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Autore: LadyHeather83    29/11/2021    6 recensioni
Dopo gli eventi di Namecc chi è sopravvissuto torna sul pianeta Terra, ed è da qui che inizierò a raccontare la mia storia e il mio punto di vista su quello che non ci hanno mai raccontato prima.
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Bulma/Yamcha, Chichi/Goku
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*

Capitolo 04

**

Normalità.

Doveva tornare alla normalità senza di lui e con la consapevolezza che Goku era vivo e vegeto da qualche parte nell’universo.

Non era voluto tornare da lei, da loro, e questa cosa la faceva andare in bestia.

Il suo cuore e la sua mente pullulavano da giorni di pensieri negativi e s’interrogava sul perché di quella decisione, ma più ci pensava e meno motivi validi trovava.

Girò la manopola del rubinetto della cucina appena la stoviglia risultò priva di sapone, prese uno straccio asciutto che teneva sempre lì vicino al lavello e tolse l’acqua in eccesso lucidando la ceramica.

Chichi lo fece cadere poi di proposito sul pavimento frantumandolo in mille pezzi da nervoso.

“Tutto bene, mamma? Ti sei fatta male?” Chiese Gohan apprensivo dopo aver alzato la testa dai libri che stava studiando in cucina.

La corvina tremava di rabbia e sarebbe esplosa da un momento all’altro.

Goku non aveva voluto essere riportato sulla Terra.

Goku non voleva tornare.

Goku non voleva bene alla sua famiglia.

Goku pensava solo a sé stesso.

Goku

Tutti contavano di rivederlo quel giorno, per abbracciare quell’eroe che tutti credevano si fosse immolato per l’ennesima volta aiutandoli a scampare da morte certa, ed invece aveva preferito starsene dov’era, lontano.

E forse il Genio delle Tartarughe di Mare non aveva così poi tutti questi torti dicendo che Goku aveva paura di sua moglie, che più di timore si poteva parlare di non amore verso di lei, perché se il saiyan l’amava o provava una specie d’amore per lei e per Gohan se ne sarebbe tornato sulla Terra a condurre la vita di sempre accanto a loro.

E invece no, non è andata così.

“Tornerà quando sarà pronto!” Aveva detto Polunga con la sua vociona minacciosa e inquietante, ma più che incuterle timore con la sua stazza, Chichi si sentì morire dentro perché aveva capito che lei per Goku non sarebbe mai stata una priorità.

Fu quella consapevolezza a farla cadere in ginocchio a peso morto sui cocci bianchi sparsi sul pavimento bianco lucido e perfettamente pulito, perché Chichi per distogliere il pensiero dall’imbecille di suo marito si era buttata a capofitto nelle pulizie e altri doveri domestici fino a sviluppare un disturbo ossessivo compulsivo, tanto che suo figlio ogni tanto doveva darle uno scossone per farla tornare in .

Gohan la sollevò senza alcun problema e la portò in divano togliendole dalle gambe i pezzi che le si erano attaccati, fortunatamente nessuno si era conficcato in profondità nella pelle.

“Sto bene, tesoro!” Disse con voce rauca alzandosi, ma barcollando subito dopo per un mancamento.

“Dovresti riposare, ti porto a letto!” Gohan la prese in braccio e come se stesse trasportando una piuma adagiò la madre sul talamo.

Chichi respirava a fatica e il sonno la raggiunse dopo poco aver toccato il cuscino, ma non prima di sussurrare al figlio che non è giusto che sia lui a vegliarla al posto di suo padre.

“Papà tornerà presto” Le disse e Chichi avrebbe voluto avere il suo stesso entusiasmo e positività.

Non dormiva da giorni, se non per poche ore a notte continuando a girarsi e rigirarsi tra le lenzuola con il pensiero fisso di suo marito in testa.

Un conto era crederlo morto, un altro era la consapevolezza che se ne stava beatamente in giro per l’universo lasciandola da sola a crescere un bambino, il loro bambino.

Chichi aveva anche perso il conto di quante lacrime aveva versato per lui in quelle notti tristi e solitarie, spesso per non svegliare Gohan e farlo preoccupare inutilmente le soffocava sul cuscino.

