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Autore: striscia_04    31/12/2021    2 recensioni
Una mattina Gajeel si risveglia nell'ultimo luogo che si aspetterebbe di rivedere, e soprattutto dove desidererebbe essere.
Non sa come c'è finito, ne tanto meno come sia possibile che si trovi lì.
Ma cosa più importante, come mai Phantom Lord esiste ancora?!
Dovrà tentare di scoprirlo, mentre lotta disperatamente per scoprire come è finito in quel luogo e soprattutto come tornare a casa.
Intanto Fairy Tail si troverà a fare i conti con una nuova-vecchia conoscenza e a doverla aiutare a tornare da dove è venuta, se vuole sperare di riavere indietro il suo membro.
(Spero di avervi incuriosito. Questa è la prima storia a rating arancione che scrivo, quindi per favore siate clementi.)
(STORIA REVISIONATA)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aprì lentamente le palpebre e se ne pentì subito dopo. La testa prese a pulsargli inviandogli tremende fitte di dolore che lo fecero gemere. Richiuse subito gli occhi, ma era tardi ormai aveva ripreso conoscenza e la sua testa non sembrava intenzionata a dargli tregua.
Facendo appello alle poche energie di cui disponeva riprovò ad aprire gli occhi e subito il suo sguardo si fermò su uno squallido pavimento in pietra di colore grigio scuro completamente ricoperto da cumuli di polvere.
Sbatté ripetutamente le palpebre cercando di abituarsi alla luce, anche se non ce n’era molta in quel luogo.
Tutto era buio fatta eccezione per qualche spiraglio di luce proveniente dal buco sotto la porta in legno, che troneggiava davanti a lui.
Cercò di alzarsi, ma una tremenda fitta di dolore proveniente dal fianco lo immobilizzò sul posto e gli lacerò il respiro, al punto che dovette spalancare la bocca e cominciare ad immagazzinare grandi boccate d’aria per evitare di soffocare.
Istintivamente tentò di portarsi una mano al fianco, ma solo in quel momento si rese conto di avere qualcosa stretto intorno ai polsi e di non potersi muovere liberamente.
Con la coda dell’occhio, voltando la testa indietro scorse avvinghiate intorno ai suoi polsi un paio di manette attaccate a loro volta a due corte catene inchiodate al muro.
Cazzo!”
Contorcendo le braccia bloccate dalle catene provò a sfilarle, ma i suoi polsi erano troppo spessi e quelle manette troppo strette, al punto che ad un eccessivo strattone avvertì la pelle iniziare a lacerarsi.
Comprendendo l’inutilità del gesto sollevò la testa e cercò di fare altrettanto con il busto, facendo forza su tutto il suo autocontrollo per non urlare di dolore poiché ogni volta che si muoveva avvertiva la ferita al fianco bruciargli e qualcosa di caldo colargli giù lungo il torace fino ad imbrattargli la gamba sinistra.
Dandosi una leggera spinta riuscì non solo a tirarsi a sedere, ma a ricadere con la schiena poggiata contro il muro.
Abbassò lo sguardo sulla parte del suo corpo lesionato e notò chiaramente che era completamente allagata di sangue e che esso cadeva a gocce sul pavimento formando un’ampia pozza rossa.
“Arff… arff… d-dannato Jose.”
Era certo che se non avesse avuto la Dragon Force attivata e quel raggio lo avesse centrato un po' più in là gli avrebbe trapassato un rene e forse un po' di striscio lo aveva preso perché avvertiva chiaramente quel punto del suo corpo venire scosso da pulsioni e continue fitte.
Forse, però, dipendeva dal fatto che farsi trapassare da parte a parte e sopravvivere, indipendentemente da dove venivi colpito ti procurava un dolore infernale.
Rigettò in fondo alla gola un conato di vomito: ci mancava solo quello a rendere la situazione ancor più difficile.
Poi riprese ad armeggiare con le manette, ma esse non volevano proprio saperne di sfilarsi e le catene a cui era attaccato non facevano altro che tintinnargli nelle orecchie procurandogli una tremenda emicrania.
Si arrestò di scatto, aveva udito il picchiettio sul pavimento di una manciata di passi, così rimase in attesa cercando di carpirne la direzione, ma essi si bloccarono raggiuta la sua porta e il moro non si sorprese minimamente quando Jose varcò la soglia della prigione con un ghigno beffardo dipinto in volto.
“Dormito bene Gajeel?”
“Una favola.” rispose l’altro ironico, ma la furia nei suoi occhi sembrava voler dire: “Aspetta che ti metta le mani addosso e poi ti faccio vedere io.
“Come va il fianco?” chiese ancora l’uomo più vecchio poggiando lo sguardo sull’ampio squarcio che il corvino aveva nella parte sinistra del busto e da cui ancora fuoriusciva sangue.
“A te come va il naso?” gli rispose per le rime il moro e gioì nello scorgere il sorriso abbandonare il volto dell’altro per lasciar spazio alla rabbia.
Ma se ne pentì subito dopo perché l’uomo, falciando con una manciata di passi la distanza che li separava, prima che Gajeel potesse fare un qualunque movimento, gli piantò un calcio sulla ferita.
“Urgh! B-bastardo!” biascicò il ragazzo digrignando i denti, prima di cadere di lato sul pavimento freddo, mentre annaspava cercando di riprendere fiato e di non soffocare con il sangue che gli risaliva su per la trachea e che fu costretto a sputare in terra.
“Non mi piace il tuo tono.” disse il più anziano poggiandogli un piede sulla tempia ed iniziando a premere la pianta sulla sua testa, ma lui in tutta risposta digrignò i denti e cercò di resistere per non scoppiare a gridare.
Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederlo urlare e contorcersi dal dolore.
Cercò di abbozzare un sorriso di sfida, poi fissando dritto negli occhi l’altro uomo disse: “G-Ghi hi hi! Qualcosa non va vecchio?”
Continuando a squadrarlo con rabbia l’uomo sollevò il piede e gli piantò un calcio in faccia facendolo sbattere contro la parete.
Fu più il contatto con il muro a procurargli male alla testa di quello dovuto alla pedata, perché anche se non riusciva ad attivare la magia fisicamente parlando non era così a pezzi da non resistere a qualche botta.
“Ti consiglio di abbassare la cresta se non vuoi finire subito all’altro mondo.” gli intimò il Master, ma il moro sorrise di nuovo: “Vedo che vai dritto al punto… e sentiamo perché non mi hai ancora ammazzato?”
“Perché sei stato un mio sottoposto, il mago più forte della mia gilda e non sono così crudele da toglierti di mezzo, dimenticando tutto quello che hai fatto per me in questi anni.”
“R-Raccontane un’altra, vecchio bastardo; qui non ti credono nemmeno le pareti.”
Un ghigno sadico solcò il volto del bruno, che scoppiò in una risatina isterica: “Ah ah ah ah! Guarda come ti hanno ridotto quelle fate, nemmeno più di me ti fidi?!”
“T-Ti conosco fin troppo bene, per fidarmi ancora di te.”
“E io che speravo riuscissimo a trovare un punto d’accordo. Che nonostante la distanza degli anni a separarci ci fosse ancora in te un briciolo di riconoscenza nei miei confronti…”
“Non ho niente di cui ringraziarti! Mi hai sempre e solo usato, io contavo per te solo fin quando ero forte! Se non lo fossi stato non avresti esitato a cacciarmi!”
“Detesto vedere a cosa ti sei ridotto a credere. E’ stato Makarov a dirti questo? Quel vecchio idiota non ha mai capito un fico secco su cosa significhi essere davvero forte. La gente paragona quella sua stupida gilda di ubriaconi alla nostra e pensa che siamo allo stesso livello, ma noi siamo superiori! Quegli scarti prestano attenzione ad una marea di sentimentalismi come amicizia e famiglia… non è grazie a questo che si crea una gilda veramente forte!”
“Sei pazzo e stupido come ricordavo. Non riesci proprio a comprendere quanto quella gilda sia e diventerà forte grazie a quegli ideali che tu sminuisci.”
“Con gli ideali non si ottiene il potere! Ci si ritrova solo con un pugno di mosche in mano!”
“Eppure, proprio grazie a quegli ideali ha sconfitto Phantom ed è diventata la gilda più forte di tutto Fiore. Io fossi in te mi farei qualche domanda…” e scoppiò a ridere sotto lo sguardo esterrefatto e furente dell’uomo, che non si trattenne dal fargli pagare tale audacia; e un altro calcio gli schiantò la schiena contro il muro, mentre il suo corpo veniva scosso da colpi di tosse e dalla sua bocca fuoriuscivano rivoli di sangue.
Ma non gridò, solo un flebile gemito solcò le sue labbra.
“E io mi assicurerò proprio che questo futuro non si realizzi mai!” tuonò Jose e il corpo di Gajeel fu scosso da un brivido.
Allontanandosi da lui si mise a fissarlo e tornò a sorridere: “E adesso tu mi darai una mano ad annientarli tutti.”
“Te lo scordi bastardo! Io non farò proprio un bel niente!”
“Scommettiamo?!”
“Mi credi talmente pazzo da tornare a servirti ed aiutarti a distruggere la mia futura casa?!”
“Potrei anche decidere di darti quello che ti serve per tornartene nel tuo tempo se accetterai di darmi una mano. D’altronde per colpa tua il membro più forte della mia gilda è disperso nel futuro, è tuo dovere darmi una mano.”
“Ghi hi hi! E tu credi che ricattandomi otterrai qualcosa? Scordatelo! Io uscirò di qui e appena lo farò, prima di tornarmene a casa, ti massacrerò di botte!”
“E io che speravo fossi più ragionevole. Ma in fondo sei sempre stato una testaccia dura, vorrà dire che se con i ricatti non riesco a convincerti passerò alle maniere forti.”
