Capitolo
33 - Fixing
everything… -
Carla
Tsukinami mi porse la mano quando smisi di piangere, o per lo meno
quando la
voce mi abbandonò e i brividi che mi percuotevano il corpo
cessarono.
Mi
rimisi in piedi e gli altri vampiri ci osservarono scettici mentre ci
stringevamo la mano, in segno di resa.
Gliela
strinsi con decisione.
“Se
dovessi aver bisogno, sai dove trovarmi.”
“Anche
tu.”, risposi.
Carla
guardò Reiji e questo, contro ogni previsione, fece un mezzo
inchino.
Il
demone ricambiò con un cenno del capo e poi si
allontanò.
Seppi
di non avere più scelta, avrei dovuto affrontare i vampiri,
spiegare che ero
stata io ad uccidere il loro padre.
Avrei
dovuto parlare anche col cardinale Williams, avevo notato il suo
sguardo adombrato
mentre Carla Tsukinami riprendeva il posto come legittimo Re del mondo
dei
demoni.
Ma
quello che mi interessava realmente era vedere Yuki, o quello che
restava di
lei.
Il
pensiero mi causò un nodo in gola e se non avessi consumato
tutte le lacrime,
di certo sarei scoppiata di nuovo a piangere.
Tuttavia
il cardinale Williams mki bloccò la strada.
“Posso
fidarmi, signorina Mitsuko?”
“Terrò
fede al nostro patto.”
L’uomo
annuì e mi diede le spalle, richiamando a sé i
Cacciatori.
“Ricordi
anche la sua promessa, non ammetterò altre minacce da parte
vostra.”
Williams
arrestò il passo e mi lanciò
un’occhiata di sbieco, poco importava se la
considerasse una minaccia a sua volta, era bene mettere le cose in
chiaro una
volta per tutte.
Riprese
a camminare senza rispondermi, nel giro di pochi istanti gli uomini con
le tute
nere svanirono nel bosco.
Mi
voltai a guardare i presenti, rendendomi conto che Edith si stava
congedando
con Reiji, mentre la Dama era svanita nel nulla, portandosi dietro il
branco di
lupi che aveva mandato Carla Tsukinami.
Kanato
sussurrava qualcosa all’orecchio di Teddy, mentre Yuma e Shu
si lanciavano
occhiate a distanza, c’era tensione tra i due, speravo non
fosse dovuto a un
qualche litigio.
Mi
stupì vedere Ruki parlare con Subaru e avrei voluto
origliare la conversazione,
ma il mio udito non era così “speciale”
come il loro.
E
mi stupì anche che tutti sembrassero perfettamente a loro
agio, incuranti della
testa mozzata del proprio padre che giaceva sul terreno.
Ne
dedussi che la scoperta non li aveva affatto scossi, anzi, osavo
pensare che
fossero perfino più sereni.
Ayato
mi venne incontro.
Mi
aspettavo un’espressione contrita sul suo volto,
d’altronde teneva davvero
molto a Yuki, anche se tendeva a nasconderlo, ed ero certa che aveva
sofferto
per la sua perdita.
“Avete
concluso la festa senza Oree-sama?”
La
sua boriosità mi fece infuriare.
“Avresti
dovuto proteggerla!”, iniziai ad urlare, mentre Ayato mi
fissava accigliato.
“Perché
l’hai portata qui? Perché l’hai lasciata
sola!”
Il
vampiro dai capelli rossi schivò un pugno.
“Tavoletta, sei
impazzita?”
“Dov’è?”
Provai
a colpirlo nuovamente, se fossi stata più lucida lo avrei
spedito a terra con
un solo colpo, ma iniziavo a metabolizzare la perdita di Yuki e questo
mi
destabilizzava.
“Aspetta
Mitsuko-”, provò a dire Ayato ma centrai il suo
naso con un pugno.
Lui
barcollò indietro, emettendo un piccolo lamento.
Prima
che riuscissi a colpirlo nuovamente, una voce mi fermò.
Mi
guardai alle spalle, una limousine nera era parcheggiata vicino al
cancello che
i Cacciatori avevano abbattuto e in piedi, accanto ad esso, George
aveva appena
aperto lo sportello dal quale proveniva la voce.
Rimasi
pietrificata sul posto, credendo di sognare o avere le allucinazioni,
non mi
avrebbe sorpreso dato le mie condizioni mentali.
Ma
quando Yuki mi abbracciò non ebbi alcun dubbio: la mia
migliore amica era viva.
Viva!
Ricambiai
l’abbraccio, temendo che si sarebbe potuta dissolvere da un
momento all’altro.
Yuki
mi strinse più forte.
