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Autore: Littletoknow    05/12/2021    3 recensioni
Dopo più di cinque anni dalla fine della Seconda Guerra magica Hermione si troverà a dover ancora soffrire per eventi non solo del suo tempo, ma anche eventi passati. Il passato di Hermione non andrà solo a tormentare la ragazza ma anche Remus Lupin, che a sua volta dovrà venire a patti con il suo passato, ma anche il suo presente.
La storia tratta di due periodi ben precisi: il passato, cioè gli anni del quinto libro 1995/96 e gli anni successivi alla guerra, nel particolare 2003/2004.
Pairing Principale: Remus Lupin/Hermione Granger
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Lo stomaco era stretto in una morsa dalla mattina. La testa le pulsava e ogni movimento le provocava fitte di dolore. Le sembrava di avere l'influenza: camminava lenta strascicando i piedi, il cuore era pieno di dolore e rabbia, la mente annebbiata da un velo di disperazione. Era arrivata lentamente davanti al comò sovrastato dai vari dipinti, e si guardò nello specchio che rifletteva la figura di una ragazza. Hermione non si riconosceva in quel riflesso.
I capelli erano spenti e i ricci cadevano scomposti sulle spalle curve. Il viso era tirato, pallido e gli occhi infossati e circondati da profonde occhiaie. Sgranò gli occhi, non erano passate nemmeno ventiquattr'ore. Le sembrava che il tempo le stesse giocando un brutto scherzo, non erano mesi che si rotolava piangente tra le coperte?
Lentamente avvicino la mano sottile alla guancia come per confermare che il riflesso stesse davvero raffigurando lei e non una sconosciuta.
Le labbra screpolate tremarono.
Non era solo il tradimento ad averla scossa, ma tutti gli sforzi che avevano fatto per diventare Ron e Hermione erano stati eliminati. Il tempo.
Il tempo si stava prendendo gioco di lei: quanto tempo ci era voluto perché lei diventasse amica di Harry e Ron? Quanto invece per diventare una coppia? Quanto il tempo che aveva impegnato nel lavoro portando la loro relazione alla linea d'arrivo? E quanto tempo ci era voluto perché Ron le spezzasse il cuore?
Il tempo la faceva da padrone in tutto.
Un leggero bussare la avvertì dell'ingresso di qualcuno, lei non si mosse, ancora ferma a osservarsi nello specchio.
La testa di Remus fece capolino dallo spiraglio di porta che aveva aperto.
"Ehi.."
esordì l'uomo in un sussurro.
Hermione rimase ancora immobile rivolta verso lo specchio, seguendo il riflesso di Remus con lo sguardo.
L'uomo sembrava camminare in punta di piedi per non disturbarla e, lentamente, la sua figura alta e slanciata era alle sue spalle.
"Tra un'ora Harry e Ginny saranno qui"
Le disse guardando il suo viso tirarsi ancora di più nello specchio.
"Non sono pronta Remus.."
Hermione chinò il capo, nel farlo i suoi ricci seguirono il movimento e andarono a oscurarle i tratti.
Guardando in basso una lacrima sfuggì al suo controllo, ma non andò a finire sul pavimento, ma su un braccio pieno di cicatrici profonde.
Una sensazione di calore sulla schiena, le braccia avvolte attorno alla sua vita e Hermione guardò lo specchio.
Remus la stava abbracciando e aveva poggiato la testa sulla sua spalla destra e la guardava sorridendo.
"Si che lo sei."
Sancì l'uomo che la strinse a sé ancora più forte,
"Sei Hermione Granger dopotutto."
Lei non seppe replicare, e Remus vide il riflesso di lei alzare la mano e stringerla attorno al suo avambraccio come per darsi forza e ringraziarlo.
"Mi farò un bagno veloce, credo."
gli disse e Remus si staccò da lei lentamente per darle spazio.
"Allora ti lascio ai tuoi preparativi, se hai bisogno di qualcosa basta chiedere."
Con un cenno del capo Hermione lentamente si voltò e si incamminò verso il bagno nel corridoio. 