TOC TOC
Il bussare alla porta lo fece interrompere e superando la sua figura Gajeel poté scorgere sulla porta la sagoma di Totomaru, che guardandolo storto si mise accanto a Jose.
“Cosa devo fare?” chiese semplicemente a Jose che aveva già imboccato la porta: “Divertiti. Ma non ucciderlo!”
Uccidermi?! Come se questo idiota fosse anche solo capace di farmi un graffio?!”
Una volta avvertita l’uscio chiudersi alle sue spalle e i passi del Master allontanarsi il mago del fuoco tirò un sospiro di sollievo e cercò di concentrarsi sulla sua vittima.
“Certo che siete proprio identici.” si fece scappare mentre si avvicinava al moro, che cercò di rimettersi a sedere.
“Eh?”
“Dicevo che tu e il nostro Gajeel siete identici.”
“Vorrei vedere, siamo la stessa persona.”
“Forse guardandoti da vicino si può scorgere qualche differenza: sembri più vecchio.”
“Fottiti! Io non sono vecchio! Al massimo sono più grande di nove anni!”
“E’ da nove anni nel futuro che vieni?” chiese visibilmente curioso il mago del fuoco e l’altro si morse la lingua, maledicendosi per aver parlato troppo.
Si creò un silenzio imbarazzante che però venne interrotto dalla successiva frase dello spadaccino: “Nove anni sono tanti. Io che cosa farò tra nove anni? E non dirmi che sono morto.”
L’altro rimase in silenzio, interdetto a chiedersi se avrebbe fatto bene o meno a comunicargli che sarebbe diventato un maestro di magia del fuoco. Poi convenne che era meglio tacere, giusto per non incasinare ulteriormente la linea temporale.
“E dai dimmelo. Tanto lo so già che Phantom è destinata a crollare. Il Master vuole cambiare questo futuro e anche io, ma sono curioso di sapere che strada ho preso nel tuo tempo.”
Nessuna risposta.
“Sei sempre il solito scorbutico! Perché non puoi mai collaborare? Ti costa così tanto darmi una piccola informazione?!”
“Se parlo il futuro cambierà.”
“Tanto cambierà lo stesso!”
“No, perché io lo impedirò!”
“Buona fortuna allora. Tu meglio di chiunque altro dovresti sapere cosa succede a mettersi contro il Master. Ancora non riesco a credere che tu sia entrato a far parte di Fairy Tail.”
“Quello che faccio sono cavoli miei!”
“Va bene, ma non lamentarti quando finirai all’altro mondo.”
“E sarai tu a mandarmici?” chiese ironico il Dragon Slayer, ottenendo un’occhiataccia dall’altro mago.
“Potrebbe succedere. Se non mi sbrigo a farti parlare ci finirò di mezzo io!”
“Parlare?”
“Devi dirmi cosa sai della guerra e come abbiamo fatto a perdere. E io dovrei, secondo gli ordini del Master, darti una valida ragione per darci certe informazioni.”
“Perché gli obbedite? Non vi rendete conto che vi sta sfruttando? Gli importa di voi fin quando siete i più forti, ma se fallite verrete buttati via.”
“Lo sappiamo, ma noi non falliremo mai. Siamo la gilda più forte e così resteremo. Tu ti sei semplicemente dimenticato di quanto fosse bello sedere sul podio.”
“Tsk, sei sempre stato un idiota! Ma non importa, te ne accorgerai da solo di quanto quel tuo stupido podio sia solo un’illusione.”
“Pensala come ti pare. Ora parla!” gli intimò sguainando la spada, -che solo poche ore prima aveva fatto riparare da un esperto armaiolo. Nonostante si scorgesse ancora qualche crepa sulla lama, l’utensile era tornato come nuovo. -, e gliela puntò alla gola.
“E pensi di farmi qualcosa con quello stuzzicadenti?”
“Potremmo risolvere la cosa senza doverlo usare. Alla fine non sei così male, anzi sei molto meglio del nostro Gajeel. Magari se ti metti ad implorare il Master in ginocchio ti perdonerà e forse potresti pure rimanere nel nostro tempo.”
“Ghi hi hi hi! Dimmi la verità: non hai il coraggio di piantarmela in corpo. Sai benissimo che se mi libero non avrai più una faccia, ma non puoi neanche disobbedire agli ordini perché temi la furia di Jose.”
“Sei proprio un bastardo! Non puoi semplicemente pensare che non voglia ferire un mio compagno, per quanto stronzo e bastardo sia?”
“Perché…? Qui a Phantom avete questo genere di premure? Piantala di raccontare balle, la verità è che hai solo paura.”
“Taci! Posso farti fuori in qualunque momento, basterebbe una leggera pressione e non avresti più la gola!” tuonò adirato Totomaru, puntando la lama più vicina al collo del moro che fu costretto a sollevare la testa per evitare che la punta acuminata gli trapassasse la pelle e gli tranciasse la trachea.
“Sto tremando di paura! Avanti soldatino vattene a piangere dal tuo capo e a comunicargli che non hai le palle per torturarmi, magari ti perdona. Ah, già! Qui il fallimento non è contemplat… ARGH!”
Si interruppe avvertendo una tremenda fitta all’altezza del ginocchio e non gli fu necessario abbassare lo sguardo per vedere che l’altro gli aveva infilzato la gamba con la punta della spada.
Lo vide ansimare e sudare freddo, mentre con uno strattone gli tirava fuori la lama insanguinata dall’arto per poi puntargliela davanti al volto: “A-Adesso non ridi più eh?” chiese il mago esternando un sorriso forzato.
“E tu pensi che per un graffietto come quello io mi metta a cantare?”
Totomaru non rispose, semplicemente fece ondulare l’arma e la fece ricoprire di fuoco, per poi sollevarla sopra la testa e farla discendere verso il corpo dell’altro: “Vediamo se questo è più di tuo gradimento!”
Un fendente partì e centrò in pieno petto il ragazzo procurandogli un bruciore tremendo, mentre il sangue fuoriusciva a fiumi e il fuoco gli bruciava i vestiti e qualche pelo del petto.
“Urgh!” tentò di trattenere un urlo, mentre avvertiva il fuoco bruciargli anche le interiora.
Poi un sorriso gli rigò il viso e in un rantolo si lasciò sfuggire: “T-Tutto qui?”
Vide il panico abbandonare il volto del compagno per lasciar spazio all’ira e per la seconda volta la spada gli centrò la gamba, un po' più in alto rispetto al primo solco, ma anche questa volta si trattenne dal gridare.
L’attacco però non si interruppe lì, estraendo la lama lo spadaccino prese a colpirlo con una marea di fendenti incandescenti che ad ogni attacco lasciavano dei tremendi segni nerastri sulla pelle e da questi piccoli squarci prendeva a zampillare sangue a destra e a manca.
Il moro dovette fare affidamento su tutto il suo autocontrollo per non scoppiare in lacrime, mentre la sua pelle veniva squarciata e le fiamme che ricoprivano la spada gli attraversavano il petto dando fuoco alle sue interiora e mozzandogli il fiato in gola.
Al quindicesimo attacco avvertì la sua coscienza abbandonarlo, ma cercò di non perdere i sensi, concentrato a fissare il suo aguzzino che da come sudava e spostava gli occhi di lato sembrava lui quello ad essere sottoposto alla tortura.
“Arff… arff… a-allora, ti è b-bastato?” chiese l’uomo fermando l’attacco e fissando in volto il corvino.
“Non ha neanche il coraggio di guardare come mi ha ridotto. Bah, è proprio un imbecille. Se non intervengo qui finisce male.”
“Ghi hi hi! E questa tu la chiami tortura? Ti prego, non sono neanche rivestito di ferro e nonostante questo sei riuscito solo a farmi quattro graffietti?! Patetico! Ma d’altronde dovevo immaginarmelo, uno come te non vale nulla.”
“STA ZITTO!”
“Costringimi!”
“Hai tu il coltello dalla parte del manico, anzi la spada. Eppure, io sono ancora qui, non mi hai fatto niente, e ti aspetti che ti rivelerò qualcosa? Guarda bene chi hai davanti… io sono GAJEEL REDFOX! Potrò anche venire da un altro tempo ma nessuno, specialmente la spazzatura come te, potrà mai impormi di fare qualcosa!”
Totomaru tacque, lo sguardo di Gajeel era mutato completamente e in quei piccoli occhietti rossi il mago rivide quello stesso mostro che era il suo compagno di gilda.
La presa sulla spada si allentò, mentre il corpo dell’uomo iniziava a tremare: se fosse andato avanti e davvero si fosse liberato, come sarebbe sopravvissuto ad un tale mostro?! Per di più era più forte di quello del suo tempo, che già di per se era inarrivabile! Si era spinto troppo oltre? Era stato troppo presuntuoso, si era sentito intoccabile! Ma adesso se ne rendeva conto: stare nella stanza con quell’uomo poteva essere una condanna! Si sentiva come intrappolato in una gabbia in compagnia di un leone inferocito.
E tutto questo era dovuto a quei piccoli occhi color sangue che lo fissavano indemoniati, era bastato un semplice sguardo per far crollare tutte le sue certezze!
Abbassò la testa fissando i tagli che aveva lasciato sulle braccia, sulle gambe e sul petto dell’uomo; per un normale essere umano sarebbero state fatali o comunque lo avrebbero costretto a letto per anni.
Ma quello era Gajeel e nonostante fosse incapace di usare la magia non aveva prodotto un singolo gemito, non un urlo era uscito dalla sua bocca. Il suo corpo era stato attraversato solo da piccole scosse di dolore dovute al fatto che il fuoco lo doveva star bruciando dall’interno. Ma a parte questo stava bene e soprattutto sul suo viso Totomaru scorse quel suo dannato sorriso presuntuoso e malevole.
Vedendolo tremare il corvino storse il naso: questo era proprio il contrario dell’effetto che voleva suscitare, ma forse anche la paura poteva funzionare…
“Cosa aspetti? Tornatene da Jose e comunicagli che io non ho nulla da dirvi.” gli ordinò il moro e Totomaru ebbe un fremito.
