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Autore: striscia_04    30/09/2021    2 recensioni
Cosa posso dire? Il titolo racconta da solo la trama. Posso solo affermare, che in questa storia i personaggi di Fairy Tail si ritroveranno nel '600, a scontrarsi contro nobili opprimenti, Bravi e pestilenze; ovviamente lo faranno sempre nel loro solito modo, rissoso e attacca briche.
Seguiamo le disavventure di Gajeel, mentre combatte per poter sposare l'amore della sua vita.
Ci riuscira?
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gajeel/Levy, Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I giorni passavano, ed al paesello la notizia della fuga delle due Mondella, nonché delle azioni compiute da Gajeel a Milano, ormai viaggiavano per il villaggio.
Giunsero così, anche alle orecchie di Don Rodrigo.
“MEEN! Dannazione! Quella dolce fanciulla è fuggita! E quel delinquente del suo fidanzato continua a combinare guai per tutta l’Italia! Uno così è impossibile da fermare perfino per me.” cominciò a disperarsi il nobile.
“Oltre tutto non ho idea di come poter rapire nuovamente Levy. Ora che è sotto la protezione della Monaca, è praticamente impossibile per me raggiungerla!”
“Suvvia padrone, perché se la prende tanto?” chiese Sorano,
“Infatti, sa quante altre donne può rapire.” cercò di consolarlo Sawyer.
“L’amore non si può comprare, sono certo che un giorno troverà una bella ragazza disposta a sposarlo.”
“E’ più facile trovare uno stormo di asini volanti, che una moglie al padrone.” si fece sfuggire Meredy.
“Smettetela di prendermi in giro!” urlò il tappetto offeso.
“Se voi non aveste fallito la missione, a quest’ora la ragazza sarebbe già qui. Ed io avrei vinto la mia scommessa con i miei amici. Se non riesco a vincerla, diventerò lo zimbello di tutto il rango nobiliare.”
“Non lo è già?” chiese Macbeth, prima di cadere nuovamente addormentato.
“Oltre tutto, è anche un bifolco a scommettere su certe cose.” disse l’albina, “Ed anche un pervertito.” rincarò la dose Meredy.
“Non si dovrebbe scommettere sull’amore, è da delinquenti.”
“Smettetela subito di insultarmi, Men. Sono io che vi mantengo, e pretendo rispetto!”
“Non ci chieda l’impossibile capo.” disse Sawyer, e tutti gli altri si misero a ridere.
Stufo di essere deriso dai suoi stessi servitori, l’uomo li cacciò malamente e fece giungere al suo cospetto il Griso.
“Griso, i tuoi colleghi sono dei veri maleducati! Non la smettevano più di insultarmi.”
“Li scusi capo, sono indisciplinati, in quest’ultimo periodo.”
“Ma se mi trattano così, da quando li ho assunti.”
“È stato un ultimo periodo davvero molto lungo. Parlando d’altro, a cosa devo l’onore di questa udienza?”
“Beh, vedi mio caro Griso, ricordi che ti avevo promesso un appuntamento con quella ragazza che ti piace tanto?”
“Si, ricordo che me lo aveva promesso, ma io ho fallito la missione.”
“Bene, visto che ho pagato i tuoi compagni, ho deciso di permetterti di recarti a Monza ad incontrare la fanciulla.”
“Dice d’avvero!”
“Certo. Purché tu la conduca fuori dal monastero, per un certo periodo di tempo.”
“Sarà fatto, mio signore.”
“Un’ultima cosa.” disse bloccando il Bravo sulla porta.
“Quando l’avrai rivista, mandagli questo da parte mia.” e schioccò un bacio, che si disperse nell’aria, mentre il volto del Bravo diventava dello stesso colore dei suoi capelli.
Disgustato, Gerard, tentò in tutti i modi di togliersi dalla testa quell’ordine, allietando la mente con il ricordo di Elsa.
“Bene e adesso, che la monaca è fuori dai piedi, non mi resta che mandare un telegramma al mio amico.” disse Don Rodrigo, sfregandosi le mani.
“Sawyer, vieni subito qui!” e come un razzo, il biondo comparve sulla porta.
“Mi ha chiamato?”
“Si, voglio che ti rechi subito al castello del mio caro amico l’Innominato, e gli consegni questa lettera.”
“Corro e torno in un secondo.” e partì a tutta carica verso il maniero.
 
