accidenti!!

Faticosamente riapro gli occhi, le pupille che si richiudono subito per la troppa luce che c’è nella stanza. Mi guardo distrattamente attorno, dopo aver sollevato il busto ed essere scivolata ancora indietro a causa di un giramento di testa. Serro gli occhi repentinamente, non c’è dubbio, sono nella mia stanza al Petite Peste.

Ma come ci sono finita qui?

Ricordo solo che la ferita si era riaperta, ho chiesto aiuto a Malfoy… e lui… boh, lui ha fatto qualcosa… ma cosa?? Ricordo solo il suo viso vicino al mio, e poi??? Che diamine ha fatto?? E che ci faccio qui??? Maledizione… ma sono trapassata o no, poi?

Allungo la mia mano verso il soffitto e mi sembra sempre quella solita, anche se il braccio è coperto dalla manica di qualcosa di bianco e lucido. Mi guardo meglio addosso, e distinguo nettamente che indosso qualcosa di diverso dal vestito azzurro.

Un pigiama di raso bianco, completo di casacca e pantaloni.

Devo essere morta… decisamente… figuriamoci se io mi metto un pigiama del genere, specialmente considerando che non me lo posso permettere. E considerando che il raso mi ha sempre dato l’impressione di essere adatto solo alle escort impenitenti.

No, no… decisamente sono morta…

Anche se… aggrotto le sopracciglia in posa riflessiva… in quale paradiso, gli angeli se ne vanno in giro in pigiama di raso??? Non ho mai visto una tale immagine in giro, d’accordo l’escatologia non è una scelta esatta, e magari il raso è un tessuto paradisiaco, che ne so… io non l’ho mai indossato… magari provoca meno allergie… ma figuriamoci se gli angeli hanno allergie, non me li vedo che starnutiscono per la presenza dei cumulonembi… e poi chi me l’ha detto che sono un angelo?? Magari questo è inferno, e il fatto che sia al Petite Peste ne può essere una chiara prova!! Sicuramente ora vedo Malfoy che attorciglia una coda enorme e mi spedisce al mio girone, e poi…

Un attimo…

Stop!

Lo sproloquiare è tipico di me. Tipico della mia mente. Che c’è ancora, quindi…

Sospiro, mi sa che sono viva.

Ma se sono viva, esattamente… come faccio ad esserlo?

Ricordo distintamente di essere stata abbastanza vicina alla morte… e allora, come? Tra l’altro, non vedo maghi o streghe nelle vicinanze, e sono ancora al Petite Peste. Sicuramente nessun babbano poteva salvarmi… accidenti!!

Cerco ancora di sollevarmi seduta, ma la testa riprende a vorticarmi, quindi trovo più intuitivo guardarmi l’addome alla ricerca della ferita piuttosto che alzarmi per capire qualcosa. Scosto la maglia del pigiama, ma incontro solo la pelle perfettamente rimarginata e integra.

Cosa ancora più strana, non c’è nemmeno la cicatrice che avevo prima, un piccolo segno rosso abbastanza lungo.

Questo depone per la tesi che sono decisamente morta.

La mia tesi si smonta quattro secondi dopo, quando la porta si apre e vedo entrare due persone. Con la vista annebbiata, dapprima, non riesco a riconoscerle, poi metto a fuoco nella luce del sole e distinguo le sagome di Ginny ed Harry.

Lo sguardo di Ginny, da triste e preoccupato che era, incontrando il mio, si riempie di lacrime e diventa radioso. La guardo, senza capire, per poi fissare Harry, che anche lui mi guarda abbastanza commosso.

Evidentemente mi davano abbastanza morta…

Ginny, in capo ad un secondo, mi corre incontro, abbracciandomi forte e lasciandomi senza fiato, dice qualcosa ma non riesco a sentirla, la testa che ancora mi pulsa da matti. Harry si ferma a breve distanza, sorridendo anche lui e guardandomi dolcemente.

Quando apro la bocca, sento la mia voce quasi metallica, non ero più abituata a sentirla.

“Ginny, non capisco… per favore, potresti parlare un po’ più piano…e soprattutto non urlarmi nelle orecchie??!!” chiedo gentilmente innervosita.