“Sono proprio curioso di sapere cosa ti risponderà quando gli dovrai dire che non solo non sei riuscito ad estorcermi alcuna informazione, ma che sei un tale incompetente che le tue stupide torture non mi procurano altro che solletico.”
“CHIUDI LA BOCCA!” gridò al limite della disperazione l’uomo, impugnando la spada.
Fu allora che il Dragon Slayer, facendo forza sulla gamba sana piantò un calcio negli stinchi all’altro e lo fece cadere sul pavimento.
“E con questo pareggiamo i conti.” tuonò Gajeel sollevandosi un po' più a sedere, in modo che fosse più in alto rispetto allo spadaccino che era caduto con il volto vicino al suo piede.
Non fece in tempo ad alzarsi che l’altro gli lanciò un calcio in piena faccia, sollevandolo leggermente e facendolo ricadere sulla schiena, mentre l’Element Four scoppiò un in un urlo premendosi le mani sulla bocca da cui caddero un paio di denti, mentre il naso sanguinava e sulla fronte era comparso in vistoso ematoma.
“Ghi hi hi! Ma guarda un po', alla fine si sono invertiti i ruoli.” rise l’altro, mentre il mago delle fiamme arcobaleno si contorceva tenendosi la faccia con le mani nel vano tentativo di fermare la fuoriuscita di sangue.
“B-Bastardo!” gridò tirandosi in piedi ed impugnata la spada infuocata la conficcò proprio nel fianco destro del moro all’altezza della ferita inflittagli da Jose, e Gajeel non riuscì più a trattenersi…
“WHAAAAAAAAARGH!”
L’urlo assordante squarciò il silenzio delle catacombe, mentre a quel suono Totomaru scoppiò in una risata isterica.
“Ce l’ho fatta! Ce l’ho fatta!” gridò lasciando cadere la spada sul pavimento, mentre Gajeel cadeva steso al suolo continuando ad emettere dei piccoli urli, con la ferita allagata di sangue e ricoperta da fiamme multicolore intente a bruciargli la carne.
“Ben ti sta bastardo.” prese ad inveire il mago del fuoco, riempiendolo di calci finché la fiamma arcobaleno che attorniava la ferita non si spense, lasciando al suo posto la carne abbrustolita e maleodorante.
“Penso che possa bastare.” la voce di Jose mise in allarme entrambi, che subito spostarono lo sguardo sulla porta dove era poggiato l’uomo, con ancora stretta in una mano la lercia maniglia d’ottone.
“M-Master.”
“Sei stato bravo, ora puoi andare.” gli ordinò il bruno.
“M-Ma non gli ho est…”
“Non farmi ripetere! Hai fatto quello che dovevi, ora sparisci!”
Il mago non se lo fece ripetere due volte afferrò la sua arma, che ripose nel fodero, poi lanciando un ultimo sguardo a Gajeel superò il proprio capo e sparì lungo il corridoio che portava al pian terreno della sede.
“Ti sei proprio rammollito Gajeel.”
“D-Di che parli?”
“Perché lo hai provocato? Eri sicuro che non ti avrebbe fatto troppo male? Forse credi di poter resistere tranquillamente alla tortura? Oppure…” e qui il solco si ampliò: “Eri preoccupato per lui e temevi che se avesse fallito lo avrei punito?”
“Tsk, p-per chi cazzo mi hai preso? Sarò anche cambiato, ma non mi abbasserò mai a urlare per salvare il culo ad un altro! E comunque ti è servito a poco, visto che sei ancora al punto di partenza.”
“Non preoccuparti… abbiamo appena iniziato.” gli rispose l’uomo scoppiando in una risata maniacale, mentre imboccava nuovamente la porta e se la richiudeva alle spalle.
R-Razza di scemo. Guarda se devo ridurmi ad aiutare i falliti! Accidenti, appena torno nel futuro vado a spaccare la faccia a Totomaru. Glielo do io l’insegnante di magia. Stupido incompetente! Beh, almeno mi ha cauterizzato la ferita.”
Furono i suoi ultimi pensieri perché senza accorgersene i suoi occhi si chiusero e lui scivolò tra le braccia di Morfeo.
 
Proseguì lungo il vasto corridoio tutto ornato da grandi finestre su cui si rifletteva, illuminando tutto il percorso, la luce del sole.
Adesso che aveva discusso con Jose del piano da attuare, stabilito l’obbiettivo e il luogo da raggiungere bisognava solo allontanarsi da quel posto senza farsi scoprire, raggiungere nuovamente la sede di Fairy Tail, rubare il libro e trovare qualcuno che lo aiutasse a decifrarne la lingua.
Facile a dirsi… trovare qualcuno in quel tempo in grado di leggere i caratteri degli antichi abitanti della Terra era praticamente impossibile. Non conosceva nessuno, non aveva idea di dove andare dopo aver trafugato il libro e nonostante ormai fosse al corrente di tutti gli eventi relativi alla guerra e al futuro, non sapeva ancora di chi potersi fidare.
Nessuno, a parte i maghi della sua futura gilda, sapeva che si trovava in quel luogo, ma lui non aveva idea di dove fossero finiti i suoi vecchi compagni ne aveva idea se rintracciandoli sarebbero stati disposti ad aiutarlo.
Chissà che fine hanno fatto quei cretini degli Element Four?”
Jose non era stato in grado di aggiornarlo sulla condizione attuale dei suoi ex sottoposti, non sapeva neanche dove fossero finiti. Aveva solo accennato al fatto che Juvia si era ridotta nelle sue stesse condizioni e si era unita alle fate.
La notizia lo aveva sorpreso non poco: non si sarebbe mai aspettato che l’insipida, asociale e fredda donna della pioggia potesse finire a fare casino insieme a quei pazzi ubriaconi. Non l’aveva vista tra le masse di maghi quando era stato rinchiuso, forse non era presente.
Ma se doveva essere onesto non gli importava. Quella stupida donna della pioggia poteva fare quello che voleva, se anche lui era finito tanto in basso da unirsi a Fairy Tail non si sarebbe più dovuto sorprendere di nulla. E soprattutto non è che loro due andassero tanto d’accordo, avevano svolto qualche missione insieme, lei si era sempre dimostrata poco incline a socializzare con gli altri maghi e da quando il suo fidanzato l’aveva scaricata si era chiusa ulteriormente in se stessa e la pioggia era aumentata intorno a lei.
Non aveva mai avuto un debole per quel fenomeno atmosferico, il ferro si arrugginisce per colpa della pioggia! Ma era anche vero che non si sarebbe mai lamentato dei propri punti deboli… lui era il più forte! E i forti non hanno punti deboli o se li hanno non lo fanno certo notare.
Quindi trascorrere il tempo sotto una tempesta d’acqua per quanto fastidioso non lo aveva mai bloccato dall’andare a lavorare con la maga dell’acqua.
Era anche sicuro di stargli pure un po' simpatico per questo motivo, ma a lui di lei non importava nulla! Aveva cose più importanti da fare, come pestare gente a caso, lavorare, essere incazzato con il mondo intero…
Insomma, non c’era proprio tempo per ricambiare l’amicizia di quella ragazza e soprattutto non poteva comportarsi in maniera troppo smielata dentro Phantom.
I forti non si facevano condizionare dalle emozioni. I forti non avevano bisogno di qualcuno a cui voler bene o amare. Lui era stato debole e stupido da bambino, aveva creduto alle parole di Metallikana e si era fatto ingannare.
Quella lucertola gigante lo aveva tradito! Lo aveva abbandonato in mezzo al nulla e non aveva avuto neanche la faccia tosta di dirgli dove era andato!
Semplicemente se n’era fregato di lui. Per anni lo aveva cresciuto, con il suo modo duro e rude, ma non per questo privo di affetto e amore. E poi quando la sua presenza per lui era diventata una certezza lo aveva pugnalato alle spalle, lo aveva lasciato.
Qualcosa dentro di lui, quel giorno, si era rotto e negli anni quella crepa era cresciuta fino a formare un grande buco nero. Da allora non si era più fidato di nessuno.
Tutti potevano tradirlo!
E lui non avrebbe mai voluto riprovare quel tremendo dolore al petto, che nonostante gli anni ancora affliggeva il suo animo.
Tutti gli altri erano dei bugiardi, dei traditori, sempre pronti ad imbrogliarlo e ferirlo. Ma lui era un Dragon Slayer, un mago potentissimo e mai si sarebbe piegato di fronte a nessuno. Quel branco di falliti si sarebbe dovuto inginocchiare di fronte alla sua forza, nessuno avrebbe dovuto osare prenderlo in giro.
Lui non ci sarebbe cascato, il suo cuore ormai era inaridito e rinchiuso dietro un’ampia parete di ferro che nessuno avrebbe mai potuto distruggere. Nessuno sarebbe mai riuscito a ferirlo di nuovo!
E allora perché la sua versione futura si era ridotta a quel modo? Il tempo lo aveva portato a cancellare il dolore provato dopo l’abbandono di Metallikana? Che fosse vero quello che dicevano le voci, che a Fairy Tail si riuscisse a dimenticare il dolore del passato? Che forse fosse riuscito a rintracciare suo padre e a farsi spiegare le ragioni del suo abbandono?
Storse il naso, scuotendo la testa.
Il motivo per cui il suo se futuro era finito insieme alle fate era semplice: si era fatto sconfiggere ed ingannare da quel branco di bastardi! Si era rammollito! Era diventato tutto quello che lui non sarebbe mai stato!
Da quel che gli aveva detto Jose si era pure unito, per un anno, al Consiglio.
Al Consiglio?! Lui, Gajeel Redfox ridotto a fare il lecca piedi di quei vecchi bastardi ligi alle regole e alle punizioni. Quella vecchiaccia sarebbe stata contentissima di vederlo tramutarsi nel suo robottino servizievole.
