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Autore: Euterpe_12    02/09/2009    5 recensioni
Occhi castani accarezzano un mondo che non conoscono. Piccole mani cercano la pelle di una madre che ormai non ricordano più. 4 paia di occhi la guardano stupiti. 4 giovani donne si chiedono come mai Hana-chan sia tornata una bambina di soli pochi giorni. E' tutto talmente strano, ma dopo 10 anni la musica non è cambiata!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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MAGICAMENTE

Prologo

C'erano momenti in cui considerava la sua vita piatta, troppo piatta. Eppure chiunque nel Regno avrebbe voluto trascorrere le giornate così come le trascorreva lui. Il principe dei maghi. Colui che poteva permettersi ogni tipo di capriccio, che aveva una grande potenza nelle proprie mani e che poteva esaudire ogni suo più piccolo desiderio. Eppure restava là. I capelli rossicci sparsi sul cuscino, entrambe le mani in tasca e lo sguardo fisso al soffitto. Voleva una novità. Una novità qualunque, che gli desse la voglia di alzarsi da quel letto e vivere ogni qualunque tipo di esperienza. Ecco cosa ci voleva: un'avventura. Annuì, dicendosi che purtroppo sarebbe stato ben difficile che qualcuno entrasse da quella porta dicendogli che una delle dimensioni magiche era da salvare o ancora che il re voleva affidargli una missione importante. Ma non era così. Il massimo che l'ormai diciottenne principe dei maghi poteva aspettarsi era che Fujo, il suo vecchio amico d'infanzia, entrasse dalla porta ponendogli un qualche quisito di matematica al quale lui, sicuramente, non sarebbe stato in grado di rispondere. Un sospiro alquanto sofferto uscì dalle sue labbra sottili, mentre dall'esterno il rumore di alcuni passi si faceva sentire. Nemmeno un secondo dopo udì il bussare alla porta, e quasi gli venne in mente di non rispondere. E così fece. Rimase zitto, sperando che dall'altra parte pensassero che stava dormendo.

-Principe!- riconobbe la voce come quella di un consigliere di suo padre. Rimase zitto comunque. -Principe!- sbuffò. -Mi dispiace disturbarla, ma dovrei chiederle una cosa della massima importanza!- nonostante le parole giungessero ovattate alle sue orecchie Akatsuki capì subito il senso della frase pronunciata dal consigliere reale. Si mise in fretta a sedere volgendo lo sguardo alla porta.

-Entrate pure!- esclamò, stupendosi poi nel vedere la faccia sconvolta dell'uomo. Notò subito le gocce di sudore che gli imperlavano la fronte, e da ciò il principe intuì che doveva aver corso per raggiungere il più in fretta possibile la sua camera.

-Principe, perdonatemi l'intrusione, ma vostro padre ha urgente bisogno di voi!- il ragazzo si alzò subito in piedi, raggiungendo il consigliere.

-E' successo qualcosa?- domandò mentre si incamminavano verso la grande sala del Re. Il consigliere fece spallucce, mantenendo comunque la propria aria preoccupata.

-Purtroppo non vi so dire, ma la faccia di vostro padre non era sicuramente delle più tranquille! Mi ha detto solo di venirvi a chiamare.- terminò l'uomo fermandosi davanti ad una grande porta in legno con decorazioni color oro. Il principe annuì, e dopo aver salutato il consigliere con un cenno, entrò nella grande sala reale. Vide suo padre seduto sul trono, la corona che pendeva su di un lato e la faccia imbronciata. Non lo aveva mai visto così preoccupato, ne era sicuro. Solo dopo aver fatto qualche passo notò che tra le mani stringeva una lettera che, nell'estremità superiore di destra, portava il sigillo reale del regno delle streghe. Il principe socchiuse gli occhi, ed inchinandosi davanti al padre parlò.

-Padre, so che mi avete fatto chiamare.- disse il giovane con lo sguardo puntato al pavimento. Il re sembrò ridestarsi solo in quell'attimo, e riacquistò la lucidità. Si schiarì la voce, poi ridiede un'occhiata alla lettera che teneva tra le mani.

-Alzati in piedi.- disse più serio che mai. Akatsuki si preoccupava sempre di più, e quasi si rimangiò il desiderio di nuove avventure che aveva avuto poco prima. Cosa stava accadendo?

