Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: slytherin_sev    13/12/2021    0 recensioni
Lei era una di quelle. Quelle persone che non avevano mai ricevuto la lettera di Hogwarts perché nata babbana negli anni della guerra. Ignara di una parte di sé, ora più che ventenne, lavorava al Paiolo Magico anche se per lei era paiolo e basta, di magico quel posto non aveva niente. Ma se di colpo scoprisse la verità cosa farebbe? Sceglierebbe la sua vita babbana o abbandonarebbe famiglia, amici e fidanzato per recuperare il suo lato magico?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era un bel uomo, moro, con i capelli ribelli "piacere mio" disse mentre gli sorrideva "Hai bisogno di qualcosa?". Lui ricambio il sorriso "si, mi manda Minerva. Vuole che ti parli del professor Piton e del suo passato" lei alzò gli occhi al cielo facendolo entrare. "Ne sentivo il bisogno" lo fece accomodare e lui iniziò il suo racconto. Aveva giusto detto qualche parola che di nuovo si sentì bussare "è aperto" si limitò a dire, Severus non se lo fece ripetere due volte ed entrò "finalmente, ecco volevo solo". Harry quando lo vide si alzò e sorrise mentre lui aveva un'espressione stupefatta in volto "professore! Quanto tempo". Ľuomo rimase bloccato sulla porta cercando di capire cosa succedesse "lo ha mandato Minerva" intervenne lei "ha detto che mi deve parlare di te. Non vedo ľora, sono tutta orecchie" sorrideva scocciata di questa ennesima sciocchezza. I due uomini si scambiarono dei convenevoli, quelli di Harry furono decisamente più calorosi di quelli di Piton che si limitò a fare qualche domanda di cortesia con la sua solita espressione impassibile delle grandi occasioni.
La scena vista da fuori doveva sembrare quasi divertente. Tre adulti in una stanza posizionati a triangolo, lei e Harry sul lato lungo del letto ma ai rispettivi angoli e Severus seduto su una sedia, idealmente a metà fra di loro ma distante alcuni metri. Il ragazzo iniziò a parlare, gli occhi di lei passavano tra i due uomini come se stesse vedendo una partita di ping-pong nonostante Severus fosse colto da mutismo. Lui li teneva fissi su di Harry ben attento a cosa dicesse mentre quest'ultimo era ľimmagine della calma, parlava sereno ma sicuro, guardando un po' lei è un po' lui, sorrise appena in certi momenti, sembrava genuinamente grato a Severus. Quando ebbe finito di parlare calò il silenzio, erano una moltitudine di informazioni da processare per lei. Aveva le mani sulle ginocchia e lo sguardo fisso davanti a sé quando si sentirono dei colpi così forti sulla porta da farle pensare che stesse per venire giù. Corse ad aprire cercando di capire cosa stesse succedendo e una figura enorme entrò nella stanza quasi riempiendola "ALLORA ERA VERO CHE ERI VENUTO" disse Hagrid sorridendo, lui e Harry si abbracciarono forte, iniziarono a parlare mentre lei usciva dalla stanza, non aveva molto voglia di socializzare al momento.
Guardò qualche secondo la porta prima di incamminarsi e procedere verso ľuscita, cambio idea sentendo nuovamente i cardini cigolare e voltandosi vide Severus. Lui cercò il suo sguardo, lei inclinò la testa indicando lo studio, iniziarono a camminare in quella direzione, la precedette aprendo la porta e facendola entrare. Lei si sedette sulla sedia riservata agli studenti; incrociò le gambe, ci mise le mani sopra, guardò Severus dritto negli occhi "ma davvero il mondo magico era nelle sue mani e noi siamo qui a raccontarcelo?". Severus sgranò gli occhi e sorrise, non si sarebbe mai aspettato una reazione simile da lei. "Oddio, non voglio immaginare cosa sarebbe successo se fosse stato in mano a me. Probabilmente sarei scappata ai Caraibi. Però wow, non è proprio sveglio il ragazzo, peccato però perché era bellino". Rimasero di nuovo in silenzio quando lui decise di voler arrivare a capo una volta per tutte a quella faccenda "quindi?"; lei inclinò leggermente la testa "quindi, cosa?", "cosa pensi di quello che hai appena sentito".
Lei riflettè facendo una strana sfomorfia "per prima cosa mi sembra che il ragazzo non abbia colto certe sfumature ma quello è solo un mio pensiero. Seconda cosa non ho sentito, almeno in quella parte della storia, il tuo cambio di idea su babbani. Ľunica cosa che ti ha fatto tradire Voldemort è stata la morte di Lily non il tuo cambio di visione sul mondo. Sei stato eroico non lo nego, ma per i motivi sbagliati. Hai fatto tanti sacrifici, rischiato la vita in continuazione e perso tutto, sei stato veramente... fantastico, una persona migliore. Ma la mia paura... forse non è nemmeno la parola giusta, più ferita magari? Nei confronti di quello che è successo e sta succedendo non si può sanare con una bella storia". Lui la guardò incerto "vorrei raccontarti io invece cosa provo e cosa penso", lo guardò strano e lui abbassò la testa "lo so, lo so... non ti interessa, vai pure", "questa volta no Sev, voglio ascoltarti. Voglio sentire cos'hai da dire".
Lui si alzò, fece un respiro profondo e iniziò a parlare "essere Serpeverde è un onore e un privilegio per me, non vorrei appartenere a nessun'altra casa. La maggior parte di quelli che vedi qui saranno i leader del futuro. Le cose sono cambiate, loro sono cambiati e ne sono orgoglioso ma..." si alzò dandole le schiena "le cose ai miei tempi erano diverse".
"Per prima cosa ero, come sempre, ľemarginato. Qui c'erano solo nobili rampolli e puro sangue, se non fosse stato che ero incredibilmente bravo a scuola e abbastanza sveglio da capire come comportarmi avrei passato sette anni completamente isolato. Io ero povero in canna, unticcio e solo, ľunica amica che avevo era in grifondoro ed era innamorata del mio peggior bullo... non mi vanto di quello che ho fatto ma non ero in un bel posto allora. Le idee sul sangue erano guardate male all'apparenza ma condivise dai più nella sostanza e le ho fatte mie pur di avere qualcosa, pur di essere qualcuno. Quello che non volevo ma Voldemort mi rispettava, mi prendeva in considerazione, mi reputava quasi un suo pari e io ho perso la parte migliore di me il giorno in cui ho insultato Lily e lei mi ha detto addio. Non pretendo che tu mi capisca, sono stato uno sciocco e inutile ragazzino. Mi sentivo un estraneo in ognuno dei mondo, in quello babbano avevo solo mio padre che mi picchiava e umiliava per quello che ero. In quello magico mi vessato continuamente e solo i 'cattivi' mi erano vicino e mi accettavano per quello che ero: un secchione che amava studiare, le pozioni e sperimentare con gli incantesimi. Io... io..."
Si fermò, la voce rotta dal rimpianto del suo passato che odiava e che stava rivivendo troppo spesso ultimamente. Lei lo raggiunse "siediti, ti preparo una tazza di tè".
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: slytherin_sev