Ma a quel pensiero avvertì un nodo formarglisi in fondo allo stomaco.
La vecchietta non lo aveva visto, così come non lo avrebbe potuto incontrare adesso, perché da quello che gli aveva detto il suo Master era spirata due anni prima a seguito di un attacco ai membri del Consiglio.
Anche se era stata una piantagrane, anche se lo aveva sempre rimproverato, era stata l’unica a cercare di comprenderlo e di aiutarlo.
Ma lui non aveva bisogno del suo aiuto! Non glielo aveva mai chiesto e di certo non si sarebbe rattristato per la morte di una vecchia cocciuta, con cui aveva sempre e solo discusso! Figuriamoci se gli importava che fosse spirata?! Adesso era in paradiso no? Se lo sarebbe goduto e soprattutto non lo avrebbe più stressato!
Che gioia non dover rivedere la sua faccia e non dover ascoltare quella voce gracchiante.” pensò riprendendo a camminare dietro la rana, che lo stava riaccompagnando all’uscita e che era intenta a parlare da sola perché non resasi conto che non solo il suo interlocutore non la stava ascoltando, ma soprattutto che era rimasto indietro.
Ma nonostante quel pensiero non riusciva proprio ad ignorare lo strano freddo che gli aveva riempito il corpo all’udire la notizia e che ancora non si decideva a lasciarlo in pace.
Tsk, anche se non c’è più si starà sicuramente facendo quattro risate alle mie spalle vedendo come mi sono ridotto. Dannata Fairy Tail e dannato Salamander!”
Sì, Salamander. Il Dragon Slayer di Fairy Tail. Era stato quel bastardo, secondo quello che gli aveva riferito Jose, a sconfiggerlo e umiliarlo. Quello stesso ragazzino dai capelli rosa che lo aveva pestato di botte non appena era arrivato in quel tempo.
Gliel’avrebbe fatta pagare cara! In un modo o nell’altro lo avrebbe tolto di mezzo!
Adesso però doveva sbrigarsi a lasciare quel posto e andare a rubare il libro o non avrebbe avuto alcuna possibilità di tornare a casa.
Accelerò il passo e finalmente distinse il portone d’uscita, stava per tirare la maniglia e varcare la soglia quando una voce lo richiamò facendolo sussultare e bloccare sul posto.
“Buon giorno Gajeel. Da quanto tempo non ti vedevo qui.”
Si voltò ritrovandosi a qualche metro di distanza, davanti al corridoio opposto a quello da cui era venuto, un energumeno dalla testa completamente pelata, gli occhi a triangolo e una lunga barbetta appuntita, simile ad un esteso pizzetto.
L’uomo gli sorrideva bonario come se stesse parlando ad un vecchio amico, ma il moro percepì chiaramente la spaventosa aura magica che circondava tutto il suo corpo.
E questo chi è?” si chiese cercando di bloccare il tremolio alle gambe.
“Ah, Jura-sama!” esclamò la rana e il cuore di Gajeel perse un battito.
Quello Jura! Uno dei Dieci Maghi Sacri! Un uomo la cui potenza era paragonabile a quella di Jose e di Makarov!
Ora che lo guardava meglio poteva constatare di averlo già incontrato una volta durante un raduno a cui il suo Master gli aveva dato il permesso di partecipare.
Ma il giovane uomo severo, autoritario e rispettoso non aveva nulla a che fare con l’individuo che aveva davanti.
Questo Jura non solo sembrava più vecchio e saggio, ma soprattutto il suo intero essere emanava una potenza spaventosa. Sembrava, e forse lo era, addirittura più grande e potente di quella di Jose.
Deglutì, mentre i piccoli occhi dell’uomo si spostavano da lui al suo accompagnatore: “Non mi era stata comunicata la visita di Gajeel.” disse mantenendo un sorriso allegro, ma anche autoritario.
“M-Mi dispiace.” balbettò il rospo: “C-Credevo che i miei colleghi l’avessero avvertita.”
“Non preoccuparti. Non è nulla di grave, è solo che mi sarebbe piaciuto scambiare quattro parole con un vecchio amico. Che dici Gajeel, puoi fermarti un attimo?”
L’istinto gli diceva di imboccare la porta e mettersi a correre il più in fretta possibile, ma questo avrebbe solo fomentato dubbi e avrebbe rischiato di farlo scoprire. Inoltre, non era affatto sicuro di poter sfuggire a quel mostro, solo guardarlo in faccia gli faceva venire i brividi.
Da non provava più quella sensazione di impotenza.
Tolse la mano dalla maniglia, squadrando attentamente il più anziano che ancora gli sorrideva.
Non sembra essersi accorto che non sono il Gajeel di questo tempo. E questo è un bene.” pensò.
Non riusciva, però, a stare tranquillo e voleva solo andarsene da quel posto ma…
“D’accordo.” disse semplicemente e il sorriso sul volto di Jura si accentuò.
“Benissimo! Allora seguimi, hai tanto da raccontarmi.”
Sono spacciato.” pensò il Dragon Slayer mettendosi alle calcagna del Mago Sacro.
“Dimmi Gajeel.” esordì il più anziano una volta raggiunto un altro punto del corridoio e il ragazzo si paralizzò sul posto: “Come vanno le cose a Fairy Tail? Scapestrati come al solito?”
“S-Sempre.” rispose immediatamente l’altro, preso dal panico.
“Ah ah ah! Immagino. E se provo ad indovinare al centro della baraonda ci siete sempre tu e Natsu.”
“P-Più o meno.”
“Dovreste darvi una calmata. Va bene che siete giovani, ma risolvere sempre le questioni con le botte… beh, in fondo anche questa è una caratteristica di Fairy Tail.” disse l’uomo scoppiando a ridere, mentre Gajeel lo fissava allibito.
Non poteva credere che quell’essere dalla forza mostruosa potesse ridere e dargli le spalle come nulla fosse: era diventato amico pure dei Maghi Sacri? Far parte del Consiglio portava a questi privilegi? Non che gli dispiacesse, anzi forse era l’unico vantaggio.
“Sai Makarov mi ha comunicato la lieta notizia. Non potevo crederci quando me lo ha detto! Chi se lo immaginava che tu e Levy… mi avete entrambi sorpreso. Anche se già vedevo nel periodo in cui abbiamo lavorato insieme un certo feeling tra voi due…”
Ma di che parla? Quale notizia? Levy è quella maga dai capelli blu no?! Perché deve sempre essere presente nei discorsi che riguardano la mia versione futura? E che centra il feeling?”
Ignaro di tutti i dubbi che affliggevano la mente del viaggiatore temporale, Jura proseguì nel suo discorso voltandosi a guardarlo in faccia: “Il vecchio Makarov mi ha anche detto che da quando lo hai saputo non hai fatto altro che lavorare e spaccarti la schiena.”
“S-Sono uno che non si stanca facilmente.” azzardò il moro, non sapendo proprio cosa rispondere.
“Questo lo so.” proseguì l’altro con il suo solito sorriso: “Ma non puoi affaticarti così tanto. E’ vero che hai bisogno di soldi per mantenere la tua famiglia ma…”
“F-Famiglia?” si lasciò scappare il Dragon Slayer sbarrando gli occhi e guardando l’altro con un cipiglio alzato.
“Si, famiglia. Capisco che tu e Levy non siate sposati, ma aspettate comunque un bambino; quindi, anche se non ancora certificata vi siete creati una piccola famigliola.”
A Gajeel sembrò di perdere in un colpo vent’anni di vita.
Il suo corpo prese a tremare come una foglia, la sua bocca si spalancò al punto che pareva che la mascella si potesse rompere da un momento all’altro. Gli occhi erano talmente sbarrati, che quasi uscivano dalle orbite e la sua pelle si era fatta improvvisamente bianca come quella di un fantasma.
Era certo di stare per cascare sul pavimento!
E non capiva dove le proprie gambe trovassero ancora la forza di sopportare il peso del suo corpo.
Doveva sicuramente aver sentito male!
Non aveva sentito pronunciare la parola bambino! No, sicuramente aveva capito male!
Cosa c’entrava un bambino con il discorso sulla sua versione futura e il suo rapporto con quella fata?!
Era solo la sua mente che si divertiva a fare scherzi, oppure le sue orecchie avevano deciso di abbandonarlo!
“Gajeel, sei sicuro di sentirti bene?” chiese l’uomo avvicinandoglisi per aiutarlo a mettersi a sedere su una sedia, ma l’altro indietreggiò.
“C-Che cosa hai detto prima?” chiese con tono supplichevole il ragazzo.
“Che lavori troppo e dovresti rilassarti?”
“No, dopo quello.”
“Ah, che sono molto felice per te e per Levy. Diventare genitori è una grande responsabilità, ma sono certo che sarete bravissimi!”
Fu un miracolo che Gajeel non cascasse svenuto sul pavimento, perché questo si aspettava Jura vedendo la faccia bianca del ragazzo e la luce abbandonare i suoi occhi.
“Si può sapere cosa ti succede? Ti senti male? Vuoi che chiami un medico e contatti Fairy Tail?”
A quella domanda il ragazzo si riscosse: “NO!” gridò ansioso, lasciando l’anziano interdetto e confuso.
“N-Non serve.” cercò di giustificarsi, mentre faceva forza su tutto il suo autocontrollo per non sfondare una delle finestre del corridoio e scappare da quel luogo: “Tanto sto per tornarci. Ero solo venuto a parlare con una persona, ma ho già fatto. Adesso devo tornare alla mia gilda. Ma prima potresti togliermi un dubbio?”
“Certamente, chiedi pure.”
“Conosci qualcuno che sappia leggere i caratteri dell’antica lingua di Fiore?”
“Ma certo. Se non sbaglio Levy dovrebbe saperli leggere, oppure sempre nella tua gilda Freed ne sarà sicuramente in grado, se non vuoi far stancare la tua compagna.”
