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Autore: striscia_04    28/09/2021    2 recensioni
Cosa posso dire? Il titolo racconta da solo la trama. Posso solo affermare, che in questa storia i personaggi di Fairy Tail si ritroveranno nel '600, a scontrarsi contro nobili opprimenti, Bravi e pestilenze; ovviamente lo faranno sempre nel loro solito modo, rissoso e attacca briche.
Seguiamo le disavventure di Gajeel, mentre combatte per poter sposare l'amore della sua vita.
Ci riuscira?
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gajeel/Levy, Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Terminati i preparativi, i tre sfigati, corsero a perdifiato verso il lago.
“Dobbiamo proprio affittare una barca?” chiese il moro, sentendosi già male al solo pensiero di salire su un mezzo in movimento.
“Come pensi di attraversarlo il lago, a nuoto?”
“Sempre meglio che in barca.”
“Su sbrighiamoci.” disse Levy.
Finalmente arrivarono nei pressi del lago, e optarono per farsi traghettare su una barchetta, poco cara e molto piccola; giusto per evitare di dare nell’occhio.
Levy fissava sconsolata il suo paese natale, cercando di trattenere le lacrime, cominciò a decantare: “Addio monti sorgenti…, addio adorato villaggio, addio libreria vicino casa, addio mia amata collezione di libri; quanto già mi manchi! Oltre tutto questo fine settimana, c’era pure lo sconto sui libri di storia.” pianse.
“Suvvia tesoro, non fare così.” cercò di consolarla Lucy, “Ti sei portata dietro un sacco di libri.” disse indicando l’immenso borsone, che la giovane teneva accanto a sé.
Era talmente pieno, che alcuni volumi fuoriuscivano dal suo interno, e così grande da essere il doppio della ragazza.
“Quella che dovrebbe essere triste sono io.” si lamentò Lucy, “Addio mio adorato paese natale, addio mio bell’orticello rigoglioso, addio Chiesa a cui Natsu ha dato fuoco. E addio a te, mia adorata casetta! Weeeh, non è giusto avevo appena finito di pagare il mutuo, e quei disgraziati me l’hanno pure distrutta!” pianse, mentre la figlia cercava di consolarla.
“E addio…” sentirono mormorare a Gajeel,
“Cosa hai detto Gajeel?” chiese Levy,
“HO DETTO: ADDIO, MIO ADORATO PRANZO!” urlò l’uomo prima di dare di stomaco fuori dalla barca.
“Tsk, che mezza calzetta.” lo derise uno dei barcaioli,
“Già, possibile che si riduca così, solo per un giretto in barca?!” rincarò la dose l’altro.
Ora, fosse stata una situazione normale, Gajeel gli avrebbe volentieri spaccato la faccia, ma visto che stava praticamente vomitando anche l’anima, non poté fare altro, che fissare i due uomini, i quali sentendosi i suoi occhi sulla nuca, si voltarono.
Il moro sgranò gli occhi, riconoscendo in quei due, i volti di Sting e Rogue, i due Draghi Gemelli della gilda di Saberthooth. I due fissavano il moro, con un sorriso di superiorità, ma esso era messo in ridicolo dalle numerose gocce di sudore, che gli coprivano il viso, e dal pallore della loro pelle.
All’ennesima oscillazione, Gajeel gettò nuovamente la testa fuori dall’imbarcazione, ed i due, non riuscendo più a trattenersi, lasciarono i remi e presero ad imitarlo.
“E voi due, osate pure prendermi in girò!” urlò il moro, quando i conati di vomito si fermarono.
“Si, scusaci, hai ragione.” disse Sting,
“E’ così imbarazzante per un barcaiolo, soffrire il mal di mare.” disse Rogue.
Il tragitto prosegui senza intoppi, se non si considera il fatto che i tre uomini rischiarono di dare di stomaco, ogni secondo.
Erano ormai arrivati a metà del loro tragitto, quando sentirono una voce che li chiamava: “EHI, VOI SULLA BARCA, FERMATEVI UN’ATTIMO!”
“Oh, mio Dio!” esclamò Levy preoccupata, “Che sia un altro tizio al servizio di Don Rodrigo?”
Trepidanti attesero, che l’uomo sull’altra barca li raggiungesse, e tirarono un sospiro di sollievo, quando riconobbero Fra Cristoforo.
“Frate!” esclamò Lucy felice, “Cosa ci fa qui?” chiese Levy.
