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Autore: Aineys    17/01/2022    1 recensioni
"Quanto ti odio!"
"Sappi che la cosa è reciproca"
"Vedi?! Parlavo proprio di questo! Sei sempre cosi altezzoso e frigido, anzi no ma che dico, sembra che tu abbia una scopa infilata dritta su per il culo!"
Sasuke avvampò sorpreso.
Come si permetteva quello spudorato?!
"Usuratonkachi! Non permetto di certo ad uno sfacciato come te di venirmi a fare la predica!
E poi non è che se non vado dietro a qualsiasi essere vivente di sesso femminile, vuol automaticamente dire che io sia frigido.
Come se poi tu sapessi cosa significa..." lo rimbeccò alterato.
NaruSasu / accenni ShiIta
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Shisui/Itachi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sasuke sentiva il proprio corpo tutto intorpidito. 

Non ricordava granché della serata precedente, solo che un minuto prima stava parlando con suo fratello e suo cugino, dopo di che il vuoto totale… 

Aprì gli occhi, sentendo le palpebre pesanti. 

La prima cosa che misero a fuoco i suoi occhi, fu il soffitto bianco della sua camera, come ci fosse arrivato, proprio non lo sapeva. 

Aveva tutti i ricordi annebbiati, come quando passi una serata intera ad ubriacarti, e il giorno seguente i postumi della sbornia giocano brutti scherzi. Sasuke naturalmente non aveva mai provato quel brivido di eccessi: odiava l’idea di abbandonarsi completamente all'alcol, non essere padrone di sé… 

Per cui le sue erano solo congetture, date da quello che aveva sentito dire in classe, ogni tanto dai suoi compagni. 

Rabbrividì al pensiero: doveva essere un vero schifo. Proprio non capiva il divertimento nel fare qualcosa che lo avrebbe costretto a stare male. 

Certo, anche lui ogni tanto beveva, ma sempre con una certa lungimiranza tale da rimanere sobrio, e poi comunque non aveva amici con cui lasciarsi andare, per cui, nemmeno gli interessava provare, per il momento.

Una fitta alla testa gli ricordò il fulcro che lo aveva portato a divagare nei suoi pensieri, facendolo gemere appena dal dolore. 

Si portò una mano alla tempia, e quando le sue dita pallide toccarono il punto incriminato, si accorse della benda che avvolgeva la sua testa, lasciandolo alquanto sbigottito. 

Ma che diavolo?! Con uno scatto felino, ignorò i dolori che aveva, e si fiondò in bagno, come una furia. 

Lo specchio gli restituì un’immagine davvero pietosa. 

Il viso solitamente pallido, era completamente devastato da alcuni ematomi proprio sullo zigomo destro, tremendamente violacei, molto più rispetto al giorno prima, quando si era medicato. 

Ma la cosa che maggiormente lo preoccupava era la presenza di quella dannata benda, che fasciava completamente la sua testa, passando addirittura sulla sua chioma corvina. 

Era anche leggermente imbrattata da un liquido cremisi, Sasuke dedusse fosse il suo sangue. 

E ora che ci faceva caso, anche qualche dito della sua mano destra era bendato… 

Che fosse caduto? 

A questo punto, proprio non poteva escluderlo, dato che non ricordava assolutamente niente del giorno prima. 

Strinse la mano sinistra a pugno, frustrato. 

Accidenti… quello non ci voleva… 

Sbatté la porta del bagno, e si diresse al piano di sotto, stizzito.

Proprio non riusciva a capire cosa diamine fosse successo per ridursi a quello stato. 

La sua mente stava già elucubrando ogni possibile opzione, quando delle voci dal piano di sotto giunsero alle sue orecchie, immobilizzandolo sul posto. 

“Itachi, basta.”

“Ma hai sentito cos’ha detto il dottore? Fisicamente sta una meraviglia, ma a livell...”

“Sbaglio o ha anche detto che sarebbe opportuno fare delle analisi del sangue? Sarà stato un semplice calo di pressione. 

Dopotutto quali problemi dovrebbe mai avere?

Ho già avuto troppe beghe per quest’anno, e Sasuke ne ha già combinate abbastanza, non ne ho bisogno ne aggiunga un’altra alla lista.” 

Quel borbottio ruminato a denti stretti da Fugaku, fu peggio di una stilettata al cuore per Sasuke. 

Ancora… ancora non mi riconosce! 