Mentre agli occhi di Gohan quell’uomo era un eroe, forse è a causa del sangue saiyan che gli scorreva nelle vene, oppure perché lui era presente quando lo aveva visto ricoprirsi d’oro e sconfiggere quell’inietto di Freezer, perito miseramente per colpa delle sue stesse mani.

Gohan era fiero di suo padre e sapeva anche che la sua lontananza era dettata dal fatto di migliorarsi sempre di più, perché era sicuro che si stesse allenando su qualche pianeta sconosciuto imparando tecniche nuove.

In cuor suo non vede l’ora di poterlo riabbracciare e apprendere che cosa avesse scoperto in quei mesi che se ne sarebbe stato lontano, ma ora doveva occuparsi di sua madre.

Abbassò le tapparelle per farla riposare meglio facendo cadere il buio in quella stanza, e prima di uscire le volse un ultimo sguardo amorevole.

“Non ti preoccupare, mamma. Papà tonerà presto da noi…fa tutto questo per proteggerci, perché ci vuole bene” Sussurrò a mezze labbra mentre vedeva il petto di Chichi abbassarsi ed alzarsi a ritmo lento.

*

Vegeta sferzò un pugno in direzione della parete di metallo incrinandola appena.

Fortunatamente l’impronta lasciata dal suo colpo non danneggiò la navicella, altrimenti avrebbe rischiato di venire sbalzato nello spazio più nero e perire miseramente prima ancora di aver potuto vedere con i suoi occhi il leggendario Super Saiyan.

Era in viaggio da parecchi giorni e i morsi della fame si stavano facendo sentire.

Da quando aveva scoperto che il suo acerrimo rivale era vivo da qualche parte e che sarebbe tornato solo quando lo avrebbe deciso lui, aveva preso la navicella indicata da Bulma la sera precedente, senza tanti saluti e lacrime d’addio, aveva preso il volo momentaneamente senza una meta ben precisa con solo l’obiettivo preciso di trovarlo per vedere il leggendario guerriero dorato.

Aprì la credenza scoprendola vuota, del resto il dott. Brief non si era prodigato di rimpinguarla a dovere, in quanto nessuno era a conoscenza delle intenzioni del principe, ovvero di partire senza nessun preavviso anche se il sentore era nell’aria.

“Maledetto, Kakaroth!” Grugnì stringendo i pungi e digrignando i denti così forte da farli stridere senza spezzarli o scheggiarli.

La tentazione di dare un altro pugno alla lamiera super resistente era molto forte oppure di liberare la sua rabbia sotto forma di energia, ma si limitò solo a portare al massimo la gravità e continuare con gli allenamenti scacciando via il pensiero dello stomaco che brontolava con la forte pressione che gli stava scacciando le ossa.

“E’ sempre un passo avanti a me!” Mormorò tra una flessione e un’altra.

“Mentre io perdevo tempo con quei falliti, lui si stava allenando da qualche parte prendendosi così gioco di me!” Vegeta aumentò il ritmo di quell’esercizio abituandosi ormai alla gravità esercitata sul suo corpo.

“Crede di essere lui il più forte…ma si sbaglia!” Una goccia di sudore cadde dalla sua fronte attraversandogli un occhio bruciandolo leggermente, costringendo così il principe a chiuderlo e passarsi il dorso della mano su tutto il volto.

“Ti troverò Kakaroth, e ti sconfiggerò! Fosse l’ultima cosa che farò.”

*

Vegeta aveva impostato come rotta per il viaggio le coordinate per arrivare al pianeta Namecc, se voleva trovare Kakaroth doveva cominciare proprio da lì alla ricerca di qualche indizio, sempre se i detriti di quel pianeta non si fossero completamente sparpagliati per la galassia o disintegrati nell’esplosione, com’era probabile che fosse successo.

Pensò a lungo a dove si poteva essere rintanato e a come era riuscito a sopravvivere a quella deflagrazione devastante; l’unica che trovò di plausibile era che fosse riuscito a scampare con la navicella di Freezer, ma la scartò subito dopo perché gli era venuto in mente che lui stesso l’aveva messa fuori gioco, e Kakaroth non sarebbe stato in grado di ripararla in pochi secondi, nemmeno se Bulma fosse stato lì con lui.

