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Autore: Altair13Sirio    20/09/2021    4 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
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<< E così abbiamo passato la giornata fuori città, il pic-nic è stato veramente fantastico! Ma mi sarebbe piaciuto se ci foste stati anche voi… >> Concluse Kaoru dopo aver raccontato di come aveva passato la sua giornata libera.
<< Sei sempre tra i piedi e vorresti portarci con te anche quando vai a visitare la tua famiglia? >> Rise Ryo, dando un pugno affettuoso sul fianco del suo amico, che si imbronciò.
La squadra era riunita nella sala comune del piano terra, i più dei ragazzi erano stanchi per la giornata appena trascorsa e alcuni di loro erano già andati a riposare; a conversare attorno al tavolino del salotto erano rimasti i fratelli Okagawa, Kaoru che con molto dispiacere aveva già dovuto dare la buonanotte alla propria partner, Kya e Ryo, Momo, Naho e Yoshiki, che sogghignò al commento di Sato.
Non c'era un motivo ben definito per cui non fossero ancora andati a dormire; la stanchezza aveva colto un po' tutti dei superstiti, però i ragazzi rimasti là continuavano a tergiversare. L’attenzione esitava a rimanere alta, specialmente visto che a quel punto si erano formati dei gruppetti nella sala; Naho, che sfogliava distrattamente un libro posto tra le ginocchia, aveva una visione ben definita di tutto quello che stava succedendo attorno a sé: ogni tanto alzava lo sguardo verso Kya, che riposava con la testa sulle gambe di Momo mentre questa le annodava e slegava ciocche di capelli, ma in realtà era su Yoshiki che rivolgeva maggiormente la propria attenzione.
Il suo partner se ne restava in piedi e interagiva da lontano, come se volesse starsene per i fatti suoi. Eppure era sicura che in quel caso si sarebbe semplicemente congedato per andare a letto come avevano fatto gli altri; invece Yoshiki sembrava veramente turbato da qualcosa, nonostante la facciata di allegria e leggerezza che aveva innalzato con gli altri.
<< Come hanno reagito i vostri genitori, quando gli avete detto di quello che avete passato? >> Domandò il ragazzo voltandosi verso Aki e Rin, spaventando Naho per il suo improvviso intervento, che si era persa a fissarlo senza neanche preoccuparsi di non farsi notare.
I due fratelli sembravano nettamente più rilassati, tanto che per un attimo si girarono tra loro e sghignazzarono ricordando qualcosa di buffo.
<< Non hanno reagito bene! >> Commentò divertita la ragazza, agitando una mano come per sdrammatizzare.
<< Gli abbiamo fatto uno scherzo dicendogli che eravamo stati scoperti e che Nana e Hachi ci avevano espulsi. >> Continuò l'altro battendo una mano sul proprio ginocchio, ricevendo poi una spinta dalla sorella come se volesse essere lei a riferire la notizia.
I loro compagni erano senza parole. Qualcuno provò a chiedere se li stessero prendendo in giro, ma le continue risate dei due gli confermarono che, qualunque fosse stata la reazione dei genitori, era reale e spassosissima.
<< Siete terribili! >> Sghignazzò Kaoru, dando il via finalmente alle risate degli altri. Aki annuì non potendo negare l’evidenza.
<< Però, quando si sono ripresi dallo spavento, sono stati molto contenti. Hanno detto che gli dispiaceva di averci fatto ritrovare in una situazione tanto stressante e che se lo avessero saputo prima, avrebbero fatto di tutto per evitare tutte le difficoltà che ne sono scaturite… >> Spiegò il ragazzo.
Quello era un sollievo non solo per i genitori di Aki e Rin, ma per l'intera squadra; in fondo erano stati tutti parte di quella sorta di recita e sapere che finalmente tutto si era risolto aiutava a distendere i nervi e pensare ad altro.
<< Andiamo, chi non approfitterebbe di un'occasione del genere per fare uno scherzo ai propri genitori? >> Sbottò Rin alla fine, cercando approvazione da qualche compagna.
