Ennesima storia alla quale sono molto affezionata
pur non avendovi guadagnato il posto sul podio. Con questa fanfiction si è
classificata 7° al
concorso [
LOVE CONTEST ] Slash / Yaoi is Everywhere! Indetto da AintAfraidToDie, che ringrazio di cuore per il
giudizio ed i consigli ^^
La dedico
a Reyko94, mia senpai onnisciente,
onnipresente ed onnipotente xD
Ringrazio
anticipatamente chi recensirà, leggerà o aggiungerà la storia tra preferiti ecc.^^
Buona
lettura!
Autore: binky
Titolo: The Last Mistake
Fandom: Death Note
Personaggi: MelloxMatt, altri
Rating: giallo
Avvertimenti: what if…? Yaoi
Introduzione: “L'amore comincia quando ci
accorgiamo di avere sbagliato ancora una volta.”
“Si sentì uno stronzo, Mello. Per la prima volta in vita sua riconobbe di essere nel torto. Per la
prima volta comprese quanto fosse importante Matt per lui. Quanto fosse
necessaria la sua perenne presenza.
Il compagno era in trappola. L’inquadratura dello
schermo riprendeva un’auto rossa fiammante circondata da una decina di macchine
scure. I nemici appostati e pronti a far fuoco… […] Dopo aver
sbagliato ancora una volta, Mello aveva infine cominciato ad amare…”
(sottolineo che si tratta di una what if…? Quindi non fermatevi
all’apparenza! ^^)
The Last Mistake
“L'amore comincia
quando ci accorgiamo
di avere sbagliato
ancora una volta.”
Capitolo 1. Before it’s
too late
Era turbato, Mello. Quella sensazione di inquietudine
lo aveva assalito già di primo mattino, aperti gli occhi dopo le poche ore di
sonno che si era concesso prima del “ gran giorno”. Il giorno in qui avrebbe
dimostrato a Near quanto valeva. Il giorno in cui avrebbe dimostrato al mondo
di essere il numero uno. Non più l’eterno secondo. Stava per ottenere il tanto
bramato successo.
Eppure, seduto al posto guida di quel camion
rubato, la preda in trappola alle sue spalle, non riusciva ugualmente a provare
soddisfazione per il gesto che stava compiendo. Assillato dalle preoccupazioni
ed i sensi di colpa.
Accese lo schermo posizionato sul cruscotto.
“ Al momento le guardie di Takada stanno inseguendo il complice
del rapitore. In quanto a quest’ultimo, si sono perse le sue tracce…”
Mello si morse istericamente il labbro inferiore,
maledicendosi per non aver portato con sé la tanto amata cioccolata.
Matt…lo stavano inseguendo…
Nonostante conoscesse meglio di chiunque altro le
capacità del compagno, terzo in graduatoria, non riusciva ugualmente a
tranquillizzarsi. Si era sforzato di convincersi che avrebbe ottenuto il
successo e solo in quel momento comprendeva appieno quanto grande fosse il
pericolo che l’amico stava correndo a causa sua.
“ Che coglione…” fu il pensiero di Mello. Sì, Matt
era stato veramente un coglione.
Perché, quando il biondo gli aveva esposto quel
piano suicida, non lo aveva semplicemente guardato nel modo in cui si guardano
gli idioti, per poi rifiutarsi di collaborare?
Cercò di illudersi, addossando la colpa al
compagno. Eppure, Mello sapeva. Conosceva fin troppo bene quando l’amico fosse
legato a lui, quanto contassero l’uno per l’altro. E il vero stronzo era stato
lui, non Matt. Lui aveva approfittato dell’affetto del compagno, sapendo che
quest’ultimo lo avrebbe seguito perfino in quell’ennesima cazzata. Perché Matt,
nonostante l’indifferenza e la pigrizia apparenti, si era sempre sbattuto per aiutare
il biondo.
Mello si detestò, comprendendo quanto l’avesse
fatta grossa. Tra tutte le situazioni di merda in cui aveva trascinato con sé
il compagno, quella era decisamente la peggiore. Comprese: aveva sbagliato per
l’ennesima volta. Del resto, con Matt non era mai riuscito a combinare nulla di
buono. Nonostante il profondo affetto quasi fraterno che provava nei confronti
del rosso, non era mai riuscito ad esternare i propri sentimenti, celando tutto
dietro ad un comportamento orgoglioso e autoritario. Sostituendo l’amicizia ad
un rapporto di semplice collaborazione. Perfino prima di quello stupido piano
non aveva accennato alcun gesto di solidarietà o altruismo. Ma Matt c’era
sempre stato e, il quel momento, lui era in pericolo mentre il biondo poteva
fuggire sicuro con la propria preda ed il successo che essa avrebbe comportato.
Si sentì uno stronzo, Mello. Per la prima volta in
vita sua riconobbe di essere nel torto. Per la prima volta comprese quanto
fosse importante Matt per lui. Quanto fosse necessaria la sua perenne presenza.
Il compagno era in trappola. L’inquadratura dello
schermo riprendeva un’auto rossa fiammante circondata da una decina di macchine
scure. I nemici appostati e pronti a far fuoco.
“ Cazzo…” Mello si sentì un idiota mentre, girando
violentemente il volante e rischiando di cappottare il camion, svoltava per
ripercorrere la strada nel senso opposto. Stava mandando a puttane il piano, i
propri ideali, il suo desiderio più grande.
Per cosa?
Per uno scemo col cervello lobotomizzato dai
videogames ed i polmoni distrutti dal fumo.
Una veloce occhiata sul piccolo schermo per
controllare la situazione, poi premette maggiormente il pedale
dell’acceleratore, rischiando di investire un gruppo di passanti.
