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Autore: Demy77    28/12/2021    3 recensioni
Cornovaglia, 1783. Dopo aver combattuto per l’esercito inglese durante la guerra di indipendenza americana Ross Poldark ritorna in patria e convola a giuste nozze con il suo grande amore, la bellissima Elizabeth Chynoweth, che lo ha atteso trepidante per tre lunghi anni.
Due giovani innamorati, una vita da costruire insieme, un sogno che sembra realizzarsi: ma basterà per trovare la felicità?
In questa ff voglio provare ad immaginare come sarebbe stata la saga di Poldark se le cose fossero andate dall’inizio secondo i piani di Ross.
Avvertimento: alcuni personaggi saranno OOC rispetto alla serie tv e ai libri.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Lord Falmouth e Demelza avevano sottovalutato la perspicacia di Ross. Quando lei gli riferì dell’invito del gentiluomo, Ross le domandò se per caso durante la passeggiata in giardino aveva accennato a Falmouth alla questione della Wheal Cattler. Demelza, che già si sentiva abbastanza in colpa per l’accordo sottobanco con il lord, gli disse la verità: era stato sir Bodrugan ad avergliene parlato, non lei.
“Allora è probabile che Falmouth voglia approfittare della situazione per convincermi a fare qualcosa che mi ha proposto tempo fa ma che io non ho la minima intenzione di accettare! – disse Ross, e poi concluse, amaramente – Andrò a parlare con il signor Smith di Redruth per il noleggio della pompa; per una volta seguiremo la teoria di Zacky, sperando di aver fortuna…”
“Non essere così precipitoso, Ross – replicò Demelza – non potresti ascoltare prima cosa ha da dirti lord Falmouth?”
Ross la scrutò sospettoso. “Possibile che Falmouth non ti abbia anticipato proprio nulla? Come ha giustificato questo invito a casa sua? Un altro cornish rimasto folgorato dalla tua bellezza?”
Demelza, piuttosto infastidita dal tono che Ross aveva usato, gli spiegò che Sir Bodrugan, nel presentarla, aveva dipinto Demelza come una grande appassionata di botanica ed il lord l’aveva invitata a casa sua convinto che avrebbe apprezzato una particolare magnolia che si trovava nel parco della villa, donatagli dall’ambasciatore di un paese orientale. “Immagino che abbia ritenuto sconveniente invitare solo me e quindi ci ha convocati entrambi” – concluse la ragazza.
Ross scosse la testa, rispose che Falmouth era troppo astuto e che anche un lattante avrebbe compreso che dietro questo improvviso invito si celavano altre mire. 
Demelza cercò di deviare la conversazione su argomenti meno scivolosi. Disse che era preoccupata per i costi crescenti di gestione di Trenwith: aveva acquistato la casa insieme alle piantagioni di orzo che la circondavano, ma non riusciva con il solo ricavato delle coltivazioni a pagare sia i salariati dei campi che il personale a servizio. Ai tempi di Charles Poldark era la Grambler che finanziava Trenwith e Demelza sapeva che era impossibile far quadrare diversamente i conti, ma non voleva rischiare di intaccare il capitale ereditato da Julia, che costituiva una riserva per il suo futuro. Una volta sposati, sarebbe stato poi del tutto antieconomico tenere aperta la dimora senza nessuno che vi abitava, ma, d’altra parte, chiuderla licenziando tutti i domestici avrebbe significato condannarla all’usura e al degrado.
Ross propose alla fidanzata di cederle la Grambler, ma Demelza rifiutò: aveva già ottenuto tanto dal suo primo marito e non voleva finire sulla bocca di tutti per avere ricevuto donazioni generose anche dal secondo. L’unica soluzione poteva essere quella di affittare l’intera struttura, ma né a Ross né a Demelza veniva in mente qualche famiglia della zona abbastanza ricca da potersi permettere una dimora simile. Demelza disse che, a malincuore, avrebbe licenziato due cameriere e lo stalliere, avrebbe aiutato lei stessa la cuoca e si sarebbe occupata a tempo pieno di Julia, riducendo al minimo l’uso della carrozza e spostandosi a cavallo. Questa volta fu Ross a dire a lei di non essere frettolosa: non poteva privarsi all’improvviso di tutti quei servitori ed era disdicevole che si occupasse lei stessa delle faccende domestiche: volente o nolente era una dama ora, e doveva adeguarsi a certe convenzioni se non voleva divenire oggetto di sgradevoli pettegolezzi. Una volta sposata e trasferitasi a Nampara sarebbe stato più facile giustificare la riduzione di personale a Trenwith, senza suscitare malumori o commenti malevoli.