Il calore che il loro corpi vicini avevano generato si stava affievolendo sui vestiti di Remus. Gli abbracci erano l'unica cosa che si poteva permettere di fare. Inizialmente erano entrambi molto imbarazzati quando si salutavano alle riunioni dell'ordine, perfino nel dopo guerra persisteva l'imbarazzo. La svolta vi era stata grazie all'anno di convivenza, quest'ultimo aveva permesso loro di eliminare l'imbarazzo completamente. Baci sulle guancie, abbracci, carezze erano diventati comuni quell'anno. Dopotutto convivere per così tanto tempo e vedersi in pigiama, assonnati, malati, furiosi, stressati aveva i suoi vantaggi. I vari momenti che avevano vissuto insieme in quel periodo, sia alti che bassi, avevano comportato un livello di intimità maggiore. 
Si voltò e scese le scale per raggiungere la cucina dove Sirius stava sistemando la tavola per cinque persone.
"Come vogliamo procedere?" Chiese Sirius osservando i piatti e bicchieri ordinarsi da soli sul tavolo di legno. 
Remus sospirò.
"Dobbiamo introdurre noi la conversazione, gli lasciamo indizi come il quinto piatto sul tavolo oppure scenderà lei a spiegare il tutto?" Rincarò la dose l'uomo cercando di trovare risposta dell'amico.
"Non lo so, Sirius. Sta a lei decidere" nel dirlo non lo guardò negli occhi ma continuò a fissare le posate sul tavolo posizionarsi ai lati dei piatti.


Hermione al piano di sopra si stava lavando nella vasca, sentiva ogni muscolo tendersi dolorante.
Voleva avere il tempo di riprendersi da sola e capire come sistemare la situazione ma sapeva che non si poteva nascondere.
Si strofinò le braccia con la spugna cercando in qualche modo con quel bagno di prendere forza e purificarsi dal marcio che sentiva dentro.
Remus era riuscito con poche parole a farla calmare e a non farla sentire sola. Lei, Sirius e Remus si erano molto avvicinati dopo la guerra. In maniera particolare con quest'ultimo. Per quanto fosse stato un tempo suo professore e amico del padre di Harry, la loro era diventata una vera e propria amicizia. Gli interessi in comune erano stati il punto di partenza: i libri, l'arte, cultura generale, perfino la politica erano diventati argomenti che permettevano loro di potersi confrontare. Poi l'anno vissuto insieme era stato quello che aveva buttato giù ogni barriera, che fosse quella dell'imbarazzo o dell'età. Apprezzava entrambi gli uomini che la stavano ospitando perché l'avevano sempre trattata come una pari. Sirius ripeteva spesso che sia lei che Ginny potevano chiedergli il mondo e lui glielo avrebbe dato. Erano diventate le sue confidenti in quegli anni. Era diventata routine per lei e Ginny invitare anche Sirius alle loro chiaccherate pomeridiane durante il suo soggiorno a Grimmauld Place.
Quando riuscivano, si univano anche Remus e Harry, ma non era la stessa cosa. Non perché con loro due non si potesse parlare, altroché, ma perché Sirius permetteva loro di poter esprimere qualsiasi dubbio o sciocchezza senza troppe domande. Quelle giornate a bere tè avevano permesso loro di aprirsi a Sirius e a Sirius di aprirsi con loro, alla pari, senza pregiudizi. Un piccolo sorriso comparve sul suo viso ripensando al giorno in cui, per l'ennesima volta Sirius aveva preso appuntamento con loro, lasciando Harry e Remus a doversi organizzare di conseguenza. Quest'ultimi entrarono in casa a passo di marcia, prendendo Sirius per i gomiti e nascondendolo alla vista di lei e Ginny.
Harry e Remus inizarono ad accusarle di essere delle ladre egoiste, di aver provato con il loro tè e le loro storie a privarli dell'amicizia con Sirius.

"Ce lo state rubando!"
"Lo portiamo via da voi, lo avete stregato e imbambolato!"
"Non riuscirete a portarcelo via!"

E intanto Sirius rideva sguaiatamente, nascosto dai corpi dei due uomini, a quel palese teatrino che il suo figlioccio e il suo migliore amico stavano facendo solo per dare fastidio a lei e Ginny.
Lei e Ginny inizialmente si erano guardate preoccupate pensando che la rabbia e le accuse fossero vere, ma il sorriso che le dedicò Remus fece calare il sipario sulla loro piccola opera drammatica. 
Harry aveva iniziato a ridere così forte, mentre Ginny gli schiaffeggiava le braccia sgridandolo per lo spavento che le aveva fatto prendere, che iniziò a iperventilare.