Sasuke sapeva che il rapporto tra lui e suo padre, non era dei migliori.

Sin da quando era bambino, aveva sempre provato ad attirare in tutti i modi l’attenzione di Fugaku, cercando di impressionarlo. 

Era un bambino davvero diligente sin dai tempi dell’accademia. Ogni sensei parlava di lui come il migliore della classe, tuttavia suo padre sembrava non vederlo, troppo preso da Itachi, che intanto veniva ammirato da tutti per il suo incredibile genio. 

Sasuke lo sapeva, suo fratello era eccezionale, e di certo lui non avrebbe mai potuto reggere il confronto, erano sostanzialmente diversi. 

Ma non voleva darsi per vinto, in quanto conscio che se avesse voluto ottenere l’approvazione di suo padre, si sarebbe dovuto impegnare per raggiungere il livello di Itachi.

Tuttavia la forte ammirazione che provava per il suo nii-san lo lasciava spesso combattuto. Da un lato voleva rendere fiero suo padre, ma dall’altro vi era pur sempre Itachi, il suo amato fratellone, che nonostante fossero su due piani diversi, continuava ad amarlo e volerli bene senza aspettarsi l’eccellenza.

Era quindi giusto superarlo, solo per essere notato dal padre?

Itachi lo aveva capito subito dal suo sguardo tutto corrucciato ogni qual volta che veniva lodato da Fugaku, quindi sapendo perfettamente le turbe psichiche dalle quali era affetto il più piccolo, ignorava i complimenti del padre ribattendo che Sasuke sicuramente avrebbe potuto fare meglio. 

Quindi al sentire l’appoggio del suo nii-san ogni dubbio era sparito.

Ci aveva provato, così come continuava tutt’ora a provarci.

Quando ancora Mikoto era con lui, anche lei lo spronava a dare il meglio, al non darsi mai per vinto…

Gli ripeteva continuamente che suo padre lo amava, gli voleva bene, solo che era un tantino burbero e incapace di mostrare i suoi veri sentimenti.

E lui, Sasuke, ci aveva anche creduto per un po’. 

Anche Itachi inizialmente provava a difendere Fugaku, ripetendo esattamente le stesse parole di Mikoto. 

Poi, dopo quel brutto incidente, nemmeno Itachi provava più a rassicurarlo sul padre.

E Sasuke sapeva il motivo. 

Aveva sentito tutto quando Itachi aveva annunciato a Fugaku l’intenzione di mollare gli studi per aiutarlo con le spese, in quanto l’azienda era ormai sul lastrico e non potevano più permettersi i lussi di prima…

Aveva sentito perfettamente poi Itachi provare a mediare l’ira del padre, spiegandogli che così sarebbe toccato proprio a Sasuke dover rinunciare alla possibilità di studiare, e che quindi si sarebbe sacrificato molto più volentieri lui per il fratellino.

Naturalmente Fugaku si era ancor più arrabbiato, e adesso anche il tanto illustre figlio maggiore era leggermente sceso dalla sua posizione di stallo, e di contro anche Sasuke era stato ulteriormente declassato. 

Se prima semplicemente lo ignorava, ora non faceva altro che criticarlo continuamente, per ogni singola cosa, e la risposta a tutto era che lo vedeva come responsabile della caduta della sua preziosa stella nascente, ovvero Itachi. 

E quello che adesso suo fratello stava dicendo a Fugaku era un’ulteriore conferma di quanto aveva da sempre sospettato.

“Non incolpare Sasuke per la tua inettitudine come padre. Piuttosto prenditela con me. Sono stato io a deluderti abbandonando gli studi, Sasuke non c’entra niente.” 

“Piantala Itachi. Vuoi forse farmi credere che se non fossimo stati nella situazione di adesso, avresti gettato la tua carriera al vento ugualmente? Avevi un grandissimo potenziale, lo sai.” 

“Anche Sasuke è molto promettente e...”

“Sì, è talmente promettente nella sua mediocrità, su questo ti devo dare ragione. Sasuke non ha nessun problema, quindi smettila con questa stronzata della fragilità emotiva che frena il suo presunto genio. Tuo fratello è solo un ragazzo come tanti altri, ti conviene accettare l’idea che non potrà mai essere come te. Dopotutto all’età di sedici anni, i tuoi insegnanti hanno ritenuto opportuno che tu potessi diplomarti, invece di Sasuke che mi dici? 