Demelza gli sorrise fingendo di sentirsi rincuorata dalle sue parole, ma in realtà piccole crepe rischiavano di incrinare la sua felicità. Quelle difficoltà economiche, quei piccoli segreti fra di loro, il velato accenno di Ross al suo provenire da un mondo diverso da quello di lord Falmouth le ricordavano che la vita che stava conducendo non era esattamente in linea con i suoi desideri. Mille volte avrebbe preferito tornare ad essere la ragazza di Illugan che passeggiava nel parco di Trenwith sotto braccio alla vecchia signora Agatha, anziché la nuova proprietaria della villa, in procinto di sposare il nipote della padrona!
Il venerdì successivo, il giorno del famoso invito a casa Falmouth, Ross e Demelza si misero in viaggio verso Truro in primo pomeriggio, dopo aver affidato i bambini alle cure di Prudie. L’invito era per l’ora del tè, ma non potevano escludere di doversi trattenere più a lungo e nel frattempo i bambini si sarebbero fatti compagnia a vicenda.
Appena arrivati, i lacchè aiutarono gli ospiti a scendere dalla carrozza e li scortarono dal loro anfitrione. Lord Falmouth li accolse con grandi cerimonie, come si conveniva a persone di riguardo. Paradossalmente, Demelza era più avvezza di Ross a simili formalismi, che al capitano procuravano l’orticaria fin da quando era ragazzo.
Per fortuna Falmouth era abbastanza furbo da rendersene conto e cercò di mettere gli ospiti a loro agio, creando un’atmosfera piacevole e rilassata. Dopo aver sorbito il tè, accompagnato da gustosi pasticcini, guidò gli ospiti nel vasto parco che circondava il palazzo e mostrò a Demelza le famose piante esotiche, ricevendone entusiasti complimenti. Nel frattempo quel vecchio demonio cominciò ad interrogarla:  disse che gli risultava che il giardino di Trenwith fosse curatissimo, ma immaginava dovesse essere molto costoso; chiese poi se dopo le nozze sarebbe rimasta a vivere lì oppure avrebbe seguito Ross a Nampara; Demelza rimase sul vago ma il lord, quasi che avesse la facoltà di leggerle nel pensiero, replicò che, nel caso si fossero decisi per Nampara, era un vero peccato lasciare vuota una simile dimora, vanificando tutti gli sforzi fatti per abbellirla; “ma certamente - concluse facendo balenare un lampo scaltro fra le ciglia – starete meditando sull’opportunità di un suo utilizzo alternativo”.
Con Ross invece lord Falmouth cominciò a discorrere delle ultime misure adottate dal governo di Londra per combattere il contrabbando; parlò di ciò che stava accadendo oltre Manica, del fermento che animava le classi borghesi in Francia, scontente dell’operato di re Luigi XVI. Ross chiese a Falmouth se temeva che sarebbe accaduto qualcosa di simile anche nel loro regno, ma il lord rispose che gli inglesi non avrebbero mai potuto fare a meno della monarchia, era nel loro sangue, per quanto i sovrani non fossero immuni da errori; il problema vero, a suo avviso, non era la forma di governo adottata da un paese, ma che fossero gli uomini migliori ad occuparsi di politica. Così il lord finalmente accennò al vero scopo per cui aveva convocato Ross: gli fece intuire, in pratica, che era disposto a dargli carta bianca con i lavori in miniera, anzi, era disposto a fornirgli la mappa della Cattler, ove era delineata la esatta posizione di tutti i cunicoli (che sarebbe stata un immenso aiuto per ciò che Ross voleva realizzare alla Leisure) a condizione che Poldark fosse disposto a rivalutare la sua proposta di intraprendere la carriera politica.
“Vi ringrazio molto per la stima, lord Falmouth – rispose Ross declinando la proposta – ma, come vi ho già detto mesi fa, fare il parlamentare non rientra nei miei interessi, tanto più ora che sto per sposarmi. Non è affatto nei miei progetti trasferirmi a Londra lasciando sola Demelza con due bambini piccoli, oltre al fatto che sarebbe impossibile occuparsi a distanza di ben tre miniere e di Nampara. Riguardo al resto, forse siete stato informato male: è vero che intendo procedere a dei lavori negli strati sottostanti la Leisure, ma essi non toccheranno minimamente la Cattler. Il mio capitano Zacky Martin ha già preso contatti con un tale di Redruth per il noleggio di una pompa per aspirare l’acqua”.
Falmouth guardò per un attimo Demelza sperando che la rossa fosse in grado di fargli da sponda come avevano prestabilito. Fu lui però a parlare per primo.
