V e r s u s
Capitolo
VIII
Un rumore cigolante. Una porta accostata frettolosamente; passi felpati nel tentativo di
non destarlo; ma lui si era già svegliato.
Aprì gli occhi
lentamente, e siccome era girato su un
fianco durante la notte, riuscì a vedere le sagoma di
Remus Lupin davanti a sé. Stava trafficando sul tavolo della stanza, dandogli
le spalle, e non si era accorto degli occhi del ragazzo, puntati verso la sua
schiena.
Harry sbatté più volte le
palpebre, cercando di mettere a fuoco anche senza lenti.
Dopo vari
tentativi, e notando che l’uomo non aveva ancora notato la sua presenza, decise
di inforcare gli occhiali. Allungò
una mano verso il comodino accanto al suo letto, ma sentì il dolore
paralizzargli velocemente il braccio scoperto, ora teso verso il mobile di
legno.
“Ohi…” ci scherzò su Harry, che non riuscì
a trattenere l’esclamazione di sconforto.
Remus si bloccò di scatto,
voltandosi verso Harry.
Trasalì un momento.
“Uhm…non mi ero accorto…da quanto sei…”
balbettò Remus, preso alla sprovvista, soprattutto dopo il suo crollo emotivo
di qualche giorno prima.
“Professore” disse Harry, con voce
stranamente decisa. “Va tutto bene, mi sono appena
svegliato…”.
Remus annuì poco convinto,
dopo essersi rilassato un momento, e si passò una mano sulla fronte, asciugandone il sudore, che intanto era
cominciato a scivolare copiosamente sulle sue tempie.
Harry lo fissò un momento.
“Professore, si sente bene?” chiese con
voce incerta, alzandosi su un gomito, ma ricadendo subito dopo sul cuscino.
“Certo” rispose Lupin incerto, ma
abbozzando un mezzo sorriso. “Ora sei tu che devi guarire in fretta…” disse
tornando a voltarsi verso il tavolo, per poi rifarlo subito dopo con due tazze
di the caldo in mano.
Si avvicinò traballando
verso il letto di Harry, badando che il liquido bollente non fosse fuoriuscito.
Harry allungò
piano le braccia ancora fasciate, e nonostante piccoli dolori pizzicanti,
riuscì ad afferrare la sua tazza dalle mani di Remus.
Prima di bere, vide Lupin
porgergli anche i suoi occhiali, li prese e li sistemò al loro posto davanti ai
suoi occhi.
Dopodiché riprese la tazza
con entrambe le mani e bevve un sorso.
Sentì il the scivolargli
dentro caldo, dandogli all’esterno una sensazione di brividi.
Gustandosi la calda bevanda,
cadde un silenzio imbarazzante tra i due.
Harry volendo evitare lo
sguardo di Remus, scese ad un compromesso: s’interessò alle bianche sbarre del
letto ai suoi piedi.
Remus, d’altro canto,
teneva gli occhi fissi sulla coperta di Harry davanti a lui, lo sguardo basso.
Poco dopo, Harry lo sentì
sospirare pesantemente; a quel punto alzò lo sguardo.
“Remus” disse con una fermezza che neanche
lui si aspettava dopo tutto quello che era successo.
Lupin alzò lo sguardo fino
ad incrociare gli occhi smeraldo del ragazzo.
“…sono stato sconsiderato, è vero, e…”
cominciò, ma Remus alzò una mano per ribattere. Harry fu più veloce e lo
bloccò, parlando nuovamente.
“…voglio parlare, devo…” disse,
riabbassando lo sguardo.
Remus si limitò a fissarlo.
Harry continuò,
nonostante la sua iniziale sicurezza, cominciava a vacillare.
“Devo spiegare…perché...”.
“Perché” disse
Remus all’improvviso. Non era una domanda, ma una semplice richiesta, ben
celata.
Harry sospirò.
“Tutto era finito, per me, quella notte”
disse scuotendo la testa.
Remus fece altrettanto.
“Posso sembrare stupido, quasi buffo, ma è
così. La mia vita non è stata semplice, mai. Non l’ho mai ammesso, forse
neanche a me stesso, ma è sempre stato così. Tutto ciò che ho sempre
desiderato, si è realizzato il giorno del mio undicesimo compleanno” disse,
distogliendo lo sguardo da Remus per fissare nuovamente le
sua candide lenzuola.
Aspettò un momento. Remus
non si mosse.
“Quando scoprii tutto questo, credetti di essere speciale, di essere scelto, credevo di far parte
di un disegno superiore…e non mi sono mai reso veramente conto di quanto quei
pensieri erano effettivamente veri” si zittì di nuovo, mentre una civetta in
volo passò vicino alla finestra della stanza, creando una veloce ombra allungata
sul pavimento della camera, e smuovendo con il suo fruscio d’ali il silenzio
che vi era caduto.
