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Autore: LadyMorgan    03/09/2009    7 recensioni
Personalmente credo che l’appellativo “geniale” sia assolutamente riduttivo nei confronti della mia idea. Tanto per cominciare, quante altre persone potrebbero fare quello che ho fatto io, e cioè scegliersi una ragazza per ogni momento della giornata a seconda del tempo, dell’umore, del colore dei capelli e simili? Nessuno. Forse solo Sirius, anche se lui ha uno stile talmente diverso che non credo lo farebbe.
Quindi ora ho dieci ragazze a disposizione, solo per me, talmente giubilanti all’idea di diventare le mie ragazze che hanno persino accettato di avermi solo per un decimo… e dicono che la popolarità non porti a niente! [...]
La cosa più meravigliosa?
Probabilmente che, dopo una vita a sentirmi rifilare dei continui due di picche da una certa rossa di mia conoscenza, queste dicono tutte, sempre, di sì. “Sì, James”, “Sì, per favore, James!”, “Sì, che magnifica idea, James”…
Un piacevole diversivo dopo tanti – troppi – “Sparisci, Potter!” [...]

Ebbene, sì, eccomi qui e per di più ad un orario umanoe civile. Sconvolgente da parte mia, vero? E non è neppure sullo strappalacrime... sto invecchiando.
Una shot che mi è venuta in mente praticamente per caso, sulle note di Dieci Ragazze di Lucio Battisti (che con la mia solita sfacciataggine mi permetto di suggerire a chiunque non l'abbia già ascoltata).
Genere: Commedia, Song-fic, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dieci Ragazze

Ho visto un uomo che moriva per amore

 

Pazzesco quanto questa guerra possa sconvolgere la mente delle persone… d’improvviso ogni sentimento, ogni pensiero, ogni parola diventano precipitosi, affrettati, nella paura che possano concludersi prima di essere stati formulati.

Un esempio lampante? Ora sono tutti disposti a giurare amore eterno ai soggetti delle loro cotte, non si preoccupano più di analizzare i loro sentimenti, si torna all’antica concezione dell’amore unico ed eterno.

Ho addirittura visto un uomo, o meglio un ragazzo, visto che era poco più grande di me, giurare che per amore sarebbe morto.

Sono l’unico ad accorgersi di quanto sia menzognero questo giuramento?

 

ne ho visto un altro che più lacrime non ha.

 

O come non ricordarsi di quel memorabile giorno in cui Thomas Taylor si dichiarò a Mary McDonald e, di fronte ad un suo rifiuto, rimase talmente impietrito dal dolore da piangere senza neanche accorgersene fino a quando le lacrime stesse decretarono uno sciopero?

 

Nessun coltello, sai,

ti può ferir di più

di un grande amore che ti stringe il cuor…

 

Però una cosa che questi pazzi esaltati hanno detto è vera: una volta che sei sicuro che quello che provi è amore, e non semplicemente una cotta, se non è corrisposto fa male. Molto male.

Come se un pugnale ti fosse stato conficcato all’altezza dello sterno, e anche peggio, perché non puoi fare nulla per mostrarlo.

Non ti è permesso, non puoi scendere così in basso.

Devi soffrire le pene dell’inferno in silenzio, restando perennemente con un sorriso sulle labbra.

O forse questa è solo la mia personale esperienza?

 

Dieci ragazze per me

posson bastare!

Dieci ragazze per me, io voglio dimenticare…

 

«Prongs, vuoi un sano e spassionato parere dal tuo migliore amico?»

Mi volto verso Sirius acchiappando un’ultima volta il Boccino. Non ho neppure bisogno di vederlo, vorrei far notare. «Sono tutto orecchie, Pad» sbadiglio voltandomi verso di lui.

«Cambia un po’ obbiettivo» dice sibillino.

Tuttavia questa semplice frase basta a farmi rizzare le orecchie ed a mettermi in posizione di difesa. «Cosa vorresti dire con questo?» domando guardingo.

Lui sogghigna e risponde soltanto: «Esattamente quello che ho detto.» Di fronte al mio sopracciglio inarcato, sospira teatralmente e spiega: «Levati la Evans dalla testa. Guardati intorno» prosegue indicando con un ampio gesto della mano le persone – o per meglio dire, le ragazze – che ci stanno attorno, «ci sono decine di ragazze che pagherebbero per poter uscire con te e tu ti vai a incaponire…»

«Cos’hai detto?» lo interrompo mentre un’idea a metà fra l’idiozia e la genialità mi si affaccia nella mente.

