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Autore: MaryFangirl    07/02/2022    3 recensioni
Ryo e Kaori si ritrovano intrappolati e rievocano i rispettivi percorsi.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Sorpresa dalla domanda, Kaori si voltò verso Ryo.
 
“No, ammetto di no. E tu, ti saresti aspettato un giorno di ritrovarti con una ragazza come me come partner?”
 
Lo osservò, ma in realtà non si aspettava una risposta. Ryo era il tipo da evitare conversazioni serie o di cavarsela con una piroetta.
 
“La morte di tuo fratello ha cambiato molte cose” disse lui, “me ne voglio ancora per non aver insistito ad andare al Silky al suo posto. Tutti e due avevamo la sensazione che qualcosa non andasse. Avrei dovuto costringerlo a raggiungerti per festeggiare il tuo compleanno e presentarmi all'appuntamento” spiegò, con il senso di colpa percepibile nella voce.
 
Stupita di nuovo, Kaori vide il suo sguardo scurirsi e il suo viso indurirsi.
 
“Ryo, non dire così. Hideyuki è morto ma non è stata colpa tua. Hai idea di cosa sarebbe successo se ci fossi stato tu?” gli chiese con voce tesa.
 
“Mi sarei difeso. Avrei potuto uccidere quel tipo” tuonò con i pugni chiusi.
 
“Noi ce l'abbiamo fatta perché siamo stati avvertiti. Hideyuki è morto, ma ha avuto il tempo di avvisarti. Abbiamo avuto un vantaggio o forse un buon tempismo, tutto dipende dal punto di vista” disse lei, strappandogli un sorriso divertito.
 
“Se ti metti tu a fare umorismo in una conversazione seria, a me cosa resta?” rispose, con occhi un po' meno cupi.
 
“Ti presto un martello se vuoi” gli offrì.
 
Si guardarono e si sorrisero.
 
“Potresti essere morto tu al posto di mio fratello, Ryo” rifletté lei, “mentre io e Hideyuki festeggiavamo il mio compleanno, tu saresti potuto morire e sarebbero cambiate così tante cose” aggiunse.
 
“Non ne sono così sicuro” fece lui.
 
“Lo pensi davvero? Ryo, volevano uccidervi entrambi e volevano uccidere anche me. Questo non sarebbe cambiato. Se fossi morto prima tu, cosa sarebbe successo?”
 
“Vi avrebbero rintracciati entrambi” rispose, scuro.
 
“E sai come me che non saremmo stati all'altezza”
 
Kaori si morse il labbro per reprimere il tremore che stava crescendo. Era difficile pensare che, in qualche modo, la morte di suo fratello fosse stata la cosa 'migliore' che potesse accadere. Sentì il dolore tornare e fece un respiro profondo per calmarsi. Non legittimava la morte di suo fratello, avrebbe voluto passare più tempo con lui, ma sapeva che se Ryo fosse morto al posto di Hideyuki perché colto di sorpresa a sua volta, probabilmente sarebbe stata la fine per tutti e tre e molte cose oggi sarebbero diverse, a partire dalla diffusione dell'Union Teope in Giappone.
 
“Tu...forse hai ragione” concesse Ryo, “allora magari sarei dovuto andare con lui” tentò.
 
“Basta, Ryo, non fai che ferirti e non è quello che voglio...non è quello che vorrebbe lui. Ti voleva tantissimo bene, Ryo. Non vorrebbe vederti soffrire” lo assicurò.
 
Lo guardò per un momento, lui era fisso sul muro, tradendo le proprie riflessioni, e cercò di trovare un modo per riportarlo un po' verso di sé.
 
“Credi che Hideyuki sarebbe stato in grado di fare quello che hai fatto tu?”
 
“Tuo fratello era capace, Kaori”
 
“Lo so, ma era anche molto convenzionale...a differenza di te” rispose lei, abbassando gli occhi e appoggiando la testa sulla roccia alle sue spalle.
 
Immaginò Hideyuki recarsi al casinò sotterraneo per affrontare il direttore che giocava con il falso cliente. Ripensò alla sfacciataggine di Ryo di fronte all'uomo e cercò di piazzare suo fratello nello stesso ruolo. Pensò a Hideyuki davanti al Barone a scommettere alla roulette, stuzzicandolo per fargli perdere la spavalderia. Conversando e lasciandogli uno sguardo condiscendente, sapendo che gli avrebbe fatto perdere la faccia in pochi minuti e, ancora di più, la vita. Presentandosi per infilare un ago avvelenato nel palmo del criminale, uccidendolo mentre lo guardava dritto negli occhi.
 
