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Autore: littlegiulyy    16/12/2021    1 recensioni
LaPush. Una riserva sperduta nello stato di Washington, uno dei posti più piovosi d'America, un luogo dove la magia è intrinseca nei suoi abitanti. Ma se esistesse della magia anche in altri posti? Se il branco Quileute non fosse l'unico branco che esiste? Le favole ormai sono realtà, questo si sa.
Hailey Bennett non è una ragazza come tutte le altre. La magia scorre anche nelle sue vene e questo comporta grandi responsabilità. Decisa ad allontanarsi dalla sua riserva Navajo, andrà a trovare il cugino Johnny, trasferitosi a LaPush un anno prima. Convinta di poter fuggire dalle sue pesanti responsabilità solo per qualche settimana, alla fine nella sua vita tutto cambierà; complice soprattutto l'incontro con un giovane Quileute, Embry Call.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Embry Call, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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4. Il passato torna a bussare 

Il giorno seguente, dopo essersi data una rapida sistemata ed aver steso un velo di correttore sulle sue occhiaie violacee, Hailey scese al piano inferiore per fare colazione.
Era evidente che non avesse dormito molto quella notte, ma con un po’ di trucco era riuscita a mascherare ogni prova piuttosto abilmente.
Non era la prima volta che le capitava.
Purtroppo nella sua adolescenza aveva dovuto fare spesso i conti con il suo spiccato istinto magico che le impediva il sonno; eppure, questa volta era diverso. Non c’entrava il branco Navajo, non c’entrava il suo ruolo all’interno del branco... o almeno non le sembrava fosse così. La sua inquietudine derivava da qualcos’altro che non era ancora riuscita ad identificare. Non era vera e propria inquietudine, era più un senso di vuoto e sentiva la necessità di riempirlo.
-Buongiorno Hailey, tutto bene?- la salutò radiosa Emily distogliendola dai suoi pensieri.
-Buongiorno… si tutto bene, grazie- tagliò corto per non farla insospettire –tu?- chiese educatamente avanzando nel soggiorno.
-Tutto bene…- rispose avvicinandosi al tavolo con una moka di caffè e dei muffin caldi appena sfornati –avanti, siediti… caffè e muffin vanno bene?- le chiese sorridente.
Hailey annuì ricambiando il sorriso –è anche troppo Emily- rispose sedendosi al tavolo e versandosi il caffè nella tazza che Emily aveva prontamente preparato sul tavolo.
-Hai dormito bene?- le chiese la donna continuando a muoversi su e giù nella cucina.
Hailey tentennò per un istante –si… circa…- rispose poco convinta.
Emily alzò lo sguardo su di lei –non è mai facile abituarsi a dormire fuori di casa- rispose pensierosa –anche per i ragazzi fuori non è stata una notte facile…- aggiunse riprendendo a fare quello che stava facendo.
Hailey la guardò incuriosita –come mai? Cos’è successo?- indagò subito.
Prima che Emily potesse risponderle, un verso emesso all’unisono proveniente dal vialetto esterno raggiunse le loro orecchie.
Emily sorrise –sono tornati i ragazzi- disse felice.
La porta della veranda si aprì ed Embry, Quil e Jared entrarono come saette nel soggiorno. I loro volti, nonostante fossero segnati dalla stanchezza, sorridevano felici ridacchiando tra i loro.
-Buongiorno!- salutò tutti allegramente Jared.
-Sembrate felici questa mattina- constatò Emily guardandoli attentamente.
Quil fece un balzo in avanti –lo siamo eccome! Il Consiglio degli anziani ha indetto la prossima riunione…- comunicò raggiante.
Emily lo guardò in attesa che proseguisse, ma fu Embry a terminare il discorso. –Venerdì prossimo, alle sette come ogni volta- scandì come un annuncio presidenziale -tutti puntuali, altrimenti Paul fa fuori tutti gli spiedini- aggiunse ridacchiando. Jared gli diede una pacca sulla spalla –ti ricordi l’ultima volta? Ha rubato perfino dal piatto di Reneesme… Jake voleva staccargli la testa a morsi-
I ragazzi scoppiarono a ridere di gusto, senza trattenersi.
-Dobbiamo dire a Rachel che lo metta a stecchetto- commentò Embry avvicinandosi al tavolo. Prese la sedia accanto a Hailey, si sedette appoggiando i gomiti sul tavolo e fissandola con un sorriso raggiante. Per un istante, si sentì decisamente a disagio.
Dopo il sogno che aveva fatto quella notte, la visione di Embry continuava a ricordarglielo e soprattutto la metteva in imbarazzo senza alcun motivo.
Hailey lo guardò di sottecchi, senza capire il senso del suo sguardo.
Continuava a sorriderle ma non le diceva niente.
-Buongiorno anche a te!- la salutò alla fine senza smettere di sorridere.