«Ho detto che tu ti vai a incaponire…»

«No, no prima!»

Lui mi guarda perplesso. «Ti ho detto di guardarti intorno, visto che ci sono decine di ragazze che…»

«Eccolo!» sussurro io mentre l’idea acquisisce forza. «Decine di ragazze… decine… Pad, lasciati dire che sei un genio!»

Lui scrolla le spalle con aria modesta. «Oh, Prongs, così mi fai arrossire… ma se proprio ti può aiutare, prego, dimmi pure che sono un genio.»

«Sei un genio» ripeto io alzandomi in piedi. «Siccome non ce la faccio – è inutile che fai quella faccia, Pad, è proprio così – non ce la faccio a dimenticarmi della Evans con una ragazza sola, posso fare di meglio: posso provare con dieci ragazze!»

Lui mi guarda per un secondo a occhi spalancati, poi riprende a sogghignare: «Ti prego di non dirlo a Remus se io non sono presente, perché ti avviso che in quel caso non ti perdonerei mai! Non so che darei per vedere la sua faccia quando glielo dirai…»

Io sorrido. «Be’, credo che, per dimenticare, dieci ragazze possano bastare persino a me…»

Lui per tutta risposta scoppia a ridere e mi fa segno di cominciare.

 

capelli biondi da accarezzare

e labbra rosse sulle quali morire

dieci ragazze per me!

solo per me…

 

Personalmente credo che l’appellativo “geniale” sia assolutamente riduttivo nei confronti della mia idea. Tanto per cominciare, quante altre persone potrebbero fare quello che ho fatto io, e cioè scegliersi una ragazza per ogni momento della giornata a seconda del tempo, dell’umore, del colore dei capelli e simili? Nessuno. Forse solo Sirius, anche se lui ha uno stile talmente diverso che non credo lo farebbe.

Quindi ora ho dieci ragazze a disposizione, solo per me, talmente giubilanti all’idea di diventare le mie ragazze che hanno persino accettato di avermi solo per un decimo… e dicono che la popolarità non porti a niente!

Per esempio, ora è venerdì pomeriggio, splende un bel sole e io sto accarezzando la chioma bionda di Ginevra Allonby, Tassorosso, ma siccome vedo che stanno già cominciando ad arrivare diverse nuvole cariche di pioggia, tra un po’ potrò andare da Aleessa Illingworth, Serpeverde. Confesso che al solo ricordo di quelle sue labbra fatte apposta per essere baciate sento una sensazione piacevolissima irradiarmi per tutto il corpo…

 

Una la voglio perché sa bene ballare,

una la voglio perché ancor non sa cosa vuol dir l'amore

una soltanto perché… ha conosciuto tutti tranne me…

dieci ragazze così, che dicon solo di si!

 

«Ehi, James!»

Oscar Jackson, il miglior battitore che Grifondoro abbia mai avuto da parecchi anni a questa parte, mi sta venendo incontro con un gran sorriso e l’aria da cospiratore.

«Senti, pensavamo di organizzare un festino nella torre di Grifondoro, per festeggiare degnamente la nostra prossima vittoria. Volevamo la tua partecipazione nei preparativi…»

«E c’è da chiederlo?» ribatto con un sorriso a trentadue denti mentre, poco dietro di me, Melissa Arbuthnot, Serpeverde, mi aspetta con un ghigno carico di sottointesi.

«Vogliamo fare una cosa in grande» prosegue Oscar passandomi un braccio attorno alle spalle. «Abbiamo già preso la musica e insonorizzato le pareti, in modo da non richiamare la McGranitt» Se penso a come una splendida festa è stata rovinata dal suo arrivo in vestaglia scozzese e bigodini ancora rabbrividisco… «e per di più siamo riusciti ad ampliare la sala comune in modo da farci entrare anche una pista da ballo…» Ottimo, il ballo è proprio quello che ci voleva. «Ma mancano ancora vivande ed alcolici, pensavamo di lasciarli a te e Sirius, di solito riuscite sempre a procurarveli…»

«Infatti!» conferma una voce dietro di me.

Mio fratello è lì con un sorriso a trentadue denti e sta facendo levitare una cassetta di notevoli proporzioni ad altezza testa.