Mi sembra che abbia già raggiunto i diciotto anni, e come qualsiasi studente di quell’età si accinge a prendere il diploma.

Quindi ti prego di smetterla di trovare qualsiasi pretesto per farmi passare come il cattivo della situazione, quando la mia unica colpa è riportare semplicemente la realtà dei fatti.

La discussione finisce qui, non ne voglio più sentir parlare.” 

“Oh, ma io non devo fare proprio nulla. 

Sono proprio i tuoi discorsi insensati a renderti crudele.

Fai tutto tu, da solo.” 

“Itachi...”

“Devo andare, o farò tardi a lavoro. Vado a chiamare Shisui, con permesso.” 

A Sasuke servì qualche minuto in più per metabolizzare l’oggetto di discussione fra suo padre e suo fratello, e realizzare che Itachi si stesse dirigendo proprio sulla rampa di scale, esattamente dove si trovava lui, ma al momento nemmeno gli importava.

Si sentiva completamente svuotato. 

Non sapeva più neanche cosa pensare…

Non solo non riconosceva il suo valore come persona – ah cazzo – non riusciva nemmeno a vederlo come un figlio.

Per lui era solo un peso… 

Perché… perché era venuto fuori così maledettamente sbagliato?! 

Non importava quanti sforzi facesse per arrivare al livello di suo fratello– l’eccellenza secondo Fugaku– perché tanto Itachi sarebbe stato sempre un passo avanti a lui. 

E comunque… chi gli assicurava che poi suo padre lo avrebbe riconosciuto? 

Niente. 

“Otouto?”

La voce di Itachi lo fece sobbalzare appena.

“Nii-san?” borbottò confuso, perdendosi nei lineamenti così delicatamente perfetti di Itachi, il quale intanto lo fissava leggermente corrucciato… 

E Sasuke, non riuscì a non paragonare se stesso al fratello maggiore e non poté evitare di pensare quanto effettivamente suo padre avesse ragione: rispetto ad Itachi lui non era niente.

Anche esteticamente, suo fratello era decisamente più bello di lui.

Itachi era molto più alto, ma non era solo quello…

Aveva una pelle perfetta, era chiara come la sua– certo – ma almeno non lo faceva sembrare pallido cadaverico come invece appariva lui!

La pelle di Itachi era quasi diafana, ed era bellissimo.

Per non parlare dei suoi capelli – così lisci e setosi – che lo rendevano ancora più etereo, quasi divino. 

E quello sguardo così intenso – occhi neri come il carbone – esprimevano tutto quello di cui Sasuke invece era incapace.

Itachi era su un altro livello.

Era troppo, per chiunque. 

Era patetico.

Sospirò stancamente, scuotendo appena la testa.

“Sasuke!”

Alzò di scatto lo sguardo su Itachi, sorpreso dal richiamo così duro del fratello. 

Itachi vedendo lo sguardo leggermente turbato del fratellino, addolcì appena le labbra, cercando di rassicurarlo.

“Scusami otouto, non volevo spaventarti, solo che mi hai fatto preoccupare… Ti ho chiamato diverse volte, e non mi rispondevi. Ho temuto potessi svenire di nuovo.” 

Spiegò pacatamente il più grande, non perdendolo di vista neanche per un secondo, sondando ogni suo più piccolo movimento, impercettibile e non. 

Sasuke si illuminò appena…

Ieri sera sono svenuto. 

Effettivamente, ora che suo fratello lo aveva detto… qualcosa iniziava a ricordare. 

Improvvisamente gli si era annebbiata la vista, e dopo poco tutto era diventato nero… 

Poi non ricordava altro. 

Vedendo lo sguardo che gli stava rifilando Itachi, si apprestò allora a rispondergli.

Non voleva farlo ulteriormente preoccupare.

“Hn, no niente… Mi sono svegliato da poco, e volevo scendere a fare colazione, tutto qui.” Borbottò in risposta, cercando di apparire calmo e distaccato, come il suo solito…

Era bravo a fingere che nulla lo toccasse, in genere quasi tutti ci credevano e lo lasciavano stare... lo definivano come troppo arrogante

Dopotutto agli occhi di tutti lui era un Uchiha, quindi si era da sempre procurato tantissimi sguardi pieni di invidia, a causa della sua posizione. 

Però quello che aveva davanti era pur sempre Itachi, non una persona qualunque. 

