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Autore: Maggiechan_75    30/01/2022    1 recensioni
“Sto tornando… tornando da te… Ma quanto è difficile! Qui dove mi trovo sto talmente bene, che una parte di me vorrebbe rimanere qui per sempre!
Sarebbe tutto perfetto se ci fossi anche tu.
Ma tu non ci sei ed io voglio stare con te in qualsiasi posto tu sia!
Aspettami sto arrivando…”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Pioveva a dirotto quella mattina a Kakamura. Takuya guardava distratto e pensieroso il parcheggio davanti a casa sua. Una sola macchina era parcheggiata, al suo interno una donna che guardava verso la finestra dove lui era affacciato.

La osservava mentre il suo dito meccanicamente e ripetutamente ogni 2 secondi picchiava sullo schermo acceso del suo "Iphone"  che da 30 minuti visualizzava:

30 minuti fa
Kaori 
Chiamata persa


L’odore del caffè bruciato aleggiava in tutto l’appartamento.
Quell’uomo era sconvolto! 
Non la sentiva dal giorno del matrimonio, da quando l’aveva abbandonata all’altare sconvolto.

Non aveva mai amato una donna così intensamente come aveva amato Kaori. 

Troppo concentrato sulla sua carriera, aveva sempre pensato che una donna fosse solo una distrazione, un ostacolo. 
Le sue relazioni precedenti erano futili. Quello che cercava in una donna era solo un bell’aspetto. Era necessario nei momenti in cui doveva presentarsi a qualche evento organizzato dalla signora Yoko.

La Presidente, al contrario di lui, dava molta importanza alla famiglia, per questo oltre agli eventi pubblici, organizzava anche occasioni di incontro interne all’azienda. Era un modo per poter in qualche modo ringraziare tutti i collaboratori per il tempo che dedicavano al loro lavoro.

Takuya era una di quelle poche persone a non essere sposata o a non avere una relazione fissa. Proprio per questo aveva sempre cercato di andare accompagnato ad una bella donna.

Chissà se quella notte, a Capodanno. Chissà se fosse stato accompagnato da una delle sue amiche, si sarebbe potuto accorgere di Kaori. 
Era una domanda che spesso si era posto da un anno a quella parte, rammaricandosi del fatto che probabilmente non lo avrebbe fatto.

Quella notte però era solo. Non aveva nessuna donna al suo fianco. 

Qualche ora prima, nel pomeriggio aveva appena indossato il cappotto per uscire dall’ufficio quando fu fermato da Yoko. Lo aveva avvicinato  con quel tono confidenziale che solo sua mamma usava e osava con lui.

“Chi ti accompagnerà questa sera? Noemi, Akane o forse quella che ti sei portato a Natale, come si chiamava?...”

Già come si chiamava? se lo stava domandando anche lui mentre con stupore stava osservando il viso della Presidente.
Hanako? o forse Hakura?

“Maeko”

Appena Yoko pronunciò il suo nome le immagini della giovane donna apparvero confuse. Era una delle più belle donne che aveva mai avuto al suo fianco. Era quel tipo di donna che  non passava inosservata.

I pettegolezzi quella sera, riguardo alla coppia, erano stati numerosi e “chiassosi”. Nessuno infatti si era preoccupato del fatto che Maeko o Takuya potessero sentire.

“Ma dove l’ha trovata?”

“Sicuramente l’avrà pagata.” 

Erano i commenti che uscivano dalle bocche dei colleghi.

“E’ troppo secca..”

“E’ troppo perfetta…”

Erano invece i commenti invidiosi delle colleghe.

Maeko era bellissima, profumava di fiori di pesco. La sua professionalità era stata impeccabile si era presentata con un tubino nero che scendeva fino alle ginocchia risaltandone i suoi fianchi. I suoi capelli erano elegantemente raccolti in una treccia elaborata, probabilmente fatta da una professionista, visti i dettagli e la precisione con cui erano annodati e sistemati i suoi capelli. Trucco elegante e due orecchini ad anello che arrivavano a metà dell’altezza del suo collo.  

L’assegno, che le aveva staccato prima di uscire dalla macchina al parcheggio degli studi televisivi di Yoko, valeva tutto il prezzo.

Sarebbe stato tutto perfetto se Takuya non avesse captato un commento sgradevole di una sua collega invidiosa.

“Pure con il viso rigato di nero è splendida…”

Disse ad una sua amica mentre aveva puntato per un istante gli occhi su Maeko.
Fu in quel preciso istante che si rese conto che al suo fianco non c’era solo una “Barbie”. 

Il suo viso era perfetto come lo era all’inizio del party. Ma quando alzò gli occhi verso quello di lei e, per la prima volta, si soffermò a osservare i suoi occhi, riuscì ad entrare in contatto con la sua personalità.

Questo tipo di attenzioni non le aveva mai rivolte alle altre. Perchè le altre erano “Barbie”. Con loro non era necessario scambiare parole, durante i party per lui era importante socializzare con i colleghi e soprattutto quelli di rilievo che gli avrebbero permesso di fare carriera.
Quella sera però quella frase lo aveva colpito e improvvisamente si era sentito un mostro. Si stava domandando se Maeko avesse pianto per lui o per altro. Quello che stava osservando era il volto di una donna sensibile che per tutta la sera aveva ascoltato e osservato silente i pettegolezzi su di lei e sul suo accompagnatore.