Vedo Oscar sbiancare e sogghigno. «Ma sei pazzo? E se la vedono? Rendila invisibile, almeno, per l’amor di dio…»

«Tranquillo, Oscar, è invisibile a tutti… tranne a chi vuole favorirne, ovviamente» conclude Sirius con una delle sue risate made in Padfoot. Ci sarà un motivo per cui si trasforma in un cane…

«Ah» commenta lui sollevato. «Bene, vedo che allora sai già cosa fare… grazie! Ora devo chiamare gli altri e fare in modo che i più piccoli vengano messi a parte, o saranno casini…»

Sia lui che Sirius – che ha comunque il tempo di farmi un occhiolino di passaggio e sorridere a Melissa – mi superano e spariscono, mentre io ritorno da lei e riprendo a baciarla, e non solo.

Però devo ammettere che nel frattempo sto pensando che devo chiamare Sasha Leight, una mia compagna di Grifondoro e una delle mie dieci: è in assoluto un asso nella danza e pretendo di avere una brava ballerina stasera, come compagna. Di fatto quel suo piede leggero è uno dei motivi per cui l’ho scelta…

Ah, e poi c’è anche Jane Chasuble, che vuole perdere la verginità con me. Contenta lei, per me non è assolutamente un disturbo, e poi ha un modo innocente di vedere le cose che mi affascina. È stata la ragazza numero sei non appena l’ho conosciuta meglio. Posso chiamarla dopo aver finito con Sasha.

E quasi dimenticavo Honorata Prism, che invece potrebbe avere qualcosa da insegnare a me. Ho perso il conto dei suoi ragazzi dopo il decimo, e tutti loro sono usciti da una storia con lei estremamente soddisfatti. Potrebbe essere interessante, ho pensato, e le ho immediatamente offerto un posto fra le mie ragazze. Il primo, a ben pensarci.

La cosa più meravigliosa?

Probabilmente che, dopo una vita a sentirmi rifilare dei continui due di picche da una certa rossa di mia conoscenza, queste dicono tutte, sempre, di sì. “Sì, James”, “Sì, per favore, James!”, “Sì, che magnifica idea, James”…

Un piacevole diversivo dopo tanti – troppi – “Sparisci, Potter!”

 

Vorrei sapere chi ha detto

che non vivo più senza te…

 

Devo ammettere che avere Sasha durante un ballo è quasi meglio che andare a letto con Honorata… che sensazione meravigliosa! È brava, si muove in autonomia, riesce a seguire le figure più complicate… un sogno, insomma!

È leggera, agile, veloce, aggraziata… mi chiedo come faccia. Forse che a Hogwarts esista un club del ballo di cui non sono a conoscenza?

Non sono in tanti sulla pista, quindi riusciamo a muoverci anche più liberamente, e io non riesco a staccare gli occhi dalla mia compagna.

Fino a quando un’altra coppia non ci passa vicino e io vedo un paio di occhi di giada ridere divertiti.

È un pugno allo stomaco. Alzo lo sguardo e, fra le altre coppie rimaste, noto quella formata da Oliver Bell e Lily Evans. Non ci posso credere, semplicemente.

Lei sembra felice, ride serena, gli occhi scintillanti e spensierati come le capita raramente. È palese che si stia divertendo, senza di me.

Rischio quasi di sbagliare un passo.

Finito questo ballo, comunque, torno a sedermi con la scusa di avere sete. Sasha sembra un po’ contrariata ma non dice niente: non mi dicono mai niente.

Mi avvicino a Sirius, che si è improvvisato barman, cabarettista e mazziere e sta reggendo il banco di una decina di ragazzi mentre shakera con l’altra mano un qualcosa.

Ma, per la prima volta in vita mia, non ho voglia di parlare con il mio migliore amico. Ho voglia di fermarmi e di distrarmi un po’ con Sasha, o con Honorata, o con Melissa, o con Jane, o con qualunque altra purché mi levi da davanti agli occhi quella chioma color tiziano e quegli occhi di giada.

Anzi no, meglio ancora. Ho voglia di cominciare a bere.

Perciò mi volto verso Sirius e gli dico con un sorriso spavaldo: «Ehi, barman! Vodka martini shakerato, subito!»

Lui sghignazza un po’ e poco dopo reggo in mano un bicchiere e bacio Jane. Sasha è andata a ballare con qualcun altro. Non so chi, non credo di averlo proprio visto.

Però non riesco a distrarmi. Continuo ad aprire gli occhi e guardare di nascosto la pista da ballo, dove lei è ancora fra le braccia di quel Bell.

Con un gesto forse troppo brusco, mi separo da Jane, che mi guarda stupita.

Mi alzo e mi prendo la testa fra le mani, mandando giù in un sol sorso quel che restava della mia vodka. Il riflesso istantaneo che ha sul mio cervello mi calma un po’. Ne basteranno altri quattro per mandarmi fuori di testa abbastanza da concludere questa serata in bellezza.