“Caro capitano, avrete certamente letto Aristotele e dovreste sapere che impegnarsi in politica per il bene comune significa rinunciare a qualcosa dei propri interessi e delle proprie aspirazioni… il punto nodale della faccenda è che voi - sebbene stentiate a riconoscerlo – siete tra i pochi uomini della nostra regione che riassumono il carisma necessario per trovare il consenso degli elettori e le capacità per svolgere l’incarico di parlamentare. Indipendentemente dallo scambio di natura commerciale che vi propongo - che costituisce semplicemente un vantaggio in più per la vostra già fiorente attività estrattiva - ritengo che rappresentare la comunità per cui tanto avete fatto e continuate a fare sia un vero e proprio dovere civico al quale non dovreste sottrarvi … certo, non nego che ci saranno dei disagi, ma sono certo che con l’aiuto della vostra futura sposa li potrete superare agevolmente. Non è così, signora Demelza? Qual è la vostra opinione in merito?”
Demelza si torse le mani imbarazzata. “Io non so se Ross sia la persona adatta per fare politica, lord Falmouth: in questo mi fido del vostro giudizio e della vostra esperienza. Posso solo dire che io lo sosterrò in ogni decisione che vorrà assumere.  Se deciderà di accettare la vostra proposta, sono disposta a seguirlo a Londra, città dove ho già vissuto e che conosco bene; se preferisse trasferirsi da solo, rimarrei qui a supervisionare la gestione delle miniere con l’aiuto dei suoi validi capitani, come è già accaduto quando Ross era arruolato in Portogallo; sono certa poi che voi stesso vigilereste sul progetto che coinvolge la Wheal Cattler e che vi riguarda molto da vicino. Comunque, Ross – disse rivolgendosi a lui– mi pare opportuno che tu non dia subito una risposta al nostro ospite e che ti riservi di pensarci con calma. Si tratta di un impegno gravoso, ma che potrebbe apportare alla tua vita vantaggi di non poco conto”.
Falmouth annuì e lodò la ragionevolezza di Demelza, spronando Ross a farsi guidare nella sua scelta da analogo buon senso.
Si congedarono dunque con educazione da Falmouth, e ritornarono alla carrozza, ma Ross era di umore nero. Mentre Demelza stava per salire a bordo Ross diede indicazioni ai lacchè di staccare Seamus dal cocchio in quanto desiderava tornare a Nampara da solo, cavalcando.
Demelza tornò sui suoi passi, affiancò il cavallo di cui Ross reggeva le briglie, pronto a salire in sella, e gli chiese spiegazioni del suo comportamento.
“Mi chiedi anche perché? – sibilò il giovane – L’invito di oggi faceva parte di un piano, vero? Tu eri al corrente di tutto, sapevi quello che Falmouth mi avrebbe proposto e ti sei offerta di aiutarlo! Ti ringrazio di avermi fatto fare la figura dell’idiota!”
“Cerca di non dare spettacolo, Falmouth ci sta guardando dalla finestra – sussurrò Demelza – non è questo né il luogo né il modo per discuterne. Ti assicuro che io non c’entro nulla, ma trovo che il lord non ti abbia chiesto nulla di impossibile. Si tratterebbe di un giusto compromesso per ottenere un risultato importante per la Wheal Leisure. E poi Falmouth ha ragione, chi altri in zona potrebbe ricoprire quel ruolo se non tu?”
“Lascia perdere! – concluse Ross montando in sella al cavallo con un balzo e piantandola lì in asso senza aggiungere altro. A Demelza non restò che salire in carrozza, sperando che Falmouth non avesse colto la reale natura di quel dissidio.
Ross sbollì la rabbia insieme a Seamus cavalcando per ore. Nonostante avesse impiegato molto meno della carrozza a rientrare da Truro, si era attardato in una lunga galoppata sulla spiaggia così, quando giunse nel cortile di casa sua, vide che era stato preceduto dalla carrozza di Demelza. Visto che si era fatto buio, Prudie aveva preparato la cena per i bambini e poi, avendoli visti stanchi, li aveva messi a dormire nello stesso lettino, uno di fianco all’altra.
Quando Ross entrò in casa Demelza era in piedi, al centro della sala. “Sono venuta a riprendere Julia”- gli disse soltanto.
Appena comprese che Julia stava dormendo, Ross le suggerì di non svegliarla e di fermarsi lei stessa a dormire a Nampara. “Dirò a Prudie di prepararmi un giaciglio in biblioteca…” – aggiunse il padrone di casa, facendo intuire che avrebbe ceduto il letto a Demelza.