Doveva aver trovato sicuramente un altro modo, e nemmeno l’ipotesi di essersi alzato in volo nello spazio aperto era logica, i saiyan non potevano respirare nella galassia, sarebbe morto in pochi istanti.

Qualcuno doveva averlo aiutato, ma chi?

Non era rimasto nessun altro nel pianeta se non lui e Freezer.

Tutto quel pensare mentre vorticava a gravità altissima gli aveva fatto venire un forte mal di testa, e la fame non aiutava per niente.

Scese fino a toccare il pavimento e spense quell’apparecchio infernale tirando un sospiro di sollievo sentendosi più leggero.

Vegeta poi si diresse in plancia giusto per vedere a che punto fosse e se sulla mappa interstellare fosse segnato qualche pianeta su cui fare rifornimento di carburante e rifocillarsi a dovere, e perché no, magari anche soddisfare qualche altro appetito.

“Ottimo! Pianeta Brower” Schiacciò il pulsante di riferimento e di cambio rotta, tra un paio d’ore sarebbe atterrato, meglio nel frattempo fare un pisolino per racimolare un po' di forze nel caso gli servisse.

Ricordava bene quel pianeta, soprattutto per i bordelli e l’ottimo cibo, c’era passato un paio di volte assieme a Nappa e Radish quando era al comando di Freezer dopo la conquista di pianeti vicini.

Era stato Radish a scoprirlo e ogni volta che poteva trascinava Nappa a soddisfare la loro lussuria, perché se c’era una cosa che mancava alla base di Freezer era la compagnia femminile, quel tiranno la riteneva una distrazione e una cosa non strettamente necessaria.

“Solo perché non l’ha mai provata!” Aveva sogghignato il fratello di Goku a quello pelato una volta.

*

Chichi si era svegliata di soprassalto e avvolta nel buio più totale.

Smarrita, come un cucciolo abbandonata.

Il suo primo pensiero fu rivolto a Gohan, ed era stato quello che l’aveva fatta alzare dal letto e scostare velocemente le coperte per precipitarsi giù.

Trovò il figlio mentre ripuliva la cucina con scopa e paletta, i piatti e le pentole perfettamente lavati ed asciutti riposti negli scomparti dedicati e nel lavello qualche pesce che ancora di dimenava.

“Sei riuscita a riposare, mamma?” Le aveva chiesto appena la vide palesarsi sulla soglia dell’ingresso della cucina.

Chichi si sentì un emerito disastro come madre mentre osservava quella tenerissima scena; Gohan era riuscito a studiare, a raccattare qualcosa per la cena e anche a sistemare il casino che aveva combinato lei.

“Lascia, finisco io adesso. Grazie” Mormorò come un automa prendendogli la scopa dalle mani con delicatezza in un sorriso tirato.

Nonostante avesse riposato molte ore, il suo viso era solcato lo stesso da occhiaie e borse sotto gli occhi molto pronunciate, non le era bastato dormire un po' per levarsi di dosso quella sensazione di inadeguatezza come madre e moglie.

Lei doveva occuparsi di suo figlio e della casa, e non il contrario.

“Mamma…” La richiamò destandola dal suo compito costringendola a guardarlo negli occhi colmi di tristezza. “…papà tornerà presto…adesso non può, si starà allenando per diventare ancora più forte e proteggerci.”

Chichi strinse gli occhi lasciando cadere le lacrime che non era riuscita a trattenere a dovere.

“…lui ci ama, e fa tutto questo per noi!” Continuò lui sperando che in quelle sue parole riuscisse a trovare un po' di conforto per andare avanti e non chiudersi più in sé stessa.

Sua madre era una donna forte e non aveva di certo bisogno di sentirselo dire, perché lo sapeva benissimo, ma a volte, per comodità, preferiva fare l’egoista.

Chichi sospirò con il cuore che le moriva in gola e aprì un enorme sorriso al figlio.

“Lo so tesoro…è solo che…” Alzò le spalle “…mi manca tuo padre.”