“Certo, f-figurati se voglio che si stanchi. Ehm, adesso andrei devo tornare a Magnolia.”
“Capisco, mi ha fatto piacere parlarti. Quando potrete tu, Levy e Lily venite a trovarmi. Chissà magari quando tornerete sarete accompagnati dal vostro piccolo.”
L’altro non gli rispose, neanche lo salutò, imboccò semplicemente il corridoio e corse via fino alla porta. La spalancò, uscì nel vasto giardino e scappò verso il cancello principale mentre in testa ancora gli aleggiavano le parole di Jura: “Chissà magari quando tornerete sarete accompagnati dal vostro piccolo. Piccolo, bambino, p-padre?! Diventerò padre! IO PADRE! E la madre è…”
Inciampò su un sasso e cadde a terra picchiando una testata sul terreno, mentre i suoni intorno si facevano ovattati e il cielo azzurro spariva ricoperto dall’oscurità.
 
“Non lo abbiamo trovato.” fu la secca risposta di Elsa, mentre abbassava la testa e si scusava con Makarov.
“Non è colpa tua. Se non si trova a Magnolia è molto probabile che abbia lasciato la città.”
“Ma questo è terribile!” esclamò Jet, “Gnam… gnam… se passa troppo tempo non potremmo più riavere indietro il nostro Gajeel!” esclamò allarmato Droy.
“Purtroppo la situazione è anche peggiore.” riprese la parola il Master e tutti tacquero aspettando una spiegazione: “Riflettendo sul fatto che il Gajeel del passato si trovi qui e che la sua assenza nel suo tempo porterà alla cancellazione del nostro Gajeel, nel caso non effettuassimo lo scambio in tempo, ho scoperto con l’aiuto di Mest che la situazione potrebbe anche peggiorare.”
“Ma che significa?” chiese Lucy allarmata, mentre Levy taceva ancora seduta a leggere un volume.
“Adesso cerco di spiegarvelo.” prese la parola l’ex membro del Consiglio: “Come sappiamo Gajeel dopo essere entrato nella gilda ha compiuto varie imprese: ha aiutato Natsu a sconfiggere Luxus, ha combattuto su Tenro con tutti voi, ha affrontato uno dei portali di Tartaros e contro Alvarez ha combattuto e sconfitto uno degli Spriggan. Ma ora provate a pensare che Gajeel non venga mai sconfitto da Natsu perché non è presente alla guerra ma bloccato qui. Tutto quello che ha fatto fino ad ora non ha solo influenzato se stesso, ma tutti noi! Senza il suo aiuto in molte battaglie tanti di noi oggi sarebbero morti. E se non finisse per unirsi alla gilda la storia cambierebbe irrimediabilmente e noi stessi spariremmo!”
“Ma come è possibile che questo influenzi anche noi?” urlò Gray.
“In realtà ha senso.” disse Elsa: “Se ci pensiamo, la scomparsa di Gajeel porterebbe alla scomparsa dell’attuale Fairy Tail poiché lui è qualcuno che ha condizionato e portato all’esistenza della gilda come la conosciamo oggi. Forse spariremo e ricompariremo subito dopo, come il resto del nostro mondo, ma saremmo persone diverse e forse, nel caso peggiore, noi e la gilda non esisteremmo più!”
“Non può essere!” esclamò Natsu allarmato: “La gilda non può sparire! Così come non deve sparire quell’idiota di Gajeel! Io sono ancora qui e non cambierò per colpa di quella testa di metallo!”
“Non è detto che ci renderemo conto dei cambiamenti.” parlò Makarov e tutti furono scossi da un brivido.
“Ma quindi potrebbe già essere troppo tardi?” chiese Happy.
“No, perché noi siamo ancora qui e ci siamo tutti. Non mi sembra di ricordare alcun evento spiacevole. Inoltre, la mia magia della memoria è in grado di superare lo spazio-tempo. Quindi ricorderei se gli eventi si fossero svolti in modo diverso o se ci fossimo dimenticati di qualcuno.”
Alle parole di Mest tutti tirarono un sospiro di sollievo.
“Comunque dobbiamo sbrigarci. Più tempo passa più sarà difficile che le cose restino come sono.” riprese la parola il corvino.
“Evviva!”
Tutti si voltarono verso il tavolo per capire chi avesse gioito e rimasero allibiti di vedere Levy sorridere e abbracciare forte un libro dalla copertina marrone.
“L-Levy? Tutto bene?” chiese Droy, “Forse la paura e lo stress gli hanno fatto male!” esclamò Jet preoccupato.
“Levy, perché sorridi?” domandò Lucy avvicinandosi all’amica.
“L’ho trovato Lu-chan!”
“Di che stai parlando Levy?”
“Ho trovato il modo di riportare Gajeel a casa! E non serve che la sua versione passata si trovi nei paraggi!”
“Dici sul serio Levy?!” esclamò Lily al colmo della gioia.
“Si. Ma voi di cosa parlavate? Avete delle facce… scusate se non vi ho ascoltato ma quando ho trovato il libro mi sono subito messa a studiarlo.”
“Oh, nulla di che… stavamo solo parlando del fatto che se non riportiamo Gajeel a casa spariremo tutti.” ironizzò Gray, ma Elsa gli piantò subito un ceffone sulla nuca e lo mise a tacere.
“Lascialo perdere e continua.” disse la rossa.
“Ho scoperto che in questo libro: CRONOLOGIA TEMPORALE; c’è il modo di scambiare persone che hanno viaggiato indietro o avanti nel tempo o che si sono scambiate con la loro controparte di un’altra linea temporale. Se riesco a decifrare il resto dell’incantesimo basterà semplicemente pronunciarlo e riporteremo indietro il nostro Gajeel.” spiegò la turchina al colmo della gioia, che presto contagiò anche gli altri maghi.
“E’ fantastico.” disse Mest
“Che bello si risolverà tutto.” disse Happy,
“Io non ci sto capendo niente, ma evviva, tutto tornerà come prima!” urlò Natsu, mentre sulla nuca degli altri si formavano delle goccioline.
Ignorando la confusione generale, aggravata dall’ennesima rissa insensata scoppiata all’improvviso tra Natsu e Gray, Levy affiancata da Lucy e Lily si rimise a decifrare il manoscritto.
“Non riesco a capire questa parte, ma è essenziale per pronunciare l’incantesimo. Forse se invio un messaggio a Freed lui riuscirà a risolvere tutto.”
“Sono certa che andrà tutto bene.” disse la bionda poggiandole una mano sulla spalla, “Si Lu-chan, andrà tutto bene.”
 
Non aveva idea di quanto fosse passato da quando aveva perso i sensi, forse solo pochi minuti o anche ore. Adesso, però, non aveva il tempo di pensarci perché solo rimanere lì, sdraiato su quel freddo e sudicio pavimento gli procurava un male cane a tutto il corpo.
La testa gli bruciava e l’emicrania era anche aumentata, le ferite alle gambe e i tagli alle braccia continuavano a sanguinare e questo lo aveva deturpato di tutte le energie; al punto che solo respirare gli procurava un male tremendo al petto.
Il problema più grande, però, era rappresentato dalla ferita al fianco, essa era completamente allagata di sangue che copioso continuava a cadere sul pavimento. La ferita si era si cauterizzata grazie al fuoco di Totomaru, ma non subendo alcun trattamento si era riaperta e ora la pelle bruciata, mista al sangue emanava una tremenda puzza che gli dava il voltastomaco.
Molto probabilmente era già infetta e se non avesse trovato il modo di richiuderla sarebbe morto.
Ma non riusciva proprio a muoversi e trovare il modo di fuggire da quel luogo senza poter usare la magia gli pareva impossibile.
Chiuse gli occhi, sperando che il mal di testa diminuisse e la sua mente prese a viaggiare tra i ricordi: vide il volto di Levy sorridergli angelica, poi accanto scorse Lily che lo guardava allegro, sembravano chiamarlo ma lui non riusciva proprio a raggiungerli. Poi l’immagine cambiò e si ritrovò davanti Natsu, Lucy, Happy, Wendy, Juvia, Gray, il vecchio e tutti i suoi compagni che lo attendevano sorridenti davanti alla porta della sede e lo incitavano a gran voce a raggiungerli.
Ma lui non riusciva a muoversi.
Nonostante ci provasse con tutte le sue forze, cercasse di urlare i loro nomi, allungasse le braccia per raggiungerli era tutto inutile.
Sembrava che un muro invisibile li separasse.
L’immagine si fece sfocata ed i colori delle persone si mischiarono a quelle del panorama dietro di loro, trasformando tutto intorno a lui in un’immensa tela colorata priva di qualunque contorno o figura, solo colori sfocati come: giallo, azzurro, arancione e verde.
Le macchie di colore continuarono a muoversi in maniera casuale intorno al moro e questo aggravò soltanto il suo mal di testa, poi percepì alle sue spalle una voce e si voltò.
Buon giorno Gajeel. Da quanto tempo non ti vedevo qui.”
“J-Jura? Cosa ci fai qui? E dove siamo con esattezza?”
Ma l’altro non gli rispose, sembrò anzi non averlo neanche sentito e proseguì con il suo discorso. Solo allora il moro si rese conto che il vecchio non stava parlando con lui, ma con qualcuno alle sue spalle.
Girò la testa e sobbalzò ritrovandosi davanti il suo stesso viso.
Ci mise un attimo a comprendere che quello non era il suo riflesso, ma la sua versione passata.
Fece partire un pugno, ma l’attacco trapassò di netto la testa della sua copia senza procurargli il minimo mutamento.
Ma cosa?
L’altro si mosse avvicinandoglisi ed istintivamente Gajeel indietreggiò, ma quello fu più veloce di lui e continuando nel suo percorso gli arrivò sempre più vicino e… lo attraversò.
Gli passò attraverso e solo in quel momento il corvino comprese che il suo corpo non era tangibile.
