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Autore: LadyHeather83    20/01/2022    7 recensioni
Dopo gli eventi di Namecc chi è sopravvissuto torna sul pianeta Terra, ed è da qui che inizierò a raccontare la mia storia e il mio punto di vista su quello che non ci hanno mai raccontato prima.
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Bulma/Yamcha, Chichi/Goku
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angoli nascosti

*

Capitolo 07

**

Goku dormiva ancora beatamente e profondamente quando Juth lo andò a svegliare di soprassalto.

Stava sognando la sua famiglia e il sorriso che aveva mentre russava sonoramente, ne era la prova.

Gli mancava molto, questo era innegabile, soprattutto suo figlio Gohan che ora teneva in braccio e lo faceva volare come un aeroplano.

“Più in alto, papà” Continuava a ripetergli con la sua voce cristallina e innocente mentre un invitante profumino proveniva dalla cucina dove Chichi era intenta a preparare il pranzo.

Ma, ahimè, tutte le cose belle alla fine svaniscono, in particolare quella in una nube di fumo sul momento più bello.

Non stava succedendo niente di speciale, ma il saiyan era in ritardo per l’allenamento mattutino.

“SVEGLIAAAAA!” Urlò lo yardratiano spalancando rumorosamente la porta di legno povero color lilla, facendo capitombolare il povero Goku giù dal letto di faccia per lo spavento.

“Che succede?” Chiese con la bocca impastata dal sonno mentre si passava distrattamente una mano sulla faccia per poi massaggiarsi la fronte dove stava per comparire un bernoccolo.

“Sei in ritardo!” Lo rimbeccò il piccoletto con sguardo torvo e severo portandosi le mani dietro a schiena.

Goku si alzò dal pavimento e di ripulì dalla polvere in eccesso “Uffa!”

“E’ tutto qui quello che hai da dire? Cioè lamentarti?”

“Stai imparando bene la lingua, sei riuscito a fare una frase di senso compiuto.”

“Non cambiare argomento!” Juth incrociò le braccia sul petto in segno di dissenso.

“Quanto la fai lunga!” Goku nel frattempo era riuscito a vestirsi con quei ridicoli abiti tipici di quello strano pianeta e a seguire il suo maestro temporaneo un po’ fuori dal villaggio.

“Ah, Goku!” Esordì Juth serio “…la tua navicella è stata riparata, quindi quando vorrai potrai lasciare questo pianeta.”

“Mi stai forse cacciando?” Chiese incredulo facendo scoppiare in una fragorosa risata lo yardratiano.

“No, assolutamente no. Anzi, dopo che l’ultima volta ci hai aiutato con quegli invasori non vorremo che te ne andassi mai!” Rispose seriamente.

Goku tirò un labbro mentre eseguiva gli esercizi di riscaldamento “Non erano poi così forti, se aveste usato le vostre tecniche speciali sono sicuro che li avreste battuti”

“Si, ma tu ci hai messo poco a liberati di loro!”

“Solo perché volevo tornare presto ad allenarmi.”

“Hai nostalgia di casa? Del resto hai detto che appena avresti appreso la tecnica del teletrasporto te ne saresti andato.”

Goku sospirò volgendo lo sguardo al cielo, del resto non stava male in quel pianeta, e il saiyan era più che sicuro che se si fosse intrattenuto più del dovuto, avrebbe potuto imparare molte altre tecniche utili, ma per quanto il suo essere un guerriero saiyan gli stava dicendo di rimanere lì, il suo lato terrestre ereditato in anni di permanenza sul pianeta Terra, gli diceva che prima o poi avrebbe dovuto ritornarci.

“Un po’, sì” Disse mordendosi il labbro inferiore “…più che altro mi manca la cucina di mia moglie.”

Juth assottigliò gli occhi in segno di offesa “Vuol dire che non ti diamo cibo buono?”

