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Autore: sweetlove    30/11/2021    6 recensioni
Anno 815, Trunks è solo nel suo ufficio, beve whiskey cercando consolazione nel periodo più buio della sua vita.
Ripercorre a ritroso i momenti vissuti, gli sbagli commessi. Rivive ciò che ha portato la sua famiglia a sgretolarsi. Riuscirà a tirare le somme e risalire a galla?
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NUOVI PG - NUOVE SHIP
I personaggi inseriti saranno quelli che interagiranno maggiormente nel corso dei capitoli, così come le coppie, anche se le principali saranno 'altre'.
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NOTE a inizio e fine del prologo. Illustrazioni all'interno dei capitoli.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Marron/Trunks
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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C R E E P
Capitolo 22

 

 

Nina sollevò lo sguardo, puntato ormai sul linoleum tirato a lucido proprio quel mattino dai robot tuttofare. Non seppe dire se il cuore le mancò d’un battito per lo stupore o per altro quando vide Kian fare il suo ingresso nell’ampio soggiorno.

Lo conosceva abbastanza bene da notarne la cadenza quasi incerta, come fosse un topolino che si addentra nella tana di un serpente e deve farlo silenziosamente, poiché questo potrebbe accorgersi di lui e divorarlo da un momento all’altro.

La zia Bra comparve alle sue spalle, sembrava stupita quanto lei di quella visita inattesa, ma non preoccupata. Cosa diavolo stava succedendo? Tutti stavano cercando di tenerli a distanza, lo stesso Kian sembrava fosse diventato allergico alla sua presenza, e invece?

«Buonasera a tutti…»

La sua voce. Un brivido le percorse la schiena. Come dimenticare quel timbro inconfondibile? Era lo stesso di sempre ma con un tono leggermente più basso, più maturo. Adulto. E un’educazione che non gli era propria, dato che era famoso per i suoi modi poco aristocratici, quasi arroganti. Forse non lo sentiva dire ‘buonasera’ da dieci anni!

«Kian é venuto perché é preoccupato per Hami.»

Sempre Bra, che si trovò all’improvviso ad affiancarlo e a mettergli una mano sulla spalla con fare rassicurante e materno, prese la parola, probabilmente dopo aver incrociato lo sguardo di Goten e aver intravisto una sorta di panico nei suoi occhi neri.

«Spero di non disturbare.»

Kian era quasi remissivo, ma la sua testa restava alta. Quella non l’avrebbe mai abbassata, e Nina ne era certa. Di questa certezza mai nessuno l’avrebbe privata. Poi ricordò un piccolo particolare, seduto proprio sul divano. Yuno.

In automatico spostò lo sguardo su di lui, come per avere conferma del fatto fosse allarmato. E infatti le bastò meno di un istante per notare quanto fosse improvvisamente nervoso… eppure era suo fratello. 

Nina si rese conto di una cosa: era a casa di sua nonna, era lì per Hami, ma si sentì improvvisamente in colpa. In colpa perché sapeva che, se non fosse stata lì, nessuno avrebbe tremato vedendo arrivare Kian. Ma cosa poteva fare? Cos’altro se non stare buona, nel suo angolo, farsi ancora più piccola, cercare di sparire mentre uno ad uno gli altri iniziavano a conversare con quel ragazzone che aveva finto di non amare più?

Finto.

Aveva finto per gli altri, non per sé stessa. Aveva finto perché altro non le restava da fare, provando a riprendere in mano la sua vita prima che anche suo padre Trunks decidesse di rinchiuderla da qualche parte, un centro psichiatrico probabilmente. Aveva finto anche di essere innamorata di Yuno… o forse aveva creduto di esserlo, finchè Kian non era tornato soltanto pochi giorni prima?

Rivederlo l’aveva destabilizzata. Si era finta offesa, aveva letteralmente detto a Trunks di stare tranquillo… ma c’era davvero da stare tranquilli?

