Angoli
nascosti
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Capitolo 03
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Bulma si gettò letteralmente dentro l’enorme vasca da bagno invasa da bolle e
schiuma profumata di muschio bianco.
Introdusse all’interno dell’acqua bollente prima un piede e poi un altro
dopo essersi tolta la spugna bianca attorno al suo corpo per riporla nell’apposito
appendino lì accanto.
Il suo corpo venne avvolto da una bellissima sensazione di calma e
tranquillità, giusto quello di cui aveva bisogno dopo una giornata come quella,
sperando che l’odore di uova marce dovuto allo zolfo che emanava il vulcano,
venisse sostituito da quello presente nei sali da bagno.
Aveva avvolto i capelli in una spugna in modo da trattarli successivamente,
quello di cui aveva bisogno in quel momento era rilassare i nervi lasciandosi
andare dalla dolce coccola del vapore acqueo che aleggiava come una nebbia
fitta all’interno della stanza e dalle bollicine della jacuzzi.
Bulma accese preventivamente delle candele profumate e spento la luce.
“Tranquillità” Sospirò immergendo tutto il corpo chiudendo gli occhi.
Quella era stata una giornata pesante e le sue gambe stavano ringraziando
per il calore che le stava avvolgendo, seguito da un massaggio rilassante dalle
bolle d’acqua.
Dopo del corpo, sarebbe toccato al viso, ancora provato e segnato da
ustioni e graffi leggeri, ne avrebbe rimediato con creme e unguenti che teneva
custoditi gelosamente nell’armadietto della bellezza, come lo chiamava lei,
riempito da tutti i rituali della routine della sera.
In pratica da quando saliva in camera, a quando andava effettivamente a
letto, passavano all’incirca un paio d’ore, se andava bene.
In quel caso ci avrebbe messo molto di più, perché una sola applicazione di
pomata non sarebbe di certo bastato a lenire il rossore dell’ustione, eppure la
sua tuta protettiva era ad alta efficacia e poteva resistere alle più alte
temperature, poco importava, l’indomani si sarebbe fiondata su quel progetto,
non sia mai che le dovesse capitare ancora di finire dentro un vulcano attivo.
Bulma però doveva anche chiamare i suoi amici per portargli la buona novella
della raccolta di tutte e sette le sfere, pigiò il tasto al lato dello smartwatch
al polso e vide che erano appena le otto di sera, un orario ancora accettabile
per fare delle telefonate.
L’azzurra non uscì dalla vasca, ma si limitò ad alzare la cornetta vicino
alla vasca e si fece i complimenti da sola per aver pensato ad installare
apparecchi telefonici in ogni stanza della casa; un po' meno felice era sua
madre, perché ogni vota che trillava il telefono quell’eco risuonava per tutta
la casa, rischiando che il rumore venisse avvertito dall’altro capo del
pianeta.
Invano anche il tentativo del dott. Brief di riconfigurare la rete
telefonica in assenza della figlia, Bulma l’aveva
dotata da una serie di codici troppo complicati per lui, però purtroppo, a
causa dei troppi impegni lavorativi si era dimenticato di chiedere a Bulma di rivedere il suo progetto e di risistemarlo.
La scienziata aveva chiamato per prima il Genio delle Tartarughe di Mare e
poi Chichi, avvisandoli appunto che l’indomani
avrebbero richiamato il potere di Polunga per
iniziare a riportare in vita i caduti durante le battaglie che si sono
susseguite nei mesi precedenti.
Si era appena rimessa comoda con gli occhi chiusi quando un boato sordo
provenne dall’ingresso del bagno facendola sobbalzare e di conseguenza
trasbordare acqua e sapone al di fuori dalla vasca, sul pavimento dove erano
state riposte accuratamente dei tappetini da bagno di spugna rosa.
Volse lo sguardo terrorizzato verso la porta che era stata completamente
disintegrata e vide lui che la guardava con quell’espressione sadica in volto.
Era la prima volta che Bulma temeva per la sua
incolumità da quando aveva invitato il saiyan a
restare in casa sua.
Deglutì il nulla e quando si ricordò di essere completamente nuda prese
l’accappatoio con un movimento repentino della mano e si coprì la parte
davanti, immergendo completamente la spugna nell’acqua fino ad inzupparla tutta
e rendendola poi inutilizzabile.
Vegeta avanzò verso di lei a piccoli passi senza mai togliere la
connessione con i suoi occhi, le piaceva intimorirla e doveva ammettere a sé
stesso che l’agnellino ora era in trappola, sarebbe stato facile farle del
male, se solo fosse stato quello lo scopo della sua intrusione.
Bulma d’altro canto pensò stesse per avere un infarto, il braccio sinistro le
doleva, ma solo perché la cintura dell’accappatoio si era avvolta troppo
stretta sul bicipite.
Deglutì il nulla ed iniziò a tremare.
Per la prima volta non riuscì a leggere le sue intenzioni e questo la
faceva andare in bestia.
“C-che…che vuoi?” Gli domandò balbettando.