Hailey lo guardò accigliata.
–Buongiorno…- rispose tranquilla –siete particolarmente in forze per aver fatto ronda tutta la notte…- notò guardandoli attentamente. I ragazzi sghignazzarono dandosi gomitate.
-Con chi credi di avere a che fare- disse Jared sedendosi al tavolo con Quil –siamo abituati! Siamo stati svegli più di quarantotto ore una volta- aggiunse con fare altezzoso.
In pochi minuti, più della metà dei muffin che Emily aveva cucinato con tanta dedizione, vennero spazzolati dai ragazzi lupo.
Lupi, tutti uguali.
Sentì lo sguardo di Embry su di lei, ma evitò accuratamente di voltarsi.
Bevve un sorso di caffè riflettendo sulle parole di Emily poco prima che arrivassero i ragazzi. 
Era curiosa di sapere cosa fosse successo quella notte. Era improbabile che fosse correlato al suo sogno; non le sembrava quella sensazione. Ma mai dire mai. 
-Allora…- esordì voltandosi verso Embry –com’è andata questa notte?- indagò curiosa. 
Prima che Embry potesse risponderle, Sam entrò nella stanza, rispondendo lui stesso.
–Hanno sentito delle tracce sconosciute verso nord-ovest- spiegò avvicinandosi a Emily –hanno cercato di capire da dove provenissero, ma le hanno perse dopo poco meno di 10km- decretò.
-Abbiamo corso tutta la notte cercando di ritrovare tracce da qualche parte- si intromise Quil -ma non ci siamo riusciti- aggiunse visibilmente dispiaciuto.
-Dev’essere qualche nomade…- commentò Embry sventolando il suo muffin in aria -non conosce i nostri confini e la suddivisione dei nostri territori- aggiunse pensieroso.
Sam diede un bacio a stampo alla sua donna e poi tornò a guardare Hailey. Per un attimo, ebbe la sensazione che dovesse dirle qualcosa, o che si aspettasse che lei dicesse qualcosa, ma Hailey decise di far finta di niente. Distolse lo sguardo e bevve un altro sorso di caffè pensierosa.
A chi poteva appartenere quella traccia? Un nomade di passaggio?
Embry e Quil dovevano aver avuto una brutta nottataccia, anche se a vederli così non sembrava.
Senza alcun preavviso, la porta d’ingresso venne spalancata di scatto rivelando la figura di Paul in stato di agitazione. Nonostante fuori ci fossero 0°C e nevicasse ancora, delle goccioline di sudore imperlavano il suo petto nudo, che si alzava e si abbassava rapidamente ed irregolare. Doveva essersi appena ritrasformato, a giudicare dai tremiti che ancora scuotevano impercettibilmente i suoi muscoli.
-L’ha riconosciuta! Sa a chi appartiene!- urlò esuberante senza neanche chiudere la porta.
Embry lo guardò serio –di cosa stai parlando?-
-Johnny- si affrettò a dire –ha riconosciuto la traccia che hanno sentito questa notte Embry e Quil- aggiunse cercando di riprendere fiato. Jacob comparve sulla soglia della porta e per fortuna, dopo essere entrato, la richiuse alle sue spalle.
La brezza gelida che aveva soffiato fino a quel momento nel soggiorno raggelandole la schiena scoperta cessò.
-L’abbiamo ripresa verso il Canada- disse Jacob –ma poi l’abbiamo ripersa al confine-
-Conosciamo l’identità di questo vampiro? E’ un nomade?- chiese Sam. 
-Sì, Johnny ha detto che è un nomade- confermò Paul –è un russo con cui il branco Navajo ha già avuto dei problemi in passato. Non sa cosa ci faccia da queste parti, ma ha detto che è molto pericoloso- commentò con un ghigno stampato in faccia. 
No.
No.
Non poteva essere. 

Hailey appoggiò la tazza sul tavolo con mano tremante, mentre la sua mente fece un salto nel tempo ad un paio di anni prima.
Non poteva essere lui, era sparito dalla circolazione.
Sperò con tutta sé stessa che Johnny si stesse sbagliando. Ma lo sapeva, Johnny non sbagliava mai. Fin da quando si era trasformato, il suo super fiuto era infallibile.
Un nome le rimbombava nella testa. Solo un nome.
Un brivido le percorse la schiena –Dimitri Romaskov?- chiese a voce alta attirando l’attenzione dei presenti. La guardarono senza capire, ma una voce alle sue spalle confermò i suoi timori.
-Sì Hails- disse Johnny entrando in casa –è proprio lui- aggiunse confermando le sue paure.
Le orecchie di Hailey registrarono la risposta, mentre i suoi occhi si spostarono per un istante sul ragazzo seduto accanto a lei senza motivo. Gli occhi di Embry erano cerchiati da segni violacei ed il suo volto era molto stanco; era evidente che, nonostante lo mascherasse molto bene, fosse decisamente stanco.