Me li faccio fare e li mando velocemente giù sotto lo sguardo stupito di Jane. Che mi guardi a fare, bambolina? Non pensavo ti fossi messa con me solo per guardarmi, per quanto tu ne abbia tutti i motivi del mondo…

Finisco anche il quinto e rialzo lo sguardo. Remus mi è talmente vicino che sobbalzo.

«Mo-ony?» chiedo, non del tutto in me.

Tendo una mano per dargli una pacca sulla spalla e incontro solo aria.

Guardo meglio l’immagine e noto che è sfocata. Dannazione, non sono ancora così ubriaco!

Il Moony-spirito mi guarda e sogghigna leggermente. «Te l’avevo detto o no che non avresti resistito?» mi canzona. «Te l’avevo detto o no che non puoi vivere senza di lei, perché è lei che ami?»

 

matto!

quello è proprio matto perché…

forse non sa che posso averne

una per il giorno, e…

una per la sera…

 

Scoppio a ridere talmente forte che mi pare di vedere diverse paia d’occhi attorno a me. «Tu… sei completamente… matto, Moony!» biascico guardando l’immagine del mio amico guardarmi con beffardo scetticismo. «Non so se… se te ne sei accorto, ma io» provo ad avanzare verso di lui ma barcollo soltanto, «sto benissimo senza di lei! Guardami!» aggiungo aprendo le braccia e mostrandomi meglio. «Posso cambiarle più volte al giorno, senza di lei. Una pacchia, non ne hai idea… ne ho una per il giorno, una per la sera, una per la notte e una per… per…»

Barcollo ancora e cado su un divano, accanto a Jane, che riprendo a baciare con rabbia, per dimostrare a me stesso che credo fermamente in ciò che dico.

 

però quel matto mi conosce perché

ha detto una cosa vera!

 

Però non basta. Non so perché ma la mia testa è completamente altrove. Trasportata dall’alcool, certo, io da solo non mi sarei mai ridotto in questo stato…

Però i miei occhi continuano a cercare, sulla pista da ballo, quei meravigliosi capelli ramati.

Accidenti a Moony! Possa patire le peggiori pene dell’inferno! È solo un matto, non ha capito niente!

Una parte di me, quella ancora lucida, è tuttavia abbastanza obbiettiva da ammettere: Però quel matto ti conosce abbastanza bene da dire la verità…

 

Dieci ragazze per me,

posson bastare!

Dieci ragazze per me, io voglio dimenticare

 

Senza neanche accorgermene, porto Jane su nel nostro dormitorio e comincio a spogliarla. Glielo avevo promesso, no? Di sicuro non mi tirerò indietro solo perché sono troppo ubriaco per potermi rendere conto di ciò che è vero e ciò che non lo è…

Una prima serata con lei, ed una seconda con Honorata, basteranno senz’altro a distrarmi.

 

capelli biondi da accarezzare

e labbra rosse sulle quali morire

dieci ragazze per me!

solo per me….

 

Accanto a me, Jane si è addormentata. Le accarezzo appena i capelli e lei si volta dall’altra parte, completamente abbattuta. Meglio così, mi facilita il compito di andare da Honorata.

Mi rivesto alla meno peggio e vado da lei, che mi afferra da dietro la testa e mi bacia.

O meglio, potrei dire che mi sfida le labbra, che cerca di mordermi, di mangiarmi, di succhiarmi, ma di sicuro non è un bacio normale. Ammazza…

Finiamo in un altro dormitorio, non so neanche di chi, e là ci diamo alla pazza gioia.

 

Vorrei sapere chi ha detto,

che non vivo più senza te…

 

Il tutto alla faccia tua, Moony!

Visto? Riesco benissimo a stare senza di lei, posso fare quello che preferisco e nessuno me lo può impedire! Sto passando una nottata magnifica e la sto passando senza di lei.

 

matto!

quello è proprio matto perché…

forse non sa che posso averne

una per il giorno, e…

una per la sera…

 

Anzi, sto andando da un opposto all’altro: prima una verginella che si prova ad atteggiare a donna di mondo e che poi si dimostra solo una cagnetta in calore e poi una vera donna di mondo che è capace di farmi scordare chi sono.

Visto, Moony, visto?

Devi essere assolutamente pazzo: guardami, mentre passo dall’una all’altra senza nessun problema, senza niente di niente che me lo impedisca o…

 

però quel matto mi conosce perché

ha detto una cosa vera!

