Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellygattina    25/12/2021    0 recensioni
Tra Zeke e il lavoro, Eren ha avuto una brutta giornata in tutti i sensi e si rifugia a casa di Levi in cerca di conforto.
*Questa storia partecipa all'iniziativa “Dolcetto o scherzetto” indetta dal gruppo fb “Parole tra le dita”.*
(Storia presente anche su AO3 con lo stesso nickname.)
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era la sera di Halloween e il campanello di Levi continuava a suonare mettendo a dura prova la sua pazienza. Quell'assurda festa non gli era mai piaciuta ma non aveva cuore di deludere i molti bambini che giravano in tutto il quartiere a fare “Dolcetto o scherzetto”. La tentazione di non aprire la porta era forte ma sapeva che ignorarli avrebbe suscitato qualche spiacevole vendetta che non aveva certo voglia di sistemare e non vedeva perché avrebbe dovuto uscire per forza o fingere di non essere in casa. Ogni anno si rassegnava quindi a fare scorta di dolci per l'occasione e passare la serata a distribuirli.

Per fortuna doveva essere ormai finita, vista l'ora, e Levi stava per andare a prendere il libro che stava leggendo per rilassarsi un po' quando il campanello suonò per l'ennesima volta.

Ingoiò una colorita imprecazione e tornò in ingresso, sforzandosi di assumere un'espressione che non avrebbe terrorizzato il piccolo ritardatario, e con ogni probabilità anche il suo accompagnatore.

Quando aprì, però, si accorse che quel “bambino” era decisamente fuori misura.

«Dolcetto o scherzetto?» domandò comunque Eren con gli occhi che ridevano, rischiando di ricevere la porta in faccia.

«Non sei un po' troppo grande?» ringhiò Levi irritato stringendo forte il legno.

«Volevo adeguarmi alla serata» rispose con semplicità il giovane, faticando non poco a trattenere una sonora risata che l'avrebbe messo ancora più in pericolo. Gli occhi del suo ragazzo, infatti, stavano mandando scintille mentre gli inveiva contro e sapeva per esperienza che non era un buon segno.

«Sei il solito stupido! Cosa ci fai qui a quest'ora?» disse alla fine Levi, realizzando solo in quel momento la stranezza di quella visita inaspettata. Quel giorno Eren avrebbe dovuto lavorare fino a tardi e di solito, quando staccava, correva a casa a riposare. Lo studiò rapidamente, suo malgrado preoccupato, mentre aspettava una risposta che tardava ad arrivare.

«Avevo voglia di vederti. Posso entrare?» rispose il ragazzo dopo qualche secondo, l'espressione improvvisamente stanca e malinconica, e il fidanzato si spostò per lasciarlo passare trovandosi stretto, un attimo dopo, in un forte abbraccio.

Rimase interdetto per un solo istante prima di ricambiare e dargli qualche lieve pacca sulla schiena mentre cercava di indovinare cosa gli fosse successo.

«Brutta giornata?» chiese infine più dolcemente.

«Già» sospirò Eren con uno strano misto di emozioni. Da un lato aveva voglia di sfogarsi ma dall'altro gli pesava dover rivivere tutto e non avrebbe chiesto di meglio che rimanere semplicemente così a lasciarsi coccolare.

Capendo il suo stato d'animo, Levi lo strinse più forte a sé per incoraggiarlo e il giovane non poté fare a meno di sorridere mentre si lasciava cullare dalla sua rassicurante presenza. Durò solo pochi attimi, però, perché il fidanzato, stanco di fare ipotesi una più disastrosa dell'altra, sciolse presto l'abbraccio e lo guidò verso il divano.

Non l'avrebbe mai detto quando si erano conosciuti ma quel ragazzo che per tanti versi era l'opposto di lui era diventato una persona fondamentale nella sua vita, al punto che da parecchi mesi, ormai, erano diventati una coppia a tutti gli effetti e avevano già parlato di provare a breve a vivere insieme.

Per fortuna, nonostante l'evidente delusione nei suoi occhi per quel distacco inaspettato, Eren lo seguì docilmente, accoccolandosi poi tra le sue braccia mentre Levi lo cingeva con le proprie. Si aspettava di dovergli tirar fuori le parole di bocca ma il ragazzo, una volta trovata una posizione comoda, cominciò subito a raccontare con un leggero broncio, godendosi intanto il suo calore.

Come spesso accadeva negli ultimi mesi, la giornata era iniziata con un brutto litigio con Zeke e il più grande, al solo sentirne il nome, si sentì prudere le mani. Il fratellastro di Eren non gli era mai piaciuto e alla morte dei signori Jaeger in un incidente d'auto qualche anno prima avrebbe di gran lunga preferito continuare a occuparsi lui dell'amico piuttosto che affidarlo a un tizio di cui il ragazzo non sapeva nemmeno l'esistenza ma purtroppo, trattandosi del suo unico parente rimasto in vita, e per di più in possesso di risorse finanziarie migliori delle sue, non aveva potuto fare nulla. Per fortuna all'inizio era andato tutto bene, e Levi aveva quindi sospirato di sollievo nel vedere che i suoi timori erano stranamente infondati, ma nel tempo le differenze tra i due erano diventate sempre più evidenti, al punto che ormai sembravano sopportarsi a fatica. Vista la situazione in casa, non c'era da stupirsi se Eren, nonostante la pessima giornata al lavoro, fosse venuto a cercare lui e il più grande, alla fine del racconto, gli fece appoggiare la testa sulle sue gambe per poi cominciare ad accarezzarlo dolcemente mentre cercava di consolarlo anche a parole. Non poteva aiutarlo in modo più concreto, purtroppo, ma il ragazzo sembrava apprezzare lo stesso.