"Harry.." pensò. Il sorriso scomparve e sbatté le mani sulla superficie dell'acqua, facendone uscire un po' dal bordo della vasca. Per quanto fosse sempre stata considerata una persona intelligente e pratica, e con una buona abbondanza di raziocinio, il suo cervello era in modalità standby. Continuava a immaginarsi scenari tragici dove Harry si sarebbe messo a difendere Ron, o dove eliminava per sempre Ron dalla sua vita per lei ma passando il resto della loro amicizia a guardarla con biasimo.

Con i piensieri che vagavano tra un passato felice a un presente doloroso si alzò dalla vasca e si avvolse in un accappatoio. Frizionò i capelli nell'asciugamano e se li asciugò con un colpo di bacchetta. Uscì dal bagno e guardò l'orologio nel corridoio: erano le sette e mezza. Si incamminò velocemente verso la sua camera per vestirsi e si chiuse la porta alle spalle. Mancava poco.


Un uomo in divisa stava in piedi davanti alla scalinata di una palazzina. I capelli rosso vivo erano in contrasto con la divisa nera da Auror. Ron posò il piede sul primo scalino.
L'unico posto dove sapeva sarebbe potuta andare era lì davanti a lui, ancora nascosto dopo anni tra il numero 11 e il numero 13.
Harry, inconsciamente, gli aveva fatto dedurre il nascondiglio di Hermione e inoltre sapeva che quella sera Ginny e Harry sarebbero andati lì a cenare. Magari poteva evitare tutto se solo avesse chiarito con lei prima che i due amici mettessero piede nella casa.
Non appena quest'ultima ebbe finito di farsi spazio tra le altre salì il resto delle scale e suonò il campanello. Velocemente, mentre sentiva dei movimenti dall'altra parte della porta, guardò il suo orologio al polso.
Erano le sette e mezza.


Sirius stava sistemando come poteva il salotto, cercando di rendere il tutto ordinato per l'arrivo degli ospiti. Sapeva che probabilmente i divani e il camino sarebbero diventati testimoni della confessione di Hermione quella sera.
Di colpo il campanello suonò.
L'uomo sobbalzò e quasi lasciò cadere un ceppo di legno sul tappeto.
"Pensavo venissero con la metropolvere.."
Pensò Sirius, lanciando il ceppo nel camino di fretta.
Con falcate veloci raggiunse l'ingresso, pose la mano sulla maniglia, chiuse gli occhi prese un gran respiro.
Girò la maniglia e aprì la porta.
Puro stupore si dipinse sul suo viso quando notò che per quanto il colore fosse lo stesso di quello di Ginevra, i capelli erano corti, gli occhi erano azzurri e non marroni e Harry non era al suo fianco. 
Ron Weasley era all'ingresso del numero 12 di Grimmauld Place.



"Sirius! Ciao! Senti, volevo sapere, Hermione è mica qui?" 
Sirius non ci voleva credere.
Il viso di Ron Weasley era increspato in una smorfia che assomigliava a un sorriso imbarazzato, una mano era posata sul collo come per sorreggerlo per non far cadere la maschera.
"Perché sai abbiamo avuto un piccolo screzio e tirando a indovinare ho pensato che potesse essersi infilata qui da voi"
Disse cercando di giustificarsi. 
Sirius era con la mano che stringeva la maniglia della porta e il corpo si frapponeva tra Ron e l'atrio. Stava, non del tutto inconsciamente, proteggendo la casa e i suoi abitanti dall'ingresso del rosso.
"Un piccolo screzio, dici?"
La voce di Sirius uscì calma ma senza tracce di calore.
Il sorriso tirato di Ron si affievolì di poco mostrando la sua vera espressione: paura.
Non c'era tristezza o dispiacere nel suo viso, semplice e pura paura.
"Si guarda, abbiamo litigato per una sciocchezza e volevo far pace subito ma è volata via da casa in due secondi"
Sirius ne aveva sentite tante e viste ancora di più ma non si era mai reso conto di quanto Ron potesse essere ottuso. Davvero credeva che Hermione non si sarebbe confidata con lui e Remus?
"Che cosa è successo?"
Lo sapeva benissimo cosa aveva fatto: un tradimento si può perdonare ma le prese per il culo erano un altro paio di maniche.
"Hermione è qui?" Ripeté Ron evitando la domanda dell'uomo. Nel dirlo tirò il collo per sbirciare dietro Sirius che immobile, come un cane da guardia, controllava il proprio territorio. 
"Harry?"
La voce di Remus fu accompagnata dal suono dei suoi passi, si era affacciato dalla porta della cucina per guardare l'ingresso e la sua espressione si indurì.
Ron Weasley lo salutava con la mano sorridente.
"Sorride?" Pensò Remus basito. 
"Ciao Remus! Come va?" 
Remus si avvicinò e si accostò a Sirius che gli fece spazio. Entrambi sembravano aver deciso di creare un muro sulla soglia di casa.
"Ron, cosa.."
"Ron ha avuto un piccolo screzio con Hermione e la stava cercando"
Sirius rispose alla sua domanda accompagnata da un cenno di assenso energico sorridente di Ron.
"Aaah.. un piccolo screzio?"
Disse Remus serio, inclinando la testa di lato.
Remus ebbe lo stesso pensiero dell'amico: davvero era così ottuso?