Effettivamente si. Kian era cambiato. Kian era un ragazzo recuperato da una realtà troppo violenta. Kian non voleva trascinarla con sé, era stata lei a volerlo seguire, stupidamente, anziché provare a raccoglierlo da terra. Era successo tutto nel periodo peggiore della sua vita, quando aveva perso sua madre, e adesso se ne stava rendendo conto.

La colpa, probabilmente, era stata sua… non aveva avuto la forza di reagire, di prenderlo per il bavero e implorarlo di non rovinare la sua vita, la loro vita… e poi aveva anche avuto il coraggio di incolparlo, di dirgli “mi hai abbandonata”, pur sapendo fosse accaduto l’esatto contrario.

Lei aveva abbandonato Kian al suo destino, prima ancora che Goten lo prendesse e lo rintanasse dall’ altra parte del mondo affinché diventasse irraggiungibile.

Lui il suo peccato l’aveva espliato, a lei restavano due anni passati a fingere, a irrigidire ancor di più il suo carattere. E adesso a far del male a Yuno, la persona che meno meritava tutto questo.

Se la sua testa stava camminando ed elaborando ciò che avrebbe dovuto venire a galla una marea di tempo prima, poteva significare soltanto una cosa: bastava la presenza di Kian nella stessa stanza per farle capire quanto la vita senza di lui non avesse senso. Come pensare di considerarlo semplicemente suo cognato? 

Mai. Piuttosto, nessuno dei due fratelli.

Nessuno dei due.

 

 

«Dunque, é il caso di fare una lunga chiacchierata Lars.»

Il giovane ebbe un momento di esitazione. Quello che avrebbe dovuto essere suo padre legittimo l’aveva appena chiamato per nome e in un modo così naturale da fargli accapponare la pelle. Non era nulla di strano, era il suo nome in fondo, ma quanto aveva sognato di sentirsi dire da qualcuno “Lars, figliolo, andiamo a casa!”?

Era qualcosa di magico, seppur assurdo allo stesso tempo. 

Ma quello era davvero suo padre?

No. Suo padre chissà chi era… era figlio di un ovulo di Lora Aito e di una provetta magari scongelata… non avrebbe mai saputo qualcosa in più del cromosoma Y che l’aveva generato. Anzi, che aveva generato l’essere umano dal quale era stato clonato…

Si mosse a disagio sui suoi stessi piedi, stranamente infilati nelle scarpe da ginnastica. Era ormai abituato a vestire di tutto punto, elegante, uomo d’affari pronto a sfondare. Una pedina nelle mani di suo nonno.

«Non essere agitato.»

Trunks Brief somigliava in maniera incredibile a Hami, nonostante avesse i tratti decisamente più spigolosi e l’aria imbronciata che, tuttavia, non gli incuteva timore. Anzi. Prova a una strana serenità in quel momento, malgrado l’assenza della sua donna gli pesasse in maniera incredibile.

Più volte aveva immaginato il momento in cui insieme si sarebbero recati a fare rispettiva conoscenza delle famiglie, magari un po’ agitati, emozionati. Lars aveva addirittura sognato il giorno in cui Hami l’avrebbe raggiunto all’altare sottobraccio a quell’uomo che adesso gli sorrideva incoraggiante, fin troppo comprensivo.

Sembrava assurdo. Era assurdo.

«Mi spiace essere piombato qui senza avvisare, signor Brief…»

«Passiamo al dunque. Immagino tu sia qui per mia figlia. Sai, stavamo giusto per contattarti. Pensavamo si fosse allontanata con te, ma vedo che non é così.»

Lars sbattè le palpebre un paio di volte, riconoscendo quanto quel pensiero fosse legittimo. La prima cosa a cui si pensa quando una ragazza scappa é la fuga d’amore. Ma non erano bambini, entrambi ricoprivano ruoli di risalto nelle rispettive compagnie, una cosa del genere sarebbe ben presto finita sui giornali! 

«Se me l’avesse chiesto, sicuramente le avrei detto di no. Ma conosco Hami quanto basta da sapere che in questo momento ha bisogno di stare sola.»