“Quasi sei anni fa”
riprese Harry in tono neutro, i suoi occhi ancora fissi sulla coperta.
“Ebbi la fortuna d’incontrare due ragazzi che divennero presto le persone più
importanti della mia vita: non mi ero mai sentito così, era…era inebriante; a lungo andare però, mi accorsi che mi mancava qualcosa,
qualcosa di molto profondo come l’amore di una vera famiglia…” il suo tono si
spense lentamente, facendogli morire le parole in gola.
“L’amore di una famiglia…” ripeté Remus
quasi sillabando, gli occhi fissi, come in una trance.
Harry ascoltò appena.
“Sì, e sai quando arrivò? Quando il mio più
grande desiderio si realizzò?” chiese Harry al nulla
davanti a lui, sapendo che la risposta era scontata.
Remus emise un basso
sbuffo, come a ricordare quei momenti.
“Sì, Remus…quella notte, quando Sirius
Black comparve nella mia vita, quando la verità fu svelata e con essa il passato riaffiorò. Quei momenti vivranno con me per
sempre”.
Remus si svegliò da quella
specie di tepore di pochi istanti prima e fece per
parlare.
“Harry” disse sottovoce.
Il ragazzo alzò una mano
per fermarlo, non aveva ancora finito, sarebbe stato più difficile; non era da
lui fare quelle specie di ammissioni.
“Tutta la magia di quel periodo sfumò
velocemente dopo gli eventi di poche settimane fa” continuò imperterrito,
mentre un sempre più agitato Remus si mordeva il labbro inferiore, con occhi
guizzanti da una parte all’altra della stanza, come se volesse fuggire,
scappare da quella realtà. Ancora una volta.
“…Vidi quel fragile mondo che si era
costruito intorno a me svanire, senza la possibilità di evitarlo. Sai, quando
si trova qualcosa a cui si tiene profondamente, si ha una paura enorme di
poterla perdere. E così è successo.” Harry scosse la
testa, rimanendo un momento in silenzio. Poi riprese.
“Io…non voglio affezionarmi a nessuno,
perché ogni volta che lo faccio, condanno quel qualcuno a morte…era giunta l’ora di togliere il disturbo. Era giunta l’ora di
smettere di fingere che questo ragazzino che vive nel mio corpo e pensa con la
mia mente, possa un giorno, salvare il mondo. Tsk…stupida convinzione utopistica. Con il mio fallimento,
deluderò le vostre più felici aspettative; quando ve
ne renderete conto, sarà, forse, troppo tardi…” finì Harry.
Remus aprì bocca per
ribattere, ma ancora una volta fu interrotto dalla voce di Harry che tornò a
parlare.
“Per favore non dire ciò che stai per dire. Perché lo so cosa stai
pensando; è nella tipica mentalità di chi mi vuole bene. Non ti chiederò
nulla, solo di cominciare a pensare veramente alla persona che sono. Non lasciarti ingannare da tutto
quello che ho potuto fare o hanno detto di me, o a causa di mio padre.
Non merito questo nome; non lasciarti offuscare la mente dal tuo affetto per
me: vai oltre questo, guardami per quello che in
realtà sono. Con la mia presenza, ho privato il mondo di quella di persone
meravigliose. Io mi sento in colpa.” terminò piano Harry, come se le ultime parole fossero state
proprio quelle che non riusciva a dire, proprio quelle per cui ci aveva così
girato intorno.
Ci fu un momento di
silenzio, battuto solo dai passi frettolosi dei Guaritori fuori
dalla camera, che percorrevano velocemente su e giù il corridoio, da una
stanza all’altra.
Remus pareva immerso in
fitti pensieri, e sembrava non essersi accorto neanche che Harry aveva smesso
di parlare.
Rimasero così per qualche
minuto, contemplando tutto ciò che era stato detto, e quello che non era stato
neanche accennato, ma che era trasparito dalle parole del ragazzo.
Un sonoro click dietro di
loro, li costrinse a voltarsi, mentre la stessa infermiera che era entrata qualche giorno prima, faceva il suo ingresso con passo
spedito.
Harry sbatté più volte le
palpebre, un po’ frastornato dal momento.
La donna con lo sguardo
basso, intenta a guardarsi le scarpe mentre camminava, raggiunse
Remus e gli si fermò davanti alla sedia.
Il licantropo alzò lo
sguardo, non mutando però la sua espressione avvilita.
“Buongiorno” disse con voce atona.
L’infermiera annuì seria,
senza distogliere lo sguardo da quello di Remus.
“Devo dirle una cosa importante. E’ appena
arrivata una comunicazione dal mondo babbano…” rispose
lei, sistemandosi automaticamente una ciocca biondiccia dietro l’orecchio
sinistro.
“Mi dica…”.
“Le dice niente Orfanotrofio Grant?” chiese con aria preoccupata.
