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Autore: __Lily    12/10/2021    1 recensioni
«Come potresti essere un mostro? Chi te lo ha detto?»
Mi strinsi nelle spalle.

Quella volta stavo giocando con Asuka non lontana da casa e lei era andata a riprendere la palla che era rotolata lontana, degli uomini ci videro e uno di loro disse «sono le figlie di quel demone, altri due piccoli mostri.»

Non ricordo il loro volto ma le loro parole non le ho mai dimenticate.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagome, Naraku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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DODICI.







Hisui rimase senza parole per qualche istante, sì sarebbe stato decisamente un brutto guaio ma non mi importava quel lupo doveva essere punito e anche il suo capo.
Kirara sembrò sapere tranquillamente dove andare e mi chiesi se quel demone conoscesse il posto, non dovetti fare nulla o indicarle la strada secondo l’odore che ancora ricordavo, Kirara la sapeva e basta.
Metà del tempo che avremmo dovuto impiegare con il Sensei era ormai trascorso e immaginai mia madre che se incamminava verso il luogo dove sarei dovuta essere, forse zia Kagome era con lei o forse era stata Asuka ad accompagnarla e un po’ mi sentii in colpa.
«Setsuna guarda!» mi disse Hisui.
Se anche i suoi occhi potevano vederli come avrei potuto non farlo io? Riconobbi subito i membri della tribù Yoro attorniati dai lupi, erano vestiti come zio Koga.
Alcuni stavano seduti al sole, altri invece trasportavano dei grandi pezzi di legna, altri ancora prendevano acqua dal fiume che scorreva tranquillo ai piedi di quella valle.
«Kirara atterra» dissi io e il demone mi ubbidì.
Era innegabile la sintonia che avevamo come se fossimo state destinate a incontrarci io e lei.
Atterrammo al centro di quel piccolo raduno, bambini iniziarono a strillare e a correre verso i genitori o i più grandi, alcuni si misero in posizione di attacco altri di difesa.
Sorrisi difronte a quella scena, io e Hisui eravamo solo due bambini e nemmeno armati eppure era bastata così poco a spaventarli.
«Dove si trova il vostro capo?» chiesi smontando da Kirara, «voglio vedere Koga della tribù Yoro» dissi a voce alta.
Quando capirono che non eravamo una vera e propria minaccia alcuni si misero a ridere ma non la presi troppo bene, i miei artigli risolsero in fretta la situazione e le risate si trasformarono in urla di rabbia e sdegno.
«Non intendo ripeterlo! Dove si trova Koga della tribù Yoro?»
Mi guardai attorno ma non lo vidi, Koga era veloce nonostante tutto e comparve difronte a me nel momento esatto in cui iniziai a sentire il suo odore di lupo.
«Sono qui ragazzina» disse lui palesandosi dopo aver alzato un polverone.
«Credevo ti stessi nascondendo.»
«E perché dovrei? Questa è casa mia, voi piuttosto cosa fate qui?»
«Voglio battermi con te. Tu e il tuo lupo ci avete ferite e so che hai fatto del male anche a mia madre!»
Sentivo così tanta rabbia montarmi dentro, come con Mitsuo ma Koga non era Mitsuo, contro Koga avrei potuto sfogarmi liberamente e non si sarebbe ferito così in fretta.
«Quello che è accaduto quel giorno è stato un incidente, per quanto riguarda tua madre non so nemmeno chi sia.»
«Adesso fingi di non conoscerla? So bene che i tuoi lupi l’hanno uccisa!»
«Stammi bene a sentire ragazzina-»
«Smettila di chiamarmi così il mio nome è Setsuna, ricordatelo bene!»
La mia risposta parve divertirlo.
«Bene, Setsuna. Sei solo una bambina e io non combatto con i bambini, vattene e torna a casa.»
Mi voltò le spalle ma commise un errore, non avevo alcuna intenzione dia andarmene.
«Sankon-Tessou!» urlai e vidi il colpo andare a segno anche se sulla sua spalla rimase poco più di un graffio.
«Non intendo combattere con te» rispose senza voltarsi.
«Perché? Perché sono una bambina? Sono forte anche se sono ancora piccola e tu pagherai per quello che è accaduto!»
«Tale e quale al cagnolino, vuoi lottare? Bene ma non sarà contro di me. Katashi!»
Lo vidi guardarsi intorno finché un piccolo turbine non campare vicino a lui, non ebbi alcun dubbio al riguardo, quel bambino era suo figlio.
«Sarà lui il tuo avversario.»
Osservai Katashi per qualche istante, era più alto di me forse aveva anche qualche anno in più come Hisui ed era veloce come zio Koga, sarebbe stato arduo colpirlo.
I suoi capelli erano più chiari e anche la pelliccia che indossava.
«Non sono venuta qui per lui ma per te! Tu e i tuoi lupi ci avete fatto del male.»
«Non era mia intenzione ferire nessuno, quello che è accaduto è stato un incidente» rispose lui dal punto in cui era rimasto fermo.
«Potevi schivare il mio colpo.»
«Potevo ma non ho intenzione di ferirti, non mi avvicinerò più al villaggio anche se ho cari amici lì ma quello che sei venuta a chiedere… mi procurerà molti guai ragazzina.»
«Setsuna! Smettila di chiamarmi ragazzina.»
Vidi un sorriso comparire sul suo volto nonostante tutto, nonostante quella follia.
«Battiti contro di me.»
«Ti ho già detto chi sarà il tuo avversario, se non ti sta bene tornatene a casa.»
Katashi era pronto, lo vedevo dalla sua postura e dai suoi occhi che come i miei erano animati dal fuoco della lotta.
«E sia, ma se vinco ti batterai con me.»
«Sarà complicato spiegare come sei finita qui e il perché delle ferite che riporterai.»
Al fianco di Koga comparve una donna giovane e molto bella, non la conoscevo ancora ma sarebbe diventata una persona importante per me così come lui e Katashi.
«Allora?» domandò il piccolo vortice.
«Sta attento piccolo lupo» dissi e poi mi scagliai contro di lui.