 

Honorata è accanto a me e mi sta stringendo la vita. Abbiamo appena superato entrambi un orgasmo stravolgente, in due tempi completamente diversi ma ugualmente appaganti.

Sta sorridendo soddisfatta.

Dopo un po’ anzi si tira su e dal comodino prende la sua bacchetta, con cui appella un pacchetto di sigarette. «Vuoi?» mi chiede offrendomene una.

Io la prendo quasi in automatico e me l’accende lei con la sua, prima di riprendere a baciarmi.

Sul collo, sul petto, fino a scendere giù…

Eppure ancora non sono distratto. Ho ancora un chiodo fisso piantato in fronte.

Sospiro un attimo prima di recuperare le labbra di Honorata.

Sì, accidenti a lui, ma Moony mi conosce proprio bene.

 

dieci ragazze per me

dieci ragazze per me

dieci ragazze per me

Però io muoio per te!

però io muoio per te!

 

però io muoio per te!

 

La mattina dopo mi alzo presto con un mal di testa sconvolgente e dopo essermi rivestito esco dal dormitorio. Honorata se n’è già andata, e la mia ragazza della mattina presto, Cecily, è giù che mi aspetta.

Le do un bacio del buon giorno e ci dirigiamo giù a colazione. Ho bisogno di qualcosa contro i postumi di una sbornia colossale.

Un sorriso un po’ triste mi appare sulle labbra mentre mi ricordo di una volta in cui ero finito talmente ubriaco che ero uscito ed avevo concluso la notte sulla torre di astronomia ad urlare come un pazzo.

La mattina dopo, quando mi ero svegliato, c’era lei vicino a me che mi porgeva un calice con dentro un liquido effervescente.

«Bevi» mi aveva detto con quella sua voce ricca, da contralto. «Ti farà bene.»

Ed effettivamente era stato così. Aveva annullato in un istante il mal di testa e la lingua di legno, lasciandomi come nuovo. L’avevo guardata sbalordito, lei aveva sorriso ed era scesa prima che potessi ringraziarla.

Fra noi non era cambiato niente, avevamo ripreso ad urlarci contro quello stesso giorno, ma il ricordo restava. Vivo, penetrante, pulsante.

Oh, al diavolo!

Lascio andare Cecily e corro indietro, su per le scale, superando diversi studenti che mi guardano stupiti, la testa che mi scoppia, gli occhi che mi bruciano ed una generale sensazione di malessere che non ha niente a che vedere con le mie gozzoviglie della sera scorsa.

Continuo a salire, ogni gradino mi si conficca in fronte come una scheggia di vetro, trapassandomi il cranio, ma alla fine riesco ad arrivare alla scala a chiocciola che porta alla Torre di Astronomia.

Come un ossesso, le comincio a salire con versi sconnessi ma, una volta arrivati in cima, mi pietrifico.

Appoggiata alla balaustra, lo sguardo verso il sole nascente ed i capelli al vento che sembrano lingue di fuoco, c’è lei.

Si gira e mi guarda un po’ stupita.

Non ti aspettavi di trovarmi qui, vero?

«Potter?» chiedi come per averne conferma.

Io resto zitto, immobile, a guardarti dalla parte opposta a cui mi trovo io.

«Che ci fai qui?» prosegui mentre mi guardi.

Il mio stato deve essere pietoso: mi sento gli occhi gonfi come se mi avessero preso a pugni, il fisico spossato peggio che dopo un giorno intero di allenamenti di Quidditch e la testa completamente andata. Come diavolo ti appaio, Lily Evans?

Sorridi appena. «Cosa c’è, il gatto ti ha mangiato la lingua?»

Be’, se è un modo per darti del gatto, sì.

Mi sventoli una mano davanti, inarcando un sopracciglio. «Yuhu! Potter! Ci sei?»

Cerco di riscuotermi. «S-sì» dico incerto. Faccio qualche passo indietro e sbatto contro la balaustra dalla parte opposta.

Restiamo solamente a guardarci per quelle che mi sembrano ore, ma che sono comunque troppo brevi. Come fai a essere così bella?

«Cosa ci fai qui?» mi ripeti dopo un po’.

E io ho finalmente una risposta: posso avere tutte le ragazze del mondo, posso avere una ragazza diversa per ogni momento della giornata ma non me ne importerà mai niente; perché l’unica ragazza che per me esiste davvero sei tu.

Avrò anche dieci ragazze, ma io muoio per te.

E questo è quanto.

  
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