Ti prego nii-san… niente doman... Un leggero scalpitio sulle scale irruppe i pensieri di Sasuke, e dopo pochi secondi la figura di suo cugino fece capolino.

Shisui intanto li fissava stranito…

I due fratelli erano l’uno di fronte all'altro, silenziosi e be’ Shisui era abbastanza certo che fosse alquanto bizzarro puntare una persona a quel modo, senza dire nulla per di più.

Doveva esserci qualcosa sotto, per forza– inoltre erano una visione abbastanza inquietante– doveva fare qualcosa, e subito. 

“Uhm okay, che sono quei musi lunghi?! Sembrate delle bambole assassine pronte a saltare alla gola e voi non volete farlo… vero?” 

Sasuke osservò critico il volto leggermente pallido del cugino farsi lentamente più preoccupato, quando nemmeno Itachi gli rispose a quella sua constatazione piuttosto idiota. 

Lo vide scuotere la testa, a disagio– inghiottire l’aria a vuoto– e fare qualche passo indietro, tentando una via di fuga rapida. 

Itachi alzò gli occhi al cielo, sospirando appena, con aria leggermente afflitta.

Proprio di un tale idiota doveva innamorarsi?

Scosse la testa, e parlò con voce decisa, ignorando bellamente la sua domanda beota.

“Ti stavo giusto cercando. Dobbiamo andare, o faremo tardi. Danzo-sama mi ha già chiamato…”

Shisui arricciò il naso, contrariato.

“Accidenti, certo che quella vecchia carcassa sa solo rompere. Quanto vorrei prendermi un mese di vacanze! Ah Sasuke-chan, quanto ti invidio che vai ancora a scuola.” Cinguettò allora, melodrammatico come solo lui sapeva essere.

Sasuke lo osservò con sufficienza, l’espressione accigliata, le labbra strette in una linea sottile, come a voler accentuare il suo disappunto.

Gli occhi dardeggiavano pericolosamente scintille, e per l’appunto stava per aprire bocca– pronto a dirgliene quattro– quando suo fratello lo stroncò sul nascere.

“Finitela subito, voi due! Non ho voglia di stare a sentire i vostri battibecchi già di prima mattina e...”

“Ma nii-san ha iniziato lui!” 

Itachi scosse il capo, perentorio.

Arricciò appena le labbra, infastidito.

Il suo otouto lo aveva appena interrotto? Lanciò un’occhiataccia in direzione di Shisui, era sicuramente colpa sua. 

Aveva una cattiva influenza sul suo povero,piccolo e tanto innocente otouto. 

Shisui lo fissò di rimando, perplesso, venendo però bellamente ignorato. 

Itachi finalmente si decise a parlare, tornando a focalizzarsi su un’altra questione decisamente più urgente.

“Otouto fila subito a letto, non mi interessa chi ha iniziato cosa, piuttosto va a riposarti, che ne hai davvero bisogno. Mentre tu, Shisui, vedi di muoverti. Danzo-sama ci aspetta, e siamo già in ritardo.” 

Sasuke lo osservò scettico.

“Ma è mattina e poi nii-san non sono più un bambino, decido io quando e se andare a letto!” Borbottò tutto risentito, le labbra teneramente imbronciate, e gli occhi ridotti in due fessure.

Itachi si lasciò scappare un piccolo sorriso intenerito, a quella visione così ironicamente infantile di suo fratello.

Gli si avvicinò appena, lasciandoli un buffetto sulla fronte, facendo sbilanciare appena il povero Sasuke, quasi cadde all’indietro.

“Come vuoi, otouto. Fossi in te mi riposerei, ma è una scelta tua. Di contro, credo che a nostro padre non dispiaccia se ti prendi un giorno di riposo, dato che ieri sera sei praticamente svenuto.” 

Itachi ci tenne molto a calcare il tono sulla parola svenuto. 

Sasuke abbassò lo sguardo, un po’ colpevole…

Doveva averlo davvero spaventato, ieri sera, e adesso invece si stava addirittura comportando da stronzo, ignorandolo e mostrandosi falsamente distaccato.

Annuì appena, in silenzio.

“Sta a casa, almeno per oggi. Credo ti farà solo bene. Ora però noi due dobbiamo andare, non è vero Shisui?”

Quest’ultimo annuì, osservando di sottecchi Sasuke.