“È inutile che ti copri, quel pezzo di stoffa non ti proteggerà…e poi credi
che non abbia mai visto nessuna donna nuda?” Berciò altezzoso il saiyan fermandosi al bordo della vasca continuando a
scrutarla.
“E’ anche vero che se mi avessi voluta morta, non ti saresti limitato a
spaccare la porta, dico bene?” Bulma tirò fuori il
coraggio che aveva represso per un istante.
“Tsk! Credi di conoscermi così bene, donna?”
Vegeta schioccò la lingua rimanendo immobile.
Bulma inarcò un labbro con aria di sfida “Ti conosco bene per sapere che sei
venuto fino qui per chiedermi un favore.”
Vegeta sogghignò “Più o meno, ma non fraintendere.”
“Ti ascolto” Deglutì Bulma.
“Ho bisogno di una navicella…”
“Puoi prendere quella che è parcheggiata nel giardino, mio padre l’ha già
messa a nuovo.” L’interruppe irritandolo, infatti Vegeta si scagliò contro di
lei in un nano secondo chiudendole la bocca con due dita, stringendo così forte
da lasciarle un paio di segni rossi.
Tutti vani i tentativi dell’azzurra di togliergli le mani di dosso, il
principe l’aveva stretta in una morsa quasi letale e se ci avesse messo ancora
un po' di pressione, la mascella di Bulma si sarebbe
rotta.
“Non osare interrompermi, mai più! È chiaro?” Le aveva detto alitandole in
volto facendola rabbrividire.
“Sei un animale, Vegeta!” Bulma si massaggiò la
parte inferiore del volto con delicatezza, le doleva e anche parecchio, ma per
quanto sia non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di avvertirlo che le aveva
inferto dolore.
“STA ZITTA!”
“A che cosa ti serve quella navicella?” Glielo doveva chiedere e zitta non
se ne sarebbe mai stata.
Vegeta sbuffò, quelli non erano affari che la riguardavano, era una
questione in sospeso tra lui e Kakaroth.
L’intenzione del principe dei saiyan era quella
di prendere il suo acerrimo rivale una volta riportato in vita, poi caricarlo a
forza sulla navicella e prendere il largo per un pianeta lontano e deserto.
Doveva vederlo, doveva vedere con i suoi occhi il leggendario super saiyan e batterlo, perché in cuor suo Vegeta sapeva di
potergli tenere testa, ma sarebbe stato troppo facile se Kakaroth
usava solo metà della sua forza in quanto avrebbe rischiato di danneggiare il
pianeta Terra, quindi era per questo che aveva preso la decisione di allontanarsi
da lì.
“Tu pensa a riportare in vita quello smidollato di Kakaroth!
Al resto ci penso io.” Le disse prima di voltarle le spalle e sparire da quella
stanza lasciandola da sola con un mucchio di detriti da sistemare.
“Scimmione senza cervello!” Imprecò lei nella sua mente digrignando i denti
ed uscendo dalla vasca ancora più agitata di prima.
*
“No, no e no!” Disse Juth rassegnato
schiaffeggiandosi la testa.
Da qualche giorno si era preso la briga di insegnare all’uomo delle stelle
di nome Goku la tecnica del teletrasporto, ma sembrava che non avesse ben
capito come funzionava.
“Che ho fatto ora?” Chiese il saiyan con aria
interrogativa “Ho seguito le tue istruzioni alla lettera.”
“Tu credere di imbrogliare me?” Chiese indispettito.
“Si dice: Non crederai di imbrogliarmi?” Lo corresse sospirando.
“Non stiamo imparare lingua terrena, ora.”
“Si dice: Non stiamo imparando la lingua terrestre”
“Non prendermi per i fondelli, ragazzo!” Disse in tono piuttosto irritato
lo yardratiano puntando i pugni sui fianchi.
“Senti…che cos’ho fatto che non va questa volta?” Goku pensò bene di
formulare una domanda per sviare il discorso e ritornare sui suoi passi per non
portare quella discussione troppo alle lunghe, aveva imparato a conoscere
quello strano popolo, e sapeva bene quanto fossero permalosi, soprattutto il
suo nuovo maestro.
“Hai usato la super velocità!” Rispose tornando a sedersi sulla roccia
piatta fucsia con le gambe incrociate per meditare.
“Chi? Io? Guarda che ti sbagli!”
“Rifare tutto…concentrati!” Juth chiuse gli occhi
ed alzò le braccia a mezz’aria facendo combaciare gli indici e i pollici di
entrambe le mani.
Goku sbuffò e corse lontano nei pressi della montagna che si vedeva in
lontananza borbottando qualcosa di incomprensibile.
Eppure non era un tipo che si arrendeva facilmente, anzi, in quegli anni
aveva sempre dimostrato grande costanza e tenacia nel raggiungere i propri
obiettivi, cercando di migliorarsi sempre di più imparando nuove tecniche.
E quella l’avrebbe imparata!
Al costo di rimanere in quel pianeta sconosciuto una vita, ma ci sarebbe
riuscito.