Momo e Naho scossero la testa all'unisono, mentre invece Kya si attivò all'istante e alzò una mano per farsi notare. << Presente! >> Cinguettò. << Una volta ho detto a mia madre che io e Ryo aspettavamo un bambino! >>
Dall'altro lato del divano arrivò un forte tonfo dopo che il ragazzo appena nominato fu finito a terra sbilanciandosi per la sorpresa. Neanche lui doveva essere al corrente di quella storia, vista la sua reazione scomposta.
<< Forse quello è uno scherzo troppo grande… >> Borbottò Rin abbassando subito i toni, mentre Kaoru prendeva in giro il suo compagno di stanza e gli dava dei colpetti sul fianco, ghignando.
Ryo lo ignorò e si girò verso la sua amica, incredulo e adirato allo stesso tempo. << Che razza di scemenze vai a dire in giro? E ai tuoi genitori, per giunta? >>
Lei neanche alzò lo sguardo per cercarlo e rispose con tono annoiato:<< Avevo otto anni. Non mi avrebbero potuto credere neanche volendo, e comunque non è che intendessi veramente fargli uno scherzo. >>
Ancora peggio, pensò Ryo, che si immaginò la scena di una piccola Kya convinta di essere rimasta incinta di lui.
<< Scusa Kya, per quale motivo pensavi di aspettare un bambino? >> Gli domandò pacatamente Momo piegando la schiena per incrociare direttamente lo sguardo della sua compagna di stanza.
Kya rise come se si fosse appena ricordata qualcosa e fece passare qualche secondo prima di rispondere. Sembrava in imbarazzo, cosa rara da parte sua.
<< Mi vergogno un po'. >> Spiegò coprendosi il sorriso con una mano. << Comunque è successo tutto un giorno mentre giocavamo assieme nel parco. Io sono caduta e mi sono sbucciata un ginocchio e allora Ryo, che leggeva un sacco di libri, mi ha detto come fanno gli animali per curarsi dalle ferite, e ha cominciato a leccarmi il ginocchio sbucciato. >>
La ragazza tirò fuori la lingua e assunse un'espressione perplessa, come se dopo tanti anni non avesse ancora capito perché lo avesse fatto, quindi ammiccò divertita. << Forse voleva solo approfittarne per fare cose sporche! >>
Ci fu qualche risatina e Ryo si rialzò da terra, incredulo. << E' per questo che pensavi che…! >> Ma ancora prima che potesse avventarsi su Kya per fargliela pagare per quello che gli aveva fatto passare, Kaoru lo afferrò trattenendolo e cominciò a strapazzarlo.
<< Tu si che sei furbo, fratello! >> Disse il ragazzo trattenendo a stento le risate. << A otto anni già conquistavi i cuori dell'intero parco giochi! >>
Altre risate riempirono la sala comune e Ryo perse ogni volontà di reagire, sconfitto per l'ennesima volta dal carisma di Kya che gli impediva di farsi valere in situazioni imbarazzanti come quella, quindi si lasciò trasportare dall'allegria di Kaoru.
In quell'istante a Naho cadde l'occhio sul proprio partner, dall'altro lato della stanza, che non si era unito alle risate e invece se ne restava in disparte con aria sofferente.
<< Hai mal di testa? >> Domandò la ragazza distogliendo interamente l'attenzione dal proprio libro, notando come il ragazzo continuasse a massaggiarsi una tempia. Ricordava di averlo visto in quello stato diverse volte dopo le prime connessioni.
Yoshiki si accorse con un po' di ritardo della sua domanda e cercò di rilassare il volto, ma non ci riuscì. << E' da oggi pomeriggio che mi tormenta. >> Borbottò. << Probabilmente parlare con mio padre mi ha fatto questo effetto. >>
<< E' davvero così insopportabile? >> Chiese Aki, temendo di essere troppo invadente. Yoshiki però non sembrò infastidito dal suo commento e rispose a tono sdrammatizzando sul proprio dolore.
<< Di più! Almeno ora che sono qui non dovrò sentirlo mentre si lamenta. >>
<< Comunque, è incredibile che sia ancora convinto di potersi mettere contro l'I.P.U. >> Commentò Momo, ammirando in qualche modo la tenacia del signor Ojizaki. << A questo punto sarebbe impossibile sostituirci, e non è che possiamo semplicemente andarcene… >>
<< Già. >> Fece Yoshiki annuendo. << Sarebbe bello se anche un certo qualcuno sentisse queste parole… >>
Il commento del ragazzo era decisamente rivolto a qualcuno in particolare, ma nessuno colse la sua frecciatina e più di una persona si ritrovò a guardarlo come se non avessero capito il senso delle sue parole.