Maeko fu professionale per tutta la sera, perfino sotto le lenzuola. Quella sera fu Takuya a mostrare più rispetto verso la sua accompagnatrice. Consolarla in quel modo pensò che fosse il modo migliore. Ma ancora una volta si sbagliava. 
Quella donna era pur sempre stata pagata per quella sera. Concluso il suo lavoro la donna si era rivestita ed era uscita di scena lasciando nel cuscino tutto il fondo tinta con il quale aveva cercato di coprire i suoi pensieri.

Maeko non aveva ancora chiuso dietro di sé l'uscio che Takuya, avvolto solo da un asciugamano cinto alla vita, era già di fronte ad una bottiglia piena di brandy. 
Un’ora dopo la stessa era vuota. 
La testa era offuscata dai ricordi di tutte le sue accompagnatrici. Come immagini distorte, apparivano uno ad uno tutti i volti di quelle donne. Gli sguardi prepotenti in primo piano lo avevano tormentato per tutta la notte.

Non lo riusciva più accettare, non dopo aver notato la riga del mascara che aveva mentre si stava rivestendo per uscire definitivamente di scena.

Barcollante si alzò in piedi cadendo subito dopo per la sbornia. Con fatica arrivò in bagno, quasi strisciando per arrivare appena in tempo. 
Sperava che uscisse tutto dal suo corpo anche il senso di colpa verso quelle donne che aveva pagato fino ad ora.

Non si era mai sentito così solo come quella notte!

“Sarò solo!” 

Risposte meccanicamente con un sorriso amaro a Yoko quel pomeriggio a poche ore dalla fine dell’anno.

Dell’amore Takuya aveva sempre conosciuto il lato doloroso e triste, quello che rende il cuore pesante e trafitto da mille aghi. 
Ma con Kaori, aveva anche conosciuto cosa significasse provare qualcosa per una donna. 
Prima di lei non si era mai innamorato, aveva solo avuto relazioni convenevoli o basate sull’attrazione.

Quella notte però, a capodanno, aveva visto in lei se stesso.Era una donna sola. 
Aveva visto in lei Maeko e gli altri occhi, quelli che nelle ultime due settimane lo avevano tormentato ogni notte.

Kaori quella notte non si meritava di rimanere sola e triste. 
Takuya quella notte non voleva rimanere solo.
Quella notte voleva alleviare ad entrambi quella sofferenza.

Capì ben presto che Kaori aveva nel cuore una sofferenza che era più grande della solitudine. L’amore non ricambiato. Quello che lui non aveva mai provato prima di conoscerla.

L’amore tormentato e non ricambiato lo aveva conosciuto e imparato a viverlo in compagnia di Kaori. 

Lei era stata chiara sui suoi sentimenti sin dal principio, ma allo stesso tempo provava qualcosa per Takuya. Glielo aveva confessato al loro primo timido bacio.

Le labbra di Kaori tremavano, le guance di lei erano bagnate dalle sue lacrime. 

“Non posso” gli aveva sussurrato cercando di allontanarsi da lui. “Mi dispiace” continuò correndo via da lui.

Kaori non era abituata a quello che però era accaduto successivamente. Lui l’aveva rincorsa, l’aveva abbracciata stretta a sé con un calore che Takuya stesso si era meravigliato di riuscire ad esprimere.

“Non ti merita” le disse tra le lacrime. “Non ti merita!” ripeté stringendola ancora di più a lui con tono più alto facendo in modo che anche chi era nascosto potesse sentire.

La presenza di Ryo Saeba era sempre presente. Ne era ben conscio. 

Non fu per lui una sorpresa intravedere quell’uomo nascosto dietro un albero, a pochi metri dal parcheggio sotto quella pioggia che da ore cadeva su Kakamura.

Quello che non sapeva era che nascosto dietro gli alberi c’era Ryo, soltanto Ryo. 
Era passata quasi un’ora dall’arrivo di Kaori e…

Accadde quello che Takuya non avrebbe mai voluto che accadesse.
Accadde quello che Kaori avrebbe sempre voluto che accadesse.

Sotto un acquazzone Ryo uscì allo scoperto e si avvicinò all’auto di Kaori.

Takuya lo vide bussare allo sportello e attendere fino a quando Kaori non lo aprì uscendo per abbracciarlo. 

Come un automa, con gli infradito ai piedi si precipitò giù per le scale. 

Si ritrovò davanti a loro mentre ancora si abbracciarono senza aver ben capito come fosse arrivato al parcheggio.
“K…” 

“K..aori”

Balbettò con il cuore in gola.


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Ed eccoci qui alla conclusione anche di questo particolare capitolo. Ho voluto dedicare un intero capitolo a Takuya che ha fa avuto un ruolo importante in tutta la vicenda che i nostri eroi stanno vivendo.
Ho voluto farvi conoscere chi era l’uomo che Kaori stava per sposare.
Grazie ancora per il vostro sostegno :)
Per qualsiasi dubbio o perplessità sono a vostra disposizione. 

Dany 
   
 
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