Si scambiarono un’occhiata che la ragazza non riuscì a decifrare.
Tornò a guardare il cugino. 
-Cosa diavolo ci fa qui Romaskov?- domandò alterata.
Johnny scosse la testa –non ne ho idea, ma è lui, ne sono certo-
-Dobbiamo avvisare Scott- disse subito Hailey alzandosi in piedi.
-No!- la fermò Johnny –Scott non c’entra in tutto questo-
-Chi è Scott?- chiese Jared senza capire. Gli altri licantropi si limitarono ad ascoltare senza parlare. Nessuno di loro capiva quello di cui stessero parlando i cugini Bennett. 
-L’Alpha del mio branco Navajo- spiegò Jonathan senza distogliere lo sguardo dalla cugina.
-Lo sai meglio di me che Dimitri Romaskov c’entra con Scott- insistette la ragazza –non possiamo non dirgli niente, lo sai anche tu. Era sparito della circolazione e, fatalità, adesso ricompare qui a Forks? Nella cittadina meno conosciuta d'America?- disse ironica incrociando le braccia al petto.
-Questo territorio non è sotto la giurisdizione di Scott Anderson- sentenziò alterato Johnny, mentre la tensione si faceva palpabile nell’aria.
Hailey fece un sosprio –questo territorio no…- ammise tentennante e restando in silenzio per qualche attimo, poi proseguì –ma io sì- aggiunse decisa.
Le ultime tre parole le pesarono addosso come se l’avesse appena investita in pieno un masso di una tonnellata. Gli occhi di suo cugino restarono ancorati nei suoi, lei cercò di sostenere lo sguardo decisa.
Non poteva permettere che delle tensioni individuali mettessero in pericolo le persone lì presenti.
-Di cosa stai parlando?- chiese Embry spezzando il silenzio che si era creato.
Gli occhi di Hailey saettarono su di lui. Embry, nel momento in cui si rese conto di aver catturato l’attenzione di tutti i presenti con stupore, sembrò pentirsi di aver parlato, ma ormai era fatta.
Il viso del ragazzo si incupì improvvisamente.
In quel preciso istante, Hailey captò una sensazione nuova e strana che aleggiava nella stanza.
Nervosismo.
E non proveniva solo da lei e Johnny, ma anche dal ragazzo seduto al suo fianco.
Hailey tornò a guardare Jonathan.
-Solo perché è il tuo ragazzo non vuol dire che c’entri con tutto ciò che ti succede intorno- ripose secco Johnny. Gli occhi di Hailey d'istinto volarono rapidi in quelli di Embry, ma li spostò immediatamente altrove non riuscendo a sostenere il suo sguardo.
Una morsa improvvisa le strinse lo stomaco senza ragione.
Perché le interessava così tanto quello che pensava quel ragazzo Quileute?
Tornò a guardare suo cugino. -Lo sai bene che non mi riferisco al fatto che sia il mio ragazzo –disse vaga ed abbassando il tono di voce –e non parlare di ciò che non sai- aggiunse quasi rabbiosa.
Johnny restò in silenzio, senza parlare.
Sam decise di parlare e di intromettersi in quel piccolo show familiare, cercando di riportare la conversazione a toni civili e pacati. –E’ pericoloso questo Dimitri Romaskov?- chiese guardando i due cugini –come lo conoscete?- indagò. 
-Mi ha rapita e quasi uccisa circa due anni fa- disse Hailey guardando il cugino ancora alterata. I presenti si guardarono preoccupati, scambiandosi sguardi d’intesa.
-Perché ti ha rapita?- chiese curioso Jared.
Rispose Johnny. -Per vendicarsi del nostro Alpha, Scott. Lui e Hailey stanno insieme da quattro anni. Una notte la compagna di Romaskov è entrata nelle nostre terre e ha cercato di attaccare dei ragazzini che erano nella riserva a fare escursionismo. L’abbiamo fatta fuori subito. Quella notte eravamo io e Scott di ronda, quindi ha deciso di fare occhio per occhio...-
Hailey sospirò.
-Ed il suo occhio per occhio ero io- concluse sotto voce.
-Mi sembra una storia già sentita- sbuffò Paul. I due Bennett lo guardarono confusi, quindi si affrettò a spiegare –era successa una cosa simile qualche anno fa con Bella, la succhiasangue madre di Renesmee. Ha attirato una nomade che voleva farla fuori per vendicarsi e siamo finiti a combattere contro un esercito di vampiri neonati- si limitò a dire.
Hailey e Johnny lo guardarono accigliati. 
-Perché non lo avete ucciso?- indagò Sam ritornando al discorso precedente.
-Perché Romaskov è riuscito a scappare- spiegò Jonathan –siamo riusciti a trovare Hailey prima che la uccidesse, ma è riuscito a scappare nonostante lo avessimo braccato in quattro… è uno che ci sa fare. E’ veloce e molto pericoloso- commentò pensieroso e preoccupato.
