Piccola nota prima di leggere: questa storia non è mia, è una traduzione dall'inglese, con il permesso dell'autrice. Potete trovare l'originale a questo indirizzo:
https://www.fanfiction.net/s/13924808/1/I-felt-a-Funeral-in-my-Brain?__cf_chl_jschl_tk__=RMqmWDLYd2nmW_HHFFucf9tHegVpgIgV7yuz8OI7mpE-1637877538-0-gaNycGzNCBE
TW: riferimenti NON grafici a violenze sessuali.
Vi auguro una buona lettura.
.
.
.
.
.
.
Era sempre la solita
vecchia discussione, eccetto il fatto
che questa volta erano leggermente ubriachi. Holmes era drappeggiato
sul
divano, una mano che reggeva un bicchiere di brandy sul petto e
l’altra abbandonata
sul pavimento. La sua testa era appoggiata su un cuscino e stava
guardando
pigramente dentro il caminetto. Watson era sulla sua poltrona, le gambe
sollevate
e il suo libro abbandonato sul tavolino a fianco. Anche lui aveva un
bicchiere
di brandy in mano, e guardava contento la neve che cadeva fuori dalla
finestra.
“Sto solo
dicendo,” biascicò Watson, con la sua pronuncia
leggermente scozzese che lo faceva riconoscere, “che le donne
sono… morbide.”
“Morbide?”
rispose Holmes con uno sbuffo. “Se voglio
morbidezza, ho questo cuscino proprio qui. O forse potrei prendermi un
cagnolino che mi si acciambelli sulle gambe come se fossi una vecchia
signora
che non ha altra compagnia.”
“Non solo
morbide” insisté Watson “Le donne
sono…
irresistibili, ma nel migliore dei modi. E quando trovi quella
giusta… è davvero
come trovare quella che chiamano “la tua parte
migliore”. È come guardare il
cielo notturno. Non ne sono mai stanco, o meno affascinato. Mi sento
sempre più
vivo, più completo. Quando Mary è morta, una
parte della mia anima è morta con
lei. Non sarò mai più lo stesso, e non voglio
esserlo.”
“Può
darsi. Ma questo è perché tu eri davvero suo
marito.
Sai, mente e corpo, e finché morte non vi separi, e tutte
quelle altre cose che
la gente dice ai matrimoni perché siano melensamente
romantici. L’amavi, questo
voglio dire.”
“E questo cosa
vorrebbe significare?” chiese Watson “Certo
che l’amavo! Se avessi potuto fare qualcosa per salvarla,
l’avrei fatto.”
“Non volevo dire
nulla contro di te” lo rassicurò Holmes
“Sto pensando a me stesso. Quando mia moglie è
morta, non ho sentito nulla di
così potente. Ma questo perché non ero un buon
marito, ero solo l’uomo che
aveva sposato.”
“Di che stai
parlando?” mormorò Watson “Tu non sei
mai stato
sposato”
“Mmm-hmm”
fece Holmes “Lo sono stato”
“Mi prendi in
giro” rispose l’altro.
“No”,
assicurò Holmes, ma poi sghignazzò, sorridendo
stupidamente sotto l’effetto dell’alcol.
“Non ne ho mai parlato perché sapevo che non mi
avresti creduto. E poi non
voglio che qualcuno pensi che sono un romantico.”
“Ma come hai
fatto a sposarti se non sai nulla dell’amore o
del romanticismo? Come faceva ad andare d’accordo con te?
Doveva essere
follemente innamorata.”
“Non mi serviva
sapere qualcosa dell’amore” rispose Holmes
agitando la mano libera in aria come se fosse stata
un’affermazione ovvia.
“Hmm?”
mormorò Watson per poi guardare il suo amico “Stai
scherzando”
Holmes allungò
il collo per guardare Watson fermamente.
“Sono molto serio.”