Remus spalancò un momento
gli occhi, ricomponendosi velocemente, cercando di
celare la sua crescente preoccupazione.
“Sì, certo…dove Harry..”
disse quasi incredulo.
“Esattamente…l’attuale direttrice, la
signora Grant, doveva effettuare il controllo di
routine del signor Potter due giorni fa…” disse, ma fu interrotta da Remus.
“Venga al dunque, per favore!” disse il
mago, preoccupato. “so la procedura…come si sono messe le cose?” continuò,
moderando il tono di voce.
La donna inarcò brevemente
un sopracciglio, in disappunto, ma notando la preoccupazione dell’
uomo, si addolcì.
“Beh…per ovvi motivi” e lanciò un’occhiata
a Harry. “La procedura di controllo del ragazzo è saltata…ha voluto sapere cosa
sia successo recandosi all’ospedale babbano di Londra… Una nostra strega che
lavora lì come infiltrata, ci ha riferito che era su tutte le
furie…Naturalmente ha dovuto dirle la verità… e dirle di venire qui” concluse la donna piuttosto velocemente, aspettandosi
una dura reazione.
Remus rimase stranamente
lucido, anche se piccole gocce di sudore tornarono a
imperlargli la fronte.
“Come farà ad entrare? Questo è un ospedale
magico, nel mondo della magia…” chiese incerto, con occhi spaesati.
L’infermiera sospirò.
“Quella stessa strega che lavora in
incognito nell’ospedale babbano, l’accompagnerò qui… non so come farà; credo un
incantesimo.. quando preleverà il signor Potter, le
verrà cancellata la memoria, e crederà che questo sia un ospedale normale”.
A Remus si bloccò il
respiro per un momento, rimanendo senza fiato.
“Cosa intende per
‘prelevare il signor Potter’?” chiese Remus,
abbassando il tono di voce, quasi ringhiando, cercando così di non farlo
esplodere in una sfuriata.
La donna non si mosse, si limitò solo a fissarlo.
“Beh.. signor
Lupin, dopo quello che è successo, non crederà che Harry Potter rimanga qui…!
Non so cosa gli accadrà, ma la visita della signora Grant renderà difficile le
cose” disse in tono un po’ scontato, e con questo uscì
a passo svelto dalla stanza, così com’era venuta.
Remus fissò ad occhi
sbarrati la porta chiusa, anche dopo molto tempo che la donna se n’era andata.
Ecco. Le cose si
complicavano ancora di più.
Temeva per quello che
sarebbe potuto accadere.
Si passò una mano sugli
occhi affaticati, cercando di fare un momento mente locale. Provò a
concentrarsi sul presente, cercando di non farsi stravolgere dall’ondata di
sentimenti degli ultimi momenti.
Doveva pensare alle parole
giuste da dire ad Harry.
Inspirò profondamente e
chiuse gli occhi per un istante. Doveva muoversi, non c’era
molto tempo.
Riaprì le palpebre, mentre
si voltava verso uno stupefatto Harry.
Il ragazzo non cercava
nemmeno di provare a nascondere la sua sorpresa; la sua espressione era lo
specchio della sua anima: gli occhi spalancati, in cerca di un qualcuno o di un
qualcosa che sembrava non voler essere trovato, la bocca, che spiccava sulla
pelle candida, era socchiusa, attonita…
I suoi occhi verdi si
mossero veloci da una parte all’altra, quasi in presa al panico. La sua
meraviglia, o per lo più stupore, echeggiava nelle sue
poche parole.
“Sta…sta venendo a prendermi?” chiese infatti, con una voce simile ad uno squittio.
Remus deglutì
rumorosamente.
Stava succedendo tutto
troppo in fretta, con il tempo che scivolava veloce tra le dita. Troppi fatti
negli ultimi giorni…c’era il rischio di non riuscire più a controllare la
situazione.
Harry parlò di nuovo,
ripetendo la stessa domanda.
Remus si morse un labbro.
Senza quasi rendersene conto, annuì leggermente.
***
Ciao!
Scusate per il problemino di visualizzazione del capitolo 7, ho provato e riprovato… ma usciva così!
Passando ai ringraziamenti… Morgan_Snape
( Grazie! Infatti ho cercato di far apparire Silente in quel modo..
sono contenta di esserci riuscita! ^___^), Emily (Grazie dei
complimenti! Mi hanno fatto davvero piacere!), Lady Hawke (Grazie mille!
Era proprio così infatti che volevo apparisse Silente,
anche a me aveva un po’ deluso nel 5° libro^^), ALELUPIN (Grazie! Sono
felice che hai sempre seguito la storia! … Per me vale la stessa cosa: Lupin è
il mio personaggio preferito, e mi è sempre piaciuta l’idea di farlo stare un
po’ con Harry^^).
Alla
prossima^^
Valeria