"Remus..?" 
La voce di Hermione che proveniva dalle scale era quasi un sussurro. Con una camicetta verde e un paio di jeans si era vestita e sentendo il campanello aveva intuito che Harry e Ginny fossero arrivati, si aspettava che Remus o Sirius venissero ad avvisarla. Ma ormai erano passati diversi minuti.
Scendendo le scale anche lei rimase confusa sul perché i due uomini tenessero sulla porta Ginny. Ma anche lei realizzò velocemente: quella non era Ginny. 
A metà scala un urlo le fece realizzare che era troppo tardi per nascondersi.
"Hermione!" 
Urlò Ron con un sorriso inquietante sul viso.
"Ehi! Ti ho trovata" 
Si fermò sulle scale e vide Remus muoversi verso di lei, quasi dandole la schiena. L'uomo aveva deciso di staccarsi dalla barriera che aveva creato con Sirius per andare a difenderla direttamente.
"Non sapevo dove trovarti, ti ho cercata ovunque."
"Bugia." pensarono Hermione, Sirius e Remus. 
"Mi sei mancata tanto e mi dispiace aver bisticciato."
Il viso di Hermione passò da pallido a completamente bianco. La camicetta smeraldo che indossava non faceva altro che sottolineate il suo pallore.
"Perché non torniamo a casa e facciamo la pace?" Ron era entrato nell'atrio, non rendendosi conto che Sirius aveva cercato di evitarlo in ogni modo.
Hermione vedendo il ragazzo avanzare verso di lei fece un passo indietro per risalire la scala.
Le nocche bianca per la stretta brillavano sul corrimando scuro.
"Ron..?"
Remus aveva voltato la testa per guardare Hermione e il cuore sprofondò quando la vide, e cercò a parole di fermare Ron.
Il rosso parve non sentirlo, o fece finta di non farlo, forse per evitare altre domande, e avanzò fino alla scalinata. 
"Hermione dai, torniamocene a casa. Non c'era bisogno di fuggire così per una litigata" disse Ron sorridendole e accusandola.
Quelle erano le parole sbagliate, tutti nella stanza sapevano che quella frase in quel contesto era terribile. Persino Ron.
"Una litigata?"
Hermione aveva gli occhi sgranati.
Il sorriso di Ron si era affievolito.
"Scoparsi un'altra donna nella nostra casa per te è una piccola litigata?"
I capelli di Hermione erano elettrici. Remus la guardava con il cuore a pezzi. Sirius aveva chiuso la porta e guardava Ron ancora con il viso impassibile, spostò gli occhi su Hermione. Se qualcuno lo avesse osservato bene avrebbe visto furia.
La bocca di Ron si spalancò nel panico.
"Ma.. Hermione! Possiamo parlarne in privato?" Cerco di dire a mezza voce.
Si voltò indietro a guardare i due uomini, entrambi con i visi tesi: Sirius con lo sguardo fisso su di lui e Remus che lo guardò per un attimo per poi spostare gli occhi di nuovo su Hermione.
"Cosa? Credevi davvero che non mi sarei confidata con loro? Sei davvero così cretino?"
Hermione non era più debole, l'adrenalina, la furia e il dolore la sorreggevano come se ne andasse della sua vita.
Ron rigirò la testa indignato, boccheggiava e le orecchie erano rosso fuoco creando un netto contrasto con i capelli.
"Io con te in quella casa non ci torno più hai capito? Io non ti voglio più vedere."
Scese uno scalino.
"Non voglio avere nulla a che fare con te. Il massimo contatto che avremo sarà il mio trasloco da quella casa." Scese un secondo gradino.
Un fiume di parole carico di furia usciva dalla sua bocca.
"E riguardo a prima. Non mi hai cercato in lungo e in largo perché i nostri amici avrebbero fatto domande." Si fermò sulla scala, con un tremore evidente che la faceva dondolare dalla rabbia.
Ron la guardava stralunato, il sorriso sul suo viso era scomparso e al suo posto solo una semplice espressione di puro imbarazzo. E rabbia.
"Cosa vuoi fare? Vuoi farci diventare lo zimbello di tutto il mondo magico?" le urlò ancora dal fondo delle scale.
Remus abbassò di scatto la testa e guardò Ron con puro stupore e ribrezzo. 
Era solo questo quello che gli importava?
Il giudizio altrui? Passava al ricatto?
D'istinto guardo Sirius che gli ricambiò uno sguardo di puro sgomento.
"Io il traditore e tu la tradita? Cosa credi che vedrà la gente quando ci guarderà? I salvatori del mondo magico o lo sciupafemmine e la cornuta?" Disse Ron quasi sibilante, aveva girato il coltello nella piaga.
Hermione scese gli scalini di fretta quasi ne andasse della sua vita, alzò il braccio e un forte schiocco risuonò nell'atrio.
Ron mosse pochi passi verso sinistra, non tanto perché lo schiaffo fosse stato forte ma poiché inaspettato, alzò lo sguardo ferito nell'orgoglio e furioso.
"Come osi?" Sibilò la ragazza guardandolo disgustata
"A me non interessa nulla di quello che pensa la gente, e che io sia maledetta se dopo questa ti riprenderò nella mia vita come nulla fosse!"
Ron sembrava esasperato dalla sua risposta.
"Un solo errore e finisce così? Dov'è finito lo spirito Grifondoro? Non combatti più?"
"Un solo errore?!" Gli urlò in faccia la donna.
"Io mi sono rotta! Mi sono rotta di dover rimediare alle tue cazzate Ron! E non mettere questo peso sulle mie spalle! Potevi parlarmene e non scoparti una sconosciuta nel nostro bagno!"
Sia Remus che Sirius videro Ron cambiare tattica. 
"Hermione mi dispiace davvero! Mi manchi da morire. Ho fatto un casino e sto cercando di rimediare." disse Ron quasi piagnucolando. Remus guardò Hermione: era immobile davanti a Ron.
Una brevissima espressione di pena si mostrò sul viso della ragazza e Remus si stupì. 
"Ho fatto un casino, ti amo davvero e non volevo farti soffrire in questo modo."
Le prese le mani tra le sue e la guardò negli occhi. 