Sta succedendo come l’altra volta. La mia dannata testaccia continua a giocarmi brutti scherzi.”
Avvertì i passi dietro di lui farsi sempre più lontani e ruotando su se stesso vide i due incamminarsi lungo un corridoio e spinto dalla curiosità si mise ad inseguirli.
Quando si bloccarono rimase fermo ad ascoltare il loro discorso: vide chiaramente la sua versione passata impallidire di fronte alla notizia di aspettare un bambino e lo vide prendere a correre via, attraversandolo nuovamente, verso l’uscita.
Non mi piace questa situazione. Spero solo che quel verme non faccia nulla di folle. Se si azzarda a toccare Levy io lo am…” strinse i pugni, mentre si mordeva il labbro inferiore.
Lui non poteva fare un bel niente! Era bloccato a nove anni di distanza, chiuso dentro una gabbia, con Jose pronto a farlo fuori in qualunque momento e a distruggere la sua gilda!
Il panorama intorno riprese a mutare, poi tutto si scurì e si ritrovò chiuso dentro una stanza con una serie di sbarre a dividerla a metà.
Questa è una cella del Consiglio!”
Scorse oltre la grata il suo vecchio Master, quello del suo tempo e seduto davanti a lui l’altro se.
“Che cazzo sta facendo qui? E come cavolo è entrato?! Cosa cazzo fa la sorveglianza invece di lavorare?!”
Potrò anche essere debole, ma dispongo di un tipo di forza tutta mia. Una forza in grado di cambiare questo mondo e di annientare i nostri nemici senza doverli combattere direttamente.”
“Una forza capace di cambiare il mondo? Ma di cosa stai parlando?”
“…Io mi trovo qui nel passato, ma dovrò per forza tornare al mio tempo. E se lei adesso mi racconta nel dettaglio gli eventi che porteranno alla distruzione della gilda allora io una volta tornato indietro potrò cambiare il futuro annientando quei bastardi ed impedendo così lo scioglimento di Phantom!”
Bastò questa parte della conversazione a far crescere il panico in Gajeel: “Vuole tornare indietro nel tempo? E vuole cambiare la storia?! Se ci riesce che mi succederà? Ma soprattutto cosa succederà agli altri? Tutto quello che ho fatto fino ad ora andrà a farsi fottere!”
Avvertì la rabbia crescere e giungendo alle spalle dell’altro se cercò di piantargli un pugno in testa, ma anche questa volta il suo corpo trapassò quello dell’altro e non gli procurò alcun danno.
“Cazzo! CAZZO! IO NON TE LO LASCERO’ FARE DANNATO! NON ROVINERAI’ IL MIO FUTURO! MI HAI SENTITO?! NON ROVINERAI’ MAI IL MIO FUTURO!”
Per l’ennesima volta la testa riprese a girargli e il movimento improvviso lo costrinse a chiudere gli occhi, quando li riaprì si ritrovò davanti un paio di piedi e sollevando lo sguardo vide Jose sorridergli divertito, ma subito la sua attenzione fu attirata dal mago dai capelli verdi piegato su se stesso al fianco del Master.
Il suo primo istinto fu di sollevarsi e piantare un pugno in testa a quel bastardo, ma la fitta di dolore al fianco che provò nell’istante in cui il suo corpo si sollevò lo fece desistere e rigettare al suolo.
“Bonjour Gajeel. Ha riposato bene?”
“Tsk, chiudi quella bocca patetico leccaculo.” gli rispose acido il moro.
“Vedo che nonostante tutto sei ancora restio a parlare con noi.” disse Jose e Gajeel fu certo di aver visto un guizzo di gioia illuminare i suoi occhi a quella constatazione.
“T-Te l’ho detto, n-non ho niente da dirvi.”
“Eh eh! Vedremo… Sol procedi pure.” disse l’uomo incrociando le braccia e rimanendo fermo nella sua posa.
“Con infinito piacere.” disse l’altro sollevando una mano.
Il muro dietro Gajeel prese a vibrare e delle protuberanze si allungarono da esso e si conficcarono nella schiena del Dragon Slayer.
“GUAAAAAH!” urlò, mentre sentiva le punte di pietra perforargli la carne, trapassargli i muscoli, lacerandoli nel passaggio e incrinare le ossa della spina dorsale.
“Aah… gaah… aah…” prese a gemere spalancando la bocca alla disperata ricerca d’aria, mentre tentava in tutti i modi di staccarsi dal muro.
Ma le catene erano ben ancorate e non volevano saperne di spezzarsi, a differenza delle sue ossa il cui insistente scricchiolio gli bombardava i timpani.
“No no no Gajeel-sama. Più ti muovi più il sangue sgorga.” disse Sol stringendo il palmo della mano.
Il moro avvertì chiaramente i corpi estranei assottigliarsi dentro la sua carne e prendere a scavarlo dall’interno, procurandogli nel passaggio un dolore asfissiante.
“WAAAAAAAAAHH!” riprese ad urlare, mentre i freddi corpi di marmo gli spezzavano i muscoli e il sangue sgorgava a fiumi dalla sua schiena e dai suoi polsi. L’aver tentato, infatti, in tutti i modi di liberarsi lo aveva portato a strapparsi la pelle delle braccia e nonostante questo non era riuscito a spostarsi di un millimetro dalla sua posizione di partenza.
“Fermati.” ordinò Jose vedendo che il prigioniero era vicino allo svenimento e che da come il suo petto si abbassava e si alzava un’ulteriore pressione avrebbe potuto portarlo all’arresto cardiaco.
Le punte si ritrassero e in uno strattone fuoriuscirono dal suo corpo e in un rantolo cadde con la testa in avanti continuando a boccheggiare e ansimare, mentre vomitava fiumi di sangue.
“Ti sei convinto a parlare?” chiese Jose, ma l’altro tenne la testa bassa e lo ignorò.
Avrebbe voluto rispondere a quel bastardo di andare a quel paese, ma le parole non gli uscivano dalla bocca troppo impegnato a cercare di respirare e vomitare sangue.
Avvertì un tremendo freddo invaderlo completamente e il suo corpo prese a tremare vistosamente, ma non sollevò la testa ne aprì bocca.
“Sei proprio cocciuto.” disse adirato il bruno, prima di fare un cenno al suo sottoposto di procedere.
Due parti del muro si staccarono da esso e andarono a circondare la testa di Gajeel, stringendo la sua tempia nella loro morsa.
“Ultima possibilità!” tuonò il Master.
Il moro sollevò lo sguardo fissando sgomento l’uomo, ma alla vista del suo sorriso sadico la paura lasciò spazio alla rabbia e non disse nulla.
Sol riprese a stringere il palmo della mano e in concomitanza il casco di pietra prese a stringersi intorno alla tempia del moro.
Pian piano la presa si fece sempre più stretta, fin quando il ragazzo non avvertì la sua testa venir spiaccicata tra due pareti di pietra e la fascia che gli teneva i capelli si spezzò cadendo sul terreno.
“GAAAAAAH!” gridò sentendo la testa esplodergli, mentre il sangue prendeva a colargli dai due lati del cranio e il suo corpo veniva sollevato di peso dalle due masse rocciose.
Le pietre premettero ancora più forte contro la sua tempia e un altro urlo squarciò il silenzio della stanza, poi tutto tacque e l’uomo rimase immobile con la bocca spalancata e gli occhi chiusi ermeticamente.
Sol lasciò la presa e Gajeel cadde con un tonfo sul pavimento.
Poi il suo corpo fu scosso da un fremito e riprese a respirare, mentre sputava altro sangue.
Un pugno di pietra lo centrò in volto e lo fece sbattere con la testa contro il muro, mentre la sua faccia divenne una maschera di sangue con il naso grondante e ripiegato in una posizione irregolare.
“Come va il naso?” chiese Jose scoppiando in una risata sadica, mentre l’altro cercava in tutti i modi di non soffocare a causa di tutto il liquido che gli allagava la gola e le narici.
Poi, sotto lo sguardo esterrefatto dei suoi aguzzini, un sorriso rigò il volto del Dragon Slayer ed in un rantolo bisbigliò: “S-Sicuramente, m-meglio del tuo.”
La sua testa ricadde sul pavimento e gli occhi si chiusero, mentre il volto si inzuppava nella pozza formatasi sul pavimento.
 
La notte era giunta quando arrivò a Magnolia.
Non era certo di sentirsi bene: quello stupido treno gli aveva procurato un tremendo fastidio e non ne comprendeva il motivo. Non aveva mai sofferto il mal d’auto.
Forse era dovuto alla scioccante notizia di stare per diventare pad…
Scosse la testa rifiutandosi pure di pronunciare quella parola, di soffermarsi a riflettere su quel particolare.
Proseguì lungo i vicoli bui della città, stando ben attento a non farsi vedere da nessuno: i maghi di Fairy Tail lo stavano sicuramente cercando e lui non voleva proprio rischiare di farsi scoprire e catturare di nuovo.
Arrivato vicino al grande edificio con dipinto sull’insegna il nome della gilda si guardò intorno, ma non scorse nessuno.
La porta era chiusa da un grande lucchetto e dalla costruzione non si udiva alcun rumore, segno che i maghi avevano abbandonato la gilda per recarsi alle proprie abitazioni.
E’ il mio momento!” pensò, prima di allontanarsi e arrampicarsi sulla grondai appoggiata al lato destro del muro. Arrivato in cima si ritrovò davanti una finestra e tirando la maniglia si rese conto che era stata lasciata aperta.
Senza produrre alcun rumore entrò nell’edificio e al buio si mise ad esaminare il piccolo corridoio del piano superiore. Poi scorgendo una rampa di scale ci si avvicinò in punta di piedi e prese a discendere i gradini.
Ma messo piede sull’ultimo scalino si accorse di una luce proveniente da una stanza alla fine della sala, oltre il bancone del bar.
