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Autore: amnisya    11/10/2021    3 recensioni
Il compleanno di Hoseok durante la Vlive del 2020.
Cosa si nasconde realmente dietro la telecamera durante una diretta su Vlive o Youtube?
Tratto dal brano:
"Guardò l’orologio in alto e gli sfuggì ad alta voce che era troppo tardi per stare ancora in piedi, ma i fan lo acclamavano e decise di rimanere ancora di fronte la telecamera per qualche minuto.
Era stanco, devastato dalle prove massacranti sulle nuove coreografie e voleva solo dormire per almeno otto ore, ma gli Army erano ancora lì, il numero degli utenti saliva sempre di più e lui non sapeva più cosa dire."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Hoba, love you ~

 

 

18 febbraio 2020.

 

Il compleanno, uno dei giorni più attesi dell’anno dopo Natale.

 

Musica, cene con parenti e amici, torta decorata con candele colorate e regali, una giornata magica per ogni festeggiato.

 

Tutti tranne per persone come lui.

 

Hoseok era seduto sulla comoda poltrona del suo studio, guardava una torta alla panna decorata con fragole e candele con sopra una figurina che lo rappresentava. Ascoltava il jingle festoso canticchiando “tanti auguri J-Hope”, le labbra curvate in un dolce e solare sorriso dedicato a tutti i suoi fan, alle Army che celebravano il suo compleanno, ma non c’erano cori festanti vicino a lui, non c’erano persone ad abbracciarlo, strizzargli le guance o tirargli le orecchie.
Era da solo, parlava e sorrideva al nulla e l’unica finestra verso il mondo esterno era rappresentato da una telecamera collegata a Vlive, la piattaforma digitale che consentiva a tutti gli artisti di interagire con i propri fan, ammesso che una chat impazzita da cuori, frasi sconnesse scritte in ogni lingua del mondo e il solito “I love you” poteva essere considerata al pari di un contatto umano con i propri ammiratori.

 

Prese due fiammiferi, doveva accendere le candele su entrambe le torte e no, di fronte a lui non c’era solo il classico dolce di panna e fragole, ma anche un altro più di design, un quadrato di pan di spagna ricoperto di pasta di zucchero verde decorata con margherite, perché il compleanno di un membro dei BTS non è una festa privata, ma un evento social incastrato di notte.
Se di giorno la loro giornata era piena zeppa di impegni tanto da esser costretti ad evacuare i propri bisogni fisiologici con il cronometro in mano, la notte serviva per dedicarsi alle live insieme ai fan, come quella sera.

 

Guardò l’accendino fuori campo visivo dalla telecamera e si rigirò i fiammiferi tra le dita. Non era un fumatore, lo usava solo per accendere l’incenso, ma gli era stato categoricamente vietato utilizzarlo in streaming live perché “poteva essere un pessimo esempio per i giovani”.

 

Quanta ipocrisia.

 

«È il mio compleanno, ragazzi! È mezzanotte, ok! 1, 2, 1, 2, 3, 4. Tanti auguri a me! Tanti auguri J-Hope!»

 

Cantava alla telecamera e applaudiva a sé stesso sforzandosi di sorridere.

 

Migliaia di messaggi scorrevano impazziti sulla chat, altri cuori, altre frasi scritte in altre lingue e mille emoticon colorate. Era scoccata la mezzanotte di un diciotto febbraio nel pieno di una pandemia che a breve sarebbe diventata globale ed era giunto il momento di esprimere un desiderio.

 

Giunse le mani in preghiera e le portò alle labbra.

 

«Un desiderio!» esultò con finta allegria e chiuse gli occhi. Cosa poteva desiderare un ragazzo non ancora trentenne che aveva un conto corrente da capogiro ed era diventato uno degli artisti più famosi di tutto il globo?

 

Aprì gli occhi, tornò a guardare la schermata di Vlive sul monitor del computer e lesse che la diretta aveva già raggiunto gli undici milioni di utenti connessi.

 

J-Hope marry me!

Hobi, salanghaeyo!

You are my sunshine!

 

“Dove cazzo eravate anni fa quando nessuno si collegò alla mia prima live?” pensò a denti stretti quando i suoi ricordi viaggiarono in quel lontano 2013 dove lui, da solo e con le lacrime agli occhi, sorrideva a quei tredici utenti silenti che si erano connessi giusto per il gusto di vederlo moralmente distrutto.