Hermione non disse nulla e Ron continuò. 
"Le altre non significavano nulla. Non valgono nulla in confronto a te."
Il cervello di Hermione registrò quell'informazione alla velocità della luce.
Tolse le mani lentamente da quelle di Ron e si allontanò impassibile.
"Le altre?"
La voce era bassa e neutra.
Se tutti in quella stanza avevano compreso l'errore di Ron, quest'ultimo parve non accorgersi di aver affossato ogni sua possibilità di redenzione.
"Si, tutte loro sono state solo un modo per riempire la tua mancanza Hermione. Te lo giuro!"
"Stupeficium!"
Nessuno aveva visto Hermione tirare fuori la bacchetta, la furia che aveva ripreso il controllo del suo corpo la stava dominando completamente.
Ron cadde a terra.
Sirius e Remus si mossero verso di lei cercando di fermarla ma due braccia si avvolsero attorno ad Hermione cercando di fermarla.
"Ma che cosa sta succedendo?!" 
Le chiese Harry trattenendola mentre la ragazza scalciava cercando di liberare le braccia dalla stretta dell'uomo. 
Harry e Ginny erano arrivati nel salotto e sentendo le urla nell'ingresso erano corsi a vedere.
Erano arrivati nell'esatto momento in cui Hermione aveva pronunciato l'incantesimo. 
Ginny guardò sgomenta a turno Sirius e Remus che con i visi tirati erano rimasti in disparte da quella tragedia. Ricambiarono lo sguardo senza pronunciar parola. 
Ron si stava rialzando lentamente e guardò Harry negli occhi leggermente frastornato.
"NON ERA LA SOLA CHE TI SEI SCOPATO?!" 
urlò Hermione a squarciagola ancora dimendandosi come una matta.
"Cosa?!" gridò Ginny guardando il fratello.
Harry per lo sgomento guardò Ron, che sgranò gli occhi pieni di terrore, e per una frazione di secondo allentò la presa su Hermione.
Un errore banale e involontario che Remus notò subito, con uno scatto in avanti si lanciò verso Harry e Hermione e urlò
"Harry, no!"
Il ragazzo si riprese velocemente, ma era troppo tardi. Cercando di fermare la ragazza la ristrinse a se e così facendo l'incantesimo fu deviato non più verso Ron, ma verso Remus. 
Se qualcuno avesse fatto una foto magica di quel momento avrebbe immortalato i visi tirati dei presenti, con gli sguardi che seguivano disperati quella lama di luce rossa che andava a cozzare contro il petto di Remus. Il viso di Remus che si deformava in una smorfia di dolore mentre la forza dello schiantesimo lo spediva all'indietro, per poi finire per terra sbattendo la testa sul parquet lucido. Allo stesso tempo avrebbe immortalato Ron, con il viso contratto dalla paura, gli occhi chiusi per non vedere lo schiantesimo, e poi uno sguardo di stupore e sollievo che si distendevano sul suo viso nel comprendere che la fattura aveva colpito qualcun'altro.