Goku alzò gli occhi al cielo, non sapeva bene per quale motivo, ma sembrava
che qualcuno o qualcosa lo stesse richiamando a sé.
Scrollò la testa, non era il momento di farsi prendere dai sentimentalismi,
anche se la sua famiglia gli mancava molto, soprattutto Gohan.
Chissà se stanno bene…
“CONCENTRATI!” La voce di Juth risuonò limpida e cristallina
nella sua testa facendolo rinsavire e tenere gli occhi puntati sul suo
obiettivo.
Goku inspirò ed espirò profondamente incanalando energia presa dagli
elementi attorno stando ben attento a non confondere le auree che avvertiva,
doveva percepirne una sola, ovvero quella di Juth,
lui era il suo obiettivo primario.
Si portò sulla tempia due dita e una volta individuata: sparì.
Riapparve davanti allo yardratiano che lo
guardò con aria rassegnata.
“Non ci siamo, riprova!” Gli disse senza neanche aprire gli occhi.
“Ma come non ci siamo?? Ho fatto tutto quello che mi hai detto!” Protestò
puntando i piedi a terra come un bambino.
Juth aprì un occhio per poi richiuderlo subito dopo “Non credo, non mi avere
ascoltato bene.”
“Ho fatto esattamente quello che mi hai detto…forse sei tu che non ti
esprimi bene”
“Io essere consapevole di non parlare bene, ma le mie istruzioni essere
chiare. Teletrasporto è una tecnica facile, ma non eseguire bene se tu pensieri
diversi.”
Goku si sedette accanto a lui, in effetti aveva ragione quell’omuncolo, la
nostalgia di casa lo stava portando a non avere la giusta concentrazione, forse
anche Gohan e Chichi erano
preoccupati per lui, del resto Gohan aveva visto
scoppiare Namecc come un fuoco d’artificio con la
consapevolezza che anche suo padre era lì e che potesse aver fatto la stessa
fine.
“Hai ragione, Juth…” Sospirò rassegnato “…mi
manca casa.”
“Vattene!”
Goku inarcò un sopracciglio distrattamente “Cosa?”
“Vattene…se non vuoi stare qui, prendere navicella e vai via” Disse senza
tanti giri di parole.
“Io non voglio andarmene, non prima di aver imparato questa tecnica. E poi
non posso farlo finchè la navicella non verrà
riparata.”
“Oh! Giusto…smembrata” Sogghignò.
“Già…smembrata!” Goku alzò un labbro in un sorriso tirato, poi stava per
dire qualcosa quando il cielo si fece improvvisamente scuro e un forte vento si
alzò facendo volare giù dal masso lo yardratiano,
soccorso subito dopo dal saiyan prima che volasse via
trasportato dalla corrente.
“Ma che sta succedendo?” Chiese terrorizzato il piccolo uomo viola.
A Goku morì il cuore in gola, lui sapeva benissimo che cosa stava
accadendo, Polunga era stato invocato e lo stava
venendo a prendere, ed infatti tra fulmini e saette comparve la faccia
spaventosa del drago che fece svenire Juth, tanto che
Goku pensò fosse morto all’istante.
“Cavolo! Lo hai fatto secco!” Si grattò la testa perplesso il saiyan.
“VIENI CON ME, GOKU! I TUOI AMICI TI RECLAMANO!” Disse il dio drago di Namecc con voce grossa e minacciosa.
“Ora non posso! Digli che tornerò appena potrò!” Aveva appena appurato che
stavano bene e questo gli aveva dato la giusta scarica elettrica e forza per
proseguire nel suo obiettivo.
“NON SEI TU A DECIDERE!”
“Ti prego, fammi questo favore! Avvisali che tornerò presto.” Si
inginocchiò pregandolo.
Il drago deglutì il nulla, non gli era mai capitata un’insolenza simile, ma
era anche ben consapevole che se Goku non voleva andare con lui, niente lo
avrebbe smosso di lì, nemmeno il suo grande potere.
“E VA BENE!” Polunga sparì subito dopo portando
via con sé il cielo scuro e la tempesta che aveva scatenato.
*
Continua
*
Angolo
autrice: Lo so, lo so…sono
imperdonabilmente in ritardo e mi dispiace un sacco aver snobbato, se
così vogliamo dire, questa long.
Purtroppo nelle settimane precedenti ho dovuto terminare per forza di cose
un’altra opera sul fandom di Miraculous e poi, non
contenta, mi sono dilettata alla stesura di ben due storie per quanto riguarda Halloween Party organizzato dal sito fanwtriter.it, e poi una one shot per il
Calendario
dell’Avvento, sempre organizzato dallo stesso sito.
In ogni caso ora sono qui e non me ne andrò finchè
non riuscirò a mettere la parola fine a questa storia.
Ringrazio tutti quelli che mi seguono con entusiasmo e spero che questo
capitolo vi sia piaciuto.
Vi mando un forte abbraccio, Erika 😊
*
P.s.: ringrazio anche qui la carissima sweetlove per la fan art dedicata
alla mia storia di Miraculous, vi lascio il link per
vederla, e leggerla se volete XD.
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4000523&i=1