No, non era da Hideyuki.
 
“Non avrebbe potuto uccidere il Barone guardandolo dritto negli occhi, Ryo” sussurrò, “o forse mi sbaglio, forse non conoscevo bene mio fratello”
 
Ryo fissò il muro di fronte a sé e si chiese se Hideyuki avrebbe potuto farlo. Era coraggioso e desiderava la giustizia, ma aveva i suoi principi.
 
“No, conoscevi bene tuo fratello, Kaori. Non avrebbe potuto uccidere a sangue freddo. Uccidere un nemico armato, sì, ma non era un assassino come me. Anche se aveva lasciato il suo posto di poliziotto, Maki non aveva oltrepassato il limite, almeno quello della moralità. Come City Hunter, ha ucciso persone solo rispondendo al fuoco, per difendere se stesso o un cliente”
 
“Grazie Ryo” sospirò, rassicurata.
 
Lui avvertì il suo sollievo.
 
“Te lo immagini in gioielleria?” le chiese, pensando a quel momento piuttosto comico nella loro ricerca di vendetta.
Ù
“Hideyuki che cosparge le finestre con cibo per maiali?” fece lei prima di iniziare a ridere.
 
“No, non avrebbe mai potuto. Posso immaginare lo sguardo sbalordito che mi avrebbe rivolto” rise lo sweeper.
 
“Ryo, non pensi di esagerare? Ci stai andando un po' pesante, no?” scimmiottò Kaori, fingendo di sistemarsi gli occhiali sul naso.
 
Lo sweeper guardò la sua partner e rise di cuore. Impiegarono qualche minuto per calmarsi e si ritrovarono in un silenzio contemplativo.
 
“Mi manca” confessò Kaori.
 
“Anche a me. Credi che avrebbe osato danneggiare la tela del nostro amico ammiraglio?” chiese Ryo.
 
“Hideyuki? No, mai, avrebbe piazzato il microfono senza rivelare la sua intrusione. Era un tipo tranquillo, mio fratello”
 
“Avrebbe tolto tutto il divertimento...avevo ancora un sacco di cose da insegnargli...come rimorchiare una ragazza, come far incazzare un delinquente, come bere tre bottiglie di sake in meno di dieci minuti, la mia ricetta anti sbornia migliorata...ahi!” esclamò, prendendosi un'altra martellata in testo.
 
“Credi davvero che ti avrei permesso di trascinare mio fratello nelle tue oscenità?” gli chiese con un'occhiataccia, “Hideyuki era un uomo responsabile!”
 
“E io no, vero?” ribatté lui con sguardo insondabile.
 
Kaori non sapeva perché ma percepì una certa amarezza nelle sue parole, nonostante il tono neutro. Gli mise una mano sul ginocchio e lo strinse delicatamente.
 
“Non è vero e lo sai. Interpreti il ruolo dell'irresponsabile, ma sei molto più serio di quanto mostri”

“Devi esserti sbagliata con qualcun altro” fece lui, a disagio, guardando altrove.
 
“Smettila, sono io, Ryo”
 
“So che sei tu. Chi altro vuoi che sia? Non conosco tanti ragazzi che assomiglino a una donna” scherzò per rimettere un po' di distanza e dissipare l'imbarazzo che provava per essersi esposto in quel modo.
 
“Idiota”
 
“Travestito”
 
“Pervertito”
 
“Megera”
 
Si scambiarono uno sguardo d'intesa. Era la rilassatezza che avevano raggiunto da dopo il matrimonio dei loro amici. All'improvviso Ryo scoppiò a ridere, beccandosi un'occhiata interrogativa.
 
“A cosa pensi?” gli chiese.
 
“A tuo fratello in moto...ricordo benissimo che durante quella missione abbiamo fatto un giro”
 
Kaori ricordò quel momento, il corpo premuto contro quello di Ryo, le mani intorno alla sua vita, l'eccitazione della velocità mista alla paura. Arrossì pensandoci. Era stata una delle poche volte in cui erano stati così vicini fisicamente. Lo sweeper era sullo stesso treno di pensieri. Non era rimasto insensibile a quel corpo femminile incollato al proprio, lo aveva anzi dimostrato magistralmente...e lei l'aveva notato. Entrambi si scossero mentalmente e tornarono su un terreno meno pericoloso.
 