Sapere che Setsuna era sparita ancora non era esattamente ciò che mi ero aspettata quel pomeriggio, dove poteva essersi cacciata? E inoltre anche Hisui era sparito e Kirara, tutto ciò era strano e mi allarmò subito.
«Kohaku sei certo di non averli visti?»
«Più che certo, mi è parso strano però non potevo lasciare gli altri bambini così.»
Strinsi forte a me Hijime continuando a chiedermi dove fosse Setsuna, cosa poteva essere accaduto?
Sesshomaru l'aveva accompagnata fino a lì quindi ero certa che stesse bene e che fosse con Kohaku e invece…
Corsi immediatamente a casa arrivando senza fiato.
Posai Hijime sul futon e mandai Jaken a chiamare Sesshomaru.
«Fa presto Jaken» lo supplicai.
Il kappa prese Ah-Un e volò via, mi sedetti a terra pensando a ogni posto possibile, sperando che stesse bene.
Quando vidi entrare Sesshomaru mi tirai su e gli corsi incontro.
«Rin che succede?» domandò allarmato lui.
«Setsuna non era alla lezione, Kohaku ha detto di non averla vista oggi» dissi cercando di trattenere le lacrime.
«Non può essere, l’ho lasciata lì assieme a Hisui.»
«Nemmeno Hisui si è visto e Kirara sembra essere sparita. Sesshomaru ho un brutto presentimento. E se fosse ferita? Se qualcuno li ha presi?»
L’idea che alcuni abitanti del villaggio potessero aver fatto una cosa simile era stata la prima cosa a cui avevo pensato.
Prendere Setsuna poteva avere senso per loro ma Hisui? Hisui non era come lei ma come loro.
«No, sono degli idioti ma non arriverebbero a tanto» rispose lui.
«Allora dove può essere andata? E Hisui?»
La preoccupazione non solo per Setsuna ma anche per Hisui era così grande che alla fine scoppiai in lacrime.
«Rin li troverò, non possono essere andati troppo lontano.»
«Ma Kirara è con loro, potrebbero essere ovunque!»
«Asuka?»
«E’ con Kagome e Kikyo, sono da Jinenji.»
Lo vidi guardarsi attorno con i suoi splendidi occhi come l’oro, ma quegli occhi tradivano preoccupazione tanto quanto la mia voce e le mie lacrime.
«Sesshomru-»
«Sta bene non ho dubbi, se fossero in pericolo Kirara lotterebbe per proteggerli.»
«Ho pensato che potessero essere al palazzo ma… anche così non ha senso.»
Le sue braccia mi avvolsero e in quel momento era ciò di cui avevo bisogno a parte riabbracciare la mia bambina.
«Temo di sapere dove è andata e vorrei tanto sbagliarmi Rin.»
«Dove?» chiesi con il cuore in gola.
«Alla tribù Yoro.»
«No, non può essere andata lì.»
Ma il suo sguardo valeva più di mille parole.
«Rimani qui vado a prenderla.»
«Anche Hisui sarà con lei, Sesshomaru-»
«Li riporterò a casa sani e salvi» rispose lui, mi diede un bacio e volò subito via verso la tribù Yoro.