-Dobbiamo controllare il perimetro- decise Sam –intensificheremo i turni di ronda ed avviseremo anche i Cullen- aggiunse guardando i ragazzi davanti a lui.
Jared sbuffò –e addio vita sociale- squittì alzando gli occhi al cielo.
-Dobbiamo difendere la tribù- ricordò Sam –finché non sapremo cosa ci fa qui e finché non lo prenderemo non possiamo stare tranquilli- aggiunse serio –Jake avvisa i Cullen di questa storia… finché non capiremo perché è qui, tu Hailey resterai sotto la nostra protezione. Non possiamo rischiare che ti succeda qualcosa; potrebbe essere tornato per te. Potrebbe aver seguito la tua scia fino a qui-
-Per finire quello che ha iniziato- concluse Johnny dando voce ai pensieri di Sam.
-Dovremmo avvisare anche il vostro Alpha- aggiunse poi Sam –il territorio è nostro… ma mi sembra di capire che ci sia un legame con te- disse spostando lo sguardo su Hailey. La ragazza lo guardò a sua volta; Scott aveva il diritto di sapere quello che stava succedendo, ma non le sembrò una buona idea.
-Più di quanto immaginiate- commentò sprezzante Johnny.
Rabbia.
Hailey sentì distintamente nell’aria un moto di rabbia farsi largo tra i presenti.

In quel preciso istante, senza alcun preavviso, Embry si alzò di scatto dal tavolo e si catapultò fuori dalla casa senza dire niente. Tutti i presenti si voltarono stupiti, senza capire cosa stesse succedendo. Tutti, eccetto Quil e Jacob.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa che Hailey non riuscì a decifrare. Solo in quel momento, Hailey si rese conto che il ragazzo non aveva detto niente fin dall’inizio, non aveva aperto bocca. Era rimasto immobile a braccia conserte, ascoltando tutto. Tutto.
-Embry!- urlò Johnny richiamando la sua attenzione, ma il ragazzo non si voltò –Embry aspetta! Dove stai andando?- ci riprovò uscendo sotto al portico ed alzando ulteriormente la voce.
Embry continuò a camminare verso il bosco senza fermarsi, le sue spalle si alzavano e si abbassavano velocemente. Il corpo era scosso da furiosi tremiti, quelli che precedono la trasformazione. In pochi secondi, iniziò a correre addentrandosi nella foresta e sparendo dalla loro vista senza alcun apparente motivo.
-Ma cosa gli è preso?- chiese Paul guardando sorpreso la porta ancora spalancata.
Johnny rientrò in casa senza chiudere la porta –credo sia meglio che io vada…- disse frettoloso –vado a vedere che gli prende- aggiunse a denti stretti. Sam annuì dandogli un implicito consenso. Jonathan si voltò e, senza aggiungere altro, corse veloce verso il bosco, sparendo a sua volta nella fitta vegetazione.
hailey rimase in silenzio, guardando il punto in cui era sparito suo cugino abbastanza scossa. 
Cos'era appena successo?
-Negli ultimi giorni Embry mi sembra un po’ strano- commentò Jared scuotendo la testa. Sam fissò il punto nel bosco in cui erano spariti i due ragazzi in silenzio e pensieroso. I suoi occhi non tradirono alcuna emozione, ma l’istinto magico di Hailey avvertì immediatamente una sorta di inquietudine nel suo animo.
-Sarà meglio che vada anche io a vedere che gli prende- aggiunse Jared.
-No- lo fermò Sam –tu avvisa i tuoi fratelli di questa storia, tutti devono sapere del freddo…- poi si voltò verso Hailey –io e te invece dobbiamo parlare- concluse fin troppo serio per i gusti della ragazza. Hailey guardò preoccupata Emily, ma lei le sorrise rassicurante e fece un passo avanti intuendo il suo turbamento.
-Perché non vi sedete qui? Faccio un thé caldo…- propose appoggiando una mano sulla spalla di Sam. Il volto dell’uomo, serio e teso, si addolcì immediatamente.
-Grazie- sussurrò dandole un rapido bacio sulla mano.


Dopo ore passate a parlare con Sam, Hailey crollò nel letto sfinita.
Rivivere tutti quei momenti che credeva di essersi lasciata alle spalle per sempre era straziante. Aveva sperato di non dover più sentir nominare Dimitri Romaskov, eppure era tornato a farle visita come il peggiore degli incubi.
Cercava lei, ne era certa. Lui non lasciava mai le cose in sospeso.
La suoneria del suo telefono la destò dai suoi pensieri, riportandola alla realtà. Guardò svogliatamente lo schermo leggendo il mittente.
Scott Anderson.