Goku gesticolò con le mani in avanti mentre una goccia di sudore che gli scendeva giù dalla tempia lo avvisava di stare esagerando.

Se c’era una cosa che Goku aveva imparato in quei mesi, era che quello strano popolo era molto suscettibile.

“Ma, no, ma no, il vostro cibo è ottimo!” Il saiyan si voltò per imitare un conato di vomito senza essere visto.

Bene…allora continuiamo” Juth si portò due dita sulla tempia e sparì davanti agli occhi di Goku che lo imitò nel gesto, per poi comparire in una frazione di secondo davanti a lui con un enorme sorriso di soddisfazione.

“Bravissimo, Goku! Ottimo lavoro” Lo elogiò come si fa con un bambino che ha eseguito senza alcuna pecca, un comando, senza battere le mani però.

“Grazie, ormai sto imparando bene questa tecnica.”

“Si, la base l’hai imparata, quindi è giunto il momento per lo step successivo.”

“Cioè?” Chiese strabuzzando gli occhi.

*

Goku si sarebbe aspettato di tutto, ma non di certo di prendere la monoposto con la quale era arrivato il saiyan su Yardrat per atterrare in un pianeta sconosciuto con la sola scusa di provare che tutto funzionasse a dovere.

Goku e Juth erano giunti su quel pianeta deserto che ricordava vagamente la Luna.

Molti crateri e un ambiente sterile si ergevano su tutta la superficie, nessun albero o forma di vita compariva davanti a loro.

Juth aprì il portellone e capitombolò giù di faccia mentre Goku uscì dopo di lui annaspando.

“Perché caspita di motivo mi hai spinto?” Berciò il piccolo alieno viola pulendosi il volto dalla polvere stellare e anche i vestiti che si erano imbrattati da una sostanza trasparente e vischiosa, ad una prima occhiata sembrò bava di lumaca gigante, proprio quelle che popolano le sue foreste.

“Che schifo!” Si ritrovò a pensare e non capiva perché la specie femminile del suo pianeta lo riteneva un elisir di bellezza.

Juth pulì come meglio poté quella sostanza sulla superficie delle rocce calcaree grigie, poi alla fine preferì i vestiti di un ignaro Goku che si stava guardando attorno spaesato.

“Scusami, ma come possiamo allenarci qui?” Chiese con aria interrogativa cercando di percepire una qualsiasi forma di vita, anche la più minuscola.

“Non ho incluso me nell’allenamento, io adesso me ne vado e tu devi trovarmi.”

Goku sobbalzò all’indietro e spalancò gli occhi, l’idea di venire abbandonato in quel pianeta deserto, senza cibo e acqua non lo allettava affatto, anzi, al sol pensiero lo stomaco gli si stava contorcendo dalla fame, eppure poche ore prima aveva ingurgitato una grande quantità di cibo che avrebbe sfamato il pianeta Yardrat per giorni.

Ingordo!

Forse era a causa del suo appetito che era stato bandito da quella stella, infatti, da quando il saiyan si era stabilito sulla sua superficie, gli addetti alla cucina avevano sempre un gran da fare per soddisfare la sua fame che sembrava non finire mai.

“Scusa, ma come faccio? Non è che hai una grande forza te.” Constatò senza usare mezzi termini.

Non aveva il timore di rimanere lì per sempre, perché sapeva che in un modo o in un’altra se la sarebbe cavata e ne sarebbe uscito come sempre vincitore, la sua preoccupazione era proprio rimanere senza cibo, e quello sarebbe stato un grossissimo problema. Le rocce non erano commestibili.

“Sono sicuro che prima o poi ce la farai.” Juth entrò nella monoposto stiracchiandosi anche, perché ora l’abitacolo era più spazioso rispetto a prima, Goku con la sua mole imponente l’occupava quasi tutta.

“Mi dai un po' di cibo?” Chiese piagnucolando come un bambino.

Juth strabuzzò gli occhi, incredibile come quel saiyan pensasse costantemente al cibo in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione si trovasse.