“Anche
io, eppure…”
Sciogliemmo
l’abbraccio, mi chiedevo come fosse possibile.
Ero
certa che lei fosse morta.
Avevo
sentito la sua linfa vitale abbandonarla.
Ma
poco importava, tutto ciò che mi interessava era averla di
nuovo con me.
“Stai
bene?”
Mi
rassicurò di stare bene, poi mi raccontò di
quello che era accaduto, di come
mio padre e lei fossero dovuti scappare, scortati da Ruki, e come un
gruppo di
“strane creature” (capii si riferisse ai Ghoul) li
avessero attaccati.
Descrisse
la parte in cui Ayato l’aveva salvata e tenuta stretta fra le
sue braccia.
Lanciai
un’occhiata al rosso, che fingeva indifferenza, ma ero sicura
stesse ascoltando
la conversazione.
Quindi
aveva un cuore, dopotutto.
Ruki
mi informò di aver messo mio padre fuori uso, non mi
soffermai troppo per
indagare come ci fosse riuscito,
almeno era sano e salvo, in compagnia di Azusa.
Decisi
di andare nella villa dei Mukami per incontrarlo, ma prima di farlo,
ringraziai
i vampiri presenti per aver combattuto al mio fianco e li congedai,
affinché
potessero recuperare le forze.
Con
sorpresa, anche Reiji ringraziò i Mukami per aver preso
parte alla battaglia e sugellò
quella sorta di tregua, stringendo la mano a Ruki, nonostante
l’occhiata di
disapprovazione di Subaru.
Sospettavo
una reazione simile da parte di Yuma, ma, a sua volta, strinse la mano
a Shu,
lasciandomi a bocca aperta e probabilmente sorprendendo il maggiore dei
Sakamaki stesso.
In
realtà, avevo bisogno di stare da sola con me stessa per un
po’ di tempo e
volevo tenere Yuki lontana dai guai.
Anche
lei aveva bisogno di elaborare gli avvenimenti e riprendersi dopo tutti
quei traumi.
Aveva
rischiato la vita, finendo immischiata nelle mie vicende e il senso di
colpa mi
tormentava.
Da
quel momento in poi l’avrei tenuta lontana dalla villa il
più possibile, ero
sicura che tutto si fosse sistemato, ma non potevo sfidare la sorte una
seconda
volta e mettere a repentaglio la sua vita.
Il
vampiro dai capelli rossi e la mia amica si avviarono nella limousine
nera,
giurai di aver visto un mezzo sorriso sul volto di George, cosa
alquanto rara
da vedere.
Forse
lo divertiva osservare Ayato così
“obbediente”.
Mi
assicurai che i Sakamaki stessero bene prima di seguire i Mukami fuori
dalla
villa.
***
Mitsuko
si era allontanata con quel gruppo di mezzi-vampiri e Subaru non
poté fare a
meno di digrignare i denti, scocciato dalla piega che avevano preso gli
eventi.
Non
si pentiva di aver combattuto con i Mukami, loro si erano rivelati
preziosi
alleati durante la battaglia, lui stesso aveva dato una mano al suo
“rivale in
amore” e
l’aveva difeso da un gruppo di Ghoul, ma temeva che, se i
Mukami
avessero iniziato a frequentare spesso la villa, quel damerino
gli avrebbe soffiato Mitsuko.
Si
disse che avrebbe risolto la questione il prima possibile, aveva
temporeggiato
abbastanza e doveva parlare con lei.
Mentre
traeva le sue conclusioni, notò, quasi per caso, lo sguardo
di Shu.
Inizialmente
credeva che i suoi occhi fossero puntati sui Mukami, probabilmente
anche lui
non si fidava di loro.
C’era
anche la possibilità che uno in particolare dei Mukami
destasse il suo
interesse, il che aveva spiazzato Subaru, ma poco gli importava.
Tuttavia
capì che in quel momento Shu non fissava nessuno dei Mukami,
bensì Mitsuko e in
altre circostanze lo avrebbe anche considerato normale,
perché ormai tutti si
preoccupavano per lei e le erano affezionati.
Ma
quello sguardo Subaru lo conosceva fin troppo bene, era lo stesso modo
in cui lui
per primo la guardava.
Era
uno sguardo devoto.
E
quando Mitsuko si voltò per ricambiare
quell’occhiata, nonostante si fosse
trattato di un momento fugace e quasi di poco conto, il cuore di Subaru
rallentò.
Che
cosa si era perso?
Perché,
fra tutti i vampiri, lei aveva cercato lo sguardo di Shu?
Mitsuko
continuò per la sua strada e il maggiore dei Sakamaki si
dissolse nel nulla.
Subaru,
invece, sentì una fitta lancinante nel petto.