La rossa rispose freddamente che non era il caso e che Julia si sarebbe riaddormentata una volta a Trenwith. Approfittando del fatto che Prudie si era allontanata Demelza aggiunse: “Ross, siamo ancora in tempo per tornare indietro ed annullare tutto.” Si riferiva, ovviamente, alle loro nozze. Aveva riflettuto molto e la maniera in cui Ross l’aveva trattata, rifiutando ogni confronto ed accusandola di non capire nulla l’aveva ferita profondamente.
Ross non rispose, ma seguì Prudie in camera di Valentine e dopo poco la domestica ritornò, senza Julia, andandosi a rintanare a testa bassa in cucina.
Demelza protestò contro la prepotenza di Ross, che pretendeva sempre di imporre sugli altri la sua volontà; fece il gesto di avviarsi lei stessa in camera per portare via sua figlia, come aveva stabilito, ma Ross la trattenne cingendole la vita.
“Ti chiedo perdono per come mi sono comportato– le sussurrò all’orecchio– ho sbagliato, non è colpa tua, ma ero furibondo per come Falmouth ti ha usato per raggiungere i suoi scopi… quell’uomo è furbo, ha capito che per amore tuo sarei disposto a fare qualsiasi cosa… e non mi piace mostrarmi debole di fronte agli avversari!”
“E’ preferibile avere lord Falmouth come alleato che come avversario…penso che questo lo comprenda anche tu!” – replicò la rossa sciogliendosi dal suo abbraccio.
“Demelza, lord Falmouth ed io abbiamo idee politiche troppo diverse! – sbottò Ross - quand’anche riuscisse a farmi eleggere per il distretto di Truro, mi costringerebbe a portare avanti battaglie in cui non credo, soprattutto per conservare i privilegi dei nobili a danno della povera gente; ed io non ho intenzione di farmi manovrare da lui come un burattino!”
Demelza replicò che avrebbe potuto mettere in chiaro da subito con Falmouth quali leggi avrebbe sostenuto e fino a che punto era disposto a mediare, ma Ross ribattè che Westminster non era un posto per lui, ma solo un trampolino di lancio per chi ambiva ad incarichi più prestigiosi; egli non era capace di tessere trame, non gli piaceva la vita mondana ed in Parlamento si sarebbe sentito come un pesce fuor d’acqua.
Demelza lo fece riflettere sul fatto che non tutti i parlamentari erano interessati al potere come lord Falmouth oppure lo zio di Hugh Armitage; una volta a Westminster Ross avrebbe potuto trovare altri deputati onesti ed idealisti come lui ed effettivamente avrebbe potuto usare la sua carica per tentare di cambiare le cose “per la tua gente, per noi, i nostri figli e quelli che verranno…”
Ross proseguì con le sue obiezioni: quando era partito per il Portogallo lo aveva fatto perché non amava più Elizabeth e non voleva vedersela intorno, ma abbandonare le miniere era stato devastante. Ora la prospettiva era diversa: stava per sposare la donna che amava, le proprietà rendevano, la Cornovaglia era casa loro, non Londra, e pur avendo fiducia nelle capacità di gestione di Demelza non intendeva lasciarla sola gravandola di eccessive preoccupazioni. E se fosse arrivato un bambino? Perché doveva stravolgere la sua vita solo per darla vinta a Falmouth?
“Ross, non si tratta di fare un piacere a Falmouth ma di decidere cosa è meglio per noi. Le proprietà stanno fruttando, grazie a Dio, hai dei validi collaboratori alle miniere, inoltre l’impegno in Parlamento non è continuativo, ci sono lunghi mesi di pausa. A me non importa vivere a Londra o in Cornovaglia, l’importante è essere insieme. Ti assicuro che non ho agito alle tue spalle, ma sono davvero convinta che quella di Falmouth possa essere una buona idea! ”
Ross la strinse nuovamente tra le braccia. “Ti prometto che ci penserò seriamente, senza farmi guidare dall’orgoglio e dalla mia solita testardaggine. Però non voglio più sentire assurdità come quella di mandare a monte il matrimonio! Non capisci che tu sei l’unica cosa che mi importa davvero in questa vita?”
Il bacio che stava per suggellare la ritrovata armonia fu interrotto da un brusco picchiare alla porta di ingresso. Prudie sbucò dalla cucina maledicendo chi osava disturbare a quell’ora, andò ad aprire e tornò dopo poco, trafelata, gridando: “Padron Ross, era un servitore da Killewarren! La signora Caroline ha le doglie, sta per partorire!”
Ross e Demelza si scambiarono uno sguardo di intesa.  Fortuna che la carrozza attendeva ancora fuori… quella lunga giornata non era ancora conclusa.

 
  
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