Lei si stacca da me e si asciuga le lacrime con il palmo della mano, per poi dirmi duramente: “Ci è mancato poco… la prossima volta, cerca di non avvicinarti così tanto al concetto di defunta… perlomeno, fino a quando io non sarò la signora Potter… dopo di te come testimone, ho Lavanda in lizza… e non vorrei doverla scorticare sull’altare, insomma, il viaggio di nozze è già prenotato…sarebbe un peccato passarlo ad Azkaban per lesioni aggravate!”.

Sorrido leggermente alle sue parole, con un enorme sforzo mi sollevo seduta e freno il giramento di testa, appoggiando la schiena contro la sponda del letto.

“Mi dispiace…” rispondo contrita, accarezzandole leggermente la testa “Non so come sia potuto succedere…”.

“E’ quello che ci chiediamo anche noi…” sorride sollevato Harry, sedendosi accanto a Ginny. Se penso che potevo morire, rimanendo così arrabbiata con lui, mi viene da piangere… abbasso lo sguardo e pigolo: “Credo che vivere qui… insomma, tra i babbani…”.

“… l’avevi rimosso?” completa Ginny, comprensiva, venendomi in aiuto.

Distolgo lo sguardo umido da lei, guardando la finestra, il cielo azzurro che mi risponde infondendomi un vago senso di pace, e poi torno cautamente a guardarli: “Qualcosa del genere, credo… ecco, brava… non dimenticato, rimosso… mi vedevo troppo babbana per ricordarmi una cosa così…”, sospiro, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio: “Ma non lo sono… e questo ormai mi sembra evidente… “.

“Ed è un peccato?” mi chiede Harry a bruciapelo, guardandomi quasi severamente.

Resto basita dalla schiettezza della sua domanda, ma poi sorrido piano: “Sì e no… e tu, Harry, lo sai meglio di me. Hai vissuto con i babbani, no? Ed è una vita completamente diversa… non migliore, non peggiore… solo diversa, ecco…”.

Harry annuisce, per poi sussurrare: “E vorresti tornare a quella vita? Intendo a quella babbana?”.

“Vuoi la verità?” bisbiglio piano, chiudendo gli occhi “A volte sarebbe bello… sarebbe bello pensare ad un mondo dove Voldemort non è mai esistito… dove ogni cosa non è da ricostruire… dove la mia vita, nel bene e nel male, è da inventare… non da ricomporre, come tutto il resto… non è decisamente da me dirlo e lo capisco… ma è la verità… sarebbe bello fuggire, ma è dannatamente evidente che non posso farlo, in nessuna ragionevole maniera… la mia vita, il mio passato, la mia me stessa più intima… mi verrebbero dietro senza pace…”.

Non ci credo di essere stata così sincera con loro, la morte imminente mi ha fatto bene, decisamente. Era da tempo che volevo dire queste cose, specie ad Harry, volevo che capissero ma non trovavo né la forza né le parole. Ora sono uscite e vedo i loro visi sconvolti quasi, mi scrutano con curiosità come a cercare nel mio viso le tracce di quel tormento celato e nascosto.

So che probabilmente li sto facendo del male, ma non è che prima, mentendo, gliene facessi di meno… a questo punto meglio essere sincera. L’ho metabolizzato nell’agonia? Probabilmente sì… che senso ha fingere di essere perfetta, se non lo sono? E che senso ha non dare mai alle cose il loro nome? E perché non dire quanto ho sofferto, almeno a loro due? Solo così, potrebbero capirmi… e se non lo dicessi, non vedo perché dovrei aggiungere a quel dolore la sofferenza di non essere compresa e di essere malgiudicata.

Ora che ci penso… è davvero idiota…

“Davvero, Herm? Davvero sei stata così male?” mi chiede sgomento Harry, avvicinandosi a me.

Annuisco senza allegria per poi aggiungere: “Non è colpa vostra, davvero… non sono la tipica persona che se sta male chiede aiuto… o anche se ne fa accorgere… quindi credo che sia normale che non ve ne siate accorti…”, sorrido alle loro espressioni colpevoli: “… davvero, ragazzi su! Non ce l’ho con voi…”.

“Immagino che quindi la storia di Malfoy sia stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso?” mi chiede Harry preoccupato, sotto lo sguardo curioso ma comunque silente di Ginny.

“Esattamente…” mormoro piano, un nodo che mi impedisce di parlare normalmente “Aggiungi questo al resto… Ron che si mette con Lavanda, la condanna, la disoccupazione… e poi Dean che se ne va… non voglio autocommiserarmi, diciamo solo che non era decisamente un buon momento per saperlo…”.