Il discorso fatto non era servito a nulla, la paura che aveva Rin in parte era anche la mia, amavo e allo stesso tempo detestavo che Setsuna fosse tanto indipendente e colma di quella rabbia che spesso aveva arso in me.
Cercai di fare il più veloce possibile, sapevo bene dove si trovava quella dannata tribù e nella mia mente c’era spazio solo per ciò che avrei potuto trovare al mio arrivo.
Era ferita?
Quello era il pensiero costante e anche quello di Rin e poi c’era quel ragazzino, Hisui, avrebbe mai smesso di seguirla? Se Setsuna gli avesse detto di gettarsi da un dirupo probabilmente lo avrebbe fatto solo per accontentarla.
All’improvviso le montagne della tribù Yoro comparvero di fronte a me, sentii il suono di un fiume provenire dall’altro lato e oltre a quello grida di incitazione e odore di sangue.
«Setsuna!» dissi a denti stretti.
Rimasi in alto per osservare ciò che accadeva e la vidi lottare contro un ragazzino della tribù Yoro dalla pelliccia chiara, i suoi movimenti erano migliorati e non sembrava eccessivamente in difficoltà, la ferita sul braccio si era aperta di nuovo ma anche lui stava sanguinando.
Sarei intervenuto se fosse stata davvero in pericolo ma fino a quel momento era decisamente in vantaggio così rimasi a osservare da dove mi trovavo, qualcuno però si accorse di me, Koga alzò lo sguardo forse attratto dal mio odore e il suo sguardo tradiva preoccupazione lo vidi incerto su cosa fare se fermare quel duello o no, feci segno di no, volevo vedere mia figlia vincere contro quel piccolo lupo.
«Non ho ancora finito» le sentii dire e poi la vidi scagliarsi contro di lui con un movimento delicato, era stata brava nell’osservare e ancora più brava nell’apprendere.
Il ragazzo lupo dopo vari colpi si arrese.
Hisui le corse incontro sorridente ma lo sguardo di lei si posò sul capo della tribù.
«Ora è il tuo turno» disse lei a Koga.
«Hai vinto, fermati qui ragazzina.»
«Setsuna e no non mi fermerò, sei stato tu a condurre quel lupo al mio villaggio.»
«Il lupo è stato punito per ciò che ha fatto e io non mi avvicinerò più a Musashi, più di questo non posso fare.»
La vidi stringere i pugni e assottigliare lo sguardo, nell’aspetto era come Rin ma nel carattere era come me.
«Hai detto che ti saresti battuto con me se avessi vinto, io ho vinto.»
Koga le fece un sorriso mentre Ayame si avvicinava al figlio e anche a lei.
«Sei stata molto brava, mi dispiace per ciò che è accaduto quel giorno ma Koga ha ragione non può battersi contro di te.»
Vidi che non avrebbe desistito così decisi che era il momento di toccare terra, vidi lei e Hisui sgranare gli occhi al mio arrivo ma la sorpresa durò solo pochi istanti sul suo volto.
«Padre.»
«Non ricordo di averti dato il permesso di venire fin qui» dissi forse troppo freddamente, ma la pura che avevo provato non se ne era ancora andata.
«Mi dispiace ma dovevo farlo.»
«Non era compito tuo Setsuna.»