Però questa sua richiesta, Juth la tramutò in un pretesto per svolgere al meglio il suo compito e in quel frangente, quando ebbe quell’illuminazione, l’alieno tirò un labbro in un sorriso.

“Il cibo lo troverai una volta che sarai su Yardrat, non ne ho portato con me.” Decretò chiudendo il portellone velocemente.

“E se non dovessi tornare?” Piagnucolò in ginocchio, ma quelle parole non arrivarono mai alle orecchie dello yardratiano, perché Juth avviò i motori e partì alla velocità della luca in direzione di casa, lasciando Goku solo in quel pianeta.

Ma Goku non si perse d’animo, non lo faceva mai, si tirò su le maniche, metaforicamente parlando, ed iniziò una sessione di allenamento giusto per abituare i muscoli a quella gravità che improvvisamente lo aveva costretto a terra, forse era per questo che lo yardratiano se ne era andato a gambe levato, proprio per evitare di finire con la faccia a terra e schiacciato dalla nube che aveva appena avvolto quella stella.

*

Vegeta proseguiva il suo viaggio alla ricerca del super saiyan della leggenda setacciando minuziosamente pianeti di grandi e piccole dimensioni, con grande tenacia, ma anche con grande rabbia dentro di sé per non essere riuscito nell’impresa prima di quella inutile terza classe.

La voglia di battere i pugni sopra la consolle di comando era molto forte, ma sapeva bene che se lo avesse fatto avrebbe mandato in tilt il sistema di comando della navicella in cui si trovava danneggiandola irrimediabilmente, e il prossimo pianeta distava qualche giorno, mesi se fosse riuscito in qualche modo a manovrare quel rottame spento e a condurlo su quella superficie.

E non era detto fosse popolato e che quindi in qualche modo qualcuno lo potesse aiutare nella riparazione.

Lui non era un meccanico o uno scienziato, lui era un mercenario sanguinario, ma se si presentava l’occasione riusciva a svolgere dei lavoretti piccoli di meccanica e a portare la navicella a destinazione.

Vegeta sbuffò e digrignò i denti, ancora qualche ora e avrebbe raggiunto il luogo dove prima si trovava il pianeta Namecc, meglio allenare i muscoli per passare il tempo, anche per tenersi pronto nel caso in cui si fosse trovato faccia a faccia con il rivale.

*

Juth era sdraiato sul prato tra i soffici fili d’erba mentre attendeva l’arrivo di Goku.

Ormai erano settimane che provava e riprovava la tecnica del teletrasporto, ed ultimamente era riuscito ad eseguirla alla perfezione, perché allora non alzare la posta e il grado di difficoltà?

Ma forse per lo yardratiano era un modo per scrollarselo via di dosso per un po'.

Non aveva lasciato Goku in un punto molto lontano, anzi, se si fosse concentrato a dovere, avrebbe potuto scorgere la sua forza spirituale, Juth percepiva la sua indistintamente.

Era chiaro che si stava allenando fisicamente, anche perché lo yardratiano conosceva bene la nube che aleggiava in determinati momenti su quel pianeta, una volta aveva rischiato di venire schiacciato dalla pressione.

Il saiyan non avrebbe corso quel rischio, lui era forte e vigoroso, l’unica incognita che rimaneva era quando sarebbe ritornato al puto di partenza.

*

Vegeta si passò una mano sulla faccia per togliere il sudore in eccesso quando una voce metallica annunciò l’imminente arrivo sul pianeta Namecc, o meglio, di quello che ne rimaneva.

Guardò fuori dall’oblò e vide in lontananza un ammasso di detriti che ardevano ancora, vorticare in cerchio in una traiettoria perfetta.

Poi d’un tratto il suo cuore iniziò ad accelerare i battiti scorgendo un’aura che avrebbe riconosciuto tra mille.

Kakaroth.

