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Autore: amy_hime    02/10/2021    0 recensioni
Era una serata splendida. La luna piena brillava nel cielo terso, l’aria era tiepida e Mihael stava felicemente camminando al fianco di Kaito, mano nella mano. Cosa avrebbe potuto andare storto?
-Mihael, posso farti una domanda? È un pochettino… strana come domanda, ti avverto.
-Fa’ pure.
Kaito esitò, inspirando profondamente:-Mihael… tu davvero sai ballare il valzer?
Il cielo si rannuvolò di colpo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Michael Arclight/ Three
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una serata splendida. La luna piena brillava nel cielo terso, l’aria era tiepida e Mihael stava felicemente camminando al fianco di Kaito, mano nella mano. Cosa avrebbe potuto andare storto?

-Mihael, posso farti una domanda? È un pochettino… strana come domanda, ti avverto.

-Fa’ pure.

Kaito esitò, inspirando profondamente:-Mihael… tu davvero sai ballare il valzer?

Il cielo si rannuvolò di colpo.

-E che cavolo, basta! Non so ballare solo il valzer, ok? Conosco anche la danza irlandese, per la cronaca!- esplose Mihael, dando una rapida per quanto violenta dimostrazione del fatto, sotto lo sguardo allibito del fidanzato. Il rosa continuò a inveire, furibondo:-Ma ovviamente questo non interessa a nessuno, vero? Siete tutti curiosi per il valzer, solo per poi fare le vostre battute idiote! Kaito, francamente da te non me lo sarei mai aspettato.

Fin troppe amicizie erano state rovinate da quel maledetto ballo. Potendo scegliere, Mihael avrebbe cancellato molto volentieri tutte le lezioni che aveva preso da piccolo solo per fare un piacere a suo padre, pur di evitare di essere messo alla gogna ogniqualvolta quello spettro veniva rievocato.

Era troppo bello per essere vero.

-Mihael… calmati un secondo e lasciami finire.

La calma nella voce di Kaito fu più efficace di una doccia fredda, e riuscì a placare in un attimo la frustrazione bruciante del rosa.

-Sbrigati, allora. Non è un argomento che mi piace affrontare.

-Mi… insegneresti a ballare?

Il più giovane inarcò un sopracciglio:-Tu?  Tu vorresti avermi come istruttore di ballo? E imparare a ballare il valzer, sapendo che poi resterai marchiato a vita se la voce dovesse diffondersi? Ne sei davvero sicuro, Kaito?

Il biondo annuì energicamente, poi si strofinò la nuca:-La danza irlandese mi sembra un po’ troppo complicata, considerando che sono praticamente a livello zero riguardo al ballo.

Mihael incrociò le braccia, ancora poco convinto. Non riusciva proprio a capire perché Kaito volesse imparare il valzer. Dopo un lungo tira e molla, finì col cedere: prese il cellulare, aprì la musica e cercò la playlist Valzer.

-Tieni. Conduco io- quasi ordinò, porgendo l’auricolare al fidanzato, poi gli si avvicinò, prendendogli la mano destra:-Metti la sinistra sulla mia spalla e tieni i piedi uniti- spiegò, appoggiando la mano destra sulla sua scapola. Kaito obbedì.

-Ora fai un passo indietro con il piede destro- aggiunse, portando avanti il piede sinistro- e ora uno in diagonale con il sinistro, sempre all’indietro. Ecco, così. Unisci di nuovo i piedi, poi fai un passo avanti con il sinistro… Diagonale con il destro… unisci di nuovo… e ricomincia. Un, due, tre.

Non poté fare a meno di ridacchiare, sentendo Kaito rigido come un pezzo di legno. Il biondo aveva un’espressione concentratissima, mentre si fissava i piedi con la lingua tra i denti.

Anch’io ero così teso all’inizio?

-Kaito, va tutto bene. Non ti pesterò i piedi, te lo prometto.

-E se fossi io a pestarli a te?

-… In tal caso, mi metterò a ballare la danza irlandese sui tuoi alluci, per punizione. Sei d’accordo, amore?

 

 

Nonostante la partenza impacciata, Kaito si sciolse in poco tempo. Non faceva fatica a seguire il ritmo. Andarono avanti a ballare sul selciato della piazza, senza fermarsi, nemmeno quando cominciò a piovigginare, una pioggia fitta e sottile. Non aveva alcuna importanza. In quel momento c’erano solo loro due, e la musica. Nient’altro.

Almeno fino a quando la suoneria rock del cellulare non gli esplose nelle orecchie.

 

-Mihael, si può sapere dove diavolo sei finito? Hai presente che ore sono?

-Scusa, papà. Arriviamo subito, siamo in piazza. Cinque minuti e sono a casa, promesso.

La sola idea di dover subire una ramanzina interminabile da parte di suo padre, per di più sotto gli occhi di Kaito, era devastante per Mihael, tuttavia non poteva farci niente.

-Sbrighiamoci… prima arrivo, meno tempo ha per pensare a cosa urlarmi contro.

-Tuo padre ha la sindrome di Cenerentola o sbaglio? Sono solo le undici e quaranta.

-Sono in ritardo di diciannove minuti, allora.

Detto questo, il rosa cominciò a correre sotto la pioggia.

 

 

-Papà, sul serio, ero a ballare con Kaito.

Definire l’espressione dell’uomo semplicemente sospettosa avrebbe significato mentire spudoratamente, ma al ragazzo non venivano in mente altri aggettivi. L’uomo incrociò le braccia sul petto, squadrandolo:-Tu odi le discoteche, Mihael.

-Dai, papà, davvero non ci arrivi?

Temendo il peggio, Mihael si voltò verso Thomas, beatamente svaccato sul divano. Il coprifuoco non valeva per i due fratelli maggiori, a quanto pareva. Il rosso sogghignò, accavallando le gambe:-Sono andati in hotel a ballare il tango del diavolo, ovviamente.

-Veramente… mi ha insegnato a ballare il valzer. Al tango non ci siamo ancora arrivati.

Mihael scosse il capo, sconvolto dall’innocenza e dallo spirito di sacrificio di Kaito.

Tu ed io al tango del diavolo ci siamo arrivati da un bel po’, in realtà… ma non mi sembra il momento adatto per una rivelazione del genere.

 

No, suo padre non doveva sapere troppo. Che lo considerasse ancora puro e intonso, almeno per qualche tempo. Desideroso di terminare al più presto quella scomoda conversazione, Mihael simulò uno sbadiglio:-Abbiamo ballato tutta la sera, e senza offesa mi sento un po’ stanco. Io… vado a letto, buonanotte.

Si avvicinò a Kaito, prendendolo da parte.

-Hai intenzione di fermarti a dormire o torni a casa?- gli sussurrò baciandolo.

-Torno a casa- rispose il biondo, passando gli un braccio intorno alla vita. Mihael sorrise:-Meglio. Non vorrei coinvolgerti nella mia personalissima rappresaglia contro Thomas… deve imparare a tenere la bocca chiusa.

Negli occhi grigi di Kaito passò un lampo di sorpresa:-Cosa vuoi fare?

-Te lo racconto domani… ah, ricordami di spiegarti cos’è il tango del diavolo, mi raccomando.

Kaito annuì:-Tango del diavolo. Ok. A domani, allora.

Si baciarono di nuovo, poi si separarono: Kaito imboccò la porta, mentre Mihael si precipitò nella sua camera da letto, al primo piano. Con un ghigno, aprì l’armadio ed estrasse le scarpe per la danza irlandese. Avrebbe continuato a ballare come un dannato fino a quando Thomas non si fosse scusato in ginocchio.

 

   
 
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