-Vi vedo molto preoccupato.- azzardò il ragazzo. Il re dalla sua sospirò, poi passò il dito indice sul baffo destro.

-E faccio bene ad esserlo mio caro Akatsuki. La regina delle streghe non ci porta buone notizie!- esclamò il re. Il giovane fece ancora un passo avanti, sperando così, forse, di ricevere più informazioni solo dallo sguardo del padre.

-Che intendete? Spiegatevi!- pregò il ragazzo, osservando con gli occhi spalancati quelli scurissimi del padre.

-Hai ragione, è meglio che ti dica tutto per filo e per segno.- sbuffò. -Vedi Akatsuki, la regina delle streghe mi ha appena scritto che la futura erede al trono, ossia Hana-chan, è stata trovata questa mattina nel proprio letto... più piccola di 10 anni!- gli occhi del principe dei maghi si spalancarono ancora di più.

-Non... non capisco!- esclamò il ragazzo sempre più stupito.

-Invece hai capito bene. Come penso saprai Hana-chan ha 10 anni, mentre questa mattina e stata trovata nelle condizioni di avere più o meno uno o due giorni di vita... è una neonata!- il cuore di Akatsuki iniziò a battere forte. E solo in quell'istante gli venne in mente la piccola Hana, la stessa bambina che solo qualche giorno prima aveva visto ad un ricevimento reale. In dossava un abitino bianco ed i suoi capelli dorati erano stati legati in due lunghe codine. Ricordò con ilarità come la bambina fosse letteralmente caduta ai piedi del suo amico Leon, esclamando che desiderava, in un futuro, che diventasse lui il suo sposo perchè era troppo bello. Tutti avevano riso, tranne la piccola Hana che era più seria che mai. Tornò ancora più in dietro con la memoria, ricordando la Hana appena nata, quella che aveva tentato di rapire assieme ai suoi amici di sempre. Fu inevitabile che la sua mente riportasse a galla il ricordo di quella bambina goffa ma che in realtà gli aveva insegnato tanto. Scavò ancor di più nella memoria. Come si chiamava? E tutto d'un tratto si delineò nella sua mente il volto tondo e gli occhi grandi di quella bambina. I capelli rossi e quella voce squillante che, evidentemente, non era riuscito a dimenticare. Sforzò ancora di più la memoria, tentando di ricordare il suo nome. E finalmente come un lampo ecco l'illuminazione, Doremi!

-E... e non si conosce la causa di questa emmh... retrocessione?- domandò il ragazzo. Il re sospirò pesantemente con aria riflessiva.

-I medici del Regno sostengono che la piccolina potrebbe avere una malattia genetica che porta a questi risultati. Più Hana-chan usa la magia, più la piccola regredirà. Gli occhi di Akatsuki divennero quasi lucidi, e la sua mente incredula. Non sapeva esistesse una malattia simile nel mondo della magia.

-Comunque non ne abbiamo conferme.- il principe era estremamente dispiaciuto. -Ma non è finita qui.- disse ancora il re.

-Cioè?-

-Se la piccola ha veramente questa malattia bisogna fare in modo che impari a non usare la magia.- Akatsuki pensò che l'idea del padre doveva essere geniale. -Ma è pressocchè impossibile vivere nel mondo della magia senza usare la magia stessa!-

-Padre, perchè mi dite questo?-

-In questa lettera l'attuale regina delle streghe mi chiede di incaricare una squadra che vada in missione nel mondo degli umani, per crescere la piccola Hana ed aiutarla a riacquistare la sua "età". E' probabile che senza usare la magia riacquisti le proprie sembianze in meno di un anno, anche se potrebbe metterci di più. La regina intende mandare una strega esperta, ma sappiamo che i pericoli sono molti anche nel mondo degli umani, e sono onorato del fatto che la scelta del team che dovrà seguire la piccola principessa sia toccata a me.- Akatsuki deglutì.

-Questo significa che...-

-Figlio, penso che un annetto nel mondo degli umani con i tuoi amici non ti possa fare per niente male!-

Non poteva crederci. Nemmeno dieci minuti prima aveva desiderato di vivere un'avventura ed ora si ritrovava a dover affrontare un'esperienza simile. E come diavolo l'avrebbe detto ai suoi amici?

-E poi...- disse fra sè, calciando un sassolino nel bel mezzo del giardino reale. -Io non ne so un bel niente di bambini!- il sole picchiava forte sulla sua testa, e delle leggere gocce di sudore si erano depositate sulla fronte. Sospirando le asciugò con la mano destra, preparandosi un discorso da fare ai suoi tre più grandi amici.