 

Be my lover!

I love you!

Sii il mio ragazzo!

 

Si abbandonò sulla poltrona mentre leggeva quelle inutili frasi d’amore scritte da ragazzini in piena tempesta ormonale.

Amore, amore e ancora amore.

Cosa ne sapeva lui realmente dell’amore? L’unica relazione mai avuta risaliva ai tempi del liceo e la ragazza della quale era pazzamente innamorato l’aveva lasciato per un altro.

Si dondolò sulla sedia fissando l’obiettivo e snocciolando frasi a caso ricordando agli utenti che stava, appunto, festeggiando il suo invecchiamento di un anno.

«Non sono certo in che fuso orario siate, per chi vive all’estero, ma in Corea è il mio compleanno. 18 febbraio, il mio compleanno. Grazie a tutti per avermi augurato un buon compleanno.» Quante volte aveva ripetuto il temine compleanno? Troppe, decisamente troppe volte a tal punto da averne la nausea.

 

“Guarda la telecamera, forza, fai un altro sorriso e resisti altri dieci minuti” pensò mentre regalava un dolce sorriso forzata a tutti gli Army. Ormai aveva imparato a recitare di fronte le telecamere e gli veniva più che naturale. Guardò l’orologio fissato sulla parete di fronte e gli sfuggì ad alta voce che era troppo tardi per stare ancora in piedi, ma i fan lo acclamavano e decise di rimanere ancora in live per qualche minuto.

 

Era stanco, devastato dalle prove massacranti sulle nuove coreografie e voleva solo dormire per almeno otto ore, ma gli Army erano ancora lì, il numero degli utenti saliva sempre di più e lui non sapeva più cosa dire.

 

Prese una fragola sporca di panna direttamente dal top della torta, si leccò le dita gustandosi quel momento dolce della serata, gesto che fece impazzire molti utenti che ripresero a infuocare la chat di Vlive. Lesse qualche commento rispondendo a domande banali quali la preferenza di un frutto o di un determinato tipo di pane.

“Pensa, idiota. Smettila di dire Hoseok oppang come un cretino!” urlò dentro di sè mentre fissava ancora l’orologio sperando di poter accelerare il movimento delle lancette con la sola forza del pensiero.

 

«I love strawberry! Berry, berry! Strawberry!» e via, un’altra fragola giù per la gola.

 

Continuò a leggere i commenti degli Army, molti continuavano a chiedergli che desiderio aveva espresso pochi minuti prima con insistenza. Si prese qualche secondo prima di rispondere che sì, aveva tanti desideri, ma erano tutti indirizzati alle persone a lui care, tutti auguri di buona fortuna e soprattutto salute.

 

E lui? Cosa voleva per sé stesso?

 

Pensò alla sua truccatrice personale, la giovane ragazza che si occupava del suo aspetto. Amava sentire il calore di quelle piccole e morbide mani sul proprio viso, amava osservarle il suo sguardo concentrato mentre lo truccava, amava quella bocca carnosa spesso arricciata quanto era concentrata nel suo lavoro.

Amava quella ragazza che non poteva avere.
Era sposata da poco e aveva occhi solo e unicamente per il marito.

 

Cos’era il vero amore? Non lo sapeva.

Prese un’altra fragola e leccò la panna direttamente dalla punta delle sue dita. I fan continuavano a scrivere parole d’amore.

 

«Quest’anno… onestamente.» dondolò sulla poltrona senza alzare lo sguardo da terra. Sentiva le lacrime pungergli gli occhi, ma non poteva piangere in diretta con milioni di utenti connessi. Ingoiò la saliva sperando di sciogliere il nodo formatosi in gola e cercò di mantenere una parvenza di normalità. «Non ho un grande obiettivo.»

 

Ottimo. Era riuscito a compiere una frase compiuta, poteva salutare tutti i fan e terminare la diretta, ma l’immagine di quella ragazza era ancora piantata nella sua mente. Quelle labbra che avrebbe tanto voluto assaggiare, quelle mani che non lo avrebbero mai toccato, quei sorrisi che non sarebbero mai stati rivolti a lui.

 

Era mentalmente stanco e il suo cervello andò in totale blackout.

