Dragon Ball
*
Capitolo
8
*
Era
lui.
Kakaroth.
Vegeta
non poteva essersi sbagliato, perché la sua aura era ancora presente in quel
pianeta. La percepiva forte e chiaro.
Come
avvertiva dentro di lui la rabbia per esserselo fatto scappare, ma come aveva fatto?
Vegeta
non aveva visto nessuna navicella lasciare quel posto, a meno che non sia
decollata mentre lui si stava preparando ad uscire dal portellone principale,
ma anche il quel caso avrebbe visto l’astronave prendere il volo.
Ma
anche quell’ipotesi non reggeva, in quanto sembrava che l’aura del super saiyan della leggenda fosse svanita in un nano secondo, e
la cosa non era affatto possibile.
Il
principe si guardò attorno in cerca di qualche indizio più concreto per
avvalorare la sua tesi e per essere sicuro di non stare impazzendo, ma l’unica
cosa che vide fu una roccia a punta che assomigliava incredibilmente alla sua
testa; non perse tempo e la disintegrò con un calcio rilasciando nell’aria del
pulviscolo grigiastro.
“Me
la pagherai, Kakaroth!” Digrignò i denti e serrò i
pugni.
Gli
occhi di Vegeta erano iniettati di sangue e non è da escludere che se in quel
momento, Goku avesse fatto magicamente la sua comparsa, sarebbe stato
disintegrato dalla follia omicida del suo simile.
Dalla
foga prese a calci e pugni qualsiasi cosa gli venisse a tiro, non importava che
si trattasse di una roccia minuscola o di una montagna altissima, Vegeta doveva
sfogare tutto il suo risentimento in qualche modo.
Ansimante
e tutto ricoperto di polvere di roccia, salì sulla navicella e se ne andò, non
prima però di aver danneggiato irreparabilmente il nucleo di quella stella con
un ki blast.
La
vide brillare qualche attimo dopo, lasciando in quello spazio infinito un altro
buco e un ulteriore incongruenza nelle mappe interstellari di chi capitava per
quelle rotte di navigazione.
*
Goku
si stava rifocillando a dovere nell’enorme sala da pranzo, tutto quel dispendio
di energie gli avevano fatto venire un grande appetito, quando si fermò di
colpo guardandosi attorno e ancora con la bocca piena.
Vegeta.
Deglutì
quel boccone contraendo l’esofago con forza per evitare che si fermasse a metà e
morire così soffocato.
“Tutto
bene?” Chiese Juth con gli occhi sbarrati
dall’incredulità, lo yardratiano non si era
abituato ancora all’enorme appetito del suo strano ospite. “Qualcosa non va?”
Goku
continuò a mangiare imperterrito tutto quello che gli capitò a tiro, e dalla
foga addentò anche la ceramica del piatto spezzandola.
Ne
sputò i cocci.
“Devi
stare attento, Goku, il piatto non si mangia!” Lo rimbeccò sorridendo.
Il saiyan si grattò la testa dall’imbarazzo “Lo so, lo so…sono
stato distratto.”
“Da
cosa?”
“Mi
è sembrato di sentire un’aura famigliare in lontananza, più precisamente sul
pianeta dove mi hai abbandonato prima.”
“Non
ti ho abbandonato, ti ho lasciato lì” Precisò offeso.
“Il
che equivale ad abbandonare.” Incalzò Goku più lentamente brandendo una
coscia enorme arrosto strappandola dall’animale intero.
“Bahh! Lasciamo perdere… ma parlami di quest’aura.” Juth ne voleva sapere di più.
Goku
si portò due dita sporche di olio e grasso animale sul mento imbrattandone la
superficie mentre lo yardratiano scrollava la
testa e soffocò una risata, per quanto fosse, il saiyan,
con la sua innocenza di bambino gli suscitava sempre allegria.
“Sono
sicuro si trattasse di Vegeta.”
“Mmm…Vegeta, questo nome mi suona famigliare.” Juth picchiettò un paio di volte il dito indice oblungo
sulla bocca.
“E’
il principe della mia stirpe ormai estinta a causa di Freezer.”
“Si,
conosco la storia del popolo saiyan.” Juth deglutì nascondendo un po' di tremore quando nominò
quel tiranno conosciuto in tutta la galassia per le sue peripezie crudeli “… ma
ora è morto per causa tua, giusto? Mi pareva di aver capito così quando mi hai
raccontato la tua storia.”
“Chi?
Vegeta?” Chiese sorpreso.
