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Autore: niard    19/12/2021    2 recensioni
I. "Naruto ringraziò gli Dei per la fortuna lasciata ai suoi occhi, solitamente feriti dall’orrore delle battaglie, di poter ammirare tanta bellezza."
II. "Si coprì il volto con le mani, conscia di stare mentendo principalmente a se stessa. Odiava quella vanagloria che le scorreva nelle vene."
III. "Shikamaru osservava il nemico placidamente accoccolato tra le braccia di Shikadai."
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Ino Yamanaka, Kankuro, Naruto Uzumaki, Shikadai Nara | Coppie: Hinata/Naruto, Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Buongiorno! Data la mia incapacità di scrivere long (forse in generale di scrivere, nell’ultimo periodo) ho deciso di sfidarmi e scrivere delle OS con personaggi diversi giusto per avere una rinfrescata. Spero possiate apprezzare çç

Prompt: Beauty
Characters: Hinata Hyūga/Naruto Uzumaki
!! Verde, AU

 

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I.

 

 

 

Nella grande sala il discorso del daimyō colmava i cuori dei presenti, elogiando la valorosa impresa dei samurai lì chinati ed esaltava, da quando il sole era tramontato, la vittoria di quei guerrieri che fedelmente si erano schierati al suo cospetto per difendere la propria terra.
Ancora con il capo chino, Naruto spostò lo sguardo oltre la sontuosa veste del daimyō, scovando una piccola fessura tra i pannelli riccamente decorati della stanza - assottigliò lo sguardo per intravedere un groviglio di ombre muoversi, rincorrersi l'un l'altra e fermarsi tutt'un tratto, allineandosi ordinatamente. Non un rumore di quella lunga e complessa preparazione arrivò alle orecchie dei presenti, neanche lo scalpiccio dei piedi sui tatami. Dallo spiraglio, Naruto riuscì a scorgere la manica di un kimono oscillare e un ventaglio comparire da essa; alzò ancora di poco gli occhi, incuriosito, incrociando quelli di una geisha. Quest'ultima sobbalzò appena e velocemente chiuse lo spiraglio.
Il samurai abbassò lo sguardo, mordendosi le labbra.
Quando il daimyō terminò e prese posto a fianco dei funzionari e alle alte cariche dell'esercito, solo allora, i pannelli si aprirono e Naruto rimase stupito quando le ombre delle artiste si delinearono e la Geisha entrò oscurando le altre donne - il tessuto scuro, finemente decorato con trame variopinte, fasciava perfettamente ogni suo passo e l'obi cremisi riprendeva le labbra truccate di quella sublime creatura.
Naruto spalancò gli occhi, semplicemente estasiato.
La Geisha non sembrò accorgersi dello sguardo colpito del giovane, forse abituata a tali adulazioni, ed elegantemente, come una foglia che danza col vento, si inchinò al daimyō poggiando delicatamente le dita sui tatami. Le labbra fini dell’artista bisbigliarono poche parole e, successivamente, si intrattenne con la facoltosa cerchia di uomini.


Anche in compagnia dei propri compagni e delle altre intrattenitrici, Naruto continuava a osservare senza pudore il collo niveo della Geisha, la quale saltuariamente faceva vagare gli occhi fintamente divertiti per la stanza, ma, apparentemente, senza incontrare quelli rapiti del samurai.
Solo in seguito a un interminabile lasso di tempo, Naruto notò il daimyō bloccare la conversazione con un gesto improvviso della mano e, a quel punto, la Geisha si inchinò un'ultima volta, congedandosi; sempre caratterizzata da un'innata eleganza, si diresse nella direzione del samurai e dedicò un breve inchino al gruppo lì riunito, per poi prendere posto a fianco di Naruto.
Il cuore del samurai prese a battere furiosamente nel petto.
«Sake, Uzumaki-sama?» sussurrò con voce sottile la Geisha.
Il giovane rimase sgomento nell’essere apostrofato così direttamente, ma capì che la Geisha doveva aver appreso il suo cognome precedentemente, come tipico di quelle figure ammaliatrici. Naruto sapeva da compagni più anziani, che le geisha conoscevano tutto riguardo alle presenze nella stanza – vi era un fitto intreccio di chiacchiere, che li aveva messi a nudo ancor prima dell’evento.
Naruto rispose con un cenno del capo, sorridendo fin troppo apertamente, gli occhi brillanti e rapiti, e la Geisha prese tra le dita affusolate il collo della bottiglia presente sul tavolo.
Da vicino, Naruto constatò con infinito stupore di come il volto della Geisha apparisse ancora più perfetto, di una bellezza non comune. Naruto era talmente estasiato dalla presenza al suo fianco, tanto da dimenticarsi di chiudere le palpebre, tanto da perdere le azioni della Geisha intenta a versargli il liquore - l’artista fece scivolare sapientemente la manica del kimono, mostrando una piccola porzione dell'avambraccio latteo al samurai. Naruto trattenere il respiro, facendo scivolare lo sguardo oltre la manica e ammirò la pelle che la Geisha gli concesse di guardare.
Ne rimase senza fiato.
«Quale è il tuo nome?» chiese impulsivo e la voce fece trasparire il rivolo d’impazienza che lo attanagliava. Il volto della donna s’illumino e arricciò le labbra in un delicato sorriso all'udire la voce affrettata del guerriero pronunciare quelle parole. Sempre con lo sguardo chino, le guance piacevolmente imporporate, l’artista tolse dall'intricata acconciatura un piccolo fiore e lo mostrò a Naruto; rigirò tra le dita i petali, per poi lasciarne scivolare uno nel sake. La Geisha porse il bicchierino, chinando di poco il capo e intrecciando, finalmente, le iridi pallide, imperscrutabili ed enigmatiche, a quelle ammaliate del samurai.
«Uzumaki-sama mi ha onorato delle sue attenzioni per tutta la serata» sussurrò Hinata. «Non posso che esserne grata».
La domanda di Naruto svanì nella fragilità di quell’attimo, letteralmente incantato dalla bellezza di quella voce - Naruto dimenticò il desiderio di conoscere il nome dell’artista nel momento in cui sfiorò con le proprie dita, rovinate dalle armi, quelle fredde e sottili della Geisha. A Naruto bastò quel contatto, tanto proibito quanto indelicato, gioì nel vedere come il volto della Geisha si tinse di sconcerto e, ancora, di un marcato rossore, per scordare definitivamente la sua domanda.

Naruto ringraziò gli Dei per la fortuna lasciata ai suoi occhi, solitamente feriti dall’orrore delle battaglie, di poter ammirare tanta bellezza. 

 

 

   
 
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