Sorrido, mentre Ginny si stringe nelle spalle, poi mi dice timorosa: “Sono stati entrambi qui, lo sai?”.

“Chi?” .

“Ron… e Dean”.

La guardo autenticamente scioccata, qualcosa che mi si spezza dentro con il fragore di un maremoto… la prendo per un braccio, stringendola forte, la mia voce che diventa più acuta mentre chiedo quasi disperata: “Anche Dean?”.

Lei mi sorride e annuisce con il capo: “E’ stato qui, fino a quando ha saputo che eri fuori pericolo… poi se n’è andato…”.

“L’avevi avvisato tu?”.

Ginny annuisce piano, poi dice: “Ce la siamo visti brutta… diciamo che volevo che ti vedesse prima che…”, la sua voce si spezza e non continua, mentre abbassa lo sguardo. Intuisco che sta per dire, prima che morissi… Harry le mette una mano sulla spalla, sussurrando che adesso è tutto finito. Mi dispiace averli fatto stare così male, mi ritrovo ancora ad abbassare gli occhi.  Dean, lui… era venuto a dirmi addio…

Di tutte le voci che ho sentito nel dormiveglia dell’agonia, una mi raggiunge soffice e morbida le orecchie, assieme al ricordo di un bacio leggero sulle mie labbra. Era… lui… la mano che stringe la maglia del pigiama convulsamente, mi ricordo che cosa mi ha detto, e fa un male atroce. Che mi ama ancora. Che non mi ha dimenticato… e mi ha chiesto di prendermi cura di me.

Una lacrima solitaria, scende lungo la mia guancia, morendo contro il mio collo; me la asciugo piano, smetterò mai di piangere per lui?

D’un tratto, ho l’impulso di alzarmi dal letto, di correre per le strade e di arrivare da lui… abbracciarlo forte e promettergli quel ti amo che non gli ho mai detto. E che non so nemmeno adesso se lo penso, davvero. È la domanda da migliaia di dollari che non riesco mai a sciogliere.

E le mie membra, che tremavano dalla voglia di correre da lui, fremono per un po’ e poi si rilassano contro quella consapevolezza.

Ancora non si merita questo da me, un contratto sentimento a cui non so dare un nome.

E non devo andare da lui, solo perché mi manca da morire. O solo perché nelle labbra l’ombra lieve del suo calore mi ha raggiunto anche attraverso il miasma oscuro della morte. Dovrei andare da lui, perché lo amo. E io non lo so, se è così.

Anzi… se devo essere sincera, mi spezza il cuore che lui mi ami ancora.

Una nuova lacrima, che fa compagnia alla prima e poi ad un paio di seguenti.

Dimenticati di me, Dean, piccolo amore mio… vivi la tua vita come preferisci… e trova l’amore che io non ti ho saputo dare.

Ginny mi abbraccia forte, sussurrandomi di non piangere, per poi dirmi: “Lo sai che ti ama ancora, no? Potresti tornare da lui se lo volessi…”.

Annuisco contro la sua spalla, asciugandomi velocemente le lacrime, e poi fingo un sorriso: “Lo so, Gin… ma davvero, credimi… va bene così…”, non riesco a dire altro, le parole che mi muoiono in gola, soffocandomi i pensieri. Vorrei spiegarmi, dire che penso sul serio, che non voglio più farlo soffrire. Ma non ne ho la forza, davvero… e poi credo che Ginny capisca, infatti acconsente solidale, e mi accarezza piano la schiena, mentre Harry guarda altrove, evidentemente in imbarazzo dalle nostre chiacchiere femminili. Mi viene da ridere, poi mi ricordo che mi ha detto che anche Ron è stato qui.

“Quindi anche Ronald è stato qui?” chiedo senza allegria, cercando di cambiare pensieri con un tono di voce neutro… la voce resta ancora astiosa, nonostante tutto, nonostante la morte che ancora mi alita addosso, rabbiosa per esserle sfuggita. È davvero più forte di me.

Stavolta è Harry a rispondere, mentre Ginny ride alla mia faccia: “Sì, è stato qui fin quando ha potuto… o meglio fin quando Lavanda l’ha voluto… ti stava vicino nel sonno, e credo che ti abbia anche fatto delle scuse, o roba simile. L’ho sentito da dietro la porta…”.