D’improvviso,
Watson si sentì molto sobrio e Holmes deglutì
pesantemente, sentendosi stranamente sobrio a sua volta. Si
tirò un po’ su,
finì il suo brandy, guardò di nuovo nel fuoco.
“Quindi era
un… matrimonio combinato?”
Holmes scosse la testa
negativamente. “No, ma quasi”
“Intendi un
matrimonio di convenienza?”
“Si”
affermò Holmes.
“Chi
era?” chiese a bassa voce il dottore.
“Un’amica
di famiglia. Beh, non è del tutto vero. Era una
amica mia, in verità. Forse l’unica che abbia mai
avuto durante l’infanzia. Ci
vedevamo spesso quando la mia famiglia era a casa, e mi piaceva
perché mi
seguiva in qualunque idea mi fosse venuto in mente.”
Fece una pausa, un piccolo
sorriso stava sulle sue labbra
mentre ricordava. Watson era in silenzio e aspettava che continuasse.
“Poi sono stato
malato per molto tempo” disse infine Holmes sospirando
“e quando sono stato forte abbastanza da poter uscire di
nuovo, abbiamo
scoperto che all’improvviso eravamo rispettivamente un
giovane uomo e una
giovane donna, e che giocare insieme nei boschi non era più
molto appropriato.”
“Non sapevo
fossi stato malato da bambino” disse Watson.
“Oh,
si” rispose con una scrollata di spalle “Non si
vede
perché sono guarito completamente e non ho avuto effetti
persistenti sulla
mobilità o le abitudini. A parte, certo, la mia tendenza a
non mangiare o
dormire per giorni e giorni, ma quello è soprattutto per
scelta. È stato
durante quei lunghi mesi in cui non sono stato bene che ho acquisito
alcune
delle conoscenze che mi sono state indispensabili durante i miei casi,
tutto
dalle pratiche di varie tribù africane a diversi tipi di
piante velenose. Ho
letto ogni libro su cui potessi mettere le mani.”
Watson finì il
suo drink. Non voleva costringere Holmes a
dare più informazioni, ma era incredibilmente curioso.
Ciò che Holmes aveva già
detto era più di quando Watson pensava che potesse sapere
sul passato del suo
amico, e se lo impresse nella memoria. Fortunatamente, non dovette
chiedere,
perché Holmes continuò da solo.
“Quando tornai a
casa dalla scuola preparatoria, era un
ragazzo ben piantato, se non è una cosa poco modesta da
dire. Come ho detto, ero
guarito fisicamente dalla malattia e avevo imparato a tirare di boxe,
di
scherma e a recitare. Soprattutto, ero colto e pronto per
l’università. Nel
mentre, il padre di Violet aveva fatto diversi buoni investimenti ed
era
diventato benestante. Naturalmente, lei aveva molto corteggiatori.
Attirava
molti ragazzi ad ogni occasione, era bella, gentile e di buona
famiglia, e
piaceva a tutti quelli che la conoscevano. Ma quando
all’improvviso c’è stata
una grande eredità sul piatto, quegli ammiratori sono
raddoppiati, e non per il
meglio.”
Violet. Quindi
è così che si chiamava, e Watson se lo
appuntò nella memoria. Come ha fatto, con così
tanti corteggiatori, a finire
con Holmes?
“L’uomo
che vinse la sua mano non era l’uomo che lei aveva
scelto, ma piuttosto l’uomo che suo padre aveva scelto per
lei. Ed era una
canaglia.”
Il viso di Holmes si torse
di disgusto, e Watson sapeva che
parlava sul serio.
“Lei venne da
me” continuò piano. “Sapevo che qualcosa
non
andava, c’erano dei lividi sulle sue braccia e sui suoi
polsi. Mi pregò di
aiutarla ad andarsene e a scappare dal suo fidanzato. Suo padre era
accecato
dal suo fascino e dalla terra della sua famiglia e rifiutava di
ascoltare una
sola parola contro di lui. Ma Russel era orrendo con lei, la picchiava
quando
erano soli e fece dei tentativi per prenderne la virtù prima
del loro
matrimonio.”