Sospirò rassegnata. Non avrebbe voluto rispondere, e probabilmente se l'avesse chiamata il giorno prima non lo avrebbe fatto. Tuttavia, visto lo stato attuale delle cose, decise di farlo.
In quel momento non c’era posto per l’orgoglio –Pronto…-
La voce inquieta dell’Alpha raggiunse subito le sue orecchie -Hailey cosa sta succedendo?-
-Ciao anche a te Scott- sbuffò distratta. Fissò il soffitto sopra la sua testa… avrebbe preferito che le crollasse addosso piuttosto che parlare con Scott in quel momento.
-Dimitri Romaskov è lì?- le chiese risoluto.
-Sì- confermò Hailey –lui è qui. Come lo sai?-
-Jonathan-
Hailey scatto seduta nel letto –tu e Johnny avete parlato?- chiese stupita.
Johnny e Scott non si parlavano da un anno ormai; da quando suo cugino aveva deciso di aggregarsi definitivamente al branco Quileute. Scott non se l’era presa per questo, comprendeva la necessità di stare affianco al suo imprinting e alla volontà di proseguire con i suoi studi qui alla Seattle University; tuttavia non gli era andato giù il fatto di perdere il suo beta così e soprattutto il suo migliore amico.
Quando era stata rapita da Romaskov poi, i due ragazzi non avevano fatto altro che incolparsi a vicenda del suo rapimento, causando una frattura nel loro rapporto che non erano più riusciti a sanare in nessuno modo.
Come poteva crescere un branco con un Alpha ed un Beta sempre in contrasto?
-No, mi ha scritto un messaggio- si limitò a spiegare il ragazzo –allora… dimmi cos’è successo. Tu stai bene?- le chiese preoccupato.
Hailey lo rassicurò –io sto bene- tentennò per un attimo –hanno sentito la sua scia e Johnny l’ha ricnosciuto subito ovviamente… non si sa perché sia qui, ma…-
Scott la interruppe –è venuto lì per te Hailey-
La ragazza sospirò, abbandonando la schiena contro la testiera del letto. Il suo peggiore incubo era tornato a galla così, in un millesimo di secondo. Sarebbe mai riuscita a liberarsene?
-Lo so-
-Dobbiamo venire lì-
-E lasciare scoperto il territorio Navajo? No- rispose immediatamente la ragazza.
-Non posso permettere che ti succeda qualcosa-
-Qui c’è il branco Quileute Scott… se la vedranno loro, è il loro territorio-
Dall’altra parte del telefono provenne qualche istante di silenzio.
-Hai fiducia in loro…- commentò Scott abbassando la voce pensieroso.
-Sì ne ho- confermò Hailey –sono un bel branco, sono forti. E poi c’è Johnny, non dimenticarlo…-
-Verrò solo io, lascerò i ragazzi qui a Rosewood per proteggere il nostro territorio-
Hailey sospirò –non puoi lasciare il branco senza una guida. Tu sei l’Alpha Scott- gli ricordò.
-Rosewood in questo momento non è in pericolo, non hanno bisogno di una guida. Tu invece sì, sei in pericolo-
-Io non sono in pericolo, sono più protetta di quanto credi-
-Non posso permettere che ti succeda qualcosa-
Hailey restò in silenzio chiudendo gli occhi. Una domanda le martellava la testa da quando aveva risposto alla chiamata.
-Perché sono io o perché sono la protettrice?- sputò fuori in attesa di una risposta.
Si pentì di avergli fatto quella domanda nel momento in cui udì la sua stessa voce.
Il silenzio dall’altra parte le fece comprendere la risposta.
-Non sono più affar tuo Scott- gli ricordò la ragazza mordicchiandosi il labbro nervosa.
-Sarai sempre affar mio Hailey-
Hailey sospirò –tra noi è finita- gli ricordò.
-Abbiamo litigato, te ne sei andata e sei scappata ai confini degli Stati Uniti senza parlare e senza cercare di risolvere la cosa- le ricordò il ragazzo dall’altra parte della cornetta.
-Non posso perdonare quello che hai fatto- ammise Hailey –starò al tuo fianco perché il mio ruolo in tutto questo mi ha proclamata tuo braccio destro, ma se potessi non vorrei più avere niente a che fare con te- amise con il tono di voce incrinato dalla rabbia.
-Hailey io…-
-Non dire niente- tagliò corto la ragazza –non ce n’è più bsiogno. Non venire qui, intanto vediamo come si evolvono le cose. Se fosse realmente in pericolo la mia magia lo sentirebbe, invece non è ancora successo niente. Tutto piatto. Se dovesse esserci un pericolo concreto sarò io ad avvisarti. Fidati di me, anche questo fa parte delle mie responsabilità- gli ricordò la ragazza.