<< A che ti riferisci? >> Domandò Naho, senza però ricevere risposta. A quel punto Yoshiki cominciò ad avvicinarsi all'uscita.
<< Non fa niente. >> Mormorò scuotendo la testa. << Io vado a stendermi, devo proprio riposare. >>
Le ragazze e i ragazzi rimasti lo salutarono, ancora non del tutto convinti di cosa volesse dire, e rimasero ancora un po' a parlare tra loro. Poi la stessa Naho si ricordò dell'imminente test per la sua compagna di stanza.
<< Tu e Hoshi vi siete preparati a dovere per il prossimo compito? >>
La ragazza però sembrò preoccupata appena le fu menzionata quella cosa.
<< Abbiamo studiato… >> Mormorò. << Non quanto avrei voluto, ma c'è ancora tempo… >>
A questa frase Kya si alzò immediatamente e prese il volto della sua amica tra le mani, schiacciandole le guance con poca delicatezza; avvicinò il viso al suo e la guardò con disapprovazione, assottigliando le palpebre.
<< Non glielo hai nemmeno chiesto, vero? >>
Momo si divincolò dalla presa della ragazza e negò quell'ipotesi.
<< Cosa? >> Disse. << No! Abbiamo studiato assieme, solo che lui non aveva molto tempo e quindi abbiamo dovuto interrompere… >>
Kya alzò gli occhi al cielo in un movimento vistoso e drammatico con cui trasmise tutta la sua esasperazione per quella situazione. << Scusa se te lo dico, ma sei veramente ingenua! >>
<< Che cosa stai dicendo? >> Questa volta fu Momo a mostrarsi esasperata. La sua amica continuava a fare riferimenti vaghi a qualcosa che lei non coglieva e questo era frustrante.
<< Momo, è ovvio che ti sta evitando di proposito! >> Sbottò Kya tornando a guardare dritto negli occhi della ragazza. << Finché continuerai ad aspettare che si liberi per te, non riuscirai mai a parlare apertamente con lui e capire che cosa c'è che non va! >>
Momo deviò lo sguardo e cercò delle scuse, spiegazioni per il fatto che fosse così remissiva nei confronti del ragazzo, quasi come se fosse lei stessa ad aver bisogno di sentirle. << Io… Sto solo cercando di lasciargli il suo spazio e non essere invadente! >>
<< E lui se ne sta approfittando! >>
La ragazza più alta si ritirò come se Kya avesse detto qualcosa di terribile. << Hoshi non lo farebbe mai… >> Mormorò unendo le mani vicino al mento. A questo punto Kya non ribatté, ma fu evidente quanto fosse scettica di quella affermazione.
Non solo lei, visto che gli sguardi allusivi volarono da una parte all'altra della stanza e di colpo Momo si sentì come se fosse l'unica persona a non sapere qualcosa. La ragazza si girò di scatto cercando di capire perché tutto a un tratto l'atmosfera si fosse fatta così pesante, ma nessuno le rispose.
<< Forse dovresti provare a parlare con il tuo partner faccia a faccia, seriamente. >> Concluse Kya alzandosi dal divano e fissando la sua amica come se fosse profondamente delusa, prima di voltarsi e uscire augurando la buona notte a tutti.
Momo si sentì offesa da quelle parole, ma non ribatté; anche lei capiva quanto fosse complicata la situazione tra lei e Hoshi, ma non riusciva a vedere tutto il marcio che gli altri sembravano riconoscere tanto facilmente. Pensava che fossero troppo prevenuti nei suoi confronti.
<< Ehm… E' il caso che andiamo anche noi, Ryo. >> Borbottò Kaoru vedendo come si fosse trasformata l’atmosfera nella stanza. Il breve litigio delle loro compagne aveva interrotto persino il loro battibeccare; adesso non era il momento adatto a giocare…
I due ragazzi si alzarono e salutarono i restanti, chiedendo ad Aki se li avrebbe raggiunti. Questo rispose che sarebbe stato da loro in un attimo, quindi rimase ad osservare la scena con sua sorella, entrambi perplessi.