«Meglio adesso?» chiese dopo un po' e il giovane aprì gli occhi con aria assonnata.

«Sì, grazie. Scusami se sono arrivato qui così tardi ma avevo bisogno di un po' di calma» gli rispose sorridendo, voltandosi sulla schiena per poterlo guardare negli occhi.

«Non dirlo nemmeno, moccioso. Lo sai che questa è casa tua» lo rassicurò Levi, usando il vecchio nomignolo che ai tempi delle superiori lo faceva tanto arrabbiare mentre gli scostava i capelli dalla fronte.

«Grazie. È bello sapere di poter contare sempre su di te» disse Eren, chiudendo di nuovo gli occhi per godersi meglio quel gesto affettuoso.

«Andiamo a letto adesso. Sarai stanco» lo richiamò poco dopo il fidanzato, rendendosi conto solo in quel momento che doveva essere tardissimo.

Il ragazzo annuì e si sollevò a malincuore, ricordandosi poi di un dettaglio importante quando il suo sguardo finì per caso sul cestino in cui Levi metteva di solito la scorta di dolcetti per Halloween. Non aveva mangiato molto quella sera e non gli sarebbe dispiaciuto concludere in bellezza il momento di coccole.

«Ne hai ancora?» domandò con finta noncuranza e il più grande, seguendo la traiettoria del suo sguardo, non poté fare a meno di accigliarsi.

«Pensavo avessi già cenato» gli rispose con un lieve sospiro. Avrebbe dovuto immaginarlo che si sarebbe ricordato, prima o poi, di quell'assurda scena sulla porta di casa.

«Sì ma non vorrai lasciarmi senza dolce proprio stasera. Mi dici sempre che quelli sono per i mocciosi che vengono qui ad Halloween» ribatté furbo Eren cercando di impietosirlo. Sapeva bene che il fidanzato non approvava il suo amore per i dolci da quando l'aveva visto star male anni prima per averne fatto una scorpacciata ma era anche vero che i pochi avanzati, di solito, li dava a lui a piccole dosi.

«Ma tu guarda... Sei sempre il solito» brontolò Levi dopo qualche secondo, irritato e divertito insieme per essere stato preso in contropiede. In fondo se lo meritava un piccolo premio dopo una giornata così e in quel modo sarebbe stato più facile tenerlo lontano dall'esigua scorta rimasta.

Sbuffando leggermente, si avvicinò al cestino e gli lanciò uno dei suoi dolcetti preferiti prima di infilarsi in cucina con il resto del bottino. Il ragazzo, afferratolo al volo, lo ringraziò ridendo e quando lo raggiunse sulla porta dell'altra stanza non c'era più traccia di quei bocconcini prelibati.

«Non pensarci nemmeno» lo minacciò Levi nel vederlo allungare il collo - sapeva bene che avrebbe fatto carte false per scoprire il “nascondiglio segreto”- ed Eren assunse subito un'aria innocente. «Conosco modi migliori per farti passare una buona notte» aggiunse poi con un sorrisetto carico di promesse prima di lasciargli il posto in bagno. Era troppo tardi per pensare a qualcosa di eclatante ma sapeva bene cosa gli piaceva nei momenti difficili e dal sorriso colmo di gratitudine che gli rivolse prima di prendere un pigiama dalla parte di armadio che gli aveva destinato, intuì che il ragazzo avesse già capito a cosa alludeva.

Poco dopo erano entrambi a letto e Levi, una volta spenta la luce, lo attirò a sé e cominciò a massaggiargli dolcemente la nuca, sentendolo rilassarsi quasi subito. Era un metodo infallibile ed Eren si accoccolò ancora di più contro di lui cedendo presto al sonno.


Prompt: Dolcetto o scherzetto


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Avrei dovuto pubblicare molto prima questa fic anche su AO3 ed Efp ma mi sono accorta oggi di averlo dimenticato (la mia testolina bacata colpisce ancora X'D). Spero vi sia piaciuta questa ondata di fluff Ereri e che mi farete sapere che ne pensate, se vi va. Grazie comunque a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo. <3
Come ho accennato nell'introduzione, la fic ha partecipato all'iniziativa di Halloween “Dolcetto o scherzetto” indetta dal gruppo fb “Parole tra le dita”. Mi raccomando, ringraziate anche l'admin se la storia vi è piaciuta, perché senza di lei non sarebbe probabilmente mai nata. ;)
Se a qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui (attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online però, anche se cerco di stare attenta). Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto, augurandovi buon Natale e buone feste.
Bacioni e alla prossima!
Ellygattina

  
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