“Bravo, origli!!” lo riprende Ginny.

Lui si gratta la nuca timidamente, e mi ricorda il ragazzo di tanti anni fa di Hogwarts.

“Tipico di lui…” commento acidamente “Per chiedermi scusa, doveva aspettare che fossi quasi morta…”.

Harry ride di cuore, forse rincuorato dalla mia espressione… la morte ha il vantaggio di rendere il rancore polvere bruciata sul tuo respiro. E al momento, non riesco nemmeno a pensare perché ce l’avessi tanto con Ron. Cioè me lo ricordo, ovvio… e mi dà fastidio. Ma mi fa sorridere stranamente… come se non avesse più importanza. Certo, resto acida e nervosa, ma ormai è come se lo facessi per abitudine e per gioco.

Mi diverte denigrarlo verbalmente, o sbuffare al pensiero di Lavanda.

Ma, dentro… non so, sembra tutto evaporato. Oramai non mi interessa davvero più nulla.

Ed è doloroso, perché so che vuol dire che non mi importa più nemmeno della sua felicità. In ogni caso, credo di preferirlo all’odio paralizzante che avevo fino a qualche tempo fa.

Perlomeno… è più riposante, ecco. Ci mettevo più energia ad odiarlo.  

“Inutile dirti che anche nel suo caso, se volessi, te lo potresti riprendere…” aggiunge Ginny con aria saputa, guardandomi di sottecchi, ovviamente fregandosene altamente della seconda testimone in linea di successione. Ossia la cara LavLav.

Mi stringo nelle spalle, ancora, poi le rispondo con voce dura, anche se non vorrei: “Gin, la cosa con Dean è diversa… io non posso permettere più al mio egoismo di farlo soffrire. Al contempo non posso permettere più a me stessa di soffrire per Ron… ora basta…”.

Ginny stavolta non annuisce, in fondo sto sempre parlando di suo fratello, e so anche che senza troppe allusioni velate, lei ci ha sempre sperato che tornassimo assieme. La vedo solo sospirare, ed ancora sono contenta di aver finalmente detto anche questa verità. Piano, sento le barriere che avevo messo tra me e loro due, crollare grazie alla mia ritrovata sincerità. Ed è bellissimo, perché mi accoglie un dolce senso di serenità che non provavo da tempo. Se deve andare così, sempre, allora anche il mese prossimo non prendo la pozione… un attimo, presa dai miei soliti deliri romantici, mi sono dimenticata la cosa più importante!! Ma io come faccio ad essere ancora viva??!!!

Alla mia domanda assolutamente scioccata, Ginny cambia faccia di colpo. Oddio, mi sa di aver capito… perché non me ne sono stata zitta? In pochi fuggevoli secondi, Ginny Weasley diventa la personificazione umana di una Strillettera, recuperando dagli anfratti del suo corredo cromosomico i geni della madre Molly. Harry si appiattisce contro la parete, presagendo lo scoppio del fortunale diretto nella mia direzione.

Evito di riferire la sequela di urla e bestemmie che Ginny mi vomita addosso per non aver preso la pozione, brandendo persino una spazzola presa dal mio comodino come un’arma. Nell’ordine sono un’incosciente, una pazza criminale, una ragazza con gravi disturbi comportamentali ed una che dovrebbe pensare di più alla sua vita piuttosto che organizzare feste.

“Capito, mamma!!” urlo quando mi consente di nuovo di aprire bocca e si adagia contro la sua sedia, respirando affannosamente “Ma tanto per sapere, come ho fatto a sopravvivere? Mi avevi detto che sarei morta se non avessi preso la pozione…”.

“Ed era così, razza di testa di rapa…!”, dopo gli altri gentili appellativi mi spiega che hanno usato una pozione sperimentale, di sua invenzione, che non sapeva che effetti poteva avere. Era stato un grosso rischio, ma era la sola maniera per provare a salvarmi. La cura aveva funzionato, addirittura eliminando del tutto la ferita. Il problema era che, essendo ricavata dal veleno del Basilisco stesso, aveva avuto una recrudescenza che aveva rischiato seriamente di uccidermi; insomma, ero stata in coma per quindici giorni.

Per fortuna, il mio fisico aveva reagito adeguatamente e mi ero ripresa. Adesso non avrei avuto nemmeno più la ferita.