Per qualche minuto nessuno disse niente. Momo era rimasta seduta al proprio posto a fissare il vuoto, il volto fisso in un'espressione leggermente infastidita, ma chissà che cosa le passava veramente per la testa in quel momento… Naho, vicina a lei, fissava il proprio libro senza però leggere veramente; era rimasta in ascolto per tutto il tempo, lo si poteva notare dal fatto che la sua espressione, solitamente sognante persa nei meandri della fantasia, era diventata seria, impassibile. Alla fine chiuse di colpo il libro e disse:<< Andiamo anche noi. >>
Momo la fissò perplessa. Non riuscì a dire nulla perché la sua mente era ancora ferma a ciò che le aveva detto Kya.
La ragazza la prese da una mano e la tirò facendola alzare dal divano, poi entrambe diedero la buona notte ad Aki e Rin, che risposero con un saluto sincronizzato.
Così i due Okagawa rimasero soli nella sala comune, i volti illuminati dalle tenui lampade a muro nella stanza. Entrambi fissavano il punto dove erano sparite le ultime due ragazze e nel frattempo facevano lavorare le rotelle nella testa, alla ricerca di una soluzione per i loro due compagni di squadra.
<< Secondo te qual è il problema? >> Domandò Rin poggiando il mento su una mano e guardando fuori da una finestra. Tutto intorno alla tenuta erano presenti dei lampioni che permettevano di vedere ancora per qualche metro attorno all'edificio, prima che l'oscurità inghiottisse tutto, ma dall'angolazione in cui si trovava la ragazza riusciva a vedere solo buio.
Aki emise un suono gutturale, segno che volesse far credere di starci pensando, ma in realtà pensava già di conoscere il motivo di quello sviluppo così a rilento della coppia dell'Aros, e non era sicuro di poterlo rivelare alla sorella.
Rin però si accorse di questa sua titubanza. << Ehi, cosa dovrebbe significare quel verso? >>
Aki gemette mentre lei lo strattonava, spingendolo a sputare il rospo. Alla fine il ragazzo cedette, ma le chiese di non farne parola con le altre.
<< Non sono sicuro di poterne parlare… Però è successa una cosa, il giorno che siamo arrivati qui… >> Incominciò, e in breve Aki raccontò a Rin la scena a cui lui e gli altri ragazzi avevano assistito quando avevano fatto la conoscenza di Hoshi: si trattenne dal raccontare nei dettagli quello che fosse successo, ma fu attento a raccontare ciò che Hoshi aveva detto a loro riguardo la scelta dei suoi genitori di farlo arruolare, e alla sorella bastò questo per capire quale sembrasse essere il vero problema del loro compagno di squadra.
<< E' una bella seccatura. >> Mormorò alla fine, voltandosi. << Nessuno di voi ha provato a parlargli in modo da aiutarlo a risolvere il suo problema? >>
Aki scosse la testa. << Io ero troppo occupato con te… Ma non so gli altri… Forse Yoshiki e Tetsuya hanno cercato di farlo ragionare, ma visti i risultati con Momo… >>
<< E' come se stesse ottenendo brutti risultati di proposito… >> Convenne la ragazza, e Aki annuì pensieroso. Stavano solo facendo ipotesi, ma visto il comportamento iniziale di Hoshi, non sarebbe stato tanto impensabile che il ragazzo volesse provare a "dimostrare" di non essere in grado di pilotare uno Stridiosauro, tutto per tornarsene nella sua bolla di sicurezza e non dover avere più a che fare con la squadra, e Momo in particolare.
I due fratelli rimasero in silenzio per un po', pensierosi. Entrambi avrebbero voluto trovare una soluzione a quella questione, ma sapevano che fosse impossibile farlo così, senza far partecipare i diretti interessati di quella storia; per risolvere anche quel problema sarebbe servito che Hoshi e Momo parlassero a viso aperto tra di loro, in modo che il ragazzo potesse spiegare perché cercasse sempre di mettere distanza tra sé e la sua compagna di squadra, ma entrambi sapevano che non sarebbe successo mai a meno che non fossero stati costretti a farlo.