Lo aveva trovato, e non era un miraggio.

Vegeta si precipitò in plancia e controllò minuziosamente tutte le carte interstellari installate sulla memoria della navicella, oltre a comparire ancora il pianeta Namecc, nelle mappe erano segnati un paio di pianeti che conosceva di fama, ma che non aveva mai esplorato perché a detta di Freezer erano pianeti ostili alla vita e di conseguenza sterili, non valevano niente e non sarebbero stati utili a nessun scambio.

Ma qualcosa diceva a Vegeta di avvicinarsi e controllare, magari nell’esplosione il citrullo è balzato così lontano da finire lì.

Quello che balenò in testa al principe fu la consapevolezza che se i pianeti in questione fossero stati realmente privi di vita, Goku non avrebbe potuto sopravvivere così a lungo, ma ormai era in ballo e l’unica cosa che gli rimaneva era proprio ballare.

Impostò la rotta ed aumentò la velocità, anche se questo avrebbe comportato un dispendio superiore in fatto di consumi, poco importava se la posta in gioco era raggiungere Kakaroth.

L’aura di Kakaroth era sempre più forte, presto lo avrebbe raggiunto, la percepiva alla perfezione da quel pianeta grigio, molto simile alla luna, la mappa gli dava solo il nome di B612.

Una scarica elettrica gli percorse la spina dorsale, presto sarebbe stato faccia a faccia con il super saiyan leggendario e lo avrebbe affrontato.

Oh si se lo avrebbe fatto, perché lui era il principe di tutti i saiyan e un sovrano che si rispetti non si tirava mai indietro, anzi, la consapevolezza di affrontare la famigerata leggenda, lo eccitava parecchio.

Vegeta si umettò le labbra con la lingua, presto avrebbe assaporato la vittoria e questa volta non se ne sarebbe di certo andato con la coda tra le gambe come aveva fatto l’ultima volta, anche se in quell’occasione l’unico segno tangibile che lo poteva ricondurre alle sue origini di saiyan, era stato tagliato da un insignificante terrestre.

L’aura di Kakaroth si era intensificata, non la stava sognando.

No.

Era lì.

Vegeta non aspettò nemmeno che il portellone si aprisse del tutto per saltare e correre verso di lui, ma quando aggirò il cratere, non vide nulla e l’aura di Kakaroth era improvvisamente sparita del tutto, lasciandolo con un pugno di mosche in mano.

*

Juth sobbalzò quando Goku apparve improvvisamente davanti a lui spaventandolo a morte.

Era talmente in pace con sé stesso da dimenticarsi di aver lasciato il suo ospite su quel pianeta.

“Ciao, eccomi qui” Sorrise lui agitando una mano.

“Mi hai fatto prendere un colpo!” Incalzò lui tenendosi una mano all’altezza del cuore “…in ogni caso, devo farti i miei complimenti.”

“Sono stato bravo? Ora posso avere il mio cibo?” Chiese quando lo stomaco gli brontolò per l’ennesima volta.

Juth sbuffò ripromettendosi che la prossima volta lo avrebbe lasciato su una stella molto più distante.

*

Continua

*

Angolo dell’Autrice:ehm…ciao! Scusate davvero per la prolungata assenza e spero vivamente di ricominciare con gli aggiornamenti regolari, almeno una volta a settimana, ma non posso promettervelo a causa di una serie di circostanze che non sto qui ad annoiarvi.

Quello che dovete sapere però è che non abbandonerò la storia e che prima o poi vedrà una fine.

Io come sempre vi ringrazio per tutto il vostro sostegno e spero mi farete sapere che cosa ne pensate.

Mannaggia, oggi Vegeta lo aveva quasi preso XD Gli è andata male e Goku è riuscito finalmente a fare un balzo in avanti, tele trasportandosi da un pianeta all’altro.

Vi aspetto come sempre nel prossimo capitolo.

Un abbraccio, Erika

 

  
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