-Akatsuki!- sentì poco lontano. Il principe si voltò, e portandosi una mano sulla fronte per riparare gli occhi dal sole riuscì a riconoscere la figura di Fujo che, con una mano alzata, lo stava salutando. -Bè... Fujo-san è sicuramente il più facile da convincere... mi vuole così bene che non si tirerà mai in dietro!- si avvicinò velocemente all'amico che nella mano sinistra stringeva un libro di storia della magia. -Stavi studiando?- domandò il principe.

-Sì, a breve avrò il primo esame all'università dei maghi.- disse l'amico tutto orgoglioso. Akatsuki sorrise, poi si disse che sarebbe stato ben difficile per il suo amico seguire i corsi se avesse vissuto nel mondo degli umani.

-Sono molto orgoglioso di te!- decise di rispondergli portando una mano sulla sua spalla.

-Sai dove sono gli altri?- chiese l'altro, facendo finta di niente. Il principe riportò la mano al proprio posto, puntando poi lo sguardo scuro verso l'alto. Fujo si stupì per quel gesto, mentre un grosso punto interrogativo si delineava sulla sua faccia.

-Che ti succede?- chiese. Akatsuki sospirò, dicendosi che era meglio dire tutto ai suoi amici quando sarebbero stati tutti insieme.

-Devo parlare a te... e agli altri FLAT!- esclamò tutto d'un fiato, stupendo ancora di più il suo amico.

-Ah... ma è successo qualcosa di grave?- chiese ancora Fujo. Akatsuki non sapeva proprio come rispondere, non riusciva infatti ad immaginare come avrebbero reagito i propri amici. Sicuramente Fujo era un tipo dal carattere estremamente ottimista, ma non tutti i giorni si veniva convocati per una missione nel mondo degli umani.

-E' meglio che ti spieghi tutto quando anche Tooru e Leon saranno qua.- incuriosito Fujo prese tra le mani un ciondolo arancione che portava al collo.

-Posso chiamarli?- Akatsuki sorrise.

-Da quando in qua sei così curioso?- chiese.

-No, no!- fece l'altro agitando le mani davanti al viso. -E' che sono preoccupato per te!- l'amico rise, mentre Fujo chiudeva gli occhi e con il pensiero chiamava a sè i suoi due amici. I FLAT avevano inventato questo stratagemma per comunicare tra loro: ognuno di loro possedeva un ciondolo che, in caso di bisogno, faceva teletrasportare gli amici dove si trovavano loro. Era utile, ma lo usavano raramente. Meno Leon che amava mettersi nei guai tendenzialmente più spesso rispetto ai propri amici. Non ci volle molto prima che due giovani della loro stessa età finissero esattamente di fronte a loro, l'uno con la faccia più sconvolta dell'altro. Akatsuki si stupì nel notare Leon, a differenza di Tooru, con aria sconvolta.

-Leon... che ti succede?- domandò subito il principe dei maghi.

-Oh ragazzi, grazie per avermi chiamato!- esclamò il giovane saltando addosso ad entrambi gli amici. Quelli rimasero con la bocca asciutta, non sapendo proprio che dire.

-Che intendi?- domandò Fujo non appena il suo cervello riuscì a connettere nuovamente con il mondo esterno.

-Ero appena uscito dalla palestra...- iniziò a raccontare il mago biondo. -Quando un gruppo di ragazze si era messo a rincorrermi... non c'è la facevo più! Sono abituato a correre via... ma questa volta ero proprio stanco... dopo tre ore di esercizi!- si lamentò il ragazzo agitando le mani. Tutti e tre gli amici fecero facce diverse, ma di certo non descrivibili. Ma Akatsuki smise quasi subito di pensare ai problemi dell'amico, decidendo di dedicarsi ai suoi, di problemi, che erano ben più gravi.

-Allora, perchè ci avete chiamati?- domandò Tooru. Fujo guardò il principe, facendo spallucce.

-Non so, Akatsuki dice di doverci parlare.- Leon divenne subito incuriosito, e fece qualche passo verso il proprio amico.

-Che succede?- chiese. Akatsuki chiuse gli occhi dicendosi che tanto prima si levava il dente prima il dolore sarebbe andato via.