Insomma, avevo finito di assumere pozioni mensili e di preoccuparmi. Ero stata decisamente fortunata.

Finalmente, anche l’ultima traccia di Voldemort sparisce da me…

Non mi farà più del male…

Piango ancora, piegandomi su me stessa, la fronte sulle mie ginocchia, grata al cielo che, oltre a salvarmi, mi ha concesso di dimenticare finalmente questo incubo. Dopo anni, davvero, per me… Tom Riddle è morto.

Il sollievo che si impadronisce di me, evapora in un attimo al ricordo vago e confuso della serata che, adesso so, è lontana da me quindici giorni. Una fitta al cuore, forte, intensa, da spaccare il fiato. Nel contorno di stelle di quella notte, nel dolore diffuso che si spandeva come nebbia attorno a me, nella disperazione della fine dei miei giorni che immaginavo vicina… in quel ricordo straziante e straziato che adesso è alle mie spalle, pregno delle albe e dei tramonti che vedrò ancora, una cosa si staglia nel velluto nero e cremisi di quella notte.

Malfoy.

Ed è urgenza sapere dov’è, quanto sappiano Seth e gli altri della mia condizione, come mi abbiano coperto e se davvero l’abbiano fatto.

Io non ricordo bene che sia successo, anzi… ricordo davvero poco. Ma una cosa ricordo per certo… erba bagnata nel mese di settembre… vicinissima a me, come se la potessi sfiorare ed inebriarmi di essa…

Sono certa che mi abbia aiutato. E sono certa che si poteva mettere nei casini per questo.

Afferro la manica della giacca di Ginny e sussurro: “Gli altri… i miei amici babbani… che sanno di questa storia?”.

“Tranquilla, Herm… sanno solo che hai avuto una forte febbre…” mi calma Ginny, sorridendo “Abbiamo dovuto usare degli Incantesimi, ovviamente… ma purtroppo è stato necessario…”.

“Capisco…” mi mordo le labbra, per poi chiedere dispiaciuta: “E chi avete dovuto incantare?”.

Ginny conta sulle dita i nomi di Seth, quello che non sta zitto un attimo, Summer, l’oca giuliva che sbraitava sullo stato del suo vestito azzurro e Trey, quello che ci proverebbe anche con un palo della luce, se fosse disponibile.

Sospiro, non ha risposto alla mia domanda.

E come potrebbe se non ho il coraggio di farla?

Abbasso gli occhi, torcendomi le mani in grembo, poi mi dò mentalmente della stupida e sollevo gli occhi, decisa, puntandoli in quelli di Harry.

Basta finzioni…

“Harry, come sta il mio capo? Come sta Danny?” chiedo senza preamboli, una sensazione oscura di calore che si irradia per il mio viso. Oddio, sto arrossendo… ma perché, poi?? Cerco di mantenere il mio sguardo limpido, guardando Harry ed ignorando l’espressione curiosa di Ginny.

“Ci tieni molto a lui, vero?” mi chiede Harry con un sorriso tra il triste e il preoccupato, che poi si stempera quasi in divertimento.

Aggrotto le sopracciglia con espressione confusa: “Io ci tengo al mio lavoro, mica a lui…”.

“A ok…” fa Harry perplesso, con voce atona, mentre Ginny interviene: “Io ho nominato quelli che ho incantato io… al tuo capo, con mio sommo dispiacere, ci ha pensato Harry… è proprio un tipo interessante…” conclude trasognata.

“Interessante?!!” scoppio a ridere, piegandomi letteralmente in due alla faccia nervosa di Harry. Bè credo che dopo anni abbia capito che l’aggettivo interessante usato da Ginny nel descrivere soggetti maschili, sia un palliativo giustificato dalla sua presenza. Nel vocabolario Ginny Weasley- Inglese, l’aggettivo interessante trova la seguente nomenclatura agg. che desta interesse. Utilizzato nei confronti di soggetti maschili, in presenza di Harry James Potter. Sinonimi: affascinante, attraente, seducente, sexy, erotico, provocante, eccitante, irresistibile, bonazzo, figo, etc

Smetto di ridere, ripensando che lo avrebbe incantato Harry. Sì, come no… come se Malfoy subisce docilmente un Incantesimo di Memoria, o simili… specie se comunque lui di me sa tutto…