<< Mi dispiace, però… >> Mormorò alla fine Rin. Aki alzò la testa e sostenne il suo sguardo, il viso triste.
<< Già, Momo non si merita di essere ignorata così… >>
Rin annuì. << Sì, ma anche Hoshi… Mi dispiace per lui. >>
<< In che senso? >>
La ragazza strinse le spalle, come se non fosse sicura della propria opinione, poi rilasciò l'aria che aveva accumulato nei polmoni, attendendo che fosse uscita tutta prima di continuare a parlare, dandole il tempo di riordinare i pensieri.
<< E' ovvio che sia spaventato da qualcosa… Si è ritrovato in questa situazione con zero certezze per il futuro, per di più contro il proprio volere; non ha mai avuto l'occasione di vivere una vita normale, conoscere altri studenti della sua età, e all'improvviso tutto questo peso sulle spalle lo spinge a fare amicizia e ad andare d'accordo con persone di cui non sa niente, senza alcuno strumento per riuscire anche solo a fare conoscenza con gli altri. Nascondersi sarebbe la reazione più logica per parecchie persone, al suo posto. >>
Aki ascoltò le parole della sorella, molto sagge per il suo carattere solitamente spensierato, e non trovò il modo per ribattere. Non aveva mai provato a mettersi nei panni di Hoshi per capire cosa provasse veramente il ragazzo, però adesso che glielo aveva fatto notare Rin, c'era qualcosa che lo accomunava al suo compagno di squadra: l’ansia. Che fosse dettata dall’idea di andarsene o di non poter tornare indietro, lui e Hoshi si erano lasciati divorare; ma mentre Aki era riuscito a uscirne grazie all'aiuto dei suoi amici, Hoshi era ancora da solo.
Una forte depressione si impadronì di lui, pensando a come sarebbe stato se, come Hoshi, anche lui non fosse stato in grado di fare amicizia con gli altri.
<< Credi che dovremmo provare ad aiutarlo? >> Chiese la ragazza, vedendo che le sue parole avevano scosso la coscienza del fratello.
Ma Aki non era sicuro che Hoshi si sarebbe lasciato aiutare. Rispose in modo vago, poi consigliò di andare a dormire e di pensarci nuovamente a mente fresca, e Rin fu d’accordo con lui.
 
*
 
Mancava un giorno al test di Momo e Hoshi, la ragazza era in apprensione mentre lui non sembrava neanche pensarci. Nonostante ciò, si era lasciato convincere a ripetere un altro po' con la propria partner per aiutarla a ripassare meglio gli ultimi argomenti; non era certo la cosa più divertente da fare, ma sempre meglio che starsene rintanato nella sua stanza tutto il giorno. E poi non poteva nascondersi per sempre, Momo avrebbe cominciato a farsi delle domande!
Però il modo di fare della ragazza cominciava a dargli sui nervi: più si impegnava a farle capire come svolgere i vari esercizi, più lei sembrava non ascoltare! Doveva ripeterle tutto più volte, e quando finalmente sembrava aver chiaro come procedere e iniziava a lavorare per conto proprio, la ragazza combinava una marea di errori che vanificavano tutti gli sforzi di Hoshi.
<< Ti ho detto che non si fa così! >> Sbottò lui sbuffando vistosamente e abbandonando il volto sul tavolo. Speravano che l’aria di rilassamento in biblioteca li avrebbe aiutati a lavorare meglio, ma invece Momo era più distratta che mai e Hoshi cominciava a perdere la pazienza.
<< Ma come? >> Piagnucolò lei abbassando le spalle con rassegnazione. << Pensavo che si dovesse prima calcolare questa espressione prima di passare a tutto il resto. >>
Hoshi osservò mentre Momo puntava la matita sul foglio facendola andare tra un numero e l’altro. Fermò il proprio sguardo spento sulla mina della ragazza e poi cominciò a salire spostandosi alla sua mano e lungo il suo braccio sinistro, fino alle spalle. Evitò di incrociare lo sguardo della ragazza e finì per guardare fuori della finestra, dove nel cielo spessi nuvoloni grigi si stavano addensando sopra Mistilteinn. Da quella posizione si sentì immensamente piccolo ed avvertì il bisogno di raddrizzare la schiena: non riusciva a guardare Momo da una posizione alla pari in nessun modo, figuriamoci restando piegato in quel modo!