Era sinceramente preoccupato per tutta la delicata situazione che stavano vivendo i suoi due cugini con lo zio.

Fugaku al contrario di suo padre, era da sempre stato molto più severo e distaccato, e questa sua rigidità era stata trasmessa a sua volta anche a Itachi e Sasuke, ma negli ultimi anni, era decisamente peggiorata la situazione, e infatti se ne vedevano gli effetti…

Avrebbe voluto fare qualcosa, ma quei due erano molto criptici, e tendevano a voler fare tutto da soli, senza chiedere l’aiuto di nessuno. 

Sospirò afflitto.

Alzò la testa per cercare Itachi, rendendosi conto solo in quel momento che il moro era già andato avanti, senza troppi convenevoli, o forse era stato lui troppo occupato dai suoi stessi pensieri per non accorgersi dei richiami continui dell’altro.

“Va be’ Sasuke noi andiamo, ci vediamo stasera d’accordo?” 

Il corvino annuì, osservando i due sbattere l’uscio e dirigersi verso le rispettive auto, lasciandolo definitivamente solo.

Strinse appena le nocche, ignorando le fitte alla mano destra... diamine, si era completamente dimenticato delle ferite.

Se davvero Itachi credeva che se ne sarebbe stato tutto tranquillo là in casa con loro padre be’... si sbagliava di grosso. 

Salì a due a due gli scalini, dirigendosi immediatamente in camera.

Spalancò l’armadio, agguantò i primi abiti neri–  perfettamente anonimi–  che gli capitò sott’occhio, e una volta vestitosi staccò il cellulare dalla carica, prese lo zaino e scese di nuovo gli scalini.

“Tou-san, io esco. Vado a scuola.” 

Aveva parlato meccanicamente, e senza nemmeno attendere una sua risposta– come se poi sarebbe mai potuta arrivare– e uscì.

L’aria pungente lo investì in pieno.

Odiava il freddo, non sopportava quei brividi che gli procurava ma la cosa che più di tutti lo infastidiva era il conseguente rossore che irritava la sua maledetta pelle. 

Scosse la testa, stringendosi in quel misero giacchetto che aveva afferrato di fretta prima, pur di uscire da quella maledetta casa.

Chissà perché ma, ora che era fuori, si sentiva molto più libero, rispetto a quando era stato lasciato in casa da solo con Fugaku, anche se per pochi minuti.

Non sapeva da quando aveva iniziato a mal tollerare l’idea di stare da solo con lui in casa, ma dopo quello che aveva sentito quella mattina sapeva per certo che meno ci restava e meglio era. 

 

*** 

 

Naruto era davvero assonnato quella mattina, tant'è che infatti non la smetteva più di sbadigliare – stropicciandosi gli occhi – nel tentativo di darsi una piccola svegliata. 

Non era per niente un tipo mattiniero, lui, avrebbe di gran lunga preferito accumulare decine di ritardi – cosa che in realtà già faceva – ma Kushina gli aveva intimato che se non avesse iniziato ad essere un po’ più diligente, lo avrebbe messo sicuramente  in punizione a vita, o tutt’al più sarebbe finito sotto un ponte. 

Insomma, non è che avesse poi molte alternative, il ragazzo… 

Fortunatamente abitava vicino a scuola– venti minuti a piedi– quindi poteva ritenersi fortunato, dato che molti suoi compagni dovevano prendere un mezzo pubblico, proprio come Sasuke.

Dannato teme! 

Ora che ripensava, il bastardo ancora non si era nemmeno degnato di rispondere al messaggio di ieri sera!

Aveva a lungo fissato la sua chat, quella mattina, appena sveglio, appurando – anche leggermente preoccupato, ma guai a dirlo– che l’Uchiha non fosse nemmeno più rientrato su whatsapp, lasciandolo con una bruttissima sensazione alla bocca dello stomaco. 

L’altra sera, prima di andare a letto, aveva iniziato a riflettere intensamente a quanto delicata fosse la situazione di Sasuke, arrivando addirittura a pensare che gli potesse essere successo qualcosa, perché -ttebayo non puoi resistere così tanto a lungo senza usare un cellulare. 

Quindi presto i sensi di colpa per averlo lasciato da solo con quell’uomo – nonché suo padre – si erano fatti sentire.

E insomma, era comprensibile… Dopotutto Fugaku non gli aveva fatto esattamente una buona impressione, anzi tutto il contrario, perciò era abbastanza comprensibile che avesse iniziato a pensare al peggio, no ? 