“Ma
no, intendevo Freezer!” Avrebbe aggiunto anche idiota, ma non era il
caso.
“Ah!
Scusami, ho capito male” Rispose sputandogli in faccia dell’arrosto
accidentalmente.
Juth prese un
tovagliolo stizzito e si pulì la faccia dal bolo “Puoi gentilmente non parlare
se hai la bocca piena? È maleducazione sai?”
Goku
deglutì quell’enorme boccone a fatica e si batté il petto un paio di volte per
far scendere il tutto ed evitare di strozzarsi di nuovo “Me lo dice sempre
anche Chichi.” Sorrise amaramente.
Chissà
che cosa stavano facendo lei e Gohan in questo
momento.
Chissà
se lo stavano pensando e se suo figlio si stava allenando con qualcuno.
Juth notò subito dal
tono delle sue parole che qualcosa attanagliava il cuore e la mente del suo
strano ospite, era chiaro come il sole che aveva nostalgia di casa, del resto
erano passati molti mesi da quando era arrivato su Yardrat.
*
Vegeta
continuò a mordicchiarsi le dita delle mani per il nervosismo, alla ricerca di
una soluzione che gli permettesse di dare una spiegazione a quella sua
apparizione e poi sparizione improvvisa.
Consultò
per l’ennesima volta, forse la centesima, ogni singolo millimetro della
galassia attraverso le mappe installate nel navigatore, ma non c’era niente che
gli fece scattare dentro di lui quella scintilla che gli permettesse di
avvicinarsi alla soluzione.
Solo
stelle, polvere, detriti e qualche base della pattuglia intergalattica.
“Maledizione!”
Imprecò alzandosi dal sedile di guida. “Me l’ha fatta sotto il naso.”
Il
principe provò anche a concentrarsi, con la speranza di percepire ancora una
volta il suo spirito e ritrovarlo finalmente.
Passò
qualche minuto, ma più ci provava e più cresceva dentro di lui la
consapevolezza che forse aveva sognato tutto, perdendo così la speranza di
ritrovarlo e affrontarlo.
Vegeta
poi ebbe un lampo di genio, pigiò dei tasti sulla consolle di comando impostando
una rotta precisa, se Kakaroth era stato lì e non
riusciva più a percepire la sua presenza nel raggio di qualche anno luce, c’era
solo un posto dove lo avrebbe trovato.
Sul
pianeta Terra.
*
Chichi continuava a
guardare fuori la finestra con la speranza di rivedere suo marito tornare a
casa.
Ogni
giorno e alla stessa ora scostava la tenda della cucina con il cuore che
batteva all’impazzata e si metteva a rimirare il cielo cercando di intravedere
un qualcosa che le facesse capire che Goku presto sarebbe tornato.
Ma
ogni giorno, puntualmente la delusione si faceva strada dentro di lei e la
consapevolezza che forse non avrebbe più rivisto suo marito.
“Tornerà!”
Le aveva detto Gohan.
Anche
a lui mancava suo padre e come sua madre non vedeva l’ora di riabbracciarlo e
vedere quanto fosse diventato forte in quei mesi che era stato lontano da casa.
“Lo
pensi veramente?” Deglutì Chichi con gli occhi
languidi cercando di non scoppiare a piangere per l’ennesima volta davanti a
suo figlio.
Doveva
essere forte e non crollare come le capitava spesso quando si coricava la
notte.
Per
lei e soprattutto per Gohan.
“Papà
ci ama, e non ci abbandonerebbe mai.” Parole semplici e confortanti dette da un
bambino innocente che non conosce tutti gli aspetti della vita, ma che guarda
suo padre come fosse un eroe.
A Gohan non gli importa se ora Goku è lontano da casa, perché
sa che suo padre lo sta facendo per loro, per diventare sempre più forte così
gli sarà sempre più facile proteggerli.
Invece
lui era impegnato sopra quegli stupidi libri tutto il giorno.
Chi
avrebbe protetto la Terra durante la sua assenza se si fosse presentato un
nemico talmente forte da eliminarli tutti?
“Non
lo so tesoro…” Sospirò la corvina chiudendo la tenda ritornando a concentrarsi
sulla pila di piatti da lavare rigorosamente a mano con acqua e sapone.
“Vedrai
che tornerà presto, e quando meno te lo aspetti ti chiederà di preparargli i
tuoi gustosi manicaretti.”
Chichi spezzò un piatto
tra le mani dalla rabbia, poi si voltò verso un Gohan
allibito.