“Poche chiacchere. Ho saputo da Gerard, che Don Rodrigo, lì ha mandati a rapirti.”
“Si, è vero.”
“M-ma t-tu, n-non a-avevi d-detto, c-che s-saresti andato a p-parlarci?” chiese Gajeel moribondo.
“Purtroppo, non ce l’ho fatta. Sono riuscito ora a sbarazzarmi di Juvia.”
Dannata donna della pioggia!” pensò Gajeel.
“Comunque, appena ho sentito del tentato rapimento e della vostra fuga, ho preso una barca e mi sono diretto qui.” continuò il frate, “Sono certo che non abbiate idea di dove andare. Correggetemi se sbaglio.”
“No, ha ragione frate.” disse Lucy, “Nessuno di noi tre ha mai lasciato il villaggio. E non sappiamo dove nasconderci da Don Rodrigo.”
“Lo sapevo, ma state tranquilli, ci sono io!” disse orgoglioso il frate, gonfiando il petto e sollevandosi in piedi, senza rendersi conto di aver nuovamente perso la tunica.
“F-Frate i suoi vestiti.”
“Lascia stare i miei vestiti per il momento, e prendete queste.” disse porgendo una lettera a Levy ed una a Gajeel.
“C-Cosa s-sono?”
“Sono lettere zoticone, cos’è non ci vedi.”
“So benissimo cosa sono! Voglio sapere cosa c’è scritto!”
“Sono lettere, che dovrete consegnare ad i frati e alle monache, che vi ospiteranno nei conventi da me assegnativi. Tu Levy, ti recherai a Monza, là nel convento vive una monaca dalla forza leggendaria, che ti proteggerà. Tu, invece, zotico ti recherai a Milano, lì c’è un convento formato da miei amici frati.”
“Perché dobbiamo separarci, frate?” chiese Levy, già tristissima al pensiero di dover lasciare il suo fidanzato.
“E’ per il vostro bene. Se vi dividete in due gruppi, Don Rodrigo faticherà molto di più a trovarvi.”
“Ma che stupidaggine è questa.” proruppe Gajeel, “E’ molto più sicuro se rimaniamo uniti. Io basto ed avanzo per proteggere Levy e la biondina.”
“Senti, non rompere le scatole. La trama di questo cavolo di libro non l’ho scritta io! Però, dice chiaramente che a questo punto voi due dovete separarvi, quindi zitto e attieniti al copione.”
“Tsk, e va bene.”
Calmati gli animi, il buon frate, era pronto a tornare a riva, ma dal lago si levò una voce: “GRAY-SAMA!”, e tutti voltandosi in dietro videro Juvia, che nuotava più veloce di un motoscafo e stava guadagnando terreno.
Terrorizzato oltre l’inverosimile, da quella vista, che gli ricordava le leggende sul mostro del lago, Gray prese mano ai remi, e partì a tutta carica. Cominciando a fendere le onde, mentre la donna gli nuotava dietro.
Quando il gruppo di Gajeel giunse sull’altra sponda, quei due erano ancora lì, ed avevano percorso il lago almeno un centinaio di volte.
“BUONA FORTUNA!” gridò Fra Cristoforo, mentre tentava per l’ennesima volta di distanziare l’inseguitrice.
“Poveretto, che vita difficile.” disse Lucy,
“Gli sta bene.” fu la secca risposta di Gajeel.


Nota d’autore: eccoci al quarto capitolo! Che sorpresa delle sorprese è ancor più corto di quel che ricordavo. Beh, non posso farci niente, questa parte della storia, con tutta la sua descrizione barbosa e prolissa, non sono mai riuscita a sopportarla. E non capisco come si possa definirla una delle parti più belle dell’opera.
Io personalmente, quando l’ho studiata ho faticato molto a non addormentarmi.
Forse è per questo, che ho deciso di riscriverla, in forma umoristica, giusto per alleggerire un po' l’addio dei personaggi al loro paese natale.
Infondo, questa è una parte importante, da qui il gruppo si separerà e vedremo nuovi personaggi come la Monaca di Monza o l’Innominato.
Non vedo l’ora di arrivare a caricare quella parte. Per adesso, però, vi lascio godere questo.
Grazie a chiunque leggerà e fatemi sapere cosa ne pensate.
Domani uscirà il quinto capitolo.
   
 
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