-Io non so se…-
Hailey lo interruppe –gli anziani non sarebbero felici di sapere che hai fatto qualcosa contro la mia volontà- gli fece presente –quindi ti consiglio di ascoltarmi. Sei l’Alpha Scott, ma io sono la protettrice e devi fidarti di me- concluse decisa.
Silenzio dall’altra parte del telefono.
-Va bene Hailey-
La ragazza chiuse gli occhi ed inspirò cercando di mantenere la calma.
Sentire la sua voce le faceva solleticare i nervi. Si dovette trattenere non poco perché i suoi nervi non scoppiassero, vomitandogli addosso tutto quello che le passava per la testa in quel momento e da giorni.
Non lo avrebbe mai perdonato, mai.
-Ci sentiamo Hailey- disse il ragazzo dall’altra parte del telefono.
Senza aggiungere altro, Hailey chiuse la telefonata.
Espirò buttando fuori tutta l’aria che aveva incamerato nei suoi polmoni e gettò il telefono sul materasso sfogando in minima parte la sua rabbia.
Non aveva ancora detto niente a Johnny della sua rottura con Scott. Sarebbe stato complicato, troppo complicato. Quello che aveva scoperto aveva deciso di non rivelarlo, tenendolo ben nascosto dentro di sé. C’erano ancora parecchie cose che avrebbe dovuto dire a Jonathan, ma per adesso non aveva voglia di dare spiegazioni alla sua fuga.
Johnny non aveva neanche idea che quella visita in realtà fosse una fuga in piena regola. E lei non era mai scappata da niente.

La giornata passò lenta ed inesorabile. I ragazzi non si videro per tutto il giorno, impegnati nella caccia di Romaskov. Per tutto il giorno, in casa avvertì solo la presenza di Emily e di nessun altro. Anche Sam era impegnato fuori con il branco; tutti si stavano dando da fare per proteggere la tribù e proteggere lei.
Non erano neanche certi che stesse realmente cercando lei, ma per Johnny e Scott era ovvio fosse così.
Il suo pensiero volò per un istante a tutti i lupi del branco, impegnati nel bosco e magari in un altro stato alla ricerca di Romaskov. La sua mente si soffermò un attimo di troppo su uno di loro in particolare. Embry.
Il sogno che aveva fatto l’aveva tormentata per tutto il giorno, nonostante avesse problemi ben più grossi a cui pensare. Ripensò alla sua uscita improvvisa, senza alcun motivo plausibile per cui se ne potesse andare così. Quel ragazzo era strano, le stava dando troppo da pensare.
Giunta l’ora di cena, scese al piano inferiore uscendo per la prima volta dalla sua stanza.
Era stata chiusa lì dentro per ore, martellandosi con pensieri e titubanze che nelle ultime settimane la tormentavano troppo.
Cenò da sola con Emily, in religioso silenzio fissando ognuna il proprio piatto.
La preoccupazione nell’aria era palpabile, nessuna di loro era serena quella sera. Hailey si stava sforzando di mangiare, ma il suo stomaco era chiuso da tutto il giorno.
-Se non ti va puoi lasciarlo- disse Emily spezzando il silenzio che aleggiava nel soggiorno.
Hailey alzò lo sguardo sulla donna. Emily la stava guardando attentamente.
-No figurati… è tutto buonissimo- disse accennando un sorriso.
-Sei preoccupata- disse Emily leggendoglielo in faccia.
-Loro la fanno così facile- disse tutto d’un fiato. Emily la guardo incitandola tacitamente ad andare avanti, quindi proseguì. –Romaskov è pericoloso, dovrebbero stare attenti. Non sappiamo neanche quello che sta cercando, cosa voglia fare, quale sia il suo piano…-
-Non sta cercando te?- le chiese la donna.
-Non ne abbiamo la certezza- mormorò Hailey –potrebbe volere qualsiasi cosa- aggiunse pensierosa.
-I ragazzi sanno quello che fanno Hailey, non preoccuparti- la rassicurò Emily.
Hailey sospirò. –Come fai ad essere così tranquilla Emily?- le chiese seriamente curiosa.
Emily la guardò, sorpresa. –Perché mi fido di loro! Ne hanno passate tante, sono bravi. Sono bravi cacciatori, bravi strateghi, bravi lupi-
-Anche Romaskov è bravo- controbatté Hailey, ma Emily le sorrise dolcemente.
-I ragazzi ne hanno passate più di quante tu possa pensare- ammise con un sorriso –hanno combattuto contro un esercito intero di vampiri, eppure sono ancora tutti qui- le disse serena –la preoccupazione è normale. Io sono preoccupata ogni volta che escono da quella porta, quindi figurati- aggiunse ridacchiando –ma è il loro compito. Non possono fuggire, sono nati per questo- aggiunse guardandola. Hailey fissò Emily negli occhi, mentre le sue parole le rimbombavano in testa ripetutamente.
Non possono fuggire, sono nati per questo.