Ignare del piano di Ichiya, Levy e Lucy, passavano le loro giornate all’interno del monastero. Quello che all’inizio gli era apparso come l’ingresso per l’Inferno, si rivelò, invece, un luogo bellissimo.
Le due, infatti, sotto costrizione di Elsa presero parte a tutte le attività del tempio, così facendo impararono a sparare da monaca Viska, appresero l’arte della frusta da monaca Virgo, si divertirono a saltare sul letto di cotone di monaca Aries, cercarono di non farsi annegare da monaca Aquarius.
Passarono del tempo, con la piccola monaca Wendy, apprendendo le vere usanze di una religiosa, e si ubriacarono, quasi tutte le sere con monaca Cana.
Insomma, un vero e proprio ritiro spirituale, degno dei migliori conventi cristiani!
Eppure, nonostante tutto, Levy percepiva insopportabile la lontananza con Gajeel, e continuava a pregare e sperare, che il ragazzo fosse al sicuro.
Ne parlò perfino, ad uno dei pigiama party, indetto da Elsa, che subito tentò di consolarla: “Tranquilla Levy, da quel che ho potuto sentire, il tuo fidanzato è molto forte, oltre che stupido e un po' suonato; sicuramente si sarà messo in salvo ed attenderà impaziente il vostro incontro.”
“Adesso, però, basta con questi discorsi. Facciamo il gioco della Badessa!”
“Gioco della Badessa?” chiese Lucy, vedendo che le altre monache si facevano indietro.
“Si, è un gioco molto divertente. Si mettono dei bastoncini, con incisi dei numeri, in un contenitore, ed ognuna ne prende uno, stando ben attenta a non farselo vedere. Su uno dei bastoncini, ci attacchiamo il disegno di una monaca, ad indicare la Badessa.
Chiunque ottenga quel bastoncino, dice ad alta voce due numeri, e coloro che sono state chiamate devono obbedire agli ordini, senza protestare.”
“Sembra divertente.” disse Lucy, ma lo sguardo impaurito delle altre gli fece sorgere dei dubbi.
Il gioco fu subito pronto, ed avvenute le estrazioni, Elsa tutta contenta, - forse anche a causa delle cinque bottiglie, che si era scolata-, gridò: “Sono io la Badessa!”
A quelle parole la stanza si fece carica di tenzione ed i sorrisi scomparvero dai volti di tutte.
“Bene, il mio primo ordine è questo: il numero 3 ed 7 si diano un bacio in bocca.” disse, mentre le due popolane sgranavano gli occhi.
“È inaudito!” gridò Lucy, “Io e mia figlia ci rifiutiamo di fare certe cose!”, ma fu nuovamente spiaccicata, con la testa contro la parete.
Il gioco infernale inventato da Elsa, prosegui per ore, mentre le sfide si facevano sempre più imbarazzanti. Alla fine, tutte le ragazze erano riverse, completamente nude, sul pavimento, distrutte dalle ore di gioco.
 
Trascorse quindi, un’altra settimana, ed il piano di Don Rodrigo fu messo in atto, un pomeriggio, mentre tutte le monache sonnecchiavano.
Elsa, annoiata nella sua gabbia, fissava distrattamente il cielo, sospirando rumorosamente.
“Disturbo?” chiese una voce, a lei fin troppo familiare. Ed abbassata la testa si ritrovò davanti il volto di Gerard il Griso, che le sorrideva innamorato.
“Gerard!” esclamò al colmo della gioia la rossa.
“Ciao Elsa, sono passato a farti un salutino.” disse il ragazzo, afferrando la mano, che la donna gli aveva posto oltrepassando le sbarre.
“Quanto ci hai messo!” rispose lei, leggermente contrariata,
“Perdonami, ma il mio padrone, non mi ha permesso di venire prima.”
“Quel bastardo di Ichiya, solo guardarlo mi mette a disagio.”
“Capisco, mi fa lo stesso effetto.” rispose l’uomo, mentre l’ultimo colloquio con il padrone gli passava davanti al volto.
“Pensiamo alle cose importanti.” proseguì il Bravo scuotendo la testa per riprendersi, “Non sono venuto qui solo per salutarti…”
“Ci mancherebbe, che sei venuto qui solo per quello.” disse Elsa, infastidita.
“Si, infatti, sono venuto qui, per chiederti di scappare via con me. Mi sono licenziato e so che hai fatto il voto, e sei una monaca quindi questo genere di rapporto è definito delittuoso. Ma io ti amo Elsa, e voglio trascorrere la mia vita con te! Che cosa ne dici?” chiese il Griso, già tutto sudato per l’agitazione e l’imbarazzo.
“Dico… PERCHE’ CAVOLO ME LO CHIEDI SOLO ADESSO! SONO ANNI CHE ASPETTO QUESTA PROPOSTA! ACCETTO, SCAPPIAMO INSIEME VIA DI QUI!” e subito scomparve dietro la grata, sotto lo sguardo estasiato e curioso di Gerard.
Senza perdere tempo, Elsa la monaca, afferrò una vanga, che teneva nascosta sotto al letto, e prese a scavare, e a scavare, e a scavare; fin quando il Griso non avvertì la terra muoversi sotto i suoi piedi, e scansatosi, vide la ragazza fuoriuscire dalla buca.
Subito se la caricò in braccio ed i due scapparono in mezzo alla foresta, lasciandosi per sempre, il convento, alle spalle.
Nella foga della corsa non notarono tre figure nascoste all’ombra di un albero.
“E questa è fatta.”
“Adesso che ci siamo liberati della monaca, sarà una passeggiata compiere la missione.”
“Forza, andiamo a rapire Levy Montella, per sua eccellenza, il nostro signore l’Innominato.” e si diressero verso il monastero.
 