“L’unica
cosa che preparerò a quell’emerito imbecille saranno le valigie che lascerò
sulla soglia della porta!”
“Ma
dai, mamma, non dire così. Magari papà non sa come tor…”
“BASTA!”
Inveì contro suo figlio, Chichi non voleva più
sentire nessuno che difendesse quell’uomo, perché pensava che ormai l’unica
cosa a cui pensasse erano gli allenamenti e niente altro.
Gohan pensò bene di troncare
quella conversazione sul nascere per evitare di finire in castigo o con montagne
di libri da leggere, avrebbe tanto voluto che sua madre vedesse Goku come un
eroe e non come un fallito che alla prima occasione abbandona la famiglia.
E
non era il caso di avvisarla che l’indomani avrebbe iniziato ad allenarsi anche
lui.
*
“Ti
ho visto parecchio distratto oggi, sei sicuro che tutto vada bene?” Gli chiese Juth dopo aver terminato un’altra sessione di esercizi,
questa volta più leggeri visto che la tecnica del teletrasporto gli ha
prosciugato quasi tutte le energie.
Goku
annuì poco convinto con il capo.
Molte
cose attanagliavano la sua mente, ed ora che aveva quasi raggiunto il suo
obiettivo, le cose che aveva lasciato in secondo piano, piano piano riaffiorarono
in superficie.
“Sai”
Fece lo yardratiano “… anch’io sono stato
lontano un periodo da questo pianeta, i miei amici mi mancavano molto, ma mi
sono messo in testa di dedicare anima e corpo alla mia missione, così da poter
tornare a casa in fretta e riabbracciare i miei cari.”
“Non
so che cosa stiano pensando mia moglie e mio figlio di me. Polunga
gli avrà sicuramente detto che tornerò a casa quando vorrò.”
“Ti
amano a prescindere e credo che sappiano che cosa tu stia facendo.”
“Forse
Gohan, ma Chichi è diversa,
a lei non piacciono queste cose, le ritiene una perdita di tempo e basta.”
Juth si portò due dita
sul mento “Donna strana la tua… voglio dire, ti stai allenando e hai rischiato
di morire, non è che sei andato a fare un viaggio di piacere.”
“Vaglielo
a dire.” Goku si sedette sull’erba fresca cullato dalla brezza che si era
alzata dopo una giornata piena di calura “… è convinta che non serve a niente,
ma io lo faccio solo per loro, perché non mi perdonerei mai se gli accadesse
qualcosa.”
“E’ giusto, e questo
ti fa onore.” Poi scoppiò a ridere lasciando Goku interdetto.
“Ho…
ho detto qualcosa che non va?”
Juth ci mise un po' prima
di calmarsi, la pancia gli faceva male per lo sforzo e alcune goccioline salate
si formarono accanto a quegli occhi enormi e a mandorla.
“Tutto
il mondo è paese, amico mio.”
“Cioè?”
“La
razza femminile è uguale in tutte le forme le s’incontrano. Togli a loro
attenzioni e queste non ti perdoneranno mai…”
“Non
è che mi tiri molto su il morale così.”
“Fammi
finire!” Lo rimbeccò in tono stizzito. “Quando tornerai a casa, presentati con
dei fiori, impazzirà dalla gioia.”
“Fiori?
Ne sei sicuro?” Domandò riluttante, non credeva che a sua moglie piacessero
queste cose, e non la riteneva il tipo che si lasciasse di certo comprare da
simili gesti.
“Certo!
Vedrai che ti perdonerà per essere rimasto lontano così a lungo.” Disse con fierezza
e convinzione l’alieno, il quale sembrava essere molto esperto in fatto di
donne.
Goku
deglutì pensando alle sue parole, l’ultima cosa che desiderava era proprio
litigare con la sua amata Chichi, l’idea di
presentarsi con un mazzo di fiori non lo allettava, ma Juth
sembrava molto certo che funzionerà.
“Fiori,
eh!?”
*
Continua
*
Angolo dell’Autrice: Ciaoooo!!! Dai, questa volta
sono stata brava e non vi ho fatto aspettare un mese come l’ultima volta XD
Unica pecca è che vado di fretta e non riesco a salutarvi per bene, ma sappiate
che vi ringrazio infinitamente per il vostro sostegno e per continuare a
seguirmi.
Un
abbraccio, Erika
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P.s. per chi ha telegram
e gli piacerebbe fare anche solo due chiacchere, vi lascio il link del canale a
cui sono iscritta, è a tema Miraculous, ma posso
garantirvi che si parla spesso e volentieri di altro.
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