C’è ancora qualcuno.” pensò e in punta di piedi, nascondendosi ad ogni passo dietro un tavolo o una trave arrivò davanti alla porta socchiusa da cui fuoriusciva uno spiraglio di luce.
Mise l’occhio nella fessura per poter sbirciare e rimase paralizzato nel vedere seduta su una scrivania in legno, con quella solita capigliatura azzurrina, Levy.
Ma che cazzo ci fa qui?” si chiese allontanandosi dalla porta, mettendosi una mano davanti alla bocca per evitare che il rumore del suo respiro potesse attirarla.
“Ehi Levy, dovresti fermarti e riposare.” disse una voce all’interno della stanza ridestando la turchina dal suo studio.
“Lo so Lily, ma devo assolutamente capire questa parte dell’incantesimo. E’ indispensabile per poterlo portare a compimento!”
“Forse dovresti farti sostituire da Lucy, si vede che sei stanca. Perché non ti sdrai un attimo e ti fai una bella dormita?”
“Non posso Lily. Non riposerò fin quando non sarò sicura di poter riportare indietro Gajeel e poi Lu-cha è impegnata a cercare la sua versione passata insieme agli altri.”
“Non significa che tu non possa riposare. Nelle tue condizioni affaticarti troppo potrebbe nuocere anche al bambino.” la rimproverò l’Exceed.
“Si, hai ragione. Ma adesso che ho in mano la soluzione mi manca così poco per risolvere tutto. E lo devo anche a lui.” disse Levy, carezzandosi amorevolmente la pancia.
“Tranquillo, la mamma riporterà papà indietro.”
Le gambe non gli ressero più e ricadde a sedere, con la schiena poggiata contro il muro dove si era appostato.
Quella donna ci teneva così tanto a lui? Nonostante quello che gli aveva fatto? Voleva riportarlo a casa! Voleva crescere il suo bambino con lui! Anzi il loro bambino!
La sua versione del futuro aveva trovato la sua compagna ideale in quell’esserino tanto insignificante? Aveva deciso di diventare padre! Lui, padre!
No, no, NO! Lui non poteva diventare padre! Era semplicemente assurdo! Non aveva la più pallida idea di come fare a crescere un figlio, di cosa insegnargli, di come comportarsi! Un pensiero simile non gli aveva mai attraversato neanche l’anticamera del cervello, eppure si era realizzato!
E adesso che cosa avrebbe fatto? Doveva procedere con il piano? Doveva cancellare anche quell’ipotetico figlio? Doveva cancellare la rappresentazione fisica dell’amore che lo legava a quella donna?
Rinchiuse la testa tra le gambe continuando a tormentarsi sul da farsi: se non avesse agito Phantom sarebbe stata distrutta! Lui sarebbe stato battuto! Jose sarebbe finito in prigione! Fairy Tail si sarebbe dimostrata superiore! Non poteva accettare quel futuro!
Ma…
Se invece lo avesse fatto? Se avesse accettato questo come il suo destino? Se gli fosse andato bene rinunciare all’orgoglio e mettere su famiglia?
Aveva una fidanzata, che tra l’altro si stava facendo in quattro per riportarlo in dietro, aveva un animale domestico che si stava dimostrando fidato e leale.
E c’erano poi tutti quei suoi così detti compagni, che si stavano impegnando per riportarlo a casa.
Insomma, aveva tutto! Una famiglia felice a cui tornare e che non gli stava voltando le spalle. Cosa poteva desiderare di più?
Chissà, magari dopo anni passati a maledire il mondo e a non fidarsi di nessuno poteva tentare di…
Ma che sto dicendo! NO, NO, NOOO! Io non ho bisogno di tutto questo! Non mi farò ingannare di nuovo! Non sono io quello che vogliono con loro, ma la mia versione futura! Perché lui dovrebbe avere questa fortuna e io no?”
Si drizzò in piedi, la sua testa aveva appena partorito il piano più malato che gli fosse mai venuto in mente.
L’invidia, la rabbia, il timore, la sofferenza; tutto si era mescolato nel suo cervello e adesso non vedeva l’ora di attuare quella follia!
Scardinò la porta con un calcio ed essa volò sopra la testa di Levy e Lily sbriciolandosi contro una mensola della libreria alle loro spalle.
“Ma cosa?” chiese il gatto nero.
“Gajeel?”
Una lastra di ferro partì contro la ragazza e Lily fece appena in tempo ad afferrarla e trarla in salvo, facendola cadere sul pavimento.
Subito dopo abbandonò la sua forma minuta e divenne una gigantesca pantera antropomorfa e si scagliò all’attacco contro il moro.
“Cosa sei tornato a fare?” gli urlò adirato il felino, mentre i loro pugni si scontravano.
“A cancellare tutte le cazzate fatte da quell’idiota della mia versione futura!” tuonò il Dragon Slayer piantando un pugno in faccia al gatto per poi colpirlo con un calcio al petto, dove era rilegata una benda. La pressione immessa nell’attacco scagliò l’Exceed in aria e lo fece sbattere con la schiena contro il soffitto.
“Ora fuori dai piedi stupido pezzo di merda!” urlò il Dragon Slayer spalancando la bocca: “Ruggito del drago del ferro!”
Un gigantesco cono di energia, composto da lame grigie ruotanti partì ed investì in pieno Lily che attraversò tutto il tetto dell’edificio e scomparve in cielo.
“LILY!” gridò Levy, mentre si allontanava dalla scrivania con ancora in mano il libro.
“Dammelo.” ordinò il moro indicando con la mano il volume, ma lei se lo strinse ancor più forte al petto e si allontanò scuotendo la testa.
“No! Non ti lascerò rovinare tutto! Questo libro non te lo darò mai!”
Un pugno dalla consistenza del ferro la centrò in una guancia e la fece ricadere sul pavimento.
“Argh!” gemette portandosi una mano sul punto leso, trovandolo gonfio e sporco di sangue, mentre le lacrime gli rigavano il viso.
“Tsk, come cavolo ho fatto a finire con una come te?” chiese il mago avvicinandosi, ma un cerchio magico comparve intorno al suo corpo e una luce lo avvolse.
Subito dopo una vasta esplosione lo attorniò e scomparve dietro una coltre di fumo.
Ansimante Levy tentò di mettersi a sedere, ma la pancia prese a fargli un male cane e la vista gli si annebbiò.
“Dannata schifosa! Questa giuro che te la faccio pagare!” gridò Gajeel attraversando la massa di fumo, con solo qualche bruciatura sulla faccia e i vestiti leggermente strappati.
Con un balzo gli fu davanti e l’afferrò per la gola sollevandola di peso.
“Coff… Coff…” gemette la turchina stringendo il braccio dell’uomo con le mani per tentare di liberarsi, mentre sentiva l’aria abbandonare i polmoni.
“Che vergogna, ridurmi addirittura a portarti a letto. Un vero schifo! E ora spiegami come hai fatto a convincermi ad avere un figlio?!” gli urlò contro il moro, allentando la presa per lasciarla parlare.
“Coff… l-lo sai?”
“Certo che lo so! E’ che non riesco a crederci!” urlò adirato premendo le dita sulla sua gola.
“Coff… Coff… n-non e-era previsto…” fu l’unica risposta di Levy.
“Quindi è successo tutto per caso.” tuonò l’altro, mentre la buttava sul terreno e continuava a strozzarla.
“Ghi hi hi! Beh, meglio così.” gioì facendo venire la pelle d’oca alla ragazza.
“Quindi, considerando che non era previsto e che metà di questo essere è mio… io posso farci tutto quello che mi pare!” continuò e il suo sorriso sadico crebbe.
“Se per esempio, adesso mi mettessi a squartarti la pancia nessuno avrebbe nulla da ridire, giusto? Perché tanto il marmocchio è per metà anche mio!” scoppiò a ridere, mentre Levy lo fissava terrorizzata certa di non aver mai udito quel tono folle e quella risata inquietante.
Voleva far fuori il loro bambino? Non era ancora venuto al mondo e già era in pericolo? Quel mostro non poteva essere Gajeel! C’era sicuramente un errore!
Gajeel non avrebbe mai fatto una cosa del genere?! Anche ai tempi di Phantom…
I ricordi della notte del loro primo incontro gli ritornarono alla mente e non poté che sentirsi crescere nuovamente addosso quella tremenda paura.
Forse il vecchio Gajeel, in fondo, avrebbe potuto anche escogitarlo un piano così malato. Quell’uomo gli sembrava una persona impossibile da comprendere, era troppo diversa da come sarebbe diventato, e lei ormai si era abituata al suo Gajeel.
Quello era solo un fantasma del passato, ma perché doveva tornare a tormentarla e minacciarla anche adesso che finalmente era felice insieme al suo amore?!
Calde lacrime iniziarono a sgorgargli dalle guance, ma la voce dell’uomo la fece sussultare: “Che fai piangi? Non ho ancora fatto niente. Se reagisci in questo modo adesso, mi chiedo cosa farai dopo questo…”
La sua mano libera divenne un artiglio e Levy non riuscì nemmeno a vederlo arrivare da quanto fu veloce, sentì solo un tremendo dolore al fianco e abbassando lo sguardo si rese conto della presenza di un ampio graffio sulla parte sinistra della sua pancia.
“N-No… no… NOOOOO!”
“GHI HI HI HI!” scoppiò a ridere il Dragon Slayer soppiantando l’urlo disperato della donna.
Ma qualcosa di freddo e umido lo colpì alla schiena e lo scagliò contro la libreria, mandandola definitivamente in pezzi.
“No… no… no… i-il m-mio b-bambino…” mugugnava Levy incapace di muoversi, mentre vedeva il sangue sgorgare dalla ferita.
“Levy-san!” la chiamò una voce accanto a lei, ma ella non rispose.
“Oh, mio Dio!” esclamò la figura constatando i danni riportati dall’amica: “Resisti Levy-san, Juvia andrà subito a cercare Wendy.” disse la bluette.