Proprio in quel momento, la turchina stava tranquillamente sdraiata sul proprio letto, a divorare l’ultimo volume della sua serie fantasy preferita, quando i tre sfondarono la porta e gli si pararono davanti.
“Chi siete!” urlò Levy, ai due uomini e alla donna, che subito si richiuse la porta alle spalle.
“Noi siamo i Bravi di sua eccellenza l’Innominato.” disse il capo dei tre, ovvero un ragazzo piuttosto giovane dai lunghi capelli verdi.
“E siamo qui per rapirti.” disse l’altro ragazzo, il cui volto era coperto da un elmetto, “Quindi non opporre resistenza e seguici.”, continuò, tirando fuori la lingua.
“Bravi?! Come avete fatto ad entrare? E dove sono le monache?”
“Abbiamo disattivato l’allarme, e per quanto riguarda le monache sono tutte ubriache distese sul proprio letto.”
Dannata monaca Cana.” pensò Levy.
“Perché i Bravi dell’Innominato vogliono rapirmi?” chiese Levy, “E’ stata una richiesta fatta da Don Rodrigo, al nostro signore.”
“Che cosa, di nuovo quel viscido pervertito?!”
“Eh già, proprio lui.” rispose il Bravo Bixlow,
“Noi vorremmo evitare scontri inutili. Quindi seguici senza fare storie.” disse il Bravo Freed.
“Ma voi sapete da chi volete portarmi?”
“Purtroppo si, e vorremmo evitarlo.” disse la Brava Evergreen.
“Sappiamo benissimo, che quel vecchio è un pervertito. E ci piange il cuore a doverti consegnare a lui.”
“Ora basta.” li rimproverò il loro capo, “Il nostro signore ci ha dato un ordine, e noi lo porteremo a termine. Mi rifiuto di deluderlo!”
Detto questo, misero Levy in un sacco, e fuggirono dalla stanza, mentre Lucy attirata dal fracasso, che uno di loro aveva fatto buttando in terra un vaso, diede l’allarme.
I tre, però, erano già lontani, e le monache armate di tutto punto non riuscirono ad acciuffarli.


Nota d’autore: siamo giunti al capitolo sei!
E tra l’evasione di Elsa, i giochi assurdi e perversi delle monache, ed il rapimento di Levy da parte dei Bravi; si può dire che è risultato piuttosto folle.
Il gioco della Badessa, come penso avrà notato chi ha letto o visto lo special di Natale, è ispirato al gioco del Master. Come nell’originale, Elsa governa indiscussa la partita, e tutte le altre sono costrette ad obbedire.
Don Rodrigo, intanto è entrato in azione, e Levy è stata rapita. Purtroppo, le monache non hanno saputo assolvere al proprio compito, e la poveretta si ritroverà in una brutta situazione.
Parlando, invece, dell’Innominato, mi sembra ormai ovvio chi sia…
Alla fine, gli unici che in questo capitolo sono stati veramente felici, sono il Griso e la Monaca, che finalmente potranno vivere la loro vita e consumare il proprio amore.
Domani uscirà il settimo, e vedremo sua “eccellenza” l’Innominato.
Spero il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia fatto ridere.
 
   
 
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