Scosse la testa, imponendosi di pensare ad altro.

Tanto rimuginarci sopra, non avrebbe portato a nulla. 

E poi, se il signorino tu mi stufi’ continuava ad ignorarlo – poco male – dato che comunque lo avrebbe visto in classe.

E oh, se lo avrebbe sentito, quel teme! 

Stava già gongolando tutto contento all’idea di rimbeccare per bene quel bastardo, quando si sentì chiamare da una voce alle sue spalle.

Aggrottò appena le sopracciglia.

Era una voce a lui molto familiare, solo… che diavolo ci faceva lì Sakura-chan? Se ben ricordava l’amica abitava da tutt’altra parte.

Quindi, leggermente perplesso si voltò.

Non si era affatto sbagliato: quella che correva tutta impettita nella sua direzione era proprio Haruno Sakura.

Sembrava leggermente affaticata… doveva avere un po’ di fiatone.

“Oh Naruto, finalmente! E’ da due ore che ti sto chiamando.” Borbottò l’amica – piegata appena sulle ginocchia – affannata. 

Uzumaki sbuffò appena, cercando di mascherare il disagio per non aver minimamente percepito l’amica chiamarlo.

Che poi… cosa diavolo ci faceva lì?! 

Assottigliò appena lo sguardo, un leggero ghigno spuntò sulle sue labbra, malandrino: “Neh, come mai sei qui? Per caso sei stata da Ino, eh, dì la verità, Sakura-chan?” 

“Zitto tu, testa quadra! Sei l’ultimo a poter fare la morale.”

“Ugh, sei ingiusta Sakura-chan. Io faccio il tifo per voi due, e tu mi tratti così! Che cattiveria.” 

Sakura voleva scomparire, da quanto era a disagio… era pure arrossita, che cavolo! 

Sapeva che Naruto lo stava dicendo in buona fede, ma parlare di lei e Ino era ancora qualcosa che la metteva in difficoltà, a cui non era abituata… 

“Ugh, d’accordo, hai vinto tu. Ero con Ino, solo che si è dimenticata il libro di storia quindi è dovuta tornare indietro a prenderlo, perciò ora se non stai zitto ti tiro un pugno, perché dovrebbe arrivare a momenti, testa d’uovo che non sei altro!” Sbraitò tutta infervorata, i pugni che le prudevano da morire pronti a scattare minacciosamente in direzione dell’amico. 

Naruto deglutì a vuoto, sbiancando appena.

Sakura-chan quando si arrabbiava faceva davvero paura…

“Sakura? Naruto?”

Entrambi scattarono come molle, sentendo quella voce chiamarli.

La figura di Ino Yamanaka si stanziava alle loro spalle in tutta la sua eleganza, con un’espressione leggermente perplessa a incorniciare le sue labbra. 

Sakura lanciò un’occhiata poco rassicurante in direzione del biondo, il quale – ahimè – già sapeva di essere bello che sepolto, ormai.

“Uh, Ino, già recuperato quello che ti serviva?” balbettò nervosamente Haruno, stringendo a sé la tracolla del proprio zaino. 

Ino aggrottò le fini sopracciglia, confusa.

“Certo che siete strani voi due… comunque dove diavolo eri finita? Ti stavo cercando, potevi dirmelo che ti eri già avviata!” 

Sakura scosse la chioma rosata, leggermente divertita dall’atteggiamento appena risentito della bionda – era palesemente gelosa– e questo a lei non dispiaceva affatto. 

“Uh, non fare così Ino! E’ solo che mentre ti stavo aspettando ho visto passare Naruto, ma ovviamente lui aveva la testa chissà dove, e quindi ecco che ho dovuto inseguirlo.” 

La bionda alzò gli occhi al cielo, arresa a tanta idiozia.

“Non so minimamente chi sia più idiota tra voi due…” borbottò avvilita, scuotendo appena la testa. 

“Neh Ino, sai com’è fatta Sakura-chan? Senza di me la sua vita sarebbe totalmente e irrimediabilmente persa!”

E come a voler sottolineare la veridicità di quelle parole, ecco che Sakura rifilò un pugno in direzione di Naruto, il quale povero non riuscì a schivare. 

Ino ridacchiò sinceramente divertita.

“Sei troppo manesca Sakura-chan!” 

 
   
 
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