Ognuno nella sua vita aveva un ruolo, ed anche lei aveva il suo.
Hailey, per quanto volesse negarlo con tutta sé stessa, era fuggita anche da questo.
I sensi di colpa le montarono dentro come un fiume in piena, facendole definitivamente passare il poco appetito che aveva. Appoggiò la forchetta sul piatto ed abbandonò la schiena contro lo schienale della sedia.
Cosa stava facendo?
Perché non era andata con i Quileute?
Romaskov era anche affar suo. Anche lei poteva essere utile nella sua caccia. Ma questo avrebbe implicato rivelare la sua vera natura al branco Quileute, il suo vero ruolo. Questo avrebbe comportato la ripresa in mano di tutte le sue responsabilità. Responsabilità da cui era voluta fuggire per un po’.
Emily la guardò sospettosa. –Va tutto bene Hailey?-
-Sì… suppongo di sì- mormorò a bassa voce pensierosa.
-Sono lupi da parecchio tempo- aggiunse Emily pensando che la mente di Hailey fosse ancora sul discorso di prima –Sam, Jared, Paul ed Embry sono stati i primi a trasformarsi e sono già passati sei anni quasi- aggiunse. Al nominare l’oggetto frequente dei suoi pensieri, la mente di Hailey venne subito calamitata dal discorso curiosa.
–Sei anni? Sono parecchi…- constatò sorpresa –alcuni di loro si sono trasformati davvero prestissimo- rifletté considerando il fatto che Embry adesso dovesse avere all’incirca ventitre anni come lei.
Emily annuì. –Embry aveva solo diciassette anni, Jared e Paul diciotto. Per fortuna Sam era un po’ più grande, ma si è trovato a dover gestire qualcosa più grande di lui. Ha rinunciato al suo futuro altrove per restare qui… sarebbe dovuto andare a studiare in qualche college a sud, ma è rimasto qui, portando avanti ciò che era destinato a fare- disse la donna abbassando lo sguardo pensierosa. Le sue dita giocherellavano nervose con l’anello di fidanzamento fisso sul suo anulare sinistro.
-Vi sposate?- chiese curiosa Hailey.
Emily sorrise. Un sorriso raggiante, di quelli che possono trasmettere solo felicità. –L’idea sarebbe quella- disse continuando a sorridere –quando ci sarà un po’ di quiete nella riserva ci sposeremo- confermò.
-Ne sono felice, Sam non potrebbe essere più fortunato- constatò Hailey ammirando la donna davanti a sé. Ed era davvero ammirevole. Nonostante non avesse alcun potere, Emily era il collante fondamentale del branco. La donna dell’Alpha, colei che faceva un po’ da mamma a tutti, nonostante avesse solo qualche anno in più rispetto alla maggior parte dei lupi più esperti.
-A volte mi chiedo se stia vivendo davvero la vita che avrebbe voluto- confessò sottovoce senza guardarla negli occhi. Hailey la guardò incuriosita, -in che senso?-
-Se non fosse diventato un licantropo, se non avesse avuto l’imprinting, se non avesse avuto questi fattori che lo hanno tenuto legato alla riserva… avrebbe fatto qualcosa di diverso?- chiese Emily dando voce ai suoi pensieri più profondi. Le sue dita giocherellavano ancora con l’anello nervosamente.
-Ci sono tanti se nei tuoi dubbi Emily- disse la ragazza –le cose sono andate così. Ha davvero senso preoccuparsi di quello che sarebbe potuto essere se non fosse stato?- le chiese.
Emily alzò lo sguardo finalmente guardandola. –Forse hai ragione- disse titubante.
-Sam è fortunato- ripeté Hailey convinta.
-Anche io sono una donna fortunata- rispose lei sfiorando l’anello con l’indice –Sam è una persona estremamente responsabile, dedito ai suoi doveri, si preoccupa per me e per tutti i ragazzi- aggiunse.
-L’ho notato. Sembra molto bravo come Alpha e Johnny me l’ha confermato più volte- disse Hailey. Emily la guardò sorridendo felice. –Davvero? Te l’ha detto?- chiese sorpresa.
Hailey annuì. –Il nostro Alpha è un po’ diverso da Sam…- borbottò pensierosa –ha la mia età, ma forse è ancora un po’ immaturo per portare sulle sue spalle una responsabilità come quella dell’Alpha- ammise la ragazza pensando a Scott. Non era mai stato un cattivo ragazzo, ne tantomeno una cattiva guida; tuttavia, troppe volte si era fatto guidare dal suo istinto, e non dalla strategia. Spesso non ponderava i pericoli, spesso era testardo e non ascoltava sempre gli altri lupi… o lei.