Watson
rabbrividì, ma Holmes non lo stava guardando.
“Oggi avrei
potuto farlo” disse “Oggi avrei potuto farla
sparire. Ma allora ero giovane e inesperto, non sapevo come. Ero
combattuto,
non sapevo cosa fare. L’unica cosa che sapevo per certo era
che non potevo
lasciarla a quel bruto. Così la sposai.”
“Per salvarla da
lui” disse Watson.
“Si”
confermò Holmes “Ero un ragazzo determinato. Non
ero
intimidito da lui, né da nessun altro. Dimostrai presto che
non potevo essere
persuaso ad annullare la nostra unione con le minacce e le corruzioni
che
misero in atto, maledetti. Non mi interessavano le
conseguenze.”
“Conseguenze?”
chiese Watson.
“Lei ed io fummo
entrambi esiliati e diseredati dai nostri
rispettivi padri” rispose Holmes con leggerezza.
“Eravamo rimasti senza casa e senza soldi, e così
andammo a vivere con Mycroft,
che non mi aveva rinnegato, fino a quando non fummo in grado di vivere
da soli.
Mycroft, per fortuna, non era interessato a chi io sposassi o quando o
perché.
Violet ed io programmammo di vivere separatamente quando avremmo potuto
permettercelo
e di rimanere sposati solo legalmente, visto che io non
l’amavo e a lei non
serviva un vero marito.”
“Le hai concesso
il divorzio?” domandò Watson.
“Lo avrei fatto
se lo avesse voluto,” rispose “ma come ho
detto, non era così. La terribile esperienza con
quell’uomo le fece perdere
ogni interesse nello sposare qualcuno che non fossi io. La sola idea di
essere
alla mercè di uomo così ogni giorno della sua
vita la faceva tremare, e quindi avere
me a proteggerla da attenzioni non volute funzionava bene per
entrambi.”
“Ma sicuramente
qualcosa è successo” insisté Watson
“Non sei
più sposato”
“No”,
disse Holmes spostando tristemente lo sguardo su
Watson. “Quando il suo fidanzato la picchiava nei giorni
prima che riuscissi a
portarla via, lui… Lui l’aveva ferita
pesantemente. Io non ero lì, e non potevo
fermarlo, ma giuro su Dio che avrei voluto. Ancora adesso, dopo aver
risolto così
tanti casi e aver portato così tanti assassini alla
giustizia, se potessi,
tornerei indietro in quel dannato villaggio e affronterei quel
maledetto uomo
ancora e ancora! Lo fermerei in un modo o nell’altro, anche
se dovesse costarmi
la vita o la libertà!”
Watson lo
guardò ad occhi sbarrati, osservando la smorfia
sul viso del suo amico ammorbidirsi molto lentamente, osservando come
Holmes
prendesse diversi respiri tremanti e la sua faccia tornasse al suo
colore.
“Ho provato a
prendermi cura di lei” mormorò infine
“Ma non
stava bene. Il danno che lui aveva fatto persisteva nonostante i
tentativi dei
medici. La sua salute peggiorò soltanto più
andava avanti la gravidanza.”
Watson si
strozzò. “Tu… Tu hai un
figlio?”
“Non era figlio
mio, temo” rispose dolcemente “Uno
degli…
attacchi di lui ebbe successo.” All’improvviso,
Holmes sembrava piccolo e
sconfitto.
“Oh. Mi dispiace
tanto…”
“So di aver
detto che non l’amavo, ma non è proprio vero.
Lei era… Un’amica. E, credici o meno, avrei fatto
il mio dovere come suo marito
e consumato il nostro matrimonio se fosse stato necessario. Ma, quando
accadde,
dopo ciò che lui le aveva fatto, lei detestava essere
toccata da un uomo. Il mio
tocco non la infastidiva più di tanto, ma non andammo mai
oltre lo stare
abbracciati. E si, era… morbida. Non è vissuta
molto, morì di parto. Lui l’ha
uccisa, con la sua crudeltà. Mia moglie.”