Alzò la testa con aria esausta: ci avevano provato per mezz'ora ed erano ancora al primo esercizio. Normalmente sarebbero bastati cinque minuti per completarlo, ma Momo continuava a sbagliare e lui si stava stancando di dover ripetere sempre le stesse cose.
<< Senti, sei proprio sicura che studiare assieme sia una buona idea? >> Borbottò cercando di non lasciar trasparire la sua irritazione. << Io sono abituato a lavorare da solo, e anche tu mi sembri piuttosto nel pallone… >> La ragazza però tirò fuori una grinta inaspettata proprio in quel momento.
<< Dobbiamo farlo assieme! >> Protestò. << Il compito è ormai alle porte e io non mi sento abbastanza sicura, non abbiamo ripetuto abbastanza e temo che sarà un disastro! Se studiassi da sola finirei di perdere la voglia e distrarmi dopo pochi minuti, mentre così sono sicura di poter rimanere concentrata! Devi aiutarmi, Hoshi! >> In realtà quello era l’unico modo per lei di passare  un po’ di tempo in più assieme a Hoshi e cercare di migliorare la propria relazione con lui; dopo aver parlato con Kya, Momo aveva pensato di buttarsi e provare un approccio più aggressivo, anche solo per una giornata…
Il ragazzo si fece indietro mentre lei cercava di afferrarlo, pregandolo perché le fornisse il suo aiuto. Non gli andava di sentire quei lamenti ancora a lungo, quindi la zittì dicendo che l'avrebbe aiutata.
<< Però tu mi devi ascoltare! >> Le intimò alzando un dito.
Momo annuì; tutto a un tratto sembrava un cucciolo che si aspettava un premio dal padrone. Hoshi scacciò rapidamente quell'immagine che si era formata nella sua mente e si voltò a guardare i fogli con sopra i calcoli.
<< Per prima cosa, io non sono abituato a fare così. >> Disse. << Nana e Hachi ci hanno spiegato questo metodo, ma è superato! Una volta che impari questa nuova formula, è molto più facile svolgere questo tipo di esercizi in questo modo… >> Momo ascoltava rapita, annuendo di tanto in tanto.
<< Capisco… Ha senso che tu sappia queste cose, visto che sei più grande. >>
<< Esatto, e… >> Il ragazzo si fermò. Girò la testa verso Momo e la squadrò per un attimo mentre lei lo fissava interrogativa. << Che hai detto? >>
<< Sei più grande di me, no? >> Rispose lei come se quella cosa fosse ovvia. Il ragazzo la fissò incredulo.
<< Quanti anni hai? >>
<< Tredici. >>
Tredici anni ed era così alta; lui aveva quattordici anni e non le arrivava neanche alla spalla! Che schifo! La genetica era veramente uno schifo!
Hoshi si girò con gli occhi sbarrati e riprese a spiegare il funzionamento della sua formula, ma Momo a quel punto aveva smesso di ascoltare; la reazione del suo partner l'aveva divertita e adesso si era persa nei suoi pensieri mentre lo guardava… Era la prima volta che aveva l'occasione di guardarlo per bene, fino a quel momento non aveva nemmeno notato che i suoi occhiali avevano delle lenti poco spesse che distorcevano pochissimo la sua visione, oppure che lui e lei avevano lo stesso colore degli occhi, o che da quando lo aveva conosciuto i suoi capelli erano cresciuti fino ad arrivargli al collo, ed essendo sempre spettinati di tanto in tanto una ciocca sfibrata gli accarezzava le guance.
<< Momo! >> Esclamò di colpo lui battendo una mano sulla scrivania e facendo sobbalzare la ragazza, nella cui mente per un istante riaffiorarono le parole della sorellina.
<< Che… Che c'è? >> Momo arrossì balbettando mentre cercava di ricomporsi, respirando in modo affannoso.
Hoshi la fissò esasperato. << Non stavi ascoltando. >> Disse alla fine, seccato.