Guardo ancora Harry, preoccupata, e lui sorride: “Sta bene, Herm… basta sguardi corrucciati…”. Il fatto che non mi fornisca altri particolari, invece, mi inquieta ancora di più. Non me li immagino proprio quei due che parlano tranquillamente in una stanza, disquisendo sul clima in continuo mutamento o sulla teoria dell’anello mancante tra uomo e scimmia. Anzi, essendo due ragazzi e soprattutto essendo sempre Draco Malfoy ed Harry Potter, è più probabile che abbiano fatto i babbuini in crisi evolutiva e se ne siano date di santa ragione. Ginny non mi sembra allarmata, quindi deduco che non sappia niente ed Harry non sembra tumefatto… forse è stato Malfoy a prenderle? Sì, certo… come se quello le prendesse davvero. Bah, nonostante tutto, nonostante che Harry sia mio amico da anni e lo leggo in faccia, credo che sarà molto più sensato osservare lo stato emotivo di Malfoy per intuire qualcosa. Tipo, non so… intuirò che è successo qualcosa se lo vedo imprecare a ripetizione, spaccare la tazza del caffè a furia di mescolare lo zucchero con il cucchiaino oppure menare calci alle sedie di mezza casa.

Sì, decisamente meglio andare da Malfoy. Da qua, non tirerò fuori un ragno dal buco.

Giusto!! Avevo dimenticato qualcun altro… Seth e figuriamoci!! Il gazzettino del Petite Peste… se è successo qualcosa a Danny, figuriamoci se lui non lo ha magicamente captato con le sue antenne. Dopo, chiederò a lui… e chiederò anche come è finita la festa, non vorrei averli lasciati nei guai. Ma soprattutto farò bene a chiedere se Danny brama la mia morte per aver rischiato di smascherarlo con la mia dimenticanza suicida.

Decisamente meglio andare da Seth, prima.

Insomma sono appena scampata alla morte, non ho voglia di incontrare ancora la Vecchia Signora con la falce, la veste nera e tutto il resto. Si annoierebbe a rivedermi e stavolta mi prenderebbe davvero. In fondo, le scappo dalle dita da anni… che poi dita, falangi… o come si chiamano le ossa della mano… quelle del piede sono diverse? O sono uguali?

Ma a che diamine penso!!! Accidenti a me!!

“HERM!!” mi urla Ginny nell’orecchio, strappandomi dalle mie riflessioni metafisiche.

“EH!!!” urlo a mia volta, rintronandole le orecchie a mia volta, mentre Harry ride come un pazzo.

“Hai capito cosa ho detto???!!” mi tramortisce ancora lei localmente, mi gratto il mento, negando con il capo.

“Ecco, appunto… allora, noi andiamo dato che sei fuori pericolo… quindi pensi di restare qui?”.

“Penso di sì…”.

“Non sei per nulla interessata a quel lavoro di cui ti dicevo allora?” mi chiede affranta e speranzosa.

Al momento, non so che rispondere. Tornare nel mio mondo… in fondo, lo so che questo… il Petite Peste è solo una “vacanza” dalla mia vera vita… mi sono detta che mi andava bene lavorare qui, perché, in fondo, c’era sempre la condanna e io dovevo comunque trovarmi da mangiare in qualche modo. Poi che la storia di Malfoy mi aveva messo in crisi e volevo tempo per pensare.

Ma, alle parole di Ginny su questo tipo di lavoro, capisco che queste due scuse non reggono più.

Le ho chiesto delucidazioni e lei entusiasta mi spiega che si tratta di un concorso per uditore giudiziario al Wizengamot. Che come premesso non c’entra nulla con gli Auror, anzi se facessi carriera, potrei persino arrivare ad intraprendere delle cause nei loro confronti. Non sono vitali, perlomeno nei primi tempi, delle competenze magiche, sarebbero necessarie solo se facessi carriera. L’uditore, alla fine, è alla stregua di un segretario e quindi molti Magonò tentano questa strada e io, al momento, sono loro pari. Nei due anni della condanna, potrei assolvere a queste funzioni, facendomi conoscere e apprezzare; terminata la pena, poi, è altamente probabile che io diventi un membro effettivo.