Watson taceva, digerendo
le informazioni.
“Non
c’era nulla da fare perché potesse essere punito
dalla
legge” continuò Holmes “Avrei fatto il
mio dovere e l’avrei vendicata, ma lei
era una devota cristiana che credeva che il Signore avrebbe preso la
Sua
vendetta sul dannato con i Suoi tempi, ed io avrei mancato di rispetto
alla sua
memoria se avessi regolato i conti da solo. E io ero giovane, non
sapevo che
altro fare, così, invece, ho… spinto le cose a
favore del buon Dio al meglio
che potevo. Nel frattempo, vedi, quel bruto è caduto preda
del suo potenziale
suocero. Ero stato in grado di convincere suo padre, attraverso alcune
lettere
di lei, che Russel era una bestia. È stato lui ad ucciderlo,
e poi si suicidò.
Non è troppo, credo, presumere che si incolpasse del destino
di Violet. E
avrebbe dovuto, visto che la sua cecità aveva giocato una
parte importante.
Spero che marciscano entrambi all’inferno.”
“Mio
Dio” mormorò Watson, le mani che tremavano
leggermente
“Mio Dio…”
“Mio figlio ha
vissuto poche settimane dopo la sua morte”
continuò piano Holmes. Era come se venisse tutto fuori, ora
che stava
finalmente parlando di questo. “Era troppo piccolo e troppo
debole, e presto
morì. Il dottore disse che i suoi polmoni erano
sottosviluppati. È sepolto
accanto a sua madre, entrambi sotto il nome Holmes, il mio nome. So che
Sherlock II non era davvero mio figlio, ma lo avrei tenuto e cresciuto
come mio
e lo avrei amato. L’ho amato, in un certo senso, anche se era
una strana
sensazione, sapendo che mio figlio sarebbe morto da lì a
poco.”
“Perché
mi stai raccontando tutto questo?” chiese Watson con
la voce che si spezzava.
“Perché
io so che posso sembrare… non empatico, a volte,
Watson. E non sempre sono stato elogiativo nei confronti delle donne o
del
romanticismo. Ma io… cerco di capire. Il mio punto, credo,
è che ho avuto…
morbidezza. Se la volessi di nuovo, potrei averla. Dopo tutto, non sono
un
pessimo partito. Ma il matrimonio, per me, non ha significato altro che
dolore
e non vedo una ragione per cercarlo di nuovo. Io credo che se Violet
avesse…
incontrato un uomo come te, avrebbe potuto vedere che l’amore
vero era
possibile, che un marito e una moglie possono condividere un amore
equo. Ma per
come è andata, è morta amareggiata e distrutta.
È morta senza credere
nell’amore.”
Holmes sbuffò.
“E anche io non ci credo. Nell’amore,
intendo. Io ho continuato ad aspettare…” si
strofinò il viso con le mani.
“Buon Dio” mormorò “Perdonami,
amico mio. Ma, onestamente, ho continuato ad
aspettare di odiarti. Io semplicemente sapevo che un giorno saresti
venuto a
trovarmi e avrei dedotto che l’avevi picchiata. Mary, tua
moglie. Ero pronto a
cacciarti via e a bandirti dalla mia vita per il meglio. Ma non lo hai
fatto.
Tu l’hai amata.
“Non ho mai conosciuto un matrimonio felice, prima di vedere
il tuo, Watson.
Non sapevo che fosse possibile! Per me, ogni donna era o un debole
oggetto di
pietà costretta a subire le botte, oppure unna fredda
criminale calcolatrice
pronta ad uccidere il marito alla prima occasione. Per me, ogni uomo
era o un
bruto o un opportunista, che sfrutta la moglie per qualsiasi cosa. Io
non lo
sapevo quando mio padre… Santo Dio, Watson, non lo
sapevo!”