E per quanto gli mancasse, Lars sapeva bene fosse indispensabile per la sua ragazza elaborare le ultime notizie. Pesanti, scioccanti notizie. E l’amava così tanto da aver messo la propria sofferenza dopo quella di Hami… 

«Ma credo tu sia d’accordo con me sul voler sapere che sta bene.»

Trunks sciolse la sua posa, le braccia finirono lungo i fianchi.

«Ovviamente.» 

Si guardarono negli occhi per lunghi istanti. 

Il saiyan fece un respiro più lungo degli altri, domandandosi come riuscisse a sostenere quello sguardo dopo tutto ciò che era accaduto. Sapendo chi quel giovane fosse realmente. Si trovò a pensare a Lora, ai suoi occhi… occhi che un tempo aveva anche amato e che ora erano inconfondibilmente quelli di Lars.

«Somigli a tua madre…» 

Lo disse piano, quasi senza rendersene conto. Ed era vero… aveva anche tratti sconosciuti, ma Lora viveva in quel giovane più di quanto avesse mai potuto pensare, nonostante non l’avesse mai tenuto in braccio.

«Come…?»

Lars aveva sentito, ma volle sincerarsi di aver capito bene. Provò a farsi ripetere quella breve frase, ma vide Trunks riscuotersi, lo senti schiarirsi la voce e rimettersi dritto, quasi sull’attenti.

«Sei un Aito, Lars.» Gli disse, ora decisamente più duro «Nonostante il tuo cognome non dovrebbe essere mai associato a quello della mia famiglia, Hami non mi perdonerebbe mai se non vi lasciassi vivere la vostra vita in pace. Sempre che lei ne abbia ancor voglia…»

«Io non ho fatto nulla di male! Perché non dovrebbe volerlo?» Domandò allarmato il ragazzo, temendo il peggio.

«Sapevi tutto, Lars?» 

Se prima aveva avuto l’impressione che Trunks fosse sereno, lo vide ora farsi serio, una statua.

«No.»

Eppure, anche Lars trovò la forza di mostrarsi impassibile, perché era innocente, si sentiva innocente, e se avesse saputo quali erano i folli piani di suo nonno dal principio non si sarebbe mai prestato a tutto ciò. Ok, era un clone, ma aveva una vita, ce l’avevano le creature più assurde sulla faccia della terra, Hami stessa gli aveva detto che sua nonna era un cyborg. Perché considerarsi da meno? 

Aveva un cuore che batteva, sangue nelle vene, sentimenti… aveva tutto. Ma il suo tutto, ora, non si trovava.

«Voglio che Hami lo sappia. Voglio che sappia che del mio nome non me ne frega niente. Voglio stare con lei e non avere più niente a che fare con la mia famiglia. Mio nonno é un mostro…»

Lo disse stringendo i pugni e trattenendo a stento le lacrime. Si era chiesto fin troppo spesso se suo nonno lo amasse davvero, ma non poteva discutere l’amore di sua nonna… lei ne sarebbe morta, ma era stato una marionetta da quando quell’incubatrice artificiale l’aveva riconsegnato al mondo. 

Era giunto il momento di vivere la sua vita.

 

 

Nota dell’autrice

 

Eccomi qui! Come anticipato su Instagram, la settimana scorsa non sono riuscita ad aggiornare, avevo bisogno di un po’ di tempo e di svago che (finalmente) sono riuscita ad avere questo fine weekend. Mi sono ricaricata, per cui ecco qui il nuovo capitolo! Spero sia di vostro gradimento…

C’è una lunga riflessione di Nina, e credo vi aspettaste tutti questo “epilogo”, no?

Per quanto riguarda Trunks e Lars, la conversazione prende piede e anche le intenzioni del ragazzo. Voi avreste fatto la stessa scelta? 

Io vi ringrazio tantissimo, davvero, ma ci tengo a mettere le mani avanti e a dirvi che anche lunedì prossimo salterò, mi serve più tempo per la stesura dei capitoli, per cui ci si becca fra 2 settimane!

Un abbraccio forte

 

Sweetlove

 
   
 
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