Al diavolo gli incidenti e i desideri, Matt era
poco distante e doveva sbrigarsi se voleva salvarlo ed avere così una buona
ragione per non deprimersi del proprio insuccesso.
Svoltò in una via secondaria eccessivamente
stretta, per poi sbucare in una strada che, poco lontano, si biforcava in un
incrocio. E vide: l’auto rossa, i nemici pronti a sparare, Matt che usciva allo
scoperto con le mani in alto. La solita sigaretta tra le labbra.
Accadde in una frazione di secondi. Si ritrovò a
fare da muro al compagno, i proiettili che andavano a schiantarsi sulle pesanti
fiancate del camion.
- Muoviti, idiota!- Mello aprì con un calcio la
portiera, permettendo all’amico di salire sul mezzo. Poi premette nuovamente
l’acceleratore, dritto in direzione della strada bloccata dalle auto nere.
- Mello, non fare cazzate!- Matt cercò di prendere
il comando sul volante, ma il biondo lo spinse via poco prima dell’impatto.
Le macchine nemiche furono spinte via e il camion
poté così passare.
Mello fece per esultare, un sorriso strafottente di
soddisfazione dipinto in volto, ma le auto nere giunsero veloci tentando
nuovamente di bloccare loro la strada. Ripetutamente tentarono di liberarsi
degli inseguitori imboccando cunicoli e strette vie ed infine, percorso un
tratto fuori dalla città e numerosi sentieri non battuti e costeggiati da
alberi verdeggianti, riuscirono a seminare i nemici.
Solo dopo essersi accertato per l’ennesima volta
della concretezza della loro salvezza, Mello si decise a fermarsi. Stremato
dalla tensione, si abbandonò contro il morbido schienale, spostando poi lo
sguardo sull’amico, provato quanto lui.
L’alto colletto del gilè bianco gli copriva per
metà il volto, mentre gli occhi verdi, incorniciati da una folta chioma
vermiglia, erano nascosti dietro a due spesse lenti scure.
Il biondo si chiese cosa in quel ragazzo lo avesse spinto a rinunciare a tutto.
Matt si portò una sigaretta alle labbra e, una
volta accesa, sospirò – Addio al successo.-
Mello non ci vide più – Io ti
salvo il culo e tu vieni ancora a rinfacciarmi che il piano è andato a
puttane?!?!-
Incrociate le braccia al petto, aggiunse – Che
amico di merda.-
Il rosso sorrise divertito, prima di portare una mano alla tasca e sventolare a pochi centimetri
dal naso dell’amico una tavoletta di cioccolato. Quest’ultimo parve
illuminarsi, prima di afferrare il dolce e iniziare a morderlo velocemente –
Beh…almeno a qualcosa sei utile.- Ammise con noncuranza.
Rimasero in silenzio, l’aria colma dell’odore di fumo
e di cioccolato, quando Matt domandò – Perché mi hai salvato?-
Mello si interruppe per qualche secondo, prima di
riprendere a mangiare e rispondere – Che domande…siamo colleghi.-
- Appunto. Dovevi pensare al piano.-
Il biondo non seppe cosa rispondere. Non credeva
che il compagno la pensasse realmente così. Sperava comprendesse che ci fosse
di più tra loro che non semplice collaborazione.
- Perché siamo…amici?- azzardò, sentendosi un
emerito idiota.
L’amico lo fissò da dietro gli occhiali da
aviatore, prima di stringersi nelle spalle – Forse.-
Nuovo silenzio, che fu interrotto dall’ennesima
domanda – Lei è ancora qui dentro?- chiese Matt, indicando col pollice alle
proprie spalle.
Mello sobbalzò. Si era completamente dimenticato
della Takada prigioniera nel container.
- Tu resta qui.- intimò al compagno per poi
scendere dal camion. Aprì il retro del veicolo e la poca luce illuminò le
sagome di una moto ed una donna nuda avvolta in un lenzuolo e raggomitolata in
un angolo. Gli occhi di lei lo scrutarono colmi di terrore.
- Vattene.- le ordinò con l’amaro in bocca.
Sicuramente Kira doveva aver già scoperto le sue intenzioni. Inoltre, non
potendo rientrare in città, non avrebbe potuto realizzare appieno il proprio
piano e quella donna non rimaneva che un inutile peso la cui morte avrebbe
significato solo altra ira da parte dell’assassino.
La Takada non si mosse, fissandolo impaurita. Mello
allora estrasse la pistola e, minacciandola con l’arma, ripeté calmo - Vattene
prima che ti faccia saltare la testa.-
La donna, a quell’intimazione, si alzò velocemente
e, coprendosi al meglio col lenzuolo, passò accanto al proprio rapitore per poi
fuggire lungo il sentiero.
Il biondo sospirò, dirigendosi nuovamente al posto
guida del camion. Seduto sul sedile, rivolse un’occhiata al compagno, intento
nel giocare ad uno dei propri videogames. Quella visione lo fece quasi
esasperare. Aveva rinunciato alla propria ambizione per salvare la vita ad un
emerito cretino.
Tuttavia, dovette ammettere che la presenza del
rosso gli infondeva coraggio e quei modi calmi e naturali erano gli unici che
riuscissero a tenere a freno un carattere impetuoso ed orgoglioso come il suo.
Matt alzò gli occhi, scambiando uno sguardo di
intesa con l’amico.
Che fare ora?
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. La
storia si concluderà con il secondo, che posterò tra pochi giorni.
Ancora un ringraziamento per tutti quelli che
apriranno questa pagina ^^
A presto!
binky