Ma proprio in quel momento Gajeel si ritirò su squadrando rabbioso la nuova arrivata: “TU! Stupida donna della pioggia! Cosa pensi di fare?!”
Ma una sfera d’acqua lanciata ad una pressione allucinante lo rispedì con la schiena contro il muro, iniziando a schiacciarlo.
“Come hai potuto Gajeel-kun fare questo a Levy?!” tuonò Juvia con le lacrime agli occhi: “Come hai potuto fare questo a tuo figlio?!”
“J-Juvia.” la richiamò una voce alle sue spalle e voltandosi la maga dell’acqua si ritrovò davanti Lily, tornato piccolo e con il corpo pieno di tagli.
“Q-Quello non è Gajeel, ma la sua versione passata! V-viene da nove a-anni nel passato!”
“CHE COSA!” esclamò scioccata la turchina tornando a fissare il suo presunto amico.
E solo in quel momento notò le pesanti occhiaie e lo stesso sguardo furente e aggressivo che aveva visto in Gajeel anni prima.
“Quindi vieni dai tempi di Phantom.”
“P-Proprio così e adesso lasciami andare!”
“Juvia non ci pensa nemmeno! Tu hai ferito Levy-san e il suo bambino!”
“Adesso non posso spiegarti la situazione.” riprese la parola Lily, “Non importa, più tardi Juvia parlerà con gli altri, adesso sbrigati e va a chiamare Wendy!”
Subito l’Exceed spiccò il volo e sparì alla ricerca della piccola Dragon Slayer.
“Quindi tu non sei il Gajeel-kun di Juvia, sei quello del passato. Ma come è possibile?” chiese la maga, mantenendo la presa sul moro, mentre si avvicinava a Levy che a causa dello stress e del dolore era svenuta.
“Come vuoi che faccia a saperlo? Io so solo che mi sono risvegliato qui.”
“E perché hai attaccato Levy-san? Non sai che tra qualche anno…”
“Finiremo insieme e aspetteremo un bambino, si ero già informato.”
“E le hai fatto del male lo stesso?!”
“Il mio obbiettivo era più che altro rimediare all’errore della mia versione futura.”
“E-Errore?”
“Come altro si può chiamare un figlio fatto con quel verme?” chiese il moro, guardandola con rabbia.
Juvia non tollerò affatto il tono usato e strinse la presa sul corpo del mago, che fu spinto ancora più contro il muro incrinandolo per la pressione.
“Tu sei completamente pazzo Gajeel-kun! Tu e Levy aspettate questo bambino con ansia da mesi! Non vedevi l’ora di diventare papà! Come puoi anche solo pensare di togliere dal mondo il sangue del tuo sangue?!”
“Tu stai parlando della mia versione futura, non di me!”
“No, Juvia parla anche di te visto che siete la stessa persona!”
“Non siamo la stessa persona! Non più! Quello si è rammollito ha tradito la fiducia di Jose, per colpa sua Phantom non esiste più, si è unito a questa gilda di deficienti e si è pure messo in testa di diventare genitore!”
“E che male c’è? Sono passati nove anni dalla guerra, è normale che le persone cambino.”
“Perché lui ha tutto questo?” chiese Gajeel, lasciando Juvia a bocca aperta.
“Gajeel-kun del passato non sarai forse invidio…”
“Taci, stupida donna della pioggia! Cosa dovrei invidiare a quell’idiota? Io sono migliore! Tutto questo futuro è uno stupido errore a cui io porrò rimedio! E ora lasciami andare!”
“Mai!”
“Benissimo, allora visto che ti sei unita a quelle stupide fate, vorrà dire che toglierò di mezzo anche te!” disse e prese a dimenarsi cercando di trovare il modo di liberare il suo corpo dalla prigione acquatica.
“Rassegnati Gajeel-kun, non puoi fuggire dalla gabbia di Juvia.”
“Ma posso fare questo.” disse l’uomo e uno dei suoi piedi si tramutò in una lastra di ferro che c’entrò in pieno la turchina.
Ma il corpo di quest’ultima si tramutò in acqua e l’attacco l’attraversò. Purtroppo però la presa sulla gabbia si allentò e il mago subito ne approfittò e si gettò di lato, riuscendo a liberarsi.
“Juvia non ti lascerà scappare!” gridò la donna lanciandogli contro un maremoto, ma lui si aggrappò con i piedi conficcati nel terreno e non venne trascinato via dai flutti.
“Ruggito del drago d’acciaio!” gridò scagliando il gigantesco fascio di luce contro la donna, che tramutandosi in una pozzanghera cadde sul terreno e lo evitò, mentre avvolgeva Levy in una barriera acquatica per proteggerla.
“Non puoi ferire il corpo di Juvia… rassegnati!” gridò la donna, mentre il moro riprendeva fiato.
“Sta zitta!” gridò partendo alla carica, ma ancora una volta il suo attacco fece cilecca e Juvia subito ne approfittò colpendolo alla schiena con una gigantesca onda marina, che lo fece volare contro quel poco che rimaneva del soffitto.
“D-Dannazione! Come ha fatto a diventare così forte?”
Meglio prendere il libro e ritirarsi, per il momento non ho possibilità. E se arrivano anche gli altri non riuscirò ad attuare il piano.”
I suoi pensieri furono interrotti dal grido della maga: “Sierra!” il corpo di Juvia prese ad emanare calore, mentre l’acqua che lo costituiva aumentò vertiginosamente di temperatura.
Si scagliò come una furia contro il suo ex compagno e lo prese di striscio procurandogli un’ingente ustione al braccio sinistro.
“Urgh! Adesso vedi!” urlò frustrato il mago, ma non fece in tempo a trasformare di nuovo il suo corpo in acciaio che venne rinchiuso nel Water Look e venne scagliato sul pavimento, mentre annaspava cercando di non affogare dentro la gigantesca bolla d’acqua.
Poi anche la temperatura della gabbia acquatica crebbe, iniziando a bruciargli la pelle e anche attivare la sua magia non lo aiutò a sopportare il calore, che anzi sembrava crescere sempre di più, al punto che arrivò a temere di fondersi.
L’aria nei suoi polmoni terminò e ormai al limite chiuse gli occhi non riuscendo più a trattenersi.
“Arff… arff… preso.” disse Juvia, mentre dietro di se avvertì la voce di Wendy chiamarla.
 
Quello doveva essere per forza un incubo! Uno di quelli dovuti al fatto che era stato trapassato da parte a parte, gli avevano dato fuoco e avevano tentato di trasformare la sua scatola cranica in purè.
Non poteva credere di aver assistito ad un’altra visione legata al futuro! Non era successo veramente!
Lui non aveva tentato di fare quella cosa a Levy e al bambino!
No, non lo aveva fatto! E non aveva riso mentre lo faceva!
Levy stava bene! Il bambino stava bene!
Dovevano stare bene!
Non se lo sarebbe mai perdonato! Mai!
Se davvero una volta tornato nel futuro avesse scoperto che tutto quello che aveva visto corrispondeva alla verità, non sarebbe riuscito a riprendersi mai più!
“Ti prego, ti prego, fa che sia solo un brutto sogno. E se davvero è successo fa che sia Levy sia il piccolo stiano bene. Ti prego, ti prego!”
Non si accorse nemmeno, troppo impegnato a implorare una qualche divinità, del ritorno di Jose e della compagnia che si era portato dietro.
“Te lo lascio Juvia.” disse l’uomo e solo allora il moro si ridestò dai suoi pensieri e i suoi occhi si specchiarono in quelli freddi ed insensibili della compagna.
“Fa un buon lavoro, mi raccomando.”
“Agli ordini.” rispose semplicemente lei, mentre Jose lasciava la stanza.
 
 

Nota d’autore: come avevo promesso sono tornata ad aggiornare questa fiction, che intendo finire di scrivere in questo periodo di vacanza.
Con questo siamo a sette capitoli! E devo dire di essermi sbizzarrita in questo, tra torture, incontri assurdi e situazioni tremendamente drammatiche, non posso negare di aver tirato fuori la mia vena sadica!
Procediamo con calma:
il Gajeel del futuro è stato catturato e Jose si sta proprio divertendo a farlo torturare dagli Element Fuor (quel dannato non ha neanche il coraggio di farlo di persona, la botta sul naso gli è bastata XD).
Forse ho descritto i personaggi un po' diversi da come sono nell’originale, ma Totomaru non ce lo vedo a gioire nel ferire un compagno e nel doverlo torturare, ma comunque temendo la punizione di Jose arriva a fare qualunque cosa. Sol, invece, ricordandomi anche lo scontro con Elfman lo vedo più incline a ferire gli altri.
Nel futuro sono successe una marea di cose da Jura che ha bisogno di un consulto oculistico, perché ha lavorato per un anno intero con Gajeel e lo scambia con la sua controparte passata, a Gajeel che ha bisogno di una visitina dallo psicologo!
Ora, prima che me lo chiediate, non so nemmeno io come mi è venuta in mente l’ultima parte, ma so di aver esagerato. Ma avevo in mente di scriverla da tanto e quindi eccola.
E finalmente fa la sua comparsa anche Juvia, sia quella del passato sia quella del futuro!
Non anticipo nulla, ma nel prossimo capitolo ne succederanno delle belle Gajeel si farà ancora più male, ma riuscirà anche a fuggire. Inoltre, mancano veramente pochi capitoli e la storia terminerà. Anche perché alla gilda hanno trovato il libro e se imparano l’incantesimo il gioco è fatto!
Un’ultima cosa: non ho mai scritto scene di torture e roba simile; quindi, essendo alle prime armi vorrei sapere da chi recensirà cosa ne pensa e se ha qualche consiglio da darmi per migliorare, oppure se già così ho ottenuto l’effetto sperato.
Grazie a chi leggerà e recensirà il capitolo.
Buon ultimo dell’anno da Striscia_04!
   
 
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