-Avere tutta la responsabilità sulle proprie spalle non dev’essere facile- constatò Emily –credo che spesso l’esasperazione possa portare a compiere scelte un po’ avventate, anche se è la cosa peggiore che si possa fare- aggiunse –ma la pressione a cui sono sottoposti è una spada sopra la testa… hanno bisogno di qualcuno al loro fianco che li aiuti-
-Sam ha te- rispose Hailey. Per Scott quella persona era sempre stata lei stessa, aggiunse nella sua testa.
Emily sorrise. –Sì… e per lui ci sarei stata in ogni caso. L’imprinting, nonostante non tutti la pensino così, rende solo più immediato ciò che sarebbe successo in ogni caso-
Hailey non capì. –In che senso?-
Emily si affrettò a spiegare. –L’imprinting mette insieme due persone destinate a stare insieme. Il lupo sceglie la sua compagna, ma senza imprinting succederebbe lo stesso secondo me…- sorrise –solo più lentamente…- aggiunse con un sorriso.
-L’ho sempre pensato anche io in realtà- ammise Hailey –c’è qualcuno che non la pensa così?- indagò curiosa. L’imprinting in fin dei conti era pura magia, ma la magia alla fine non sbagliava. Mai.
Emily smise di ridere, senza smettere di sorridere però.
-Alcuni ragazzi sono ancora un po’ scettici- ammise –e anche qualche ragazza…- aggiunse vaga.
-Adesso devi parlare fino infondo però Emily- la incalzò Hailey – a chi ti riferisci?- chiese curiosa.
-Embry per esempio…- disse la donna e subito l’attenzione di Hailey si fece più alta.
Embry aveva già avuto l’imprinting?
Una lieve sensazione di nervosismo le fece tremolare le mani impercettibilmente, mentre la sua frequenza cardiaca aumentò di qualche battito per minuto.
-Embry?- chiese cercando di far apparire la sua voce più normale possibile.
Cosa le stava prendendo?
-Embry è stato il quarto a trasformarsi, dopo Sam, Jared e Paul. E’ comunque uno dei lupi più vecchi, ma è uno dei pochi a non aver avuto l’imprinting. Se volessimo metterla in modo semplicistico… lui la vede come ‘una magia che gli ha portato via i suoi fratelli’- spiegò abbassando lo sguardo –immagino non sia facile per lui, non è in una situazione facile...-
A cosa si riferiva? Non comprese le frasi lasciate a metà di Emily, ma si rese conto di non poter indagare oltre. Non voleva violare la sfera privata del ragazzo. In fin dei conti, lo conosceva da poco e non era su diritto sapere gli affari suoi.
Hailey restò in silenzio riflettendo ancora sulle parole della donna, poi Emily proseguì. –Oppure Kim!-
Hailey spalancò gli occhi sorpresa. -Kim?- ripeté senza capire ed Emily annuì.
-Kim non lo dirà mai, ma a volte dubita dell’amore di Jared nei suoi confronti-
-Perché dovrebbe? Insieme sono stupendi-
-Lo sono infatti, ma capisco anche la sua preoccupazione. Non sai mai se ti stia guardando come se tu fossi il sole perché sei tu, o perché glielo ordina il lupo dentro di sé-
Hailey rimase in silenzio osservando la donna. Non poteva darle torto totalmente, eppure lei sapeva riconoscere quando due persone stavano bene insieme. Bene per davvero.
Il suo forte potere empatico le rendeva possibile anche questo; sentiva distintamente le sensazioni e le emozioni delle persone che la circondavano. Nessuno poteva mentirle, o almeno non facilmente.
Quando era in presenza di Jared e Kim, Sam ed Emily, Paul e Rachel, Jacob e Reneesme o Quil e Claire la sua magia sentiva distintamente un solo ed unico sentimento. Puro amore.
-Ti o annoiata abbastanza con questi discorsi pesanti- sentenziò Emily tornando raggiante ed alzandosi in piedi –sarà meglio che inizi a mettere via qualcosa! Se dovessero tornare i ragazzi vorranno sicuramente mangiare- aggiunse iniziando a mettere i piatti nel lavandino.
Hailey si alzò a sua volta, portando il suo piatto al lavello. -Non mi hai assolutamente annoiata- la rassicurò –posso aiutarti in qualche modo?- si offrì educatamente, ma Emily scosse la testa.
-No tranquilla- disse con un sorriso –vai a dormire, è stata una notte lunga e tu hai delle brutte occhiaie- notò guardandola meglio –riposati, ci vediamo domani mattina-
Hailey le sorrise riconoscente. –Grazie, buonanotte Emily-





Ciao a tutti! Eccoci qui con il quarto capitolo...
Capitolo di colpi di scena e nuove apparizioni. Cosa cercherà Dimitri Romsakov? E cosa ne pensate di Scott?
Hailey è sempre più confusa e cerca di scappare dal suo ruolo, ma quale sarà il suo vero ruolo? E cosa succederà con Embry?
Alla prossima,
Littlegiulyy

 
  
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