<< S-sì, invece! >> Protestò lei, ricomponendosi.
<< No, non è vero. >>
<< Sì, che è vero! >>
La ragazza sembrò cercare una via per tirarsi fuori da quella situazione mentre le sue labbra fremevano e i suoi occhi guizzavano da una parte all'altra della scrivania. Alla fine si aggrappò all'unico frammento di quella "lezione" che era riuscita a comprendere e pregò che Hoshi non rimanesse ancorato all'argomento di prima.
<< Ehm… Certo che sai un sacco di cose tu. >> Disse agitando le mani. << A che scuola sei andato? >>
Il ragazzo la fissò con un sopracciglio inarcato e sembrò pensare che quella domanda fosse una sorta di trappola. << Nessuna. >> Rispose atono. << Ho preso delle lezioni private, a casa. >>
<< A casa? >> Ripeté lei, genuinamente sorpresa.
Hoshi sembrò infastidito da quel tono. << Sì, prima di arrivare qui avevo un tutor che veniva a farmi lezioni private ogni giorno, direttamente a casa. Mia madre diceva che era molto più qualificato di molti insegnanti delle scuole. >>
<< Questo tutor ti ha insegnato altri metodi efficaci anche per qualche altra materia, o magari per ricordare meglio le informazioni, date, e tutto il resto? >> Chiese subito interessata Momo. Il ragazzo si ammutolì e la fissò per un momento.
<< Forse. >>
Lei sorrise sollevata tutto a un tratto; afferrò la sedia dal sedile e la spostò per avvicinarsi di più a Hoshi. Lui si allarmò vedendola avvicinarsi così tanto, ma la ragazza si mosse così rapidamente che fu con la sua totale attenzione sui quaderni prima ancora che il suo partner potesse dire niente, costringendolo a dover stare curvo mentre lei gli si stringeva vicino.
<< Facciamo così: adesso mi fai vedere qualche metodo di quelli che conosci tu. Se riesco a impararli bene, avremo sicuramente un marcia in più per il compito di domani! >> Spiegò la ragazza dopo aver raccolto i quaderni, porgendogli una penna con ritrovato entusiasmo.
La ragazza sembrava veramente fiduciosa nelle capacità del suo partner, forse anche troppo; lui stesso non era sicuro di poter spiegare alla perfezione i procedimenti che gli stava chiedendo. Tuttavia vedere la sua espressione piena di speranza gli tolse ogni forza di sottrarsi a quella situazione; non sapeva esattamente cosa, ma c'era qualcosa in quella moretta che alle volte gli strappava un sorriso, altre gli faceva perdere totalmente la sua freddezza, e altre ancora lo irritava incontrollabilmente. Non aveva ancora capito pienamente Momo, ma sapeva che era imprevedibile e proprio per questo ne era così spaventato.
Alla fine prese in mano la penna e, grattandosi la fronte, cominciò a scrivere qualche segno su un nuovo foglio a quadretti. << Cominciamo da questa, quella più difficile per te… >> Borbottò, mandando qualche occhiata fugace alla ragazza di tanto in tanto per assicurarsi che stesse ascoltando. Ma questa volta Momo era totalmente concentrata su di lui.
La ragazza sorrise di nuovo, portandosi un ciuffo riccioluto dietro a un orecchio. Anche se era pieno di misteri e sembrava un po' burbero, Hoshi le piaceva; era difficile avere a che fare con lui, per tutto il tempo che passava da solo, però era un tipetto intelligente e onesto. Avevano avuto le loro difficoltà, ma sin dal momento in cui avevano eseguito quei test per provare la connessione sotto la supervisione di Nana e Hachi aveva sentito che le cose sarebbero migliorate, e oggi poteva averne la conferma: non si era sentita mai così vicina a lui, non aveva ancora capito perché alle volte fosse così nervoso ma sembrava che anche lui si stesse abituando alla sua compagnia, e quella era la cosa più importante. Dovevano crescere assieme e migliorare i propri livelli di compatibilità se volevano portare risultati soddisfacenti!
Era in momenti come quello che, nonostante tutte le difficoltà passate, pensava di essere stata veramente fortunata ad avere proprio lui come partner.
   
 
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