“Sto iniziando a riscaldarmi” disse Ryo, sistemandosi i pantaloni con discrezione.
 
“Meglio. Anch'io comincio ad avvertire gli effetti del fuoco” disse Kaori, ignara del turbamento del suo partner, “non riesco neanche a immaginare come sarebbe stato passare la notte con questo freddo senza il fuoco” aggiunse, voltandosi verso di lui.
 
Si sorprese del suo sguardo fisso su di sé, sentendosi vagamente a disagio e allo stesso tempo un po' eccitata. Inconsciamente si morse il labbro e lui si ritrovò nuovamente colto dal desiderio, uscendo dalla sua trance.
 
“Bella fortuna che ho. Per una volta sono bloccato in una grotta con il fuoco e il bisogno di riscaldarmi, e devo essere con la persona sbagliata” grugnì.
 
La famosa tattica 'la migliore difesa è l'attacco' funzionò ancora una volta e il suo ardore fu rapidamente placato da un martello di cento tonnellate che lo schiacciò.
 
“Pensavo non avessi spazio...” fece incredulo.
 
“Quando serve, si può essere molto creativi. Ho solo accorciato il manico” disse lei, gettando il pezzo di legno in eccesso nel fuoco.
 
Infastidita, appoggiò il mento sulle ginocchia e si lasciò assorbire dalla contemplazione del fuoco per dimenticare le sue parole.
 
“È un vantaggio che hai rispetto a tuo fratello. Sei molto creativa” confessò lui con un sorriso leggero, “anche se è a mio discapito” aggiunse ironico.
 
“Spero di avere altre frecce al mio arco” disse lei, rivolgendogli un altro sguardo diffidente.
 
“Aspetta, devo pensarci un po'” disse lui, grattandosi il mento in profonda riflessione.
 
Ricevette una gomitata nelle costole piuttosto brutale ed emise un leggero grido di dolore.
 
“La tua brutalità fa parte dei tuoi difetti” le fece notare, “riuscirei più facilmente ad elencarli”
 
Senza preavviso, lei si gettò su di lui e cercò di strangolarlo come faceva con la bambola a sua immagine e somiglianza. Nonostante la differenza di peso e forza, lui non reagì alla furia che si agitava su di lui. Alla fine riuscì a immobilizzarla bloccandola contro di sé, le braccia intrappolate nelle proprie, con cui l'avvolse. Senza fiato, Kaori appoggiò la testa sul suo petto per qualche minuto, ignara della confusione che cresceva nel suo partner.
 
“La tua testardaggine...” sussurrò all'improvviso.
 
Kaori alzò la testa, stupita e interrogativa. Non capiva cosa intendesse.
 
“La tua testardaggine è una delle tue qualità, come il tuo coraggio. Tuo fratello non ti avrebbe chiesto di aiutarlo per manipolare l'ammiraglio e rubare i suoi soldi. E si sarebbe sbagliato perché hai tutto quello che serve per essere un aiuto prezioso” aggiunse.
 
“Tu...lo pensi davvero?” gli chiese stupefatta.
 
“Che si trattasse di avviare il motore al momento giusto nel parcheggio nonostante la preoccupazione o di trovarti nel parco per fare da esca, l'hai affrontato e ci conoscevamo a malapena. Tuo fratello ti avrebbe nascosta e protetta. Avrebbe messo la museruola alla giovane donna ostinata che sei perché ti voleva bene e voleva proteggerti a tutti i costi. Avrebbe finito per uccidervi di sicuro” le disse.
 
“Smettila di dire sciocchezze, Ryo. Non ho tanta importanza” sussurrò, scivolando via dalle sue braccia e tornando a sedersi accanto al fuoco.
 
Cosa doveva capire dalle sue parole? Che lui riusciva a metterla in pericolo perché non significava molto per lui? Si immerse di nuovo nell'osservazione del fuoco, appoggiando il mento sulle ginocchia. Non sempre sapeva su che musica danzare con lui. Un momento le faceva pensare di essere importante, quello successivo che non la sopportava.
 
“Eppure occupi il tuo spazio” disse, cercando di farla reagire.
 
“Bene, ora le battute sul mio peso, cominciano a diventare vecchie” brontolò.
 