Gohan la guardò rimanendo ammutolito per un istante perché anche a lui suo padre gli mancava da morire e anche se non lo avrebbe ammesso mai, era rimasto deluso dalla decisione di Goku di rimanere dov’era.

“Anche a me!” E la strinse forte, dando alla madre una spalla su cui piangere e sfogarsi.

*

Vegeta atterrò su quel pianeta semi sconosciuto e si diresse subito al villaggio più vicino per fare scorta di cibo e carburante.

L’accoglienza non fu dei migliori perché gli abitanti avevano riconosciuto nel saiyan la tipica uniforme dell’impero di Freezer, temutissimo tiranno di tutta la galassia.

Al suo passaggio, continuavano a nascondersi e a sbarrare porte e balconi di quelle piccole costruzioni, come se questo bastasse per fermare il principe, solo quando arrivò in fondo alla via trovò un’aliena appoggiata sullo stipite dell’ingresso della locanda.

“Ciao bel straniero, hai bisogno di aiuto?” Aveva chiesto con voce suadente avvicinandosi a lui iniziando ad accarezzargli il corpo.

Vegeta non mosse un muscolo, ma si limitò a guardarla con sguardo torvo.

“Hai visito Kakaroth?” Grugnì.

Mmmsi!”

Vegeta sussultò, possibile che l’imbecille fosse davvero passato di là? Doveva assolutamente andare a fondo alla faccenda.

“Quanto tempo fa lo hai visto?”

L’aliena continuava a girargli intorno e a squadrarlo dalla testa ai piedi.

“Seguimi…ti farò vedere!” Entrò alla locanda seguita dal saiyan come un cagnolino, salì le scale di legno voltandosi di tanto in tanto con fare voglioso, Vegeta non battè ciglio, era chiaro che Kakaroth non si trovasse lì fisicamente ora, ed era anche ben consapevole che cosa volesse quella sgualdrina, ma nonostante tutto il principe l’assecondò, un po' di movimento gli avrebbe solo giovato e rilassato momentaneamente.

L’aliena aprì una delle innumerevoli porte del piano superiore scoprendo un letto matrimoniale semplice coperto da lenzuola candide.

“Allora? Vuoi dirmi dov’è Kakaroth?” Vegeta stava perdendo la pazienza.

L’aliena si sdraiò sul letto ed iniziò a togliersi di dosso quei pochi vestiti che la ricoprivano.

Aveva sembianze umanoidi e una pelle biancastra, gli occhi erano violacei e le orecchie a punta.

Vegeta deglutì, ma non rimase impassibile al suo fascino, si spogliò anche lui e le saltò sopra in un nano secondo.

“E’ proprio qui!” Rispose toccandogli il membro pulsante.

Vegeta le leccò il collo che le aveva fatto portare all’indietro tirandole i capelli lunghi ramati, per poi passare al seno rotondo.

“Lo vedo…” Mormorò con voce roca entrando in lei dopo averla girata ed iniziando a spingere, prima lentamente e poi sempre con più foga fino a liberare in lei il regale seme.

Ma se c’era una cosa che il principe non sopportava era quello di essere preso in giro, quando l’aliena fece per rivestirsi e chiedere il compenso dovuto per la prestazione, Vegeta non ci mise molto ad alzare una mano e farla sparire per sempre dalla sua vita per due motivi: il primo perché si era preso gioco di lui e il secondo perché non poteva rischiare di mischiare la sua razza con un’insulsa puttana.

*

Continua

*

Angolo autrice: Ciao a tutti! Buon inizio settimana a tutti. Oggi troviamo Chichi in crisi depressiva, nonostante sia una donna forte ho pensato che comunque abbia potuto avere un crollo emotivo, ma per fortuna c’è Gohan a sostenerla e che capisce perché suo padre non ha voluto tornare.

Poi c’è Vegeta alla ricerca di Goku /Kakaroth…lo troverà? XD

Come sempre spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nel prossimo ci sarà un momento Bulma e Yamcha e…mi fermo qui per non rivelare troppo.

Un bacione a tutti e grazie per il supporto che mi date ogni volta.

  
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