"Remus!" Urlarono Ginny e Sirius che accorsero verso il corpo dell'uomo. 
"No! Noooo!" Urlò Hermione piangendo disperata lasciando cadere la bacchetta per terra.
Sirius controllò subito la testa dell'uomo che sanguinava leggermente, la botta per terra aveva fatto il danno maggiore. Il viso tirato di Sirius preoccupò Harry che faceva saettare lo sguardo tra Ron e Remus.
"Sirius, Remus sta bene?" urlò Harry affannato ancora trattenendo la ragazza cercando di sovrastare le urla di terrore e dolore di quest'ultima.
"È svenuto." rispose Ginny controllando il polso dell'uomo. 
Ron si guardava intorno terrorizzato dalla situazione che si era venuta a creare.
Si girò verso Hermione che chiazzata di rosso e con le lacrime urlava con tutta l'aria che aveva in corpo.
"Ron, vattene da qui!" Gli urlò Ginny ancora chinata su Remus. 
La guardò terrorizzato ma si difese 
"No Ginny devo parlar..." provò a dire ma fu interrotto dalla ragazza.
"Hai già fatto troppi danni, vattene!" con un espressione di odio sul viso.
Ron basito la guardò.
"HO DETTO VA VIA!"
Ron sobbalzò, si alzò lentamente e con fatica corse verso la porta, la aprì e si smaterializzò. Non si era permesso di guardare Harry in faccia. 

Harry lasciò andare Hermione lentamente, che come uno straccio si afflosciò a terra piangente. Harry completamente confuso e scioccato dalla situazione, guardò Hermione ai suoi piedi che piangeva e poi le due figure chinate su Remus. Sirius sorreggeva la testa dell'amico mentre Ginny con la bacchetta curava la ferita e ripuliva il sangue nei capelli dell'uomo. Sirius alzò lo sguardo e vide il figlioccio sul punto di formulare la domanda e lo interruppe
"Dopo."







Spazio Littletoknow 
Alloraaaaa? Ma Buonasera/Buongiorno/Buonpomeriggio!
Cosa ne pensate di questo bel casino?
Devo essere sincera: mi sono divertita moltissimo a scrivere questo capitolo.
Peccato che ci abbia rimesso il povero Remus, ma vedremo vedremo...
Fatemi pure sapere le vostre considerazioni, dubbi, crisi di nervi perché non capite dove io stia andando a parare!
E alla prossima lettura!
LtN
















   
 
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