«E' vero dovevi farlo tu, ma ti ho sentito, hai detto alla mamma che non lo avresti fatto perché zia Kagome ti ha chiesto di non farlo. Io però non ho fatto nessuna promessa» rispose risoluta guardando male Koga e il figlio.
«Ricordi cosa ti ho detto questa mattina?»
Annuì.
«Hai vendicato Asuka, basta così.»
«E la mamma?»
Le sue parole mi freddarono, sapeva di Rin?
«Sì ho sentito tutto, non volevo ma non riuscivo a dormire» ammise con aria colpevole.
Sospirai e mi avvicinai di più a lei, mi abbassai e le presi le mani tra le mie.
«Quello che è accaduto a tua madre è ormai passato, sarei dovuto essere con voi quel giorno ma non c’ero e tu hai dovuto proteggerli al posto mio. Il lupo è stato punito e tu hai vinto questo combattimento, non potrei essere più orgoglioso di te.»
Mi sorrise e il suo sorriso mi scaldò il cuore, era raro che sorridesse e quando lo faceva era un dono prezioso per me.
Asuka era come Rin, i suoi sorrisi erano sempre molti, caldi, e la amavo infinitamente per questo ma Setsuna… per noi era più difficile sorridere.
«Un giorno sarò io a vincere, quando sarò diventato più forte tornerò a cercarti Setsuna» disse il figlio di Koga.
«Aspetterò quel giorno piccolo lupo.»
«Be' direi che possiamo concluderla qui» aggiunse Koga guardandomi e nel suo sguardo non vidi rancore ma solo divertimento.
I miei sensi però vennero attirati da qualcosa, un odore che non conoscevo molto bene ma non avevo dubbi che apparteneva a dei demoni e infatti in breve il cielo si oscurò, Kirara si trasformò e mentre si avvicinava a Hisui emise un ringhio in direzione del cielo.
«Dannazione, mettetevi al riparo presto!» urlò Koga «Ayame porta chi non può combattere dentro. Muovetevi!»
«Cosa sta arrivando?» domandai senza allontanarmi dai bambini.
«Paradisee, quei dannati uccellacci non muoiono mai.»
«Andate con lei» dissi a Hisui e Setsuna.
«No! Io rimango con te.»
«Questo non è il momento di discutere. Setsuna, Hisui voglio che vi mettiate al riparo, ora! Kirara seguili.»
Kirara sembrò obbedire molto prima di loro.
«Setsuna andiamo» disse Hisui tirandola per un braccio e poco dopo quei demoni metà uccello e metà umani piombarono giù dal cielo come grandine.







 

Sì è tantissimo che non aggiorno ma sono ferma da una vita al capitolo 15, ma ora che è iniziata la s2 proverò ad andare avanti con questa ff, sempre se interessa ancora a qualcuno. 
Vi lascio con un piccolo estratto.



 

«Prima alla tribù Yoro ti è caduto questo» disse porgendomi il nastro di Kasumi, lo presi felice di averlo ritrovato.
«Hisui grazie» dissi facendogli un sorriso, «a presto!»
Da lì fino a casa volai in braccio a mio padre, le stelle erano così vicine e la loro luce mi ricordava quella delle lucciole in una serata estiva, quando il fieno è pronto e aspetta nei campi i contadini che lo lavorino.

  
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