“Dovrò pensare di rinnovarmi allora” sospirò.
 
“Puoi anche considerare di smetterla” sussurrò, senza pensare che l'avrebbe sentita.
 
“Se non ti prendo più in giro, cosa mi resta?”
 
“Non lo so. Cerca” ringhiò.
 
“Dirti cose dolci?” le offrì.
 
“Oh smettila, va bene. Ne ho abbastanza delle tue prese in giro”
 
Si girò dall'altra parte, ignorandolo. Era arrabbiata. Erano in una situazione precaria e lui trovava comunque il modo di ferirla. Avrebbe voluto che la tormenta si fermasse per poter uscire e provare a raggiungere la Mini anche se al buio. Non le importava di dover camminare di nuovo in un mucchio di neve per chilometri, purché potesse uscire da quella frotta. Sfortunatamente la bufera era ancora più forte.
 
“Pensi che vivresti ancora con tuo fratello se fosse ancora vivo?” le chiese all'improvviso.
 
“Lasciami in pace!” gli rispose.
 
“Dai, Kaori, non tenere il broncio” le disse, spingendole leggermente la spalla.
 
“Lasciami in pace!” ripeté.
 
La guardò e sospirò. Per una volta che aveva cercato di avvicinarsi per vedere come avrebbe reagito, se avrebbe abboccato, si era ritrovato bloccato nella trappola che aveva allestito per anni. Lei non aveva fiducia in nessuna bella parola da parte sua. Avrebbe dovuto remare con forza se voleva arrivare a toccarla.
 
“Spero che si sarebbe fatto la sua vita con Saeko” disse lei infine.
 
“Saeko? Che idea bizzarra...” fece Ryo, con un'aria da maniaco.
 
“Oh...so benissimo cosa mi dirai. Che Saeko sarebbe tua...” lo interruppe furiosa, “ma hai dimenticato una cosina, mio caro” gli fece notare.
 
“Veramente? E cosa?” le chiese, interessato.
 
“Saresti morto, Ryo. Morto, sepolto, rigido, freddo. Niente più signorine mokkori, niente più Saeko, niente più cabaret o conigliette, niente, niet, nada. Non saresti più presente per metterti in mostra con tutte le donne che incrociano il tuo cammino, tutte tranne...” fece, seccata. Si interruppe bruscamente rendendosi conto dell'ultima parola che voleva dire. Non voleva rivelarsi, non se doveva essere presa in giro di nuovo. Ryo rimase in silenzio, prendendo in considerazione ciò che lei aveva detto.
 
“Quindi Hideyuki vivrebbe con Saeko. Credi che si sposerebbero?” le chiese.
 
“Sì...anche se forse dovrei usare uno o due martelli per spingerlo” scherzò.
 
“In effetti era piuttosto timido, tuo fratello, un po' come te d'altronde” mormorò Ryo con una punta di tenerezza.
 
“Io non...” si offese Kaori, voltandosi.
 
Si bloccò quando incontrò il suo sguardo scintillante e arrossì, facendolo sorridere.
 
“Quindi Hideyuki è finalmente sposato con Saeko. Bambini?” chiese tranquillamente.
 
“Mi piace pensare di sì, almeno uno” rispose.
 
“Tu non vivi con loro, immagino. Sei indipendente, giusto? Era ora, non credo?”
 
“È un'allusione?” fece lei con occhi socchiusi.
 
“Tu credi?”
 
“Con te mi aspetto di tutto” rispose, stanca.
 
“Di tutto? Davvero di tutto?” le chiese con aria suggestiva.
 
Lei alzò lo sguardo, sorpresa, e si sentì arrossire suo malgrado.
 
“Io...ehm...no...è...è solo un modo di dire. Che vai a pensare?” fece con tono pungente.
 
“Io? Niente. Mi interessa la tua opinione. Tutto qui” rispose, “allora?”
 
“Allora cosa?” fece Kaori sulla difensiva.
 
Lui si divertì a vederla tirare fuori gli artigli. Amava il suo temperamento caloroso.
 
“Sei indipendente? Cosa fai della tua vita se Hideyuki e Saeko si sono sposati e sei riuscita, malgrado la mia scomparsa, a battere l'Union Teope?”
 
Kaori si calmò e guardò fuori, osservando la neve che cadeva. Cos'avrebbe fatto della sua vita se Ryo non ci fosse stato?
  
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