-Ho appena parlato con mio padre.- a quell'affermazione tutti si zittirono e capirono che doveva essere davvero una cosa importante. -E mi ha dato una nuova missione... ed in questa missione ci siete anche voi.- chiuse definitivamente gli occhi, stringendo entrambi i pugni.

-Una missione?- domandò Fujo.

-E dove?- rincarò la dose Leon. Akatsuki rimase zitto ancora qualche secondo.

-Nel mondo degli umani...- sussurrò. Ma nonostante la sua voce fosse uscita fiebile dalle labbra tutti e tre gli amici poterono capire benissimo ciò che intendeva.

-Nel mondo degli umani?- balbettò Tooru incredulo. Fujo si portò una mano al mento, mascherando la sorpresa.

-Saranno dieci anni che non ci andiamo!- commentò poi dopo un'attenta riflessione.

-Già, da quando...- iniziò a pensare Leon. Non aveva una gran memoria, eppure si ricordava ancora di quanto fosse diverso ma allo stesso tempo simile il mondo degli umani rispetto al proprio. Socchiuse gli occhi azzurro cielo, sospirando piano. E ricordò di quella missione quando era ancora un piccolo ragazzino. Dell'impegno che aveva avuto nel combattere per rapire la piccola Hana-chan, e finalmente gli vennero in mente anche quegli occhi. Non ricordava bene il viso al quale erano accompagnati, ma quel blu intenso sembrava esser stato scolpito nel suo cuore. Ebbe un sussulto nel ripensare a quelle iridi così scure ma al contempo così limpide e si sentì uno stupido nel credere che probabilmente quegli occhi erano stati partoriti dalla sua fantasia.

-Leon?- sentì la voce di Tooru che lo chiamava.

-Sì?- chiese, quasi fosse uscito da un sogno.

-Hai capito?- il biondino intuì che Akatsuki doveva aver terminato il proprio racconto.

-Emmh... no!- nessuno dei suoi amici era stupito.

-Se vogliamo seguire gli ordini del re, e li dobbiamo seguire, dovremo trasferirci per un anno nel mondo degli umani!- esclamò Fujo.

-Già, a sorvegliare la piccola Hana-chan che non può più usare la magia!- disse ancora Tooru. Leon ci mise qualche istante per elaborare la cosa, sino a quando, senza riflettere, disse la sua.

-E io dovrei passare un anno della mia vita a guardare una mocciosa? Mica sono un baby-sitter!- protestò. Ma sapeva bene che gli ordini del re non andavano discussi.

-Sono molto orgoglioso di voi.- diceva il re tutto soddisfatto. Accanto a lui c'era in piedi la regina delle streghe, bella ed austera come al solito. Davanti a loro i FLAT erano inginocchiati con aria di riverenza, e quel rispetto che si può riservare solo a due sovrani.

-E noi siamo onorati di essere stati scelti.- disse Akatsuki, il capo della spedizione. Lo stesso principe si alzò in piedi, avvicinandosi ad una piccola culla. Al suo interno una neonata bionda riposava beata, figlia di chissà quale bel sogno.

-Dieci anni fa la piccola Hana-chan è stata cresciuta da quattro valide ragazze.- iniziò a dire la regina. -Ricordo che voi avete già fatto conoscenza con ognuna di loro... e desidero che collaboriate con loro anche questa volta.- disse ancora la donna. E finalmente nella mente di Leon si delineò meglio quello sguardo.

-Le ricordo.- disse Akatsuki.

-Sì, Doremi, Azuki, Aiko e Ompu.- continuò la donna dai lunghi capelli biondi. Leon ebbe un sussulto. Quasi le gambe cedettero al ricordo di quel viso che finalmente si delineava nella sua mente come quello di una ragazzina dal buffo taglio di capelli e gli occhi grandi. Ricordò quella pelle chiara e quei modi di fare un po' da maschiaccio ma che a lui lo avevano affascinato tanto. La stessa cosa accadde per gli altri FLAT che, dentro di loro, erano contenti di questa collaborazione.

-Sarà una bella esperienza, me lo sento.- aveva commentato Tooru volgendo l'ultimo sguardo al mondo dei maghi. Accanto a lui Akatsuki teneva tra le braccia la piccola Hana-chan che, beata, continuava il proprio sonno.

-Speriamo solo in bene.- chiuse gli occhi, ed un secondo dopo eccoli là, nel mondo degli umani.

 

   
 
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