 

«È solo che… diventare importante per qualcun altro, non è importante?» si abbandonò ad una risata nervosa e si tirò su gli occhiali. Stava davvero aprendo il suo cuore di fronte alla telecamera? «Questo è il mio obiettivo personale, diventare importante per qualcuno. Non è qualcosa di grande, ma se ci pensate, è qualcosa di fantastico.»

 

Riprese fiato e fissò un punto vuoto dello studio. Doveva fermarsi, ma la sua bocca sembrava sconnessa dal cervello. «Quando ci sono persone che pensano che io sia prezioso o che mi amano tanto, è qualcosa che è davvero…fantastico. Anche al contrario. Voglio davvero tenervi vicino al mio cuore.»

 

Cuore, quell’organo che in quel momento batteva impazzito per il timore di leggere una rivolta in massa dei fan. Aveva appena confessato di volersi innamorare, di essere importante per qualcuno come essere umano e non per la sua figura pubblica, di voler al suo fianco una persona da amare.

Alzò lo sguardo e lesse con timore la chat.
Gli utenti chiedevano di ascoltare “Ego”.

 

“Perfetto, non avevano capito un cazzo…”

 

Amareggiato, mise la canzone così tanto reclamata dai fan e attese la fine del brano con impazienza per chiudere definitivamente la diretta su Vlive. Era nauseato da tutto e tutti.

 

Spense la telecamera, ripose le due torte nel piccolo frigo dello studio e si diresse verso l’uscita.

Era stanco, svuotato e aveva bisogno d’aria.

Quando aprì la porta per uscire dallo studio, si fermò di colpo: di fronte a sé, Jimin lo guardava con gli occhi lucidi.

 

«Jiminie, cosa ci fai ancora qui?»

«Ti aspettavo.» mormorò con voce tremolante. «Le live dei nostri compleanni fanno sempre schifo, vero?»

Hoseok annuì silenziosamente. Chiuse a chiave la porta dello studio e raggiuse il ragazzo che lo attendeva poco distante appoggiato al muro di fronte. «Già, le odio.»

«Anch’io, ma più di tutti odio la solitudine.»

I due giovani si guardarono negli occhi in silenzio. Hoseok pensò alle parole pronunciate qualche minuto prima, alla sua voglia di amare incondizionatamente qualcuno.
Non solo lui, ma tutti e sette erano stanchi di non poter amare ed essere amati come persone comuni. Avevano milioni di fan sparsi per tutto il pianeta che li desideravano, che li bramavano, che avrebbero firmato carte false per trascorrere una sola notte con uno di loro, ma quanti di quegli Army li avrebbero amati come persone? Quanti avrebbero amato lui?

Non J-Hope, non l’idol, non l’ex artista di strada Smile Hoya, ma solo Jung Hoseok.
Lui, un semplice ragazzo di Gwangju.

Sentì gli occhi inumidirsi di nuove lacrime.

«Jiminie…»

«Dimmi, hyung.»

«Abbracciami…»

 

 

Angolo Autrice

 

L’ho scritta di getto senza revisionarla. Chiedo scusa se ci sono errori.

Stavo guardando Vlive quando mi è capitato come suggerimento il video del compleanno di Hobi del 2020.

Ho sempre pensato ai video che fanno per festeggiare (non solo loro, ma anche altri gruppi K-Pop) e sinceramente mi hanno sempre trasmesso tantissima tristezza. Capisco che trascorrono quel giorno lavorando, che ricevono messaggi e telefonate da amici, parenti e collegi vari, ma vederli lì, da soli a cantare, parlare e altro di fronti una telecamera non so… mi si stringe il cuore.

E questa particolare di Hobi mi ha compito, l’ho visto triste verso la fine della live soprattutto quando dichiara apertamente la sua voglia di impegnarsi con qualcuno, come se dovesse preparare i fan ad una sua eventuale relazione amorosa (dubito ne abbia una in corso, sia lui che gli altri, con la vita che fanno…).

Credo sia davvero difficile per loro qualcuno che li ami per quello che sono e non per il patrimonio e niente, questo video in particolare mi ha trasmesso una tenerezza infinita oltre che ad una riflessione e di conseguenza un’ispirazione fulminea che mi ha portato a scrivere tutto di getto direttamente dopo cena.

 

Spero vi piaccia.

 

Buonanotte e a presto

   
 
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