Inoltre, essendo stato proprio il Wizengamot ad aver pronunciato la mia condanna, probabilmente essa sarebbe ridotta in virtù del fatto che io lavoro per loro. Riprenderei i contatti con i miei amici, lavorerei ancora con Harry, dato che lui è membro permanente del tribunale essendo il Ministro della Magia, potrei punire gli assassini dei Malfoy senza tornare ad essere un’Auror. E come loro, anche altri.

L’unico problema, se mai per me lo fosse, commenta ridendo Ginny, è che l’esame è molto difficile e dovrò studiare praticamente ogni legge del mondo magico. E che ci sarà molta concorrenza.

Sorrido, mentre lei ne parla ed Harry annuisce vigorosamente con il capo. Harry ovviamente controbatte un po’ mentre dico che potrei punire anche gli assassini di Lucius e Narcissa, ma poi aggiunge che a questo punto sa che non mi farà cambiare idea, e che allora, se sarà ancora così importante per me, lui mi sosterrà. Lo guardo con gli occhi umidi e annuisco, dicendo che ci penserò.

Con un bacio per ognuna delle mie guance, i gesti e le parole cariche di speranza, si congedano alla fine da me.

Harry deve tornare al lavoro, che ha profondamente trascurato in questi quindici giorni, ed è in ritardo per l’incontro con il nuovo direttore della Gringott. Ginny deve ancora fare le valigie per andare a tenere una conferenza a Beauxbatons sulle tecnologie babbane applicate nel mondo della Magia. Li saluto con un gesto pigro della mano, che poi ricade sul lenzuolo bianco, non appena la porta si richiude alle loro spalle.

Hanno detto che andranno ad avvisare Seth, che dorme in camera sua, che finalmente mi sono svegliata.

Quindi, in definitiva, ho solo pochissimi secondi per pensare…

La mia mente, allo stadio attuale, è un mare in repentino moto ondoso. Penso a questa proposta e capisco che effettivamente sarei una stupida a non provare questo esame, penso ad Harry e Ginny e sono contenta di averli ritrovati, penso a Ron e mi chiedo se sarò capace di accettare le sue scuse, penso a Dean e mi chiedo che farò se dovessi capire che lo amo davvero, penso ai miei amici babbani e mi chiedo come stiano, penso al mio futuro che al momento oscilla in due direzioni opposte…

… e poi l’onda lunga che sbatte contro la mia anima e la mia resistenza…

L’onda lunga che si chiama Draco Malfoy.

Anche se come sempre censuro i miei pensieri, essi si liberano dalle loro catene per suggerirmi solo una cosa, ricorrente come la nenia di un carillon rotto. Voglio andare da lui… voglio vedere come sta…

Anche se probabilmente mi odia, perché ho messo in pericolo lui e Serenity. Voglio andare da lui… voglio vedere come sta…

Anche se probabilmente accetterò di fare questo concorso e non lo vedrò più. Voglio andare da lui… voglio vedere come sta…

Anche se, nonostante tutto, io non capisco perché ho questa voglia di vederlo. Voglio andare da lui… voglio vedere come sta…

Anche se so che non sarà una passeggiata parlare con lui. Voglio andare da lui… voglio vedere come sta…

… perché, in questo mare pieno di parole a cui non so trovare un nome, brilla qualcosa di tremulo ed incerto.

Un ricordo strappato alla mia agonia. A quella sera di cui non ricordo ormai quasi più nulla.

Voglio andare da lui… voglio vedere come sta… perché l’unica cosa che ricordo, a parte il suo profumo, è una sola.

Hermione...

… ed è lui che chiama il mio nome…

 

Ed ecco a voi il 14 capitolo…!! Oggi purtroppo sono di corsa quindi ringrazio tutti coloro che hanno recensito lo scorso chappy, ben 11 persone!! Un record e prometto ringraziamenti più profusi nel prossimo!! Scusate… un grazie particolare va alla mamma di Fra Fri 95, incredibile che sia appassionata anche lei alla mia storia, ne sono onorata!!! J E come sempre un grazie speciale al mio forum e ai suoi utenti registrati che leggono in anteprima il nuovo chappy!! Grazie davvero… mi raccomando se volete anche voi darmi suggerimenti prima che pubblichi il capitolo, leggendolo in esclusiva, oppure vedere le schede dei personaggi e discutere sulla mia storia, registratevi nel mio forum http://havealittlefairytale.forumcommunity.net Siete tutti invitati!! Un bacio… Cassie

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Cassie chan