“Basta!”
urlò Watson disperatamente “Smettila, per
l’amor di
Dio! Non posso più ascoltare!” Si alzò
in fretta, la testa gli girava per
l’alcol. Andò verso il divano e si
accasciò accanto ad esso. Prese la mano di
Holmes, affondò la faccia nel cuscino e
singhiozzò.
Holmes grugnì,
sedendosi abbastanza da poter tirare su
Watson così che fossero seduti fianco a fianco.
“Mi
dispiace” mormorò Watson. “Mi
dispiace”. Lo ripeté
ancora e ancora, e tutto il suo corpo doleva per lo strazio.
Holmes non disse nulla, i
suoi pensieri vagavano lontani. Ma
allungò una mano, girando dolcemente la testa di Watson
sulla sua spalla per
attutire le sue lacrime. Lasciò andare la testa indietro e
chiuse gli occhi, esausto
la mente e il corpo, ma prima che potesse addormentarsi
sentì Watson dire
ancora una cosa.
“L’amavi,
non è vero?” mormorò nella spalla di
Holmes.
“Si”,
bisbigliò l’altro. La sua volontà era
spezzata e
poteva dire solo la verità. “Credo di
sì. L’amavo e non ho potuto salvarla.”
Il
suo petto si appesantì e strinse i denti. Con un grande
sforzo, respinse
indietro le sue emozioni, e, completamente stremato, dormì.
Quando si
svegliò a mattinata inoltrata, Watson era seduto
al tavolo della colazione, reggendosi la testa con una mano e
versandosi una
tazza di caffè con l’altra.
“Sto diventando troppo vecchio per bere così
tanto” grugnì quando vide che
Holmes era sveglio. “Tu come ti senti?”
La testa di Holmes doleva,
e scosse semplicemente le spalle.
Era stato peggio, suppose. Lentamente raggiunse Watson, e il medico gli
versò
una tazza generosa di caffè, mormorando apprezzamenti per la
signora Hudson.
“Voglio del
tè” disse Holmes ingrato.
“Peccato. Prima
bevi questo,” rispose Watson passandogli un
bicchiere d’acqua “e poi il caffè.
Mangia la salsiccia, prima, e dopo le
focaccine. Questo era il rimedio di mia nonna per la sbornia, e per
quanto
beveva quella donna? Non poteva avere torto.”
“Watson…”
“Non dobbiamo
parlarne” rispose con dolcezza “ma ho bisogno
di dirti solo una cosa. Tu l’hai amata, perciò,
qualsiasi cosa tu possa
pensare, è morta credendo nell’amore.”
Holmes bevve lentamente
l’acqua, pensandoci sopra. “grazie,
amico mio” disse, alla fine.
“Uh, cosa dovrei mangiare prima?”
“La
salsiccia” rispose Watson “E credimi, mia nonna ne
friggeva in quantità industriali. E non l’ho mai
vista lamentarsi del bere. Ha
battuto tutti i record della famiglia Watson per quanto riusciva a
berne e per
quanto è vissuta. Nota bene, la prima è
più difficile della seconda.”
Holmes alzò il
suo bicchiere d’acqua. “Alle nostre madri e
alle nostre nonne” disse. “Possano sempre essere di
una materia migliore della
nostra.”
“Brindiamo!”
concordò Watson, ed entrambi finirono di bere.
Non parlarono
più di Violet, di Russel o della loro
conversazione mezza ubriaca, ma Watson non dimenticò mai che
l’ebbero avuta e
non discussero più dell’argomento con veemenza.
Molto tempo dopo, Watson
visitò un cimitero dove non era mai
stato prima, chiedendosi se avrebbe dovuto portare dei fiori.
“Nessuno ne
porterà da molto tempo” pensò.
Fu contento quando vide
che si era sbagliato.